GPII 1992 Insegnamenti



Giovanni Paolo II

1992 Insegnamenti



Ai fedeli, Basilica di San Pietro - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: 1992: anno delle nuove vie del Vangelo




1. "Ti benedica il Signore e ti protegga" (Nb 6,24). "Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace" (Nb 6,24-26). Questa è la benedizione che Mosè ha ricevuto per il suo popolo, Israele. Oggi, primo giorno del Nuovo Anno, la Chiesa, celebrando la Giornata Mondiale della Pace, istituita dal mio predecessore Paolo VI esattamente venticinque anni or sono, rinnova questa benedizione con le parole della Liturgia. Invoca la benedizione di Dio sull'intera famiglia umana, disseminata per tutta la terra; su ogni popolo e nazione. Ed invita ad implorare l'aiuto divino quanti aspirano a condizioni di giustizia e di pace ed operano con costante vigore per costruire una società mondiale a misura d'uomo. "I credenti uniti nella costruzione della pace" è il tema del Messaggio di quest'anno, che mette in luce, tra l'altro, la forza della preghiera e "la necessità di una preghiera intensa ed umile, fiduciosa e perseverante, se si vuole che il mondo diventi una dimora di pace: la preghiera è per eccellenza la forza per implorarla ed ottenerla" (Messaggio per la XXV Giornata Mondiale della Pace, 4). "Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace". La Chiesa pronuncia queste parole nel nome di Gesù Cristo oggi, durante l'Ottava di Natale, proprio nel giorno in cui il Figlio di Dio, appena Nato, riceve il nome di Gesù, il Salvatore. In lui l'Antica Alleanza si compie nell'Alleanza Nuova, e la benedizione abbraccia l'intera umanità. Gesù Cristo è Redentore dell'uomo.

Redemptor hominis.


2. Egli è il Verbo Eterno, il Figlio consostanziale col Padre. E' il Verbo di Dio, nel quale il Padre ha detto all'umanità, ad ogni creatura, la parola ultima e definitiva della salvezza, salvezza a cui ogni uomo è chiamato. "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte... per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (He 1,1-2). Nel Figlio la pienezza divina del tempo si è avvicinata alle misure umane del tempo e della storia. Il Verbo non è stato soltanto "detto"; è nato per noi: nato da donna.

Nella sua nascita, egli è stato "inviato": immesso nella storia degli uomini, "perché noi ricevessimo l'adozione a figli" (Ga 4,5) - in Lui, Figlio Unigenito.

"L'adozione a figli", l'ineffabile dono del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: ecco il nucleo sostanziale della Salvezza. In essa pulsa la vita nuova, la vita che è pienezza della vita. Uomo salvato - vuol dire uomo introdotto nella partecipazione alla vita di Dio stesso. In questo modo si riempie di senso definitivo ciò che l'uomo è, sin dal momento della creazione: creato "ad immagine e somiglianza" di Dio stesso (cfr. Gn 1,27). Fuori di tale verità sul suo essere, egli non può raggiungere per sé la pienezza. Il Messaggio del Figlio è quindi pieno di un essenziale contenuto che concerne la nostra esistenza. Lo Spirito Santo, che è lo Spirito del Padre e del Figlio, realizza in ciascuno di noi l'adozione divina a figli. Ne diventa espressione il nome "Abbà, Padre!" (Ga 4,6), che tutti pronunciamo insieme con l'Unigenito Figlio: nome che rende testimonianza alla nostra salvezza.


3. Iniziando un nuovo anno, la Comunità cristiana non può dimenticare questa universale eredità, destinata a tutti gli uomini e a tutti i popoli senza distinzione di razza, lingua o cultura. Non lo può dimenticare, e per questo proprio oggi si rivolge a Colei che della Chiesa è "prototipo". A Colei che, in virtù di una particolare elezione e "per opera" dello Spirito Santo, è la Madre: Madre di Dio (Theotokos). Ella è la pienezza della "memoria" della Chiesa. "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). Una singolare profondità della memoria di tutto ciò che è umano è connessa all'evento della maternità. E noi oggi rievochiamo tale realtà mentre festeggiamo la maternità di Maria. La maternità: a Betlemme e poi sul Golgota, sino al compimento del Sacrificio della Croce del Figlio. Sacrificio che costituisce il prezzo dell'eredità divina di tutti gli uomini, il prezzo della nostra adozione a figli.


