GPII 1991 Insegnamenti - Ai giovani nel Palazzo dello Sport dell'Università del Mato Grosso - Cuiabà (Brasile)

Ai giovani nel Palazzo dello Sport dell'Università del Mato Grosso - Cuiabà (Brasile)

Titolo: Giovani, Cristo vuole camminare con voi per incoraggiare i passi del Brasile verso il terzo millennio cristiano

Cari giovani! Cari amici!


1. Questa mattina, mentre sorvolavo una bella zona dello Stato del Mato Grosso, vi confesso che ho sentito il desiderio spontaneo di ringraziare Dio: contemplavo questa bellissima terra e il cammino come un dono divino, come un'offerta e una promessa di vita. Nello stesso momento, mi sono ricordato di voi, e il ringraziamento è diventato più intenso. Voi giovani siete il dono migliore di Dio, la più grande e più bella offerta e promessa di vita che Dio abbia dato al Brasile! Ho sempre provato una gioia molto particolare negli incontri che, grazie a Dio, ho spesso con i giovani. Mi ricordo in particolare della recente e suggestiva manifestazione dei giovani a Czestochowa, lo scorso mese di agosto. E' un ricordo commovente, per gli abbondanti frutti della grazia mandati dal Signore.

Sono felice di poter condividere oggi questa grazia con i giovani del Mato Grosso e di tanti altri posti del Brasile. Sono felice perché oggi posso celebrare, in vostra compagnia, il tredicesimo anniversario del giorno in cui il Signore, attraverso la voce della Chiesa, mi ha scelto per essere il Vescovo di Roma, il successore di Pietro. La giovinezza è un grande dono divino, è "una straordinaria ricchezza dell'uomo" (Messaggio ai giovani, 31.03.85, 3). Per voi la vita si presenta come una strada aperta verso l'infinito. E' nel cuore del giovane che si disegnano, si progettano e si forgiano le prospettive future dell'umanità. Se è vero che, purtroppo, esistono limitazioni e ostacoli al pieno sviluppo dei suoi sogni umani, è anche vero che questi sogni rimangono sempre aperti ai grandi ideali. Niente e nessuno, tranne noi stessi, possono frustrare questi ideali.


2. Voi iniziate la vita in un momento cruciale della storia. Sarete i primi protagonisti del Terzo Millennio che sta per cominciare. Sarete voi giovani a tracciare le vie di questa nuova tappa dell'umanità. Siete voi che darete ad essa un significato. Il Papa contempla con gioia la grandezza di questa missione e le speranze del Brasile che voi avete in mano. Consapevole dell'immenso compito che vi aspetta, sento il bisogno di rivolgervi un pressante appello. Il Papa, cari amici, è venuto oggi a convocarvi per un incontro decisivo e per un cammino stimolante. In primo luogo, per un incontro decisivo dal quale dipenderà il significato e la proiezione delle vostre vite. Avete già capito che intendo parlare del vostro incontro, ogni giorno più pieno e autentico, con Cristo. Solo Gesù è, e sarà sempre, la risposta alle grandi aspirazioni, ai desideri infiniti, ai più alti ideali che fervono nel cuore umano. In Lui, in Gesù, si trova la Verità senza ombra di menzogna, in Lui il Cammino chiaro e senza deviazioni, in Lui è la Vita (cfr. Jn 14,6). Cristo fissa in voi il suo sguardo di amore (cfr. Mc 10,21), e vi dice: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Jn 8,12). Soltanto Gesù è la luce, solo in Lui tutti gli ideali si incontrano! Sono certo che molti di voi ricordano che Cristo paragona la sua parola viva, l'ideale divino che offre agli uomini, ad un seme che Egli stesso, passando accanto ad ognuno, semina nei cuori (cfr. Mt 13,4ss). Questo seme ha il potere di trasformare il campo della vita, il campo del mondo, in un raccolto ricco di frutti. In questo seme è contenuto il germe di tutte le vere realizzazioni, di tutti i sogni di grandezza, di bontà e di bene.


