GPII 1993 Insegnamenti - La cerimonia di accoglienza all'aereoporto internazionale della Capitale lituana - Vilnius

La cerimonia di accoglienza all'aereoporto internazionale della Capitale lituana - Vilnius

Titolo: "Questa vostra terra è cara all'intero popolo cristiano"

Garbé Jezui Kristui! (Per amzius! Amen!) Signor Presidente della Repubblica, Signori Cardinali e Confratelli dell'Episcopato lituano, Autorità nazionali e locali, Signori e Signore, Carissimi fratelli e sorelle!


1. Con intensa commozione ho baciato poc'anzi il suolo della Lituania, grato a Dio per il dono che mi ha concesso di venire tra voi.

Quanto ardentemente ho desiderato di visitare questa vostra terra a me particolarmente cara! Non appena, per inscrutabile disegno divino sono stato eletto alla Sede dell'Apostolo Pietro, ho voluto recarmi nella cappella Lituana della Madonna della Misericordia, che si trova nella cripta della Basilica Vaticana. E li, ai piedi della Vergine, ho pregato per tutti voi.

Questa vostra terra è cara all'intero popolo cristiano sparso nei cinque continenti. La Lituania, testimone silenziosa di un amore appassionato per la libertà religiosa, che costituisce - come ho avuto modo di ripetere spesso - il fondamento di tutte le altre libertà umane e civili. Nello sforzo di testimoniare la sua appartenenza alla Chiesa cattolica, nel suo lungo e sofferto cammino verso la libertà, essa si è rivelata terra di confessori e di martiri.


2. Oggi è un giorno storico. Per la prirna volta un Papa approda in Lituania e nei Paesi baltici. Come non lasciare affiorare nel cuore la memoria delle vicende susseguentesi in tanti secoli di evangelizzazione? E' un cammino ricco di eventi sorprendenti caratterizzato dall'affermazione del messaggio cristiano, che è andato fondendosi con la storia stessa della vostra Patria. Nomi di personaggi venerati s'affacciano alla mente di tutti noi: Mindaugas, il condottiero che ricevette il battesimo "insieme ad una grande moltitudine" e che chiese ad Innocenzo IV di accogliere il regno di Lituania "in proprietà del Beato Pietro", per rimanere "sotto la protezione e il rispetto della Sede Apostolica".

Vytautas il Grande, che consolido l'indipendenza del Paese; Jogaila, che sposo Eduvige, regina di Polonia, e insieme con la nobiltà lituana ricevette il battesimo nel 1387, data che per voi segna il passaggio del Paese alla fede.

San Casimiro uomo capace di coraggio e di perdono, primo santo della Lituania, che lascio in eredità a Lituani e Polacchi un luminoso esempio di carità e di rettitudine.

Sono personaggi che hanno contribuito a costruire la grandezza civile e cristiana della Lituania. Essi hanno tracciato una strada, uno stile di vita; hanno segnato un significativo traguardo per la pace civile da raggiungere o da ricercare. Sono loro che hanno forgiato l'anima lituana.


3. Carissimi fratelli e sorelle sono ben consapevole di giungere tra voi in un momento in cui l'intera Comunità lituana, cercando luce nel suo glorioso passato, nella sua storia ricca di fede, intende con coraggio riprendere la strada, nella luce del Vangelo, dopo un lungo periodo di sofferenza, di prova e di martirio.

Situata quasi al centro dell'Europa tra l'Est e l'Ovest del vecchio Continente e fiduciosa nella sua lunga tradizione cristiana, la Lituania potrà intraprendere di nuovo la strada della ricostruzione dell'unità nella concorde collaborazione con le altre Nazioni europee. Potrà aprirsi agli orizzonti della nuova evangelizzazione.

Proseguite su tale strada, carissimi fratelli e sorelle! Vengo tra di voi soprattutto come Pastore desideroso di incoraggiarvi a proseguire nell'opera di ricostruzione della nuova Lituania, finalmente libera e desiderosa di esprimere al massimo le sue potenzialità.

Signor Presidente, accogliendomi sul suolo lituano Ella mi ha offerto a nome dei connazionali ospitalità ed amicizia. Grazie per questa disponibilità e cortesia. Accetto di cuore tale gesto generoso, che ricambio cordialmente mentre, invocando la protezione divina su ciascuno di voi e sul pellegrinaggio apostolico che da questo aeroporto della Capitale prende inizio, a tutti imparto di cuore la mia Benedizione.

Data: 1993-09-04 Data estesa: Sabato 4 Settembre 1993

Al clero, ai religiosi, alle religiose e ai seminaristi riuniti nella Cattedrale di S. Stanislao - Vilnius

Titolo: All'ora del forzato silenzio su Dio segue adesso il tempo della coraggiosa proclamazione del Vangelo

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Rendo grazie al Signore per il dono di questo incontro, particolarmente atteso e desiderato. Saluto con gioia ciascuno di voi, come pure i sacerdoti, i religiosi e le religiose che l'anzianità o la malattia ha trattenuto a casa, mentre sento spiritualmente presenti i defunti, che dal cielo accompagnano il cammino della Chiesa per la quale hanno speso le loro energie, e talora anche donato la vita.