4. Da cinquecento anni il mistero di Cristo-Salvatore dell'uomo è presente tra i popoli del Continente americano, di cui niente si conosceva nel vecchio mondo, prima del 1492. La scoperta dell'America coincide con l'inizio dell'evangelizzazione di quella nuova terra. Da allora il mistero della salvezza, rivelato per l'intera umanità nel Verbo fatto carne, comincio a dirigersi verso nuovi popoli, con i quali l'Europa prima non aveva avuto alcun contatto. Quei popoli, pero, erano conosciuti sin dall'eternità da Dio, e da lui sempre abbracciati con la paternità che il Figlio ha rivelato "nella pienezza del tempo" (cfr. Ga 4,4). La Chiesa desidera dare risalto a tale ricorrenza e, pertanto, invita tutti a dare nuovo impulso all'opera dell'evangelizzazione nel corso dell'intero anno 1992. Come è avvenuto altrove, il Vangelo ha, infatti, accompagnato anche lo sviluppo delle popolazioni latino-americane fra le quali il messaggio della salvezza è echeggiato mediante la testimonianza di infaticabili missionari ed apostoli. Rendiamo grazie al Signore per la costante e soprannaturale assistenza con cui egli ha guidato il cammino del popolo cristiano lungo i passati cinquecento anni. Ribadiamo, allo stesso tempo, la nostra volontà e l'impegno a portare avanti l'insostituibile servizio della evangelizzazione. Si rende oggi necessaria, come il recente Sinodo dei Vescovi per l'Europa ha sottolineato, una nuova evangelizzazione che riproponga con fedeltà il nucleo fondamentale del Cristianesimo: "Dio ti ama, Cristo è venuto per te" (CL 34). Ecco il compito di tutte le componenti del popolo di Dio, compito apostolico che presuppone e richiede fedeltà a Cristo, paziente disponibilità e capacità di intuizione dei "segni dei tempi", unità di sentimenti, dialogo e costante attenzione ai bisogni dell'uomo. Domanda sopra ogni cosa ascolto e docilità verso lo Spirito Santo che abita nei credenti e che distribuisce i suoi doni secondo la sua volontà (cfr. He 2,4). Per questo, all'inizio del Nuovo Anno, invochiamo lo Spirito di Dio, perché ci guidi sui sentieri della fedeltà e della comunione. E lo invochiamo mediante l'intercessione dell'umile Vergine Maria, Madre del Verbo Incarnato e "tempio dello Spirito Santo" (LG 53).


5. E' a Maria che la Chiesa guarda oggi con speranza, contemplando in Lei la profondità della memoria delle "grandi opere di Dio" (cfr. Ac 2,11). Maria meditava allora e continua ancor ora a meditare con il cuore di Madre, un cuore sensibile a ogni dolore e sofferenza, a ogni ingiustizia compiuta dall'uomo sull'uomo. Nella materna "memoria" della Madre di Dio si conserva l'umana sofferenza già presente nel mistero della Croce del suo proprio Figlio. Nella forza della croce l'uomo di ogni tempo e ovunque viva "riceve su questa terra l'adozione a figlio". E può gridare: "Abbà, Padre!". Si, rallegriamoci, poiché tanti nostri fratelli e sorelle nel Continente latino-americano, in un'altra parte dell'altro emisfero, per opera del Figlio e sotto ispirazione dello Spirito Santo, possono esclamare verso Dio: "Abbà, Padre!". Oh, anno singolare, anno anniversario di grandi cambiamenti nella storia dell'umanità, anno delle nuove vie del Vangelo della nostra salvezza, - che la Madre di Dio ti accompagni con la sua materna protezione, - che il Signore ti benedica e ti custodisca, che ti dia la sua grazia. Che rivolga a te il suo volto e che ti dia la pace! Amen.

