GPII 1991 Insegnamenti - L'omelia durante la celebrazione della parola - Ponta Delgada (Portogallo)

L'omelia durante la celebrazione della parola - Ponta Delgada (Portogallo)

Titolo: "Giovani, al centro del vostro operare ci sia Cristo! Seguitelo, imitatelo!"




1. "Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta" (Lc 10,42).

Da molte generazioni ormai la suddetta "parte migliore" è diventata anche la vostra parte, alla quale con affetto e fiducia date il nome di "Signore Cristo Santo dei Miracoli" (Ecce Homo). L'amore e l'adorazione per il nostro Redentore, sotto l'aspetto dell'Ecce Homo, si sono radicati sempre di più nella vostra vita - sono passati già cinque secoli e mezzo di convivenza vostra con il Signore Cristo Santo, che trova in mezzo a voi una Dimora accogliente, a somiglianza della casa di Lazzaro e delle sue sorelle Marta e Maria.

Da qui, da questo "Campo di San Francesco", con lo sguardo al Santuario del Signore Cristo Santo, estendo il mio saluto amichevole a tutti gli abitanti di San Michele e delle altre isole delle Azzorre. In questa Liturgia della Parola saluto tutti i presenti, rivolgendomi innanzitutto con deferenza al Signor Presidente della Repubblica e alle Autorità Locali; il mio abbraccio fraterno al vostro Vescovo, Don Aurelio, che ringrazio di cuore per le parole, colme di affetto e di speranza per il Gregge, che mi ha rivolto poco fa a nome vostro.

Saluto cordialmente i sacerdoti, i religiosi e le religiose, sia quelli che vivono la loro generosa dedizione a Dio in mezzo a voi, sia quelli che da qui sono partiti per servire il Regno di Dio presso quanti ancora lo attendono.

Permettetemi di rivolgere una parola speciale, di benedizione e di incoraggiamento, agli Ordini Ospedalieri dei Fratelli di San Giovanni di Dio e delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, nel quinquiennio giubilare che stanno vivendo, affinché non si arrendano mai nella realizzazione e nell'annuncio del richiamo alla carità che San Giovanni di Dio, vostro concittadino del XVI secolo, ha lasciato loro: "Fate il bene, fratelli!".

Ma nel contemplare i numerosi giovani che sono accorsi qui per vedere e ascoltare il Papa, il mio cuore e la mia parola li abbracciano in maniera particolare: cari giovani, che siete i discepoli di Gesù del Terzo Millennio, abbraccio tutti e ognuno di voi, e vi assicuro, fin da ora, che il messaggio che vi porto mi è stato fatto conoscere dallo Spirito del Signore nelle aspirazioni e nei propositi di innumerevoli moltitudini di giovani di tutto il mondo alla ricerca della felicità.


2. "Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la Sua parola" (Lc 10,39).

Il Vangelo dà testimonianza di numerose moltitudini che accorrevano ad ascoltare la Parola del "grande Profeta da Dio al Suo popolo" (cfr. Lc 7,16), al punto che il Signore avverti la necessità di venire incontro all'apparente disagio di queste moltitudini: "perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano" (Mc 8,2-3).

La lettura del Vangelo di oggi ci pone di fronte ad uno scenario diverso: il Maestro entra in una casa, dove si sente accolto e fra amici, per riposare. Maria, colpita dalle Sue parole, si siede ai Suoi piedi e Lo ascolta, e sembra dimenticare le fatiche domestiche, che certamente svolgeva con efficienza visto che Marta non tarda a lamentarsi di questa sua mancanza. Gesù di Nazareth si sentiva a suo agio con entrambe le sorelle e, nella risposta a Marta, parla di una "parte migliore", di valori, di idee, che sono migliori perché nessuno può rubarli: "Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,42).

Cari giovani, alla luce di questa scala di valori di Gesù, vi invito a valutare con me le vostre aspirazioni, perché vi vengono fatte "proposte grandiose" che si risolvono in nulla lasciandovi disillusi; mentre esistono al contrario sfide a percorrere strade certamente difficili, ma con la certezza di incontrarvi un frammento in più della vostra personalità che nessuno potrà rubarvi! La gioventù è il momento di immagazzinare per la vita, il tempo della formazione alle grandi responsabilità del domani. State in guardia verso il richiamo di un mondo che vuole sfruttare e manipolare la vostra ricerca onesta e generosa di felicità e di orientamento!


3. "Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,42).

Quanti sforzi inutili, quante disillusioni, quante sconfitte per aver riposto la fiducia e il centro della vita al di fuori di Dio! E' Lui la "parte migliore"... Quanti giovani cercano disperatamente la felicità, senza accorgersi che l'unico che può saziare veramente il cuore umano è Dio. "Ci hai fatti per Te, Signore, - esclama Sant'Agostino - e il nostro cuore vivrà nell'inquietudine finché non riposerà in Te" (Confessioni, I,1)! Questa è la grande verità che dà senso alla vita. Poiché veniamo dalle mani di Dio, solo in Dio la nostra anima troverà riposo e felicità.

