GPII 1993 Insegnamenti - Veglia di preghiera con i giovani a Denver - Colorado

Veglia di preghiera con i giovani a Denver - Colorado

Titolo: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza"

PARTE PRIMA Cari giovani, Giovani pellegrini sul sentiero della Vita, "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Jn 10,10).


1. Questa sera queste parole di Cristo sono rivolte a voi, giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventù.

Gesù dice queste parole nella parabola del Buon Pastore. Il Buon Pastore: che splendida immagine di Dio! Trasmette qualcosa di profondo e di personale sul modo in cui Dio si preoccupa di tutto ciò che ha fatto. Nella moderna metropoli è improbabile che voi vediate un pastore che cura il suo gregge.

Ma possiamo riferirci alle tradizioni del Vecchio Testamento, in cui la parabola è profondamente radicata, al fine di comprendere la sollecitudine amorevole del Pastore verso il suo gregge.

Il Salmo dice: "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla" (Ps 23,1). Il Signore, il Pastore è Dio-Yahweh. Colui che ha liberato il suo popolo dall'oppressione nella terra del suo esilio. Colui che si è rivelato sul Monte Sinai come il Dio dell'Alleanza: "Se vorrete ascoltare la mia voce e custodire la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra" (Ex 19,5).

Dio è il Creatore di tutto ciò che esiste. Sulla terra che ha creato ha posto l'uomo e la donna: "maschio e femmina li creo" (Gn 1,27). "Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate...su ogni essere vivente che striscia sulla terra" (Ibidem, Gn 1,28).


2. Il posto speciale degli esseri umani tra tutto ciò che Dio ha creato sta nel fatto che a loro è stata data la partecipazione alla stessa sollecitudine e provvidenza di Dio verso tutto il creato. Il Creatore ha affidato il mondo a noi, come un dono e una responsabilità. Egli, che è Provvidenza eterna, Colui che guida tutto l'Universo verso il suo destino finale, ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, cosicché anche noi potessimo diventare "provvidenza" - una provvidenza saggia e intelligente, che guida lo sviluppo umano e lo sviluppo del mondo lungo il sentiero dell'armonia con la volontà del Creatore, per il benessere della famiglia umana e il compimento della vocazione trascendente di ciascun individuo.


3. Ciononostante, milioni di uomini e di donne vivono senza rendersi conto di quello che fanno né di quello che succede. Qui, questo pomeriggio, nel Cherry Creek State Park di Denver, rappresentate la gioventù del mondo, con tutti i quesiti di cui hanno bisogno e che hanno diritto a porsi i giovani della fine del XX secolo.

Il nostro tema è la vita, e la vita è piena di mistero. La scienza e la tecnologia hanno fatto progressi enormi per scoprire i segreti della nostra vita naturale, ma un esame superficiale della nostra esperienza personale indica che ci sono molte altre dimensioni per la nostra esistenza individuale e collettiva su questo pianeta. Il nostro cuore inquieto cerca al di là dei nostri limiti, ai confini della nostra capacità di pensare e amare: pensare e amare l'incommensurabile, l'infinito, la forma assoluta e suprema dell'Essere. Il nostro sguardo interiore si estende verso l'orizzonte il limitato delle nostre speranze ed aspirazioni. E in mezzo a tutte le contraddizioni della vita, cerchiamo il vero significato della vita. Ci meravigliamo e ci chiediamo, perché? Perché sono qui? Perché esisto? Cosa devo fare? Tutti ci poniamo queste domande. L'umanità nella sua totalità avverte l'urgente necessità di dare un senso e uno scopo ad un mondo in cui aumenta la complessità e la difficoltà di essere felici. Tutti i Vescovi del mondo riuniti nel Concilio Vaticano Secondo si sono espressi in questo modo: "...Di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali (...) Che apporta l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?" (GS 10).

Smettere di porsi queste domande significa rinunciare alla grande avventura di cercare la verità della vita.


4. Sapete quanto sia facile evitare le questioni fondamentali. Ma la vostra presenza qui manifesta che voi non vi sottrarrete alla realtà e alla responsabilità! Vi preoccupate per il dono della vita che Dio vi ha dato. Confidate in Cristo quando dice: "Sono venuto perché abbiano la vita e l' abbiano in abbondanza" (Jn 10,10).

La nostra Veglia inizia con un atto di fiducia nelle parole del Buon Pastore. In Gesù Cristo il Padre esprime l' intera verità riguardo alla creazione.

Crediamo che nella vita, nella morte e risurrezione di Gesù, il Padre riveli tutto il suo amore per l'umanità. Ecco perché Cristo parla di sé come "la porta delle pecore" (Jn 10,7). In quanto porta, egli veglia sulle creature a lui affidate. Ci conduce verso i buoni pascoli: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo" (Jn 10,9).