Data: 1992-01-01 Data estesa: Mercoledi 1 Gennaio 1992

Ai fedeli, Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Tutta l'Europa deve sentirsi colpita ed umiliata da tanta crudeltà. Aggredire un popolo è sempre immorale

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Oggi, primo giorno del 1992, celebriamo, come ogni anno, la Giornata Mondiale della Pace, istituita dal mio predecessore Paolo VI, esattamente venticinque anni or sono. Dando avvio a tale iniziativa, che tanto interesse ha destato in molte parti del mondo, egli esprimeva il desiderio che "ogni anno questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa, all'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo", affinché, "sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia" (Insegnamenti di Paolo VI, vol. V, 1967, p. 620). Il tema dell'odierna Giornata, "I credenti uniti nella costruzione della pace", mette in luce il necessario contributo che i credenti sono chiamati ad offrire alla realizzazione di una società mondiale realmente fraterna e solidale. Esso ricorda innanzitutto che la pace è dono di Dio; va implorata con incessante preghiera, sostenuta con un dialogo paziente e rispettoso, costruita con una collaborazione aperta alla verità e alla giustizia e sempre attenta alle legittime aspirazioni delle persone e dei popoli. Ringraziamo il Signore per la sua costante assistenza ed imploriamo da lui il dono della pace per ogni popolo e nazione.


2. Nel clima natalizio di questi giorni, formulo a voi, carissimi fratelli e sorelle, e agli uomini e alle donne di ogni Continente, fervidi auguri di sereno e felice Anno Nuovo, un anno illuminato dal "Vangelo della pace" (Ep 6,15), che il Redentore è venuto a recare sulla terra. Un anno ricco di consolazione e di gioia soprattutto per coloro che soffrono a causa della guerra, della malattia, dell'ingiustizia, della solitudine. Il mio pensiero raggiunge in questo momento, in modo speciale, i fratelli e le sorelle di Jugoslavia. La nostra compassione e la nostra solidarietà vanno a quanti sono i più colpiti da una guerra civile che sembra calpestare le più elementari norme umanitarie. Le notizie che ci pervengono, di distruzione e di massacri di persone innocenti, sono raccapriccianti. Tutta l'Europa deve sentirsi colpita ed umiliata da tanta crudeltà! In questa Giornata Mondiale di preghiera per la Pace, invito tutti i cattolici del mondo intero - e con loro i fratelli delle altre Confessioni cristiane e tutti i credenti in Dio - ad unirsi, con serio e rinnovato impegno, in una catena ininterrotta di preghiera per la pace e la riconciliazione in Jugoslavia. Che quanti soffrono - in particolare le popolazioni della Croazia - sappiano che non sono lasciati soli! Rinnovo il mio appello anche ai Responsabili politici dell'Europa e del Mondo a prendere nuove misure ed iniziative affinché al linguaggio delle armi succeda l'opera di una paziente costruzione della pace.

Tutti i popoli hanno il diritto di essere rispettati nelle loro specificità e nelle loro scelte legittime! Tutti i popoli hanno il diritto di poter vivere in pace! Aggredire un popolo è sempre immorale! Affidiamo queste ardenti aspirazioni ed i nostri auguri per il Nuovo Anno a Maria. La liturgia di oggi ci invita a venerarla sotto il titolo di Madre di Dio, Madre del Verbo incarnato. A lei, Madre della Chiesa e Regina della pace, ci rivolgiamo fiduciosi. Invochiamo la sua presenza materna, il suo costante aiuto, la sua bontà colma di tenerezza e di misericordia.

Mentre ringraziamo la Provvidenza divina per il 1991 ormai concluso, affidiamo alla celeste protezione della Vergine Santissima l'Anno appena iniziato, carico di speranze.

Cammina con noi, Madre di Dio; prega per noi, Regina della Pace!

Data: 1992-01-01 Data estesa: Mercoledi 1 Gennaio 1992

Città del Vaticano - Roma

Titolo: Messaggio per la Giornata della Pace, 1992

L'aspirazione alla pace è insita nella natura umana e si ritrova nelle diverse religioni. Essa si esprime nel desiderio di ordine e tranquillità, nell'atteggiamento di disponibilità verso l'altro, nella collaborazione e compartecipazione basate sul reciproco rispetto. Tali valori, suggeriti dalla legge naturale e riproposti dalle religioni, esigono per svilupparsi il solidale apporto di tutti: degli uomini politici, dei dirigenti di Organismi internazionali, degli imprenditori e dei lavoratori, dei gruppi associati e dei privati cittadini. Si tratta di un preciso dovere per tutti, che ancor più li obbliga se sono credenti: testimoniare la pace, operare e pregare per essa è proprio di un coerente comportamento religioso.

