GPII 1994 Insegnamenti - La presentazione ufficiale della traduzione in lingua inglese del Catechismo della Chiesa Cattolica - Città del Vaticano


GIOVANNI PAOLO PP. II

Data: 1994-05-27 Data estesa: Venerdi 27 Maggio 1994





Angelus: il Papa, per la prima volta dopo la degenza al Gemelli, recita la preghiera dalla finestra del Palazzo Apostolico - Città del Vaticano

Titolo: Con il "Vangelo della sofferenza" verso il Terzo Millennio

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Ringrazio il Signore, che mi concede di incontrarmi nuovamente con voi qui, da questo mio abituale luogo di lavoro, dopo alcune settimane di degenza ospedaliera.

E vorrei profittare di questa circostanza per manifestare nuovamente la mia gratitudine a quanti nei giorni scorsi mi sono stati accanto con costante premura: ai medici, ai professori, agli infermieri, alle suore e al personale tutto del Policlinico Agostino Gemelli e del Vaticano. Il mio grato pensiero va inoltre alle moltissime persone che mi hanno fatto pervenire in tanti modi i loro attestati di solidarietà da Roma, dall'Italia e da ogni Continente assicurandomi un costante ricordo nella preghiera. A tutti e a ciascuno, grazie di cuore.


2. Oggi ricorre la solennità liturgica della Santissima Trinità, che propone alla nostra contemplazione il mistero di Dio, come Cristo ce lo ha rivelato. Mistero grande, che supera la nostra mente, ma che parla profondamente al nostro cuore, perché nella sua essenza altro non è che l'esplicitazione di quella densa espressione di San Giovanni: Dio è amore! Proprio perché amore, Dio non è un solitario, e pur rimanendo uno ed unico nella sua natura, vive nella reciproca inabitazione di tre divine Persone.

L'amore infatti è essenzialmente dono di sé. Essendo amore infinito, Dio è Padre che tutto si dona nella generazione del Figlio, e con lui intesse un eterno dialogo di amore nello Spirito Santo, vincolo personale della loro unità.

Che grande mistero! Mi piace additarlo soprattutto alle famiglie, in questo anno a loro specialmente dedicato. Nella Trinità infatti si può intravedere il modello originario della famiglia umana. Come ho scritto nella lettera alle famiglie, il "Noi" divino costituisce il modello eterno di quello specifico "noi" umano costituito da un uomo e una donna che reciprocamente si donano in una comunione indissolubile e aperta alla vita (cfr. LF 6).


3. Carissimi Fratelli e Sorelle! Domenica prossima, in occasione della festa del "Corpus Domini", la Chiesa italiana sarà spiritualmente raccolta a Siena, per la conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale che si svolge nel corso di questa settimana. E' una tappa importantissima della grande preghiera dell'Italia e per l'Italia. Nell'Eucaristia infatti la Chiesa riconosce la fonte e il culmine della sua vita. In essa rivive il Sacrificio redentore di Cristo e si alimenta del suo corpo. Da essa impara quello spirito di servizio e di comunione, che le è necessario per essere sacramento di unità degli uomini con Dio e con i fratelli (cfr. LG 1). Auguro ai cattolici italiani di vivere profondamente questo momento, attingendovi ispirazione e forza per la loro vita ecclesiale e la loro testimonianza sociale. La Vergine Santa aiuti ciascuno a prepararsi degnamente a questo singolare e provvidenziale appuntamento ecclesiale.


4. E proprio a Maria vogliamo infine, con particolare affetto, volgere lo sguardo, giunti ormai al termine del mese mariano, durante il quale abbiamo elevato verso il suo cuore materno i desideri, le invocazioni, le lacrime, dell'intera umanità.

Madre misericordiosa, voglia Maria esaudire le suppliche della comunità cristiana.

Benedica soprattutto i giovani e le famiglie e ottenga a tutti, specialmente alle Nazioni purtroppo ancora in guerra, il dono inestimabile della concordia e della pace.

E io vorrei che, attraverso Maria, sia espressa oggi la mia gratitudine per questo dono della sofferenza nuovamente collegato con il mese mariano di maggio. Voglio ringraziare per questo dono. Ho capito che è un dono necessario. Il Papa doveva trovarsi al Policlinico Gemelli, doveva essere assente da questa finestra per quattro settimane, quattro Domeniche, doveva soffrire: come ha dovuto soffrire tredici anni fa, così anche quest'anno.

Ho meditato, ho ripensato di nuovo a tutto questo durante la mia degenza in ospedale. E ho trovato di nuovo accanto a me la grande figura del Cardinale Wyszynski, Primate della Polonia (del quale ricorreva ieri il 13 anniversario della morte). Egli, all'inizio del mio Pontificato, mi ha detto: "Se il Signore ti ha chiamato, tu devi introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Lui stesso ha introdotto la Chiesa in Polonia nel secondo millennio cristiano.

