GPII 1995 Insegnamenti 694

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1. Sono lieto di incontrarmi con voi in occasione di questo Colloquio internazionale di studio sugli aspetti filosofici dell'Enciclica Veritatis splendor, che la Congregazione per l'Educazione Cattolica ha opportunamente promosso. Saluto ciascuno dei presenti, rivolgendo un particolare pensiero al Cardinale Pio Laghi, che ringrazio per le amabili parole poc'anzi rivoltemi a nome di tutti.

Desidero esprimere vivo compiacimento per questa valida iniziativa, che non mancherà, ne sono certo, di offrire un significativo contributo alla comprensione e all'approfondimento dei presupposti e delle implicazioni di molte problematiche etiche del nostro tempo, ormai decisamente incamminato verso il terzo millennio cristiano.

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2. Da un punto di vista culturale è significativa la convergenza delle preoccupazioni della Chiesa in campo morale con il rinnovato interesse della filosofia attuale per l'etica e i suoi fondamenti.

Alla radice di questa convergenza sta sicuramente la consapevolezza che la ragione scientifica ed empirica, da sola, non è in grado di fornire risposte adeguate ai problemi umani che essa stessa suscita con le proprie scoperte. Viene così riproposta con forza dall'interno stesso della ricerca scientifica la dimensione costitutiva dell'uomo come essere personale e sociale: la finalità ultima del suo agire.

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3. Su questo tema hanno competenza sia la Rivelazione che la ragione: qui anzi sta la fonte di un loro necessario e fecondo interscambio.

La Rivelazione suppone che l'uomo, come creatura spirituale, trascenda per sua natura l'ordine del mondo fisico e biologico, al quale pur appartiene; suppone, di conseguenza, che egli abbia la capacità d'essere interlocutore privilegiato di Dio. Qui si fonda l'indole dialogica dell'essere umano.

Tale apertura spirituale, che predispone l'uomo al dialogo con Dio, riveste una dimensione ontologica ed etica. Proprio per questo, fin dall'inizio della storia, gli uomini hanno avuto la coscienza del loro essere etico, come dimostrano i costumi e le leggi, che suppongono il senso del bene e del male.

Non ci si deve stupire del fatto che l'etica occupi sin dall'inizio nel campo della riflessione un posto privilegiato. Come non evocare qui le figure di Socrate, di Platone, di Aristotele che all'etica hanno apportato contributi perennemente validi? Non per nulla, in quell'altissimo momento di consapevolezza etica, emerge l'intuizione dell'immortalità dell'anima, l'intuizione cioè che l'uomo, nella sua intimità profonda, non è sottomesso alla totale distruzione della morte.

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4. Già il Libro della Sapienza ha saputo assumere questo patrimonio dell'umanità.

Sulla sua scia, gli autori del Nuovo Testamento, specialmente Paolo e Giovanni, hanno accolto quanto di valido vi era nel pensiero dei filosofi, che i Padri della Chiesa e i grandi Dottori hanno onorato e studiato, riconoscendo nelle verità filosofiche preziosi "semina Verbi".

Di fatto, come insegna il Concilio Vaticano II, il mistero di Cristo, Verbo incarnato, illumina pienamente il mistero dell'uomo (cfr.
GS 21). In questo senso possiamo affermare che la ricerca etica e filosofica sull'uomo trova nel mistero cristiano un suo altissimo compimento. così il messaggio di Cristo, che ci ha rivelato l'amore del Padre per ciascuno di noi, rivela l'uomo a se stesso come persona, cioè come essere libero, che ha un destino trascendente. In questa libertà è radicata la vocazione dell'uomo all'amore fraterno, al dono di sé, alla solidarietà e alla pace, opus iustitiae. In virtù di questa dignità di tutti gli esseri umani, dal loro concepimento alla loro morte, la Chiesa esorta a vincere ogni forma di schiavitù, antica e moderna, come ho avuto occasione di ricordare nella recente Lettera Enciclica Evangelium vitae (cfr. EV 3).

E' evidente che il messaggio di Cristo, affidato alla Chiesa, ha riflessi altamente significativi anche per quanto concerne l'autocomprensione dell'uomo e costituisce nella storia una novità assoluta. Come tale esso apre nuovi orizzonti anche alla riflessione filosofica ed etica.