Ciò spiega perché anche nei libri sacri delle diverse religioni il riferimento alla pace occupa un posto rilevante nel quadro della vita dell'uomo e degli stessi suoi rapporti con Dio... Convinto di questa convergenza intorno a tale valore, cinque anni fa mi rivolsi ai responsabili delle Chiese cristiane e delle grandi religioni del mondo per invitarli ad uno speciale incontro di preghiera per la pace, che fu celebrato ad Assisi. Il ricordo di quell'evento significativo mi ha suggerito di riprendere e riproporre il tema della solidarietà dei credenti per la stessa causa. ...Dobbiamo mantenere vivo il genuino "spirito di Assisi" non solo per un dovere di coerenza e di fedeltà, ma anche per offrire un motivo di speranza alle future generazioni. Nella Città del Poverello abbiamo iniziato un cammino comune che deve proseguire, senza escludere ovviamente la ricerca di altre vie e di nuovi mezzi per una solida pace, edificata su fondamenti spirituali.

Prima pero di ricorrere alle risorse umane, voglio riaffermare la necessità di una preghiera intensa ed umile, fiduciosa e perseverante, se si vuole che il mondo diventi finalmente una dimora di pace: la preghiera è per eccellenza la forza per implorarla ed ottenerla... ...La preghiera è il vincolo che più efficacemente ci unisce: grazie ad essa i credenti si incontrano laddove diseguaglianze, incomprensioni, rancori e ostilità sono superati, cioè davanti a Dio, Signore e Padre di tutti. Essa, in quanto espressione autentica del retto rapporto con Dio e con gli altri, è già un apporto positivo alla pace...

...Senza ignorare né sminuire le differenze, la Chiesa è convinta che, in ordine alla promozione della pace, ci siano alcuni elementi o aspetti che possono essere utilmente sviluppati e realizzati insieme con i seguaci di altre fedi e confessioni. A questo tendono i contatti inter-religiosi e, in modo del tutto speciale, il dialogo ecumenico...

...La pace è un bene fondamentale che comporta il rispetto e la promozione dei valori essenziali dell'uomo: il diritto alla vita in tutte le fasi del suo sviluppo; il diritto alla considerazione indipendentemente dalla razza, dal sesso e dalle convinzioni religiose; il diritto ai beni materiali necessari alla vita; il diritto al lavoro e all'equa ripartizione dei suoi frutti per una convivenza ordinata e solidale. Come uomini, come credenti e ancor più come cristiani dobbiamo sentirci impegnati a vivere questi valori di giustizia, che trovano il loro coronamento nel precetto supremo della carità: "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,39)...

...Sarebbe aberrante se le religioni o gruppi di loro seguaci, nell'interpretazione e pratica delle rispettive fedi, si lasciassero andare a forme di fondamentalismo e di fanatismo, giustificando con motivazioni religiose le lotte e i conflitti con gli altri. Se c'è una lotta degna dell'uomo, è quella contro le proprie passioni disordinate, contro ogni specie di egoismo, contro i tentativi di prevaricazione sull'altro, contro ogni tipo di odio e di violenza: in una parola, contro tutto ciò che è l'esatto contrario della pace e della riconciliazione.

Esorto, infine, i responsabili delle Nazioni e della Comunità internazionale a dimostrare sempre il più grande rispetto per la coscienza religiosa di ogni uomo e per il qualificato contributo della religione al progresso della civiltà e allo sviluppo dei popoli. Essi non dovranno cedere alla tentazione di servirsi delle religioni, strumentalizzandole quale mezzo del loro potere, specialmente quando si tratta di opporsi militarmente all'avversario.

Esorto nuovamente le pubbliche Autorità ad adoperarsi con vigile senso di responsabilità per prevenire guerre e conflitti, per far trionfare il diritto e la giustizia, e favorire al tempo stesso uno sviluppo che ridondi a beneficio di tutti e, in primo luogo, di coloro che sono stretti dalle catene della miseria, della fame e della sofferenza. Meritano apprezzamento i progressi già fatti nella riduzione degli armamenti: le risorse economiche e finanziarie, finora impiegate per la produzione e il commercio di tanti strumenti di morte, potranno essere utilizzate in favore dell'uomo e non più contro l'uomo!...

