GPII 1989 Insegnamenti - Il discorso pronunciato all'aeroporto - Ai fedeli riuniti, Plaisance (Mauritius)


1. Sono molto felice di essere giunto nella vostra isola, la "Stella e la chiave del mare delle Indie", che desideravo conoscere da tempo. Rendo grazie a Dio che mi dà oggi la grande gioia di essere tra voi.

Come sono solito fare quando metto piede su un territorio che visito per la prima volta, mi sono inginocchiato ed ho posato le mie labbra sul suolo del vostro Paese, in segno di rispetto per questa terra dove vivono gli uomini e le donne dell'"Arcobaleno mauriziano": il mio gesto vorrebbe essere pari all'amore che voi nutrite per la vostra Patria.

Ringrazio vivamente lei, signor primo ministro, per le amabilissime parole che mi ha rivolto e sono molto sensibile alla cordialità della vostra accoglienza.

Con deferenza, saluto le personalità che sono venute ad incontrarmi; ed a tutti gli abitanti della Nazione, che esse rappresentano, manifesto la mia calorosa simpatia.


2. Come messaggero del Vangelo intraprendo questa visita ed auspico ardentemente che la mia venuta sia per tutti i Mauriziani, che stanno approfondendo la loro unità nazionale, una occasione per unirsi ancora di più, in uno stesso slancio, attorno ai valori cari ai cuori di tutti e di tutte: la giustizia, la fratellanza, la solidarietà e il reciproco rispetto.


3. Nel manifestarmi i sentimenti di tutta la famiglia mauriziana nel suo insieme, alcuni di voi mi hanno fatto conoscere, in vista di questo incontro, le gioie e le pene degli uomini e delle donne di questo Paese: sono qui per condividerle.

Tra gli altri motivi di soddisfazione, i Mauriziani sono felici dell'atmosfera di libertà che il regime democratico di questo Paese favorisce: libertà religiosa, libertà di coscienza e libertà di opinione. Sono ugualmente soddisfatti del fatto che, grazie ad un rapido sviluppo economico, non sono più angosciati dalla mancanza di lavoro e sono giunti vicino al traguardo della piena occupazione che favorisce la stabilità e la pace sociale.

Le iniziative in favore della formazione di famiglie solide, in un lodevole rispetto della vita, hanno dato a Mauritius un lustro internazionale nel campo della promozione familiare, vitale per il futuro.

Tutte queste gioie, frutto delle vostre fatiche, condivido con tutto il cuore.

Come molti paesi oggi, l'isola Mauritius ha la sua parte di difficoltà di ordine socio-economico, alcune delle quali dipendono dallo sviluppo industriale, ed ostacolano le aspirazioni del popolo mauriziano a vivere in profondità una vera fratellanza. Io auspico che tutti i Mauriziani si adoperino per superare gli ostacoli che si contrappongono a un progresso autenticamente umano, sia per aiutare i più svantaggiati che per reagire ai flagelli della nostra epoca, che mettono in discussione i valori morali e compromettono la dignità della persona, l'equità e la convivenza.


4. Per la sua posizione all'incrocio fra l'Oriente e l'Occidente, l'isola di Mauritius ha la vocazione di rappresentare la sintesi dei valori migliori dell'Est e dell'Ovest, con il coinvolgimento delle grandi religioni, i cui membri, in questo Paese, hanno fra loro relazioni cordiali. Formulo l'augurio che la vostra società non esiti a rigettare certi idoli come il materialismo o l'edonismo, e, al contrario, conservi l'apprezzamento per la forza morale che libera e rappacifica e continui a coltivare la tolleranza, la pazienza e la moderazione.

Sulla scia di ciò che è stato intrapreso e realizzato in passato, tutti i Mauriziani continuino a riconoscersi e ad accettarsi nelle loro culture, credenze, razze e lingue, per dare l'immagine di una società dalla pacifica convivenza, prefigurando in qualche modo, su diversa scala, una comunità internazionale che sia patria per tutti i popoli. A tal fine, Mauritius ha un suo ruolo da svolgere, in particolare sul piano regionale, come indicano le recenti decisioni della commissione dell'oceano Indiano. Essa è chiamata a contribuire al rafforzamento dei legami tra le isole di questa parte del mondo e a guardare con esse al di là, in modo che il dialogo Nord-Sud non sia prerogativa esclusiva dell'Europa.