Sono particolarmente lieto che questo nostro primo incontro abbia luogo nella cattedrale di Vilnius, chiusa nel 1950 e restituita al culto nel 1989. In questo tempio, ove palpita l'anima della Nazione lituana, vengono gelosamente conservate le spoglie mortali di San Casimiro, riportate nella cappella a lui dedicata il 4 marzo 1989. Dinanzi ad esse mi sono fermato poc'anzi in preghiera, ringraziando il vostro Patrono per avermi concesso la gioia di essere tra voi.

Come non ricordare, in questo momento così familiare, la schiera numerosa dei Vescovi e dei Sacerdoti che, con eroica fedeltà, hanno consacrato la loro esistenza al Vangelo? Innanzitutto il Beato Giorgio Matulaitis, Ordinario di Vilnius dal 1918 al 1925 che io stesso ho avuto la sorte di elevare agli onori degli altari nel 1987. Ed inoltre l'Arcivescovo Julijonas Steponavicius, impedito nella sua missione dal 1961 al 1988, quando finalmente poté riprendere la guida pastorale dell'Arcidiocesi. Mori nel 1991 ed è sepolto in questa stessa cattedrale. Ricordo pure l'Arcivescovo Mecislovas Reinys, nominato coadiutore di Vilnius nel 1940, arrestato nel 1947 e morto martire nel 1953 nella prigione di Vladimir, in Russia.

La loro testimonianza è incoraggiamento e sostegno per il cammino che attende la Chiesa della Lituania.


2. Carissimi fratelli e sorelle, alle vostre spalle c'è un lungo periodo durante il quale la fede è stata duramente provata come nel crogiolo il metallo prezioso.

Ma all'ora del forzato silenzio su Dio segue adesso il tempo della coraggiosa proclamazione del Vangelo e della costruzione del Regno mediante la vostra personale testimonianza. La sofferenza e la Croce non scompaiono: alle prove di ieri ne seguiranno certarnente altre oggi e domani. La fatica dell'evangelizzazione assumerà forme diverse, ma resterà sempre espressione dell'identica Croce di Cristo, quella Croce che svetta sui templi e deve regnare nel cuore di ogni credente. Voi dovete confrontarvi con l'incomprensione di quanti, condizionati da un'educazione atea, hanno forse smarrito - almeno momentaneamente - la sensibilità religiosa. Dovete fare i conti con l'indifferenza, l'incomprensione, le tendenze secolarizzanti, l'isolamento psicologico in una società sottoposta a profonde trasformazioni. Dovete, in particolare, misurarvi col fenomeno preoccupante delle sette, la cui affermazione è favorita dalla diffusa disinformazione religiosa.

Dopo aver celebrato pochi anni or sono il sesto centenario del suo battesimo, la Lituania attraversa un momento delicato della sua lunga e nobile storia. Nota come "terra delle croci", perché i suoi campi e le sue strade ne erano pieni, essa è diventata purtroppo un calvario per tanti suoi figli.

Ora, all'alba di un'epoca di rinnovata speranza, è importante che specialmente il Sacerdote sia considerato dai suoi connazionali come fratello del Redentore, morto sulla Croce e risorto. Configurato a Cristo crocifisso, egli è chiamato ad essere l'uomo del perdono e della riconciliazione.


3. Carissimi sacerdoti, siate i buoni samaritani dei vostri fratelli che portano il peso di un passato dominato dal sospetto e dalla delazione, di lunghi anni di silenzio su Dio e perfino di subdola azione contro Dio. A voi è domandato di contribuire a ricostruire il tessuto sociale ed umano del vostro Paese con paziente amore e tenace passione apostolica.

Per voi non ci siano né vincitori né vinti, ma uomini e donne da aiutare ad uscire dall'errore, persone da sostenere nello sforzo di riscatto dagli effetti, anche psicologici, della violenza, del sopruso, della violazione dei diritti umani. Ai "vinti" è urgente ricordare che non basta adeguarsi alle mutate situazioni sociali: occorre piuttosto la conversione sincera e, se necessario, l'espiazione. Ai avincitori" va rinnovata l'esortazione al perdono, perché si affermi la pace autentica che deriva dalla sequela del Vangelo della misericordia e della carità.

Ecco, allora, il momento di prendere più seria consapevolezza delle radici teologali del vostro ministero presbiterale. Affinché il mondo creda, i Sacerdoti devono essere più che mai gli "uomini della Trinità".

Il Sacerdote, figlio del Padre celeste, è chiamato a riflettere nel quotidiano la paternità di Dio. Non a caso l'appellativo, che assai di frequente il "sensus fidelium" vi attribuisce, è proprio quello di Padre.

