GPII 1993 Insegnamenti - Udienza ai pellegrini per la Beatificazione di Kazimierczyk, da Casoria, Montal Fornes de San Jose De Calasanz, Truszkowska - Città del Vaticano (Roma)

Udienza ai pellegrini per la Beatificazione di Kazimierczyk, da Casoria, Montal Fornes de San Jose De Calasanz, Truszkowska - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: L'esempio dei nuovi Beati vi accompagni nel vostro quotidiano itinerario cristiano




1. Saluto tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, venuti a Roma per rendere omaggio ai nuovi Beati. L'odierno nostro incontro rappresenta un gioioso prolungamento della solenne celebrazione che si è svolta ieri in questa stessa piazza. Con voi lodo il Signore per così straordinaria esperienza spirituale, ed auguro a ciascuno di testimoniare fedelmente il Vangelo, imitando i luminosi esempi di questi Servi di Dio, elevati agli onori degli altari. Saluto, in particolare, i pellegrini di Napoli e di Casoria, esultanti per la beatificazione di Padre Ludovico da Casoria. Questo degno figlio della vostra terra, carissimi, incoraggia con il suo esempio quanti, in un'epoca di acuti contrasti, come la presente, scelgono la "strada stretta" della carità evangelica (Cfr. Mt 7,14).

Facendo memoria di questo apostolo della carità rivolgo con gratitudine il mio pensiero alle Congregazioni religiose da lui fondate, quelle dei Frati della Carità o Bigi e delle Suore Francescane Elisabettine o Bigie, e ringrazio tutti i suoi figli e figlie spirituali per il loro diuturno apostolato e per l'azione caritatevole da loro costantemente svolta fra i piccoli e i poveri. Carissimi, l'esperienza gioiosa di questi giorni vi sia di conforto e di stimolo ad intensificare, con generosa fedeltà a Cristo, la cura degli ultimi e dei sofferenti, si da contribuire ad affermare nel mondo la "civiltà dell'amore".

Esorto inoltre ciascuno di voi, Fratelli e Sorelle qui presenti, secondo la particolare vostra vocazione, a custodire, approfondire e sviluppare nella vostra esistenza gli insegnamenti e gli esempi del Beato Ludovico da Casoria.


2. Parole di saluto rivolgo, poi, alle Suore della Congregazione della Madre di Dio della Misericordia ed ai numerosi devoti della Divina Misericordia, convenuti a Roma da molte regioni d'Italia per la Beatificazione di Suor Faustina Kowalska.

Ieri è stato un grande giorno per tutti voi. Carissimi, siate apostoli con la vostra parola e le vostre opere del divino amore misericordioso rivelato in sommo grado in Gesù Cristo. Si tratta di un mistero che, in certo senso, è per tutti gli uomini fonte di una vita diversa da quella che l'essere umano è in grado di costruire con le proprie forze (Cfr. DM 14). Sia questo mistero per ciascuno di voi ispirazione e forza per attuare nell'esistenza concreta la misericordia divina. In nome di questo mistero, Cristo ci insegna a perdonare sempre e ad amarci reciprocamente gli uni gli altri come lui stesso ci ha amati. "Dio ricco di misericordia" (Ep 2,4) vi benedica e renda fecondo il vostro impegno apostolico.