5. Nel momento in cui comincio la mia visita pastorale presso i fedeli cattolici, vorrei congratularmi per la vitalità della Chiesa, per lo spirito di dialogo e per le iniziative sociali che camminano nella direzione del rispetto della persona umana.

Sono felice, cari fratelli e sorelle della Chiesa cattolica di venire a celebrare con voi la fede del nostro Battesimo ed esercitare proprio qui il mio ministero di successore di Pietro, rafforzando nei vostri cuori i doni preziosi che Dio ci ha elargito.

Auspico che la mia visita sia uno stimolo per la vostra vita ecclesiale e vi rinnovi nelle vostre responsabilità personali di cristiani verso il vostro beneamato Paese. Auspico allo stesso modo che essa vi incoraggi a vivere in modo più intenso la condivisione e la solidarietà tra le Chiese locali dell'oceano Indiano. Dopo tutto i missionari partiti da Mauritius per operare attraverso il mondo non sono forse testimoni del risveglio della diocesi di Port Louis verso le esigenze della Chiesa universale? Signor primo ministro, io la ringrazio nuovamente per il suo cordiale messaggio di benvenuto. Le esprimo tutta la mia stima ed offro tutti i miei auguri per la cara nazione mauriziana così come per coloro che hanno la responsabilità del bene comune.

Possano i Mauriziani di tutte le confessioni e religioni rafforzare ancora la loro unità nazionale nel rispetto della loro ricca diversità, recare alla comunità internazionale nel suo insieme la loro nota caratteristica di tolleranza, di compassione, di libertà, di senso comunitario e di pace interiore!

1989-10-14

Sabato 14 Ottobre 1989




L'omelia della Messa - Ai fedeli riuniti, Port Louis (Mauritius)

E' prima di tutto nella famiglia che i giovani trovano un senso alla loro vita



1. "Benedetto sei tu Dio dei nostri padri e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome" (Tb 8,5).

Pronunciando questa preghiera dal libro di Tobia, cari fratelli e sorelle che abitate nell'isola di Mauritius e in particolare in questa città di Port Louis, vorrei rendere grazie a Dio insieme a voi.

Si, in nome di Dio creatore e Padre, in nome di suo Figlio Gesù, nostro salvatore, in nome dello Spirito Santo, Spirito di amore e di pace, il Vescovo di Roma è felice di salutare la Chiesa che si trova a Mauritius.

Ringrazio fraternamente il Cardinale Jean Margéot, per le sue parole di benvenuto e per la sua presentazione della diocesi di Port Louis. Sono felice per questo incontro, ai piedi di Maria, regina della pace, in questo luogo di pellegrinaggio testimone degli importanti momenti della vostra vita ecclesiale: il centenario della vostra diocesi, le ordinazioni dei primi sacerdoti del vostro popolo e anche, venti anni fa, l'ordinazione episcopale del vostro Pastore, primo Vescovo nato in questa terra.

Vorrei fare a ciascuno di voi i miei saluti e i miei auguri: ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai responsabili dei servizi pastorali e dei movimenti, a ogni fedele, dal più anziano al più giovane.

E saluto anche gli altri fratelli credenti che desiderano prendere parte a questo giorno di festa dei cattolici: io li ringrazio per la loro presenza.

Porgo i miei deferenti saluti al governatore generale, al primo ministro, ai membri del governo, al signor sindaco di Port Louis e alle personalità che hanno desiderato prendere parte a questa riunione di preghiera.


2. Cari fratelli e sorelle, all'inizio del mio ministero nella Sede episcopale di Roma fondata dall'apostolo Pietro, mi è stato concesso di unire al numero dei beati l'apostolo dell'isola di Mauritius, padre Jacques Laval.

Quest'uomo, che aveva scoperto la sua vocazione in età già matura, in seguito a una vera conversione, ha attraversato gli oceani per venire qui, umile e povero, ma ricco della fede, ricco dei misteri di Dio, ricco della grazia dei sacramenti, dell'amore che portava ai poveri, ai più sfortunati.