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5. L'Enciclica Veritatis splendor, indirizzata in primo luogo ai Vescovi e, per loro tramite, ai teologi ed all'intero popolo di Dio, prende direttamente in esame alcune teorie teologiche e formula un giudizio, alla luce della fede, sulla loro compatibilità con il messaggio di Cristo. A nessuno sfugge pero che, dietro a talune delle posizioni teologiche discusse, ci sono concezioni filosofiche, che vanno accuratamente valutate.

Indubbiamente, il tema della libertà, centrale per il pensiero moderno, è motivo di speciale interesse per la riflessione teologica attuale. può esserci vera libertà a scapito della verità? Di questa questione e di altre ad essa connesse, vi state occupando durante questo importante colloquio. Auspico di cuore che il vostro qualificato contributo imprima una forte spinta all'approfondimento filosofico in campo etico.

La Veritatis Splendor propone, alla luce del Vangelo, i fondamenti dell'agire cristiano. La recente Enciclica Evangelium vitae si occupa di problemi specifici di grandissima importanza per il destino stesso dell'umanità che meritano di essere fatte oggetto di analisi approfondita. Su alcuni di essi vorrei attirare la vostra attenzione, in una prospettiva propriamente filosofica. Si tratta, fra l'altro, della critica alla concezione individualistica della libertà, che può portar a giustificare il disprezzo del debole, come avviene con l'aborto e l'eutanasia; del rapporto tra legge civile e legge morale; dei fondamenti dell'autentica democrazia; si tratta, in definitiva, del senso stesso della vita come dono di Dio, pienamente manifestato in Cristo, il "Verbo della Vita".

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6. Il mio augurio cordiale è che il lavoro da voi compiuto durante questi intensi giorni di studio offra valide linee di ricerca in merito alle diverse problematiche rimaste ancora aperte, per una sempre più incisiva testimonianza della Verità di Cristo e del Vangelo della vita nel mondo contemporaneo. Mentre affido le vostre persone, come pure il vostro lavoro filosofico e scientifico, alla celeste protezione di Maria, Sede della Sapienza e Madre del Verbo Incarnato, di cuore imparto a ciascuno di voi una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1995-04-27 Data estesa: Giovedi 27 Aprile 1995

Udienza: il discorso del Papa all'Assemblea Plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli - Città del Vaticano

Titolo: Alle soglie del Terzo Millennio, la missione deve diventare sempre più tensione, anelito, passione dell'intera Chiesa

Signori Cardinali, Venerati Fratelli nell'Episcopato, carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore!

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1. Saluto cordialmente tutti voi, che, giunti qui da ogni continente, avete preso parte alla XV Assemblea Plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

Ringrazio, in particolare, il Signor Cardinale Jozef Tomko per le parole che mi ha rivolto e per l'instancabile impegno che, unitamente ai suoi Collaboratori, profonde nel promuovere l'attività missionaria e la fondazione di nuove Chiese. Sono grato, altresi, per le preziose informazioni fornitemi circa l'intensa attività del Dicastero e circa le problematiche relative all'animazione e alla cooperazione missionaria, sulle quali in questi giorni la vostra Assemblea si è soffermata. Vi ha sostenuto e guidato nel vostro lavoro la consapevolezza che la Chiesa "ha un unico fine: servire l'uomo rivelandogli l'amore di Dio, che si è manifestato in Gesù Cristo" (
RMi 2).

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2. I temi dell'animazione e della cooperazione missionaria, come ho avuto modo di sottolineare nell'Enciclica Redemptoris missio, sono entrambi essenziali al dinamismo della missione e ne costituiscono due aspetti complementari e fortemente connessi tra loro.

Il primo richiama alla mente il gesto di Dio, che, dopo aver plasmato l'uomo con la polvere del suolo, "soffio nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente" (
Gn 2,7). Anche l'animazione missionaria raggiunge il suo obiettivo quando, in forza dello Spirito, ispira nel battezzato la coscienza del suo "status" di figlio di Dio e, suscitando in lui una fede più viva in Gesù, unico Salvatore, lo spinge ad essere testimone e missionario e ad esclamare con l'Apostolo: "Guai a me se non annunciassi il Vangelo!" (1Co 9,16).

