GPII 1990 Insegnamenti - Discorso al congedo - Ouagadougou (Burkina Faso)

Discorso al congedo - Ouagadougou (Burkina Faso)

Titolo: Auguro uno sviluppo che assicuri la dignità della vita

Signor Presidente, Signor Cardinale, Cari fratelli nell'Episcopato, Signore e Signori, cari amici Burkinabé, Nel momento in cui lascio la vostra patria, desidero esprimere tutta la mia gratitudine per la vostra generosa ospitalità. Grazie, Signor Presidente, di aver mostrato tanto riguardo verso la mia persona. Estendo i miei ringraziamenti ai suoi collaboratori, ai membri dei servizi di sicurezza, dei servizi tecnici, a tutti coloro che hanno contribuito al buon svolgimento dei miei incontri nella capitale e a Bobo Dioulasso. Sono anche grato per l'attento lavoro compiuto dai rappresentanti dei mezzi di comunicazione, che hanno permesso a un maggior numero di vostri compatrioti di essere uniti alla mia visita.

Saluto anche tutte le personalità che hanno avuto la delicatezza di venire ad accompagnarmi fino all'aeroporto.

Caro Cardinale Zoungrana e cari fratelli nell'episcopato, con la comunità cattolica di cui siete i Pastori, mi avete accolto con un fervore e un entusiasmo che mi riempiono di gioia e che mi danno una grande speranza per la bella Chiesa-famiglia di Dio che costituite. Avrei desiderato salutare ognuno dei fedeli. Trasmettere l'affetto del Papa a quanti non hanno potuto partecipare alle nostre riunioni di preghiera, specialmente ai malati e agli handicappati, ai reclusi, ai più poveri, ai più piccoli. Conservero nel cuore l'immagine delle vostre comunità fraterne e il ricordo della vostra fede generosa. Che tutti, sacerdoti, religiosi e religiose, laici, sappiano che restero vicino a loro nella preghiera.

Amici del Burkina Faso che appartenete ad altre tradizioni religiose, vi saluto affettuosamente e vi rinnovo i miei auguri cordiali.

A tutto il Paese faccio i miei auguri per uno sviluppo che assicuri a ciascuno la dignità della sua vita, i mezzi di sostentamento per la sua famiglia, la possibilità di una formazione e quella di mettere a frutto le proprie qualità.

Mi auguro che viviate sempre nella pace e nella concordia. Rivolgo questi auguri in modo particolare ai responsabili del bene comune, affinché riescano nelle loro iniziative al servizio dei loro compatrioti.

A lei, Signor Presidente, rinnovo i miei ringraziamenti e le auguro un felice compimento della sua alta missione.

Dio benedica il Burkina Faso! (Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-30

Martedi 30 Gennaio 1990

Discorso di benvenuto all'aeroporto - N'djamena (Ciad)

Titolo: Vengo come uomo di dialogo e come messaggero di pace

Signor Presidente,


1. Dio sia lodato per aver condotto i miei passi nel cuore del continente africano, sul suolo ciadiano, dove sono felice di trovarmi oggi! Ringrazio Sua Eccellenza per le sue amabili parole di benvenuto, che testimoniano l'ospitalità ancestrale dei figli e delle figlie del Ciad. Per suo tramite, desidero salutare qui tutto il nobile popolo ciadiano, esprimendogli la mia gioia di potere effettuare questa visita.

Vorrei inoltre rivolgere il mio rispettoso saluto alle personalità governative che hanno voluto partecipare a questa cerimonia di benvenuto e dir loro che ho gradito i sentimenti di benevolenza testimoniati dalla loro presenza in questo luogo.

In occasione di questo primo contatto, desidero esprimere a tutti i ciadiani la stima e l'affetto che nutro per loro. Conosco la loro coraggiosa resistenza nell'avversità e la loro determinazione ad impegnarsi sulla via dello sviluppo, dell'unità e della pace, nella riconciliazione nazionale. Grazie al dinamismo della sua popolazione, composta da cittadini, da coltivatori e da allevatori, il Ciad fa parte di quei paesi che conservano intatte le loro possibilità di risollevarsi e di andare avanti.


2. Venendo da voi, rispondo all'invito che lei stesso mi ha rivolto, Signor Presidente, e a quello dei miei Fratelli nell'Episcopato. Saluto cordialmente Mons. Charles Vandame, Arcivescovo di N'Djamena e i Vescovi e le personalità religiose che lo accompagnano.

La mia visita in questo paese riveste un carattere pastorale. Quale Vescovo di Roma, ho ricevuto la missione di vegliare sull'unità della Chiesa cattolica universale. Per questo motivo sono lieto di incontrare la Chiesa del Ciad per esercitare qui il mio ministero di Successore di Pietro in un contatto diretto con i battezzati. Desidero confermare i miei fratelli nella fede ricevuta dagli Apostoli, in modo che, attraverso la loro testimonianza, la luce di Gesù Cristo possa brillare sempre più in mezzo agli uomini di questo paese.

