GPII 1994 Insegnamenti - Angelus: la preghiera mariana del Papa con i fedeli - Piazza San Pietro, Città del Vaticano

Angelus: la preghiera mariana del Papa con i fedeli - Piazza San Pietro, Città del Vaticano

Titolo: Giornata Missionaria Mondiale e Sinodo dei Vescovi: una provvidenziale coincidenza

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Si celebra oggi la Giornata Missionaria Mondiale: un'occasione propizia per prendere più viva coscienza della necessità di cooperare alla diffusione del Regno di Dio mediante un rinnovato impegno nell'annuncio del Vangelo.

L'odierna ricorrenza mira a ravvivare nei credenti la tensione apostolica e a coinvolgerli nell'attivo sostegno alle crescenti necessità missionarie della Chiesa. Le offerte che oggi vengono raccolte sono destinate al fondo comune di solidarietà distribuito, a nome del Papa, dall'Opera della Propagazione della Fede alle missioni ed ai missionari del mondo intero.

Esprimo ai responsabili delle Pontificie Opere Missionarie viva riconoscenza per il costante servizio di animazione e di formazione che essi svolgono in questo campo. Desidero poi ringraziare tutti coloro che nelle diocesi e nelle parrocchie si adoperano perché la Giornata Missionaria costituisca un vero appuntamento di fede e di condivisione ecclesiale, un modo di venire incontro generosamente all'immensa ed urgente domanda di verità, di giustizia e di pace che sale dall'umanità contemporanea.


2. Vorrei ringraziare particolarmente le famiglie cristiane impegnate nell'azione missionaria. Ho ancora negli occhi la stupenda moltitudine di famiglie che colmava questa stessa Piazza due domeniche fa: erano famiglie provenienti da molte parti del mondo per celebrare l'Anno della Famiglia insieme col Successore di Pietro.

Dinnanzi alla massa di uomini e di donne che attendono l'annuncio di Cristo, è un grande incoraggiamento ed un segno di viva speranza vedere tante famiglie pronte con coraggio e slancio apostolico a prestare il loro apporto all'opera missionaria. Mediante la preghiera e la solidarietà, ed in special modo mediante le vocazioni missionarie, che il Signore suscita al loro interno, esse cooperano efficacemente alla diffusione della Buona Novella in tutti gli angoli della terra.


3. Quest'anno la Giornata missionaria si celebra mentre è in pieno svolgimento l'Assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata. Si tratta di una provvidenziale coincidenza.

La storia dei religiosi e dei laici consacrati è, in buona parte, la storia delle missioni. Infatti, come scrisse il Papa Paolo VI nell'Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, i religiosi "li si trova spesso agli avamposti della missione, ed assumono i più grandi rischi per la loro salute e per la loro stessa vita. Si, veramente, la Chiesa deve molto a loro" (EN 69).

Cari missionari - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - la Chiesa vi è particolarmente vicina, prega per voi, vi accompagna con la sua materna sollecitudine e vi sostiene nel vostro quotidiano lavoro. Vi affido a Maria, madre del Salvatore e modello della Chiesa che reca al mondo il Verbo Incarnato. Ella vi protegga sempre ed ottenga a tutti i battezzati di diffondere ovunque con la loro capillare testimonianza il buon seme del Vangelo.

(Il saluto del Papa alla Chiesa negli Stati Uniti:) Oggi rivolgo i miei pensieri in particolare alla Chiesa negli Stati Uniti e in special modo a quella a New York, a Newark, a Brooklyn e a Baltimora.

Come sapete, avevo previsto di visitare queste diocesi in concomitanza con la celebrazione dell'Anno Internazionale della Famiglia da parte delle Nazioni Unite.

So che molti sono rimasti delusi come me dal fatto che questa visita non può per ora avere luogo.