Gesù Cristo è veramente il Pastore del mondo. I nostri cuori devono essere aperti alle sue parole. Per questo siamo venuti a questo Incontro Mondiale della Gioventù: da ogni Stato e Diocesi negli Stati Uniti, da tutte le Americhe, da ogni Continente: tutti qui rappresentati dalle bandiere che i vostri delegati hanno innalzato per manifestare che nessuno qui stasera è uno straniero. Siamo tutti una sola cosa in Cristo. Il Signore ci ha condotti come conduce il gregge: Il Signore è il nostro Pastore: non manchiamo di nulla.

Su pascoli erbosi ci fa riposare.

Ad acque tranquille ci conduce; rinfresca le nostre anime.

Se dovessimo camminare in una valle oscura non temeremo alcun male, perché lui è al nostro fianco.

Egli ci dà coraggio (Cfr. Ps 23).

Mentre meditiamo insieme sulla Vita che Gesù offre, vi chiedo di avere il coraggio di impegnarvi nella verità. Abbiate il coraggio di credere alla Buona Novella sulla Vita che Gesù insegna nel Vangelo. Aprite le vostre menti e i vostri cuori alla bellezza di tutto ciò che Dio ha fatto e al suo amore speciale, personale per ciascuno di voi.

Giovani del mondo, ascoltate la sua voce! Ascoltate la sua voce e seguitelo! Solo il Buon Pastore vi condurrà alla piena verità sulla Vita.

PARTE SECONDA


1. A questo punto i giovani riuniti a Denver potrebbero chiedersi: cosa sta per dire il Papa sulla Vita? Le mie parole saranno una professione della fede di Pietro, il primo Papa. Il mio messaggio non sarà diverso da quanto è stato tramandato fin dall'inizio, perché non è mio, ma è la Buona Novella di Gesù Cristo stesso.

Il Nuovo Testamento presenta Simone - che Gesù ha chiamato Pietro, la roccia - come un vigoroso, appassionato discepolo di Cristo. Ma egli ha anche dubitato e, in un momento decisivo, ha perfino negato di essere un seguace di Gesù. Eppure, nonostante queste debolezze umane, Pietro è stato il primo discepolo a fare pubblica professione di fede nel Maestro. Un giorno Gesù ha chiesto: "Voi chi dite che io sia?" e Pietro rispose: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16).

A cominciare da Pietro, il primo testimone apostolico, innumerevoli testimoni, uomini e donne, giovani e vecchi, di ogni nazione della terra, hanno proclamato la loro fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, il Redentore dell'uomo, il Signore della storia, il Principe della Pace. Come Pietro, essi hanno chiesto: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Jn 6,68).

Questa sera noi professiamo la stessa fede di Pietro. Noi crediamo che Gesù Cristo ha parole di Vita, e che egli dice queste parole alla Chiesa, a tutti coloro che aprono le loro menti e i loro cuori a lui con fede e fiducia.


2. "lo sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Jn 10,11). La nostra prima riflessione è ispirata da queste parole di Gesù nel Vangelo di San Giovanni.

Il Buon Pastore offre la vita. La morte attacca la Vita.

A livello della nostra esperienza umana, la morte è il nemico della vita. E' un intruso che frustra il nostro naturale desiderio di vivere. Ciò è particolarmente evidente nel caso di una morte prematura o violenta, e soprattutto nel caso dell'uccisione di innocenti.

Non sorprende quindi che tra i Dieci Comandamenti il Signore della Vita, il Dio dell'Alleanza, abbia detto sul Monte Sinai "Non uccidere" (Ex 20,13; Cfr. Mt 5,21).

Le parole "non uccidere" furono scolpite sulle tavole dell'Alleanza - sulle tavole di pietra della Legge. Ma, ancor prima, questa legge era scolpita nel cuore umano, nel santuario di ciascuna coscienza individuale. Nella Bibbia, il primo a sperimentare la forza di questa legge fu Caino, che uccise suo fratello Abele. Immediatamente dopo questo terribile crimine, egli avverti tutto il fardello dell'aver infranto il comandamento di non uccidere. Anche se cerco di sfuggire alla verità dicendo: "Sono forse il guardiano di mio fratello?" (Gn 4,9), la voce interiore continuava a ripetergli: "Sei un assassino". La voce era la sua coscienza, e non poteva essere messa a tacere.


3. Con il tempo, le minacce contro la vita non vengono meno. Esse, al contrario, assumono delle dimensioni enormi. Non si tratta soltanto di minacce provenienti dall'esterno, di forze della natura o dei "Caino" che assassinano gli "Abele"; no, si tratta di minacce programmate in maniera scientifica e sistematica. Il ventesimo secolo verrà considerato un'epoca di attacchi massicci contro la vita, un'interminabile serie di guerre e un massacro permanente di vite umane innocenti.

I falsi profeti e i falsi maestri hanno conosciuto il maggior successo possibile.

Allo stesso modo, dei falsi modelli di progresso hanno portato a mettere in pericolo l' equilibrio ecologico della terra. L'uomo, fatto a immagine e somiglianza del Creatore - era chiamato ad essere il buon pastore dell'ambiente, contesto della sua esistenza e della sua vita. E' il compito che ha ricevuto da molto tempo e che la famiglia umana ha assunto non senza successo lungo tutta la sua storia, fino a un' epoca recente, in cui l' uomo è divenuto egli stesso il distruttore del suo ambiente naturale. Questo è già avvenuto in alcuni luoghi, dove si sta compiendo.

