GPII 1991 Insegnamenti - Santa Messa in Piazza Farnese - Roma

Santa Messa in Piazza Farnese - Roma

Titolo: Brigida di Svezia, santa dalle dimensioni europee segno profetico di riconciliazione e di speranza




1. "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (cfr. Mt 5,13-14).

Le parole di Gesù, che abbiamo ascoltato nel brano evangelico odierno, ci aiutano a comprendere il carisma di Brigida di Svezia. Esse parlano della fedeltà al Vangelo e dell'amore incrollabile a Dio e alla Chiesa che hanno caratterizzato l'esistenza di questa "gloriosa sposa di Cristo". La sorgente del suo coraggio apostolico, il sostegno del suo itinerario ascetico, furono l'intima e costante unione con Cristo. E' infatti dal mistero pasquale che scaturi la luce della verità e dell'amore che guidarono i suoi passi. La stessa luce la rese una "lanterna" posta "sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa" (Mt 5,15), e "sale della terra".


2. Nel ricordo di così fedele testimone del Vangelo, saluto con affetto tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, che in questi giorni celebrate con gioia il sesto Centenario della sua canonizzazione. Rivolgo il mio deferente pensiero a Sua Maestà, il Re Carlo Gustavo di Svezia, e alla Regina Silvia; al Presidente della Repubblica Italiana, il Professor Francesco Cossiga; al Presidente della Repubblica del Nicaragua, Signora Violeta Chamorro, e alla Signora Danutha Walesa, che qui rappresenta il consorte, Signor Lech Walesa, Presidente della Repubblica della Polonia, al Dott. Alfred Gomolka, Presidente del Consiglio dei Ministri della Regione Mecklenburgo-Pomerania Occidentale, Rappresentante ufficiale del Governo della Repubblica Federale di Germania.

(Il Santo Padre ha così proseguito in lingua svedese:) Saluto con stima e viva cordialità l'Arcivescovo Bertil Werkström, Primate della Chiesa Luterana di Svezia, l'Arcivescovo di Turku, John Vikström, Primate della Chiesa Luterana della Finlandia e il Vescovo di Oslo, Andrea Aarflot, Presidente dei Vescovi Luterani della Norvegia. Un particolare saluto lo indirizzo a tutti gli altri Vescovi dei Paesi Nordici, qui presenti. Ringrazio inoltre l'Abbadessa delle Suore Brigidine, Madre Tekla Famiglietti e tutte le appartenenti all'Ordine, per aver promosso un incontro così significativo, nel ricordo della loro Fondatrice. Auguro di cuore che la viva memoria della Santa Madre ed il suo messaggio spirituale ed ecumenico, reso più rispondente alle esigenze dei nostri giorni grazie all'opera rinnovatrice di Madre Elisabetta Hesselblad, continuino a stimolare l'intera Famiglia Brigidina ad un fattivo impegno nella nuova evangelizzazione del Continente europeo e del mondo.

(Il Papa ha così continuato in lingua inglese:)


3. "Amor meus Crucifixus est". La misericordia divina si manifesta soprattutto nella morte che il Figlio di Dio ha volontariamente accettato per salvare l'umanità. Mistero di redenzione e di speranza. Annuncio di fede e di salvezza.

Brigida ha creduto alla promessa del Padre; ha accolto il suo invito. A lui ha offerto senza riserve tutta se stessa, realizzando l'ideale evangelico nelle tre tappe della sua vicenda terrena: come vergine, come sposa e madre, come vedova consacrata totalmente al Signore. Segui Cristo nell'umiltà della grotta di Betlemme e nel nascondimento della casa di Nazaret. Lo segui nella vita pubblica, sempre in cammino per annunciare che il Regno dei Cieli è vicino, anzi è già in mezzo a noi (cfr. Lc 17,21). Si senti unita a lui in modo particolare nel sacrificio del Calvario, mistero di passione e di morte, di cui ella descrisse le scene strazianti in alcune sue mistiche considerazioni. Insegno con la vita che occorre fare di Cristo il cuore del mondo. Non cesso di invitare alla conversione e alla penitenza, ricordando l'urgenza di tornare al Vangelo. Quanto attuale è anche oggi questo richiamo! Solo Gesù, infatti, che "per tutti è morto e risorto, dà all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché possa rispondere alla suprema sua vocazione" (MD 28). Cristo le domando un amore incondizionato: un amore con tutto il cuore e "più di ogni cosa al mondo". Le affido una missione singolare: quella di mistica sposa chiamata a condividere, nella povertà e nel pellegrinare di Città in Città per annunciare il Regno di Dio, l'ansia divina della salvezza del mondo.