3. In questa felice circostanza desidero salutare gli amati Fratelli nell'episcopato e il folto gruppo di pellegrini di lingua spagnola, giunti a Roma per la Beatificazione di Madre Paula Montal Fornés de San José de Calasanz. Saluto in modo speciale i familiari della nuova Beata, così come le Figlie di Maria, Religiose delle Scuole Pie, da essa fondate. Paula Montal visse con semplicità la fede che i suoi genitori, profondamente cristiani, le avevano trasmesso. Nella sua parrocchia di Arenys de Mar (Barcellona) collaboro alla catechesi di bambini e giovani. Sarà a partire da questa esperienza che sentirà la necessità di dedicarsi totalmente all'educazione integrale dei giovani, soprattutto per promuovere la dignità della donna. Tutta la sua opera, dedicata all'insegnamento, fu illuminata dalla sua vita di intima unione con Dio attraverso la preghiera contemplativa, e anche attraverso il suo amore per le bambine, preparandole alla loro futura missione come mogli e madri di famiglia. Questo deve essere un esempio, care Scolopie, per la vostra attività di insegnanti e formatrici dei giovani nell'epoca attuale, partecipando così con le famiglie al compito imprescindibile dell'educazione cristiana e umana dei propri figli. Madre Paula desiderava che la famiglia fosse realmente cristiana affinché Cristo regnasse per mezzo di essa nella società. Per questo la sua opera continua a essere pienamente valida ai nostri giorni. Esorto voi, ex-alunne e alunne dei diversi collegi, ad essere quindi coerenti e a offrire una testimonianza, con la vostra vita, della formazione ricevuta, collaborando alla costruzione di una società fondata sulla "civiltà dell'amore", soprattutto con una dedizione generosa verso i più bisognosi, sull'esempio di Madre Paula Montal. Prima di concludere, desidero salutare cordialmente i pellegrini venuti per onorare gli altri Beati e in modo particolare coloro i quali hanno accolto il messaggio di amore della Misericordia Divina, trasmesso dalla nuova Beata Suor Faustina Kowalska. A tutti imparto con particolare affetto la mia Benedizione.


4. Miei cari Connazionali, il giorno dopo la beatificazione c'incontriamo tutti insieme e siamo tantissimi. Sono venuti qui i pellegrini provenienti della Polonia ma anche altri connazionali che vivono fuori della patria. Saluto cordialmente tutti qui presenti. In modo particolare saluto Sua Eminenza Card. Primate, Sua Eminenza Card. Metropolita di Cracovia, i Fratelli nell'Episcopato qui presenti.

Saluto anche i sacerdoti, le famiglie religiose e soprattutto le suore feliciane - figlie spirituali della Beata Maria Angela Truszkowska e le consorelle della Beata Faustyna Kowalska della Congregazione di Nostra Signora della Misericordia. Sono qui presenti pellegrini venuti da varie parti della Polonia, ci sono anche i nostri fratelli di Vilnius. Saluto cordialmente Sau Eccellenza Arcivescovo di Vilnius e tutti i pellegrini, soprattutto i giovani. Garbè Jèzui Kristui! Ci sono anche i pellegrini di Cracovia, e soprattutto da Kazimierz, devoti di Stanislaw Kazimierczyk, da secoli - e da ieri in Piazza San Pietro - chiamato "beato".

Saluto cordialmente i parrocchiani della chiesa Corpus Domini, saluto i pastori-padri della Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi. Anche oggi sono presenti i rappresentati delle Autorità Statali e di quelle regionali; do il benvenuto e saluto tutti cordialmente. Il Concilio Vaticano II afferma che attraverso i Santi "Dio manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto. In loro è Egli stesso che ci parla e ci mostra il segno del suo Regno" (LG 50). Dio ci ha parlato ieri attraverso i nuovi Beati. Ha parlato attraverso il ricco patrimonio spirituale della Beata Maria Angela Truszkowska la quale vedeva la via di rinnovamento dell'uomo e del mondo nella fedele realizzazione della volontà di Dio, nell'amore e nel generoso servizio del prossimo. Durante tutta la sua vita ha seguito fedelmente Cristo e la sua Croce, senza badare al prezzo richiesto. Fedele nella sofferenza, fedele nell'amore, fedele fino alla fine, perché il suo cibo era fare la volontà di colui che l'aveva mandata (Cfr. Jn 4,34). Dio ci ha parlato attraverso la ricchezza spirituale della Beata Suor Faustyna Kowalska. Ella ha lasciato al mondo il grande messaggio della Misericordia Divina come pure l'invito ad affidarsi completamente al Creatore. Dio le ha dato una grazia particolare perché ella ha potuto provare la sua Misericordia mediante le esperienze mistiche e grazie al dono speciale della preghiera contemplativa. Ti ringrazio, Beata Suor Faustyna Kowalska per aver ricordato al mondo questo grande mistero della Misericordia Divina. Quel "mistero sconvolgente", quell'ineffabile mistero del Padre di cui oggi l'uomo ed il mondo hanno tanto bisogno: "Celebriamo il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia" (Cfr. Ps 107/106,1). Dio ci ha parlato attraverso il Beato Stanislaw Kazimierczyk, sacerdote della Congregazione dei Canonici Lateranensi, la cui tomba è venerata presso la chiesa del Corpus Christi a Cracovia. La sua vita "santa e esemplare" è stata scolpita da Cristo presente nell'Eucaristia, davanti al quale egli passava lunghe ore in adorazione. Da Lui il Beato Stanislaw Kazimierczyk ha imparato ad amare ed a servire il prossimo. Cristo era per lui la vera luce che illuminava le vie della sua vocazione sacerdotale e religiosa.