Cari giovani, nel cammino della vostra vita, non abbandonate la compagnia del Signore! Il mio desiderio più grande per ognuno di voi è che le strade della vostra gioventù si incontrino con Cristo, "il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell'amore, il compagno e l'amico dei giovani" (Messaggio del Concilio Vaticano II, ai giovani), l'unico che può rendervi felici.

Non abbandonatelo per adorare falsi idoli, impotenti e che nulla sanno delle vostre inquietudini.

Gesù di Nazareth, e soltanto Lui, potrà colmare questa fame di infinito che alberga nei vostri cuori. Quando muovete serenamente i vostri passi accanto a Lui, il Suo sguardo di amore (cfr. Mc 10,21) si posa su di voi. Avete bisogno di questo Suo sguardo amoroso: è la più bella finestra che si apre sul Paradiso! Farete quindi l'esperienza di essere amati eternamente e sentirete ricominciare la vita: crescerete a "contatto" di Dio. Il mezzo per riuscirci è la preghiera.

Imparate a pregare e pregate; aprite il vostro cuore e la vostra coscienza a Colui che vi conosce meglio di voi stessi. Parlate con Lui. Approfondite la parola di Dio, leggendo e meditando la Sacra Scrittura. Come Maria che, "sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la Sua parola" (Lc 10,39).


4. Attraverso il vostro dialogo con Gesù, "che sa quello che c'è in ogni uomo" (Jn 2,25), potrete comprendere serenamente e profondamente il vostro concreto progetto di vita: "cosa devo fare affinché la mia vita raggiunga pienamente il suo valore e il suo significato?". E' una domanda fondamentale, che a poco a poco si impone nella vita di ognuno di voi, proprio nel periodo della gioventù. Su questa domanda interrogatevi e interrogate i vostri genitori e i vostri educatori. "Queste domande ve le ponete a volte in modo impaziente, e contemporaneamente voi stessi capite che la risposta ad esse non può essere frettolosa né superficiale... Si tratta qui di una risposta che riguarda tutta la vita" (Lettera Apostolica dell'Anno Internazionale della Gioventù, 3). Non sottraetevi a questa domanda, non sopprimetela nella vostra vita, perché in essa vi scoprirete padroni e costruttori del vostro destino. Essa esprime il vostro sviluppo.

Nel messaggio che vi ho rivolto quest'anno, vi ho invitato a contemplare la vostra dignità e grandezza di Figli di Dio: "Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!" (Rm 8,15). "Come non rimanere stupiti di fronte a questa prospettiva vertiginosa? L'uomo - un essere creato e limitato, anzi un peccatore - è destinato ad essere Figlio di Dio!...

Iasciate che questo santo stupore vi invada, e ispiri a ciascuno di voi un'adesione sempre più filiale a Dio, nostro Padre" (Messaggio ai Giovani per la Vl Giornata Mondiale della Gioventù). Consapevoli del fatto che Dio è vostro Creatore e Padre, dovete porgli il quesito del vostro progetto di vita: "Cosa devo fare? Qual è il Tuo disegno per la mia vita, il Tuo progetto di Creatore e di Padre? Qual è la tua volontà? Io desidero realizzarla".

Così il progetto di vita che state prendendo in considerazione e costruendo nascerà dal più profondo di voi stessi e corrisponderà alla vocazione cui Dio vi chiama, perché la vita, essendo un dono dell'Altissimo, si realizzerà pienamente soltanto nella risposta ad una chiamata che viene dall'Alto e si fa sentire nel segreto del vostro giovane cuore.


5. Quale può essere il messaggio inviato da Dio al vostro cuore? Vi parla l'amato Discepolo di Cristo, l'Apostolo Giovanni attraverso le parole della sua Lettera testé pronunciate: "Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre... Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, perché la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno" (1Jn 2,14). Queste parole, che risalgono a quasi duemila anni fa, sono forti, e costituiscono per voi un incoraggiamento e allo stesso tempo una sfida.

Infatti, palpita nei vostri cuori giovanili il desiderio di una autentica fratellanza tra gli uomini: l'uomo è prossimo dell'altro uomo; l'uomo è un fratello per l'altro uomo! Ora, questo vostro desiderio di fratellanza testimonia il fatto che voi "conoscete il Padre", perché gli uomini sono fratelli solo quando c'è un Padre; e questo lo ha fatto conoscere a noi Gesù Cristo quando ci ha invitati a pregare: "Padre Nostro che sei nei cieli" (Mt 6,9)! La preghiera del "Padre Nostro" riassume la Lieta Novella di Gesù di Nazareth che meravigliosamente si fa vita, nelle più profonde e universali aspirazioni dell'umanità attuale. L'Apostolo scrive che voi giovani siete forti perché la Parola di Dio rimane in voi e infonde nei vostri cuori l'amore, la benevolenza, il rispetto per l'uomo, per la sua vita, per la sua dignità, per la sua coscienza. Se "voi conoscete il Padre", siete forti del potere della fratellanza tra gli uomini.