Così mi disse il Cardinale Wyszynski. E ho capito che devo introdurre la Chiesa di Cristo in questo Terzo Millennio con la preghiera, con diverse iniziative, ma ho visto che non basta: bisognava introdurla con la sofferenza, con l'attentato di tredici anni fa e con questo nuovo sacrificio. Perché adesso, perché in questo anno, perché in questo Anno della Famiglia? Appunto perché la famiglia è minacciata, la famiglia è aggredita. Deve essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa, perché ogni famiglia e il mondo vedano che c'è un Vangelo, direi, superiore: il Vangelo della sofferenza, con cui si deve preparare il futuro, il terzo millennio delle famiglie, di ogni famiglia e di tutte le famiglie.

Volevo aggiungere queste riflessioni nel mio primo incontro con voi, carissimi romani e pellegrini, alla fine di questo mese mariano, perché questo dono della sofferenza lo devo, e ne rendo grazie, alla Vergine Santissima. Capisco che era importante avere questo argomento davanti ai potenti del mondo. Di nuovo devo incontrare questi potenti del mondo e devo parlare. Con quali argomenti? Mi rimane questo argomento della sofferenza. E vorrei dire a loro: capitelo, capite perché il Papa è stato di nuovo in ospedale, di nuovo nella sofferenza, capitelo, ripensatelo! Carissimi, vi ringrazio per la vostra attenzione, vi ringrazio per questa vostra comunità di preghiera, nella quale possiamo di nuovo recitare l'"Angelus Domini".

(Saluto ai numerosi pellegrini spagnoli presenti in Piazza San Pietro:) Saluto ora con grande affetto il gruppo di pellegrini dell'Istituto "l'Opera della Chiesa", presenti a Roma per celebrare la festa della Santissima Trinità.

Mentre vi raccomando alla materna protezione della Santissima Vergine, imparto a voi e alle vostre famiglie in Spagna la Benedizione Apostolica.

Il mio cordiale benvenuto va alle Comunità Neocatecumenali spagnole di Barcellona, Castiglione e Marquina (Vizcaya).

Mentre vi raccomando alla Santissima Vergine, al cui Santuario di Loreto vi dirigete, vi benedico tutti di cuore.

(Rivolto ad un gruppo di fedeli polacchi:) Saluto cordialmente i pellegrini dalla Polonia. Vi avevo già salutati ricordando il Cardinale Primate del Millennio. Ieri è stato il tredicesimo anniversario della sua morte. La sua persona mi è sempre molto vicina e anche se ci dividevano quasi 20 anni, ci sentivamo comunque molto vicini, ci capivamo, e gli sono molto grato per quello che mi ha detto all'inizio del pontificato indirizzando così questo mio pontificato romano: "Devi condurre la Chiesa nel Terzo Millennio".

Che il Servo di Dio, Stefano Cardinale Primate di Polonia, ci sostenga, che mi sostenga su questa strada che è la continuazione della nostra strada polacca, del nostro millennio polacco, della nostra esperienza polacca.

Che Dio vi ricompensi! Sia lodato Gesù Cristo - per tutti! Saluto oggi particolarmente i pellegrini riuniti a Piekary, dove sono stato molte volte. Da qui, dalla finestra di Piazza San Pietro, li saluto come ho già fatto tante volte dalla Basilica della Nostra Signora di Piekary.

(Il Papa invita i fedeli di Roma a partecipare alla processione per la solennità del "Corpus Domini":) Vorrei ricordare che giovedi prossimo la Diocesi di Roma, unendosi alla Chiesa universale, celebrerà la solennità del "Corpus Domini", che è ormai una sua tradizione. Dopo la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, prevista per le ore 19, inizierà la processione eucaristica che, snodandosi per la Città, raggiungerà Santa Maria Maggiore.

Partecipare a questo spirituale appuntamento sarà per i credenti un gesto di gratitudine e di amore a Dio che rimane presente in mezzo a noi fino alla fine dei secoli. E sarà anche una visibile testimonianza di fede offerta all'intera comunità cittadina.

Gesù che passa per le vie della vostra Città invita ognuno ad attingere dall'Eucaristia luce, conforto e forza per la propria vita cristiana.

Allora, giovedi prossimo, "Corpus Christi", alle sette della sera. Vi ringrazio di nuovo e mi raccomando alle vostre preghiere. Arrivederci!

Data: 1994-05-29 Data estesa: Domenica 29 Maggio 1994





Messaggio del Santo Padre a conclusione del mese mariano presso la Grotta di Lourdes, nei Giardini Vaticani

Titolo: "Ti ringrazio, Madre di misericordia..."