L'annuncio del Vangelo nel Ciad è stato intrapreso da missionari giunti dall'Europa. Sono ancora numerosi coloro che continuano su questa terra la loro opera di testimonianza e di servizio in nome di Gesù Cristo. Essi hanno fondato una comunità cattolica che ha già mostrato il suo dinamismo e la sua generosità, poiché alcuni figli e alcune figlie del Ciad hanno risposto all'appello del Signore alla vita religiosa e al sacerdozio. Il successo delle vocazioni ed anche il desiderio, presso molti fedeli di una formazione cristiana più solida, sono segni della vitalità del cristianesimo in questa regione dell'Africa.


3. Nell'iniziare questo viaggio pastorale, vado anche incontro ai miei fratelli e sorelle cristiani che appartengono ad altre comunità ecclesiali, e ai rappresentanti della religione tradizionale africana e dei fedeli dell'lslam, che conta nel Ciad un così gran numero di credenti e di praticanti. Sin da questo momento, li saluto e assicuro loro che vengo come uomo di dialogo e messaggero di pace.

So che questo dialogo esiste già nel Ciad e consente alle diverse comunità di vivere insieme pacificamente. I ciadiani, consapevoli dell'imperativo di pace per tutta la nazione, desiderano custodire e consolidare la loro unità.

Ciò significa che sono disposti ad accettarsi reciprocamente con le proprie opinioni, le proprie personalità, i propri beni e il loro credo.

Possano le convinzioni religiose di ciascuno dare un profondo impulso al cammino di tutti verso un'unità e una fratellanza sempre maggiori, al servizio del bene comune!


4. La Chiesa cattolica, da parte sua, si auspica di continuare a offrire il suo contributo per il bene della nazione, convinta che un autentico servizio all'uomo sia un modo di vivere il Vangelo. So che una delle caratteristiche dei cattolici del Ciad è il loro impegno nello sviluppo del paese. Dinanzi alla vastità dei problemi da risolvere, la Chiesa ha creato in ogni diocesi un organismo riconosciuto dal vostro Governo, e specializzato nelle opere di soccorso e di sviluppo, che esigono una competenza sempre maggiore, continuità e collaborazione.

Grazie a questi organismi, la Chiesa può così essere presente laddove viene chiamata.

Per quanto riguarda i rapporti che la Chiesa cattolica intrattiene con le Autorità civili, mi sia consentito di dire quanto io apprezzi che la Repubblica del Ciad, nella Costituzione recentemente adottata, garantisca le libertà di opinione, d'espressione, di coscienza e di culto. Auspico che, in questo clima di libertà, le comunità musulmane e cristiane sviluppino uno spirito di convivenza sempre più costruttivo.


5. Signor Presidente, esprimo il voto che la mia visita pastorale sia utile al vostro paese, che so decisamente volto verso l'avvenire e determinato a tracciare il suo cammino verso un destino migliore, rispettoso delle scelte degli altri popoli e che condivide con essi i valori ed i principi di giustizia, di uguaglianza, di libertà e di pace.

La ringrazio vivamente per le iniziative che ha preso per facilitare la mia visita e, nel rinnovarle la mia gratitudine per il suo indirizzo di benvenuto, prego l'Altissimo di benedire quanti hanno posto la propria responsabilità al servizio della nazione, e di concedere inoltre l'abbondanza delle sue grazie a tutti i ciadiani.

(Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-30

Martedi 30 Gennaio 1990

Alla celebrazione mariana in cattedrale - N'djamena (Ciad)

Titolo: La vostra società di domani dipende da ciò che fate oggi

Cari fratelli e sorelle,


1. Lasciatemi esprimere tutta Ia gioia di essere in mezzo a voi, di poter esprimere con voce l'affetto che provo per voi. Sono particolarmente felice che il mio primo approccio con la Chiesa del Ciad abbia luogo sotto gli auspici di Nostra Signora della Pace.

Di tutto cuore, affido a Maria questo incontro e quelli che seguiranno, con le sue attenzioni di Madre ci aiuti a cercare ciò che vi è di meglio per la salute spirituale dei suoi figli ciadiani, che porremo insieme sotto la sua materna protezione al termine di questa celebrazione in suo onore.


2. Il vostro Paese ha conosciuto molte sofferenze: sofferenze dovute alla siccità ed alla carestia; sofferenze causate da dolorosi anni di guerra e recentemente dalla catastrofe aerea che ha portato il lutto presso le vostre famiglie e ha privato la comunità diocesana di Moundou del suo pastore, Mons. Balet.