3. Ma il seme della parola di Cristo crescerà, fino a svilupparsi pienamente, se, come dice Gesù, incontrerà "buona terra", cioè il suolo accogliente di un cuore generoso e buono (cfr. Lc 8,15). Nel convocarvi per un autentico incontro con Cristo, ciò che vi chiedo è questo: offrite a Gesù i vostri cuori spalancati! Aprite con fiducia l'anima ai tesori della verità cristiana! Cercate con impegno una formazione che faccia maturare la vostra fede! Conducete una vita totalmente aperta alle fonti della grazia, che nascono dai Sacramenti! Lasciate che i vostri cuori si accendano, come i discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,32), accanto a Cristo, pane vivo e parola di vita. Lasciate che Egli viva in voi, affinché diventiate capaci di amare il mondo, tutti gli uomini, come Egli li ha amati (cfr. Jn 15,12-13). Torniamo alla parabola del seminatore. Il seme della parola di Dio possiede certamente una potenzialità illimitata di frutti. Ma può essere rigettato, può essere soffocato, può appassire. Che cosa potrebbe distruggere in voi i grandi ideali di Cristo? Gesù ci dà la risposta, luminosa e chiara, come tutti i suoi insegnamenti. In primo luogo questi ideali potrebbero essere frustrati dal disinteresse, che deriva dall'ignoranza, dall'indifferenza o dallo scetticismo, e relega la parola di Cristo ai margini della vita, "ai bordi della strada" (cfr. Mt 13,19). Di fronte ad un mondo che, in molti ambienti, sembra diventare refrattario alla luce divina e si impegna ad emarginare Dio, di fronte ad un mondo che, a volte, sembra voler cacciare Dio, come un estraneo, dalla vita personale, familiare e collettiva, voi saprete reagire e dire con ardore, come Pietro a Gesù: "Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (Jn 6,68). Voi lascerete che la fede e l'amore di Cristo mettano radici profonde nei vostri cuori. In secondo luogo, il seme della parola di Dio può essere soffocato dalla religiosità superficiale, sentimentale e incostante. La parabola parla di un cuore simile ad un terreno roccioso, ricoperto appena da un leggero strato di terra. Riceve il seme con gioia, ma non ha profondità, "è incostante". E quando si alza il sole scottante delle difficoltà, il seme muore bruciato (cfr. Mt 13,20-21). L'incontro con Cristo sarà autentico se saprete rimanere costanti nel suo amore (cfr. Jn 15,6-7), se saprete mantenervi perseveranti e saldi negli ideali cristiani, malgrado tutti gli ostacoli, le forti pressioni di un ambiente materialista, tutte le delusioni e tutte le debolezze.

Dio ha bisogno, la Chiesa ha bisogno, il Brasile ha bisogno di giovani pieni di vigore, che lottino per i propri ideali con santa perseveranza, senza scoraggiarsi, con quello spirito di competizione di cui parlava San Paolo (cfr.


1Co 9,24). Richiede sacrificio questo? Si! Questo richiede la lealtà e il coraggio di non piegarsi di fronte alla realtà attuale? Senza dubbio! Richiede anche l'umiltà di ricominciare, ricorrendo più volte, come il figliuol prodigo, al Sacramento della riconciliazione, della Confessione individuale nel segno del pentimento e della speranza. Non tollerate che i vostri ideali cristiani siano, come si dice in questa terra, "fuoco di paglia". Combattete "la buona battaglia della fede" (1Tm 6,12), dell'amore, della santità! Questa è la meta di ogni cristiano.


4. In ultimo, Cristo parla di spine che soffocano il seme (cfr. Mt 13,7). Di che spine si tratta? "La preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza" (Mt 13,22), dice Gesù. Nostro Signore mette in guardia contro lo sterile risultato di quelle vite che cercano la propria realizzazione nella soddisfazione meschina dello sfruttamento, del "possedere", e non nello sforzo di "essere" (cfr.

Messaggio ai giovani, 31/3/1985, 3).

Le ricchezze della fede cristiana e la sua promessa di frutti rimarrebbero soffocate se voi giovani faceste del piacere disordinato e dell'ambizione materiale un idolo, al quale subordinare la vostra vita. Con parole vigorose, San Paolo parla di alcuni "che hanno come dio il loro ventre" (Ph 3,19). Da parte vostra, voi incontrate molti che, purtroppo, hanno eretto come un falso dio l'uso egoista del sesso, o hanno tentato di colmare il proprio vuoto interiore con la fuga nell'alcoolismo e nelle droghe, veri tiranni che annichiliscono coloro che ad essi si sottomettono. Vi trovate di fronte ad altri che si sono lasciati sedurre dalla tentazione di facili guadagni, rinunciando allo sforzo del lavoro e della solidarietà fraterna, cercando soltanto una egoistica affermazione di sé stessi. A questi infelici compagni, dovete offrire una testimonianza limpida di purezza, di castità, di gioioso sacrificio, di spirito di servizio e di carità cristiana. Dovete annunciare loro, con la luce chiara della vostra gioia, che vale la pena seguire Cristo lungo il cammino di amore che Egli ha tracciato per noi: la dedizione gioiosa, libera da qualsiasi egoismo, il dono di sé, la generosità di abbracciare la croce della salvezza (cfr. Mt 16,24-25).


5. Io vi parlavo, all'inizio di questo incontro, di un duplice appello. Ho già parlato del primo: il Papa vi chiama ad un incontro personale e rinnovato con Cristo. Il secondo appello - vi ricordate - era per un cammino stimolante.

"Chi dice di dimorare in Cristo, dice San Giovanni, deve comportarsi come lui si è comportato" (1Jn 2,6), deve seguire il cammino di Gesù.

Cristo continua a percorrere le strade del mondo. Il Seminatore continua a cercare il cuore degli uomini. Egli vuole arrivare a questi cuori camminando con voi, agendo per mezzo di voi. Tutti avete la meravigliosa missione di percorrere le strade della vita essendo, come dicevano i primi cristiani, "portatori di Cristo". Questo è il cammino al quale il Papa vi chiama.


6. Camminando con Gesù, identificandovi con Lui, sarete "pescatori di uomini", sarete apostoli che, seguendo l'esempio di Cristo, tenderanno la mano per portare la luce e la vita di Dio agli amici, ai parenti, ai compagni che affondano nelle acque del disorientamento o in esse vanno alla deriva. Dio vi chiede il coraggio della testimonianza cristiana salda di fronte alle pressioni che la circondano, vi chiede il coraggio delle vostre parole, piene di quella convinzione che nasce da una fede sperimentata e vissuta. Ad alcuni, anzi a molti, penso, Dio chiede di più: la generosità di dedicarsi completamente al suo servizio e ai propri fratelli, la generosità di lasciare ogni cosa, come gli Apostoli, e di seguirlo (cfr. Lc 5,11).

