GPII 1991 Insegnamenti - Ai vescovi della Thailandia in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)


1. Sono lieto di darvi il benvenuto in Vaticano in occasione della vostra visita quinquennale alle Tombe di San Pietro e di San Paolo. Quali successori degli Apostoli, la cui testimonianza al Signore Risorto è il solido fondamento della proclamazione del Vangelo della Chiesa in ogni tempo e luogo, voi siete venuti a Roma per riaffermare la vostra comunione di fede e carità con il Successore di Pietro. Nel salutarvi, abbraccio tutti i cattolici della Thailandia, e faccio mia la preghiera dell'Apostolo Pietro: "Grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza, nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro" (2P 1,2).

Sono grato al Vescovo George Yod Phimphisan, nuovo Presidente della vostra Conferenza, per le sue gentili parole. Confido che, seguendo l'esempio del Cardinale Kitbunchu, egli ispirerà e incoraggerà l'opera della Conferenza per raggiungere gli obbiettivi che vi siete posti nel periodo di evangelizzazione che porta all'inizio del terzo millennio cristiano. La Chiesa in Thailandia, anche se è un "pusillus grex", si trova in un luogo privilegiato per rendere testimonianza a Cristo nel cuore dell'Asia, dove molti ancora non lo conoscono, ma anelano alle verità e ai valori del suo Vangelo. La vostra recente celebrazione del venticinquesimo anniversario della istituzione della Gerarchia, con l'ordinazione di nuovi sacerdoti ed una grande partecipazione di fedeli, dimostra come la Chiesa in mezzo a voi stia rapidamente maturando e risplenda ancor più pienamente come "un popolo adunato dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (LG 4).


2. Il nostro incontro odierno ricorda la gioia particolare della beatificazione, nell'ottobre 1989, dei sette Martiri Thailandesi. La loro testimonianza rivela l'immenso potere della parola di Dio di penetrare nel cuore di ogni cultura umana, e di trovare una manifestazione radiosa nella santità di individui e di intere comunità.

Seguendo Gesù Cristo nella vita e nella morte, i martiri non hanno offerto solo una prova convincente della loro fede profonda nelle promesse di Dio, ma il loro sacrificio ha rivelato anche che "la parola di Dio non è incatenata" (2Tm 2,9) da alcun linguaggio particolare o espressione culturale. Anzi, la luce del Vangelo è per ogni popolo, e la sua verità purifica, rafforza e eleva ogni cultura dal di dentro (cfr. LG 13). A prezzo del loro sangue, i Martiri hanno reso una testimonianza eloquente alla cattolicità della Chiesa, che Cristo ha stabilito come sacramento universale di unione con Dio e di unità di tutta la razza umana (cfr. Ibidem, LG 1). Essi hanno confermato pienamente la verità delle parole che vi ho rivolto in un'altra

: "Cristo... nel vostro popolo si è fatto egli stesso thailandese" (11 maggio 1984).


3. Quali pastori della Chiesa, è importante che discerniate i segni del favore di Dio tra la vostra gente e che cerchiate i modi affinché i suoi doni portino frutto. Un eloquente segno dell'amore di Dio è l'aumento di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. E' consolante conoscere la sollecitudine con cui la vostra Conferenza segue il Seminario Maggiore "Lux Mundi", il vostro stretto rapporto con il personale e gli studenti, e gli sforzi compiuti per mantenere un alto livello di studi. Tutto ciò che fate per garantire l'adeguata formazione dei giovani che si preparano al sacerdozio nei vostri seminari, come pure la vostra attenzione pastorale alla formazione dei candidati alla vita religiosa, costituisce una parte essenziale del vostro ministero ed è un'eccellente forma di servizio alla comunità cristiana. Dalle vostre origini di Chiesa di Missione avete tratto una crescente consapevolezza della necessità di diventare una Chiesa missionaria. Iniziative quali il lancio di un Decennio di Evangelizzazione e l'istituzione di una Società Missionaria Thailandese che opera nella regione settentrionale del Paese - piccola come il seme di senape del Vangelo, ma destinata a diventare un immenso albero che dà la vita (cfr. Mt 13,31-32) - dimostrano la vitalità delle vostre Chiese particolari nel rispondere agli inviti dello Spirito Santo. Prego per il successo di queste iniziative, nella certezza che, nonostante le difficoltà che comportano, il Signore del raccolto ripagherà ampiamente i vostri pazienti sforzi. La fiducia nella Provvidenza di Dio è essenziale per tutta l'attività missionaria, perché alla fine sappiamo che "la missione non si fonda sulle capacità umane, ma sulla potenza del Risorto" (RMi 23). Il suo successo finale sarà rivelato in modi e tempi che solo Dio conosce.