Si può affermare che "come è la famiglia così è la società". Prego affinché l'intera comunità cattolica degli Stati Uniti si impegni sempre di più a tutelare e a rafforzare la vita familiare, in particolare laddove una grave confusione circa la sua vera natura e la sua importanza porta a crisi e a penose sofferenze. Possa il Dio della grazia e della pace benedire le famiglie d'America e di tutto il mondo!".

lingua italiana, francese e inglese presenti in Piazza San Pietro. Rivolgendosi ai ragazzi milanesi che hanno ricevuto nei giorni scorsi il sacramento della Cresima e a tre comunità neocatecumenali provenienti dalla Sicilia, il Papa ha detto:) Saluto i pellegrini italiani, in particolare i ragazzi di Velate Milanese, che domenica scorsa hanno ricevuto il sacramento della Cresima, e le comunità neocatecumenali di Palermo, Catania e Caltanissetta: la vostra professione di fede presso la Tomba dell'apostolo Pietro sia pegno di una gioiosa e coerente testimonianza evangelica.

(Ai partecipanti alla Settimana Europea sulla tossicodipendenza:) Rivolgo poi il mio pensiero a quanti hanno partecipato alla Settimana europea di prevenzione delle tossicodipendenze ed auspico che si prenda sempre più coscienza che questo dramma tanto preoccupante non può essere affrontato e prevenuto se non grazie al recupero di quei valori umani e spirituali che sono indispensabili per creare una società più attenta ai veri bisogni della persona.

(All'"Associazione per la difesa della Domenica":) Saluto inoltre il gruppo dell'"Associazione per la difesa della Domenica", augurando che cresca nella società civile una corretta gerarchia di valori, affinché le esigenze commerciali non prevalgano mai su quelle della coscienza cristiana e del giusto riposo.

Data: 1994-10-23 Data estesa: Domenica 23 Ottobre 1994






Udienza: la traduzione italiana del discorso del Papa ai partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze - Città del Vaticano

Titolo: E' necessario determinare le condizioni etiche della ricerca Quando è in causa l'uomo si va oltre la sola scienza

Eccellenze, Monsignori, Signore e Signori,


1. E' per me una grande gioia incontrarvi nel corso della Sessione Plenaria annuale della Pontificia Accademia delle Scienze. Rivolgo a ciascuno di voi un saluto deferente e cordiale, assicurandovi nuovamente del mio interessamento e della mia stima per le vostre attività in seno all'Accademia.

All'inizio del nostro incontro vorrei innanzitutto onorare la memoria dei sette illustri membri della vostra assemblea scomparsi nel corso di quest'anno. Prego il Signore di accordare loro la ricompensa eterna, auspicando che i loro contributi all'attività dell'Accademia rimangano dei punti di riferimento e siano un invito a proseguire instancabilmente la ricerca, al servizio della verità e dei nostri fratelli, poiché è dalla verità che deriva la dignità umana (cfr. VS 63).


2. La vostra Sessione Plenaria è l'occasione per rendere note le nomine dei nuovi accademici, chiamati a partecipare alla vita dell'Accademia grazie alle loro competenze e ai loro lavori ampiamente riconosciuti. Sono lieto di salutare il loro arrivo poiché essa accentua la dimensione internazionale della vostra assemblea, aperta anche a nuove discipline scientifiche. Ciò vi consente di essere sempre più attenti alle tecniche e alle scienze che sono in continuo progresso in tutti i continenti. In effetti gli interrogativi ai quali la nostra società deve rispondere richiedono sempre più l'illuminazione delle scienze che sono fra le grandi ricchezze del nostro mondo in continuo sviluppo e cambiamento.

Tuttavia, allo stesso tempo, non si deve perdere di vista il fatto che la scienza non può pretendere di spiegare da sola l'origine trascendente e il fine ultimo dell'esistenza umana; ogni ricercatore è invitato a tener conto degli interrogativi metafisici e morali che diventano più urgenti quando la certezza ottenuta dalla scienza deve confrontarsi con la verità integrale sull'uomo.


3. Nel programma di lavoro della presente sessione, come nelle vostre precedenti riunioni, voi assegnate un posto importante alla questione del genoma umano, che è una posta in gioco essenziale per l'avvenire delle persone e dell'umanità.

Apprezzo il fatto che, di fronte a un tale interrogativo, continuiate istancabilmente a riflettere, al fine di proporre ai nostri contemporanei un'analisi in cui, senza cadere in contraddizione, si uniscono la constatazione scientifica e la verità integrale di ciò che è obiettivamente l'uomo.