Camminando con Gesù, riuniti in comunità, movimenti e altri gruppi della Chiesa, sarete rinnovato fermento di evangelizzazione su questa terra. Camminando con Gesù, sarete in grado di far diventare realtà i valori cristiani di giustizia e di amore, e di promuovere profonde trasformazioni sociali. Il Brasile ha bisogno di voi. Il futuro è nelle vostre mani, un futuro nel quale la "civiltà dell'egoismo" lasci il posto, senza cedimenti alle tentazioni dell'odio e della violenza, alla "civiltà dell'amore".

Camminando con Gesù, diventerete consapevoli del fatto che uno dei maggiori e più necessari contributi che i giovani possano fornire al rinnovamento cristiano della società è l'amore per il lavoro.

Non dimenticate mai che, insieme con l'impegno a promuovere un ordine sociale più giusto, la grandezza di una Nazione si fonda sul lavoro. Senza coltivare lo spirito di responsabilità e di perfezione nel lavoro, gli ideali più nobili svaniscono e rimangono parole vuote. Ricordate che Gesù era conosciuto dai suoi concittadini di Nazareth come "il lavoratore" (cfr. Mc 6,3) e che volle dare, durante quasi trent'anni, l'esempio di una vita dedita, intensamente e amorevolmente, al lavoro. Anche sotto questo aspetto è necessario "procedere con Cristo", è necessario "comportarsi come lui si è comportato" (cfr. 1Jn 2,6).

Farete questo se cercherete, come parte della missione che Dio vi affida, ciò che la santificazione comporta: perfezione, dedizione, sacrificio e perseveranza, giorno dopo giorno, senza cedere alla pigrizia o alla stanchezza. Essere santi sul lavoro presuppone il desiderio di superarsi, la responsabilità personale e lo spirito di servizio.

Camminando con Gesù, molti di voi lotteranno infine per vivere nella purezza santa dell'amore umano e saranno i costruttori di autentiche famiglie cristiane, veri centri d'irradiazione dello spirito di Cristo nella società (cfr. CL 40). La maggior parte di voi sarà chiamata per vocazione divina al matrimonio e la Chiesa vuole camminare con voi affinché possiate percorrere questo cammino con coraggio, consapevoli che la vocazione matrimoniale è un impegno straordinario, che vi rende protagonisti delle trasformazioni, secondo lo spirito del Vangelo, di questa cellula cristiana della società che è la famiglia.


7. Venite dietro a me, dice Gesù! Cari giovani! Cristo vi chiama, Cristo vi convoca, Cristo vuole camminare con voi, per incoraggiare con il suo spirito i passi del Brasile verso il Terzo Millennio. Il Papa ha la certezza che, in fondo all'anima, darete una risposta generosa e vibrante a questo richiamo: "mi hai chiamato, eccomi"! (cfr. 1S 3,5).

Con questo appello, colmo di speranza, concludo questo discorso. Mi rivolgo alla Vergine Santissima Madre di Gesù e Madre di coloro che, come fratelli di suo Figlio, devono farsi portatori della Buona Novella. Le chiedo che li conduca, con il suo aiuto materno, fino all'incontro di cui ho parlato loro e li accompagni per tutta la vita. Amen.Data: 1991-10-16
Mercoledi 16 Ottobre 1991

Messa per i fedeli dell'Arcidiocesi - Campo Grande (Brasile)

Titolo: La famiglia cristiana rispettata e stabile costituisce l'essenza della comunità ecclesiale




1. "L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola" (Ep 5,31 cfr. Gn 2,42). Apriamo il Libro della Genesi, nella parte in cui si parla delle origini e della storia dell'uomo sulla terra. Dio creo l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. Il Creatore, dando loro una particolare dignità nel mondo visibile, istitui sin dall'inizio quel sacramento dell'unione matrimoniale. In virtù del patto matrimoniale, l'uomo e la donna donano la vita, diventano padre e madre dei loro figli. Creati a immagine e somiglianza del loro Creatore, riflettono la Sua paternità in quella paternità e maternità umane.


2. La presenza del Figlio di Dio alle nozze di Cana di Galilea costituisce una speciale conferma di questa grande verità. Gesù arriva là con sua Madre e gli apostoli. Ancora prima di confermare, con le sue parole, l'indissolubilità del matrimonio, in quanto istituzione divina "sin dal principio", Gesù conferma, con la sua presenza a Cana, l'importanza di questo Sacramento anche con il primo miracolo (o segno) che realizza per il bene dei padroni di casa, e in seguito alla richiesta di sua Madre (cfr. Jn 2,1-11). Prima che questo fatto avvenisse a Cana di Galilea, possiamo pensare quante volte nella storia dell'uomo su tutta la terra si sono compiute quelle parole rivolte "in principio" all'uomo e alla donna: "L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola". Pensiamo anche quante volte si attua questa stessa istituzione divina in tutto questo immenso Brasile.

E' sufficiente che gli sposi rimangano fedeli ai disegni del Dio-Creatore, che è il Padre di ogni creatura. E' necessario che li rispettino, in sintonia con la legge del Vangelo di Cristo, come l'Apostolo ci mostra nella Lettera agli Efesini: "così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito". (Ep 5,28-33).