Per questo Brigida rifulse di luce spirituale.

(Giovanni Paolo II ha poi detto in lingua italiana:)


4. "così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che é nei cieli" (cfr. Mt 5,13-16).

Santa Brigida rifulse realmente di luce spirituale. Rifulse agli occhi dei suoi contemporanei ed arricchi la Chiesa con la sua coerente testimonianza cristiana.

Si dedico al servizio dei fratelli, portando a tutti, ai ricchi ed ai potenti come ai poveri e agli umili, la luce della verità e la fiamma inestinguibile della carità divina. Denuncio con forza il male ed esorto al bene, non lasciandosi abbattere dalle contrarietà, né sedurre dalle lusinghe mondane. Fu donna di grande coraggio perché persona di indomita fede. E per questo è stata posta sul candelabro della santità. Perché non solo gli uomini del suo tempo, ma anche le future generazioni possano vedere le sue opere buone e "rendano gloria al Padre che è nei cieli". Perché la imitino e la seguano nel medesimo cammino di perfezione evangelica.


5. "Né alcuno poteva dire una parola maligna a suo riguardo, perché temeva molto Dio" (Jdt 8,8). Con queste parole, ascoltate nella prima Lettura, l'autore sacro tesse l'elogio di Giuditta; queste stesse parole si possono riferire pure a Santa Brigida. Anch'essa, infatti, "temeva molto Dio". In lei tutto scaturiva dal santo timore di Dio, sorgente genuina di fede indomita, di carità ardente, di intrepida audacia evangelica. "Il timore del Signore è il principio della sapienza" (Pr 1-7). Dal timore di Dio proviene l'autentica sapienza, che è dono dello Spirito Santo. Grazie ad essa, il credente diventa docile nei confronti dell'azione soprannaturale e riesce a discernere, alla luce della fede, gli eventi del mondo.

Tutto vede con gli occhi di Dio. Agisce in tutto con lo spirito di Dio.


6. Fra i Santi che hanno servito la Chiesa e per essa si sono immolati, fra coloro che hanno sentito in modo forte la passione per l'unità dei cristiani e la concordia fra i popoli, Brigida di Svezia, santa dalle dimensioni europee, occupa di certo un posto preminente e singolare. Amo la Chiesa del suo tempo così come era; per essa lavoro, soffri, adoperandosi per la sua unità e a sostegno del Vicario di Cristo. L'unione profonda che la legava al Redentore la spinse a dedicarsi in maniera concreta alle esigenze spirituali e materiali del popolo cristiano, corpo mistico di Cristo. La comunione e l'unità della Chiesa erano per lei il prolungamento nella storia della missione redentrice del divin Salvatore.

Pertanto, giustamente Santa Brigida è considerata un segno profetico di riconciliazione e di speranza. Proprio per la sua infaticabile azione a favore dell'unità, della concordia e della pace nella Chiesa e nel mondo di allora, essa è ugualmente amata e venerata dai nostri fratelli Luterani e dai Cattolici. Santa Brigida - come ho ricordato ieri nel corso della suggestiva celebrazione ecumenica dei Primi Vespri di questa domenica dedicata alla sua memoria - è un fulcro di unità. La sua vita e la sua opera costituiscono un'eredità che ci accomuna. La piena unità dei credenti è certo dono del Signore, ma un dono da implorare nella costante comune preghiera e nell'impegno paziente teso a realizzare in maniera concreta il testamento pasquale di Cristo. "Siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me" (Jn 17,23).


7. "così risplenda la vostra luce davanti agli uomini". Ecco il messaggio di Santa Brigida, "lanterna" posta "sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa". A noi, che invochiamo il suo aiuto. Santa Brigida, che ciascuno di noi ti segua sul cammino della santità. Che diventiamo "lanterne" di fede viva e di ardente amore.

Aiutaci! Aiutaci a seguire il Vangelo, come hai fatto tu, e ad imitare Maria, Madre della Grazia divina.

Amen!