Figli del Padre "che siede nell'alto / e si china a guardare / nei cieli e sulla terra" (Ps 113,5-6), siate in prima fila nel servire i fratelli, condividendo con loro i problemi e le difficoltà di questa Lituania che rinasce.

Fate vostri i sentimenti di Cristo, Maestro e Salvatore, che non è venuto ad essere servito ma a servire (Mc 10,45). Date testimonianza di distacco e di generosità. La povertà evangelica, dal Signore richiesta a quanti vogliono seguirlo da vicino (Mt 19,29), è sorgente di fecondità apostolica e di felicità personale. Siate generosi e la vostra larghezza d'animo sia esempio e seme di fraternità.

Radicati nella paternità di Dio, proclamate al mondo che solo l'amore, quell'amore che lo Spirito Santo riversa nei cuori dei credenti (Cfr. Rm 5,5), può offrire basi solide alla costruzione della città terrena, dando senso e fecondità anche alle rinunce e alle prove.


4. Come il Buon Pastore, accogliete e andate incontro ad ogni persona. Tutti, ma particolarmente i giovani, cercano dei "Padri spirituali", delle guide illuminate, dei maestri di coerenza evangelica. Ascoltare, incoraggiare, sostenere e guidare con sicurezza il popolo di Dio sui sentieri della verità e della santità: è questa la vostra rnissione, che domanda ovviamente da parte vostra una costante ricerca di fedeltà e di amore a Cristo, redentore dell'uomo. Abbiate sempre dinanzi a voi l'esempio di Gesù e con il divino Maestro intessete un quotidiano colloquio di ascolto e di docile sequela, così da essere strumenti dello Spirito Santo che Egli ha inviato.

Il Sinodo straordinario a vent'anni dal Concilio Vaticano II così si è espresso: "Poiché la Chiesa in Cristo è mistero, deve essere considerata segno e strumento di santità. Per questo motivo il Concilio ha proclamato la vocazione di tutti i fedeli alla santità (Cfr. LG 5). La chiamata alla santità è un invito ad un'intima conversione del cuore ed a partecipare alla vita del Dio uno e trino...

I santi e le sante sempre sono stati fonte e origine di rinnovamento nelle più difficili circostanze in tutta la storia della Chiesa. Oggi abbiamo grandissimo bisogno di santi, che dobbiamo implorare da Dio con assiduità" (Sinodo dei Vescovi, Relazione finale dell'Assemblea straordinaria a 20 anni dal Concilio Vaticano II, II, A, 4).

Carissimi, il vostro ministero è un dono di Dio al servizio della santità del suo popolo. E come potrete educarlo alla perfezione cristiana, se non vi lascerete voi per primi formare dallo Spirito Santo? Chiedete con umiltà e costanza allo Spirito la grazia della santità. E fatela chiedere ad altri, specie alle anime più sensibili e ai sofferenti, cirenei della Croce di Cristo.

La santità richiesta al Sacerdote non è una santità formale, limitata alla sacralità dei gesti del suo ministero. Essa consiste nella progressiva identificazione con Cristo e con la volontà del Padre nei suoi piani provvidenziali. Santo è il Sacerdote che compie docilmente la volontà di Dio. Poco importano le coordinate di tempo e di spazio. L'identificazione con Cristo va ricercata nelle parrocchie di città come in quelle di campagna. In ogni luogo e in ogni ora il presbitero è chiamato a svuotarsi di se stesso per riempirsi sempre più di Dio.

Il popolo di Dio, animato dall'unico Spirito di Cristo, sa scorgere nella paternità spirituale del Sacerdote la motivazione profonda del celibato, che la Chiesa latina chiede ai propri ministri. Con lo sguardo della fede, i cristiani sanno riconoscere nella consacrazione verginale di quanti sono chiamati al ministero sacerdotale e alla vita religiosa una fiamrna capace di dare calore e luce al mondo. Il celibato non è perciò una rinuncia; è anch'esso un'affermazione di amore sponsale, che, come tale, esige totalità di donazione. E' proprio da tale amore libero e generoso scaturisce un rinnovato vigore spirituale per il vostro servizio apostolico.


5. Carissimi sacerdoti! La cura pastorale richiede, in questo momento storico, che prestiate attenzione ai bisogni sociali del vostro popolo.

Il Signore vi chiede oggi, come fece con i Dodici (Mt 14,17), di aiutarlo a "sfamare la folla", distribuendo i pani e i pesci, talvolta drammaticamente scarsi, ma che Egli sa moltiplicare. Non tralasciate pertanto di approfondire la dottrina sociale della Chiesa, all'interno della quale i vostri fedeli potranno trovare elementi validi e stimoli incoraggianti per risolvere le attuali questioni più urgenti del Paese, dopo un così lungo periodo di forzato silenzio sociale. La Chiesa non pretende di tracciare vie di gestione concreta della società. La sua dottrina pero contiene salutari principi e criteri atti a guidare le scelte programmatiche e le decisioni operative. Essa offre alla Lituania il contributo di un ricchissimo patrimonio di valori ispirato, in definitiva, all'annunzio di salvezza contenuto nella Parola di Dio e rivelato in Gesù Cristo.