Giustamente è stato chiamato "la luce della vita religiosa". E così questo nuovo Stanislaw aggiunge un'altra pietra alla grande tradizione dei Stanislaw di Cracovia e della Polonia.


5. Cristo era la base sulla quale i nostri Beati costruivano la loro umanità e la loro santità. In Lui vedevano l'unico fondamento di ogni uomo, di ogni nazione, dell'umanità intera. Con le proprie vite mostrano chiaramente chi era Cristo per loro. Indicano le radici della piena umanità, i valori che danno la forma alla vita. Indicano Cristo. San Paolo dice: "Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo" (1Co 3,11), "in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per Lui" (1Co 8,6). Non lasciamoci sedurre dalla tentazione di rifiutare i valori che Cristo ci ha portato, quel grande bene che ci ha dato il cristianesimo. Solo la fede rivela in pieno la vera identità dell'uomo, solo l'amore può vincere l'egoismo nascente e le sue conseguenze. L'amore è la potenza più profonda che forma la vita umana, la potenza che unisce, la forza che costruisce. I nuovi Beati ci ricordano che "Dio è amore", e che quest'amore è più forte del peccato, della debolezza, della morte.

E' sempre pronto a sopportare, perdonare ed andare incontro al figliol prodigo, non cessa di cercare "la rivelazione dei figli di Dio" che sono chiamati alla gloria. La rivelazione dell'amore si chiama anche misericordia ed ha nella storia dell'uomo una sola specie ed un solo nome. Si chiama: Gesù Cristo (Cfr. RH 9). Il Vangelo parla dell'uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia: "Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia" (Mt 7,24-25). Su questa roccia che è Gesù è stata costruita la storia dell'Europa e della nostra Nazione. Egli stesso è la potenza, egli è la nostra speranza. I nostri nuovi Beati ce lo ricordano e c'incoraggiano con le loro vite].


6. Saluto cordialmente i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i pellegrini laici convenuti per la Beatificazione di Maria Angela Truszkowska. Saluto, in particolare, le sue sorelle spirituali, le Suore Feliciane, che ringrazio per il generoso servizio offerto alla Chiesa universale e, soprattutto, alla Chiesa negli Stati Uniti. Care Sorelle, attraverso la vostra consacrazione religiosa e il vostro molteplice apostolato offrite una convincente testimonianza dell'eredità spirituale della Chiesa. Ho potuto sperimentare questo di persona durante le mie visite nel vostro Paese. Possa la vostra Fondatrice, elevata ieri agli onori degli altari, continuare a ispirare questo generoso servizio. Madre Angela, piena d'amore per il Signore e per il prossimo, seguendo le orme di San Francesco, voleva rinnovare il mondo con la costante fedeltà alla volontà di Dio e il servizio verso gli altri. Le parole di Cristo: "Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato" (Jn 4,34) la ispirarono nella realizzazione del suo unico desiderio: divenire un olocausto d'amore, servire fino alla fine, seguire Cristo sulla via della Croce senza considerarne il sacrificio. La sua vita fu caratterizzata dall'amore. L'amore la spinse a occuparsi di coloro che avevano bisogno di pane, di una casa, della verità del Vangelo. La sua vita fu segnata dalla Croce. Essa attinse la sua forza da Gesù. Visse in Lui e con Lui, unita a Lui nella preghiera e attraverso il suo grande amore per l'Eucaristia. La sua vita fu segnata dalla fede. Il suo credere nell'amore di Dio le permise, nelle sue sofferenze e nei suoi conflitti interiori, di venir trasformata dalla Grazia e di essere sempre uno strumento dell'opera salvifica di Dio. La fede purificata dalle tenebre della notte spirituale le permise di arrivare al punto di scorgere in ogni sofferenza l'espressione dell'amore e della bontà del Padre Celeste. Dalla fede essa ricavo la forza di perseverare e di sopportare tutte le sofferenze, di accettare e di amare la volontà di Dio, persino quella più ardua. Possa la Beata Maria Angela Truszkowska essere per voi un esempio di fedeltà verso Cristo, persino verso il Calvario; un esempio di fedeltà quotidiana ai consigli evangelici nello spirito del Vangelo.