Siete forti anche per la lotta: non per la lotta contro l'uomo, ma contro il male, o meglio, chiamandolo per nome, contro il primo artefice del male, siete forti per la lotta contro il Maligno. La tattica di quest'ultimo consiste nel non rivelarsi apertamente, affinché "il male, da lui innestato sin dall'inizio, riceva il suo sviluppo dall'uomo stesso, dai sistemi stessi e dalle relazioni interumane, tra le classi e tra le nazioni... per diventare anche sempre di più peccato "strutturale"... Dunque, affinché l'uomo si senta in un certo senso "liberato" dal peccato e, al tempo stesso, sempre di più sia in esso sprofondato" (Lettera apostolica dell'Anno Internazionale della Gioventù n.15). E' necessario risalire costantemente alle radici del male e del peccato, giungere ai suoi meccanismi nascosti. Giovani, voi siete forti e vincerete il Maligno, se "la Parola di Dio rimarrà in voi". In questo modo, riuscirete gradualmente a modificare il mondo, a trasformarlo, a renderlo più umano, più fraterno, verso la civiltà dell'amore.


6. Cari giovani, amici miei, quando dovrete scegliere tra l'amore e l'egoismo, ricordatevi dell'esempio di Cristo e seguite coraggiosamente l'opzione dell'amore.

Così, il vostro progetto di vita, per volontà di Dio, dovrà realizzare la vocazione dell'amore... L'amore è l'unica vocazione dell'uomo, e può essere realizzato nel matrimonio o nel dono totale di sé per il Regno dei Cieli. "Vi ripeto, anche oggi, quanto ho detto a Santiago de Compostela: "Giovani, non abbiate paura di essere santi!". Volate ad alta quota, siate tra coloro che mirano a mete degne dei figli di Dio" (Messaggio ai Giovani per la Vl Giornata Mondiale della Gioventù). Al centro del vostro operato, ci sia Cristo! Seguitelo, imitatelo! Con il cuore innamorato ed affascinato dal Signore, alcuni di voi sentono che Gesù li invita a seguirLo più da vicino e chiede loro tutto. Non abbiate paura, e dategli, se ve lo chiede, il vostro cuore e tutta la vita. La Chiesa e il mondo di oggi hanno un'enorme necessità della testimonianza di vite date a Dio senza riserva, della testimonianza di un amore sponsale verso lo stesso Cristo. Sono le vocazioni di consacrazione speciale al sacerdozio, alla vita evangelica nella sua radicalità di castità, povertà ed obbedienza e di consacrazione alla vita missionaria. Sono vocazioni nelle quali un uomo o una donna, per amore del Regno di Dio, adottano come programma di vita personale il programma che Cristo stesso ha realizzato sulla terra.

Vorrei dire a tutti voi e ad ognuno di voi giovani: se una tale chiamata giunge al tuo cuore, non soffocarla, ascolta il Maestro che dice: "Seguimi!".

Avrai dinanzi a te una vita affascinante e ricca di frutti, proprio la "parte migliore che nessuno vi ruberà"!


7. Cristo-Ecce Homo: "il Signore Cristo Santo dei Miracoli" ha "parole di vita eterna" (Jn 6,68). Esse confermano la verità sperimentata da ogni uomo: la verità della caducità del mondo. Ma, allo stesso tempo, queste Parole, e soprattutto la sua Croce e Risurrezione, mostrano la verità della Vita eterna: "chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!" (1Jn 2,17).

Cari fratelli e sorelle, nel ringraziarvi per l'incontro di oggi, desidero profondamente che non restiate sordi all'appello che vi giunge dalla Parola di Dio. Che i vostri cuori maturino per la vita in Dio, questa "parte migliore" della quale nessuno potrà privarvi. Amen.(Traduzione dal portoghese)

Data: 1991-05-11
Sabato 11 Maggio 1991

L'omelia durante la Santa Messa nello stadio "Dos Barreiros" - Funchal, Isola di Madeira (Portogallo)

Titolo: L'ascensione del Signore è la solennità della maturazione nello Spirito Santo




1. "Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre" (Jn 16,28).

