GPII 1994 Insegnamenti - Il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'Enciclica "Veritatis splendor": una esposizione chiara ed aggiornata dei fondamenti stessi dell'insegnamento della fede e della morale cristiana

Il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'Enciclica "Veritatis splendor": una esposizione chiara ed aggiornata dei fondamenti stessi dell'insegnamento della fede e della morale cristiana


3. Un evento di grande rilevanza per la vita della Chiesa è stata ultimamente la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, atteso da molto tempo, e dell'Enciclica "Veritatis splendor". Pubblicata nell'autunno dello scorso anno, l'Enciclica è già stata tradotta in varie lingue e si diffonde suscitando un interesse molto vasto. I due testi vengono incontro ad una esigenza di essenziale importanza: urgeva predisporre un'esposizione chiara ed aggiornata dei fondamenti stessi dell'insegnamento della fede e della morale cristiana, specialmente per i seminari e le facoltà teologiche. Desidero esprimere di fronte a questa assemblea il mio ringraziamento al Signor Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e ai suoi collaboratori per il contributo offerto nella preparazione di entrambi i documenti.

Se la recezione del Catechismo e dell'Enciclica "Veritatis splendor" è stata sostanzialmente molto positiva, parte del merito va attribuito all'attività del mondo giornalistico che fa riferimento alla "Sala Stampa" della Sede Apostolica, ricevendone sistematiche informazioni sia circa gli eventi riguardanti la vita della Chiesa sia circa i documenti da essa pubblicati. Attualmente i Vescovi del mondo intero possono essere tempestivamente aggiornati sulla vita e l'attività della Sede Apostolica e di tutta la Chiesa. Ciò avviene anche grazie alla Radio Vaticana ed all'Osservatore Romano che da lunghi anni svolgono nel loro ambito questo lodevole servizio.

Alcuni problemi scottanti dei nostri tempi


4. Il Concilio Vaticano II ha attirato l'attenzione dei credenti su alcuni problemi scottanti dei nostri tempi. La parte seconda della Costituzione "Gaudium et spes" li elenca nell'ordine seguente: matrimonio e famiglia, cultura, comunità politica ed internazionale, economia, giustizia e pace. Per affrontarli in modo adeguato s'è resa necessaria l'istituzione di nuovi Organismi della Sede Apostolica, i quali originariamente avevano il carattere di Segretariati, mentre poi hanno assunto lo statuto di Pontifici Consigli. E' mio desiderio ringraziare qui i loro Presidenti per il prezioso contributo dei rispettivi Dicasteri alla vita della Chiesa: il Signor Cardinale Eduardo Pironio, Presidente del Consiglio per i Laici, il Signor Cardinale Edward Cassidy, Presidente del Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, il Signor Cardinale Alfonso Lopez Trujillo, Presidente del Consiglio per la Famiglia, il Signor Cardinale Roger Etchegaray, Presidente del Consiglio della Giustizia e della Pace e del Consiglio "Cor unum", il Signor Cardinale Fiorenzo Angelini, Presidente del Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, il Signor Cardinale Francis Arinze, Presidente del Consiglio per il Dialogo Inter-religioso, il Signor Cardinale Paul Poupard, Presidente del Consiglio della Cultura, l'Arcivescovo Giovanni Cheli, Presidente del Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l'Arcivescovo Vincenzo Fagiolo, Presidente del Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi ed infine l'Arcivescovo John Patrick Foley, Presidente del Consiglio delle Comunicazioni Sociali, successore del Cardinale Deskur.

Una parola di ringraziamento rivolgo anche al Prefetto della Casa Pontificia, il Vescovo Dino Monduzzi e al Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, Mons. Piero Marini, dall'impegno dei quali dipende il buon svolgimento delle Udienze e degli incontri di preghiera.

Un grazie anche al Cardinal Virgilio Noè per la sua dedizione sia nei riguardi della Basilica di San Pietro sia come mio Vicario per la città del Vaticano.