Carissimi pellegrini e devoti, tutti presenti, l'esempio e l'intercessione dei nuovi Beati, che oggi con particolare gioia veneriamo, vi accompagnino nel vostro quotidiano itinerario cristiano. Vi sia di incoraggiamento anche la Benedizione Apostolica, che di cuore voglio offrire, a voi qui presenti e a tutte le persone a voi care, insieme con tutti i miei fratelli nell'Episcopato presenti a quest'udienza.

Devo ora salutare i pellegrini messicani, tanto buoni, tanto ospitali, ospitali nella loro patria. Il Papa ha potuto sperimentare questa grande generosità dei messicani in occasione di due visite. Molte grazie per la vostra presenza. Molte grazie per la vostra devozione alla misericordia di Dio, di Cristo. Alla misericordia trasmessa a noi nel nostro secolo dalla Beata Faustyna Kowalska. Il Signore vi benedica tutti.

Visto che siamo ritornati a Suor Faustyna, vi auguro che queste semplici parole "Gesù, confido in te", che vedo su tante immagini portate qui, che queste parole siano per i cuori degli uomini - anche nel futuro, anche alla fine di questo secolo, di questo Millennio e dopo - una chiara indicazione della via da percorrere. "Gesù, confido in te". Non c'è un'oscurità in cui uomo possa perdersi.

Se confida in Gesù, si ritroverà sempre nella luce. Sia lodato Gesù Cristo!

Data: 1993-04-19 Data estesa: Lunedi 19 Aprile 1993

Ad un gruppo di pellegrini della diocesi polacca di Kalisz - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il bene della società e l'avvenire della Patria dipendono dalla fedeltà delle famiglie ai valori cristiani

Carissimi fratelli e sorelle,


1. Desidero ringraziare cordialmente Sua Eccellenza Vescovo di Kalisz di essere venuto qui, alla casa del Pontefice. Siete venuti qui in tanti e ciò mi riempie di vera gioia. Sono ancora vive in noi le impressioni suscitate dalla celebrazione di domenica durante la quale Dio ha donato alla Chiesa in Polonia e alla nostra Patria i nuovi Beati. Vi è vicina in modo particolare la Beata Maria Angela Truszkowska la quale è nata a Kalisz il 16 maggio 1825 e li è stata battezzata nella chiesa parrocchiale dell'Assunzione della Vergine Santissima. La nuova Beata non è forse un dono meraviglioso anche per la vostra diocesi? Il significato della vostra presenza odierna è particolarmente eloquente. Perché si tratta del primo incontro del Popolo di Dio della diocesi di Kalisz con il Papa. La vostra diocesi è stata creata un anno fa - il 25 marzo - con la bolla Totus Tuus Polonie Populus.

E' quindi una diocesi giovane, ma radicata profondamente nella tradizione, nella storia della nostra Nazione, che risale agli inizi del cristianesimo in Polonia.

La diocesi abbraccia le terre dove sono sorti i primi centri del cristianesimo.

Mentre vi guardo oggi, penso a quella grande ricchezza spirituale che avete ereditato e che in qualche modo rendete presente. Ne da la testimonianza particolare la sede della vostra diocesi - Kalisz - la più antica città della Polonia. I valori cristiani hanno plasmato la nostra Nazione fin dai suoi inizi e continuano a plasmarlo. Sono il nostro più grande tesoro e perderli significherebbe recidere le nostre radici cristiane, la nostra identità nazionale.

Bisogna quindi coltivare questo grande retaggio sentendosi responsabili del nostro oggi e dei tempi a venire, sentendosi responsabili davanti a Dio che è il Signore della storia. Sia ringraziato Dio per il nostro odierno incontro. Siete venuti qui insieme al vostro Vescovo per esprimere questo ringraziamento nella preghiera e per raccomandare le cose della Chiesa e della Patria al "Padre che è nei cieli".