E' quindi con emozione che arrivando ho baciato la vostra terra, che ora vedo questa città di N'Djaména rinascere dalle sue rovine e che scopro questa sera la vostra cattedrale ricca di gioventù e di luci. Sia benedetto Dio per la gioia che ci dona per essere qui riuniti!


3. Dopo la prova, il vostro Paese è apertamente impegnato sulla via del rinnovamento. Generosamente e con grande dinamismo, i ciadiani hanno intrapreso il cammino dell'unità e della pace. Auspico che questa pace si consolidi e sia per tutti portatrice di gioia nella perseverante ricerca del perdono e della riconciliazione. Mi auguro che conserviate la speranza ben viva nei vostri cuori perché il Signore vi ama ed è con voi. Come San Paolo vi dico: "Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù" (Ph 4,6-7).


4. Abbiate fiducia nella vita, abbiate fiducia gli uni negli altri, per ricostruire con tutti gli uomini di buona volontà, un Ciad più bello, un Ciad riconciliato, un Ciad unito nella pace. Figli e figlie del Ciad, lavorate insieme, nella pazienza che è una grande vostra virtù, per fare di questo Paese una terra in cui si sia felici di vivere. E soprattutto conservate la speranza, come Maria che ha creduto per prima che ha sperato contro ogni speranza, che ci precede e ci incoraggia nel nostro pellegrinaggio, orientandoci sempre verso suo Figlio.


5. In qualità di battezzati, avete un compito specifico da svolgere fra i vostri fratelli e le vostre sorelle del Ciad. Siete chiamati ad essere dei segni dell'amore di Cristo. Sull'esempio di Nostra Signora, che ha voluto restare un'umile serva, quest'amore deve tradursi in servizio.


6. La vostra Chiesa è ancora giovane, poiché i primi missionari cattolici sono arrivati in Ciad solamente sessant'anni fa. Ed ecco, essa annovera già un figlio del suo Paese tra i membri della Conferenza Episcopale.

E' stato possibile costituire cinque diocesi. Il numero delle vocazioni sacerdotali è in crescita. La vita religiosa è in pieno sviluppo. In breve, il Ciad è una buona terra e vale la pena seminarvi a piene mani. E' quello che hanno fatto e continuano a fare i sacerdoti, i religiosi, le religiose, come anche i laici venuti da altri paesi. In nome dei cattolici ciadiani, li ringrazio per il loro apostolato devoto e per il loro zelo nel percorrere centinaia di chilometri di strada per formare catechisti, animare dispensari, insegnare le lingue, aprire laboratori, costruire dei rapporti sinceri con quei popoli del Ciad che sono sensibili alle testimonianze di dedizione disinteressata.

Continuate a seminare nella buona terra del Ciad! Continuate anche a sensibilizzare i cristiani sull'importante problema delle vocazioni sacerdotali e religiose, in quanto bisogna anche pensare al ricamhio degli agenti pastorali.

Aiutate le comunità a scoprire il ruolo che esse possono svolgere per favorire la fioritura di generose vocazioni autoctone, così come per sostenere materialmente quelli e quelle che rispondono alla chiamata di Dio.


7. La vostra Chiesa è cresciuta molto in fretta. Forse il messaggio evangelico non ha ancora avuto il tempo di essere sufficientemente assimilato dalla comunità dei battezzati. Bisogna quindi continuare l'annuncio della Buona Novella. Lasciate che vi inviti ad aprire i vostri cuori al messaggio cristiano, sull'esempio di Nostra Signora, che serbava gli avvenimenti della vita di Cristo "meditandoli nel suo cuore" (Lc 2,19).

Come avete saputo, l'anno scorso, nella festa dell'Epifania del Signore, ho annunciato la convocazione di una Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Africa. Vi esorto a partecipare alla preparazione di questo grande avvenimento che ridarà vigore all'evangelizzazione nel vostro continente alla vigilia del terzo millennio.

Carissimi figli e figlie, aiutatevi a vicenda a scoprire modi di vita che costituiscono un ulteriore arricchimento dei valori già esistenti: accettazione, accoglienza, perdono e aiuto reciproci, solidarietà. Che la luce del Vangelo permette tutte le attività umane: la politica, l'economia, la famiglia, Ia salute, la cultura, la scienza, i rapporti umani!


8. Mi rallegro che molti tra voi, rispondendo all'invito dei vostri Vescovi, abbiano posto la loro persona e la loro competenza al servizio della realtà del Paese: asili, scuole elementari, collegi e licei, biblioteche, circoli giovanili, centri di formazione professionale, centri per portatori di handicap e non vedenti. La vostra partecipazione allo sforzo comune per lo sviluppo, la vostra presenza nelle diverse associazioni al servizio di tutti negli ospedali, nei dispensari, i gruppi di agricoltori che vogliono migliorare la vita dei loro villaggi, tutto ciò costruisce il futuro e ridona speranza a quelli che sarebbero tentati di scoraggiarsi. Comportandovi così voi siete segno dell'amore di Cristo.