6. può, tuttavia, accadere che proprio da questo desiderio di servire l'uomo nella sua dimensione sociale oltre che privata, scaturiscano situazioni di frizione o di sospetto tra la Chiesa e gli esponenti del potere politico. Anche voi, Sacerdoti lituani, ne avete fatto l'amara esperienza in tempi non lontani. Durante il periodo dell'occupazione, era vietato predicare il Vangelo ed impegnarsi socialmente in favore del povero. Con il ritorno alla democrazia c'è da augurarsi che i rapporti tra Chiesa e Stato si sviluppino secondo criteri di reciproco rispetto, resistendo alle tentazioni sia del laicismo che del clericalismo. Né lo Stato infatti deve invadere lo spazio che la Costituzione e le Convenzioni internazionali riconoscono alla religione né i Sacerdoti, nell'esercizio della loro missione evangelizzatrice, devono intervenire nella politica dei partiti o nella gestione diretta della Nazione. Alla pari di tanti altri Stati in Europa e nel mondo, anche la vostra Patria potrà trarre grandi vantaggi da un sincero dialogo tra la Chiesa e lo Stato, quando da una parte i legittimi rappresentanti del popolo lituano rispettino lealmente la libertà della comunità ecclesiale e i ministri di questa, dall'altra, s'astengano da ogni forma di indebita ingerenza nell'ambito proprio delle pubbliche Istituzioni.


7. Un altro aspetto del vostro ruolo di pastori d'anime in Lituania mi preme qui sottolineare. Si tratta dell'acquisto e del consolidamento delle cosiddette virtù umane, che il Sacerdote deve coltivare prima di tutto nella propria vita, per poi educare ad esse il popolo affidato alle sue cure.

Dopo ogni rivolgimento sociale di grande portata, l'uomo appare ferito nei suoi comportamenti ed anche nella sua anima. In simili momenti è più che mai importante che le persone consacrate diano viva testimonianza della stretta interdipendenza che vi è tra virtù teologali e virtù umane, dalla cui sintesi scaturisce un'umanità nuova, riconciliata con se stessa. Lealtà, onestà, laboriosità, ordine, fiducia negli altri, spirito di servizio, cordialità, rispetto, distacco, generosità, senso della giustizia e della responsabilità, equilibrio, serenità, sincerità: ecco alcuni tratti caratteristici dell'"uomo nuovo".

Coltivate, fratelli carissimi, queste ed altre simili virtù nell'impegno ascetico del vostro cammino di santità. La loro pratica è il primo contributo alla promozione dell'uomo nuovo, di cui la vostra Patria ha bisogno per avviarsi verso traguardi di prosperità e di pace.


8. Carissime religiose, voglio ora rivolgervi un pensiero speciale, accompagnato da profonda gratitudine per l'azione da voi svolta negli anni difficili del recente passato. Conosco la vostra vita nascosta, il vostro sacrificio silenzioso, la vostra sofferenza. Quanto avete sofferto! E con quanta fedeltà avete continuato nella vostra missione! Durante la dura oppressione siete state veramente "il sale della terra" che ha dato coraggio ed ha sostenuto i fedeli, conservando viva la fede, la speranza e la carità.

Carissime sorelle, il Papa comprende le vostre attuali difficoltà e prega per voi perché non vengano a mancarvi le forze ed il vigore per rinnovarvi, adattando il vostro stile di vita e di apostolato alle mutate situazioni della Chiesa e della società. Il Concilio Vaticano II ha ricordato che la vita consacrata è un grande dono per la missione della Chiesa nel mondo. Al presente viene chiesto agli Istituti dediti alle varie opere di apostolato autentica santità effettiva condivisione comunitaria azione apostolica e testimonianza di carità (Cfr. PC 8). Il Signore vi guidi in questo tempo di profondi mutamenti sociali ed indichi a ciascuna Famiglia religiosa la via su cui camminare per corrispondere meglio al disegno divino.

C'è oggi bisogno di persone consacrate, che con la preghiera, il sacrificio e le attività loro proprie contribuiscano efficacemente alla auspicata rinascita spirituale della Lituania. A tal fine è indispensabile una formazione delle aspiranti alla vita religiosa rispondente alle odierne circostanze, assai diverse fortunatamente da guelle del passato regime totalitario.


9. Una parola anche a voi, carissimi candidati al sacerdozio. A voi pure è necessaria una salda ed illuminata formazione, sostenuta dalla costante ricerca di Dio. A voi è chiesta la stessa santità necessaria al Sacerdote, altrettanta disponibilità e generosità. Lucerne ardenti di carità e di santità: ecco quale deve essere il vostro progetto di vita.