2. Portate con voi la copia dell'immagine di San Giuseppe, venerato a Kalisz nel santuario famoso in tutta la Polonia. Volete che benedica questo quadro il quale dopo il rientro nel nostro Paese visiterà in pellegrinaggio tutte le parrocchie della vostra Diocesi. San Giuseppe vi è particolarmente caro e vicino. Il Papa Pio IX dichiaro San Giuseppe "Patrono della Chiesa cattolica". Nell'esortazione apostolica Redemptoris Custos ho scritto: "Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall'essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù (...).

Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia (...). E' dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazareth, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo" (n. 28). San Giuseppe è patrono della Chiesa dei nostri tempi. La Chiesa ha molto bisogno della sua intercessione in vista delle nuove minacce che non cessano di affacciarsi, e ne ha particolarmente bisogno per essere rafforzata mentre affronta nuovi compiti e intraprende la nuova evangelizzazione. Di quest'intercessione, di quest'aiuto dall'alto ha bisogno la Chiesa in Polonia sulla soglia dei tempi nuovi. Di questa Chiesa siamo corresponsabili.


3. E' un bene, che la Vostra Diocesi inizia il proprio programma pastorale dalla famiglia. La famiglia è posta al servizio dell'edificazione del regno di Dio mediante la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa. Esistono stretti vincoli reciproci che legano tra loro la Chiesa e la famiglia cristiana, e costituiscono quest'ultima come "una chiesa in miniatura" (Ecclesia domestica), facendo si che questa, a suo modo, sia viva immagine e storica ripresentazione del mistero della Chiesa (Cfr. FC 49). Siamo tutti consapevoli che il bene della società, il prosperoso avvenire della nostra Patria dipende da una famiglia moralmente sana. L'avvenire dell'umanità si compie attraverso la famiglia. La famiglia è uno dei più preziosi beni dell'umanità. Oggi, questa famiglia si trova sotto il dominio dei profondi e veloci mutamenti sociali e culturali. Esistono pressioni che mirano a sminuire la dignità e la sacralità della famiglia, il suo innegabile valore e il ruolo che essa deve svolgere.

Rendiamo grazie a Dio, che esistono in Polonia famiglie fedeli ai sacri valori cristiani: famiglie che rappresentano un'autentica comunità di vita e di amore, che si nutrono di preghiera e di sacramenti, per le quali la vita umana significa sempre un meraviglioso dono della Bontà divina.

Ma esistono anche famiglie, che nel processo dei nuovi mutamenti si sono perse; alcune di loro si sentono indebolite oppure tentate dalle idee contemporanee, le quale tradiscono la verità e la dignità dell'essere umano.

Bisogna aiutarle, perché esse possano avvicinarsi a quell'ideale di famiglia disegnato dal Creatore "sin dall'inizio".

Alla protezione della Santa Famiglia di Nazaret affido ogni famiglia della Vostra Diocesi e di tutta la Polonia. Essa è prototipo ed esempio per tutte le famiglie cristiane. Che non manchi di assistere le famiglie polacche nella fedeltà ai loro doveri quotidiani, nel sopportare le ansie e le tribolazioni della vita, nella generosa apertura verso le necessità degli altri, nell'adempimento gioioso del piano di Dio (Cfr. FC 86).

Alle mani premurose di San Giuseppe affido il destino delle famiglie polacche, i loro problemi e le loro ansie, tutto il loro avvenire. Che sia lui a chiedere a Dio che i padri, le madri e i figli siano fedeli a Cristo ed al Suo Vangelo.

Desidero anche augurare di cuore la benedizione Divina a tutti voi qui presenti, ed anche a tutti coloro che voi rappresentate: soprattutto alle vostre famiglie, alle vostre parrocchie, agli ambienti nei quali vivete e lavorate e a tutta la vostra Patria.