Continuate sul cammino intrapreso. Vi incoraggio in nome del Signore che non è venuto per essere servito ma per servire.


9. E' grazie all'azione insostituibile dei cristiani laici che la Chiesa può dare il suo contributo allo sviluppo della nazione. La società ciadiana di domani sarà ciò che i ciadiani stessi vogliono farne oggi. Un paese reca l'immagine delle convinzioni di coloro che l'hanno costruito. Ecco perché è importante che la Chiesa sia presente nei cantieri del mondo, ed è con il lavoro dei laici che la Chiesa può essere principio vitalizzante della società umana. In tal modo, il laico cristiano è chiamato a divenire una presenza della Chiesa nel mondo, nella famiglia, nell'ambiente di lavoro, nelle responsabilità sociali. E ciò che lo mobilita nella costruzione di una nazione, è il comandamento nuovo di amare come Cristo stesso ci ha amati (cfr. Jn 13,34). L'amore di ogni uomo, creato ad immagine di Dio, permette di vincere gli ostacoli allo sviluppo e di allargare i cuori al di là della famiglia o del gruppo sociale per raggiungere la dimensione della nazione.

Per impegnarsi in questo cammino di carità, ognuno ha bisogno di una conversione personale e di un rinnovamento spirituale che ha le sue radici nella preghiera. E' la preghiera che rende feconda l'azione per lo sviluppo in quanto essa fa dei cristiani una "luce nel Signore" che aiuta a comportarsi da "figli della luce" (cfr. Ep 5,8). Nutritevi altresi della Parola di Dio. E' questo che vi renderà saggi e vi comunicherà un'arte di vivere cristianamente in mezzo agli uomini.

Sforzatevi di essere dei testimoni dell'amore di Cristo mettendo in pratica la sua Parola di Vita.

Quando aiutate il vostro prossimo, chiunque egli sia, voi annunciate la Buona Novella di Cristo, che rende possibile la fratellanza universale.

Quando visitate un malato, voi siete un segno della pietà di Cristo nei confronti di coloro che soffrono.

Quando perdonate, persino il vostro peggior nemico, voi siete un segno del perdono di Cristo, che non ha mai nutrito odio nel suo cuore.

Quando vi rifiutate di accusare qualcuno senza prove, voi annunciate la venuta del Regno di Dio e della Sua giustizia, e nessuno ne è escluso.

Quando, sposi cristiani, voi restate fedeli nel matrimonio, siete un incoraggiamento per tutti ed un segno dell'alleanza eterna d'amore fra Dio e gli uomini.

Quando, giovani uomini e giovani donne, vi conservate per quello o quella che sarà il vostro coniuge, siete testimonianza del valore unico di un amore da costruire.

Quando irradiate Cristo, voi risvegliate il desiderio del dono totale al suo servizio e suscitate nuove vocazioni sacerdotali e religiose.

Quando, nella luce, chiamate male ciò che è male e vi rifiutate di metterlo in pratica, siete i testimoni di Cristo-Luce.

10. Che Nostra Signora della Pace vi aiuti ad essere per i vostri fratelli e per le sorelle degli uomini e delle donne di luce, degli artefici di pace e di riconciliazione che sappiano essere costruttori di un mondo più giusto e più fraterno per la felicità di tutti gli abitanti del Ciad, che insieme stiamo per affidarle! (Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-30

Martedi 30 Gennaio 1990

Omelia allo Stadio della Pace - Moundou (Ciad)

Titolo: Cristiani laici, siete la speranza del Ciad

Cari fratelli e sorelle,


1. Lasciate che vi esprima tutta la gioia che provo per essere oggi a Mondou, culla della Chiesa cattolica in Ciad, per incontrarvi e celebrare con voi l'Eucarestia.

Ringrazio vivamente Mons Charles Vandame, Amministratore apostolico della diocesi, per le parole di benvenuto che mi ha amabilmente rivolto all'inizio di questa Messa. Saluto cordialmente Mons. Jean-Claude Bouchard, Vescovo della diocesi vicina di Pala, e Mons. Michel Russo, Vescovo della nuova diocesi di Doba e i loro numerosi diocesani venuti ad unirsi a questa celebrazione.

Saluto rispettosamente le autorità civili che ci fanno l'onore della loro presenza.

Infine, i miei saluti cordiali vanno a tutti voi, figli e figlie della Chiesa cattolica qui riuniti, e, attraverso di voi, saluto con affetto tutto il Popolo di Dio di questo grande paese.

Al momento di meditare insieme sulla Parola di Dio che ci è stata proclamata, vorrei innanzitutto rendere omaggio alla memoria del caro Mons.