4. Un aspetto centrale della missione della Chiesa, e di particolare importanza per il vostro ministero pastorale, è il suo rapporto con le altre religioni. La mia recente Enciclica Redemptoris Missio insisteva sul fatto che il dovere della Chiesa di predicare il Vangelo a tutte le nazioni non implica in alcun modo una mancanza di rispetto per le diverse culture e per il bene che si trova in ogni religione (cfr. op. cit., RMi 55). "Le altre religioni costituiscono una sfida positiva per la Chiesa: la stimolano, infatti, sia a scoprire e a riconoscere i segni della presenza del Cristo e dell'adozione dello Spirito, sia ad approfondire la propria identità e a testimoniare l'integrità della Rivelazione, di cui è depositaria per il bene di tutti" (Ibidem, RMi 56). Quindi non c'è contraddizione tra l'apertura alla verità di Dio ovunque si trovi e un riconoscimento che i doni di Cristo, presenti nei tesori spirituali di altre tradizioni, sono intesi per condurre a lui, poiché lui rimane, nelle parole del Concilio, l'unico "principio di salvezza per il mondo intero" (LG 17).

Il dialogo interreligioso viene condotto a molti livelli. Non ultimo tra questi, soprattutto in situazioni pastorali quali la vostra, è quel "dialogo di vita" in cui i credenti rendono una chiara testimonianza ai valori spirituali, si aiutano reciprocamente a vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo e collaborano con tutti gli uomini e le donne di buona volontà per costruire una società più giusta e fraterna. Incoraggiando pazientemente i vostri popoli a manifestare la loro fede in Cristo attraverso la solidarietà e l'impegno generoso per il bene degli individui e della società, voi aprirete la porta ad altre, più formali, vie di dialogo e cooperazione.


5. Nei vostri rapporti sullo stato delle vostre Diocesi, molti di voi hanno sottolineato che l'evangelizzazione indiretta è il veicolo primario dell'espansione missionaria della Chiesa. I fedeli laici hanno un ruolo essenziale a questo proposito. Com'è importante per la vita della Chiesa che essi si impegnino a vivere la loro fede battesimale rendendo una gioiosa testimonianza alle esigenze del Vangelo, ed essendo sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in loro (cfr. 1P 3,15)! I fedeli laici della Thailandia possono adesso guardare ad un Patrono esemplare nella figura del Beato Philip Siphong, perché era "un laico profondamente consapevole della sua appartenenza, mediante il Battesimo, a Cristo, Sacerdote, Re e Profeta, e pertanto chiamato personalmente ad annunciare il Vangelo" (Omelia alla Beatificazione dei Martiri Thailandesi, 22 ottobre 1989).

Non posso fare a meno di incoraggiare i lodevoli sforzi effettuati nelle vostre Chiese particolari per far si che i laici possano adempiere alla loro vocazione cristiana, soprattutto in settori delicati, quali la preparazione dei giovani al Sacramento del Matrimonio e l'istruzione alla pianificazione familiare naturale. La consulenza alle coppie che effettuano matrimoni misti rappresenta una particolare sfida pastorale per la Chiesa in Thailandia, e confido che questo problema verrà trattato ancor più efficacemente a livello locale e diocesano. La famiglia deve continuare ad essere l'obbiettivo centrale dell'attività pastorale ordinaria, mentre un'attenzione particolare dovrà essere dedicata ai giovani e alla loro formazione di membri responsabili della società. Il coinvolgimento delle vostre comunità nell'assistenza sanitaria, soprattutto agli handicappati e a quanti soffrono del morbo di Hansen o di Aids; il loro impegno generoso verso i poveri dei bassifondi; i loro sforzi per combattere la piaga della tossicodipendenza tra i giovani; tutto ciò è ispirato dall'amore evangelico e guidato dalla convinzione che la dignità umana può essere tutelata soltanto con l'attenzione alle esigenze dello spirito umano, che raggiunge la sua piena espressione nella generosa dedizione a Dio e al prossimo. Sono lieto di notare che l'Human Development Centre (Centro di Sviluppo Umano) recentemente fondato, intende coordinare e promuovere un'incisiva risposta alle molte minacce contro la vita umana nella vostra società.