Data: 1991-10-06
Domenica 6 Ottobre 1991

Recita dell'Angelus in Piazza Farnese - Roma

Titolo: L'amore per Maria fu il segreto di S. Brigida

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Abbiamo appena concluso la solenne celebrazione eucaristica in occasione del sesto Centenario della Canonizzazione di Santa Brigida di Svezia. Rendiamo grazie, ancora una volta, al Signore per aver dato alla Chiesa, all'Europa e all'intera Umanità una donna così singolare per fede e per zelo apostolico. Rendiamo grazie a Dio perché, sul sentiero percorso da questa fedele testimone, continuino tutt'oggi a camminare tanti uomini e donne, animati dallo stesso anelito di perfezione cristiana. Come non pensare con ammirazione alle varie comunità claustrali dell'Ordine del SS.mo Salvatore sparse nel mondo, e al "ramo svedese" che, partendo proprio da questa casa di Piazza Farnese, si è esteso ormai in diverse Nazioni? Seguendo l'esempio della santa Fondatrice, la Famiglia spirituale brigidina non cessa di dedicarsi alla causa di Cristo e della Chiesa, sostenuta dall'aiuto materno di Maria, "Madre e Maestra di tutti".


2. Quanto determinante è stata la presenza della Madonna nell'itinerario ascetico e missionario di Santa Brigida! L'amore per la Vergine fu il segreto della sua testimonianza evangelica e della sua perseverante sequela del Redentore. Brigida guardo a Maria come a modello e sostegno nei vari momenti della sua esistenza. Di Maria proclamo con vigore il divin privilegio dell'immacolato Concepimento. Ne contemplo la sorprendente missione di Madre del Salvatore. La invoco come Immacolata, Addolorata e Corredentrice, esaltandone il ruolo singolare nella storia della salvezza e nella vita del popolo cristiano. "Come il magnete - osserva la Santa - attrae a sé l'acciaio, così fa la Beata sempre Vergine Maria, attirando i cuori".


3. Carissimi fratelli e sorelle, santa Brigida ci invita ad imitarla nell'affidarci anche noi a Maria. Ci invita ad affidare alla Madonna le nostre famiglie, le speranze della Chiesa, le attese del mondo. E la prossima festa della Beata Vergine del Santo Rosario, particolarmente venerata nel Santuario di Pompei, ci suggerisce una preghiera semplice e profonda, atta a far crescere questa intima comunione con Maria, che è sorgente di generosa dedizione all'opera del suo Figlio Gesù.

E' il santo Rosario. Esso ci offre un riassunto del Vangelo e ci conduce, in un modo facile e accessibile a tutti, alla preghiera del cuore.

(Il Papa ha poi aggiunto le seguenti parole:) Ancora rinnovo il mio invito a pregare per la Jugoslavia, dove è in corso una guerra, che non risparmia inermi civili e che distrugge monumenti storici e luoghi di culto e di preghiera, patrimonio di quelle popolazioni e dell'umanità. Come ho già detto, "quanto sta avvenendo in Jugoslavia non è degno dell'uomo, non è degno dell'Europa". In questo momento critico si deve pregare per questi popoli, per questi Paesi, per il nostro Continente; preghiamo Santa Brigida che è tanto legata a tutti i Paesi europei, a tutti i popoli.

Ringraziando ancora una volta per questa opportunità provvidenziale che ci è stata data, ringraziando tutti i nostri ospiti di altissimo rango, i nostri ospiti fratelli nella fede cristiana e nel ministero alla Chiesa, usciamo da questa comunità di preghiera ispirata dalla Santa Patrona di Svezia, da questo incontro con una speranza maggiore che sfida noi tutti battezzati, noi tutti cristiani, all'impegno per l'unione della cristianità e della Chiesa, secondo la preghiera del Redentore: "Ut unum sint". In questo spirito, prima della Benedizione conclusiva della Messa, recitiamo l'"Angelus Domini".

Data: 1991-10-06
Domenica 6 Ottobre 1991

Messaggio ai partecipanti all'incontro nell'isola di Malta - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Questo nostro mondo deve oggi udire anche la voce dei pellegrini della pace e delle loro invocazioni"

Illustri rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali, A voi che siete riuniti a Malta, giunga il mio saluto ed il mio fraterno incoraggiamento. Desidero anche esprimere la mia solidarietà verso tutti voi in questa importante occasione di incontro tra esponenti delle grandi religioni del mondo. Come ho avuto modo di sottolineare fin dall'ottobre 1986, nella giornata mondiale di preghiera indetta ad Assisi, la preghiera e la testimonianza dei credenti, a qualunque tradizione religiosa essi appartengano, può molto per la pace del mondo (cfr. Insegnamenti, IX,2,1986, p. 1252).

Il cammino intrapreso, dopo quella riunione, vi ha visti pellegrini in altre città, ed ora nel cuore del Mediterraneo, nell'Isola di Malta, coinvolgendo, in maniera crescente, uomini e donne, rappresentanti delle differenti fedi. Si è allargato così il gruppo di coloro che, pur non avendo particolari responsabilità politiche, si impegnano nella via dell'invocazione a Dio, per ottenere il dono della pace, e si ritrovano solidali nella preghiera.