La progressiva scoperta di una mappa genetica e le precisazioni sempre più accurate della sequenza del genoma, ricerche che richiedono ancora molti anni di studio, sono un progresso nelle conoscenze scientifiche che suscita immediatamente un legittimo stupore, in particolare per ciò che riguarda la ricostituzione della catena del DNA, base chimica dei geni e dei cromosomi. Sembra ormai certo che, per tutte le specie viventi, incluso l'uomo, il DNA sia il supporto dei caratteri ereditari e della loro trasmissione. Le molteplici conseguenze per l'uomo, conseguenze che non possono ancora essere completamente individuate, sono portatrici di promesse. In effetti, si può a ragione prevedere che in un futuro ormai prossimo, la sequenza integrale del genoma offrirà nuove vie alla ricerca con finalità terapeutiche. In tal modo, quei malati che non possono essere curati in modo adeguato a causa di patologie ereditarie spesso letali, potranno ora beneficiare dei trattamenti necessari a migliorare il loro stato di salute fino ad un'eventuale guarigione. Agendo sui geni malati del soggetto, si potrà così prevenire la manifestazione di malattie genetiche e la loro trasmissione.

La ricerca sul genoma permetterà all'uomo di capire se stesso a un livello fino ad ora mai raggiunto. In particolare, si potranno anche comprendere meglio i condizionamenti genetici e distinguerli da quelli che provengono dall'ambiente naturale e culturale e da quelli che sono legati all'esperienza personale dell'individuo. Inoltre, evidenziando l'insieme dei condizionamenti nei quali si esplica la libertà dell'uomo, giungeremo a coglierne più chiaramente la misteriosa realtà.

Alcune persone saranno forse tentate di cercare una spiegazione unicamente scientifica della libertà umana e di considerarla sufficiente. Una tale spiegazione giungerà a negare ciò che pretende di spiegare; essa si scontrerà con la prova intima e irrefutabile che il nostro io profondo non si riduce ai condizionamenti a cui è sottoposto, ma resta in definitiva il solo autore delle proprie decisioni.

Quei progressi scientifici, come quelli che riguardano il genoma, rendono onore alla ragione dell'uomo chiamato a essere signore della Creazione e rendono onore al Creatore fonte di vita, che ha affidato all'umanità la gestione del mondo. Le scoperte sulla complessità della struttura molecolare possono invitare i membri della comunità scientifica, e più in generale tutti i nostri contemporanei, a interrogarsi sulla causa prima, su Colui che è all'origine di tutta l'esistenza e che ha formato ognuno di noi nel segreto (cfr. Ps 139,15 Pr 24,12).


4. Per quanto concerne gli interventi sulla sequenza del genoma umano è opportuno ricordare qualche norma morale fondamentale. Qualsiasi intervento sul genoma deve essere effettuato nel rispetto assoluto della specificità della specie umana, della vocazione trascendentale di ogni essere e della sua incomparabile dignità.

Il genoma rappresenta l'identità biologica di ogni soggetto; e inoltre esso rappresenta una parte della condizione umana dell'essere, voluto da Dio per se stesso, grazie alla missione affidata ai suoi genitori. Il fatto di poter stabilire la mappa genetica non deve portare a ridurre il soggetto al suo patrimonio genico e alle variazioni che possono esservi iscritte. Nel suo mistero, l'uomo va al di là dell'insieme delle sue caratteristiche biologiche. Egli è un'unità fondamentale nella quale l'aspetto biologico non può essere separato dalla dimensione spirituale, familiare e sociale, senza correre il grave rischio di sopprimere la natura stessa della persona e di farne un semplice oggetto d'analisi. La persona umana, per la sua natura e per la sua singolarità, è la norma di qualsiasi ricerca scientifica. Essa è e deve restare "principio, soggetto e fine" di qualsiasi ricerca (Concilio Vaticano II, GS 25).

A tale proposito, si è lieti del fatto che numerosi ricercatori si rifiutino di ritenere che le scoperte effettuate sul genoma possano costituire dei brevetti suscettibili di venir registrati.

Dato che il corpo umano non è un oggetto di cui si può disporre, i risultati delle ricerche devono essere comunicati a tutta la comunità scientifica e non possono essere proprietà di un piccolo gruppo.