Gabriel Balet, vostro amato Pastore, uomo di preghiera e di comunione, che è stata una delle vittime della tragedia aerea dello scorso 19 settembre. Alle famiglie in lutto e alla comunità diocesana esprimo ancora una volta di cuore la mia profonda partecipazione.

Resterete fedeli all'esempio del vostro compianto Pastore se, sacerdoti e laici, continuerete a costruire la Chiesa a Moundou con un solo cuore e una sola anima, in comunione con il Vescovo che ho l'incarico di darvi.

La prima lettura di questa Messa ci ha presentato l'Apostolo Pietro che giunge presso un centurione dell'esercito romano, di nome Cornelio, per parlare di Gesù Cristo. Pietro, guidato dallo Spirito Santo, prende la parola ed espone ciò che era accaduto "in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni" (Ac 10,37).

Pietro rende visita a Cornelio, che è pagano e non appartiene quindi alla casa d'lsraele. E Pietro dichiara: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persona, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto" (Ac 10,34-35). Cornelio, il centurione romano, appartiene a questi adoratori e a questi uomini giusti. Dio gli ha dato la grazia della fede e, testimone dell'opera dello Spirito Santo in quest'uomo, l'Apostolo Pietro gli amministra il battesimo.


2. "Pierre e di da tugu Corneille jodi alo go ba kunno kei" ("Pietro va da Cornelio ad annunciare la Buona Novella di Dio").

Oggi è il Successore di Pietro, il Vescovo di Roma, che viene da voi: da voi che siete stati battezzati nel nome della Santissima Trinità e anche da voi che vi preparate a ricevere il battesimo.

Come l'Apostolo Pietro, il suo Successore sul soglio di Roma viene ad annunciarvi la Lieta Novella della pace per mezzo di Gesù Cristo. "Di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti" (Ac 10,36).

Anche voi conoscete Gesù di Nazareth, come hanno imparato a conoscerlo quelli che ascoltavano Pietro quando era con Cornelio. "Dio consacro in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth" (Ac 10,38). Egli trascorse la sua vita facendo il bene. Pieno di bontà e di misericordia, ha guarito quanti pativano mali diversi e "tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo" (Ac 10,38). Dopo aver formato i suoi discepoli durante tre anni, fu tradito e condannato, offri la sua vita sulla croce per la salvezza del mondo. E' risuscitato il terzo giorno.

Tornato presso Dio, il Padre, dopo aver compiuto la sua missione, il Redentore ci ha lasciato il suo Spirito per continuare la sua opera annunciando il Vangelo di pace agli uomini di tutti i tempi, fino ai confini della terra. Coloro che credono in Gesù Cristo, riuniti nella sua Chiesa, vogliono portare al mondo la luce del suo messaggio. I discepoli ciadiani di Cristo, che formano le Chiese particolari di N'Djaména, di Moundou, di Pala, di Sarh e di Doba hanno la missione di testimoniare, a loro volta, Gesù Cristo, Signore risorto, che essi desiderano far conoscere e fare amare intorno a loro, per il bene di quanti vivono su questa terra ciadiana e per il bene di tutta la famiglia degli uomini.


3. Perché avete conosciuto Gesù di Nazareth, avete creduto in Lui, come hanno creduto quelli che ascoltavano Pietro a Gerusalemme, il giorno di Pentecoste, come hanno creduto anche i membri della famiglia del romano Cornelio.

Voi avete creduto perché lo Spirito Santo è sceso su di voi (cfr. Ac 10,44) quando avete ascoltato l'insegnamento dei missionari su Gesù Cristo. Lo Spirito Santo ha aperto i vostri cuori e le vostre coscienze, ha parlato ad ognuno offrendo la vita della grazia.

Avete ascoltato Cristo, che Dio ha costituito "giudice dei vivi e dei morti" (Ac 10,42). Accogliendo Cristo, voi avete ottenuto la remissione dei peccati. A partire da questo momento, voi costruite su di Lui una vita nuova.

Costruite questa vita nuova "sulla roccia".

Gesù Cristo vi ha parlato "come uno che ha autorità" (Mt 7,29), come uno che ha "parole di vita eterna" (Jn 6,68). Costruite la vostra vita su di lui.

Costruitela in vista della vita eterna.


4. Attraverso il battesimo, siete entrati nella Chiesa, che è la grande famiglia del Popolo di Dio sparso su tutta la terra. Quindi, voi che vivete in Ciad, sappiate che non siete isolati, ma che siete le pietre vive di un immenso edificio spirituale. Dei vincoli vi uniscono a tutti coloro che ascoltano la Parola di Dio negli altri paesi dell'Africa, d'Europa, dell'America, dell'Asia e dell'Oceania, in tutti i continenti e nelle isole in mezzo agli oceani.