Questo nostro mondo, che ha sentito e tuttora sente il grave e disumano fragore della guerra, deve oggi udire anche la voce dei pellegrini della pace e delle loro invocazioni. Esse interpretano l'anelito di milioni di uomini e donne che cercano pace e sicurezza per la loro vita, mentre confidano di poter assicurare un'esistenza dignitosa e serena per sé e per le proprie comunità.

Spiritualmente unito al vostro pellegrinaggio, desidero far giungere a ciascuno il mio fraterno compiacimento.

Chiedo a Colui che è al di sopra di tutti noi, di donare al mondo una pace stabile, e di consentire a ciascuno di voi, ed alle comunità religiose che rappresentate, di lavorare per il bene degli uomini e per la fine di ogni conflitto. La pace attende il nostro contributo, fatto di preghiera, di penitenza, di conversione interiore, di generosa solidarietà.

Dalle tristi esperienze belliche del passato lontano o recente bisogna ricavare l'insegnamento e lo stimolo, a far si che non si rinnovino mai più circostanze capaci di insidiare la pace e minacciarla.

L'incontro di Malta, perciò, ha voluto soffermarsi opportunamente sulle responsabilità dei credenti di fronte ad un nuovo ordine mondiale, ed ha offerto, in un clima di meditazione e di dialogo, opportuni spunti per suggerire le vie di un ordinamento nuovo nei rapporti tra gli Stati ed i popoli, fondato sulla coscienza morale, sui valori umani, sul diritto.

Noi tutti, che crediamo, dobbiamo pero essere perseveranti nella preghiera e nell'amore fraterno.

La Chiesa cattolica, alla scuola della parola di Cristo, principe della pace, riconosce in questo impegno la propria vocazione, mentre esprime la sua stima per tutti gli uomini religiosi, i quali, dalla obbedienza a Colui che è Creatore e Padre di tutti, traggono motivi e speranze per impegnarsi a costruire un clima di pace vera.

Affido al Signor Cardinale Edward I. Cassidy di porgere il mio cordiale saluto ai partecipanti al Convegno ed ai fedeli della cara Isola di Malta, che si uniscono a questa preghiera, auspicando che sappiano trarre dall'incontro copiosi frutti, mentre rivolgo una fervida invocazione a Dio, affinché doni al mondo tempi nuovi, segnati dalla pace, ed accolga l'aspettativa ed i desideri dei popoli che anelano ad un più tranquillo avvenire.

Dal Vaticano, 6 Ottobre 1991.

Data: 1991-10-06
Domenica 6 Ottobre 1991

Al secondo gruppo di Vescovi dalla Spagna - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Bisogna rievangelizzare

Amatissimi fratelli dell'Episcopato,


1. E' per me motivo di grande gioia incontrarmi oggi con voi, Pastori delle province ecclesiastiche di Burgos, Pamplona e Saragozza, che con la visita "ad limina" avete voluto testimoniare la vostra comunione con la Cattedra di Pietro.

Nel darvi il mio più cordiale e fraterno benvenuto desidero esprimervi il mio vivo ringraziamento per avermi permesso di condividere in questi giorni le preoccupazioni e le speranze, gli sforzi e le allegrie del vostro ministero al servizio di "coloro che - con le parole di Sant'Agostino - la libera carità ci costringe a servire" (cfr. De Trinitate, 1,5). Dalle relazioni quinquennali inviate e dai dialoghi che ho mantenuto con ciascuno di voi ho potuto conoscere più da vicino le vostre comunità ecclesiali e percepire l'infaticabile lavoro apostolico che realizzate con una dedizione ed uno zelo ammirevoli, in circostanze non sempre facili.


2. La Conferenza Episcopale Spagnola ha concretato nel Piano di Azione Pastorale 1987-1990 - con il titolo "Annunciare Gesù Cristo nel nostro mondo con opere e parole" - il frutto delle sue riflessioni anteriori, in particolare quelle contenute nel documento "Testimoni del Dio vivo". Si tratta, infatti, di un Piano con il quale, senza interferire nelle competenze pastorali di ogni singolo Vescovo nella sua diocesi, si offre un valido aiuto per i compiti delle singole Chiese. Su questa linea, lo scorso anno, la Conferenza Episcopale ha elaborato ed avviato un nuovo Piano Triennale di Azione Pastorale, dal titolo "Dar vita ad una nuova Evangelizzazione", i cui obbiettivi specifici si stanno gia sviluppando con apprezzabili risultati.