La riflessione etica deve anche vertere sull'utilizzazione dei dati medici concernenti gli individui, in particolare di quelli che sono contenuti nel genoma e che potrebbero essere sfruttati dalla società a detrimento delle persone, per esempio eliminando gli embrioni portatori di anomalie cromosomiche o emarginando i soggetti colpiti da una qualche malattia genetica; non si possono neppure violare i segreti biologici della persona, né esplorarli senza il suo consenso esplicito, né divulgarli per usi che non siano strettamente di ordine medico o che non abbiano finalità terapeutiche per la persona in questione.

Indipendentemente dalle diversità biologiche, culturali, sociali o religiose che contraddistinguono gli uomini, ogni persona ha naturalmente diritto ad essere ciò che è e ad essere l'unica responsabile del proprio patrimonio genetico.


5. Tuttavia, non bisogna lasciarsi affascinare dal mito del progresso, come se la possibilità di svolgere una ricerca o di applicare una tecnica permettesse di qualificarle immediatamente come moralmente buone. La bontà morale di qualsiasi progresso si misura secondo il bene autentico che procura all'uomo, considerato nella sua duplice dimensione corporale e spirituale. In tal modo si rende giustizia a ciò che è l'uomo; non riferendo il bene all'uomo, che deve esserne il beneficiario, l'umanità correrebbe il rischio di perdersi. La comunità scientifica è incessantemente chiamata a mantenere l'ordine dei fattori situando gli aspetti scientifici nell'ambito dell'umanesimo integrale. Essa terrà così conto delle questioni metafisiche, etiche, sociali e giuridiche che si impongono alla coscienza e del fatto che bisogna chiarire anche i principi della ragione.

Sono lieto che nel programma di questa sessione vi siate preoccupati, in quanto uomini di scienza, di mettere le vostre conoscenze al servizio della verità morale, riflettendo sulle implicazioni etiche e sugli adattamenti legislativi che sarebbe necessario proporre ai governi e ai gruppi scientifici. E' auspicabile che la vostra autorevole voce contribuisca all'elaborazione di un consenso internazionale in un ambito tanto delicato, consenso fondato sulla verità obiettiva dell'uomo compresa mediante la giusta ragione. Su questa base bisogna sperare che le istituzioni coinvolte si impegnino a promuovere una riflessione approfondita affinché ogni Paese possa munirsi dei regolamenti volti a tutelare la persona umana e il suo patrimonio genetico, promuovendo la ricerca fondamentale e quella applicata alla salute degli individui.


6. Il Magistero non si interessa agli ambiti che sono oggetto delle vostre ricerche in virtù di una sua competenza scientifica particolare; l'esistenza stessa dell'Accademia dimostra che la Chiesa rispetta l'autonomia delle discipline scientifiche. E inoltre "I cristiani, dunque, non si sognano nemmeno di contrapporre i prodotti dell'ingegno e della potenza dell'uomo alla potenza di Dio, (...) al contrario, piuttosto, essi sono persuasi che le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno" (Concilio Vaticano II, GS 34). La Chiesa interviene solo in virtù della sua missione evangelica: essa ha il dovere di apportare alla ragione umana la luce della Rivelazione, di difendere l'uomo e di vegliare sulla "sua dignità di persona, dotata di un'anima spirituale, di responsabilità morale e chiamata alla comunione beatifica con Dio" (Congregazione per la Dottrina della Fede Donum vitae, n. 1). Quando è in causa l'uomo, i problemi superano l'ambito della scienza che non può spiegare la trascendenza del soggetto né dettare le regole morali, che derivano dalla centralità e dalla dignità primordiale del soggetto nell'universo. In questo spirito, va incoraggiata la presenza di comitati etici per aiutare la scienza a valutare gli aspetti morali delle ricerche e a determinarne le condizioni etiche.


7. Fra gli altri temi che affrontate vi è quello delle energie rinnovabili per i Paesi in via di sviluppo, tema di cui si coglie l'importanza per il futuro dell'umanità in questo momento in cui le questioni legate alla demografia sono oggetto di seri dibattiti. Per favorire il dinamismo economico del mondo è importante elencare le soluzioni realistiche per rimpiazzare le risorse attuali che rischiano un giorno di esaurirsi. Più di qualsiasi altra generazione, quella presente ha la responsabilità e il dovere di non sprecare inutilmente le sue ricchezze energetiche. Le decisioni in questo ambito devono anche tener conto delle generazioni future. Le risorse energetiche del nostro pianeta sono delle ricchezze che devono permettere a tutti i popoli di svilupparsi e di disporre dei mezzi materiali per una vita degna, evitando di creare squilibri economici ed ecologici. Queste risorse non possono essere utilizzate da un ristretto numero di Paesi a detrimento degli altri. La ripartizione dei beni nel nostro pianeta è iniqua. La solidarietà e la condivisione sono indispensabili per creare rapporti equi fra i Paesi produttori e i Paesi consumatori.