Voi lo venerate, perché quasi completamente solo, ha saputo dare vita a un immenso movimento di fede, ha saputo costruire tra gli antichi "pionieri" una vera comunità unita dalla preghiera, dalla mutua assistenza, dal rispetto delle persone e dalla compassione per la sofferenza.

Molto presto, egli ne consolida la costruzione, grazie ai "consiglieri, uomini e donne", catechisti devoti che riunivano battezzati e catecumeni nei quartieri della città e in campagna. Padre Laval, prima di essere aiutato dai confratelli spiritani venuti a raggiungerlo, è stato uno straordinario operaio nel campo del Signore di cui ha fatto germogliare e maturare la messe. Voi lo considerate giustamente un fondatore e un padre. Oggi, egli intercede per noi nella casa di Dio, e gioisce nel vedere "i suoi figli" riuniti.


3. Ricordandoci dell'attività di missionario del beato Jacques Laval, possiamo ricevere le parole della lettera di san Paolo a Timoteo come parole a noi indirizzate: "Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio Vangelo" (2Tm 2,8).

"Se moriamo con lui, vivremo anche con lui. / Se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo. / Se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà" (2Tm 2,11-13).

L'Apostolo scrive al suo discepolo Timoteo: "Certa è questa parola" (2Tm 2,11); a causa della quale "io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non si incatena!" (2Tm 2,9).

Queste parole dell'Apostolo possono essere applicate a numerosi missionari, e in particolare al missionario di Mauritius, il beato Laval. Anche lui si è lasciato condurre dalla stessa fede apostolica: "perciò sopporto ogni cosa per gli eletti perché anche essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna" (2Tm 2,10).

Si, padre Laval si è donato completamente; ha lavorato fino al limite delle sue forze, ha conosciuto la solitudine, talvolta le critiche, il peso di responsabilità che non aveva cercato, e anche l'angoscia per l'oscurità presente nella sua vita spirituale; ma egli si è "ricordato di Gesù Cristo" in ogni momento; ha "sopportato tutto" affinché i suoi beneamati fratelli "ottenessero essi stessi la salvezza".

Unito al sacrificio di Cristo, l'apostolo di Mauritius ha offerto le sue forze e la sua vita per far vivere questa Chiesa. E altri l'hanno fatto, come padre Dufay di cui voi conservate il ricordo, lui che volle condividere la sorte dei suoi fratelli al momento di morire nel naufragio.


4. Oggi, con tutta la Chiesa che è stata impiantata tra i vostri antenati, noi rendiamo grazie perché hanno elevato la casa di Dio che vive sulla vostra isola, come una "casa costruita sulla roccia" (cfr Mt 7,24). Abbiamo appena ascoltato, cantato nella vostra lingua creola, il Vangelo che ci chiede di costruire in questo modo.

E' di questa casa che ci parla il Signore Gesù nel discorso della montagna: "perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia...; soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia" (Mt 7,24-25).

L'opera non è compiuta, lo sapete bene. Continuate a costruire insieme sulla roccia del Vangelo. E' il compito che il piano pastorale diocesano propone per tutta la Chiesa di questo Paese: che tutti i battezzati portino la loro pietra per l'edificio, che essi siano le "pietre viventi" della Chiesa vivente!


5. Perché colui che ascolta le parole di Cristo e costruisce la propria vita mettendola in pratica, costruisce la sua casa sulla roccia. Questo si ricollega in particolare alla delicata e vitale costruzione che è il Matrimonio: santificato dall'amore di Cristo, è un grande sacramento nella Chiesa.

Già i giovani sposi del libro di Tobia ci danno un esempio di costruzione sulla roccia, sulle solide fondamenta della Parola di Dio. Abbiamo ascoltato, in questa liturgia, la preghiera di Tobia e Sara, che è una magnifica introduzione alla loro vita di coppia: "Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri... Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno... Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine di intenzione. Degnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia" (Tb 8,7-10).

Tobia e Sara sanno che hanno ricevuto la loro vita da Dio e dai loro padri. Attraverso la loro unione, continuano l'opera della vita. Il progetto del loro focolare si accorda con la volontà del Creatore: egli ha creato l'uomo e la donna perché siano un corpo solo (cfr Gn 2,24 Mt 19,6).