Alle soglie del Terzo Millennio, la missione deve diventare sempre più tensione, anelito, passione di ogni cristiano e dell'intera Chiesa, nella prospettiva di un'animazione che, facendosi educazione, informazione e formazione ad ogni livello, apre ad orizzonti universali ogni ambito dell'attività ecclesiale: dalla cura pastorale ordinaria alla missione ad gentes (cfr. RMi 33).

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3. L'animazione prende corpo nella fattiva cooperazione, intesa come interscambio di fede e di grazia. Essa produce una solidarietà più alta, perché promuove lo "scambio di vita e di energie tra tutti i membri del Corpo mistico di Cristo" (Fidei donum, 12) e, nascendo dalla comunione con Cristo, conduce ad un sentire cattolico, universale.

La cooperazione missionaria è, innanzitutto, evento di fede che pone al primo posto la preghiera, l'offerta della sofferenza e la testimonianza della vita, e si manifesta concretamente attraverso molteplici forme.

"La preghiera deve accompagnare il cammino dei missionari" (
RMi 78), perché solo con l'aiuto dello Spirito Santo i missionari possono conoscere, vivere e testimoniare il mistero del Vangelo ed annunciarlo "con fiducia e franchezza" (RMi 78).

Alla preghiera è unito il sacrificio, dono misterioso e quanto mai importante, perché completa quanto "manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Col 1,24). La disponibilità al sacrificio si esprime in maniera piena nel dono totale della vita da parte di tanti missionari martiri, come anche di recente è avvenuto.

A tal proposito, come non ricordare i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e religiose, i laici morti coraggiosamente nelle trincee del loro fedele servizio al Vangelo? Come non sottolineare inoltre che il sacrificio spirituale più gradito offerto dalla Comunità, con e nel sacrificio eucaristico, è quello dell'unità dei suoi membri? "Questo è il sacrificio dei cristiani: "Pur essendo molti siamo un corpo solo in Cristo" (1Co 10,17). E questo sacrificio la Chiesa lo celebra anche con il sacramento dell'altare ben noto ai fedeli, in cui le viene mostrato che, in ciò che essa offre, essa stessa è offerta nella cosa che offre" (cfr. S. Agostino, De Civitate Dei, X, 6; CCL 47, 279. Anche il cammino verso la piena unità dei credenti, indispensabile per la credibilità dell'annuncio del Vangelo, è parte integrante di questo sacrificio connaturale al Corpo mistico.

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4. E' tuttavia con "la donazione totale e perpetua all'opera delle missioni, specialmente negli Istituti e Congregazioni missionari maschili e femminili" (
RMi 79) che si raggiunge l'apice e il cuore della cooperazione. Qui essa diventa scelta radicale di amore per Cristo e per i fratelli, testimonianza e annuncio vibrante. Infatti, nella "vocazione speciale dei missionari ad vitam, (...] paradigma dell'impegno missionario della Chiesa, che ha sempre bisogno di donazioni radicali e totali, di impulsi nuovi ed arditi" (RMi 66), la cooperazione diventa coinvolgimento pieno nell'opera dell'annuncio del Vangelo.

Un valido e prezioso contributo alla missione, frutto della creatività dello Spirito che sempre ringiovanisce la Chiesa, viene oggi dalla risposta generosa di giovani, di professionisti, di famiglie cristiane, di sacerdoti, di religiose e religiosi, che offrono parte della loro vita per la cooperazione missionaria nelle Chiese di recente fondazione. Tra queste, l'esperienza dei "presbiteri Fidei donum" manifesta sempre più la sua validità e fecondità. Essi, infatti, "evidenziano in modo singolare il vincolo di comunione tra le Chiese, danno un prezioso apporto alla crescita delle comunità ecclesiali bisognose, mentre attingono da esse freschezza e vitalità di fede" (RMi 68). Questa forma di cooperazione missionaria deve costituire un obiettivo di ogni presbiterio diocesano, e innanzitutto dei Vescovi, da realizzare sempre in sintonia con il Dicastero missionario.