6. Parlando della partecipazione dei laici alla missione della Chiesa, non posso fare a meno di menzionare il notevole contributo dato dai catechisti laici alla vita ecclesiale in Thailandia. Questo "contributo singolare e insostituibile alla propagazione della fede e della Chiesa" (AGD 17), consiste soprattutto nell'aiutare gli altri a scoprire i tesori di saggezza e di conoscenza che loro stessi hanno trovato in Cristo Gesù (cfr. Col 2,3). Vi chiedo di estendere loro il mio profondo apprezzamento per il lavoro e per il loro esempio di dedizione alla missione della Chiesa.

L'attività dei catechisti è un'estensione, per così dire, dell'insegnamento pastorale dei vescovi e del clero locale. E' un compito ecclesiale per cui essi necessitano di un'adeguata formazione dottrinale e pedagogica. Dovete perseverare nei vostri sforzi a questo proposito, e la vostra decisione di designare la festa del Beato Siphong come Giornata Nazionale dei Catechisti, sarà certamente di conforto spirituale e di incoraggiamento a quanti hanno intrapreso quest'opera difficile ed esigente.

Anche le scuole cattoliche thailandesi rendono un servizio vitale, garantendo ai giovani l'educazione religiosa e formando un laicato impegnato pervaso dallo spirito del Vangelo. Il lodevole impegno della Chiesa nel fondare e gestire queste scuole dimostra la sua convinzione che il bene integrale degli individui e di intere comunità viene promosso attraverso la formazione delle coscienze e il rispetto per la dignità e la libertà degli individui nella loro ricerca di verità. La visione cattolica è che i genitori sono i primi e più importanti educatori dei loro bambini (cfr. GE 3). Altri organismi, tra cui le istituzioni religiose e quelle civili, hanno la responsabilità di assisterli nel compimento del loro dovere e di garantire il libero esercizio dei loro fondamentali diritti in questo campo (cfr. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1991). Un coordinamento sempre più efficace di queste responsabilità, la cui importanza è stata chiaramente sottolineata in diverse Dichiarazioni internazionali, può venire dal dialogo continuo e dalla cooperazione tra tutti quanti vi sono coinvolti.


7. Non posso concludere senza esprimere la mia preoccupazione per la situazione dei rifugiati e dei profughi che hanno trovato asilo temporaneo in Thailandia. La tragedia umana che sottende a questo grande esodo di individui e famiglie, sfida tutta la comunità internazionale. La loro condizione di sofferenti esige un approccio a livello globale, con la dovuta attenzione verso tutti i fattori sociali ed economici che hanno contribuito a questa "piaga tipica e rivelatrice degli squilibri e dei conflitti del mondo contemporaneo" (SRS 24). I sacrifici e le manifestazioni di solidarietà dimostrate ai rifugiati dalla Chiesa in Thailandia hanno risposto pienamente allo spirito dell'ideale del Vangelo del Buon Samaritano. A questo proposito, mi è gradito ricordare ancora una volta i lodevoli sforzi umanitari compiuti dal Catholic Office for Emergency Relief and Refugees (Ufficio Cattolico per gli Aiuti di Emergenza e i Rifugiati). Mi associo alla vostra preghiera affinché gli esiliati e i senza tetto che si trovano attualmente nella vostra patria possano presto tornare a una vita libera e dignitosa nei loro Paesi natali.


8. Miei cari confratelli Vescovi, rendo grazie a Dio nostro Padre per le molte benedizioni che ha elargito alla Chiesa in Thailandia attraverso la fedele testimonianza del suo clero, dei suoi religiosi e dei laici. Una speciale parola di apprezzamento va anche al personale missionario straniero che svolge un importante ruolo in molti dei vostri programmi pastorali e che rappresenta uno speciale vincolo di unione con la Chiesa universale. Esprimo la speranza che il loro numero possa aumentare, cosicché tutta la società possa beneficiare dei loro servizi.