Carissimi Fratelli e Sorelle! Con grande gioia avrei voluto prendere parte, come di consueto, alla conclusione del mese mariano presso la Grotta di Lourdes, nei Giardini Vaticani.

Ma non essendomi quest'anno ciò possibile, desidero rendermi almeno spiritualmente presente a tale appuntamento mariano con una cordiale parola di saluto e di apprezzamento per tutti voi, che avete voluto compiere un così significativo gesto di omaggio alla Vergine Santissima.

Mi inginocchio anch'io ai piedi dell'Immacolata e, riandando col pensiero alle vicende di questo mese di maggio, elevo a Lei una fervida preghiera di lode e di ringraziamento.

Si ti ringrazio Madre di misericordia, per le tue sante lacrime! All'inizio di questo mese avrei dovuto dedicare il Santuario a Te intitolato in Siracusa, ma la Provvidenza ha richiesto ancora altro tempo di preparazione.

Conforta, Ti prego, tutti i sofferenti; ottieni con il tuo pianto la conversione di chi è prigioniero della falsità e del peccato.

Ti ringrazio, Regina dell'Africa, per la recente Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, che ha posto in risalto la dignità e la fede dei popoli di quel Continente. A Te affido, ancora una volta, i frutti di quell'incontro, mentre Ti supplico di ottenere la pace per i nostri fratelli del Rwanda, del Burundi, e per tutti gli Africani profughi ed oppressi a causa di scontri fratricidi.

Ti ringrazio, Vergine Sposa e Madre, per tutti i coniugi, i figli, i nonni e gli altri componenti delle famiglie che in questo speciale Anno formano una catena universale di preghiera delle famiglie per le famiglie. Vieni in soccorso delle situazioni di povertà materiale e morale; rendici attenti alla vita che sorge e che tramonta; fa' che i genitori e i figli si onorino a vicenda; dona a tutti la gioia di una vita semplice, laboriosa e fedele.

Ti ringrazio, Vergine orante, per tutti coloro che in questo mese hanno offerto preghiere e sacrifici per il Papa, e in modo speciale per le Suore Clarisse, che il 13 maggio hanno iniziato, nel Monastero "Mater Ecclesiae", il loro servizio spirituale a pochi metri da codesta tua Grotta nei Giardini Vaticani.

Insieme ai pellegrini raccolti questa sera ai Tuoi piedi, Ti lodo e Ti benedico.

Carissimi Fratelli e Sorelle, sono questi i sentimenti che mi sgorgano spontanei dal cuore e che desidero condividere con voi sotto gli occhi della celeste Madre di Dio e della Chiesa.

Nel rinnovare a Lei con fiducioso abbandono il "Totus tuus" del filiale affidamento, imparto a tutti voi - con uno speciale pensiero per il caro Cardinale Virgilio Noè, mio Vicario per la Città del Vaticano - la mia Benedizione, che estendo volentieri ai vostri familiari ed alle persone care.

Dal Vaticano, 31 Maggio 1994.

Data: 1994-05-31 Data estesa: Martedi 31 Maggio 1994





L'omelia di Giovanni Paolo II durante la Santa Messa celebrata dal Card. Ruini per la Solennità del "Corpus Domini" - Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma

Titolo: Da Roma a Siena: la "grande preghiera" eucaristica dell'Italia e per l'Italia Le ragioni e i motivi per adorare, per ringraziare, per chiedere perdono e per domandare

(L'omelia è stata letta dal Card. Camillo Ruini che ha presieduto la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano:)


1. "Ave verum Corpus, natum de Maria Virgine..." Finita la Santa Messa, l'assemblea s'avvierà verso la Basilica di Santa Maria Maggiore, verso il Santuario della Madre di Gesù. La solennità del "Corpus Domini" è strettissimamente unita al Mistero dell'Incarnazione. Il Verbo si fece carne nel grembo della Vergine per opera dello Spirito Santo, e fu così che Maria diede alla luce il Figlio di Dio, fattosi vero uomo. Da lei, la Madre di Dio, il Verbo prese un corpo umano. Giustamente dunque l'annuale processione del "Corpus Domini" si conclude sul sagrato della Basilica Liberiana, il più antico Santuario mariano dell'Occidente.


2. Il punto di avvio è invece qui, dalla Basilica di San Giovanni in Laterano. E ciò non senza una profonda motivazione. "Ave verum Corpus, natum de Maria Virgine.

Vere passum, immolatum in cruce pro homine...". Il mistero della Redenzione, compiutosi sulla croce, fu preannunciato in modo conciso ed incisivo da Giovanni Battista, che, nel vedere Gesù di Nazaret venire al Giordano, lo indico con le parole: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo" (Jn 1,29). Disse in altri termini proprio questo: "Vere passum, immolatum in cruce pro homine".