Guardate a Maria, tempio della Trinità, che qui in Lituania venerate con particolare devozione nei Santuari di Auros Vartu e di Siluva, inclusi nel programma del mio pellegrinaggio! Guardate a Lei voi, Sacerdoti e aspiranti alla vita presbiterale, voi, Religiosi e Religiose e quanti Iddio chiama a lavorare nella sua vigna.

Figlia del Padre e Madre di Cristo, Maria è Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli. Sul Calvario, Ella fu data come Madre da Cristo stesso a tutti noi, rappresentati da Giovanni. Con Maria pregavano gli Apostoli, quando su loro discese lo Spirito Santo, il giorno della Pentecoste. A Maria vi affido tutti, affinché il vostro servizio di amore produca frutti abbondanti di vita evangelica.

Ne avranno beneficio la Chiesa e la vostra Patria.

Vi sia di conforto e sostegno la mia Benedizione.

Data: 1993-09-04 Data estesa: Sabato 4 Settembre 1993

La recita del Santo Rosario nel Santuario della "Porta dell'Aurora" - Vilnius

Titolo: "La vostra speranza di vivere in pace, di essere benedetti da Dio dopo la sofferenza e la prova è la stessa speranza del Papa"




1. A conclusione della mia prima giornata in terra lituana e nella regione baltica, desidero ringraziare di cuore tutti voi che avete partecipato alla recita dei Misteri gloriosi del Santo Rosario davanti all'immagine della Madre della Misericordia. E' stata per tutti una grande consolazione sostare alla sua materna presenza meditando sulla Risurrezione e l'Ascensione del Cristo, sulla discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo il giorno della Pentecoste, sull'Assunzione di Maria e sulla gloria di cui gode la Madre di Gesù, accanto a suo Figlio, del quale è anche la prima discepola.


2. Vi invito, carissimi fratelli e sorelle, a ritornare alle vostre case col cuore pieno di fiducia nella vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, della luce sulle tenebre, della libertà sulla schiavitù. Vi accompagna l'affetto del Papa, successore di quel Pietro che, divenuto testimone della Risurrezione ricevette da Cristo il mandato di confermare i suoi fratelli nella fede (Lc 22,32).

O Vergine Santissima, che ad Ostra Brama splendi / E a Czestochowa il fulgido santuario difendi, / Tu che di Nowogrodek proteggi l'abitato. / Come mi hai, bambinetto, dalla morte salvato. (Adam Mickiewicz, Pan Tadeusz).

Dite a quanti non hanno potuto essere presenti alla preghiera di questa sera - ai vostri figli, agli anziani, a coloro che soffrono e sperano - che il Papa ha pensato anche a loro e pregato per loro. Assicurate che la loro speranza di vivere in pace, di gustare la serenità dopo lunghi anni di attesa, di essere benedetti da Dio dopo la sofferenza e la prova, è la stessa speranza del Papa.

Vi accompagni la mia Benedizione, che estendo a tutti i vostri Cari. Per intercessione della Madre della Misericordia, Dio renda feconda la vostra vita e apra i vostri cuori all'ascolto operoso della sua Parola.

Data: 1993-09-04 Data estesa: Sabato 4 Settembre 1993

Al termine della recita del Rosario - Vilnius

Titolo: "Ringrazio la Madre del Signore nel vedere allontanate dalla Lituania e dagli altri Paesi confinanti le nuvole oscure dell'occupazione e della persecuzione"

Venerati fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Carissimi fratelli e sorelle!


1. Questo Santuario della Porta dell'Aurora da molti secoli è meta ogni giorno di numerosi pellegrini che vengono per confidare alla Madre della Misericordia le gioie e le preoccupazioni della loro vita. Questo Tempio è diventato così un luogo privilegiato d'incontro con la Madre di Cristo e Madre della Chiesa e un luogo di comunione fra i credenti dell'intera Regione. Cristiani della Lituania, della Polonia, della Bielorussia, dell'Ucraina e di altre Nazioni si raccolgono qui per condividere come fratelli e sorelle, sotto lo sguardo della Madonna, la stessa fede, la medesima speranza, l'unica carità.

Dal Vaticano, dove esiste una Cappella Lituana che custodisce una copia dell'immagine venerata in questo Santuario, il Successore di Pietro si unisce spesso spiritualmente alla preghiera che da qui sale a Dio. Oggi, all'inizio della mia Visita pastorale nella regione del Baltico, ho la grande gioia di essere qui presente non solo spiritualmente, ma anche fisicamente. Come Pastore della Chiesa universale vengo a deporre nelle mani materne di Maria, con il sostegno della vostra preghiera, il mio ringraziamento e la mia invocazione.


2. Ringrazio la Madre del Signore nel vedere allontanate dalla Lituania e dagli altri Paesi confinanti, dopo tanti anni di sofferenza e di prova, le nuvole oscure dell'occupazione e della persecuzione, dell'imposizione del silenzio su Dio e della paralizzante privazione delle libertà umane fondamentali.