3. Pertanto, amore e rispetto reciproco! Non può esistere l'uno, senza l'altro.

Amare vuol dire non solo desiderare, ma rispettare, meritare e imparare il rispetto reciproco, avendo sempre davanti agli occhi il vincolo che unisce nel matrimonio due esseri umani. Amare è essere consapevoli che tale legame è indissolubile, dura, per istituzione divina, fino alla morte. "Ricevo te come mia sposa... ricevo te come mio sposo e ti prometto di essere fedele nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, amandoti e rispettandoti tutti i giorni della mia vita". Ecco il vincolo matrimoniale che nasce dall'amore reciproco, si esprime mediante il giuramento coniugale, che comincia e si realizza davanti all'infinita maestà di Dio, per quello stesso amore con cui il Padre ci ha amati nel suo Figlio, Gesù Cristo, Redentore del mondo! Gli sposi partecipano alla funzione redentrice di Cristo, assumendo integralmente, per vocazione divina, la finalità per la quale il matrimonio è stato istituito. Ogni unione nasce dal patto tra una coppia, ma con un contenuto stabilito divinamente, l'unità e indissolubilità, ordinato alla procreazione e all'educazione della prole. Ecco la bellezza e l'onore che il Signore ha attribuito all'uomo e alla donna: poter partecipare, in ogni nuova creatura, non solo al potere creatore di Dio, ma anche alla realizzazione in un nuovo essere umano dei frutti della Redenzione. Ogni creatura che viene al mondo diventa erede, per il Battesimo, della beatitudine del Regno dei Cieli!


4. Cari fratelli e sorelle di Campo Grande, del Mato Grosso do Sul e del Brasile! Un celebre brasiliano, lo scrittore Rui Barbosa, ci ha lasciato questa frase molto significativa: "La patria è la famiglia amplificata. Moltiplicate la famiglia e avrete la patria". Da questa bella città che avete costruito, da questa regione privilegiata del Brasile in cui abitate, con i suoi campi immensi, la sua terra fertile, con questa meraviglia della natura che è il Pantano del Mato Grosso, voglio lanciare oggi un veemente appello a tutta la Chiesa nel Brasile: la famiglia deve essere la vostra grande priorità pastorale! Senza una famiglia rispettata e stabile, non ci può essere un organismo sociale sano, senza di essa non ci può essere una vera comunità ecclesiale!


5. E' necessaria, inoltre, una Pastorale familiare, perché l'evangelizzazione nel futuro dipende in gran parte dalla "Chiesa domestica". Questa pastorale, come dissi a Puebla, "è tanto più importante in quanto la famiglia è fatta oggetto di tante minacce. Pensate alle campagne in favore del divorzio, all'uso delle pratiche anticoncezionali e all'aborto, che distruggono la società" (Discorso inaugurale, 28/1/79). Oggi questa realtà viene confermata. Essa sta producendo uno sfaldamento dell'istituzione familiare. Dalle unioni illecite, molto frequenti nella società brasiliana, alla perdita dei valori cristiani, colpiti da una pubblicità permissiva, fino agli attacchi di alcuni mezzi di comunicazione sociale, tutto questo sta oscurando la visione cristiana dell'amore umano. La mancanza di un'etica che difenda la dignità dell'essere umano negli ambienti scolastici, nei corsi preparatori per l'ingresso all'università, e nelle stesse Università, sta privando la gioventù della conoscenza della Legge di Dio e delle sue conseguenze. Infine, la mancanza di una autentica formazione spirituale e morale, insieme a uno sviamento dell'insegnamento dottrinario, per dare la preferenza ai problemi sociali, stanno causando un progressivo svuotamento del contenuto della fede, rendendo più attraente la partecipazione alle "sette" delle più varie denominazioni. E' certo anche che nell'ambiente rurale e nelle città, molte famiglie conservano le più belle tradizioni della vita cristiana. Esse costituiscono un autentico baluardo della fede del vostro Popolo. Benedico di cuore i genitori, gli sposi e i fidanzati realmente impegnati nel mettere in pratica seriamente i principi del Magistero della Chiesa Cattolica, che è l'autentica depositaria della verità rivelata. Chiedo al Signore abbondanti grazie perché rimangano fedeli agli ideali di santità nel matrimonio ai quali sono chiamati. Il Papa vuole che sappiano, per quanto grandi siano le difficoltà della vita, che la loro fedeltà sarà sempre sostenuta dalla grazia del Sacramento del Matrimonio, e dall'attenzione e dal sostegno della Chiesa.