Cristo, come sottolinea l'autore della Lettera agli Ebrei, "entro una volta per sempre nel santuario (...) con il proprio sangue" (He 9,12). Non è possibile separare il corpo dal sangue: ecco perché giustamente si adora e si celebra l'unico mistero del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

Si adora e si celebra, in particolare, in questa Basilica, "mater omnium ecclesiarum". Qui, infatti, oltre alle solenni celebrazioni eucaristiche, si svolge da vent'anni, per assidua cura delle "Missionarie dell'Eucaristia", l'adorazione eucaristica quotidiana. Davanti al Santissimo Sacramento esposto solennemente i fedeli si soffermano a meditare sul mistero della Redenzione, sul mistero della morte e risurrezione di Cristo.


3. "Esto nobis praegustatum mortis in examine...".

Che cos'è la processione del "Corpus Domini" se non un tipico atto di culto eucaristico? Esso, in effetti, ci rende consapevoli che percorriamo il cammino della vita in virtù del Cibo divino, in virtù del Corpo e del Sangue del Signore. Desideriamo che, quando l'umano pellegrinaggio dell'esistenza terrena giungerà al termine, Cristo diventi nostro cibo per l'eternità. "Esto nobis praegustatum mortis in examine...".


4. Qui, in questa Basilica, il Vescovo di Roma celebra il Giovedi santo la solenne liturgia della Cena del Signore, commemorazione suggestiva dell'istituzione del Sacramento in cui si rende presente il sacrificio di Cristo: "Voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1Co 11,26). Oggi invece la Chiesa desidera adorare. Dopo la santa Messa inizierà la processione di adorazione.

"Adoro te devote latens deitas, quae sub his figuris vere latitas". San Tommaso d'Aquino, eccelso teologo nella storia della Chiesa, fu al tempo stesso un ispirato poeta eucaristico. Nella liturgia cantiamo: "Pange lingua gloriosi corporis mysterium", ed ancora "Adoro te devote", che rappresenta forse l'inno eucaristico più conosciuto. In esso ripetiamo "Tibi se cor meum totum subicit, quia te contemplans totum deficit" Questa è l'adorazione; questa è la processione eucaristica del "Corpus Domini".


5. All'odierna processione prende parte Roma, la Roma di tutte le basiliche, chiese e cappelle, di tutte le parrocchie e comunità religiose, la Roma antica e moderna. Roma eucaristica. Domenica prossima l'appuntamento è invece a Siena, dove la Chiesa italiana vivrà il suo Congresso Eucaristico Nazionale. Vogliamo che questo giovedi dell'Eucaristia a Roma preceda e annunzi la giornata eucaristica di tutta l'Italia. L'uno e l'altro appuntamento vorremmo che diventassero una tappa della grande preghiera dell'Italia e per l'Italia, iniziata il 15 marzo scorso.

C'è infatti preghiera più alta dell'Eucaristia? Il Concilio ricorda che essa è il culmine e la fonte di ogni culto nella Chiesa (cfr. SC 10).

Di che cosa più che dell'Eucaristia si è alimentata la Roma e l'Italia cristiana? Ecco ragioni e motivi per adorare, per ringraziare, per chiedere perdono e per domandare.

"Ave verum Corpus, natum de Maria Virgine".

Data: 1994-06-02 Data estesa: Giovedi 2 Giugno 1994





Prima della recita della preghiera mariana dell'Angelus, il Papa si unisce spiritualmente ai fedeli presenti al Congresso Eucaristico Nazionale a Siena

Titolo: Tutta la vita di Maria è stata come una "processione del Corpus Domini"




1. Il mio pensiero si porta oggi, com'è naturale, a Siena, dove si chiude, dopo una settimana di incontri e di riti celebrativi, il Congresso Eucaristico Nazionale, che ha avuto come tema "Dalla comunione al servizio". Saro spiritualmente presente, in particolare, questo pomeriggio, durante la solenne Concelebrazione Eucaristica.

Quanti momenti di intensa preghiera e di riflessione si sono avuti nel corso di questa straordinaria settimana di fede e di devozione! So che essi sono stati tutti molto partecipati, e me ne rallegro. Ancora una volta il Signore ci ha colmati della sua misericordia. Da Lui, Pane di vita, attingiamo la forza per amarci tra noi come Egli ci ha amato, e per metterci al servizio gli uni degli altri.

Se vissuta in profondità, l'Eucaristia sprigiona tutto il suo valore anche sociale, orientandoci a quello spirito di solidarietà e di dedizione che tanto è necessario alla costruzione della civiltà dell'amore.

Auguro di cuore che i frutti del Congresso Eucaristico Nazionale siano abbondanti e duraturi e prego perché la Chiesa che è in Italia possa perseverare nella "grande preghiera", incamminandosi con fiducia verso l'ormai prossimo Giubileo del Duemila.