Sono parole pronunciate da Cristo il giorno prima della sua passione e morte sulla Croce quando, nel Cenacolo, si congedava dagli Apostoli. "Si mostro ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando loro del Regno di Dio" (Ac 1,3). Oggi la Chiesa celebra solennemente la memoria del Quarantesimo giorno, resa attuale in questa Liturgia dell'Ascensione, come il Salmo Responsoriale ci invitava a proclamare: "Ascende Dio tra le acclamazioni" (Ps 46/47,6).

Il ritorno di Cristo al Padre è descritto in modo conciso dagli autori sacri. "Il Signore Gesù - dice San Marco - fu assunto al cielo e sedette alla destra di Dio" (Mc 16,19). Negli Atti degli Apostoli, l'evangelista San Luca scrive: "Fu elevato in alto sotto i loro occhi (dei discepoli) e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (Ac 1,9).

Nell'Antico Testamento, la nube era un segno della presenza di Dio (cfr. Ex 13,21-22 Ex 40,34-35), dato che Gesù Cristo, uscendo dal mondo visibile, è avvolto da questa presenza divina. Terminata l'esistenza visibile sulla terra, il Figlio Unigenito fatto uomo vive nel seno della Trinità con il Padre e lo Spirito Santo.

San Paolo, nella Lettera agli Efesini, a sua volta, commenta in questo modo il mistero dell'Ascensione: "Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose" (Ep 4,9-10). così si compirono le parole del Signore: "Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre".


2. Nell'Ascensione Gesù Cristo "ascende" per riempire tutte le cose: il mondo intero, tutte le creature, la storia dell'uomo.

In questa prospettiva, si esplica l'ultimo mandato, dato da Gesù agli Apostoli prima di tornare al Padre: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15). Questo è quanto scrive l'Evangelista San Marco, mentre negli Atti degli Apostoli, San Luca riferisce: "Noi siamo testimoni di tutte le cose da Lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme" (Ac 10,38). Predicare il Vangelo significa rendere testimonianza di Cristo: di Colui che "passo beneficando e risanando" tutti (cfr. Ac 10,38), di Colui che fu crocifisso per i peccati del mondo, di Colui che è risorto e vive per sempre.

La predicazione del Vangelo, ossia il rendere testimonianza di Cristo, è dovere di tutti i battezzati nello Spirito Santo. Prima della sua partenza, il Signore Gesù sottolinea esplicitamente questo fatto, nell'ordinare agli Apostoli di aspettare il compimento della promessa del Padre: "Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni...

Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (Ac 1,5-8).

La Chiesa, solo con la potenza dello Spirito Santo, può rendere testimonianza di Cristo. Soltanto grazie alla Sua potenza, essa può predicare efficacemente il Vangelo a tutte le creature.

L'Ascensione del Signore è intimamente legata alla Pentecoste, e la Chiesa ogni anno dedica i giorni tra l'una e l'altra ricorrenza alla Novena dello Spirito Santo, che ha avuto inizio nel Cenacolo di Gerusalemme. I primi a fare questa Novena sono stati gli stessi Apostoli riuniti con la Madre del Signore.


3. Gesù Cristo è salito nell'alto dei cieli per riempire tutte le cose. Questa pienezza del mondo creato si compie grazie al potere dello Spirito Santo.

Quest'opera si colloca nella storia terrena degli uomini e delle nazioni: lo Spirito Santo plasma, in modo invisibile ma reale, ciò che l'Apostolo San Paolo chiama il Corpo di Cristo parlandone nei termini seguenti: "Un solo Corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti" (Ep 4,4-6).

In tal modo l'Ascensione del Signore non è un semplice congedo.

Innanzitutto è l'inizio di una nuova presenza e di una nuova azione salvifica: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero" (Jn 5,17). Questo operare con la forza dello Spirito Santo, disceso nella Pentecoste, dello Spirito Paraclito, conferisce forza divina alla vita terrena dell'umanità nella Chiesa visibile. Con la potenza dello Spirito Santo, Cristo glorificato alla destra del Padre, il Signore della Chiesa, stabilisce "alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il Corpo di Cristo" (Ep 4,11-12).


4. Sono questi i criteri essenziali della costante vitalità della Chiesa. In queste parole della Lettera paolina, la Chiesa di ogni tempo e luogo deve ritrovare la sua identità più profonda.

In esse si rispecchia la venerabile Chiesa di Funchal, che è stata, per molti anni, madre delle comunità cristiane che si andavano costruendo nei territori in cui giungevano i missionari portoghesi: in Africa, in Oriente, in Brasile. Dalla Chiesa cattedrale di Funchal sono nate, in questi anni, numerose Chiese locali che hanno continuato, nel corso dei secoli, e continuano ancora a proclamare il Vangelo e a rendere Gesù Cristo presente nel mondo.