Iniziative in favore della giustizia e della pace


5. Ognuno dei Dicasteri ed uffici menzionati svolge un ruolo importante ed insostituibile nell'insieme dei compiti della Sede Apostolica. Vorrei pero sottolineare in modo speciale alcuni campi d'intervento, che al presente sembrano particolarmente importanti nella vita della Chiesa. Innanzitutto come non richiamare l'attenzione sulle preziose iniziative in favore della giustizia e della pace intraprese dal Signor Cardinale Roger Etchegaray nei Paesi che stanno attraversando acute difficoltà? Grazie al Consiglio "Co unum", tali interventi hanno preso la forma di un concreto aiuto per i più bisognosi.

L'impegno ecumenico conserva integro il suo dinamismo Come risulta dal pro-memoria a voi precedentemente inviato, il dialogo ecumenico, con tutta l'attività che ne deriva in favore dell'unità dei cristiani, è uno dei compiti fondamentali della Chiesa nella prospettiva dell'anno 2000.

Nonostante le opinioni di quanti parlano di una stasi in questo campo, l'impegno ecumenico conserva integro il suo dinamismo. Voglio soltanto far notare un fatto molto eloquente: quest'anno, per la prima volta, la Via Crucis, che s'è svolta al Colosseo, è stata guidata con le meditazioni preparate dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. Al contrario, un evento che di recente ha creato un serio ostacolo nel cammino verso l'unità è stato indubbiamente la decisione della Comunità della Chiesa anglicana di procedere all'ordinazione sacerdotale delle donne. E' un atto che getta ulteriori ombre sulle ordinazioni sacerdotali nella comunità anglicana, circa le quali già si è pronunciato il Papa Leone XIII nella Enciclica "Apostolicae curae".

I rapporti con i musulmani


Il dialogo si allarga e si sviluppa pure con le religioni non cristiane.

E qui vorrei dire che, per quanto attiene ai rapporti con i musulmani, non mancano purtroppo incomprensioni e difficoltà anche notevoli, dovute talora ai gravi problemi sociali e politici con i quali devono misurarsi taluni Paesi a maggioranza islamica. Esistono Paesi musulmani nei quali i cristiani non hanno ancora la possibilità di professare pubblicamente la propria fede e ciò è in chiaro contrasto con il rispetto dei diritti dell'uomo. Alla luce di ciò, il consenso dato dalle Autorità italiane alla costruzione della moschea a Roma costituisce per tutti un chiaro invito alla riflessione.

Le Giornate Mondiali dei Giovani Per quanto concerne la dimensione pastorale, negli ultimi anni si sono rivelate altamente significative le Giornate Mondiali dei Giovani per una conseguente e progressiva animazione della pastorale della gioventù. Gli incontri mondiali dei giovani, la cui organizzazione è affidata al Pontificio Consiglio per i Laici, si sono svolti finora a Roma, a Buenos Aires, a Santiago de Compostela, a Jasna Gora e a Denver. Il prossimo avrà luogo a Manila, nelle Filippine, nel gennaio 1995. Sono raduni che coinvolgono grandemente gli Episcopati, i Pastori e soprattutto gli stessi giovani, dei quali viene messa in evidenza la sorprendente apertura a Cristo e al Vangelo.


6. Mi rivolgo ora di nuovo al Decano del Collegio Cardinalizio, il Signor Cardinale Bernardin Gantin, per ringraziarlo dell'indirizzo rivoltomi poc'anzi a nome di tutti i presenti. Egli è anche Prefetto della Congregazione per i Vescovi e in tale veste svolge un generoso lavoro per il bene della Chiesa: anche per questo gli esprimo sincera gratitudine. La Congregazione per i Vescovi, conformemente alla tradizione, si occupa delle questioni concernenti le singole diocesi, della loro struttura territoriale, delle nomine dei Vescovi e degli aspetti connessi alle loro rinunce.

A questo punto occorre rilevare il funzionamento di gruppi collegiali degli Episcopati in tutti i continenti, come ad esempio il Consiglio Episcopale Latino Americano (C.E.L.A.M.), il Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (C.C.E.E.), il Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (S.C.E.A.M.), e la Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (F.A.B.C.).

Il movimento sinodale

Negli ultimi anni si è ampiamente sviluppato nella Chiesa il movimento sinodale. Giungono informazioni sullo svolgimento di molti Sinodi diocesani, provinciali o nazionali. Un'attenzione speciale pero meritano i Sinodi continentali. Tale è stato, ad esempio, il Sinodo dei Vescovi dell'Europa, e successivamente il Sinodo dei Vescovi dell'Africa, conclusosi l'8 maggio scorso.