Il Vescovo di Roma, che oggi è in mezzo a voi quale Successore di Pietro, rende testimonianza di questa unità universale della Chiesa su tutta la terra. Vi esorta a dare voi stessi testimonianza di unità, a unire le forze complementari del presbiterio e dei fedeli. In tal modo contribuirete con generosità e dinamismo all'avvento del Regno di Dio in terra ciadiana.


5. Giunti in Ciad, i primi missionari hanno avuto come principale preoccupazione quella di trovare dei collaboratori nell'opera di evangelizzazione. Essi hanno formato dei catechisti per trasmettere la Lieta Novella di Gesù Cristo nelle vostre lingue tradizionali.

Uomini e donne hanno ricevuto la Parola di Dio dalle labbra di questi catechisti, animatori devoti ed efficaci delle comunità cristiane. Essi sono all'opera perché voi stessi e il mondo che vi circonda siate rinnovati dall'amore di Dio e del prossimo. Molti fra loro, nel corso dei tragici avvenimenti di questi ultimi anni, hanno pagato con la vita il loro attaccamento a Gesù Cristo e la fedeltà al servizio della loro comunità.


6. All'indomani del Sinodo sui laici, nel 1987, il vostro compianto Pastore Mons.

Gabriel Balet, aveva espresso la speranza che i lavori intrapresi in occasione di queste assise potessero aiutare i ciadiani "a crescere come Corpo di Cristo, ciascun membro vivendo la vita del Corpo intero e per il servizio del Corpo intero, ciascun gruppo o comunità sentendosi parte attiva del bene comune della Chiesa di Gesù Cristo che è in Ciad".

Cristiani laici, vi incoraggio di tutto cuore a crescere e a continuare la costruzione della vostra Chiesa. Siete la speranza del Ciad. Possano la vostra preghiera, la vostra assiduità al sacramento della riconciliazione, la vostra partecipazione attiva all'Eucaristia, la vostra cordiale collaborazione con i sacerdoti, aiutarvi a realizzare la vostra missione di battezzati! Il vostro apostolato personale è necessario perché consente al Vangelo di risplendere di luogo in luogo, raggiungendo tutti gli angoli e tutti gli ambienti. Finalmente, vi viene offerta una nuova occasione di partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, con la prospettiva dell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Africa. Cattolici di Moundou, vi esorto vivamente ad oifrire il vostro contributo, sotto la guida dei vostri Pastori, alla preparazione di questo grande avvenimento.


7. E' con grande gioia che vedo gli sforzi che sono stati compiuti in Ciad, ormai da molto tempo, sulla linea del Concilio Vaticano Il per rendere viva la liturgia.

Penso in particolare alle traduzioni in lingua locale, alla catechesi alimentata dalla Sacra Scrittura, alla composizione di inni che interiorizzano le parole del Vangelo. Possano le vostre assemblee eucaristiche continuare ad essere feste fraterne e calorose dinanzi al Signore, nel rispetto della grandezza di Dio e nella dignità dell'adorazione, conformemente alle regole liturgiche della Chiesa! Manifestate, infine, agli occhi del mondo, la comunione esistente tra i membri della Chiesa cattolica. Nei villaggi e nei quartieri, i catechisti, quasi sempre volontari, annunciano la Parola di Dio, preparano i catecumeni al battesimo e riuniscono la comunità per la preghiera. Con essi, i consiglieri, uomini e donne, veglino sulla qualità della vita cristiana, regolino le discussioni, gestiscano i beni della parrocchia. Essi sono i testimoni di una saggezza tradizionale che l'incontro con il Vangelo ha reso ancora più feconda. Durante gli anni di guerra, in molti luoghi inaccessibili, la fede e la comunione si sono mantenute grazie a questi apostoli. La loro presenza e la loro azione sono, per questo paese che si risolleva dopo tante prove, un segno di speranza.

E' anche in mezzo a loro e nelle famiglie cristiane che nascono le vocazioni di cui il Ciad ha bisogno: vocazioni di sacerdoti al servizio delle comunità parrocchiali e dei movimenti, che hanno la cura di una Chiesa consapevole della sua universalità e ben inserita nella cultura locale; vocazioni di religiose, la cui vita consacrata al Signore e il cui apostolato sono una testimonianza insostituibile perché il mondo accolga Gesù Cristo.


8. Il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi è tratto dal discorso della Montagna.

Cristo parla in esso di due tipi di costruzioni: la casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia. La prima resiste agli assalti del vento e della pioggia. E' solida. La seconda non resiste, perché manca di salde fondamenta.

Ascoltando queste parole ognuno di noi pensa ad un'altra costruzione. Si domanda come è costruita la sua propria vita.

Cristo dice: "Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia" (Mt 7,24).