2. La Solennità del Corpo e del Sangue del Signore, che in Italia si celebra oggi, riveste nell'anno liturgico e nella pietà popolare una grande importanza. Il mistero eucaristico, infatti, costituisce la fonte e il culmine della vita della Chiesa. Celebrando l'Eucaristia la Comunità cristiana ritrova pienamente se stessa, la propria vocazione e missione, che consiste nell'essere "in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1).

Con l'istituzione dell'Eucaristia Gesù ha voluto rendere presente in ogni tempo e per ogni generazione il suo sacrificio redentore. L'Eucaristia è infatti la sua "carne" offerta "per la vita del mondo" (Jn 6,51). Facendosi nostro cibo e bevanda, Egli ci assimila a sé rendendoci conformi alla sua santa umanità e inserendoci nel dialogo della sua vita trinitaria. Chi si nutre di Cristo, in qualche modo diventa Cristo. Al tempo stesso, la Santa Comunione sottrae la nostra esistenza al destino della caducità, ponendo in noi un principio di vita eterna.

E' Cristo stesso che ce ne dà sicurezza quando dice: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno" (ivi).


3. Mettiamoci alla scuola della Vergine Santa, la cui vita è stata una vera "esistenza eucaristica". Ella si è lasciata totalmente plasmare dalla presenza del suo Figlio divino. In Lei infatti si è realizzato un mirabile scambio di doni: mentre nel suo grembo il Figlio di Dio prendeva forma umana, Ella veniva interiormente plasmata dalla sua perfezione divina, diventando primizia e modello dei salvati. Tutta la vita di Maria è stata, in certo modo, una "processione del Corpus Domini". Ella è la "Piena di grazia", Tabernacolo vivente del Verbo incarnato.

Mentre adoriamo Gesù Signore presente nell'Eucaristia, ci volgiamo con filiale riconoscenza a Colei che è stata la Porta regale per il suo ingresso nel mondo.

(Al termine della riflessione, e prima della preghiera mariana, il Papa ha aggiunto le seguenti parole:) Ringraziamo Maria, "Salus Populi Romani" anche per la processione eucaristica del Corpus Domini di giovedi scorso. Ringraziamola ancora per la scelta provvidenziale del Congresso Eucaristico Nazionale Italiano di Siena.

Non dobbiamo dimenticare che Siena, attraverso Santa Caterina, è profondamente legata alla grande tradizione domenicana, vale a dire a San Tommaso d'Aquino e ai suoi Inni Eucaristici, al suo "Adoro te devote, latens Deitas". E' un inno da cantare, contemplando Dio attraverso tutto il Creato, attraverso l'incarnazione del Verbo, attraverso la nostra Redenzione mediante la Croce. Tutto ciò lo troviamo nell'"Adoro te devote".

Possiamo dire che Caterina da Siena, discepola fedele di San Tommaso, ha espresso ciò nei suoi Dialoghi, presentandoci il suo dialogo con Dio che le dice: "Tu sei quella che non è; Io sono quello che sono". Riecheggiano le parole dette una volta a Mosé: "Io sono quello che sono", parole che hanno dato la forza a Mosè per liberare gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto. Sono le stesse parole che hanno dato a Gesù la forza divina per liberare il popolo di Dio, di tutti i tempi, dalla schiavitù del peccato.

Siamo in stretto collegamento con Siena anche grazie a questi ricordi storici ed eucaristici che ci consentono di approfondire, in modo ancora migliore, la nostra partecipazione al Congresso Eucaristico Nazionale Italiano che si svolge in quella storica e bellissima città.

(In francese:) Saluto cordialmente tutti i pellegrini di lingua francese presenti nella piazza, specialmente i professori e gli alunni del collegio e liceo La Tour a cui auguro una buona scoperta di Roma.

Dio vi conservi! (Successivamente, il Santo Padre si è rivolto così ad alcuni gruppi di pellegrini italiani:) Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di S.

Cristina di Granze (Padova) e al gruppo di ragazzi della Parrocchia di San Gregorio Magno in Milano.

Insieme con loro saluto anche le Comunità Neocatecumenali, provenienti dalle diocesi spagnole di Pamplona e Logrono, e dalla diocesi di Crotone. Esorto tutti a testimoniare con coraggio e generosità la fede in Cristo, oggi professata sulla tomba dell'Apostolo Pietro.

(Dopo aver salutato un gruppo di pellegrini polacchi, il Papa ha aggiunto ancora le seguenti parole:) Possiamo dire che fa sempre più caldo a Roma. Vi ringrazio per la vostra partecipazione. Da qui, in Piazza San Pietro, abbiamo partecipato al Congresso Eucaristico di Siena. Possiamo concludere con le parole di San Tommaso dell'"Adoro te devote". Alla fine di questo inno si prega e si canta: "Ut te revelata cernens facie, - visu sim beatus tuae gloriae". Questo è il grande augurio del Congresso Eucaristico a tutti noi, che possiamo un giorno vedere Dio.