Tale sarà anche il Sinodo nel Libano, che in un certo senso si propone come il Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente. Nella prospettiva dell'anno 2000 si prevede il Sinodo dei Vescovi di ambedue le Americhe: quella del Nord e quella del Sud, come pure, a Dio piacendo naturalmente, il Sinodo dei Vescovi dell'Asia e dell'Estremo Oriente. Qui il mio pensiero riconoscente va all'Arcivescovo Jan Schotte, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, per il suo generoso servizio nell'ambito della dimensione sinodale della vita della Chiesa.

Lo slancio dell'attività missionaria della Chiesa nei nostri tempi


7. I Paesi di missione rimangono affidati alle cure della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Rivolgo, al riguardo, il mio ringraziamento al suo Prefetto, il Signor Cardinale Joseph Tomko per il lavoro pieno di dedizione finora svolto. Questa Congregazione, a cui spetta di "dirigere e coordinare in tutto il mondo l'opera stessa dell'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione missionaria" (Cost. Ap. Pastor bonus, art. 85), nei suoi territori erige e divide le circoscrizioni missionarie secondo l'opportunità; presiede al governo delle missioni ed esamina tutte le questioni e i rapporti inviati dagli Ordinari, dalle Rappresentanze Pontificie e dalle Conferenze Episcopali, promuove la vita cristiana dei fedeli e la disciplina del clero, come pure tutte le associazioni caritative e di Azione Cattolica, ed infine vigila sul migliore andamento delle scuole cattoliche e in modo particolare dei Seminari. Ambito importante dell'attività di sua pertinenza è quello delle Pontificie Opere Missionarie che recano un aiuto estremamente prezioso ai Paesi di missione. L'Enciclica "Redemptoris missio" ha voluto testimoniare che lo slancio dell'attività missionaria della Chiesa nei nostri tempi non solo non si affievolisce, ma anzi aumenta di vigore.

Le Chiese cattoliche Orientali

Un proprio ambito occupano le Chiese cattoliche Orientali. Qui il mio grazie va al Signor Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto della relativa Congregazione. Le Chiese Orientali sono espressione dell'aspirazione all'unità con Roma. Contro di esse vengono oggi lanciate ingiuste accuse di "uniatismo" o di proselitismo. Bisogna invece esprimere soddisfazione per il fatto che, sulla via del dialogo ecumenico, si è potuto impostare nella giusta luce la questione delle Chiese cattoliche Orientali e definirla in conformità col Decreto conciliare "Orientalium Ecclesiarum".

La Congregazione per il Clero


8. La Congregazione per il Clero rivolge la sua attenzione alla vita e all'attività pastorale dei presbiteri, come pure alla formazione permanente del clero. Il Sinodo dei Vescovi dedicato al problema dell'educazione dei futuri sacerdoti e l'Esortazione postsinodale "Pastores dabo vobis" costituiscono, per tale attività, gli essenziali punti di riferimento. Recentemente, inoltre, la Congregazione ha pubblicato un apposito "". Anch'io, per parte mia, cerco di indirizzare ai sacerdoti ogni anno una speciale Lettera in occasione del Giovedi Santo.

Al Signor Cardinale José Sanchez, Prefetto della Congregazione per il Clero, porgo qui un cordiale ringraziamento per il suo lavoro in così importante settore della vita ecclesiale.

Scuole e Università cattoliche

Alla questione della formazione dei futuri presbiteri si unisce strettamente quella delle scuole e delle università cattoliche. Questo è il campo di azione della Congregazione per l'Educazione Cattolica, la quale promuove anche con particolare premura il risveglio delle vocazioni sacerdotali, il cui numero registra, soprattutto in certe parti del mondo, un significativo incremento. A tale proposito è interessante rilevare come la "geografia" delle vocazioni si sposti verso i Paesi di missione. La Congregazione veglia altresi sul buon funzionamento delle scuole e degli atenei cattolici, come pure sulla coerenza con la loro specifica identità. Proprio in questa prospettiva, qualche giorno fa essa ha pubblicato, d'intesa con i Dicasteri interessati, un documento sulla "presenza della Chiesa nell'Università e nella cultura universitaria". Ringrazio cordialmente il Signor Cardinale Pio Laghi per i suoi sforzi in questo delicato ambito.