Vedendo la sollecitudine pastorale che riflettono tutte queste iniziative, desidero esprimervi il mio vivo compiacimento, affinchè la forza dello Spirito vi spinga a rispondere alle sfide poste alla Chiesa oggi e nell'immediato futuro. In effetti, - come ho già sottolineato nella recente enciclica Centesimus Annus - viviamo in un periodo "carico di incognite, ma anche di promesse... che fanno appello alla nostra immaginazione e creatività, stimolando anche la nostra responsabilita" (CA 3).

I nuovi anni che si stanno formando davanti a noi, cari Fratelli, sono prima di tutto "il tempo di Dio", dai quali Egli stesso ci chiama e "apre alla Chiesa gli orizzonti di una umanità più preparata alla semina evangelica" (RMi 3). Si aprono frontiere che fino a poco fa sembravano insormontabili e che reclamano una risposta per i problemi umani, problemi a cui le ideologie non hanno saputo rispondere. Anche nelle società più prospere, dove "un tipo di sviluppo economico e tecnico senz'anima" da origine a immensi vuoti, siamo sollecitati a "ricercare la verità su Dio, sull'uomo e sul senso della vita" (Ibidem RMi 3), e potremmo affermare che "mai come oggi la Chiesa ha l'opportunità di far giungere il Vangelo, con la testimonianza e la parola, a tutti gli uomini e a tutti i popoli" (Ibidem, RMi 92). Il "tempo di Dio" significa oggi per tutta la Chiesa una chiamata urgente a evangelizzare quei grandi orizzonti che ci si aprono.

Orizzonti geografici, senza dubbio, ma anche quelle nuove dimensioni umane e sociali alle quali mi riferivo nell'Enciclica Redemptoris Missio, come i "nuovi aeropaghi" della cultura e dei mezzi di comunicazione.


3. A questo proposito, le vostre diocesi, con una lunga tradizione di fede e di proiezione missionaria, si aprono oggi all'azione dello Spirito Santo che le spinge verso un profondo rinnovamento spirituale e pastorale, nel quale l'evangelizzazione occupa un posto preminente. Si tratta di una "nuova" evangelizzazione per proclamare il Vangelo di sempre ma in una forma "nuova". E' "nuova" perchè l'ambiente sociale e culturale nel quale vivono gli uomini che bisogna evangelizzare esige molte volte una "nuova sintesi" tra fede e vita, tra fede e cultura. Infatti molti cristiani vivono oggi nell'indifferenza, nel secolarismo e in mezzo a diffuse attitudini di ateismo pratico. A ciò si unisce una concezione materialista della vita e una permissione morale, alla quale la Conferenza Episcopale Spagnola si è ripetutamente riferita in recenti documenti.

Per far fronte a questa situazione, è necessario che il vostro popolo veda che vi assumete in prima persona, sempre più, il compito della nuova evangelizzazione. In questo modo si moltiplicherà la fecondità del vostro ministero e sarà motivo di un rinnovato coraggio per i sacerdoti, vostri "provvidi cooperatori" come li definisce il Concilio (cfr. LG 28).


4. Restate sempre vicino ai vostri sacerdoti con sincera amicizia, condividendo le loro allegrie e difficoltà, aiutandoli nelle necessità, creando una ferma comunione che sia di esempio per i fedeli e solido fondamento di carità. Essendo loro i principali agenti dell'evangelizzazione, i presbiteri devono essere prima di tutto uomini di Dio, profondamente credenti, che si offrano generosamente al servizio dei loro fratelli. Detta attitudine deve essere il riflesso di una intensa esperienza di vita nel mistero pasquale di Cristo, coltivata e approfondita già dagli anni del seminario. Il sacerdote deve essere modello di preghiera, colui che presiede la celebrazione liturgica con la quale la comunità mostra a Dio il culto di tutta la Chiesa. A questo proposito avete voluto porre in rilievo nelle vostre relazioni in particolar modo la speciale attenzione che dedicate alla pastorale liturgica, ai sacramenti dell'iniziazione cristiana, alla preparazione al Sacramento del matrimonio, alla celebrazione dell'Eucaristia nel giorno del Signore.