Data: 1994-06-05 Data estesa: Domenica 5 Giugno 1994





Al termine della solenne celebrazione presieduta dal Cardinale Giacomo Biffi, Inviato Speciale

Titolo: Dobbiamo ringraziare il Signore per il contributo dato dall'Italia alla conoscenza della verità su Dio che si fa Eucaristia

Sia lodato Gesù Cristo!


1. A conclusione del Congresso Eucaristico Italiano, vorrei far giungere a tutti voi, raccolti per la Celebrazione eucaristica, il mio cordiale pensiero. Sarebbe stato mio vivo desiderio venire di persona ad incontrarvi, ma la provvidenza divina ha stabilito diversamente. Vi saluto, pertanto, con affetto e a ciascuno ripeto: la pace sia con voi! Saluto, anzitutto, il venerato Fratello Cardinale Giacomo Biffi, Inviato Speciale del Papa; saluto l'Arcivescovo di Siena, Monsignor Gaetano Bonicelli, saluto i Presuli dell'amata Nazione italiana, presenti attorno all'altare. Saluto i sacerdoti, i religiosi, le religiose, saluto i laici attivamente impegnati nel servizio del Vangelo, saluto i giovani, saluto gli ammalati e saluto l'intera Comunità cristiana d'Italia, così significativamente e largamente rappresentata.

Saluto cordialmente il Signor Presidente della Repubblica, le Autorità convenute, la popolazione senese e quella toscana, mentre allargo il mio ricordo beneaugurante all'intera Nazione.


2. Con la celebrazione del Congresso Eucaristico, noi abbiamo proclamato la fede nel Sacramento dell'altare, questo sacramento che Santa Caterina, originaria della vostra Città, qualificava come "il sacramento dolce del corpo e del sangue di Gesù Cristo, tutto Dio e tutto uomo", sacramento che ogni fedele deve ricevere con "santo, vero e affocato desiderio" (Lettera, n. 358), come "cibo soavissimo... el quale ci pasce e conforta mentre che siamo peregrini e viandanti in questa vita", sono le sue parole, di Santa Caterina (Orazione, n. 22). Il Beato Raimondo da Capua riferisce che, quando la Santa non poteva comunicarsi, "il suo corpo soffriva più che se fosse martoriato da un forte dolore", e allora lo pregava: "Padre, ho fame! Per l'amor di Dio, date il cibo all'anima mia!" (Legenda maior, II, 12, n. 315).

Edificati da tanto ardore di fede, anche noi adoriamo Cristo, che sotto le specie del pane e del vino realmente si dona per il bene dell'intera umanità.

La verità di un Dio che si dona si è propagata ampiamente nel mondo. E' diventata peculiarità, da prima, delle grandi ed antiche civiltà greca e romana e, in seguito, di tutte le Nazioni europee formatesi sulle rovine dell'Impero Romano.

Con la scoperta del Nuovo Mondo, tale verità si è diffusa, insieme al Vangelo, nel continente americano; e poi in Africa come pure nel lontano Oriente.

Per tutto questo dobbiamo rendere grazie a Dio. Ogni Congresso Eucaristico è una solenne manifestazione di gratitudine: Eucaristia significa proprio rendimento di grazie. Ed oggi dobbiamo insieme ringraziare il Signore per il contributo dato dall'Italia alla conoscenza della verità su Dio che è amore, su Dio che si dona, su Dio che si fa Eucaristia. In essa riceviamo un dono e ringraziamo del dono. Ringraziamo per il dono della creazione, per il dono dell'Incarnazione e della Redenzione. Ringraziamo per il dono del pane e del vino con cui Cristo ci nutre nel nostro cammino terreno verso il Padre. Cristo è l'eterno Figlio consostanziale al Padre; è il Verbo, per mezzo del quale e nel quale tutte le cose sono state create; ma, contemporaneamente, egli è il Verbo in cui si esprime l'azione di grazie di ogni creatura.


3. L'Eucaristia è ancora qualcosa di più. In essa non si esercita soltanto il vero culto a Dio: in essa si rende presente il sacrificio di Cristo, oblazione unica ed irripetibile della Nuova ed eterna, definitiva Alleanza (cfr. He 9,14).

Carissimi Fratelli e Sorelle, partecipando a questo sacrificio, noi riscopriamo ogni volta il dovere e la gioia di fare di noi un dono generoso e gratuito al Signore ed al prossimo. Siamo chiamati a fare della nostra vita un sacrificio vivente unito a quello di Cristo. Il sacrificio appartiene alla pienezza del vero culto che l'uomo deve offrire a Dio. Non si tratta soltanto del culto della preghiera, bensi del dono di se stessi, grazie al quale otteniamo l'eterna eredità dei figli adottivi di Dio. Dalla comunione scaturisce il servizio, come ben ha evidenziato il tema del Congresso Eucaristico.