Data: 1993-04-20 Data estesa: Martedi 20 Aprile 1993




Discorso ai partecipanti ad un Convegno promosso dal Vicariato - Roma

Titolo: Nuove chiese parrocchiali per Roma che si prepara a celebrare il grande Giubileo del Duemila




1. Sono particolarmente lieto di incontrare e di salutare voi, partecipanti al Convegno di studio e promozione per le nuove chiese di Roma, qui convenuti sotto la guida del Signor Cardinale Camillo Ruini, mio Vicario Generale nell'Urbe, accompagnati dal Signor Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna, e da Mons. Dionigi Tettamanzi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana. L'argomento sul quale vi state impegnando richiama alla mente le parole dell'apostolo Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi: "Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: 'Abitero in mezzo a loro e con loro camminero e saro il loro Dio ed essi saranno mio popolo'" (6,16). Le parole dell'Apostolo alludono alla presenza di Dio nelle singole anime, in forza dell'adozione attraverso la grazia battesimale, ma si riferiscono anche alla sua divina presenza nella comunità dei salvati, il santo Popolo di Dio. Il Concilio Vaticano II, descrivendo la Chiesa, ha fatto suo questo concetto, che è complementare a quello di Mistico Corpo di Cristo, ed ha aiutato il popolo fedele a prendere coscienza di questa realtà: di essere cioè una comunità in cammino verso la patria celeste, una comunità interiore ed esteriore, caratterizzata dal legame con Cristo, attraverso l'unione con i legittimi pastori da lui stabiliti.


2. Com'è noto, la cellula più antica e tuttora valida di aggregazione del Popolo di Dio è costituita dalla parrocchia, una realtà prevalentemente territoriale, nella quale confluiscono tutti i membri della comunità, senza distinzione alcuna, in spirito di fraternità, di spirituale uguaglianza e di generosa collaborazione, secondo i carismi e gli incarichi di ciascuno. In essa spicca la funzione del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, ma anche quella degli organismi di partecipazione dei laici, quella delle famiglie, delle associazioni, dei gruppi, dei movimenti ecclesiali, delle famiglie religiose esistenti sul territorio.

L'elemento funzionale visibile che caratterizza la parrocchia è costituito dalla chiesa parrocchiale e dalla casa canonica: la prima come casa di Dio e della comunità per gli atti di culto pubblico e le seconda come residenza dei sacerdoti e luogo per lo svolgimento di multiformi attività pastorali. In tutto l'orbe cattolico, dalle grandi città alle campagne, dai luoghi attrezzati alle lande sperdute di paesi ancora privi di infrastrutture avanzate, la chiesa parrocchiale, grande o piccola, maestosa o povera, costituisce il punto di riferimento dei fedeli, per l'evangelizzazione, il culto pubblico e l'organizzazione della carità.


3. La nostra Città è una metropoli moderna, nella quale, accanto alle chiese antichissime e memorabili, lo sviluppo degli insediamenti ha imposto in anni recenti la creazione di nuove circoscrizioni parrocchiali e di nuove chiese, per rispondere alle esigenze della popolazione. Con la grazia di Dio e l'aiuto dei fedeli, ben 320 parrocchie dispongono oggi di complessi parrocchiali adeguati alle loro necessità. Ma altre 50 parrocchie, giuridicamente già individuate, attendono che si provveda a dotarle di chiesa e complesso parrocchiale dalle fondamenta. Il Vescovo di Roma non può non ascoltare l'invocazione di tanti suoi figli, che hanno diritto alla pari degli altri di essere dotati di queste essenziali strutture sacre, destinate a far percepire il senso di fraternità a quanti per il Battesimo sono entrati a far parte della famiglia dei figli di Dio. Per questo ho creduto mio dovere invitare voi, persone di chiara competenza, a studiare un grande progetto, destinato a dotare Roma delle mancanti 50 chiese parrocchiali, entro un termine ragionevole e significativo, qual è quello della celebrazione del solenne Giubileo dell'anno 2000. La comunità cattolica di Roma non può non prendersi cura dei fratelli mancanti ancora della loro chiesa. Non è giusto infatti che quanti godono del beneficio di una parrocchia bene strutturata ignorino o abbandonino a loro stessi coloro che ancora faticano con soluzioni di fortuna per darsi un minimo di vita parrocchiale. Ma anche la Città in quanto tale deve essere sensibilizzata ad apprezzare il segno positivo che nasce in un quartiere, spesso anonimo e indifferenziato, quando vi sorge il tempio di Dio e il luogo di aggregazione dei fedeli. Infine, la comunità dei cultori del bello, degli artisti, degli architetti, dei pittori, degli scultori, erede di una tradizione che ha fatto di Roma uno dei luoghi culturalmente più apprezzati dal mondo intero, non mancherà di sentirsi stimolata ad affinare la ricerca culturale e artistica verso una creatività nell'ambito del sacro che sia nuova e nello stesso tempo rispettosa del significato intrinseco e funzionale dell'edificio sacro, armonicamente collocato nel contesto urbanistico e paesaggistico, con la sua originale unicità di ambiente di culto sacro e di aggregazione religiosa.