5. Non si pondererà mai sufficientemente l'importanza della liturgia celebrata bene: è la fonte e il culmine della vita cristiana, come dice il Vaticano II, che esige una "piena e attiva partecipazione di tutto il popolo". perciò è necessario che coloro che esercitano questo ministero siano formati in modo sempre migliore "per vivere la vita liturgica e comunicarla ai fedeli affidati loro" (cfr. SC 10 SC 18). D'altra parte, l'Officio Divino, oltre al culto eucaristico, deve essere, per il sacerdote pastore, incaricato della Chiesa di pregare per tutto il popolo, fonte di spiritualità personale e di efficacia apostolica. La preghiera fedele, quotidiana e completa, fatta con un cuore grato e pregando in nome di tutta la Chiesa al di là dei propri meriti, e qualcosa che bisogna apprendere dal Seminario e coltivare assiduamente durante tutta la vita sacerdotale (cfr. Ibidem, SC 83ss).

In questa cornice della liturgia - in stretta unione con l'evangelizzazione, l'educazione nella fede e la pratica della carità - bisogna sottolineare l'importanza del ministero della riconciliazione, che il Signore ha affidato ai sacerdoti (cfr. 2Co 5,18), e che dobbiamo esercitare con l'umiltà, misericordia e gratitudine di esserci riconciliati noi stessi per mezzo di Cristo, come ho esposto nell'Esortazione Apostolica Reconciliatio et Paenitentia.


6. E' anche motivo di profonda soddisfazione comprovare che in tutte le vostre diocesi si sta svolgendo un intenso lavoro pastorale con la gioventù, facendo in modo che siano gli stessi giovani cristiani i protagonisti attivi dell'azione della Chiesa.

Bisogna desiderare che la comunità cristiana e tutti i settori pastorali della Chiesa appoggino con uno speciale interesse quelle iniziative che contribuiscano alla formazione cristiana dei giovani ed alla loro partecipazione attiva alla vita della Chiesa. A questo proposito e di somma importanza il lavoro degli educatori nei centri di insegnamento, la dedizione dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, dei secoli adulti dediti ai giovani nel servizio pastorale.

La pastorale giovanile richiede uno sforzo continuo e paziente, un'attitudine permanente al dialogo e all'accoglimento, una speciale sintonia con i valori autentici delle nuove generazioni, una chiara presentazione della persona di Gesù, amico dei giovani, una proclamazione gioiosa del messaggio evangelico nella sua integrità. E' necessario che ogni giovane scopra che Cristo e la verità che ci rende liberi: che Egli è per tutti "la Via, la Verità e la Vita" (Jn 14,6).

E' normale che ogni giovane cristiano si interroghi sul senso della propria vita, sull'orientamento che vuole dare alla propria vita futura. In questo senso la pastorale giovanile deve dedicare una speciale attenzione alla pastorale vocazionale, mostrando il cammino di Cristo nella vita sacerdotale, religiosa o in altre forme di speciale consacrazione, come opzione per i giovani. Gesù chiama molti di loro anche oggi, come fece con il giovane ricco: "Vieni e seguimi" (Mc 10,21).


7. Cari fratelli, le difficoltà del presente non vi devono far perdere coraggio ma, al contrario, devono suscitare in voi un nuovo dinamismo ed un intrepido vigore. Voi Vescovi spagnoli avete dato prova della speranza che alimenta la vostra azione pastorale. Non avete taciuto di fronte ai problemi ed alle contrarietà, ma avete sempre offerto i criteri e gli orientamenti che gli uomini domandano alla vostra autorità morale.

Non avete neanche smesso di denunciare e condannare il ricorso alla violenza e all'odio come mezzo per raggiungere mete di presunta giustizia.

Riguardo al triste fenomeno del terrorismo, che ha seminato tanto dolore e morte in non poche case spagnole, non possiamo che rifiutarlo energicamente poichè viola i diritti piu sacri delle persone, attenta alla pacifica convivenza e offende i sentimenti cristiani della vostra gente. Continuate quindi ad affermare che nessuna violenza può essere accettata come soluzione alla violenza, e che l'unica via per la soluzione dei conflitti deve passare attraverso la conversione dei cuori ed il riconoscimento della verità. A questo proposito segnalavo nell'Eniclica Centesimus Annus: "Se non si riconosce la verità trascendente, trionfa la forza del potere, e ciascuno tende ad utilizzare fino in fondo i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse o la propria opinione, senza riguardo ai diritti degli altri" (CA 44).


8. Prima di concludere vorrei reiterarvi il mio ringraziamento ed il mio affetto.

Domando al Signore che questo incontro consolidi e confermi ancora di più la vostra mutua unione come Pastori della Chiesa nell'amata Nazione spagnola. Con ciò il vostro ministero pastorale guadagnerà in efficacia ed intensità e questo andrà a vantaggio delle vostre comunità ecclesiali.