Ma c'è dell'altro. Assistiamo anche alla diffusione di una mentalità di lotta contro la vita - un atteggiamento di ostilità vero la vita nel seno materno e verso la vita nelle sue ultime fasi. E' nel momento in cui la scienza e la medicina riescono ad avere una maggiore capacità di vegliare sulla salute e sulla vita, che, per l'appunto, le minacce contro la vita si fanno più insidiose.

L'aborto e l'eutanasia - omicidio vero e proprio di un autentico essere umano - vengono rivendicati come dei "diritti" e delle soluzioni a dei "problemi", problemi individuali o problemi della società. La strage degli innocenti non è un atto meno peccaminoso o meno distruttivo solo perché viene compiuto in modo legale o scientifico. Nelle metropoli moderne, la vita - primo dono di Dio e diritto fondamentale di ogni individuo, base di tutti gli altri diritti - è spesso trattata tutt'al più come una merce da organizzare, da commercializzare e da manipolare a proprio piacimento.

Tutto questo avviene mentre Cristo il Buon Pastore, vuole che noi abbiamo la vita. Egli conosce ciò che minaccia la vita; sa riconoscere il lupo che arriva per rapire e disperdere le pecore. Egli sa individuare quanti tentano di entrare nel gregge, ma sono ladri e mercenari (Cfr. Jn 10,1 Jn 10,13). Si accorge di quanti giovani dissipano la loro esistenza fuggendo nell'irresponsabilità e nella falsità. Droga, abuso di sostanze alcooliche, pornografia e disordine sessuale, violenza: ecco alcuni gravi problemi che richiedono una seria risposta dalla società intera, in ogni Paese e a livello internazionale. Ma essi sono anche tragedie personali da affrontare con atti concreti interpersonali di amore e di solidarietà, grazie ad un grande rinnovamento della propria responsabilità personale davanti a Dio, davanti agli altri e davanti alla nostra stessa coscienza. Siamo i custodi dei nostri fratelli! (Cfr. Gn 4,9).


4. Perché le coscienze dei giovani non si ribellano a questa situazione, soprattutto al male morale che deriva dalle scelte personali? Perché tanti si adagiano in atteggiamenti e comportamenti che offendono la dignità umana e deturpano l'immagine di Dio in noi? Sarebbe normale che la coscienza individuasse il pericolo mortale per l'individuo e per l'umanità racchiuso nella facile accettazione del male e del peccato. Eppure non è sempre così. E' forse perché la stessa coscienza sta perdendo la facoltà di distinguere il bene dal male? In una cultura tecnologica in cui i popoli sono abituati a dominare la materia, scoprendo le sue leggi e i suoi meccanismi al fine di trasformarla secondo la propria volontà, sorge il pericolo di voler anche manipolare la coscienza e le sue esigenze. In una cultura che sostiene che nessuna verità universalmente valida è possibile, nulla è assoluto. perciò, alla fine - dicono - la bontà oggettiva e il male non hanno più importanza. Bene significa ciò che è piacevole o utile in un momento particolare. Male significa ciò che contraddice i nostri desideri soggettivi. Ogni persona può costruirsi un sistema privato di valori.


5. Cari giovani, non cedete a questa diffusa falsa moralità. Non soffocate la vostra coscienza! La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio (Cfr. GS 16). "Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire" (Ibidem GS 16). Questa legge non è una legge umana esteriore, bensi la voce di Dio, che ci chiama a liberarci dalla morsa di desideri malvagi e dal peccato, e ci stimola a cercare ciò che è buono e vero. Solo ascoltando la voce di Dio nel nostro intimo, e agendo in conformità alle sue direttive, raggiungerete la libertà a cui anelate. Come ha detto Gesù, solo la verità vi farà liberi (Cfr. Jn 8,32). E la verità non è il frutto dell'immaginazione di ciascun individuo. Dio vi ha dato l'intelligenza per conoscere la verità, e la volontà di raggiungere ciò che è moralmente buono. Vi ha dato la luce della coscienza per guidare le vostre decisioni morali, per amare il bene ed evitare il male. La verità morale è oggettiva, e una coscienza adeguatamente formata può percepirla.

Ma se la stessa coscienza è stata corrotta, come può sanarsi? Se la coscienza - che è luce - non illumina più, come possiamo vincere il buio morale? Gesù dice: "La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!" (Mt 6,22-23).

Ma Gesù dice anche: "lo sono la luce del mondo: chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Jn 8,12). Se seguite Cristo restituirete alla coscienza il suo giusto posto e il ruolo che le è proprio, e sarete la luce del mondo, il sale della terra (Cfr. Mt 5,13).

Una rinascita della coscienza deve venire da due sorgenti: innanzitutto, lo sforzo di conoscere con certezza la verità oggettiva, compresa la verità su Dio; e in secondo luogo, la luce della fede in Gesù Cristo, che solo ha parole di vita.