Il prossimo Sinodo dei Vescovi dedicato alla vita consacrata

Per l'impegno ecclesiale degli Istituti religiosi e di quelli laicali, riveste particolare rilievo il Sinodo dei Vescovi di quest'anno, dedicato alla vita consacrata. In un certo senso, esso è la logica continuazione di quelli precedenti dedicati ai temi del sacerdozio e del laicato. Nel ringraziare per le sue fatiche in questo campo il Signor Cardinale Eduardo Martinez Somalo, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, come anche i suoi predecessori, specialmente il Cardinale Hamer, esprimo l'augurio che il prossimo Sinodo dei Vescovi sia per la Chiesa germe di rinnovamento e occasione di rilancio della pastorale in favore delle vocazioni religiose.

La Liturgia al centro della vita della Chiesa

Al centro della vita della Chiesa sta indubbiamente la liturgia. Il processo di rinnovamento liturgico nello spirito del Concilio Vaticano II continua. Lo dirige, vegliando su di esso, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Esprimo la mia gratitudine al suo Prefetto, il Signor Cardinale Antonio Maria Javierre.

Una cordiale parola di ringraziamento voglio pure rivolgere ai Tribunali della Santa Sede, che provvedono all'amministrazione della giustizia nella Chiesa in foro interno ed esterno. La mia riconoscenza va dunque al Signor Cardinale William Wakefield Baum, Penitenziere Maggiore, all'Arcivescovo Mons. Gilberto Agustoni, Pro-Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, a Mons. Mario Francesco Pompedda, Decano del Tribunale della Rota Romana.

La Sede Apostolica è debitrice verso la generosità internazionale che negli ultimi tempi è realmente cresciuta


9. Uno specifico settore dell'attività della Sede Apostolica è quello amministrativo-economico, che rimane affidato alle cure della Segreteria di Stato e dei Dicasteri di carattere amministrativo con essa collegati. Al Signor Cardinale Rosalio José Castillo Lara dico qui il mio grazie per l'importante servizio che egli rende alla Sede Apostolica. A motivo dell'impiego di un numero elevato di persone laiche, è stato necessario istituire un apposito Ufficio del Lavoro, per rispondere ai bisogni dei dipendenti ed anche per risolvere eventuali controversie di lavoro. Questo problema ha ormai la sua storia. Già nel 1984 ho pubblicato una lettera sul tema della specificità del lavoro negli organismi della Sede Apostolica. L'attività del menzionato Ufficio tende al miglioramento del settore, fornendo sicurezza ai dipendenti, specialmente laici, ed offrendo una risposta adeguata alle loro eventuali richieste.

Sull'insieme delle questioni amministrativo-economiche veglia la Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, istituita già dal Papa Paolo VI, e attualmente diretta dal Signor Cardinale Kasimir Szoka. Gli esprimo la mia cordiale riconoscenza per il lavoro che svolge. Ringrazio pure i Signori Cardinali, che fanno parte del Consiglio per i problemi economici ed organizzativi della Santa Sede, il cosiddetto Consiglio dei quindici. Si tratta di un gruppo di lavoro assai importante per rendere più comprensibile l'attività economica della Sede Apostolica, per la programmazione delle spese e per la promozione delle offerte dei fedeli che pervengono sotto la forma del tradizionale "Obolo di San Pietro". Mi sembra che in tutto il settore amministrativo-economico, dopo un periodo in cui sono emerse alcune inquietudini, sfruttate talora in modo arbitrario da ambienti mal disposti verso la Chiesa, sia ora ritornata una certa tranquillità. Ciò mette in evidenza come la riorganizzazione introdotta in questo campo stia già portando i suoi frutti. Allo stesso modo, anche per quanto concerne l'Istituto per le Opere di Religione, ho l'impressione che, dopo l'introduzione di opportune modifiche strutturali, si manifesti nell'opinione pubblica una maggiore comprensione della sua attività. E' evidente che la Chiesa vive delle offerte dei fedeli. La Sede Apostolica è debitrice verso la generosità internazionale che negli ultimi tempi è realmente cresciuta. A ciò ha senza dubbio contribuito l'aver conferito maggiore trasparenza ai bilanci, fornendo una informazione più precisa circa le strutture amministrative della Santa Sede e la loro attività. E' giunto il tempo di sfatare le leggende che talora giravano sul tema delle grandi ricchezze nascoste del Vaticano. La verità è ben diversa. In realtà, dobbiamo rendere grazie alla divina Provvidenza, perché la Chiesa si attiene in questo campo alle norme ereditate dagli Apostoli. Forse, meglio di ogni altra, viene compresa dai fedeli la necessità di dare il proprio contributo a favore delle missioni. Approfitto dell'occasione per dire davanti ai Signori Cardinali di tutto il mondo qui presenti un grazie particolare per questa molteplice generosità.