6. Non c'è nessuno che non si renda conto, cari fratelli e sorelle, che il futuro della Chiesa è nelle famiglie cristiane opportunamente preparate ad assumere il ruolo di condottiere della società nazionale. Questo vale in particolare quando si tratta di affrontare il grave problema della scarsità di sacerdoti in un Paese con una popolazione in continua crescita. Non si potrà mai affrontare efficacemente questo problema, senza prima considerare con coraggio e decisione due aspetti che illuminano le direttrici da prendere. Torno qui a riaffermare, in primo luogo, che, "dove esiste una pastorale chiara ed efficace della famiglia, allo stesso modo risulta naturale accogliere con gioia la vita, sarà più facile udire la voce di Dio e più generosa la risposta di chi ascolta" (Discorso, 15/5/91). Se i genitori saranno generosi nell'accogliere un nuovo figlio che Dio invierà loro, sarà più facile che siano generosi anche i figli quando decideranno di offrire la loro vita a Dio, nel servizio apostolico. "La famiglia che adempie con generosa fedeltà i suoi compiti ed è consapevole della sua quotidiana partecipazione al mistero della Croce gloriosa di Cristo, diventa il primo e il migliore seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio" (FC 53). Bisogna quindi valorizzare le motivazioni cristiane che sono alla base delle grandi scelte della gioventù. La vita umana raggiunge la sua pienezza quando si fa dono di sé: un dono che può esprimersi nel matrimonio, nella verginità consacrata, nell'impegno per il prossimo come ideale e nella scelta del sacerdozio ministeriale. I genitori renderanno un vero servizio alla vita dei figli, se li aiuteranno a fare della propria esistenza un dono, rispettando le scelte da loro maturate e incoraggiando con gioia ogni vocazione, compresa quella religiosa o sacerdotale. La famiglia svolgerà così un ruolo fondamentale nella fioritura, nella crescita e nella maturazione finale della vocazione sacerdotale. Di conseguenza, la pastorale delle vocazioni è anche pastorale della famiglia. E le comunità parrocchiali dovrebbero partecipare attivamente nel seguire la formazione dei candidati al sacerdozio. Sono certo che gli sforzi di coscientizzazione in questo senso non mancheranno di produrre, insieme alla continua assistenza divina, abbondanti frutti. Con la certezza della speranza che non inganna e dell'intercessione della Vergine Maria e del suo sposo San Giuseppe, chiedo a Dio Onnipotente, che tra poco sarà presente su questo altare nel Santo Sacrificio della Messa, che protegga la famiglia brasiliana, la famiglia di tutti voi che siete venuti ad assistere alla Messa del Papa e di coloro che sono uniti a noi tramite la radio o la televisione! In secondo luogo, l'insistenza, molte volte ripetuta, sulla necessità che i fedeli laici assumano le proprie responsabilità, per rendere possibile una presenza più viva della luce cristiana nella società, deve essere accompagnata dal lavoro continuo, generoso, umile e audace del ministero dei sacerdoti.

Le famiglie cristiane assumeranno pienamente quelle responsabilità se incontreranno "sacerdoti che siano pienamente sacerdoti. (...) Quanto più scristianizzato è il mondo, che manca di maturità nella fede, tanto maggiore è la necessità di sacerdoti che siano totalmente consacrati a rendere testimonianza della pienezza del mistero di Cristo" (Giovanni Paolo II, Discorso 30/5/91: Insegnamenti III, 1 (1980), p. 1532). Sacerdoti secondo il cuore di Cristo: uomini dalla vita di preghiera, che offrono una testimonianza esemplare con la propria condotta e che sappiano orientare le famiglie e i giovani nella verità, in sintonia con il magistero perenne della Chiesa.


7. All'inizio della sua attività messianica, Gesù fu a Cana di Galilea, e li, per soddisfare la richiesta di sua Madre, compi il primo miracolo, per sopperire alle necessità dei padroni di casa e dei novelli sposi. Trasformo l'acqua in vino.

L'acqua, nella sua semplicità, divento una bevanda nobile. In questo modo Gesù fece capire che Egli, il Redentore del mondo, con il suo potere redentore non solo desidera confermare il matrimonio dell'Antica Alleanza, ma desidera nobilitarlo e santificarlo. Cristo desidera, come insegna l'Apostolo nella Lettera agli Efesini, esprimere un grande mistero nel patto matrimoniale dell'uomo e della donna (cfr.

Ep 5,32). Questo mistero è quello dell'amore con il quale egli stesso amo la Chiesa. Il Redentore del mondo è divenuto lo sposo della Chiesa, sua Sposa.

"Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla Santa..., per presentarla senza macchia" (Ep 25-27). Il mistero di questo amore sponsale del Figlio di Dio per la Chiesa è la misura e il modello dell'amore che deve unire marito e moglie nel matrimonio sacramentale. Cristo ha amato la Chiesa fino al sacrificio della propria vita. E' necessario, pertanto, che gli sposi scoprano in Lui il modello del proprio amore coniugale. E' necessario che imparino da Cristo, rinnovando costantemente il matrimonio, nel corso dei giorni e degli anni, con la grazia di questo grande sacramento.


8. Cristo vi sta insegnando, cari Sposi e Genitori, non solo attraverso il Vangelo, ma anche per mezzo del grande mistero del suo amore redentore. A Cana di Galilea, accanto agli sposi novelli, c'è la Madre di Cristo.

Ella dice ai servitori: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Che insieme a voi, dal primo all'ultimo giorno del vostro matrimonio, ci sia la Madre di Cristo! Che Ella vi ripeta sempre queste parole: "Fate quello che vi dirà".