4. Il vostro Convegno ha il merito di aver posto allo studio questo grande piano, sotto il profilo pastorale e sociale, non meno che tecnico, artistico, organizzativo ed amministrativo. Io sono certo che la serietà con la quale questi problemi vengono affrontati approderà a un progetto globale, che renderà onore a Dio, ma anche alla città di Roma, e potrà costituire un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale. Si tratta infatti di coordinare molteplici discipline e di mobilitare disparate forze, affinché convergano a rendere possibile la realizzazione di un così impegnativo disegno.

Le cattedrali e le chiese della cristianità, specialmente dell'età medievale e della riforma cattolica, hanno suscitato memorabili pagine di letteratura, di arte, di spiritualità, di devozione, che le hanno rese note in un raggio enormemente più vasto di quello dei loro diretti fruitori. Mi auguro che il progetto ora al vostro esame possa, con l'aiuto di Dio, avere un uguale e memorabile successo. Sarà anche un modo, questo, per manifestare visibilmente i frutti spirituali del Sinodo pastorale diocesano, che mi accingo a concludere nelle prossime settimane, in unione a tutta la Chiesa di Dio che è in Roma. Noi vogliamo così glorificare Gesù Cristo redentore, nel duemillesimo anniversario della sua nascita, ed anche accogliere con una testimonianza significativa i pellegrini che da tutto il mondo confluiranno nella città delle più venerabili memorie apostoliche.

In questa prospettiva vi esorto a perseverare nel vostro impegno e, invocando sul vostro lavoro la divina assistenza, di cuore vi benedico.

Data: 1993-04-22 Data estesa: Giovedi 22 Aprile 1993

Ad un gruppo della Diocesi di York - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Dobbiamo continuare ad aver fiducia nella grazia dello Spirito Santo

Cari amici in Cristo, E' per me un grande piacere accogliervi qui oggi, pellegrini a Roma dalla Chiesa di Inghilterra e dalla diocesi di York. In particolare saluto l'arcidiacono di York, il venerabile George Austin, e tramite lui desidero recare i miei migliori auguri al vostro arcivescovo e a tutto il clero e i laici della vostra diocesi.

Nel maggio 1982 fu mia gioia visitare York durante il corso della mia visita pastorale alla Chiesa cattolica in Gran Bretagna. Quella visita ha avuto un significato speciale nella nostra domanda comune per la pienezza dell'unità tra i seguaci di Cristo. Sebbene il cammino verso l'unità è assediato da prove e da seri ostacoli, noi dobbiamo continuare ad aver fiducia nella grazia dello Spirito Santo, che a suo tempo otterrà il compimento della preghiera di Cristo stesso: "Perché tutti siano una sola cosa" (Jn 17,21).

Più recentemente, nella Giornata di preghiera per la pace in Europa e soprattutto nella regione Balcanica, che si è tenuta ad Assisi nel gennaio di quest'anno, l'arcivescovo di York rappresento la Chiesa di Inghilterra. La sua presenza fu profondamente apprezzata. Di fronte alla terribile violenza e ingiustizia che abbiamo davanti oggi nel mondo, è vitale che i cristiani portino uniti la testimonianza al Principe della pace, che solo può liberarci dal peccato e dal disordine che si trova alle radici del male nel mondo.

Sono consapevole che voi state visitando Roma in appoggio al Centro Anglicano, che è come un simbolo del desiderio di riconciliazione tra cattolici e anglicani. Quel desiderio è condiviso dal vescovo di Roma, ed è in questo spirito di speranza e di fiducia in Dio che invoco abbondanti le benedizioni divine su voi e le vostre famiglie.

[Traduzione dall'inglese]

Data: 1993-04-22 Data estesa: Giovedi 22 Aprile 1993

Il Rosario nel Santuario di Genazzano - Roma

Titolo: Sono venuto ai piedi della Vergine del Buon Consiglio per invocare la sua protezione sul viaggio apostolico in Albania

Al termine di questa preghiera mariana, sono lieto di salutare tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, che avete voluto unirvi a me nella recita del santo Rosario, in questo luogo dedicato alla Madonna del Buon Consiglio.