L'opportunità di approntare un martirologio contemporaneo

10. Finora ho parlato solamente presentando la situazione curiale, ma sullo sfondo dell'attività della Sede Apostolica così delineata, chiedo ai Signori Cardinali di prendere la parola a proposito dei preparativi in vista del Grande Giubileo dell'Anno 2000. Ognuno dei presenti può offrire un importante contributo in base alle proprie esperienze e alle attese del Paese o della regione del mondo che rappresenta. Vorrei soltanto attirare ancora l'attenzione su una dimensione della vita della Chiesa, che merita un particolare rilievo nel programma di preparativi per l'Anno 2000. Come ogni altro secolo nella storia della Chiesa, anche il nostro ha donato numerosi santi e beati, e specialmente molti martiri. Nel già citato pro-memoria sul tema della preparazione al Grande Giubileo ho sottolineato l'opportunità di approntare un Martirologio contemporaneo che tenga conto di tutte le Chiese locali e ciò in una dimensione e prospettiva anche ecumenica. Ci sono tanti martiri nelle Chiese non cattoliche: ortodossi, in Oriente, anche protestanti.

La grande realtà della santità

Si dice talora che oggi ci sono troppe beatificazioni. Ma questo, oltre a rispecchiare la realtà, che per grazia di Dio è quella che è, corrisponde anche al desiderio espresso dal Concilio. Il Vangelo si è talmente diffuso nel mondo e il suo messaggio ha messo così profonde radici, che proprio il grande numero di beatificazioni rispecchia vividamente l'azione dello Spirito Santo e la vitalità che da Lui scaturisce nel campo più essenziale per la Chiesa, quello della santità. E' stato infatti il Concilio a mettere in particolare rilievo la chiamata universale alla santità. In questo campo, tuttavia, si deve ancora registrare una sproporzione tra le Chiese dell'antica evangelizzazione, la cui storia conta millenni, e le Chiese giovani che hanno i loro protomartiri, come in Africa e come anche in Estremo Oriente. Allo stesso tempo, va sottolineato che le giovani Chiese hanno un particolare bisogno del segno della santità, a testimonianza della loro maturità spirituale all'interno della comunità universale. L'esame della messe di santità maturata nel campo di Dio costituisce l'oggetto di un intenso lavoro della Congregazione delle Cause dei Santi, e per questa fatica ringrazio cordialmente il Signor Cardinale Angelo Felici.

Maria pellegrina attraverso la storia ci aiuterà a superare le difficoltà

11. Il Concilio Vaticano II nella Costituzione "Lumen gentium" dedica l'ultimo capitolo alla Madre di Dio come Madre della Chiesa, e parla della sua particolare presenza nella vita dei fedeli in analogia alla sua presenza nella vita di Cristo.

Non posso chiudere questo mio intervento dinanzi al Collegio Cardinalizio senza rendere testimonianza alla peculiare presenza materna di Maria, da me stesso sperimentata in tutta la mia vita, e soprattutto come Vescovo di Roma. In questo momento, il mio pensiero si reca in pellegrinaggio ai Santuari mariani nel mondo che mi è stato dato di visitare. E' un pellegrinaggio che comincia dal Santuario di Nostra Signora di Guadalupe nel Messico. Di li infatti ha preso avvio il cammino del mio ministero petrino, orientandosi poi sulla strada che conduce nel cuore dell'America sia meridionale che settentrionale. Per quanto concerne il continente europeo, tutti continuamente rileggiamo il messaggio della Madonna di Lourdes, che è un'esortazione alla preghiera e alla conversione, e le lacrime della Madonna di La Salette di fronte ai grandi pericoli spirituali dei nostri tempi. A me personalmente è stato dato di comprendere in modo particolare il messaggio della Madonna di Fatima: la prima volta il 13 maggio del 1981, nel momento dell'attentato alla vita del Papa, poi ancora verso la fine degli anni ottanta, in occasione del crollo del comunismo nei Paesi del blocco sovietico.