6. I cristiani hanno lavorato molto per sostenere la famiglia in tutta la società mauriziana. La vostra diocesi ha scelto di proporre come tema, durante la mia visita pastorale, una riflessione molto ampia sulla famiglia. Ne sono felice, perché "di fronte ai traumi della modernità", è più che mai necessario "fondare la propria famiglia sulla roccia". Era già una preoccupazione essenziale di padre Laval che porto numerose coppie al Matrimonio sacramentale; e gli piaceva affidare a famiglie l'animazione della catechesi, della preghiera e della mutua assistenza nelle numerose cappelle.

La grazia del Matrimonio per la solidità del focolare è il dono magnifico dell'amore che viene dal più profondo della vita stessa di Dio: la capacità di amare, di donarsi l'un l'altro, di restare fedeli a un'unione a cui si è acconsentito liberamente. C'è la fragilità umana, è vero, ma la fedeltà di Dio vi pone rimedio. Ricordatevi della parola di san Paolo appena ascoltata: "Se noi manchiamo di fede, il Signore resta fedele, perché egli non può rinnegare se stesso" (cfr 2Tm 2,13). Voi, sposi che mi ascoltate, siete in molti a conoscere la gioia sempre più bella che dà la fedeltà dell'amore. E voi che siete stati feriti dal silenzio dell'amore, dalla lontananza del vostro congiunto, sappiate che non siete abbandonati dal Signore, potete contare sulla sua fedeltà, e anche sull'amichevole sostegno dei vostri fratelli e sorelle.

Quando si costruisce sulla roccia di un amore fedele, la personalità di ognuno fiorisce grazie alla generosità quotidiana del dono di se stessi e del rispetto dell'altro. E mettere in comune i doni ricevuti porta la coppia a dare la vita l'uno per l'altro. Essa assume in modo responsabile la paternità e la maternità, preoccupandosi prima di tutto della vita del bambino rispettato e amato per se stesso fin dal suo concepimento, con le speranze e le promesse che questo comporta.

Il vostro Vescovo vi ha ricordato in una lettera pastorale l'insegnamento morale della Chiesa: io vi incoraggio a comprenderlo sempre meglio, perché le sue esigenze non hanno altro scopo che aiutare gli uomini e le donne a condurre la loro vita familiare rispettandosi a vicenda. Come il giovane Tobia, essi non cercano prima di tutto "di soddisfare le loro passioni" (cfr Tb 8,9) ma di fondare la loro famiglia secondo la volontà di Dio.


7. Non bisogna mai dimenticare che famiglie sane e felici sono alla base della vita sociale. Esse non soltanto mettono al mondo membri della società ma assicurano anche a ciascuno la giusta educazione e gli permettono di trovare il suo equilibrio. La riuscita delle famiglie è importante per la riuscita dell'intera società. E la società, da parte sua, deve tener conto della vita delle famiglie e permettere di ricoprire il loro vero ruolo.

Penso prima di tutto all'educazione dei giovani: la famiglia ne è la prima responsabile, ma essa ha bisogno della istituzione scolastica. perciò è bene che i genitori siano in pieno accordo con gli educatori sui valori essenziali che desiderano trasmettere ai loro figli. A questo proposito, voglio esprimere la mia stima all'insegnamento cattolico e spero che continuerà a beneficiare del sostegno che i poteri pubblici gli accordano, e che nello stesso tempo gli sia garantita la libertà nell'ispirazione del suo progetto di educazione.

I giovani sentono la necessità di essere compresi e sostenuti in famiglia; desiderano vincere gli ostacoli che nuocciono a un dialogo fiducioso con i loro genitori. Essi me l'hanno scritto, ne riparlero con loro. Vorrei semplicemente sottolineare qui che è prima di tutto nelle loro famiglie che i giovani possono trovare un senso alla loro vita. Lottare contro la disperazione di alcuni, contro la fuga nella droga, contro i gravi danni dell'immoralità: queste preoccupazioni riguardano tutta la società, ma in primo luogo i genitori.

Bisognerebbe fare di tutto affinché gli impegni di lavoro e il tempo libero non impedissero mai ad una madre e a un padre di essere disponibile per i suoi figli e di condividere con loro ciò che hanno di più prezioso, la loro fede, la loro rettitudine e la loro speranza.