6. Con lo splendido scenario delle montagne del Colorado, con la sua aria pura che infonde pace e serenità alla natura, l'anima si innalza spontaneamente per cantare la lode del Creatore: "O Signore, nostro Dio, quanto grande è il tuo nome su tutta la terra" (Ps 8,2).

Giovani pellegrini, il mondo visibile è come una mappa che mostra il cielo, la dimora eterna del Dio vivente. Impariamo a vedere il Creatore contemplando la bellezza delle sue creature. In questo mondo risplendono la bontà, la saggezza e il potere onnipotente di Dio. E l'intelligenza umana anche dopo il peccato originale - che non è stata offuscata dall'errore o dalla passione - può scoprire la mano dell' Artista nelle opere meravigliose che ha compiuto. La ragione può conoscere Dio per mezzo del libro della natura: un Dio personale, infinitamente buono, saggio, potente ed eterno, che trascende il mondo e, nello stesso tempo, è presente nel più intimo delle sue creature. San Paolo scrive: "Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1,20).

Gesù ci ha insegnato a vedere la mano del Padre nella bellezza dei gigli del campo, negli uccelli del cielo, nella notte stellata, nei campi pronti per il raccolto, nei visi dei bambini e nelle necessità del povero e dell'umile. Se osservate l'universo con cuore puro, anche voi vedrete il volto di Dio (Cfr. Mt 5,8), perché rivela il mistero dell'amore provvidenziale del Padre.

I giovani sono particolarmente sensibili alla bellezza della natura e la sua contemplazione li ispira spiritualmente. Tuttavia deve essere una contemplazione autentica. Una contemplazione che non riveli il volto di un Padre personale, intelligente, libero e amoroso, ma che giunga solamente alla figura oscura di una divinità impersonale o di una forza cosmica, non è sufficiente. Non dobbiamo confondere il Creatore con la sua creazione.

La creatura non ha vita per sé stessa ma per mezzo di Dio. Nello scoprire la grandezza di Dio, l'uomo scopre la posizione unica che occupa nel mondo visibile: "Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi" (Ps 8,6-7). Si, la contemplazione della natura non solo rivela il Creatore, ma anche il ruolo dell'essere umano nel mondo che ha creato.

Con fede, rivela la grandezza della nostra dignità come esseri creati a sua immagine.

Per avere la vita e averla in abbondanza, per ristabilire l'armonia originale della creazione, dobbiamo rispettare questa immagine divina in tutta la creazione e, in modo particolare, nella stessa vita umana.


7. Quando la luce della fede penetra questa consapevolezza naturale, noi raggiungiamo una nuova certezza. Le parole di Cristo risuonano in piena verità: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".

Contro tutte le forze della morte, nonostante tutti i falsi maestri, Gesù Cristo continua a offrire all' umanità l'unica vera e realistica speranza.

Egli è il vero Pastore del mondo. E questo perché lui e il Padre sono una cosa sola (Cfr. Jn 17,22). Nella sua divinità egli è una cosa sola col Padre; nella sua umanità egli è una cosa sola con noi.

Poiché ha assunto su di sé la nostra condizione umana. Gesù Cristo può trasmettere a tutti coloro che sono uniti a lui nel Battesimo la Vita che ha in sé. E poiché nella Trinità Vita è Amore, il vero amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo che ci è stato donato (Cfr. Rm 5,5). La Vita e l'amore sono inseparabili: l'amore di Dio per noi, e l' amore che noi offriamo a nostra volta - amore di Dio e amore per ogni fratello e sorella. Questo sarà il tema dell'ultima parte della nostra riflessione più tardi questa sera.

PARTE TERZA Cari giovani pellegrini,


1. Lo Spirito vi ha condotti a Denver per riempirvi di nuova Vita: per darvi una fede, una speranza e un amore più forti. Tutto in voi - mente e cuore, volontà e libertà, doni e talenti - tutto è stato preso dallo Spirito Santo al fine di far di voi "pietre vive" della "casa spirituale" che è la Chiesa (Cfr. 1P 2,5).

Questa Chiesa è inseparabile da Gesù; egli la ama come lo sposo ama la sposa.

Questa Chiesa oggi, negli Stati Uniti e in tutti i Paesi da cui provenite, ha bisogno dell' affetto e della cooperazione del suo giovane popolo, la speranza del suo futuro. Nella Chiesa ciascuno ha un ruolo da svolgere, e tutti insieme noi costruiamo l'unico Popolo di Dio.

Mentre si avvicina il Terzo Millennio, la Chiesa sa che il Buon Pastore continua, come sempre, ad essere la sicura speranza di umanità. Gesù cristo non cessa mai di essere la "porta delle pecore". E nonostante la storia dell'umanità pecchi contro la vita, egli non cessa mai di ripetere con la stessa forza e lo stesso amore: "Sono venuto perché abbiano la vita e l' abbiano in abbondanza" (Jn 10,10)?