Ringrazio il Vescovo di Palestrina, Monsignor Vittorio Tomassetti, per le parole rivoltemi e per l'invito a compiere questo pellegrinaggio al Santuario di Genazzano, tanto amato dalla vostra Comunità diocesana, e frequentato da devoti del mondo intero. Saluto il carissimo Cardinale Bernardin Gantin, titolare della Diocesi Suburbicaria di Palestrina, i Presuli ed i Sacerdoti qui presenti. Rivolgo un particolare pensiero ai Religiosi Agostiniani, ai quali è affidata la cura pastorale in questo Santuario. Saluto, inoltre il gruppo degli Albanesi immigrati di recente in questa vostra zona per cercare un'occupazione che consenta loro, ed alle loro famiglie in patria, un decoroso sostegno nelle attuali precarie situazioni.

Sono venuto ai piedi della Vergine del Buon Consiglio ad invocare, insieme con voi, la materna protezione di Maria sul viaggio apostolico che, a Dio piacendo, compiro domenica prossima. Come sapete, infatti, mi rechero in Albania, Paese che ha subito lunghi anni di oppressione e di autentica persecuzione religiosa. Là mi sarà dato, per la prima volta, di incontrare la Comunità cattolica ed assicurare a quei nostri fratelli nella fede il sostegno e la comunione della Chiesa intera. Sin d'ora affido alla Vergine Santissima il loro futuro. Possano con l'aiuto di Dio esprimere sempre in piena libertà e in costante fedeltà al Vangelo la loro vitalità spirituale e missionaria.

Carissimi, a voi è ben noto il profondo legame che unisce questo Santuario alla città di Scutari, dove domenica ventura celebrero l'Eucaristia ed ordinero quattro Vescovi albanesi. Da Scutari proviene l'immagine della Madonna del Buon Consiglio qui venerata: secondo una pia tradizione, essa trasmigro dalla chiesa che là l'ospitava, scampando così miracolosamente all'invasione turca del 1467.

Carissimi, accompagnatemi nel pellegrinaggio che mi accingo a compiere con la vostra fervida orazione, affinché possa infondere conforto ed incoraggiamento alla Chiesa albanese per il cammino di rinnovamento intrapreso.

Nel clima pasquale che stiamo vivendo, mentre vi ringrazio dell'accoglienza che mi avete riservato, formulo a ciascuno di voi e alle vostre famiglie l'augurio di gioia e di pace nel Signore risorto, ed imparto di cuore a tutti la Benedizione Apostolica.

[Al termine del discorso, Giovanni Paolo II ha pronunciato le seguenti parole:] Vi ringrazio per questa accoglienza, per questa numerosa presenza durante l'incontro di oggi. Vi raccomando anche tutti i nostri fratelli albanesi, sull'altra sponda del Mare Adriatico, con cui siete tanto legati attraverso questa immagine della Madonna del Buon Consiglio.

Ringrazio la vostra comunità di Genazzano, ringrazio il signor sindaco, tutti i membri della Giunta, tutti i concittadini. Ringrazio la vostra parrocchia affidata ai Padri Agostiniani, il parroco e tutti i suoi collaboratori.

Che la Madonna sia sempre per voi un segno di cristiana speranza, per tutti e per ciascuno, per le vostre famiglie, per le vostre comunità di vita e di lavoro, per la vostra città di Genazzano.

Sia lodato Gesù Cristo!

Data: 1993-04-22 Data estesa: Giovedi 22 Aprile 1993

Ai partecipanti al Simposio di Diritto Canonico - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Il Diritto Canonico può essere d'esempio ad una società civile che non voglia cadere in pericoli d'arbitrio e di false ideologie

Signori Cardinali e venerati Fratelli nell'episcopato, Illustri Professori di Diritto Canonico e Giudici di Tribunali ecclesiastici!


GPII 1993 Insegnamenti - Udienza ai pellegrini per la Beatificazione di Kazimierczyk, da Casoria, Montal Fornes de San Jose De Calasanz, Truszkowska - Città del Vaticano (Roma)