Alla materna intercessione di Maria Santissima affido, insieme a voi e con voi, la speranza di vedere la Lituania e i Paesi più vicini, a cominciare da quello in cui io stesso sono venuto alla luce e sono stato battezzato, rinnovare la loro salda adesione al Vangelo e la decisa volontà di accogliere Cristo - Dio incarnato, morto e risorto per amore dell'uomo - come via, verità e vita (Jn 14,6).

Data: 1993-09-04 Data estesa: Sabato 4 Settembre 1993

La preghiera del Santo Padre sulle tombe dei Martiri dell'Indipendenza - Vilnius

Titolo: "Il legno di queste croci, Signore, è ancora fresco"




1. Signore della vita e della morte, che hai voluto farti uomo per redimere l'uomo mediante la morte sulla Croce; Cristo, morto e risorto, che ti sei sottoposto all'incomprensione, alla persecuzione e alla condanna da parte dei potenti; che, dopo essere passato tra noi facendo del bene a tutti con la parola e l'azione, sanando i malati e sfamando gli affamati, ti sei lasciato inchiodare sulla Croce, rivolgi dall'alta tua gloria lo sguardo su queste croci che ricordano ai figli della Lituania le ultime vittime della dolorosa esperienza del loro recente passato.

Un'esperienza fatta di sofferenze, di imposizioni, di repressioni, ma ricca anche di speranze mai annientate, di desideri di libertà mai svaniti, di slanci di una fede cristiana profondamente radicata, che ha rifiutato di piegarsi alle oscure e ripetute ondate di una violenza che ignorava Dio e umiliava l'uomo.


2. Il legno di queste croci, Signore, è ancora fresco, perché esse sono state piantate di recente, all'indomani del 13 gennaio 1991.

Esse ricordano la tua Croce, nel periodo che segui immediatamente la tua Risurrezione.

Richiamano alla mente il Calvario e il sepolcro vuoto.

Queste croci, Signore, sono circondate da altre croci, qui piantate con fede e cosparse di lacrime.

Molte ricordano persone care, che si sono addormentate nella tua pace, dopo aver consacrato la vita alla famiglia e al lavoro, praticando una fede sincera ed operosa.

Altre croci rievocano il sacrificio dei soldati caduti in campi di battaglia, bagnando di sangue quelli che dovevano essere soltanto campi di frumento, inondati dal sole e dalla speranza.

Vi sono pure, in questo cimitero, monumenti funebri privi di croce.


3. Pellegrino di pace e di speranza vengo a proclamare, o Signore, la fede nella tua e nella nostra risurrezione davanti ai sepolcri degli ultimi martiri della Lituania, dei loro antenati e dei loro antichi avversari.

Prego anche per coloro che sulla tomba non hanno il segno della tua Croce.

Insieme con i fratelli e le sorelle lituani, desidero pregare e perdonare, rinnovando la fede nella forza dell'amore e ripudiando la tentazione della vendetta che sempre conduce negli sterili labirinti dell'odio.


4. Fa', o Signore, che queste croci ricordando momenti ancor recenti di cruda violenza e di estrema contrapposizione, siano un silenzioso ma fermo avvertimento contro nuove tenebrose avventure, intraprese sotto la spinta cieca delle ideologie, dell'orgoglio nazionale e della ignoranza colpevole della dignità dell'uomo.

Che le croci messe sulle tombe di soldati caduti in guerre fratricide diventino altrettanti pressanti inviti alla concordia e alla fratellanza.

Mai più accada che i fratelli di fede diventino avversari perché gli interessi, la lingua, le bandiere nazionali, le tradizioni le passioni violente li mettono su opposte sponde.

Che le tombe prive di croci presentino a coloro che vengono in questo cimitero per ricordare e pregare l'estremo ammonimento di un'esperienza storica che ha inculcato la pretesa di ignorarTi, Signore, e di creare un uomo nuovo che, lontano da Te, si è riscoperto tanto vulnerabile, fragile e triste.


5. Le croci che rappresentano il pio ricordo di persone amate - esse sono qui le più numerose e le più solide - diventino stimolo per una rinvigorita fede cristiana nei loro parenti ed amici.

Crescano su queste croci propositi di amore, di speranza e di perdono.

Che la luce della tua Croce, o Signore, illumini e dia senso a tutte queste altre croci.

Guardandole, ogni figlio della Lituania ricordi che la dignità dell'uomo - la propria e quella dei fratelli - trova la sua prima e ultima ragione in Te, Cristo morto e risorto, Signore del tempo e della storia, principio e fine di ogni umana esistenza.

Amen! Abbiamo pregato e benedetto tutti i sepolcri, cattolici e non cattolici, cristiani, lituani, polacchi, russi, tutti.

Perché davanti a Dio, in questo grande mistero della morte, tutti siamo una sola cosa, siamo il suo popolo, siamo comunione dei Santi.