8. Cari fratelli e sorelle, ho appena ricordato alcuni obblighi delle famiglie e il loro posto essenziale nella società. Sono felice di sapere che, fra di voi, l'alto concetto della morale familiare difesa dalla Chiesa è riconosciuto e adottato da molte persone appartenenti ad altre tradizioni spirituali. Io voglio incoraggiare le iniziative pastorali della "Action familiale" e di altri movimenti che da più di venticinque anni operano qui per il bene di tutti.

E vorrei anche esprimere la gratitudine della Chiesa nei confronti degli sposi e dei genitori: il loro splendore, la loro fedeltà quotidiana, la loro apertura agli altri sono indispensabili alla vita della Chiesa. Una famiglia cristiana è la Chiesa nella casa; le famiglie riunite formano delle comunità vive e prendono parte attiva alla missione di trasmettere la fede, di chiamare alla vita fraterna nella pace, di annunciare l'amore salvifico di Cristo.


9. Cari fratelli e sorelle dell'isola di Mauritius, offrendo in mezzo a voi il sacrificio eucaristico, il Vescovo di Roma condivide la vostra preghiera, le vostre gioie e le vostre preoccupazioni.

Prego per le vostre famiglie. Prego per tutto il popolo di quest'isola.

Prego per la Chiesa di Mauritius perché la sua bella vitalità non smetta di crescere e di dare i suoi frutti. Prego affinché ciascuno di voi sappia di essere amato da Dio, qualunque siano le sue difficoltà e le sue sofferenze. Prego perché insieme scopriate sempre meglio i doni di Dio, di Gesù Cristo, "risuscitato dai morti", perché "vivremo con lui" (2Tm 2,8 2Tm 2,11).

Con voi io rendo grazie per tutte le meraviglie che il Signore ha compiuto fra voi, in questa Chiesa, in comunione con la Chiesa universale.

Si, "Cantate al Signore un canto nuovo... / Il Signore ha manifestato la sua salvezza agli occhi dei popoli. / Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà... / Acclami al Signore tutta la terra!" (Ps 98,1-4).

1989-10-14

Sabato 14 Ottobre 1989




Ai rappresentanti delle confessioni religiose - Le Reduit (Mauritius

Nel nostro mondo la pace somiglia a un fiore fragile, per noi cristiani essa è il frutto dell'amore di Dio


Cari amici.

Sono felice di trovarmi fra voi, figli e figlie di questa bella isola.

Voi rappresentate le comunità religiose cristiane, indù, musulmane, in un Paese che dà al mondo l'esempio di una società dove abitanti di tradizioni spirituali diverse vivono in pace gli uni con gli altri, nella reciproca comprensione ed il mutuo rispetto, per il benessere di tutti. Il messaggio che vi porto è un messaggio di pace. Seguendo l'esempio di Cristo che salutava i suoi discepoli dicendo: "Pace a voi" (Jn 20,19), io vi dico: "Paix, shanti, salam"! Cristo ha pregato il Padre affinché tutti i suoi discepoli formassero una famiglia unita. Cristiani di oggi, dobbiamo continuare i nostri sforzi per avvicinarci all'unità tanto desiderata. Saremo così testimoni più credibili del Vangelo e del suo messaggio di salvezza e di pace. Mi auguro che prosegua l'opera ecumenica intrapresa fra le comunità cristiane di Mauritius, attraverso un'accoglienza sincera della Parola di Dio, la collaborazione attiva nella carità, la preghiera continua. Che tutti i battezzati possano essere pervasi dalla saggezza di Dio e dire insieme al Signore della gloria: "Nella tua luce vediamo la luce" (Ps 36,10)! La pace non può essere costruita che partendo da cuori pacificati. Ed è per questo che desidero esprimere ai membri delle comunità indù quanto stimo la loro sollecitudine per la pace interiore e la pace del mondo, basata non solo su considerazioni di ordine puramente meccanico o di politica materialista, ma sulla purificazione, la dedizione e l'amore verso tutti.