Cari fratelli e sorelle, vi auguro di costruire sulla roccia e non sulla sabbia. Ascoltate le parole di Cristo e mettetele in pratica! Costruirete allora una casa che durerà. Cristo ha parole di vita eterna! (Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-31

Mercoledi 31 Gennaio 1990

Omelia alla celebrazione della Messa - Sarh (Ciad)

Titolo: Tendete la mano ai più deboli e rispettate ogni essere umano

Cari fratelli e sorelle,


1. La pace di Cristo sia con voi! Lapia yasi malang (Pace a voi).

La vostra ospitalità degna del popolo del Ciad, mi commuove. Grazie a Mons. Henri Véniat, per le sue parole di benvenuto, pronunciate a nome di Mons.

Mathias N'Garteri, il vostro Vescovo, e per la sua presentazione della Chiesa di Sarh.

Saluto cordialmente le Autorità civili che hanno facilitato questo incontro. Rivolgo anche un saluto amichevole ai rappresentanti di altre comunità ecclesiali e di altre religioni.

E a voi tutti, che formate qui il Popolo di Dio, il Successore di Pietro vi dice la sua gioia di essere in mezzo a voi! Grazie per essere venuti da più di mille comunità di battezzati e di catecumeni, spesso dopo giornate di cammino! Grazie per la vostra fede viva! Ciadiani, amici miei, siate felici della vostra fede! Sono esattamente sessant'anni che vi è stata affidata la Parola di Dio come un "prezioso talento".

E voi avete saputo far fruttare questo dono. Insieme a voi, rendo grazie a Dio.


2. Giovani cristiani, e voi tutti, numerosi giovani di questo paese, la Chiesa conta su di voi, la nazione conta su di voi. Sono venuto a dirvi: coraggio, abbiate fiducia! Voi aspirate ad una società più giusta e più fraterna, potete costruirla insieme.

Siate realisti, non sognate un mondo senza problemi! Cominciate con una seria formazione, a scuola, nei campi o in fabbrica. Appoggiatevi ai vostri fratelli maggiori e aiutatevi gli uni con gli altri! Tendete la mano ai più deboli e rispettate ogni essere umano! Conservate le qualità del vostro popolo, la sua antica pazienza e abilità, il suo senso della fraternità, del dialogo, dell'ospitalità. Allora potrete servirlo meglio! Giovani cristiani, alcuni movimenti vi offrono un sostegno per avanzare nella formazione spirituale e umana. Entrate nei gruppi che vi aiuteranno a prendere insieme il vostro posto nella Chiesa, istruiti dai vostri fratelli maggiori. Svolgete il vostro ruolo nelle comunità del villaggio o del quartiere.

Ascoltate la parola di Gesù: a ciascuno di voi sono affidati dei "talenti"; ciascuno può farli fruttare.


3. Giovani studenti, dalla scuola all'università, ricevete il "talento" dello studio e della riflessione per diventare competenti. Voi non potete tenerne il profitto solo per voi. Vi sarà chiesto di rendere conto dei frutti della vostra formazione intellettuale e tecnica, nella misura dei servizi che renderete.

Rispettate il vostro popolo e respingete ogni tentazione di sfruttare i vostri fratelli. Al contrario, mettete tutto il vostro cuore nel diffondere i suoi valori autentici, e che la vostra fede cristiana fecondi il vostro patrimonio ancestrale! Giovani contadini, amate questa terra che è la vostra terra. La vostra vita nel villaggio è dura e il lavoro dei campi esige molte cure! Il vostro "talento" è di saper rendere produttiva la terra affinché diventi feconda.

Imparate le tecniche antiche e moderne, partecipate alla creazione di coltivazioni produttive e resistete alla tentazione di abbandonare l'agricoltura per un destino incerto in città.

Giovani operai, nel paese, il vostro numero aumenta a poco a poco. Anche da voi, la nazione si aspetta molto. Fate con piacere il vostro lavoro, come Gesù a Nazareth, come Giuseppe falegname. La vostra abilità e la vostra coscienza professionale, e anche il senso di solidarietà, vi daranno la soddisfazione di essere utili a tutti.


4. Cari giovani, voi pensate di costruire un focolare. Bisogna che vi prepariate.

Una famiglia si costruisce sull'amore autentico, sul dono di se stessi, sulla fedeltà, e, quando è necessario, sul sacrificio per coloro che si amano (cfr. Jn 15,13). L'impegno degno e serio nel matrimonio esclude la possibilità del divorzio e quella di togliere la vita a un bambino già concepito.

Dio ha creato l'uomo e la donna e ha dato loro meravigliosi "talenti": la capacità di amarsi fedelmente tutta la vita, quella di dare la vita ai figli e la responsabilità di crescerli. Accogliete con gioia questi doni che Dio consacra attraverso il sacramento del matrimonio, fin dal primo giorno della vostra vita in comune. La riuscita della vostra unione e quella dell'educazione dei vostri figli saranno i migliori frutti.