Che la luce di questa comunione dei Santi illumini la vita terrena di noi tutti che ancora viviamo il nostro pellegrinaggio che ci conduce al Regno dei Cieli.

Data: 1993-09-04 Data estesa: Sabato 4 Settembre 1993

L'omelia della Messa con il conferimento dei sacramenti dell'iniziazione cristiana - Vilnius

Titolo: "Ogni figlia e ogni figlio della Patria lituana si rafforzi sul fondamento della Croce di Cristo"




1. "Quel che è nato dallo Spirito è Spirito" (Jn 3,6).

Così dice Gesù Cristo a Nicodemo, dottore della Legge, che ben conosceva l'Antico Testamento, cioè quei libri sacri nei quali si parla dell'AIleanza tra Dio e Israele. Nicodemo conosceva l'Alleanza conclusa da Jahwè con il popolo eletto, dopo averlo fatto uscire dal Paese d'Egitto sotto la guida di Mosè. Fu allora che Dio diede agli israeliti la Legge del Decalogo impressa su due tavole di pietra.

Nicodemo sapeva inoltre che, nel corso dei secoli, Jahwè aveva preannunciato mediante i profeti un'alleanza nuova: "Porro la mia legge nel loro animo, la scrivero sul loro cuore" (Jr 31,33).


2. L'uomo non è solo corpo, ma anche anima. E appunto l'anima - nel linguaggio biblico, il "cuore" - costituisce "la profondità dell'essere umano" (Cfr. Jr 31,33). Ad essa si riferiscono le parole rivolte da Gesù a Nicodemo.

Carissimi fratelli e sorelle, per lungo tempo si è cercato di inculcare i principi del materialismo nelle coscienze dei figli e delle figlie della vostra Patria. Oggi occorre che insieme con la libertà riconquistata, siano annunciate con rinnovato vigore le parole di Cristo sul "cuore" dell'uomo sulla sua anima: "Quel che è nato dallo Spirito, è Spirito".


3. Come a Nicodemo, Cristo ripete a voi tutti, fratelli e sorelle: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio" (Jn 3,3).

L'uomo nasce dal grembo materno come essere corporale e spirituale, ma queste "primizie dello spirito" devono maturare grazie alla potenza salvifica dello Spirito Santo. Gesù nel dialogo con Nicodemo afferma: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio" (Jn 3,5).

La nascita dallo Spirito Santo costituisce un segreto che si colloca nell'intimo più profondo dell'uomo. Cristo, Redentore del mondo, ha collegato questa nascita col sacramento del Battesimo che, come ogni altro sacramento, si pone così quale segno visibile del mistero invisibile, nel quale l'uomo diventando figlio adottivo di Dio ad immagine di Cristo, entra nel Regno promesso, che è la vita eterna di Dio.


4. Ho desiderato tanto di visitare la Lituania nel 1987. In quell'anno si compiva il 600° anniversario del Battesimo dei vostri avi. Desideravano tanto quella visita anche i vostri Vescovi e tutta la Chiesa in Lituania. Siccome allora ciò non fu possibile - e voi ne conoscete bene le ragioni - ringrazio Dio che oggi posso essere con voi in questa Città, nella vostra Capitale.

Con tali sentimenti saluto il Card. Vincentas Sladkevicius, Presidente della Conferenza Episcopale, il vostro Vescovo, Mons. Audry Juozas Backis e gli altri Presuli presenti. Saluto i membri del Governo, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e l'intero popolo di Dio che oggi si stringe in preghiera attorno all'altare del Signore. Rivolgo un deferente pensiero alle autorità civili intervenute all'odierna celebrazione ed a coloro che hanno collaborato per questa mia visita pastorale.

Voglio salutare i nostri ospiti, i Cardinali delle diverse città e sedi europee: Parigi, Berlino. Voglio salutare tutti i Vescovi europei convenuti qui per questa solenne circostanza dall'Europa, dagli Stati Uniti, dall'America.

Voglio salutare i rappresentanti della nostra Chiesa sorella Ortodossa, con l'Arcivescovo Chrisostomo. Saluto i fratelli Vescovi dell'Ucraina. Saluto il Cardinale Primate della Polonia e tutti i Vescovi che sono venuti per questa solennità a Vilnius e pure tutti i pellegrini.

Insieme con voi, carissimi fratelli e sorelle, ringrazio la Santissima Trinità per il dono dell'Alleanza con Dio, offerta ai credenti nel sacramento del Battesimo. E' un dono che ci unisce tutti, ponendoci in comunione reale con la vita di Cristo Crocefisso e Risorto. Il dono del Santo Battesimo ci rende in effetti partecipi della Vita che si è manifestata nella Risurrezione di Cristo.