A questo punto non posso omettere un invito particolare destinato a tutti i cristiani. La comune fede in Cristo Signore ci impegna a rendere una concorde testimonianza al "Vangelo della pace" (Ep 6,15). Tocca a noi, in primo luogo, di aprirci agli altri credenti per intraprendere unitamente a loro, con coraggio e perseveranza, l'opera grandiosa di costruire quella pace che il mondo desidera, ma che in definitiva non sa darsi. "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", ci ha detto Gesù (Jn 14,27). Tale promessa divina ci infonde la speranza, anzi la certezza della speranza divina che la pace è possibile, perché nulla è impossibile a Dio (cfr. Lc 1,37). La vera pace, infatti, è sempre un dono di Dio, e per noi cristiani è dono prezioso del Signore Risorto (cfr. Jn 20,19 Jn 20,26).

(Dal Messaggio per la Giornata della Pace, 1992)

Data: 1992-01-01 Data estesa: Mercoledi 1 Gennaio 1992

Discorso ai Vescovi della Basilicata in visita "ad limina" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Un nuovo stile di fare Chiesa per rispondere in maniera adeguata alle numerose sfide dell'epoca attuale




1. "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te" (Is 60,1). Queste parole del Libro di Isaia, che saranno proclamate dopodomani nella solenne liturgia dell'Epifania del Signore, costituiscono un annuncio di profondo rinnovamento religioso e un invito a vivere nella gioia il Mistero del Natale. Venerati fratelli nell'Episcopato, ricevendovi ora insieme dopo aver avuto l'opportunità di incontrarvi singolarmente, sono lieto di poter condividere con voi questo intimo gaudio spirituale. Saluto ciascuno di voi con stima ed affetto nel nome di Cristo, "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Jn 1,9), e sono contento che questa vostra Visita ad limina si svolga nel clima festoso del tempo natalizio ed all'alba del nuovo Anno. Auguro di cuore che il 1992 sia per voi e per l'intero popolo della Lucania, popolo accogliente e solerte, un anno di serenità e di pace. Ringrazio per le cordiali espressioni che mi ha rivolto, a nome di voi tutti, il carissimo Mons. Giuseppe Vairo, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, e Presidente della vostra Conferenza Episcopale. Ho ancora vivo nello spirito il ricordo dei miei pellegrinaggi nella vostra Terra. Conservo nel cuore le immagini di dolore e di preoccupazione provocate dal grave sisma del 1980, e le testimonianze di impegno e di speranza con cui la Basilicata mi si è presentata il 28 e il 29 aprile dello scorso anno.

Vorrei far giungere, in questo momento, un cordiale e grato pensiero ad ogni Comunità a voi affidata. Saluto soprattutto i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i Laici attivamente impegnati nell'apostolato e coloro che, a vario titolo, si prodigano al servizio dell'evangelizzazione.


2. Le Feste natalizie ci spingono a meditare in maniera più sentita sul Mistero dell'Incarnazione: Dio si è fatto uomo per l'intera umanità e tutti gli esseri umani sono chiamati a riconoscerlo e ad accoglierlo. Ben consci di questa verità, che costituisce il nucleo fondamentale e perenne del messaggio salvifico, voi, carissimi fratelli, vi sforzate a condurre la vostra gente ad una sempre più matura consapevolezza della vocazione e missione cristiana. In ogni vostra Diocesi, infatti, le Assemblee sinodali, da poco concluse o tuttora in corso, non mirano forse ad approfondire nei credenti tale coscienza missionaria? Ognuno deve fare propri, nel nome di Cristo, l'impegno e la fatica dell'evangelizzazione, divenendo protagonista di questa nuova fase della presenza della Chiesa in Italia.

"E' compito urgente della Chiesa - ha ricordato nella Dichiarazione conclusiva la recente Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi - offrire nuovamente agli uomini e alle donne dell'Europa il messaggio liberante del Vangelo". Perché ciò avvenga è richiesta la collaborazione di tutti. Occorre che il Vangelo, vissuto integralmente e proclamato con coraggio, sia offerto ovunque, ai singoli e alle Comunità. La nuova evangelizzazione attinge fedelmente "all'inesauribile tesoro della rivelazione compiuta una volta per sempre in Gesù Cristo" (Dichiarazione del Sinodo dei Vescovi per l'Europa), e ridesta negli uomini, talora affaticati dalle preoccupazioni quotidiane, il desiderio di "andare in cerca" di questo dono inestimabile. Chi lo trova, infatti, sicuramente va, vende tutti i suoi averi e lo compra (cfr. Mt 13,45-46).