Il Papa porta oggi il suo abbraccio cordiale a questa cara diocesi di Funchal, che da tanti anni - si diceva poc'anzi - lo aspettava insieme a tutti i presenti. Porgo il mio saluto deferente e grato alle autorità presenti, in modo speciale al Signor Presidente della Repubblica e agli Organi del Potere Regionale.

Saluto il vostro Pastore, Don Teodoro, in venerabile amicizia e profonda gratitudine per il suo invito e per le pregnanti parole di benvenuto che mi ha rivolto all'inizio di questa celebrazione. Saluto affettuosamente i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, tutti i figli di questo Arcipelago di Madeira che vivono qui o che sono emigrati lontano.

Centro turistico universalmente noto come la "Perla dell'Atlantico", per la grande bellezza con cui il Creatore ha rivestito gli scenari di queste isole, per i cuori ospitali dei loro abitanti e per il dono del riposo e della salute qui ritrovati, la vostra terra è ambita da un gran numero di uomini e donne di diversa provenienza, tradizioni e credi, e vi offre la possibilità di donare alle vostre vite, nel tempo libero, l'Assoluto di Dio, con "le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio" (Col 3,1). Infatti, i cristiani hanno in ciò un ruolo fondamentale da svolgere, in quanto contribuiscono a dare all'impiego del tempo libero il proprio autentico inquadramento etico e spirituale: un tempo propizio allo sviluppo dei valori umani e alla ricerca e contemplazione di Dio.


5. Non è certamente privo di significato che il Signore della Storia abbia permesso all'umanità di questo secolo di entrare nella "civiltà del riposo", offrendo a molti la possibilità di un nuovo spazio di vita, parallelo al periodo di lavoro, ossia il tempo libero, che, in molti Paesi, a causa dell'era tecnologica, già supera per durata ed importanza, il tempo di lavoro.

L'uomo creato a immagine di Dio è chiamato a realizzare nella sua vita tanto la dimensione attiva del Creatore, come quella dell'incontro tranquillo, gioioso e festoso con le Sue opere: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona... Allora Dio nel settimo giorno porto a termine il lavoro che aveva fatto e cesso nel settimo giorno da ogni suo lavoro" (Gn 1,31 Gn 2,2).

Potremmo dire che il nostro secolo si è rivelato portentoso nella prima dimensione, ma molto manchevole nella seconda. Di conseguenza, il progresso creato dalla tecnica, si è limitato quasi esclusivamente a "dominare" la natura e i suoi prodotti, ma non è progredito allo stesso modo nel "dominio" che l'uomo è chiamato a esercitare sul suo destino. Al contrario, si verifica una marcata perdita di coscienza del proprio io e della sua dignità.

Purtroppo certe forme di lavoro produttivo tendono a spogliare lo stesso lavoro della sua dimensione umana a favore della propria efficienza tecnica, presentandosi come un'esperienza arida, ridotta all'automatismo di gesti e movimenti meccanici, scanditi da un ritmo obbligato, priva di rapporti umani e in seno alla quale diventa difficile esprimere la propria identità. E' indispensabile che il tempo libero riacquisti le dimensioni di umanità che il lavoro ha perduto.


6. In particolare, il tempo libero dovrà permettere all'uomo di trovare la possibilità di realizzare l'autentico umanesimo, qual è quello dell' "uomo pasquale", che la Chiesa annuncia e testimonia, risplendente di Vita Nuova, che lo libera dal peccato e gli apre gli orizzonti dell'eternità, trovando in Dio il riposo a misura del suo cuore inquieto (cfr. Sant'Agostino, Confessioni, I,1). In verità il Signore, in quanto essere assolutamente buono, riposa in Se stesso, nella Sua pienezza; l'uomo, immagine di Dio, potrà riposare solo in Dio, in Cui trova il suo significato e la sua santità.

L'"uomo pasquale" non ha bisogno di falsi infiniti, o di superlativi del più bello, del più grande e del più emozionante, perché lui sa che la sua illimitata libertà è racchiusa e contenuta nella celebrazione dell'Evento Pasquale: la Pasqua possiede e conferisce la libertà che anima il tempo libero come suo principio più intimo. Da questa libertà pasquale nasce quella supremazia di vita cristiana che diffonde e dà tranquillità, ossia, che porta al riposo e che lo suscita. "Redento da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo, infatti, può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve: le vede come uscire dalle sue mani e le rispetta. Di esse ringrazia il divino benefattore e, usando e godendo delle creature in spirito di povertà e di libertà, viene introdotto nel vero possesso del mondo, come qualcuno che non ha niente e che possiede tutto: "Tutto, è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" (1Co 3,22-23)" (GS 37).