Preghiamo insieme affinché tutti i membri della comunità cattolica crescano nell'amore del Salvatore, nell'apprezzamento della propria sublime vocazione e dignità quali membri della Chiesa di Cristo, e nel loro desiderio di condividere con gli altri la gioia della Buona Novella.

Affido voi e i fedeli della vostra Diocesi all'intercessione di Nostra Signora dell'Assunzione, e vi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di consolazione e di forza nel vostro ministero al Popolo di Dio.

(Traduzione dall'inglese)

Data: 1991-05-24
Venerdi 24 Maggio 1991

Alla Società delle Figlie del Cuore di Maria - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Fedeli al vostro particolare carisma

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Sono lieto di accogliervi e tutti vi saluto con affetto nel Signore.

L'evento che quest'anno ricordate - il bicentenario della Fondazione della Società delle Figlie del Cuore di Maria - è importante e significativo non solo per voi, ma per la vita di tutta la Chiesa, e voi avete voluto celebrarlo con varie manifestazioni, tra le quali questa visita al Successore di Pietro. Grazie di cuore per i sentimenti di profonda fede e di fedeltà ecclesiale che vi animano.

L'amore a Cristo e alla Chiesa costituisce il patrimonio ideale che avete ereditato dai vostri venerati Fondatori.


2. Sono trascorsi duecento anni dalla nascita del vostro Istituto, durante il drammatico periodo della Rivoluzione Francese, ed esso è oggi fiorente, intensamente impegnato nell'apostolato in Europa, in Africa, in Asia. Oltre 2.500 sono, infatti, le religiose sparse in tutto il mondo a servizio della Chiesa e dei fratelli, con spirito di confidente obbedienza e di ardente carità.

La Divina Provvidenza, che vi ha accompagnato in questi secoli, vi aiuterà a conservarvi sempre fedeli al vostro particolare carisma. Di tale soprannaturale assistenza è prova evidente ed avvincente la stessa biografia di Padre Picot e di Madre Maria Adelaide, che voi ben conoscete. Entrambi ingiustamente carcerati, sottoposti ad ogni genere di prove, trovarono nell'amore all'Eucaristia e nell'intensa preghiera la forza necessaria per perseverare nei loro santi propositi. E trasmisero alle Figlie del Cuore di Maria questo stesso coraggio spirituale. Ambedue, inoltre, ebbero la ventura di morire in chiesa, di primo mattino, mentre erano in adorazione davanti al Santissimo Sacramento (l'una il 26 aprile 1818 e l'altro il 9 gennaio 1820). Quali grandi esempi vi hanno lasciato, carissime sorelle, i vostri Fondatori! Quale testimonianza di fedeltà a Cristo e al suo Vangelo è offerta in maniera speciale a voi, alunni e giovani che vi formate alla scuola di così generosi apostoli della fede!


3. La loro vita avventurosa, il loro costante fervore apostolico vi siano d'incoraggiamento a perseverare nella fiducia verso la Provvidenza divina. così scriveva Padre Picot a Madre Maria Adelaide: "Bisogna salvare con noi dal naufragio quante più persone è possibile. A tal fine dilatate il vostro cuore; desiderate di tutto fare, tutto soffrire, pur di guadagnare qualche anima a Cristo!". Seguendo le loro orme sarete sospinti ad un impegno fattivo e costante per rendere migliore la società. Continuate, carissime Figlie del Cuore di Maria, e voi, carissimi alunni e familiari, a portare dappertutto con la vostra testimonianza questo messaggio di speranza.

Vi assista la protezione di Maria, di cui Padre Pierre Picot de Clorivière e Maria Adelaide de Cicé furono sempre devoti.

Vi accompagni anche la mia Benedizione.