Gesù dono se stesso nell'Ultima Cena, anticipando il sacrificio della Croce. Disse agli Apostoli: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19).

L'Eucaristia è, pertanto, memoriale, memoriale vivo dell'Ultima Cena e del Calvario, sacrificio incruento, incessantemente immolato dalla Chiesa "in persona Christi".

Sta qui il fondamento e il culmine di tutto l'ordine sacramentale. Sta qui il segreto della vita cristiana. Tra i Sacramenti, l'Eucaristia è quello in cui la Chiesa manifesta la sua essenza più profonda: essa è il Corpo mistico di Cristo, è la Sposa del Redentore.


4. Oggi, carissimi, l'Italia ripete con San Tommaso d'Aquino: "Adoro te devote, latens Deitas...". Chi con fede si presenta davanti all'Eucaristia non può che prostrarsi in adorazione, facendo sue le parole dell'Apostolo Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!" (Jn 20,28) e quelle dell'Aquinate: "Tibi se cor meum totum subicit, quia te contemplans, totum deficit". L'intelligenza dell'uomo è impotente di fronte al mistero eucaristico: "totum deficit". Il credente, consapevole della propria inadeguatezza, si immerge nella preghiera e rende a Cristo sommo onore in un silenzio che riconosce e adora.

La Chiesa che è in Italia, riunita in questi giorni a Siena, adora. Il Congresso Eucaristico nazionale è un momento importante di quell'adorazione di Dio nascosto nell'Eucaristia, che fa parte integrante della secolare storia italiana.

Si percepisce, infatti, l'Italia "eucaristica" nelle catacombe, nelle basiliche, nei musei; ovunque è possibile incontrare il mistero di Dio, adorato in modo straordinario.

Possa tale adorazione restare il centro della grande preghiera con l'Italia e per l'Italia, che si estende nell'anno corrente e la prepara al grande Giubileo del Duemila. Possano gli italiani, specialmente le famiglie, in quest'anno ad esse particolarmente dedicato, pregare adorando Dio che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Jn 3,16). L'adorazione eucaristica, l'adorazione vissuta ed espressa in mille commoventi forme dal popolo italiano, oggi e nel corso dei secoli, condurrà anche le nuove generazioni di questo nobile Paese all'incontro con il loro futuro, sulla terra e nel regno dei cieli! Con questi auspici, tutti affettuosamente abbraccio e tutti benedico, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Data: 1994-06-05 Data estesa: Domenica 5 Giugno 1994





Messaggio a Mons. Amigo Vallejo - Città del Vaticano

Titolo: Per il I anniversario del XLV Congresso Eucaristico Internazionale

A Mons. Carlos Amigo Vallejo Arcivescovo di Siviglia Venerato Fratello nell'Episcopato, Cari sacerdoti, religiosi e religiose, Amatissimi fratelli e sorelle: Cristo, Luce dei Popoli!


1. Pieno di gioia e di speranza desidero unirmi spiritualmente a tutti voi, in occasione della solenne commemorazione del Primo Anniversario del XLV Congresso Eucaristico Internazionale, che il Signore mi ha concesso la grazia di poter chiudere a Siviglia, antica ed illustre sede di San Leandro e di Sant'Isidoro.

Da Roma, sede dell'apostolo Pietro e centro della cattolicità, invio un affettuoso saluto al Pastore, al clero e ai fedeli dell'arcidiocesi sivigliana che vanta una radicata devozione a Gesù Sacramento e a sua Madre Santissima. Usando le parole di San Paolo vi auguro "grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo" (Ga 1,3).

Ricordo le intense giornate di fede e di amore che ho avuto la gioia di trascorrere nella capitale andalusa, circondato dall'affetto e dalle preghiere di tanti figli e figlie della Chiesa, che si sono dati appuntamento nella Statio Orbis per testimoniare la loro fede nel mistero eucaristico. Cristo, Luce dei Popoli, ha raccolto nell'unità Pastori e fedeli di ogni popolo e nazione (cfr. Ap 5,9) per celebrare ancora una volta il mistero dell'Eucaristia: Sacramento del Sacrificio, del Banchetto, e della Presenza permanente di Gesù Cristo Salvatore.