Penso che si tratti di una esperienza abbastanza trasparente per tutti. Abbiamo fiducia che la Vergine Santa, la quale cammina davanti al Popolo di Dio pellegrinante attraverso la storia, ci aiuterà a superare le difficoltà che dopo il 1989 non hanno affatto cessato di essere presenti nelle nazioni d'Europa e degli altri continenti. Confidiamo che la Madre di Dio ci aiuterà a sventare tutti i pericoli, specialmente quelli che si sono manifestati in occasione del conflitto nei Balcani. Alla sua intercessione ci affidiamo anche per l'impegno di far rifiorire la pace nei Paesi africani, provati da guerre fratricide, ed a Lei raccomandiamo in particolare la Terra del Rwanda, chiedendoLe di assisterne gli abitanti nel cammino verso la riconciliazione e la ripresa della solidarietà e della collaborazione.

Nella prospettiva dell'anno Duemila è questo il compito più grande: trovare le vie del reciproco accordo tra l'Occidente cattolico e l'Oriente ortodosso Concludendo queste mie parole, esorto ancora ad avere fiducia che, conformemente alla logica del suo cuore materno, Ella ci aiuterà a trovare le vie del reciproco accordo tra l'Occidente cattolico e l'Oriente ortodosso. Nella prospettiva dell'anno 2000 questo è forse il più grande compito. Non possiamo presentarci davanti a Cristo, Signore della storia, così divisi come ci siamo purtroppo ritrovati nel corso del secondo millennio. Queste divisioni devono cedere il passo al riavvicinamento e alla concordia; debbono essere rimarginate le ferite sul cammino dell'unità dei cristiani. Di fronte a questo Grande Giubileo la Chiesa ha bisogno della "metanoia", cioè del discernimento delle mancanze storiche e delle negligenze dei suoi figli nei confronti delle esigenze del Vangelo. Solo il riconoscimento coraggioso delle colpe e anche delle omissioni di cui i cristiani si sono resi in qualche modo responsabili, come pure il generoso proposito di rimediarvi con l'aiuto di Dio, possono dare efficace impulso alla nuova evangelizzazione e rendere più facile il cammino verso l'unità. Sta qui infatti il nucleo essenziale della nostra missione secondo l'esplicita parola del Maestro divino, in procinto di affrontare gli eventi drammatici della Passione: "Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Jn 17,21).

Data: 1994-06-13 Data estesa: Lunedi 13 Giugno 1994





Messaggio di Giovanni Paolo II in occasione dell'VIII centenario della nascita di Sant'Antonio - Città del Vaticano

Titolo: La testimonianza, la sapienza e l'ardore missionario di Sant'Antonio grande discepolo di Cristo e del Poverello d'Assisi

Al Reverendissimo Padre Lanfranco SERRINI, O.F.M. Conv.

Presidente di Turno dell'Unione dei Ministri generali francescani


1. Ho appreso con vivo compiacimento che le quattro Famiglie francescane si apprestano a celebrare con opportune iniziative l'VIII centenario della nascita di Sant'Antonio, figura carismatica universalmente venerata ed invocata.

Figura carismatica universalmente venerata e invocata L'intero Ordine Francescano è impegnato nella preparazione del Giubileo di questo suo esemplare modello, insieme con la città di Padova, che accoglie nel suo territorio il centro della devozione antoniana, e con quella di Lisbona, in cui il Santo è nato.

La commemorazione centenaria si rivelerà ecclesiasticamente fruttuosa se susciterà un'invocazione corale a Sant'Antonio affinché con il suo esempio e la sua intercessione, spinga i cristiani del nostro tempo ad impegnarsi per raggiungere le mete più alte e più nobili della fede e della santità.

Perché questa comune speranza si avveri, è necessario che tutti pastori e fedeli, riscoprano con devozione sincera la persona di Sant'Antonio, studino il suo cammino spirituale, sappiano capire le sue virtù, ascoltino docilmente il messaggio che promana dalla sua vita.