Data: 1991-05-25
Sabato 25 Maggio 1991

Al gruppo promotore del Movimento per un Mondo Migliore - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Annunciate la verità e testimoniate il Vangelo della misericordia e dell'amore

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Rivolgo a ciascuno di voi il mio particolare saluto e vi ringrazio per questa visita che voi compite a conclusione del IX "Cenacolo" del Gruppo Promotore del Movimento per un Mondo Migliore. Nel corso di questa Assemblea Generale avete pregato insieme ed insieme avete riflettuto sui programmi del vostro Movimento con grande attenzione al momento storico che la Comunità ecclesiale e il mondo stanno vivendo. Attraverso l'ascolto e il dialogo, la corresponsabilità e la condivisione è vostro intendimento rispondere all'invito del Signore e diffondere nel mondo il suo messaggio di salvezza. Apprezzo la vostra disponibilità ed incoraggio i vostri propositi di apostolato intenso e capillare. Auspico di cuore che la vostra azione, in sintonia totale con le direttive dei Pastori del Popolo di Dio, contribuisca efficacemente alla nuova evangelizzazione che interessa tutta la Chiesa.


2. Uno dei fenomeni che contraddistingue la nostra epoca e che interpella i credenti è il pratico e progressivo distacco di ogni ambito della società dai fondamenti trascendenti e universali della fede. Va, così, diffondendosi una "forma di ateismo che, adulando la libertà, tende a distruggere le radici dell'umana e cristiana morale". In un tale clima, alimentato da richiami edonistici e consumistici sempre più insistenti, si vanno affermando attitudini di indifferenza verso la fede e di pericoloso permissivismo morale. E' in questo contesto che va proclamata con perseverante fiducia la Verità divina che illustra il mistero della vita umana. Il disagio esistenziale dell'uomo contemporaneo non manifesta, infatti, un bisogno di certezze ed un richiamo al Vangelo di Cristo, all'infuori del quale "niente può soddisfare il cuore dell'uomo?". Voi lo sapete bene, solo Gesù può rispondere in modo pieno e definitivo ai vitali interrogativi dell'esistenza. Soltanto la Chiesa, corpo mistico del Redentore, possiede totalmente la Parola che salva e rinnova l'essere umano. E', pertanto, indispensabile diffonderla questa Parola di salvezza dappertutto. Essa è autentica liberazione e vera pace.


3. Ma perché tale proclamazione avvenga in maniera efficace, occorre che l'intera Comunità cristiana sia intimamente consapevole del mandato affidatole dal Salvatore: annunciare la verità e testimoniare con ogni mezzo il Vangelo della misericordia e dell'amore. Questo è anche il vostro compito; questa è anche la vostra missione, alla quale sono certo che continuerete a dedicare ogni vostra risorsa spirituale e materiale. Contribuirete, in tal modo, a far si che "il segno di Cristo risplenda ancor più chiaramente sul volto della Chiesa". Ecco l'augurio cordiale che formulo per tutti voi, Responsabili del Movimento per un Mondo Migliore, mentre con grande affetto vi imparto la mia Benedizione.

Data: 1991-05-25
Sabato 25 Maggio 1991

Ai Superiori e alle Superiore maggiori nel XXV del Decreto conciliare "Perfectae Caritatis" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Evangelizzare attraverso la carità




1. Porgo un cordiale saluto e un vivo ringraziamento al Signor Cardinale Girolamo Hamer, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per le cortesi espressioni di omaggio rivoltemi a nome dei Superiori e delle Superiore Maggiori d'Italia e della Società delle Figlie del Cuore di Maria. Ringrazio, poi, anzitutto ciascuno di voi, carissimi fratelli della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM) e carissime sorelle dell'Unione Superiore Maggiori d'Italia (USMI), per questa vostra visita, che ha luogo a conclusione dell'incontro di studio da voi promosso in occasione del XXV anniversario della promulgazione del Decreto Conciliare "Perfectae Caritatis". Nel salutarvi con affetto, rivolgo un particolare pensiero, attraverso di voi, a ciascun membro dei vostri rispettivi Istituti, in modo speciale a quanti svolgono il loro apostolato in condizioni difficili, in località povere e disagiate, in situazioni problematiche e rischiose. A tutti assicuro un costante ricordo nella preghiera, per tutti invoco da Dio conforto e assistenza.