Anche il Corano, nella sua descrizione del giusto riconosce il valore di questa pace interiore: "Tu, anima pacificata, torna al tuo Signore, appagata e grata" ("Sourate" 89,27-28). E per noi cristiani, questa pace è il frutto dell'amore di Dio, riversato nei nostri cuori.

Nel nostro mondo, che vede tante ingiustizie, tante ineguaglianze, la pace somiglia ad un fiore fragile. Ma io vorrei riaffermare la convinzione espressa in occasione della mia visita al Raj Ghat dedicato alla memoria dell'illustre Mahatma Gandhi: "Con l'aiuto di Dio, la costruzione di un mondo migliore, nella pace e nella giustizia, è alla portata degli esseri umani" ("Allocutio Delii, prope monumentum Gandhi vulgo "Raj Ghat" cognominatum", 3, die 1 febr. 1986: , IX, 1 [1986] 248). Vorrei ricordare inoltre queste parole del Mahatma: "La legge dell'amore governa il mondo... la verità trionfa sulla menzogna. L'amore spazza via l'odio" (Mahatma Gandhi, "Young India", 23 oct. 1924).

Il Signore conceda a tutti gli abitanti di quest'isola di continuare a vivere insieme in armonia ed in pace! Questi sono il mio saluto e la mia preghiera.

1989-10-14

Sabato 14 Ottobre 1989




L'omelia durante la celebrazione eucaristica - Rodrigues (Mauritius)

"Rodrigues, tieniti ben salda sui tuoi due piedi, cammina sempre nella luce del Signore risorto



1. "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri" (Is 2,3).

Questo è l'invito che ci rivolge il profeta Isaia nel corso di questa liturgia. Noi rispondiamo con sollecitudine venendo insieme a chiedere al Signore la "Gioia" e la "Speranza" che le campane dello Spirito Santo, che portano questi nomi, annunciano a coloro che si recano alla dimora di Dio.

Cari fratelli e sorelle di Rodrigues, buongiorno! Vi saluto di tutto cuore e vi dico quanto sono lieto di essere con voi oggi per celebrare l'Eucaristia.

Rivolgo il mio saluto fraterno al vostro Vescovo, Cardinale Jean Margéot, e lo ringrazio per la sua presentazione della vostra comunità. Saluto cordialmente i suoi collaboratori, in particolare monsignor abate Adrien Wiehe, vicario episcopale di Rodrigues.

Alle autorità civili giunte a questa celebrazione liturgica, porgo i miei deferenti saluti e li ringrazio per la loro presenza.


2. Il Vangelo che abbiamo udito si situa per così dire nel proseguimento dell'appello lanciato da Isaia nella prima lettura: "Saliamo sulla montagna" diceva il profeta, e il Vangelo, facendogli eco, afferma che vedendo le folle che lo seguivano, Gesù "sali sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava" (Mt 5,1-2).

Gesù comincia il discorso della montagna con otto beatitudini. Noi le abbiamo appena ascoltate nel Vangelo di san Matteo. Si, per mezzo delle beatitudini, Cristo ci mostra i cammini della salvezza. Sono le vie dei poveri di spirito, degli afflitti, di coloro che hanno fame e sete di giustizia, dei miti e dei misericordiosi, di coloro che hanno il cuore puro e di coloro che sono perseguitati a causa della giustizia (cf. Mt 5,3-10).

Coloro che prendono queste "vie del Signore" sono "beati", dice Cristo, perché arriveranno al tempio del Dio vivente.

Il tempio è un luogo di consolazione. La fame e la sete di giustizia vi trovano appagamento. E' la dimora della misericordia dove i figli di Dio ottengono la visione eterna. Questo tempio è il Regno di Dio.


3. Cristo guida i suoi discepoli verso la realizzazione delle otto beatitudini.

Soprattutto, egli stesso le realizza. Egli stesso infatti, è povero di spirito, mite e misericordioso. Egli stesso ha conosciuto le pene e le sofferenze della vita. Egli stesso ha avuto fame e sete di una giustizia più grande. Egli stesso è stato perseguitato a causa della giustizia: egli è arrivato a subire la passione e la morte sulla Croce.

Gesù ci chiama a prendere le vie delle beatitudini, non soltanto con le sue parole, ma con la testimonianza della sua vita.

"Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi" (Mt 5,11-12).


4. E' così soprattutto che è stato perseguitato il più grande di tutti i profeti, colui nel quale si sono compiute tutte le profezie: Gesù Cristo.

Venite, saliamo insieme sulla montagna del Signore! Dalla montagna delle beatitudini, camminiamo anche verso la montagna del Calvario. Là si trova veramente il tempio del Dio di Giacobbe: del Dio vivente. Il tempio del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Dalla cima di questa montagna, Cristo ci insegna l'amore di Dio per il mondo: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Jn 3,16).


5. E' questo il motivo per cui, come abbiamo sentito nella seconda lettura di questa Messa, l'apostolo san Paolo esclama: "Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti" (2Tm 2,8). La Croce e la Risurrezione di Cristo sono come un ultimo appello a prendere i sentieri delle beatitudini. In realtà, "Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anche egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli pero rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2,11-13).


6. Montagna delle beatitudini e montagna del Calvario. La vostra comunità è chiamata, come ogni comunità cristiana, a salire su tutte e due.

Per lungo tempo, Rodrigues sembra avere vissuto tranquillamente, come una grande famiglia unita, in cui tutti si conoscono e in cui nessuno è emarginato. E all'improvviso, c'è preoccupazione per il futuro, c'è la prova.

Effettivamente, la vita moderna ha raggiunto le sponde dell'isola.

Strade asfaltate, elettricità arrivano contemporaneamente ai mezzi di comunicazione sociale. In sé, questi sono progressi notevoli, ma, come altre società, Rodrigues subisce in pieno delle influenze, come quelle dei video, che minacciano di fatto la stabilità delle famiglie. così le famiglie devono affrontare delle gravi sfide. Occorre loro molta volontà per salvaguardare i i valori tradizionali, per mantenere salda l'istituzione familiare dove ci si forma alla vita per il bene del Paese, e dove sono chiamate a nascere le vocazioni di cui l'isola ha bisogno per il servizio al Popolo di Dio.

Altre difficoltà ancora sorgono nel campo del lavoro. In precedenza, Rodrigues era considerata "il granaio dell'isola di Mauritius" e i suoi abitanti avevano la reputazione di essere dei grandi lavoratori. Oggi, l'attaccamento dei Rodrighesi alla propria terra è stato scosso. E devono resistere alla tentazione di diventare degli assistiti. Allo stesso modo, i giovani, di fronte alla disoccupazione, lasciano il proprio Paese, e quelli che resistono hanno difficoltà ad attivarsi per prendere in mano il futuro di questa isola.


7. Che fare di fronte a queste difficoltà? Anzitutto, conservare una grande fiducia in Dio, che vuole la nostra felicità e che, nel Vangelo, ci mostra le vie da prendere per essere felici.

"Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno" (Rm 8,28). Il vostro amore per Dio vostro Padre sia sempre più svincolato dagli atteggiamenti irrazionali o dalle seduzioni "magiche" che rendono schiavi! Nel suo sviluppo, Rodrigues viene aiutata da diversi organismi presenti sul suo territorio. Anche la Chiesa è al servizio dell'uomo rodrighese, "lavora per la riuscita dell'uomo", per sostenerlo e rasserenarlo nella sua fedeltà al Vangelo. Mentre annuncia agli uomini la buona Novella dell'amore fedele di Dio e della salvezza in Cristo, la Chiesa illumina anche le loro attività quotidiane per aiutarli a corrispondere al disegno di Dio e a soddisfare le loro aspirazioni profonde.

Sotto la guida dei vostri Pastori, cercate di conoscere meglio la dottrina sociale della Chiesa. I laici responsabili, che si impegnano nei settori sociali, economici o politici, agiscano sempre più secondo lo spirito del Vangelo e trasmettano le loro convinzioni alle giovani generazioni all'insegna del dialogo e della riflessione comune! Cari amici di Rodrigues, diffondete intorno a voi l'amore per la vostra terra, questa terra che vi dà la vostra identità culturale; incoraggiate il gusto per il lavoro ben fatto, lo spirito di iniziativa, particolarmente tra i giovani, che una formazione accademica più approfondita rende ancora più creativi; conservate una sana fierezza di dipendere dal lavoro delle vostre mani: è questo che rende l'uomo ancora più degno e più rispettabile. "Rodrigues, tieniti forte sui tuoi due piedi".