9. Ringrazio per l'accoglienza il mio caro fratello Mons. Vitorio Pavanello e gli altri Vescovi di questo Stato. Ringrazio i cari Padri Salesiani per l'ospitalità che mi hanno offerto nella loro casa. Valgono anche qui le mie parole di incitamento ai cari religiosi e religiose perché sappiano continuare nel loro servizio gioioso e oblativo per il Regno di Dio in una costante e irrevocabile consacrazione delle loro vite. Per i presbiteri, i seminaristi e i novizi che si stanno formando nello Stato, in particolare a Campo Grande, nel Seminario Regionale Minore, nel Seminario Maggiore Maria Madre della Chiesa, nell'Istituto Teologico dell'Ovest, nello scolasticato e noviziato inter-congrega- zionale, invoco la protezione dell'Altissimo perché sappiano corrispondere alle aspettative che la Chiesa ripone in loro per la costruzione del Regno di Dio.

"Desidero ringraziare anche le Autorità del Mato Grosso del Sud e il Signor Governatore e le Autorità civili e militari per l'accoglienza e per le attenzioni che mi hanno riservato durante la mia permanenza a Campo Grande".

Infine, miei cari amici, tutti voi che mi ascoltate, di tante razze e popoli, bianchi, neri, indios, latino-americani, soprattutto paraguaiani e boliviani, emigranti europei, arabi, asiatici, soprattutto giapponesi, che siete in così gran numero in questo Stato, tutti voi leader e animatori delle comunità, laici impegnati nella lotta per la dignità della vita e il consolidamento della famiglia, ai giovani e agli ammalati, il Papa vuole dare un forte abbraccio e la sua benedizione. Il Papa non si dimenticherà di nessuno! La Vergine Maria, che invocate con tanto amore in questa Arcidiocesi col titolo di Nostra Signora dei Piaceri, vi conceda, cari Sposi e Genitori, di sentire nella vostra vita la Sua presenza materna, trasformando in vino, dando una nuova nobiltà alla vostra sublime missione. Che il potere santificante dello Spirito, che è disceso sulla Vergine di Nazareth e l'ha fatta Madre del Figlio di Dio, discenda anche sulle vostre famiglie, su tutte le famiglie del Brasile! Dio vi benedica! Veni, Creator Spiritus!

Data: 1991-10-17
Giovedi 17 Ottobre 1991

Ai laici nella Cattedrale dedicata a Nostra Signora da Abadia e a Sant'Antonio - Campo Grande (Brasile)

Titolo: Una testimonianza coraggiosa ed inequivocabile è un gesto di amore a Dio e di servizio al Brasile




1. Carissimi figli e figlie, rappresentanti del laicato cattolico del Brasile, desidero ringraziare per le sue parole di saluto il Coordinatore del Consiglio Nazionale dei Laici, dott. Celso de Castro Matias Neto.

In esse vedo l'espressione del desiderio che vi spinge ad assumere in pienezza la vocazione e la missione a cui Dio vi chiama nella Chiesa e in questa diletta nazione. Vi guardo e mi sembra di vedere stampata sui vostri volti la parola speranza. In questo momento della vita della Chiesa in Brasile e nel mondo, i laici sono infatti una delle più grandi speranze per il presente e per il futuro della nuova evangelizzazione che il Signore ci chiede. Vi guardo e si rallegra il mio cuore di Pastore Universale della Chiesa cattolica nell'apprendere il generoso zelo con cui molti di voi collaborano, attraverso diversi uffici e funzioni, ai servizi e ai lavori ecclesiali. So che questa collaborazione è una necessità urgente nel vostro paese. perciò vi ringrazio e ho la certezza che vi impegnerete a svolgere questi compiti sempre secondo i criteri e lo spirito che ho illustrato ampiamente nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici. Ma oggi vorrei dirvi, carissimi figli, che nel guardarvi vedo attraverso voi soprattutto la presenza degli innumerevoli fedeli laici del Brasile, dei cristiani comuni senza altri appellativi (cfr. CL 17): uomini e donne inseriti nel proprio ambiente sociale, che essi stessi integrano e costruiscono, sono chiamati da Dio proprio nel luogo che occupano nel mondo, a vivere tutte le conseguenze della loro consacrazione battesimale. Il Brasile è il paese che ha il maggior numero di battezzati nella Chiesa cattolica di tutto il mondo. Sulle orme del Concilio Vaticano II, il Sinodo dei Vescovi del 1987 e l'Esortazione Apostolica Christifideles laici, che ne è il frutto, hanno voluto sottolineare il tratto caratteristico dell'identità dei fedeli laici quale "radicale novità cristiana che deriva dal Battesimo" (n. 10), in modo che "solo cogliendo la misteriosa ricchezza che Dio dona al cristiano nel santo Battesimo è possibile delineare la figura del fedele laico" (CL 9). Infatti esistono diverse forme di partecipazione organica dei laici nell'unica missione della Chiesa-comunione. Ma non v'è dubbio che Dio la affida direttamente a ciascun battezzato, proprio nella situazione, nel luogo, che ha voluto che occupasse nel mondo.