2. Avete riflettuto in questi giorni sull'importanza della vita consacrata nel nostro tempo e vi siete soffermati su alcuni aspetti preminenti del suo rinnovamento alla luce di due prospettive apostoliche di rilevante ed urgente attualità: la nuova evangelizzazione e la testimonianza della carità. "Il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli evangelici" - come ricorda il recente Concilio - costituisce l'essenza della vita consacrata e ciò "trae origine dalla dottrina e dagli esempi del Divino Maestro". E' a Gesù, obbediente al Padre, casto e povero, che si ispira la vostra vocazione: abbandonando tutto, voi scegliete di seguire il Figlio di Dio in maniera radicale e definitiva. Tale assoluta fedeltà al Vangelo, che costituisce la vostra identità e la vostra dignità, è indispensabile alla vita della Chiesa, di cui voi siete "un bene speciale". In effetti, lo Spirito Santo, che nel popolo cristiano suscita incessantemente diversi carismi distribuendo "a ciascuno i propri doni come piace a lui", vi spinge, carissimi Religiosi e Religiose, ad annunziare e a rendere visibile, attraverso le vostre opere, l'amore del Padre. Quasi "segregati per il Vangelo", dediti a far si che il Signore "sia tutto in tutti", voi rendete presente fra gli uomini il volto di Cristo che, con la potenza della croce e della risurrezione, conduce l'umanità verso il definitivo compimento del suo progetto salvifico.


3. Anche nelle complesse situazioni sociali del nostro tempo, voi avete un'urgente ed indispensabile missione da svolgere. Non dimenticate mai che gli uomini, siano essi sazi di beni materiali oppure privi di ricchezza e indigenti, hanno soprattutto "bisogno" di ciò che è spirituale. Hanno fame e sete di Cristo, della sua parola e del suo amore. Affamata di Spirito, perché affamata di giustizia, di pace, di bontà, di responsabilità e di dignità umana, questa nostra epoca deve poter vedere con chiarezza in voi la luce evangelica che dà senso alla vita. Deve poter trarre dalla coerenza dei vostri comportamenti incoraggiamento e stimolo ad aprire il proprio cuore al Vangelo. Unico sia, pertanto, l'ideale che vi attrae: evangelizzare attraverso la carità, aiutare l'umanità ad accogliere Gesù, a fare di Lui il centro di tutta l'esistenza.


4. Per condurre a termine in modo pieno questa vostra impegnativa missione è necessario che Cristo abiti saldamente nei vostri animi, cosicché voi possiate dire con l'apostolo Paolo: "per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno", consapevoli che "tutti quelli che vogliono vivere pienamente in Cristo Gesù saranno perseguitati". Occorre, pure, per l'efficacia del vostro apostolato, che manteniate sempre vivo il legame che vi unisce alla Chiesa. I Vescovi, quali autentici custodi e maestri del popolo di Dio, non mancheranno di discernere quei multiformi carismi di vita consacrata con cui lo Spirito arricchisce la sua Sposa e ne incoraggeranno e promuoveranno lo sviluppo con attenta e vigile premura pastorale. Sapranno "certamente riconoscere e apprezzeranno grandemente il contributo specifico col quale verranno in aiuto delle Chiese particolari quei religiosi, nella cui esenzione essi trovano in certo modo anche un'espressione di quella pastorale sollecitudine che strettamente li unisce al Romano Pontefice per l'universale solerte cura verso tutti i popoli".

Dimorate, pertanto in un perseverante rinnovamento dello spirito, in un costante aggiornamento apostolico, in una permanente disponibilità alla collaborazione ed al dialogo ed in una evangelica attenzione alle esigenze della Comunità ecclesiale. Non venga mai meno in voi la fedeltà al vostro carisma. Ed apportando ciascun Istituto il proprio specifico contributo, potrete insieme lavorare in maniera efficace alla nuova necessaria evangelizzazione.


5. L'umanità oggi è quanto mai sensibile al "linguaggio" della carità, via privilegiata dell'annuncio del Vangelo. Tutti sanno quale incisiva testimonianza rechino al mondo il vostro esempio e la vostra dedizione, soprattutto di quanti fra di voi sono impegnati nelle innumerevoli forme di servizio ai più poveri.