2. Mi fa piacere sapere che l'arcidiocesi di Siviglia ha preparato con varie cerimonie il Primo Anniversario di quell'importante evento, che ha rappresentato una profonda esperienza ecclesiale ed eucaristica e che ha arricchito spiritualmente tutto il popolo cristiano e, in particolare, la Chiesa di Siviglia e di tutta la Spagna. Oggi, festa liturgica del Corpus Domini, celebrate una solenne Eucaristia nella cattedrale, la Magna Hispalensis, sotto le cui volte maestose ho avuto la gioia di prostrarmi in adorazione davanti a Gesù Sacramento, quale primo gesto della mia visita pastorale dello scorso anno. Il Papa vuole tarsi presente spiritualmente in mezzo a voi e vi esorta a "non accogliere invano la grazia di Dio" (2Co 6,1), a rendere feconde le benedizioni profuse da Dio durante il Congresso Eucaristico Internazionale sapendo che "colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù" (Ph 1,6).


3. In questa circostanza desidero, innanzitutto, ribadire l'appello che vi ho rivolto nel corso della mia visita pastorale a dare un vigoroso impulso ai compiti della nuova evangelizzazione, la grande sfida della Chiesa oggi. Si tratta di evangelizzare per l'Eucaristia, nell'Eucaristia e a partire dall'Eucaristia, poiché la proclamazione della Parola di Dio e il suo annuncio a tutti i popoli ha il suo centro e culmine nel sacrificio redentore di Cristo (cfr. PO 5). Desidero anche ripetervi il mio invito a fare dell'adorazione del Santissimo Sacramento al di fuori della Santa Messa una pratica abituale in tutte le comunità cristiane, secondo lo spirito e le norme liturgiche della Chiesa.

Questo culto prosegue e prepara nel modo migliore l'incontro con Cristo nel Sacrificio e nel Banchetto eucaristici, ed è espressione dell'amore e dell'adorazione di tutta la comunità cristiana per il suo Signore. Da questo incontro con Cristo nel Tabernacolo nasceranno delle vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie in grado di portare la luce del Vangelo fino ai confini del mondo; in questo crogiolo dell'"Amore degli amori" si forgerà il valore apostolico dei laici cristiani, testimoni di Cristo in mezzo alle realtà temporali; nell'intimità del tabernacolo prenderanno nuovo vigore i valori che devono regnare nei focolari domestici per fare della famiglia luogo di incontro con Dio, centro di irradiamento della fede, scuola di vita cristiana. Nel Pane sceso dal cielo, la famiglia potrà trovare il sostegno in grado di mantenerla unita davanti ai pericoli del presente e di preservarla come baluardo di vita di fronte alla cultura della morte.


4. Un aspetto e dimensione particolarmente importante del XLV Congresso Eucaristico Internazionale è stato quello di sottolineare le esigenze che nell'ordine sociale derivano dall'Eucaristia. In effetti, il "comandamento nuovo" dell'amore fraterno risuona con particolare forza a partire dal mistero eucaristico. I fedeli cristiani sono chiamati a costruire un "mondo nuovo", trasformando con la carità e i valori evangelici le strutture sociali che ignorano o contraddicono la verità di Dio e dell'uomo. perciò, Evangelizzare per mezzo dell'Eucaristia comporta l'impegno a mettere in pratica la dottrina sociale della Chiesa, mediante la promozione della giustizia, soprattutto a favore dei fratelli più bisognosi. I poveri, gli ammalati, gli anziani abbandonati, i detenuti, i portatori di handicap fisici o psichici, i tossicodipendenti, gli emarginati a causa della disoccupazione, i giovani senza orizzonti di speranza, sono altrettanti modi di interpellarci di quello stesso Cristo che adoriamo nell'Eucaristia.


5. Carissimi figli della Chiesa di Siviglia: gioisco nel Signore con voi nel celebrare questo anniversario e mi unisco spiritualmente al vostro ringraziamento a Dio per i frutti del Congresso. Nell'affettuoso ricordo della mia permanenza in mezzo a voi, desidero rinnovare il mio ringraziamento a quanti hanno contribuito a realizzare quella splendida celebrazione; il Signore ricompensi con i doni della sua grazia la generosità e l'amore profusi nella preparazione e nella realizzazione di quell'opera tanto gradita a Dio.

Chiedo alla Vergine Santissima, Nostra Signora de los Reyes, che con tanto amore venerate in questa Santa Cattedrale, di portare al suo Divino Figlio il vostro ringraziamento e di intercedere presso il Signore affinché il seme divino della Parola e dell'Eucaristia, seminata nella luminosa primavera di Siviglia un anno fa, produca abbondanti frutti di virtù e di vita cristiana.

Vi incoraggi e vi conforti la mia Benedizione Apostolica.

Città del Vaticano, 5 giugno 1994, Solennità del Corpus Domini.

IOANNES PAULUS PP. II (Traduzione dallo spagnolo)

Data: 1994-06-05 Data estesa: Domenica 5 Giugno 1994






GPII 1994 Insegnamenti - La presentazione ufficiale della traduzione in lingua inglese del Catechismo della Chiesa Cattolica - Città del Vaticano