8. Accanto alla nozione di "certezza matematica" le ricerche intraprese sui "principi fondamentali in matematica" hanno portato a riconsiderare il procedimento epistemologico che i matematici debbono seguire per rispettare le esigenze proprie della loro scienza, come la chiarezza, la coerenza, l'onestà intellettuale e la fiducia nelle capacità razionali dell'uomo. Sulla base di questa riflessione è stato elaborato il concetto chiave di "intelligenza artificiale". E' tuttavia opportuno ricordare che la macchina resta uno strumento al servizio dell'uomo. La sua "intelligenza" è limitata, poiché non si tratta della ragione nel senso pieno del termine, quella ragione che consente all'uomo di pensarsi come creatura, di discernere ciò che è bene, vero e buono, di orientare grazie all'atto volontario la sua vita e di giungere al suo termine.

Voi ricordate a tale proposito l'importanza dello studio delle correlazioni fra il cervello umano e i sistemi elettronici nell'ambito delle neuroscienze che consente alla macchina di supplire a un certo numero di carenze umane e di migliorare la qualità della vita delle persone disabili. La grandezza della scienza consiste proprio nell'essere al servizio di quei nostri fratelli che hanno particolarmente bisogno d'aiuto per condurre un'esistenza conforme alla loro natura e alla loro incomparabile dignità.


9. Nell'avvicinarci al sessantesimo anniversario della Rifondazione di questa illustre istituzione ad opera di Pio XI, si può affermare che essa svolge le funzioni che erano state assegnate agli scienziati: designati in funzione della loro competenza, senza discriminazioni di origine o di religione, essi sono chiamati ad agire liberamente. Preoccupati di migliorarne l'efficienza, state esaminando il vostro regolamento interno per poter svolgere in modo più adeguato la missione prevista dai vostri statuti: la partecipazione ai progressi delle scienze e l'approfondimento della natura della conoscenza scientifica.

Al termine del nostro incontro permettetemi di ringraziarvi per il contributo che apportate alla Santa Sede su questioni nuove e significative che richiedono conoscenze approfondite. Nel contesto degli immensi progressi del mondo contemporaneo spetta all'intera comunità essere particolarmente attenta a promuovere un umanesimo integrale. E' il significato stesso dell'uomo a essere chiamato in causa. Affido all'Altissimo le vostre ricerche e i vostri sforzi sempre aperti alle esigenze di questo umanesimo.

Data: 1994-10-28 Data estesa: Venerdi 28 Ottobre 1994





Udienza: Giovanni Paolo II ai religiosi capitolari della Congregazione della Passione di Gesù - Città del Vaticano

Titolo: "Coltivate una forte spiritualità, predicate la Croce"

Carissimi Religiosi della Congregazione della Passione!


1. Sono molto lieto di incontrarmi con voi, in occasione del vostro Capitolo Generale, che si celebra in concomitanza col terzo centenario della nascita del vostro Fondatore, Paolo Danei, in religione Paolo della Croce. Saluto con affetto tutti i presenti, con un particolare pensiero al Preposito Generale, Padre José Augustin Orbegozo J uregui, che ringrazio per le devote espressioni poc'anzi rivoltemi.

San Paolo della Croce fu anzitutto un uomo di Dio, tormentato dal fatto che la Passione di Gesù, da cui ci viene ogni bene, fosse così dimenticata. Egli aveva compreso che nella Passione si trova la salvezza eterna dell'uomo ed anche il segreto per il superamento dell'egoismo, delle rivalità e della durezza di cuore, che tanto male portano all'umanità.