Tutti sanno come proprio voi, e spesso solo voi, siete capaci di condividere, in modo profetico, la sorte degli umili, degli indigenti e degli ultimi della società. La carità è intimamente legata all'esperienza della povertà da voi scelta in nome di Cristo e che si ispira all'esempio del Redentore, il quale "spoglio se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini". Il Figlio di Dio, povero per amore, si è reso servo di ogni essere umano, specialmente dell'indifeso e dell'umiliato. Camminate senza indugio su questa scia di predilezione evangelica verso i piccoli, i poveri. E senza mai ridurre il vostro apostolato a mera azione sociale, fatevi i difensori della giustizia, i promotori dell'autentica cristiana fraternità. Siate i fratelli e le sorelle di chi non ha speranza, di chi aspira alla vera libertà, di chi cerca Iddio. Siate i difensori dell'uomo e della vita, sempre pronti a venir incontro ad ogni forma di bisogno materiale e spirituale. Il segreto della vostra missione - voi lo sapete bene - consiste nel restare profondamente radicati nell'amore soprannaturale.

Nutrite, per questo, la vostra giornata di preghiera: non distaccatevi dall'unione intima e trasformante con il Signore. Nel contatto con lui, personale e prolungato, l'anima trova ristoro e l'impegno missionario riprende ogni giorno rinnovato vigore.


6. Carissimi fratelli e sorelle, mentre vi esorto a proseguire con generosità in questo vostro sforzo apostolico, invoco dallo Spirito Santo per ciascuno di voi la perseveranza nel bene. Accordi il Signore ai vostri Istituti il dono di numerose e sante vocazioni e renda fruttuoso il vostro prezioso servizio alla Chiesa e all'umanità. Conforti i vostri sforzi e le vostre fatiche. La Vergine Santa, Virgo fidelis, modello insigne della vita consacrata, vi aiuti e vi protegga sempre. E vi sia di incoraggiamento, nel vostro cammino, anche la mia Benedizione Apostolica, che di cuore imparto a voi, ai vostri Confratelli, alle vostre Consorelle ed a tutti coloro fra i quali vivete ed operate.

Data: 1991-05-25
Sabato 25 Maggio 1991

L'omelia per le ordinazioni sacerdotali in San Pietro - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Speciali coeredi di Cristo per poter servire tutti i fratelli

"Signore, sia su di noi la tua grazia".


1. Con queste parole del Salmo, cari Figli, che state per ricevere l'Ordinazione sacerdotale, l'odierna liturgia vi fa invocare l'aiuto divino. Con queste parole pregano i vostri cari, prega l'intera assemblea del Popolo di Dio nella Basilica di San Pietro e tutta la Chiesa sino ai confini della terra. "Sia su di noi la tua grazia".


2. La Chiesa, che vive costantemente del mistero di Dio-Trinità, oggi, nella sua liturgia, esalta particolarmente questo Mistero. Questo è il Mistero divino per eccellenza, profondamente interiore: in essa è rivelata la stessa Vita intima di Dio. Dio, che abita una luce inaccessibile: è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; e, in pari tempo, è Dio che compenetra ed abbraccia ogni cosa. Quando Cristo manda gli Apostoli a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Egli, il Redentore del mondo, rivela Dio-Trinità come Colui che si dona all'essere umano, che lo nutre e disseta con il dono di se stesso, quale è l'acqua nel Battesimo, il Sacramento in cui l'elemento acqua significa ed attua nell'uomo l'ineffabile dono della Vita Trinitaria. Una tale risposta è data da Dio nella preghiera del Salmista: "Signore, sia su di noi la tua grazia".


3. Questa grazia è venuta su di voi, cari Figli e Figlie della Chiesa, agli inizi della vostra vita, col Sacramento del Battesimo. Da quel giorno lo Spirito di Dio vi guida, poiché avete ricevuto "uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!". così come ha gridato Gesù Cristo, il Figlio Unigenito della stessa sostanza del Padre. Lo Spirito del Padre e del Figlio attesta pure al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo. In questo si manifesta la grazia che abbraccia tutti i battezzati.


4. Sul suolo fecondo di tale eredità è nata in voi, cari Figli, la vocazione al Sacerdozio ministeriale nella Chiesa. Oggi questa vocazione sarà coronata con il Sacramento dell'Ordine. In modo particolare si realizzerà in voi l'eredità divina, l'eredità che è Dio stesso: "Il Signore è mia parte di eredità e mio calice".