2. Nell'ambito di questa grande ed entusiasmante responsabilità che vi è propria, desidero soffermarmi oggi soprattutto sulla considerazione di tre aspetti delle realtà temporali, che esigono con particolare urgenza il contributo della santità e dell'apostolato dei fedeli laici: la famiglia, il lavoro e l'azione socio-politica. In primo luogo, anzi, in primissimo luogo, la famiglia. "La coppia e la famiglia, si legge nella Christifideles laici, costituiscono il primo spazio per l'impegno sociale dei fedeli laici" (CL 40). Non perdete mai la consapevolezza che dal rafforzamento e dalla santità della famiglia dipende tutta la salute del corpo sociale, perché la famiglia, per disegno di Dio, è e sarà sempre la "cellula prima e vitale della società" (AA 11). Dalla santità della famiglia dipende anche la vitalità della Chiesa. Non vi direi nulla di nuovo se vi parlassi della grave crisi morale che oggi si abbatte, in molti modi, sulla famiglia brasiliana. Proprio per questo è necessario e urgente un profondo rinnovamento dell'istituzione familiare. Questo è un compito prioritario per i laici. E' doloroso osservare, in questo diletto paese, l'estrema fragilità di molti matrimoni, con la triste conseguenza di innumerevoli separazioni, di cui i figli sono sempre le vittime innocenti. E' triste inoltre osservare la mancanza di rispetto per la legge divina, che si espande con la diffusione di pratiche contraccettive gravemente illecite, osservare l'indice allarmante di sterilizzazioni di donne e di uomini, volontari o spinti, a volte, dai responsabili della società politica o dagli esperti che dovrebbero curare la dignità e l'integrità della persona e del corpo sociale, osservare l'aumento, anch'esso allarmante, della pratica dell'aborto, di questo attentato criminale contro il diritto umano primo e fondamentale, il diritto alla vita dall'istante del suo concepimento, che mai può avere una giustificazione pratica e, meno ancora, legale. Allo stesso tempo, non possono essere ignorate altre gravi cause di deterioramento delle famiglie, come quelle derivanti da condizioni sub-umane di alloggio, di nutrizione e di salute, di istruzione e di igiene in cui vivono milioni di persone nella campagna e nelle periferie delle città, con la triste conseguenza di un elevato numero di minorenni abbandonati ed emarginati. Sapete bene che non sto esagerando nelle tinte del quadro che vi ho appena descritto. Ciò che desidero soprattutto, nel parlare così, è lanciare un forte appello alla responsabilità morale dei detentori del potere pubblico, nei loro diversi settori, e di tutti gli uomini di buona volontà, cattolici o non cattolici, affinché creino, nell'ambito delle proprie possibilità, condizioni sociali che garantiscano la dignità della vita umana e della famiglia. Molto può e deve essere fatto per cambiare questa situazione. E' molto serio l'obbligo che avete, soprattutto voi, di promuovere coraggiosamente i valori cristiani del matrimonio e della famiglia.

Cominciate dai vostri focolari, per essere voi stessi "luce del mondo" e sale che preserva dalla corruzione. Voi che avete ricevuto la vocazione al matrimonio, proclamate con il vostro esempio e la vostra generosità, fondati nella fede e nell'amore di Cristo, la grandezza dell'amore coniugale, rinnovandolo ogni giorno con la grazia divina. Pensate al dono dei figli generosamente, quale vostro tesoro più grande, e alla loro educazione quale vostro primo apostolato. E' grande, invero, il compito che vi compete in questo campo. Ma è anche grande, immensa, la forza della fede, della speranza e dell'amore che lo Spirito Santo riversa nei cuori dei fedeli (Rm 5,5).


3. Vorrei dirvi anche qualche parola sul lavoro, un altro campo specifico della vita e dell'azione dei laici. A questo punto ritengo importante ricordare ciò che afferma la Christifideles laici: "I fedeli laici devono guardare alle attività della vita quotidiana come occasione di unione con Dio e di compimento della sua volontà, e anche come servizio agli altri uomini, portandoli alla comunione con Dio in Cristo" (CL 17). A imitazione di Gesù Cristo, che ha voluto vivere la maggior parte della sua esistenza terrena nel laboratorio di Giuseppe, imparate a vedere il lavoro e i doveri che comporta la vita quotidiana, come luogo e mezzo privilegiato di santità e di apostolato. Che condizioni primarie deve avere il lavoro, tutti e ciascun lavoro onesto, per essere santificante e santificatore? Lasciate che io risponda citando ancora le parole della menzionata Esortazione Apostolica: "I fedeli laici devono compiere il loro lavoro con competenza professionale, con onestà umana e con spirito cristiano, come via della propria santificazione" (CL 43). Non dimenticate mai che la prima ricchezza dell'uomo, e proprio per questo la prima ricchezza di una nazione, è il lavoro. "L'uomo si sviluppa mediante l'amore per il lavoro" (LE 11). Dove manca questo amore e si cede a un conformismo indolente, non è possibile il progresso umano, né la maturità cristiana, né il bene della società. Rifiutate la tentazione dello scoraggiamento causato dall'esempio negativo di quanti, al limite dei criteri etici, cercano il maggior vantaggio con il minimo lavoro.

Rifiutate anche, nonostante tutte le difficoltà, lo scoraggiamento derivante da una concezione errata dei rapporti imprenditoriali, che mette il capitale al di sopra del lavoro, il profitto al di sopra della persona umana e che si traduce spesso in una retribuzione indegna del lavoratore e in un'ingiusta distribuzione del reddito (cfr. LE 13 LE 15; CA 35). Con lo spirito del Vangelo saprete contribuire ai cambiamenti necessari nell'ordine economico-sociale. Saprete inoltre cercare i mezzi efficaci per affrontare e debellare il grave problema della disoccupazione. Dovrete impegnarvi affinché la dottrina sociale cattolica, senza cedere ad ideologie anti-evangeliche, che propugnano l'odio e la lotta di classe, orienti di fatto la realtà socio-economica del vostro paese. Questo è il compito che vi spetta nelle sue pratiche realizzazioni. Sono i laici cattolici che, insieme agli altri cittadini, devono assumerselo. Prima ho parlato anche dell'onestà e dello spirito cristiano nel lavoro. Ecco un altro importante argomento di riflessione e di esame di coscienza.