2. Grande mistico, fu anche un uomo straordinariamente equilibrato. Con profonda intuizione spirituale, egli si adopero per rendere la fede e la pratica cristiana comprensibili ed attraenti per l'uomo moderno e riusci a coinvolgere nel suo apostolato non solo il clero e le anime più sensibili, ma anche la gente semplice del popolo. Si consumo nello zelo e nella carità, felice di offrire a Dio la sua intera esistenza. Egli è certamente un uomo dalla cui vita e dai cui insegnamenti ancora oggi è possibile imparare come si cammina nelle vie di Dio e come si serve il suo Regno. Mi rallegro, perciò, delle numerose iniziative prese in quest'anno centenario per ricordare la sua figura ed approfondire i suoi insegnamenti.

Il vostro Fondatore aveva ben compreso come i meccanismi del potere, dell'avidità, del protagonismo fossero incompatibili con i sentimenti del Crocifisso. perciò predicava e promuoveva il distacco e la libertà interiore: "Studiate - scriveva - di essere semplici e umili come bambini; non perdete di vista l'orribile nulla che siete, non perdete di vista il vostro niente avere, niente sapere, niente potere... E la pace che è frutto dello Spirito Santo vi farà crescere in carità gli uni verso gli altri, essendo un cuore solo in Gesù Cristo" (Lettere, IV,226).


3. Il Capitolo Generale che state celebrando ha un tema interessante: la Passione di Gesù e la passione dell'uomo: qual è il messaggio di san Paolo della Croce e la risposta passionista oggi? Esso si svolge mentre stanno avviandosi a conclusione i lavori dell'Assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata e sulla sua missione nella Chiesa e nel mondo. Vi esorto ad essere testimoni dei valori dello Spirito tra gli uomini d'oggi, seguendo l'ispirazione del vostro speciale carisma di Passionisti. Nella lettera che ho indirizzato a tutta la vostra Congregazione ho messo in evidenza la preziosità del vostro carisma e la grande attualità che esso ha per la Chiesa e per l'umanità del nostro tempo.

Sappiate tradurre, carissimi, anche per l'uomo moderno gli insegnamenti dati a voi con tanto calore e tanta sapienza dal Fondatore. E' questo il vostro specifico contributo al grande impegno della Chiesa per la nuova evangelizzazione.

Proseguite generosamente nell'apostolato a contatto diretto con tanti popoli e culture, specialmente con tanti poveri e sofferenti.

Desidero incoraggiarvi in questo sforzo, che nel Capitolo viene condiviso a livello internazionale, esortandovi a non perdervi d'animo di fronte alle difficoltà ed a rinnovare ogni giorno la fiducia e la speranza nel sostegno della grazia di Dio. La Passione di Gesù, a cui vi ispirate, sia la fonte della vostra forza e della vostra costanza, perché guardando al Crocifisso tutto appare sotto una nuova luce, quella dell'infinito amore di Dio.


4. Il nostro tempo manifesta i segni di un profondo disagio spirituale, dovuto allo smarrimento dei riferimenti sicuri e consolanti della fede. Quale grande bisogno ha oggi l'umanità di essere accolta, ascoltata, illuminata con amore! E quale grande tradizione avete voi Passionisti nel campo del colloquio, della direzione spirituale, dell'amministrazione del Sacramento della Riconciliazione! Non si tratta di apostolato di poca importanza, come qualcuno potrebbe pensare, perché il passaggio alla civiltà dell'amore può avvenire soltanto se si opera per comunicare la potenza della Redenzione.

La radicalità della mistica di Paolo della Croce, non appartiene solo al passato, ma è un bene di cui il mondo attuale ha profondo bisogno. Vi esorto perciò ad approfondirne il valore, sapendola tradurre, adattare, incarnare nel contesto culturale odierno. Fedeli a una tradizione che vuole voi Passionisti maestri di preghiera e le vostre comunità scuole di preghiera (Cost. 37), continuate a coltivare una forte spiritualità, che comunichi a tutta la Chiesa e specialmente alle persone consacrate il desiderio di partecipare alla Passione di Cristo per rinascere ogni giorno ad una vita più alta.


5. Alle soglie del terzo millennio cristiano, il mondo ha ancora bisogno di guardare con fede all'immagine del Crocifisso. Predicate la Croce. Offrite ai laici, specialmente ai sofferenti ed agli oppressi, il grande messaggio in essa contenuto. So che molte persone singole e vari Movimenti e Gruppi ecclesiali sentono vivamente oggi il bisogno di approfondire questo mistero centrale della fede, partecipando attivamente alla vostra preghiera ed al vostro apostolato. E' un "segno dei tempi" da non trascurare.