Così l'uomo nuovo in dignità, contemplazione e adorazione, si consegna fiducioso a Dio, in una grande festa di tutta la creazione rinnovata. Si celebra lo splendore rinnovato e la bontà piena del mondo in Dio: Cristo risorto, nella Sua grazia infinita, libera gli uomini dai loro limiti. La Pasqua è la nuova creazione del mondo e dell'uomo. Tutto ciò lo celebriamo nell'Eucaristia domenicale: il nuovo, il creativo, il riposante, finché "venga il nostro salvatore Gesù Cristo" (Ordinario della Messa, dopo il Padre Nostro).


7. "Uomini di Galilea perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo" (Ac 1,11).

Con queste parole termina il resoconto dell'Ascensione del Signore.

Prima, lo stesso Cristo aveva detto: "Non vi lascero orfani, ritornero da voi" (Jn 14,18), affermazione che potremmo attribuire soltanto alle apparizioni in quei 40 giorni successivi alla Risurrezione. Ma no! Infatti, quando già saliva definitivamente al Padre, Egli disse: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).

Questo "lo sono con voi" ha la forza del Nome di Dio. "Io sono con voi" come Figlio nel Padre (o, alla destra del Padre), e "Io sono con voi" (vale a dire con la Chiesa e con il mondo) nel potere dello Spirito Santo. Grazie a questo potere, il nostro rimanere nella fede cristiana ha carattere di attesa della Sua Venuta: la Seconda e definitiva Venuta di Cristo Salvatore. Tale attesa, pero non è passiva: essa costituisce l'edificazione del Corpo di Cristo. L'umanità deve dare questo "Corpo" definitivo ed escatologico a Colui che ha assunto il corpo, facendosi Uomo nel seno della Vergine Maria. Non restiamo, quindi, passivamente in sua attesa! In ogni momento, nel lavoro e nel tempo libero, nella tua terra o viaggiando in altri luoghi, quando accogli gli altri o accetti la loro ospitalità, tu sei araldo itinerante di Cristo! Dobbiamo giungere "tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio". Dobbiamo arrivare "allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo" (Ep 4,13).

L'Ascensione del Signore è, alla luce della Liturgia di oggi, la solennità della maturazione nello Spirito Santo per la "Pienezza di Cristo". Gesù ci conduce al Padre: Egli stesso resta il Pastore Eterno delle nostre anime (cfr.


1P 2,25). Sempre sia lodato. Amen.(Traduzione dal portoghese)

Data: 1991-05-12
Domenica 12 Maggio 1991

La recita della preghiera mariana al termine della celebrazione eucaristica - Funchal, Isola di Madeira (Portogallo)

Titolo: I mezzi della comunicazione sociale siano al servizio della famiglia umana

Carissimi fratelli e sorelle,


1. Concludendo la nostra Celebrazione Eucaristica nel giorno dell'Ascensione del Signore al cielo, il nostro pensiero si eleva alla Vergine Maria, come se stessimo per ritornare insieme, sul cammino del Cenacolo. E' la devozione tradizionale delle Ave Maria, nella sua forma pasquale Regina Coeli.

A Lei, dai tempi più remoti, sono stati affidati i figli e le figlie della diocesi di Funchal, come testimonia la vostra Cattedrale di Nostra Signora dell'Assunzione, mettendo al sicuro i vostri tesori più preziosi: la fede e la comunità cristiana dove avete incontrato le fonti della salvezza. Lo testimoniano nicchie e cappelle ai crocevia... Ma è, in modo particolare, la Signora del Monte che dall'alto vigila e accoglie il cuore degli abitanti di Madeira. Gli uomini hanno bisogno di Maria! In Lei troviamo, infatti, accesso al Cuore di Suo Figlio, l'unico luogo dove potrà trovare pace la nostra inquietudine, dove troveranno conforto i nostri dolori, vigore e costanza i nostri propositi di vita coerente con i valori evangelici.

Pregate con fervore Maria Santissima! SentiteLa al vostro fianco e consacratevi a Lei, rinnovandoLe durante il giorno la vostra fiducia e il vostro affetto, perché vi accompagni nelle vicende quotidiane. Il Suo ricordo sia vivo nelle famiglie, specialmente nella recita giornaliera del Rosario. E' un incontro quotidiano al quale Io e Lei non manchiamo: se vorrete essere vicini al cuore del Papa per alcuni momenti, vi propongo l'ora del Rosario, in cui vi ricordo tutti alla Vergine Maria, e gradirei mi ricordaste a Lei nello stesso modo.


2. Da questo Stadio dos Barreiros, si moltiplica e si estende a tutto il mondo l'atto di comunione e solidarietà che, alla presenza di Dio, realizziamo qui in favore degli uomini. E' il miracolo compiuto quotidianamente dai mezzi di comunicazione sociale "che sta unificando l'umanità rendendola - come si suol dire -"un villaggio globale"" (RMi 37). Proprio oggi, la Chiesa celebra la XXV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, mettendo in evidenza, soprattutto quest'anno, che essi devono servire per la vera unità e progresso della famiglia umana. Ma questo impone, non solo a quelli che lavorano in questo settore, ma anche a chi riceve il messaggio, un chiaro discernimento e senso di responsabilità morale.