2. Come è possibile? Come può Cristo darci la Vita, se la morte fa parte della nostra esistenza terrena? Come è possibile se "è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio" (He 9,27)? Gesù stesso fornisce la risposta - e la risposta è una dichiarazione suprema di Amore Divino, un culmine della rivelazione del Vangelo riguardante l'amore di Dio Padre per tutta la creazione. La risposta è già presente nella parabola del Buon Pastore. Cristo dice: "Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Jn 10,11).

Cristo il Buon Pastore è presente in mezzo a noi, in mezzo ai popoli, alle nazioni, alle generazioni e alle razze, come Colui che "offre la sua vita per le pecore". Cos'è questo se non l'amore più grande? Era la morte dell'Innocente: "Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito" (Mt 26,24). Cristo sulla croce è un segno di contraddizione per tutti i crimini contro il comandamento di non uccidere. Egli ha offerto la propria vita in sacrificio per la salvezza del mondo. Nessuno può togliergli quella vita umana, ma egli la offre di sua volontà. Egli ha il potere di offrirla e il potere di riprendersela (Cfr. Jn 10,18). E' stato un autentico dono di sé. E' stato un atto sublime di libertà. Si, il Buon Pastore offre la sua vita. Ma solo per riprendersela (Cfr. Jn 10,17). E nella nuova vita della Risurrezione egli è diventato - nelle parole di San Paolo - "uno spirito datore di vita" (1Co 15,45), che può ora concedere il dono della Vita a quanti credono in lui.

Vita offerta - Vita ripresa - Vita concessa. In lui abbiamo quella Vita che lui ha nell'unità del padre e dello Spirito Santo. Se noi crediamo in lui. Se noi siamo una cosa sola con lui attraverso l' amore, ricordando che "chi ama Dio, ami anche suo fratello" (1Jn 4,21).


3. Buon Pastore, Il Padre ti ama perché offri la tua vita. Il Padre ti ama come il Figlio crocifisso, perché vai verso la morte offrendo la tua vita per noi. E il Padre ti ama, quando vinci la morte con la tua risurrezione, rilevando una vita indistruttibile. Tu sei la vita e, quindi, il cammino e la verità della nostra vita (Cfr. Jn 14,6).

Hai detto: "Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre" (Jn 10,14-15). Tu che conosci il Padre (Cfr. Jn 10,15) - l'unico Padre comune di tutti - sai perché il Padre ti ama (Cfr. Jn 10,17). Ti ama perché offri la tua vita per ciascuno. Quando dici: "Offro la vita per le mie pecore", non escludi nessuno. Sei venuto al mondo per abbracciare tutti gli uomini e riunire in una sola cosa i figli di tutta la famiglia umana che erano dispersi (Cfr. Jn 11,52). Ci sono ancora molti che non ti conoscono: "E ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre" (Jn 10,16).


4. Buon Pastore, insegna ai giovani qui riuniti, insegna ai giovani del mondo, il significato dell' "offrire" le loro vite attraverso la vocazione e la missione.

Così come hai mandato gli Apostoli a predicare il Vangelo fino agli estremi confini della terra, sfida ora la gioventù della Chiesa ad adempiere alla grande missione di farti conoscere a quanti non hanno ancora sentito parlare di te! Dai a questi giovani il coraggio e la generosità dei grandi missionari del passato, cosicché, attraverso la testimonianza della loro fede e della loro solidarietà con ogni fratello e sorella bisognosi, il mondo possa scoprire la Verità, la Bontà e la Bellezza della Vita che soltanto tu puoi dare.

Insegna ai giovani riuniti a Denver a portare il tuo messaggio di vita e di verità, di amore e solidarietà, nel cuore della moderna metropoli - al centro di tutti i problemi che affliggono la famiglia umana al termine del ventesimo secolo.

Insegna a questi giovani il corretto uso della loro libertà. Insegna loro che la massima libertà è il pieno dono di sé. Insegna loro il significato delle parole del Vangelo: "Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà" (Mt 10,39).


5. Per tutto questo, o Buon Pastore, noi ti amiamo.

I giovani riuniti a Denver ti amano perché amano la vita, il dono del Creatore. Essi amano la loro vita umana come il sentiero attraverso questo mondo creato. Essi amano la vita come un compito e una vocazione.

Ed essi amano quell'altra Vita che, attraverso di te, l'Eterno Padre ci ha dato: la Vita di Dio in noi, il dono più grande che ci hai fatto.

Tu sei il Buon Pastore! E non c'è nessun altro.

Sei venuto perché noi abbiamo la Vita - e l'abbiamo in abbondanza. La Vita, non soltanto a livello umano, ma nella misura del Figlio - il Figlio in cui il Padre eternamente si compiace.

Signore Gesù Cristo, ti ringraziamo per aver detto: "Sono venuto perché abbiano la vita e l 'abbiano in abbondanza" (Jn 10,10). I giovani dell'Ottava Giornata Mondiale della Gioventù ti ringraziano dal profondo del cuore.

Maranatha! Qui, dallo Cherry Creek State Park di Denver, in questa riunione di giovani di tutte le parti del mondo, noi gridiamo: Maranatha! "Vieni, Signore Gesù" (Ap 22,20).