3. Quanto grande, pertanto, è la responsabilità di ogni battezzato! Nelle vostre Diocesi, nelle quali state compiendo in questo periodo una visita pastorale, come prolungamento della mia visita dello scorso anno, non stancatevi di ripetere che è necessario incontrare personalmente Cristo vivo in mezzo a noi; bisogna conformarsi a Lui, aderendo integralmente al suo Vangelo e alle esigenze morali che da esso scaturiscono. Nella vostra Regione si avverte la necessità di "un nuovo stile di fare Chiesa" che sappia rispondere, in maniera adeguata, alle numerose sfide dell'epoca attuale. Sia vostra cura educare il popolo di Dio ad una fede matura che lo renda pronto e disponibile a costruire una società a dimensione d'uomo, superando le tentazioni dell'individualismo e del settorialismo. Vi incoraggio ad andare avanti in tale direzione, a camminare uniti, ricercando insieme le vie migliori per recare ai vostri fratelli lucani il Vangelo della speranza e della carità.


4. Nel corso del mio viaggio apostolico, come pure negli incontri di questi giorni, ho potuto constatare con ammirazione la convergenza d'intenti e la comune volontà missionaria che vi anima. Non mi è stato purtroppo possibile recarmi, come sarebbe stato mio desiderio, in tutte e sei le Diocesi della Lucania. Le ho, pero, tenute ben presenti nel mio spirito ed ho apprezzato la vitalità delle vostre popolazioni. Mi ha colpito il loro desiderio di fedeltà a Cristo e al Successore di Pietro. Mi sono reso conto di quanto importante sia il ruolo che voi, riuniti nella vostra Conferenza Episcopale, siete chiamati a svolgere, venendo incontro alle attese e alle esigenze dei fedeli, educandoli ad una attiva e responsabile partecipazione sociale. Le vostre Comunità ecclesiali, fortemente provate dal terremoto del 23 Novembre del 1980, hanno trovato nella sofferenza un'occasione di condivisione e di solidarietà, attingendo dalla carità cristiana la forza per risorgere dalle macerie provocate dal sisma. Il paziente lavoro di ricostruzione vi ha mostrato quanto sia indispensabile operare insieme. Ricostruire gli edifici ha richiesto l'impegno di tutti; lo stesso sforzo e un'intesa ancor maggiore sono necessari ora per proseguire quest'opera di rinnovamento morale da voi ardentemente auspicato.


5. Le iniziative comunitarie già intraprese - come ad esempio la formazione degli operatori pastorali negli ambiti della catechesi, della liturgia, del servizio, della cultura e del tempo libero in vista di scelte profetiche per un'educazione alla responsabilità - vi consentono di adeguare le attuali strutture ecclesiali, soprattutto quelle parrocchiali, alle nuove esigenze apostoliche, favorendo l'effettivo incontro e la collaborazione delle Associazioni e dei Movimenti apostolici di ogni Diocesi, in una costante comunione ecclesiale. Tutti corresponsabili nell'azione pastorale, perché tutti coinvolti nella medesima missione della Chiesa. Tutti chiamati a condividere le attese e le speranze dei propri fratelli, perché tutti protagonisti di una storia nuova, nella fedeltà ai valori della coerenza morale, della laboriosità e dell'amore al sacrificio, che costituiscono il patrimonio della vostra nobile e secolare tradizione. S'impone, in questo momento, un responsabile collegamento tra la religiosità tradizionale, vanto delle genti lucane, ed una pratica della fede che sappia entrare nel vivo delle situazioni moderne. All'opera della nuova evangelizzazione - ne sono certo - nessuno farà mancare il proprio apporto, restando sempre uniti in ciò che è essenziale, e pronti a condividere i molteplici doni e carismi, di cui Iddio ha arricchito ogni singola vostra Comunità. Penso naturalmente ai Sacerdoti, vostri primi collaboratori nel ministero pastorale, ai Religiosi e alle Religiose; penso, in maniera particolare, ad un Laicato maturo e responsabile, formato di giovani e di adulti. Unico sia il vostro intento: annunciare il Vangelo, promuovendo la dignità dell'uomo ed il rispetto della vita in ogni sua fase e momento, realizzando una effettiva solidarietà, aperta a chi soffre e ai meno abbienti, proclamando, al di sopra di tutto, il primato dell'Amore di Dio.