8. Del vostro patrimonio, che dovete arricchire e trasmettere, la fede è un tesoro che va stimato al di sopra di tutto. Essa ha un ruolo da svolgere per l'avvenire di Rodrigues, così come ha contribuito, in passato, ad aiutare l'uomo rodrighese a camminare verso il progresso. Proseguite nella Chiesa lo sforzo di formazione a tutti i livelli: animazione delle comunità, catechesi nei villaggi, gruppi di riflessione per le vocazioni religiose e sacerdotali.

E, a proposito delle vocazioni, lasciate che vi inviti a pregare il Signore della messe perché vi siano a Rodrigues degli operai per la messe in questa isola. Dopo il magnifico lavoro compiuto dai sacerdoti, dai religiosi e dalle religiose venuti da altrove per seminare la fede, sta ora a voi costruire la Chiesa del terzo millennio. In particolare dico a voi giovani: "L'avvenire è nelle vostre mani".


9. Fratelli e sorelle di Rodrigues, "cantate al Signore un canto nuovo" (Ps 97).

Queste parole erano sulle nostre labbra durante la liturgia della Parola. Si, cantate al Signore un canto nuovo: il canto che sgorga dalla fede in Cristo crocifisso e risorto, vincitore del male e della morte; il canto ispirato dalla verità evangelica delle otto beatitudini.

Venite, "camminiamo nella luce del Signore" (Is 2,5). La Parola del Signore sia per tutti voi un messaggio di riconciliazione e di pace! La vostra attività sia rivolta allo sviluppo del Paese, come suggerisce ancora il profeta Isaia: "Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci" (Is 2,4).

così, gareggiando in zelo per il progresso della vostra diletta isola, sarete gli uni per gli altri fautori di pace, con la benedizione di Dio: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9).

Cari figli e figlie di Rodrigues, camminate nella luce del Signore, affinché tutti voi otteniate la salvezza in Gesù Cristo con la gloria eterna! Amen.

1989-10-15

Domenica 15 Ottobre 1989




Recita dell'Angelus - Ai fedeli riuniti, Rodrigues (Mauritius)

Attraverso il rosario, Maria ci racconta il suo mistero


Cari fratelli e sorelle, Rodriguesi.

E' un'abitudine e una tradizione che ogni domenica il Papa preghi l'"Angelus Domini", la preghiera dell'Annunciazione della Vergine recitata a Roma davanti alla Basilica di san Pietro insieme ai romani ed ai pellegrini presenti nella città.

Oggi è domenica, una domenica di ottobre. Il buon Dio ha voluto che il Papa si trovasse qui, a Rodrigues. Non era possibile recitare l'"Angelus Domini" con i romani e i pellegrini a Roma ma anche questa è una piazza, una gran bella piazza. Anche qui ci sono dei cristiani, e quindi vuol dire che il buon Dio ha voluto che la piazza san Pietro fosse oggi qui a Rodrigues.

Recitiamo quindi insieme l'"Angelus Domini", meditiamo sul grande mistero dell'Incarnazione del Verbo divino, Figlio di Dio. Il mese di ottobre è il tempo in cui ogni giorno dedichiamo almeno un po di tempo al rosario, e si può dire che attraverso il rosario, la Chiesa, o meglio ancora, la Vergine Maria, madre di Cristo, per mezzo della Chiesa ci racconta il suo mistero. E quindi entriamo in questo mistero di Gesù Cristo, nostro Signore, nostro redentore, recitando l'"Angelus Domini", come è sempre stata la tradizione a Roma.

1989-10-15

Domenica 15 Ottobre 1989




La consegna lasciata ai giovani - Rose Hill (Mauritius)

Guardate a Cristo, gioventù dell'umanità


Come costruire la vera unità? I - I pregiudizi razziali sono una bestemmia contro il Creator.: Dobbiamo rendere pura la nostra visione degli altri Cari giovani.


GPII 1989 Insegnamenti - Il discorso pronunciato all'aeroporto - Ai fedeli riuniti, Plaisance (Mauritius)