All'intercessione della Santissima Vergine raccomando le vostre persone, le vostre intenzioni e i vostri progetti pastorali affinche portiate a termine l'urgente compito della nuova evangelizzazione. Con questo vivo augurio vi accompagni la mia preghiera e la mia Benedizione Apostolica che vi prego di portare ai vostri sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli tutti, sempre tanto vicini al cuore del Papa.

(Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1991-10-07
Lunedi 7 Ottobre 1991

A rappresentanti delle religioni del Giappone - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La pace è essenziale per la sopravvivenza della famiglia umana

Miei cari amici, E' per me un gran piacere accogliervi mentre siete in viaggio per Malta per prendere parte al V Meeting internazionale per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. Il vostro desiderio di incontrare i credenti di tutte le tradizioni allo scopo di pregare per la pace nel mondo spiega la persuasione che noi condividiamo che la religione ha una parte essenziale da svolgere nella costruzione di relazioni più giuste e armoniose tra gli individui e i popoli.

Desidero perciò assicurarvi del mio interesse nel vostro lavoro per la pace e sono felice che abbiamo quest'occasione per incontrarci.

Ricordo con soddisfazione che molti capi religiosi in Giappone, compresi alcuni di voi che sono qui oggi, risposero generosamente al mio invito di venire ad Assisi per la Giornata Mondiale di preghiera per la Pace, nell'ottobre 1986. Da quella data i rappresentanti religiosi del Giappone sono stati presenti agli incontri annuali che la Comunità di Sant'Egidio ha organizzato per promuovere lo spirito e gli scopi dell'incontro di Assisi. Quest'anno, che segna il cinquantesimo anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico, la vostra delegazione e ancor più numerosa. La tragica esperienza del vostro Paese degli orrori della guerra atomica vi rende portavoce particolarmente eloquenti della vocazione del mondo alla pace.

La pace, il desiderio di ogni cuore umano, è essenziale per il bene della famiglia umana, e anzi per la sua reale sopravvivenza. In tempi recenti siamo stati testimoni di un grande progresso nel superamento degli ostacoli per la pace del mondo. E' tuttavia, come dissi ad Assisi, "la pace, dove esiste, è estremamente fragile. E' minacciata in tanti modi e con tali imprevedibili conseguenze da obbligarci a procurarle solide basi" (Discorso nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, 27 ottobre 1986). Siamo consapevoli che, in un certo senso, la pace e al di là di noi. Essa è un dono che va implorato. E' incoraggiante che così tante persone da tutto il mondo preghino, individualmente e collettivamente, per questo dono divino, per il successo degli sforzi per promuovere la vera pace. Il raduno di persone di diversi ambienti religiosi per pregare in questo modo assume l'ulteriore significato di segno per il mondo che anche profonde differenze di veduta e di convinzione necessitano che non vi siano ostacoli alla comprensione, alla stima e alla cooperazione reciproche, che sono il sentiero verso la pace.

(Traduzione dall'inglese) (Il Papa ha poi aggiunto le seguenti parole in giapponese:) Il vostro viaggio per Malta e ivi il vostro incontro siano un passo ulteriore in questo pellegrinaggio comune verso la pace e l'armonia tra le famiglie e tra le nazioni in tutto il mondo. Che Dio vi protegga e vi guidi.

Data: 1991-10-07
Lunedi 7 Ottobre 1991

Per l'inaugurazione della nuova Tipografia Vaticana

Titolo: Gioia, sacrificio, collaborazione e servizio al Papa

Signori Cardinali, Cari fratelli e sorelle!


1. Vi esprimo la mia gioia di trovarmi oggi in mezzo a voi in occasione dell'inaugurazione delle nuove strutture logistiche e attrezzature tecnologiche della Tipografia Vaticana. Vi manifesto vivo compiacimento per il risultato conseguito con lavoro paziente ed intelligente che vi ha visti impegnati nell'ammodernamento di tutto questo complesso tipografico. Ringrazio il Cardinale Rosalio José Castillo Lara per le parole di introduzione a questo familiare incontro, con le quali ha, tra l'altro, rievocato la storia dell'arte grafica in Vaticano. Esprimo la mia profonda gratitudine a tutti coloro che hanno merito per quanto è stato realizzato, collaborando in diverse forme al complesso di innovazioni che hanno oggi il loro felice coronamento: un grazie ai responsabili della gestione, ai progettisti, ai membri dell'apposita Commissione, ai Servizi Tecnici dello Stato della Città del Vaticano, agli esperti che hanno curato la ristrutturazione e la fusione delle tipografie. Un grazie speciale a tutto il personale che, nonostante i disagi dei lavori in corso, non ha cessato di compiere con alacre impegno la quotidiana attività tipografica e redazionale. Un pensiero va anche agli illustri Ospiti, che sono stati qui invitati in segno di riconoscenza per l'aiuto dato.