6. Non tralasciate di porre al centro di ogni piano pastorale la famiglia. Il nucleo familiare, quando è unito, tiene vivo il dialogo con le nuove generazioni; è il luogo naturale della maturazione della fede e la palestra delle virtù umane e cristiane. Difendete la famiglia! Essa costituisce il luogo del primo annuncio del Vangelo e, quale "Chiesa domestica", consente di crescere nella carità divina, sorgente di incessante rinnovamento personale e comunitario. Una seria e costante formazione al servizio gratuito, la ricerca di uno stile di vita sobrio e attento agli autentici valori, l'educazione all'accoglienza, alla fraternità e alla condivisione, costituiscono la migliore preparazione che si possa offrire ai giovani perché sappiano reagire con atteggiamenti maturi ai richiami della cultura del profitto, del consumismo e dell'edonismo. I giovani: voi guardate a loro con una certa apprensione. E' un mondo, quello giovanile, ricco di enormi potenzialità, ma posto di fronte a non poche difficoltà e contraddizioni. I giovani subiscono l'influsso della società dei consumi; appaiono, non di rado, fragili e incostanti, prigionieri della logica del "tutto e subito". Cedono talora a forme pericolose di devianza e di emarginazione sociale. Di fronte all'esperienza religiosa, poi, si mostrano generalmente interessati, anche se vi preoccupano una certa crescente loro indifferenza ed un inquietante deperimento del loro consenso intorno ai principi etici e agli ideali cristiani. Tuttavia, i giovani sono portatori delle attese dell'umanità e delle aspirazioni che vanno affermandosi nella storia. Hanno sete di libertà e di verità, di autenticità di rapporti e di amore per la pace, la solidarietà e il rispetto della natura.

Sognano un mondo più unito e più giusto: un mondo nuovo. Camminate con loro amandoli, sostenendoli e guidandoli sulla strada della verità e della libertà.

Conduceteli a Cristo. Rinnovate loro questa consegna che io lasciai nello stadio "Viviani" di Potenza, a conclusione del mio soggiorno nella vostra Regione: "Scoprire Dio, scoprire il Vangelo, incontrare il Salvatore è certamente - vi assicuro - un'avventura meravigliosa". Incoraggiateli, attraverso una saggia pastorale vocazionale, a rendersi disponibili per rispondere generosamente all'invito del divino Maestro che oggi, come ieri, continua a chiamare operai per la sua vigna.


7. La Chiesa, venerati fratelli, è in cammino. Cammina con gli uomini nel continuo divenire della storia, "fra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio" (LG 8). Anche le vostre Diocesi sono incamminate verso il terzo Millennio cristiano e vivono questi anni come un Avvento di attesa vigile ed operosa. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, che "dimora nella Chiesa come in un tempio" e la "introduce nella pienezza della verità" (LG 4). Vi assista e vi protegga, in questo itinerario missionario, la Vergine Santissima, venerata ed invocata in ogni contrada della Regione lucana. Come gli Apostoli, restate assidui nella preghiera insieme a Maria e, nello stesso tempo, contemplatela alla luce del Verbo fatto uomo. Vi sostengano, nel diuturno ministero pastorale, i Santi Patroni di ogni vostra Chiesa locale.

Vi siano di conforto anche la mia preghiera e la Benedizione Apostolica che volentieri imparto a voi ed a quanti sono affidati alle vostre cure, soprattutto agli ammalati e ai sofferenti.

Data: 1992-01-04 Data estesa: Sabato 4 Gennaio 1992

Ai membri dell'Associazione Santissimi Pietro e Paolo e alle loro famiglie - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il vostro apostolato si radica profondamente nell'amore a Cristo e al suo Vicario in terra

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Leggo sui vostri volti la gioia per questa Udienza, che riveste un valore ed un significato del tutto singolari. Normalmente, infatti, ci siamo incontrati, da alcuni anni, accanto al Presepio, nella sede della vostra Associazione, situata nell'interno della "Casa del Papa". Oggi siamo qui nell'Aula della Benedizione, e sono presenti anche i vostri congiunti, i vostri genitori e i vostri figli.