Premurosa e severa ricerca di Dio, studio intenso della teologia, maturazione e perfezionamento interiore


2. Appena 36 anni duro la sua esistenza terrena. I primi quattordici li trascorse nella scuola episcopale della sua città. A quindici anni chiese di entrare tra i Canonici Regolari di Sant'Agostino; a venticinque fu ordinato sacerdote: dieci anni di vita caratterizzati da premurosa e severa ricerca di Dio, da studio intenso della teologia, da maturazione e perfezionamento interiore.

Dio continuava pero ad interrogare lo spirito del giovane sacerdote Fernando: tale era il nome da lui ricevuto al fonte battesimale. Nel monastero di Santa Croce, a Coimbra, egli conobbe un drappello di francescani della prima ora, i quali da Assisi si recavano in Marocco per testimoniarvi il Vangelo anche a costo del martirio. In quella circostanza il giovane Fernando sperimento un anelito nuovo: quello di annunciare il Vangelo ai popoli pagani, senza fermarsi di fronte al rischio della vita.

Nell'autunno del 1220 lascio il suo monastero e passo alla sequela del Poverello di Assisi, assumendo il nome di Antonio. Parti quindi per il Marocco, ma una grave malattia lo costrinse a rinunciare al suo ideale missionario.

Ebbe inizio così l'ultimo periodo della sua esistenza, durante il quale fu guidato da Dio su strade che non avrebbe mai pensato di percorrere. Dopo averlo sradicato dalla sua terra e dai suoi progetti di evangelizzazione oltremare, Dio lo condusse a vivere l'ideale della forma di vita evangelica in terra italiana. Sant'Antonio visse l'esperienza francescana appena undici anni, ma ne assimilo a tal punto l'ideale che Cristo e il Vangelo divennero per lui regola di vita incarnata nel quotidiano.

Ebbe a dire in un sermone: "Per Te abbiamo lasciato tutto e ci siamo fatti poveri. Ma poiché Tu sei ricco, Ti abbiamo seguito affinché Tu ci facessi ricchi... Abbiamo seguito Te, come la creatura segue il Creatore, come i figli il Padre, come i bambini la mamma, come gli affamati il pane, come i malati il medico, come gli stanchi il letto, come gli esuli la patria" (Sermones II, p. 484).

Su Cristo egli costrui la sua vita


3. Tutta la sua predicazione fu un continuo ed instancabile annuncio del Vangelo "sine glossa". Annuncio vero, coraggioso, limpido. La predicazione era il suo modo di accendere la fede nelle anime, di purificarle, consolarle, illuminarle (Ibid, p. 154).

Su Cristo egli costrui la sua vita. Le virtù evangeliche, in particolare la povertà dello spirito, la mitezza, l'umiltà, la castità, la misericordia, il coraggio della pace erano gli argomenti costanti della sua predicazione.

Tanto luminosa fu questa sua testimonianza, che nel mio pellegrinaggio al suo Santuario in Padova, il 12 settembre 1982, anch'io volli presentarlo alla Chiesa, come già il Papa Pio XII, col titolo di "uomo evangelico". Sant'Antonio insegno, infatti, in modo eminente a fare di Cristo e del Vangelo un riferimento costante nella vita quotidiana e nelle scelte morali private e pubbliche, suggerendo a tutti di alimentare a tale fonte il coraggio per un annuncio coerente ed attraente del messaggio della salvezza.

La teologia per Sant'Antonio era irradiazione dell'amore a Cristo


4. Proprio perché innamorato di Cristo e del suo Vangelo, Sant'Antonio "illustrava con intelletto di amore quella divina sapienza che aveva attinto dalla lettura assidua delle Scritture Sacre" (Pio XII, Lett. Ap. "Antoniana sollemmia", 1.3.1946).

La Sacra Scrittura era per lui la "terra parturiens", che genera la fede, fonda la morale e attrae l'anima con la sua dolcezza (cfr. Sermones, Prologo, I, 1). Raccolta nella meditazione amorosa della Sacra Scrittura, l'anima si apre - secondo la sua espressione - "ad divinitatis arcanum". Durante il suo itinerario verso Dio, Antonio nutri a questo abisso arcano la propria mente, attingendone sapienza e dottrina, forza apostolica e speranza, instancabile zelo e fervida carità.