Data: 1993-08-14 Data estesa: Sabato 14 Agosto 1993

Messa a conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù - Denver (Colorado)

Titolo: La vittoria definitiva della grazia in Maria

"Grandi cose ha fatto, in me l'Onnipotente" (Lc 1,49) Amati giovani, e cari amici in Cristo,


1. Oggi la Chiesa, come Maria, si trova sulla soglia della casa di Zaccaria ad Ain-Karim. Con la nuova vita che si muove dentro di lei, la Vergine di Nazareth si affretto a recarsi li, subito dopo il Fiat dell'Annunciazione, per essere di aiuto a sua cugina Elisabetta. Fu Elisabetta che per prima riconobbe le "grandi cose" che Dio stava compiendo in Maria. Ripiena di Spirito Santo, Elisabetta si meraviglio che la madre del suo Signore fosse venuta da lei (Cfr. Lc 1,43). Con una profonda intuizione del mistero, essa affermo: "Beata colei che ha creduto nell' adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45). Con l'anima piena di umile gratitudine verso Dio, Maria rispose con un inno di lode: "Grandi cose ha fatto in me l' Onnipotente, e Santo è il suo nome" (Lc 1,49).

In questa solennità la Chiesa celebra il culmine delle "grandi cose" che Dio ha compito in Maria: la sua gloriosa Assunzione al cielo. E per tutta la Chiesa lo stesso inno di lode, il Magnificat, risuona come fece la prima volta ad Ain-Karim: Tutte le generazioni ti chiameranno beata (Cfr. Lc 1,48).

Riuniti ai piedi delle Montagne Rocciose, che ci ricordano come anche Gerusalemme fosse circondata da monti (Cfr. Ps 124,2), e che Maria era salita tra quei monti (Cfr. Lc 1,39), siamo qui per celebrare l'"ascesa" di Maria alla Gerusalemme celeste, alla soglia del Tempio Eterno della Santissima Trinità. Qui a Denver, nella Giornata Mondiale della Gioventù, i figli e le figlie cattolici d' America, insieme ad altri "di ogni tribù, lingua, popolo e nazione" (Ap 5,9), si uniscono a tutte le generazioni che da allora hanno proclamato: Grandi cose ha fatto l'Onnipotente in te, Maria - e per tutti noi, membri del suo popolo pellegrino! (Cfr. Lc 1,49).

Con il cuore pieno di lode per la Regina del Cielo, segno di speranza e fonte di conforto nel nostro pellegrinaggio di fede alla "Gerusalemme celeste" (He 12,22), saluto tutti voi qui presenti a questa Solenne Liturgia. E' una gioia per me vedere tanti sacerdoti, religiosi e laici di Denver, dello Stato del Colorado, di tutte le parti degli Stati Uniti, e di tanti Paesi del mondo, che si sono uniti ai giovani della Giornata Mondiale della Gioventù per rendere onore alla vittoria definitiva della grazia in Maria, la Madre del Redentore.


2. L' Ottava Giornata Mondiale della Gioventù è una celebrazione di vita. Questo incontro ha rappresentato l'occasione per una seria riflessione sulle parole di Gesù Cristo: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Jn 10,10). Giovani di tutti gli angoli della terra, in ardente preghiera avete aperto i vostri cuori alla verità della promessa di Cristo di nuova Vita. Attraverso i Sacramenti, soprattutto la Riconciliazione e l'Eucaristia, e grazie all'unione e all' amicizia che si sono create tra tanti di voi, avete fatto un'esperienza reale e trasformatrice della nuova Vita che soltanto Cristo può dare. Voi, giovani pellegrini, avete inoltre dimostrato di capire che il dono di Cristo della Vita non è soltanto per voi. Siete diventati maggiormente consapevoli della vostra vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. Per me, il nostro incontro è stata una profonda e commovente esperienza della vostra fede in Cristo, e faccio mie le parole di San Paolo: "Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi in voi.

Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione" (2Co 7,4).

Queste non sono parole di vuoto orgoglio. Confido che abbiate afferrato la portata della sfida che avete dinnanzi e che avrete la saggezza e il coraggio di affrontarla. Molto dipende da voi.


3. Questo mondo meraviglioso - tanto amato dal Padre che ha mandato il suo unico Figlio per la sua salvezza (Cfr. Jn 3,17) - è il teatro di un'interminabile battaglia che viene combattuta per la nostra dignità e identità quali esseri liberi, spirituali. Questa lotta riecheggia il combattimento apocalittico descritto nella Prima Lettura di questa Messa. La morte lotta contro la Vita: una "cultura della morte" cerca di imporsi al nostro desiderio di vivere, e di vivere pienamente. Vi sono alcuni che respingono la luce della vita, preferendo "le opere infruttuose delle tenebre" (Ep 5,11). La loro messe è l'ingiustizia, la discriminazione, lo sfruttamento, l'inganno, la violenza. In ogni età, un metro del loro apparente successo è la morte degli Innocenti. Nel nostro secolo, come mai prima nella storia, la "cultura della morte" ha assunto una forma sociale e istituzionale di legalità per giustificare il crimine più orrendo contro l'umanità: il genocidio, "soluzioni finali", "pulizie etniche", e il massiccio "togliere la vita agli esseri umani prima ancora della loro nascita, o anche prima che siano arrivati al naturale traguardo della morte" (Dominum et Vivificantem, DEV 57).