Intendiamo, così, commemorare in modo solenne il ventennale di fondazione del vostro Sodalizio. Siate tutti i benvenuti! A ciascuno di voi, membri dell'Associazione, a voi familiari ed a quanti avete voluto intervenire, rivolgo il mio cordiale saluto, accompagnato da fervidi auguri per il Nuovo Anno appena iniziato. Ringrazio, in maniera particolare, il vostro Presidente per le cordiali parole che mi ha rivolto poco fa a nome di tutti; saluto i vostri Assistenti spirituali e coloro che hanno preparato con cura l'odierno nostro Incontro.


2. L'Associazione "Ss. Pietro e Paolo" è sorta - quale erede dei valori spirituali della Guardia Palatina d'Onore di Sua Santità - al fine di rendere "una particolare testimonianza di vita cristiana, di apostolato e di fedeltà alla Sede Apostolica", come afferma incisivamente il primo articolo dello Statuto, approvato dal mio predecessore, Paolo VI, nel 1971. Dopo vent'anni, gli obiettivi spirituali ed apostolici del Sodalizio non solo conservano tutta la loro rilevanza, ma acquistano un valore sempre più attuale. Il vostro è un apostolato che intende radicarsi profondamente nell'amore a Cristo e al suo Vicario sulla terra; una missione che vi conduce da una parte a svolgere compiti di servizio al Papa - e di questo voglio vivamente ringraziarvi -, ma soprattutto vi spinge ad essere diffusori di giustizia e di solidarietà, testimoni di fede e di carità nei vari ambienti nei quali vivete ed operate quotidianamente. Si potrebbe quasi dire che il ruolo specifico a voi affidato è quello di costruire un legame più stretto e significativo di conoscenza e di fedeltà tra la Sede Apostolica, la Chiesa di Roma e la Città. Le vostre attività professionali e lavorative vi pongono a contatto con tante persone per le quali voi costituite i più immediati messaggeri della Parola di salvezza da Cristo affidata alla sua Chiesa. Grande è pertanto la vostra responsabilità e importante è la missione che Iddio vi affida. Siatene consapevoli sempre e ringraziatene il Signore. Per potere, tuttavia, rispondere fedelmente al disegno di Dio, dovete costantemente alimentare lo spirito con la fervente preghiera, con la continua meditazione della Parola di Dio e il docile ossequio al Magistero della Chiesa, con l'assidua frequenza dei Sacramenti, la ricerca fedele della volontà divina in tutte le circostanze, e con la generosa e operosa carità verso i fratelli bisognosi.


3. In ogni momento siate pronti "a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1P 3,15). Queste parole dell'Apostolo Pietro costituiscono l'augurio che vi rivolgo in occasione del ventennale dell'Associazione, ed allo stesso tempo rappresentano l'impegno che vi affido oggi per una personale riflessione ed una quotidiana realizzazione. A voi, a ciascuno di voi, Cristo ha offerto, come dono da condividere e come seme da far crescere, il Vangelo della speranza. Cercate con tutte le forze di alimentarlo, farlo fruttificare e diffonderlo mediante una coerente ed esemplare testimonianza di vita cristiana. Si tratta, certo, di un paziente lavoro ascetico e missionario, che inizia in famiglia, cellula viva della Chiesa e della società.

Carissimi fratelli e sorelle, non dimenticate mai che il vostro primo apostolato è proprio quello che svolgete in famiglia e che il nucleo familiare cristiano, nato dal sacramento del Matrimonio, è chiamato a rendere "manifesta a tutti la viva presenza del Salvatore del mondo e la genuina natura della Chiesa, sia con l'amore, la fecondità generosa, l'unità e la fedeltà degli sposi, che con l'amorevole cooperazione di tutti i suoi membri" (GS 48). Vi guidi in questo cammino la Vergine Santissima, che nella vostra Associazione invocate con il titolo di "Virgo Fidelis".

Vi proteggano i Santi Patroni, gli Apostoli Pietro e Paolo.

Vi accompagni anche la mia Benedizione, che volentieri imparto a ciascuno di voi e alle vostre famiglie, in particolare ai fanciulli, ai ragazzi e alle ragazze presenti a questo festoso Incontro.

Data: 1992-01-04 17/01/19102Data estesa: Sabato 4 Gennaio 1992 Pag. 17702


GPII 1992 Insegnamenti