Concludendo questo nostro breve ma intenso incontro, desidero rinnovare l'espressione della stima ed amicizia che i Papi e la Sede Apostolica hanno avuto per il vostro Fondatore e per la vostra Congregazione. Mentre affido all'intercessione di Maria Addolorata, di san Paolo della Croce e dei Santi e Beati Passionisti il frutto dei lavori capitolari e l'impegno di evangelizzazione dell'intera Congregazione, imparto con affetto a ciascuno di voi la Benedizione Apostolica, estendendola volentieri a tutte le persone che si ispirano al carisma ed alla spiritualità passionista.

Data: 1994-10-28 Data estesa: Venerdi 28 Ottobre 1994





L'omelia del Papa durante la solenne concelebrazione conclusiva in San Pietro - Città del Vaticano

Titolo: Regina di tutti i Santi Regina del Rosario ottienici che i frutti dei lavori del Sinodo giovino anche alla causa della famiglia




1. "Quia fecit mihi magna", "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente" (Lc 1,49).

Chiudiamo con questa celebrazione i lavori della nona Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata alla vita consacrata ed alla sua missione nella Chiesa e nel mondo. Li chiudiamo in giorno di sabato - giorno tradizionalmente dedicato alla Madre di Dio. Ci rivolgiamo perciò in modo particolare a Maria, nell'odierno sacrificio eucaristico, prendendo in prestito le parole di ringraziamento del Magnificat, che ogni giorno la Chiesa ripete nella Liturgia delle Ore: "Grandi cose ha fatto in me", "Fecit mihi magna".

"Grande cosa" è stato per la Chiesa il Concilio Vaticano II, che può giustamente essere definito l'evento ecclesiale più significativo del nostro secolo. Sullo sfondo di questa prima e fondamentale "grande cosa", donataci dal Signore, si possono riconoscere altre "cose grandi", da Lui compiute nel recente passato. Si colloca fra queste sicuramente l'istituzione del Sinodo dei Vescovi, che ha ormai una sua storia, sviluppatasi nel periodo postconciliare. In essa si iscrive ora quest'ultima Assemblea Sinodale, molto attesa e - tutti lo speriamo - non meno fruttuosa delle precedenti.

Alle Esortazioni Apostoliche Familiaris consortio, Christifideles laici, Pastores dabo vobis, avremo così la gioia di far seguire un nuovo documento postsinodale, di cui ancora non conosciamo l'"incipit", ma che certamente rispecchierà quanto è emerso nel corso dell'Assemblea che termina oggi. Sono state settimane d'intenso lavoro, durante le quali la vita consacrata e la sua missione sono state al centro della riflessione e della preghiera della Chiesa.


2. "L'anima mia ha sete del Dio vivente" (Ps 41/42,3).

Le letture ora proclamate contengono molte luci in grado di chiarire il singolare stato nella vita ecclesiale che è la vita consacrata. Il salmo responsoriale ricorda la liturgia del Battesimo con la benedizione dell'acqua lustrale durante la grande Veglia pasquale del Sabato Santo.

Il Battesimo è la prima e fondamentale consacrazione della persona umana. Iniziando l'esistenza nuova in Cristo, il battezzato - uomo o donna - partecipa di quella consacrazione, di quella donazione totale al Padre che è propria del suo Figlio eterno. E' Lui stesso - il Figlio - a suscitare nell'anima dell'uomo il desiderio di donarsi senza riserve a Dio: "L'anima mia ha sete del Dio vivente: quando verro e vedro il volto di Dio?" (Ps 41/42,3).

Sulla consacrazione battesimale s'innesta la consacrazione religiosa con la sua spiccata dimensione escatologica. Nessuno mai ha visto Dio (cfr. Jn 1,18) in questa vita. E' tuttavia la visione beatifica, cioè il vedere il volto di Dio "faccia a faccia" (1Co 13,12), la vocazione definitiva, oltre il tempo, di ogni uomo. Le persone consacrate hanno il compito di ricordarlo a tutti. La fede ci prepara a questa beata visione, nella quale Dio si dona all'uomo nella misura dell'amore con cui questi ha risposto all'eterno Amore, rivelato nell'Incarnazione e nella Croce di Cristo.