La Lettura odierna dal Libro dell'Apocalisse presenta la Donna circondata da forze ostili. La natura assoluta del loro attacco è simboleggiata nell'oggetto della loro intenzione malvagia: il Bambino, il simbolo di nuova vita.

Il "drago" (Ap 12,3), il "principe di questo mondo" (Jn 12,31) e il "padre della menzogna" (Jn 8,44), cerca incessantemente di sradicare dai cuori umani il senso di gratitudine e di rispetto per l' originale, straordinario e fondamentale dono di Dio: la stessa vita umana. Oggi questa battaglia è diventata sempre più diretta.


4. Cari amici, questo incontro a Denver sul tema della vita deve portarci a una più profonda consapevolezza dell' intima contraddizione presente in una parte della cultura della moderna "metropoli".

Quando i Padri Fondatori di questa grande Nazione hanno gelosamente racchiuso alcuni inalienabili diritti nella Costituzione - e qualcosa di simile esiste in molti paesi e in molte Dichiarazioni Internazionali - lo hanno fatto perché riconoscevano l'esistenza di una "legge" - una serie di diritti e doveri - scolpita dal Creatore nel cuore e nella coscienza di ciascuna persona.

In gran parte del pensiero contemporaneo ogni riferimento a una "legge" garantita dal Creatore è assente. Rimane soltanto ciascuna scelta individuale di questo o quell'obiettivo come conveniente o utile in un dato contesto di circostanze. Non esistono più cose considerate intrinsecamente "buone" o "universalmente vincolanti". I diritti vengono affermati, ma, poiché non hanno alcun riferimento con una verità oggettiva, vengono privati da ogni solida base.

Ampi settori della società sono confusi su quanto è sbagliato, e sono alla mercé di coloro che hanno il potere di "creare" l'opinione e di imporla agli altri.

E' soprattutto la famiglia ad essere attaccata. E viene negato il carattere sacro della vita umana. Naturalmente sono i membri più deboli della società i più a rischio: i non nati, i bambini, gli ammalati, gli handicappati, gli anziani, i poveri e i disoccupati, gli immigrati e i rifugiati, il Sud del mondo!


5. Giovani pellegrini, Cristo ha bisogno di voi per illuminare il mondo e per mostrare il "sentiero della vita" (Ps 16,11).La sfida è quella di rendere il "si" della Chiesa alla Vita concreto ed efficace. La lotta sarà lunga, e ha bisogno di ciascuno di voi. Mettete la vostra intelligenza, i vostri talenti, il vostro entusiasmo, la vostra compassione e la vostra fortezza al servizio della vita! Non abbiate paura. L'esito della battaglia per la Vita è già deciso, anche se la lotta va avanti in circostanze avverse e con molta sofferenza. Questa certezza viene dichiarata nella Seconda Lettura: "Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti... così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Co 15,20-22). Il paradosso del messaggio cristiano è questo: Cristo - il Capo - ha già vinto il peccato e la morte. Cristo nel suo Corpo - il popolo di Dio pellegrino - continua a subire l'attacco del Maligno e di tutto il male di cui è capace l'umanità peccatrice.


6. A questo punto della storia, il messaggio liberatore del Vangelo della Vita è stato messo nelle vostre mani. E la missione di proclamarlo fino agli estremi confini della terra sta per essere affidata alla vostra generazione. Come il grande Apostolo Paolo, anche voi dovete avvertire tutta l'urgenza del compito: "Guai a me se non predicassi il Vangelo" (1Co 9,16). Guai a voi se non riuscirete a difendere la vita. La Chiesa ha bisogno delle vostre energie, del vostro entusiasmo, dei vostri ideali giovanili per far si che il Vangelo della Vita permei il tessuto della società trasformando i cuori della gente e le strutture della società al fine di creare una civiltà di autentica giustizia e di amore. Ora più che mai, in un mondo che spesso è senza luce e senza coraggio di nobili ideali, la gente ha bisogno della spiritualità fresca e vitale del Vangelo.

Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo (Cfr. Rm 1,16). E' tempo di predicarlo dai tetti (Cfr. Mt 10,27). Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna "metropoli". Dovete essere voi ad andare "ai crocicchi delle strade" (Mt 22,9) e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. Il Vangelo non deve essere tenuto nascosto per paura o indifferenza. Non è stato concepito per essere custodito in privato. Deve essere messo sopra un podio cosicché il popolo possa vedere la sua luce e rendere lode al nostro Padre celeste.

Gesù è venuto a cercare gli uomini e le donne di questo tempo. Li ha impegnati in un dialogo aperto e sincero, quale che fosse la loro condizione.