2. Non posso, poi, in questa significativa circostanza, non richiamare l'importanza della stampa nella società moderna. La Chiesa non si stanca di attirare l'attenzione degli interessati sull'impatto che gli strumenti di informazione, di pubblicazione e di diffusione, tra cui occupa un posto non secondario il giornale, esercitano sulla pubblica opinione. Per questo i Padri del Concilio Vaticano II hanno voluto dedicare un apposito documento agli strumenti della comunicazione sociale, riconoscendo i vantaggi che essi apportano alla famiglia umana, in quanto "servono mirabilmente a sollevare e ad arricchire lo spirito, nonché a propagare e rafforzare il Regno di Dio", ma deplorando in pari tempo "i danni, che troppo spesso il loro cattivo uso reca all'umanità" (cfr. IM 2).


3. Nel contesto della Curia Romana l'attività responsabile della Tipografia Vaticana costituisce uno dei "cerchi specializzati" (cfr. Pastor Bonus, n. 14) che deve la sua particolare importanza sia alla funzione storica che la "Stamperia" ha avuto sin dall'inizio al servizio dei Sommi Pontefici, sia al particolare momento che la Chiesa e l'umanità di oggi stanno vivendo. Le cronache del passato amano descrivere i caratteri tipografici esotici e la diversità delle lingue presenti nel lavoro degli stampatori pontifici. La storia ci tramanda uno spirito di universalità e di missione. Quella cattolicità che gli artisti tradussero in tele e opere architettoniche immortali, la Stamperia del Papa si sforzo continuamente di realizzare creando strumenti di lettura e di istruzione che facevano del Vaticano un centro di annuncio e di catechesi per tutti i fedeli e un luminoso punto di promozione della verità per tutti i popoli.


4. In questo solco glorioso si inserisce la cerimonia della inaugurazione della nuova Tipografia Vaticana e della creazione delle tecniche redazionali del quotidiano della Santa Sede. A questo impegno tecnico deve corrispondere quello morale, che è dato anzitutto dal rispetto della verità, cioè dall'obiettività delle notizie che deve avere la preminenza su ogni altro interesse. E' ben noto, purtroppo, che non di rado nella stampa si enfatizza l'aspetto sensazionale o polemico, si confonde talvolta la libertà con la licenza. Questo, certo, non riguarda voi, che siete ben consapevoli come ciò non onora la dignità della stampa, la quale trova la sua ragione d'essere nel servizio prestato alla rettitudine dell'informazione e del giudizio.


5. Con sincero apprezzamento sento il dovere di porgere un particolare ringraziamento alla Famiglia Salesiana per la dedizione e per la competenza con la quale si è impegnata in quest'opera di ristrutturazione e di ammodernamento e per l'azione meritoria nel coordinamento e nello stimolo dell'arte tipografica vaticana. Il pensiero di San Giovanni Bosco e di tutti i grandi Santi, che si sono serviti della stampa per diffondere la verità del Vangelo, vi illumini e vi sostenga. Un affettuoso pensiero rivolgo ai Superiori Maggiori della Società Salesiana, mentre invio un cordiale saluto al Rev.mo Rettore Maggiore, qui rappresentato dal suo Vicario.

Il mio ringraziamento va parimenti a tutto il corpo redazionale de "L'Osservatore Romano" e, innanzi tutto, al Direttore responsabile, Prof. Mario Agnes, per il diuturno e delicato lavoro.

Carissimi, conosco i sentimenti che vi animano. Posso assicurare che vi seguo con attenzione e vi incoraggio ad ispirarvi sempre, quali eredi della gloriosa tradizione del giornalismo cattolico, a quegli alti principi deontologici che devono guidare quanti si dedicano ad una professione così impegnativa. La vostra testimonianza sia sempre più espressa nel servizio alla "Parola" in quanto eco fedele dell'eterna Parola Increata, il Verbo del Padre, la luce delle nostre menti.

La mia Benedizione Apostolica accompagni le fatiche professionali di voi tutti ed il vostro impegno umano per portare in queste nuove strutture l'autentico spirito cristiano, fatto di gioia e di sacrificio, di collaborazione e di servizio al Papa ed alla Chiesa universale.

Data: 1991-10-08
Martedi 8 Ottobre 1991


GPII 1991 Insegnamenti - Santa Messa in Piazza Farnese - Roma