3. "Per me infatti il vivere è Cristo" (Ph 1,21), scrive l'apostolo Paolo.

"Amori Christi nihil praeponatur" - proclama nella sua Regola San Benedetto. "Amori Christi in pauperibus nihil praeponatur" - dirà mille anni dopo San Vincenzo de' Paoli.

Quale stupefacente forza posseggono queste parole! Si potrebbe pensare alla cultura ed alla civiltà europee senza di esse? E le grandi epopee missionarie del primo e del secondo millennio, sarebbero immaginabili senza di esse? E che dire del monachesimo dell'Oriente cristiano, i cui inizi risalgono ai primi secoli del Cristianesimo? Ecco, coloro che per seguire Cristo povero, casto e obbediente hanno abbandonato il mondo, allo stesso tempo lo hanno trasformato. Si è adempiuta in loro l'invocazione: "Mandi il tuo Spirito e rinnovi la faccia della terra" (cfr. Ps 103,30). Lo Spirito Santo conosce "tempi e momenti", nei quali occorre chiamare persone adatte ai compiti richiesti dalle circostanze storiche.

Chiamo a suo tempo Benedetto e la sorella Scolastica. Chiamo Bernardo, Francesco e Chiara d'Assisi, Bonaventura, Domenico, Tommaso d'Aquino e Santa Caterina da Siena. Il Vangelo dalle piazze giunse fino alle cattedre universitarie. All'epoca dello scisma occidentale e della riforma chiamo Ignazio di Loyola, Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, e poi Francesco Saverio e Pietro Claver. Con loro si compi una profonda riforma spirituale e prese inizio l'epopea missionaria in Oriente e in Occidente.

Nei secoli a noi più vicini lo Spirito, che rinnova la faccia della terra, ha chiamato altri come Giovanni Battista de La Salle, Paolo della Croce, Alfonso Maria de' Liguori, e Giovanni Bosco, per menzionare solo alcuni fra i più noti. Alla fine del secolo scorso e nel presente, lo stesso Spirito del Padre e del Figlio ha parlato per mezzo di Teresa di Gesù Bambino, di Massimiliano Kolbe e di Suor Faustina.

Cosa sarebbe il mondo, antico e moderno, senza queste figure - e quelle di tanti altri? Essi hanno appreso da Cristo che "il suo giogo è dolce e il suo carico leggero" (cfr. Mt 11,30) - e l'hanno insegnato agli altri.


4. Concludiamo l'Assemblea Sinodale quasi alla vigilia della solennità di Tutti i Santi. Il libro dell'Apocalisse parla di questa moltitudine immensa, proveniente da ogni nazione, popolo e lingua, in piedi davanti al trono celeste e davanti all'Agnello di Dio (cfr. 7,9). Segue la significativa domanda: "Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?".

Di dove vengono? - ci chiediamo noi pure. Non vengono proprio dagli innumerevoli Istituti di vita consacrata maschili e femminili, presenti nella Chiesa? Ne rendono testimonianza le canonizzazioni e le beatificazioni, proclamate nel corso dei secoli. Lo testimoniano, in particolare, le beatificazioni che, durante questo mese, hanno quasi accompagnato il cammino sinodale.


5. Oggi, ultimo sabato di ottobre, offriamo a Te, Maria, Madre e Vergine, umile ancella del Signore e Regina di tutti i Santi, i frutti dei lavori del Sinodo. Li affidiamo a Te, Regina del santo Rosario, Regina di questa bella preghiera che ci ha sostenuto di giorno in giorno nell'arco di tutto il mese.

Ottienici che questi frutti, per un singolare scambio di doni, giovino anche alla causa della famiglia, assecondando il disegno della divina Provvidenza, che ha voluto si celebrasse il Sinodo sulla vita consacrata durante l'Anno della Famiglia.

Ti lodano, Signore, le persone consacrate.

Ti lodano le famiglie cristiane del mondo intero.

Ti loda la Chiesa per il dono del Sinodo.

"Magnificat anima mea Dominum" (Lc 1,46).

Data: 1994-10-29 Data estesa: Sabato 29 Ottobre 1994






GPII 1994 Insegnamenti - Angelus: la preghiera mariana del Papa con i fedeli - Piazza San Pietro, Città del Vaticano