Dalla sete di Dio, dall'anelito verso Cristo nasce la teologia, che per Sant'Antonio era irradiazione dell'amore a Cristo: sapienza di inestimabile valore e scienza di cognizione, cantico nuovo "in aure Dei dulce resonans et animam innovans" (cfr. Sermones, III,55, e I,225).

Sant'Antonio visse questo metodo di studio con una passione che lo accompagno per tutta la sua vita francescana. Lo aveva designato San Francesco stesso ad insegnare "la sacra teologia ai fratelli", raccomandandogli, tuttavia, di guardarsi, in tale occupazione, dall'estinguere lo spirito di orazione e di devozione (cfr. Fonti Francescane, 252). Egli uso tutti gli strumenti scientifici allora noti per approfondire la conoscenza della verità evangelica e per renderne più comprensibile l'annuncio. Il successo della sua predicazione conferma che egli seppe parlare con il medesimo linguaggio dei suoi ascoltatori, riuscendo a trasmettere con efficacia i contenuti della fede e a far accogliere i valori del Vangelo nella cultura popolare del suo tempo.

La grande Famiglia Francescana si impegni a diffondere un'adeguata conoscenza del Santo Taumaturgo


5. Auspico di cuore che le celebrazioni centenarie in onore di Sant'Antonio consentano a tutta la Chiesa di conoscere sempre meglio la testimonianza, il messaggio, la sapienza e l'ardore missionario di un così grande discepolo di Cristo e del Poverello d'Assisi. La sua predicazione, gli scritti e soprattutto la santità di vita offrono anche agli uomini del nostro tempo indicazioni assai vive e stimolanti circa l'impegno che occorre per la nuova evangelizzazione. Oggi, come allora, urge una rinnovata catechesi, fondata sulla parola di Dio, specialmente sui Vangeli, per far comprendere di nuovo al mondo cristiano il valore della rivelazione e della fede.

La comunità dei credenti deve prendere sempre rinnovata coscienza della perenne attualità del Vangelo, riconoscendo che, attraverso la predicazione, la figura del Verbo Incarnato riappare a noi, come avvenne nella predicazione di Sant'Antonio, autentica, attuale, vicina alla nostra storia, ricca di grazia e capace di suscitare nei cuori un'intensa effusione di soprannaturale carità.

Gli scritti di Sant'Antonio, così ricchi di dottrina biblica, ma anche così intensamente pervasi di esortazioni spirituali e morali, sono anche oggi un modello ed una guida per la predicazione. Essi dimostrano ampiamente, tra l'altro, quanto nella celebrazione liturgica l'insegnamento omiletico possa far sperimentare ai fedeli la presenza operante di Cristo, che annunzia ancora il Vangelo al suo popolo per ottenerne la risposta nella preghiera e nel canto (cfr. SC 33).

Esorto, pertanto, tutti i Membri della grande Famiglia Francescana ad impegnarsi per diffondere un'adeguata conoscenza del Santo Taumaturgo, tanto venerato nelle Comunità cristiane di tutto il mondo. Rivivano tra i Frati degli Ordini Francescani sentimenti di autentico fervore nell'annuncio della vera fede, insieme con la cura attenta e premurosa per la predicazione, la conoscenza e l'apprezzamento della parola di Dio, la dedizione incessante e premurosa alla nuova evangelizzazione, alle soglie ormai del terzo millennio cristiano.

Chiedendo al Signore, Maestro e Pastore di tutte le anime, che per l'intercessione di Sant'Antonio, insigne predicatore e patrono dei poveri, sia dato a tutti di seguire fedelmente e generosamente gli insegnamenti del Vangelo, imparto una speciale Benedizione Apostolica a Lei, all'intera Famiglia francescana 17/01/19102 Pag. 20324 ed a tutti i devoti del grande Santo.

Dal Vaticano, il 13 giugno dell'anno 1994, decimosesto di Pontificato.

Data: 1994-06-13 Data estesa: Lunedi 13 Giugno 1994






GPII 1994 Insegnamenti - Il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'Enciclica "Veritatis splendor": una esposizione chiara ed aggiornata dei fondamenti stessi dell'insegnamento della fede e della morale cristiana