Dovete diventare speciali coeredi di Cristo per poter servire tutti i fratelli e le sorelle nell'unità del Popolo di Dio. Coerede di Cristo è il sacerdote, in quanto amministra i misteri di Dio ed opera "in persona Christi", perché Cristo possa continuare a servire e a salvare. Come Egli servi nel Cenacolo, istituendo l'Eucaristia, in cui racchiuse tutto il suo mistero pasquale di morte e di risurrezione, così ha affidato alla Chiesa tale servizio sino alla fine dei tempi.

Veramente occorre gridare oggi insieme col Salmista dal profondo del cuore: "Signore, sia con noi la tua grazia": la grazia della vocazione sacerdotale che è un dono particolare ed immeritato.


5. "Signore, sia su di noi la tua grazia, perché in te speriamo". Ci troviamo dinanzi ad un mistero imperscrutabile di Dio stesso. Dinanzi alla Santità Trinitaria di Dio, rivelata da Cristo crocifisso e risorto. E' su di noi la grazia di Colui che ha ogni potere in cielo e in terra. Il potere che salva nella potenza dello Spirito Santo. Il potere che suscita generazioni sempre nuove di figli e figlie mediante l'adozione divina.

E, nello stesso tempo, sappiamo che ogni uomo porta questo tesoro in un vaso di creta. Ed anche il sacerdote. Oh, Cristo! La speranza che abbiamo in te è più grande della nostra debolezza!


6. Nel momento dell'Ordinazione ciascuno di voi, cari Figli, udrà le parole: "Dio porti a compimento l'opera che ha iniziato in te". In queste parole si esprime la speranza di tutta la Chiesa. Amen!

Data: 1991-05-26
Domenica 26 Maggio 1991

L'"Angelus" nella solennità della Santissima Trinità - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Maria, perfetta adoratrice della Trinità, illumini, sostenga, accompagni la nostra fede!

"La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi"!


1. Carissimi fratelli e sorelle, in questa Domenica, dedicata dalla Liturgia alla Santissima Trinità, rivolgo anch'io a tutti voi l'augurio trinitario che San Paolo indirizzava ai cristiani di Corinto! Lo rivolgo, in particolare, ai Sacerdoti novelli, ai quali ho avuto poc'anzi la gioia di imporre le mani, consacrandoli nel nome della Santissima Trinità a servizio della Chiesa. Oggi siamo invitati a meditare sulla suprema realtà di Dio, svelataci dal Verbo Incarnato. Fidando nella divina parola di Gesù, noi crediamo in Dio Padre, che è potenza creatrice assoluta ed eterna; crediamo in Dio Figlio, Verbo consustanziale al Padre, che, incarnandosi nel seno della Vergine Maria, ha assunto un'anima e un corpo come i nostri ed è morto in croce per la salvezza dell'umanità; crediamo in Dio Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno amore, "consolatore" promesso da Gesù alla sua Chiesa pellegrina nel mondo. O Santissima Trinità, noi Ti ringraziamo per questa suprema e ineffabile Rivelazione!


2. Il Mistero rimane, tuttavia, in se stesso insondabile e inaccessibile: Mistero di amore, Mistero di luce, ma anche Mistero di infinita trascendenza: "Veramente tu sei un Dio misterioso!". Ed allora la meditazione e la riconoscenza devono essere sempre accompagnate dall'adorazione; questa a sua volta deve tradursi nella testimonianza della comunione fraterna, che fa dei credenti "una cosa sola".

Tutti, infatti, ricordiamo la preghiera accorata di Gesù: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato".


3. Maria Santissima, che ora preghiamo insieme e che fu certamente la più perfetta adoratrice della Santissima Trinità, illumini, sostenga, accompagni la nostra fede!Ai nuovi Sacerdoti, consacrati per sempre ministri di Dio Uno e Trino, giunga l'augurio di imitare sempre con fervore Maria Santissima nell'adorazione della Trinità e nel suo annunzio ai fratelli. A tutti l'auspicio cordiale che la Vergine Santa guidi la loro mano nel segno della Croce, mentre pronunziano il nome sublime e misterioso del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Data: 1991-05-26
Domenica 26 Maggio 1991


GPII 1991 Insegnamenti - Ai vescovi della Thailandia in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)