Il Beato Giorgio Matulaitis è stato nel nostro secolo, un testimone particolare di tale Vita. Mi è stato dato di innalzare alla gloria dei Beati, nella Basilica di San Pietro in Roma, questo Vescovo di Vilnius, rinnovatore dei Mariani proprio nell'anno 1987, in occasione del Giubileo dei 600 anni del Battesimo della Lituania.

Anche se allora non mi fu possibile vivere quell'importante celebrazione giubilare in Lituania, ci siamo sentiti in quel giorno tutti profondamente uniti mediante la fede, la speranza e la carità.


5. Oggi, dunque, riprendendo le parole di San Pietro Apostolo, vi dico: "Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato" (1P 2,9).

Dio vi ha chiamato "alla sua ammirabile luce" in Gesù Cristo, perchè proclamiate le sue "opere meravigliose" (1P 2,9).

Questa "potenza" - potenza del Dio Vivo - si è rivelata anche nella vostra storia. Si è rivelata nei tempi difficili di prova che la Lituania ha dovuto affrontare; nelle sofferenze, nelle deportazioni, nelle prigioni, nei lavori forzati e nel martirio di tanti figli e figlie della vostra terra.


6. Oggi, questi vostri conterranei sono tutti presenti qui con noi. Sono uniti a noi nella potenza dello Spirito di Dio. Ed esclamano con il Salmista: Dio dei nostri Padri...

Rendici la gioia di essere salvati sostieni in noi l'animo generoso (Cfr. Ps 51/50,14).

Così esclamano insieme a noi, ora che sono passati i tempi del tormento e la vostra Patria è tornata sulle vie della libertà. Proprio in questo momento c'è tanto bisogno di questo "sostegno dell'animo generoso".

C'è bisogno di una rinascita spirituale.

Il seme che il Battesimo - secoli fa - ha depositato in voi, deve diventare un germoglio carico di vitalità per La rinascita spirituale di ciascuno e di tutti.


7. Grido quindi al Signore con le parole del Salmista: Crea in tutti noi o Dio, un cuore puro e rinnova in noi uno spirito saldo! (Cfr. Ps 51/50,12).

Un cuore puro è la coscienza resa monda da quel battesimo di "Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,11), che Cristo Signore ha donato all'umanità. Siate fedeli alla grazia del vostro Battesimo, confermatela nella Cresima alimentatela nell'Eucaristia e nella Riconciliazione.

Uno spirito saldo: l'eredità delle generazioni che si sono succedute nei secoli passati diventi una ricchezza per la generazione che vive attualmente in questa terra.

Ogni figlia ed ogni figlio della Patria lituana si rafforzi di nuovo sul fondamento della Croce di Cristo.

Rinasca accanto al Cuore della Madre di Dio; ritrovi questo Spirito "nel profondo del suo essere", per trasmetterlo alle nuove generazioni.


8. Fratelli e sorelle, rinnoveremo tra poco, insieme a coloro che si apprestano a ricevere il sacramento del Battesimo, le promesse fatte da ciascuno di noi - personalmente oppure per mezzo dei padrini e delle madrine - quando ci fu conferito questo sacramento.

Il rito della nascita alla fede e dell'incorporazione alla Chiesa avviene in questo splendido parco, sotto il cielo della Lituania libera, quasi a simboleggiare la differenza tra l'ieri e l'oggi.

Ieri, il Battesimo era spesso amministrato nella clandestinità, talora senza la possibilità di un'adeguata preparazione. Oggi, nell'ora della libertà religiosa ritrovata, esso costituisce una pubblica testimonianza di lode alla Trinità Santissima nella volontà di rendere sempre più forti le radici della fede cristiana in questa terra.

Ciò domanda un'accresciuta responsabilità da parte di tutti, soprattutto dei genitori e dei padrini chiamati a trasmettere in modo vivo e sollecito il dono della vita cristiana. Quanto importante è allora la catechesi in vista del Battesimo! Quanto urgente crescere insieme nell'approfondimento della dottrina cristiana e nella pratica delle virtù evangeliche! A quanti riceveranno il sacramento del Battesimo e a quanti ne saranno testimoni auguro che questo momento di grazia costituisca una spinta per vivere la fede come testimonianza quotidiana. Il Battesimo costituisce infatti un seme di grazia che va curato ogni giorno sino a farlo diventare albero ricco di abbondanti frutti spirituali ed apostolici. Carissimi giovani, sappiate vivere il Battesimo! La luce di Cristo non va nascosta; va messa in alto affinché tutti possano vedere e cercare il divino Maestro della verità e dell'amore!


9. Con il Battesimo ci avviciniamo a Cristo, la pietra angolare della costruzione di Dio nella storia degli uomini e delle nazioni.

Costruiamo su di Lui il nostro avvenire quali pietre vive di quell'AIleanza che con Dio hanno concluso i vostri antenati.

Amen!

Data: 1993-09-05 Data estesa: Domenica 5 Settembre 1993


GPII 1993 Insegnamenti - La cerimonia di accoglienza all'aereoporto internazionale della Capitale lituana - Vilnius