Quale Buon Samaritano della famiglia umana si è fatto vicino al popolo per sanarlo dei suoi peccati e guarirlo delle ferite che la vita infligge, e per condurlo infine alla casa del Padre. Giovani delle Giornata Mondiale della Gioventù, la Chiesa vi chiede di andare, nel potere dello Spirito Santo, verso quanti vi sono vicini e quanti vi sono lontani. Condividete con loro la libertà che avete trovato in Cristo. Le persone hanno sete di autentica libertà interiore. Anelano alla Vita che Cristo è venuto a dare in abbondanza. Il mondo, all'approssimarsi di un nuovo millennio, a cui tutta la Chiesa sta preparandosi, è come un campo pronto per essere mietuto. Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna.

Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.


7. Nel momento della sua Assunzione, Maria è stata "portata alla Vita" - corpo e anima. Lei è già parte delle "primizie" (1Co 15,20) della Morte e della Risurrezione redentrici del nostro Salvatore. Il Figlio ha preso da lei la sua vita umana; a sua volta le ha dato la pienezza della comunione nella Vita Divina.

Lei è l'unico altro essere in cui il mistero si è già completamente compiuto. In Maria la vittoria finale della Vita sulla morte è già una realtà. E, come insegna il Concilio Vaticano Secondo: "La Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione che la rende senza macchia e senza ruga" (LG 65). Nella Chiesa e attraverso la Chiesa, anche noi speriamo in "un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per noi" (Cfr. 1P 1,4).

Sei benedetta, O Maria! Madre del Figlio eterno nato dal tuo seno verginale, tu sei piena di grazia (Cfr. Lc 1,28). Hai ricevuto l' abbondanza della Vita (Cfr. Jn 10,10) come nessun altro tra i discendenti di Adamo ed Eva. Come la più fedele tra coloro che "ascoltano la parola di Dio" (Lc 11,28), non solo hai serbato e meditato questo mistero nel tuo cuore (Cfr. Lc 2,19,51), ma lo hai osservato nel tuo corpo e lo hai nutrito con l'amore generoso di cui hai circondato Gesù per tutta la sua vita terrena. Quale Madre della Chiesa, ci guidi ancora dal tuo posto nel cielo e intercedi per noi. Ci conduci a Cristo, "La Via, la Verità e la Vita" (Jn 14,16) e ci aiuti a crescere in santità vincendo il peccato (Cfr. LG 65).


8. La Liturgia ti presenta, o Maria, come la Donna rivestita di sole (Cfr. Ap 12,1). Ma tu sei rivestita ancor più splendidamente della Luce divina, che può diventare la Vita di quanti sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio stesso: "la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta" (Jn 1,4-5).

O Donna rivestita di sole, i giovani del mondo ti salutano con tanto amore; sono venuti a te con tutto il coraggio dei loro giovani cuori. Denver li ha aiutati a diventare più consapevoli della Vita che il tuo divin Figlio ha donato.

Ne siamo tutti testimoni.

Questi giovani ora sanno che la Vita è più potente delle forze della morte; sanno che la Verità è più potente delle tenebre; che l'Amore è più forte della morte (Cfr. Ct 8,6).

Il tuo spirito si rallegra, o Maria, e il nostro spirito si rallegra con te perché l'Onnipotente ha fatto grandi cose per te e per noi, - per tutti questi giovani riuniti qui a Denver, per tutti noi, per tutti i giovani del mondo, per tutti i giovani, questa generazione, la generazione futura. L'Onnipotente ha fatto grandi cose per te, Maria. E per noi. Per voi e per noi, per noi con voi.

L'Onnipotente - e santo, è il suo nome! La sua misericordia è in tutti i tempi.

Ci rallegriamo, Maria, ci rallegriamo con te, Vergine assunta in cielo.

Il Signore ha fatto grandi cose per te! Il Signore ha fatto grandi cose per noi! Alleluia. Amen.[Ai giovani presenti:] Buongiorno! Oggi è un giorno santo e grande, la grande Solennità dell'Assunzione di nostra Madre, di Nostra Signora. Nella sua Assunzione lei abbraccia tutti noi. E' questo il significato delle parole di Gesù: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Jn 10,10). Significa questo: Nostra Signora, nella sua Assunzione, ha la pienezza della vita per lei e per tutti noi. Noi siamo partecipi di quella stessa vita che è la sua vita, di nostra Madre, di Nostra Signora, della Vergine Maria. perciò, nel nome di Gesù e di sua Madre, vi dico ancora una volta: Buongiorno! [Ai giovani componenti del coro:] Spero che ci accompagnerete in questa grande Solennità dell'Assunzione con la vostra esibizione artistica: con i vostri canti e la vostra musica, con la bellezza dell'arte. La bellezza rappresenta un aspetto della vita, della pienezza della vita. Dio è somma bellezza; Gesù e sua Madre sono somma bellezza. Attraverso la bellezza artistica (della musica e del canto) parteciperemo alla bellezza soprannaturale e trascendente di Dio, della Santissima Trinità, di Gesù, di sua Madre nella Solennità della sua Assunzione. Che Dio vi benedica, miei cari fratelli e sorelle.

Data: 1993-08-15 Data estesa: Domenica 15 Agosto 1993


GPII 1993 Insegnamenti - Veglia di preghiera con i giovani a Denver - Colorado