Una parte non trascurabile del vostro apostolato deve orientarsi in modo da far si che i principi dell'etica professionale, dell'onestà, della verità, della sincerità e della morale cristiana regnino in tutti gli ambiti del lavoro umano, sia nella sfera pubblica, sia nella sfera privata. Non lasciatevi abbattere dal timore che la fedeltà a questi principi etici vi metta in condizione di svantaggio in un ambiente in cui non di rado la legge morale viene disprezzata e abbonda la corruzione. Anche se alle volte vi sembra di trovarvi in siuazioni di inferiorità, abbiate il coraggio di offrire, in ogni momento, la vostra testimonianza etica chiara e inequivocabile. In questo modo amerete Dio e servirete il Brasile. Solo rispondendo a queste condizioni primarie, amore per il lavoro e coscienza etica, la vostra azione potrà tradursi in mezzo di santificazione, mezzo di apostolato e fermento di trasformazione della società.


4. Quest'ultima considerazione ci porta al terzo punto che oggi vorrei commentare con voi. Ho accennato prima che l'azione socio-politica fa parte della missione dei laici. Vi ricordo adesso che "per animare cristianamente l'ordine temporale, nel senso detto di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla politica, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune" (CL 42). Questa responsabilità, permettetemi di sottolinearlo, questa azione in campo politico, economico e sociale, alla ricerca del bene comune, è funzione propria, specifica e caratteristica dei fedeli laici. Fa parte della vostra missione e deve essere esercitata con la piena autonomia personale di cui godete, quali cittadini della città terrena e come figli di Dio, liberi e responsabili. E' un fatto evidente che un'interferenza diretta da parte di ecclesiastici o religiosi nella prassi politica, o l'eventuale pretesa di imporre, in nome della Chiesa, una linea unica nelle questioni che Dio ha lasciato al libero dibattito degli uomini, costituirebbe un inaccettabile clericalismo. Ma è anche ovvio che incorrerebbero in un'altra forma non meno pregiudiziale di clericalismo quei fedeli laici che, nelle questioni temporali, pretendessero di agire, senza alcuna ragione o titolo, in nome della Chiesa, come suoi portavoce, o sotto la protezione della gerarchia ecclesiastica. Abbiate il coraggio di assumervi la vostra libertà personale responsabile e di intervenire attivamente nella vita politica, economica e sociale, animati dallo spirito di Cristo, secondo quel criterio morale che già indicava la Costituzione Gaudium et spes: "come cittadini guidati dalla loro coscienza cristiana" (GS 76). E' certamente dovere e funzione dei Pastori della Chiesa aiutare a formare tale coscienza con i principi del Vangelo e la dottrina del magistero. Tuttavia, nell'ambito dell'immensa varietà di opzioni che si offrono alla coscienza cristiana ben formata, siete voi che dovete definire le vostre posizioni, fare le vostre scelte - che nessuno ha il diritto di limitare, e impegnarvi, individualmente o insieme ad altri cittadini che condividono i vostri stessi ideali, a promuovere un'azione vasta e profonda volta al corretto ordinamento delle realtà temporali.


5. Che altro posso dirvi, figli carissimi? Affinché questo splendido panorama della vocazione dei laici sia una realtà, occorre una sollecitudine, una condizione prioritaria: la vostra santità personale.

Questa è la supplica che rivolgo anche a Dio al termine del nostro incontro: che la Terra della Santa Croce diventi una terra di santi! Che diventi un terreno fertile in cui la santità cristiana fiorisca e fruttifichi nella vita di molti fedeli laici. così il Regno di Cristo si diffonderà in seno alla società brasiliana.

Prima di concludere desidero congratularmi con i fedeli di Campo Grande che, sotto la guida di una commissione di laici, hanno costruito questa bella chiesa dedicata a Nostra Signora della Badia, patrona dell'arcidiocesi, e a Sant'Antonio, patrono della città. Da oggi in poi, con la mia visita, questa chiesa sarà la Sede Cattedrale dell'arcidiocesi di Campo Grande. Che Dio benedica tutti coloro che hanno collaborato alla costruzione di questo tempio! Nell'impartirvi di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica, innalzo il mio pensiero a Nostra Signora Aparecida, patrona del Brasile, rinnovando la preghiera che alcuni anni fa, pensando a voi, ho rivolto alla Madre della Chiesa: "Vergine Madre, guidaci e sostienici perché viviamo sempre come autentici figli e figlie della Chiesa di tuo Figlio e possiamo contribuire a stabilire sulla terra la civiltà della verità e dell'amore, secondo il desiderio di Dio e per la sua gloria. Amen" (CL 64).

Data: 1991-10-17
Giovedi 17 Ottobre 1991


GPII 1991 Insegnamenti - Ai giovani nel Palazzo dello Sport dell'Università del Mato Grosso - Cuiabà (Brasile)