5. Cari giovani, tra di voi ci sono seminaristi che si preparano al sacerdozio, e anche alcune ragazze destinate alla vita religiosa. Essi prendono questa strada per rispondere alla chiamata del Signore: è a Lui che consacrano la loro vita e, nello stesso tempo, la consacrano alla missione della Chiesa in tutte le sue forme. Essi sono ancora poco numerosi, ma io ho fiducia. Altri sentiranno Cristo che dice loro: "Vieni, seguimi", sii mio testimone, dona tutto il tuo amore a Dio e ai tuoi fratelli, sarai al servizio del Popolo di Dio. Rinuncerai al matrimonio, a essere padre o madre, ma avrai la gioia di aprire i tuoi fratelli e le tue sorelle alla Buona Novella, di riunirli nel mio Nome, di trasmettere loro la mia grazia attraverso i sacramenti che ho affidato alla mia Chiesa. Lasciando la tua famiglia per dedicarti completamente al ministero sacerdotale o alla vita religiosa, sarai un segno della mia presenza.

Fratelli e sorelle, se la vostra Chiesa vive e si sviluppa, lo dovete ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose che sono venuti da lontano. Li saluto con gratitudine. Essi hanno permesso che, ormai, dei figli del Ciad siano sacerdoti delle loro comunità e che uno di essi diventi vostro Vescovo. Lodiamo il Signore! E preghiamolo affinché doni al Ciad sacerdoti più numerosi, religiosi e religiose testimoni della preghiera e animatori dell'apostolato. Preghiamo anche per i numerosi catechisti che compiono con generosità una parte così importante dell'opera di evangelizzazione, rispondendo alla vocazione e alla missione dei fedeli laici.


6. So che le centinaia di comunità che rappresentate non hanno ancora la possibilità di riunirsi ogni domenica intorno alla mensa dell'Eucaristia. Non ci sono abbastanza sacerdoti. E tuttavia conoscete l'importanza della Messa, al centro della vita della Chiesa. Quest'anno avete meditato sul dono mirabile che vi ha fatto Cristo, alla vigilia della sua Passione, istituendo l'Eucaristia.

Tutte le volte che vi è possibile, prendete parte all'assemblea eucaristica: è il Signore che vi unisce, gente di tutte le età e di tutte le vocazioni. E' nella comunità riunita nel suo Nome che il Signore offre il suo Sacrificio, che continua a sacrificare la sua Vita per tutti gli uomini. E' con Lui e attraverso Lui che possiamo ricevere la Parola di Dio viva e vera. E' con Lui e attraverso Lui che rendiamo grazie al nostro Padre nei cieli per tutti i suoi doni. E guidati dalla sua parola che facciamo salire la nostra umile supplica.

Quando ci è dato di ricevere il Corpo del Signore, siamo sempre più uniti a Lui e tra di noi. San Paolo ce l'ha detto: "Siccome vi è un unico pane, noi, pur essendo molti, formiamo un solo corpo, comunicandoci col medesimo pane" (1Co 10,17). Ovunque siamo riuniti nel nome del Signore, Egli è presente. Ma è nel sacramento dell'Eucarestia che facciamo la massima esperienza della sua persona. Egli ha fatto del suo corpo il Pane di Vita, il nutrimento della vita eterna. Ringraziamo senza sosta il Signore per questo mirabile dono!


7. Cari fratelli e sorelle della Chiesa di Sarh e delle diocesi vicine, in questo bel giorno di riunione nel nome del Signore, intorno al Successore di Pietro, rendiamo grazie per il dono della fede! Tutti rinnoviamo la nostra professione di fede, in unione con quella della Chiesa universale. E' un "talento" prezioso che, con la grazia di Dio, faremo fruttare durante tutta la nostra vita.

Mi rivolgo di nuovo in particolar modo ai giovani. Con il vostro Vescovo, vi chiedero di impegnarvi nella fede. Battezzati in Cristo, siete inviati nel mondo per diffondere il suo amore, per annunciare il suo Vangelo. Egli conta su di voi per far fruttare i molteplici "talenti" che vi affida. Camminando al suo seguito, potrete costruire nel Ciad una Chiesa sempre più viva e una società dove si vive bene.

Che Nostra Signora del Ciad vi preceda sulla strada della fede! Che Dio vi aiuti! Ad bo nan o tar o Kem sol o rosn do nang! (Che la comunione, l'amore e la pace riempiano la terra!) (Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-31

Mercoledi 31 Gennaio 1990


GPII 1990 Insegnamenti - Discorso al congedo - Ouagadougou (Burkina Faso)