Esorto specialmente i professionisti di questo settore a rispettare l'imperativo etico che lo legittima al servizio degli uomini: guidarci verso una maggiore fraternità e comprensione reciproca, e aiutarci a progredire nella ricerca del nostro destino umano di amati figli e figlie di Dio.


3. Affidiamo tutti coloro che sono impegnati o coinvolti nell'uso dei mass-media, alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre degli uomini, acclamata dal popolo cristiano come "Porta del cielo", perché è stata degna di portare nel suo ventre Colui che vittorioso sulla morte ha aperto, attraverso il "velo" della Sua carne, un cammino nuovo e vivo affinché gli uomini, con fondata speranza, possano accedere al Padre (cfr. He 10,19-20). A Lei dedichiamo il nostro gioioso inno pasquale, che vogliamo far risuonare in tutti gli angoli della Terra.

(Traduzione dal portoghese)

Data: 1991-05-12
Domenica 12 Maggio 1991

Il saluto durante la veglia mariana nel Santuario di Fatima - Portogallo

Titolo: "Amata Madre, aiutaci in questo deserto senza Dio"

Signor Vescovo di Leiria-Fatima, Don Alberto, Signori Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, Amati fratelli e sorelle, pellegrini di Nostra Signora di Fatima! Ci sentiamo bene qui, nella Casa di Maria... Questa enorme moltitudine di pellegrini con le candele della fede accese e il rosario fra le mani mi conferma che sono giunto a Fatima, al Santuario della Madre di Dio e degli uomini.

Spetta a Don Alberto, come guida di questa Diocesi benedetta, fare gli onori di casa. Gli sono molto grato per il cordiale saluto di Benvenuto.

Vengo ad inginocchiarmi, ancora una volta, ai piedi di nostra Signora di Fatima, rendendoLe grazie per la Sua rivelazione sul cammino degli uomini e delle Nazioni e per le meraviglie e le benedizioni dell'Onnipotente compiute in Lei, l'Onnipotenza supplicante. Viva sempre nei vostri cuori Gesù Cristo, come fascio di luce che indica il cammino verso la Terra Promessa!


1. "Salve, Madre Santa: Tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno"! (Solennità della Madre di Dio: antifona d'Ingresso).

In quel giorno memorabile, il 25 marzo 1984, Tu, Madre Santa, ci hai concesso la grazia di una Tua Visita alla nostra casa, la Basilica di San Pietro, affinché potessimo porre nel Tuo Cuore Immacolato il nostro Atto di consacrazione del mondo, della grande famiglia umana, di tutti i popoli.

Oggi, con questa moltitudine di fratelli, sono venuto presso il Tuo Trono ad acclamarti: Salve Madre Santa! Salve, speranza sicura che mai delude! Totus tuus, Madre! Grazie, Madre Celeste, per aver guidato con affetto materno i popoli verso la libertà! A Voi, o Maria totalmente dipendente da Dio e orientata verso di Lui, accanto al suo e al vostro Figlio, Vi salutiamo come "l'icona più perfetta della libertà e della liberazione dell'umanità e del cosmo" (Congr.

Dottr. Fede, Istruzione su libertà cristiana e liberazione, 97)!


2. Amati fratelli e sorelle! Nel cammino verso l'Aldilà, spinti dalla forza inesorabile del tempo, abbiamo bisogno di verificare l'orientamento, il significato di Dio, affinché i nostri passi di pellegrini non si arrestino né sbaglino strada, le nostre spalle non portino altro peso che non sia quello di Gesù Cristo. S'impone una pausa, un momento di raccoglimento, di trasformazione personale, di rinnovamento interiore.

Fatima, nel suo messaggio e nella sua benedizione, costituisce conversione a Dio.

In questo luogo si sente e si testimonia la Redenzione dell'uomo, per intercessione e con l'ausilio di Colei che con il suo piede di Vergine ha sempre schiacciato e sempre schiaccerà la testa dell'antico serpente.

Qui si può trovare il punto di riferimento per la testimonianza di molti uomini e donne che, in circostanze difficili e spesso persino nella persecuzione e nel dolore, sono rimasti fedeli a Dio, con gli occhi e il cuore rivolti alla Vergine Maria, che "primeggia tra gli umili ed i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza" (LG 55). Nostra Signora è stata, infatti, per le moltitudini di credenti, tanto duramente provati nella sventura, il pegno per eccellenza della sua fedeltà e la certezza della salvezza, dato che "a causa di Eva, si è chiusa agli uomini la porta del cielo, ma grazie a Maria, è stata aperta di nuovo a tutti" (Lodi a Nostra Signora: antifona al Benedictus).

In verità, "il nodo della disobbedienza di Eva fu sciolto dall'obbedienza di Maria e quello che la Vergine Eva ha legato con la sua incredulità, la Vergine Maria ha sciolto con la sua fede" (Sant'Ireneo, Adversus Haereses, III,22,4). Fede, si, nella Parola di Dio, fede incondizionata, pronta e gioiosa, che la scena dell'Annunciazione esprime con particolare eloquenza: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38).

E il Verbo si fece carne ed abito fra noi! La Vergine Maria diede alla luce un Figlio, che le Sacre Scritture salutarono come Emanuele, che significa Dio fra noi (cfr. Is 7,14 Mt 1,21-23).


3. O Madre dell'Emanuele "mostraci Gesù, Frutto benedetto del Tuo ventre!".

Tutta la vita di Maria, dal cui seno si è sprigionata e ha brillato "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Jn 1,9), si svolge in comunione intima con quella di Gesù. "...mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti piena di sollecitudine familiare e di lavoro, era sempre intimamente unita al figlio suo" (AA 4), restando in intimità con il mistero del Redentore.

Lungo questo cammino di collaborazione nell'opera di redenzione, la sua maternità "conosceva una singolare trasformazione, colmandosi sempre più di "ardente carità" verso tutti coloro a cui era rivolta la missione di Cristo" (RMA 39), e per i quali e nel Quale, si vede consacrata Madre, ai piedi della croce: "Ecco tuo figlio"! Infatti, avendo Ella generato Cristo, Capo del Corpo Mistico, doveva anche generare le membra del medesimo Corpo. perciò "Maria abbraccia, con la sua nuova maternità nello Spirito, tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa" (RMA 47). La Chiesa, da parte sua, non cessa di consacrarglieli.

Vi esorto, amati fratelli, a perseverare in questa devozione a Maria. Quanto più viviamo e cresciamo nella disponibilità ad affidarci, tanto più Maria ci avvicina alle "imperscrutabili ricchezze di Cristo" (Ep 3,8) e, in questo modo, ci rende capaci di riconoscere sempre più, in tutta la sua pienezza, la nostra dignità e il significato ultimo della nostra vocazione, perché solo Cristo "svela anche pienamente l'uomo all'uomo" (GS 22). Nella maternità spirituale di Maria, noi veniamo adottati come figli nel Figlio, il primogenito di molti fratelli. Trascendiamo da noi stessi e liberiamoci per formare una famiglia, autentica comunità umana, orientata verso il suo destino ultimo - Dio stesso che sarà "tutto in tutti" (1Co 15,28).

Maria, aiuta i tuoi figli, in questi anni di Avvento del Terzo Millennio, perché incontrino, in Cristo, la via del ritorno alla Casa del Padre comune!


4. "Salve, Madre Santa: Tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno"! In questa notte di Veglia, con le candele della fede accese, la Chiesa leva a Te un'ardente preghiera a favore degli uomini, affinché, con umile disponibilità e coraggiosa fiducia, possano orientarsi lungo la via della salvezza. Amata Madre, aiutaci in questo deserto senza Dio, dove sembrano perdute la nostra generazione e la generazione dei suoi figli, perché finalmente ritrovino le Fonti divine della propria vita e in esse riposino.

Nel rispetto delle proprie radici cristiane e nel desiderio profondo di Gesù Cristo che s'innalza dal cuore dell'uomo, vogliamo ora trovare le vie che i popoli dell'intero continente europeo devono percorrere. Benedici, inoltre, Madre della Chiesa e Signora di Fatima, la prossima Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Europa. Il fatto che Nostra Signora abbia scelto questo Paese per manifestare la sua protezione materna per l'umanità, è una garanzia che il Portogallo custodirà sempre quanto ha di più prezioso: la fede.

La fede è la luce suprema dell'umanità! Che risplenda sempre più forte e penetri nel profondo l'anima di questo amato popolo e i diversi ambiti socio-culturali della sua esistenza! Si impegnino tutti - adulti e anziani, giovani e bambini - a conservare un cuore puro e saldo, come il Tuo Cuore Immacolato, al servizio del Vangelo! Accogli, Madre di Dio e Madre di tutti i figli di Eva, questa Veglia di Preghiera in tuo onore e a gloria della Santissima Trinità, Luce senza tramonto che i nostri passi, ansiosi e spesso incerti, reclamano. Vergine di Fatima, cammina con noi! Prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte! Amen! (Traduzione dal portoghese)

Data: 1991-05-12
Domenica 12 Maggio 1991


GPII 1991 Insegnamenti - L'omelia durante la celebrazione della parola - Ponta Delgada (Portogallo)