Lo sviluppo e la maturazione del laicato missionario adulto, a servizio della missione redentrice di Cristo e della Chiesa, è un altro segno promettente del nostro tempo, da accogliere con fiducia e da portare a maturazione. Infatti, come sottolineavo nell'Enciclica Redemptoris missio, "nell'attività missionaria sono da valorizzare le varie espressioni del laicato, rispettando la loro indole e finalità: associazioni del laicato missionario, organismi cristiani di volontariato internazionale, movimenti ecclesiali, gruppi e sodalizi di vario genere siano impegnati nella missione ad gentes e nella collaborazione con le chiese locali" (RMi 72).

Un'attenzione tutta particolare va riservata alla famiglia, ambiente privilegiato per la cura e l'accompagnamento delle vocazioni missionarie. La famiglia va incoraggiata a diventare soggetto di missione, cioè a sentire e a vivere la vocazione missionaria, anche mettendosi, completamente o per un tempo determinato, al servizio della missione ad gentes.

A tale proposito, rivolgo un particolare incoraggiamento a quelle Diocesi che si fanno carico di inviare alle Chiese locali di recente fondazione, oltre ai sacerdoti diocesani, anche laici adulti nella fede e ben preparati sostenendo, inoltre, spiritualmente e materialmente, il loro prezioso e generoso servizio.

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5. Le diverse espressioni di animazione e di cooperazione missionaria trovano un momento forte di attuazione nella Giornata Missionaria Mondiale, affidata alla Pontificia Opera della Propagazione della fede.

Con essa si alimenta, altresi, la collaborazione al Fondo Centrale e Pontificio di Solidarietà, col quale il Papa può sostenere i missionari e le attività di evangelizzazione delle Chiese di recente costituzione: dall'aiuto ordinario ad oltre mille Vescovi, alla cura delle vocazioni indigene in oltre ottocento seminari, alla formazione di numerosi catechisti, alla creazione ed al sostegno delle strutture necessarie per l'evangelizzazione e delle stesse opere di promozione umana, intimamente legate all'annuncio del Vangelo.

In ordine alla cooperazione missionaria, infine, desidero ribadire la necessità di lavorare in modo coordinato per evitare il pericolo di una frantumazione nell'invio dei missionari e degli aiuti, con la conseguente concentrazione di persone e di mezzi in alcune aree geografiche a discapito di altre. Sono da incoraggiare, in proposito, tutte quelle iniziative che operano in maniera coordinata e concorde, in comunione tra loro ed in sintonia con il Dicastero missionario.

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6. Sulla scia dei miei Venerati Predecessori, nell'Enciclica Redemptoris missio ho sottolineato con forza il ruolo insostituibile delle quattro Pontificie Opere Missionarie, strumento del quale il vostro Dicastero missionario si avvale nel suo servizio all'evangelizzazione.

Esse sono Opere del Papa e del Collegio Episcopale, che con tutto il Popolo di Dio condivide la responsabilità dell'Evangelizzazione (cfr.
RMi 84), e "costituiscono per ciascuna diocesi, l'istituzione specifica e principale per l'educazione allo spirito missionario universale, per la comunione interecclesiale, a servizio dell'annuncio del Vangelo" (Statuti PP.OO.MM. I, 6).

Certamente il contributo offerto da questa Plenaria consentirà di sviluppare, in uno spirito di sempre maggiore comunione universale, l'indispensabile rapporto tra le Conferenze Episcopali e le Pontificie Opere Missionarie. Auspico che dall'approfondimento di queste tematiche la pastorale missionaria di ogni Chiesa particolare possa ricevere orientamenti più organici ed unitari anche nei settori dell'animazione e cooperazione missionaria, nel segno di una più manifesta cattolicità.

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7. Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato, carissimi fratelli e sorelle! Nel richiamare gli aspetti particolarmente rilevanti sui quali vi siete soffermati in questi giorni, esprimo l'augurio che il vostro prezioso lavoro possa dare frutti abbondanti per lo sviluppo di una rinnovata coscienza missionaria nella Chiesa al servizio della diffusione del Vangelo tra i tanti uomini che ancora attendono di incontrare Cristo.

Alle soglie del nuovo Millennio, l'anelito per l'evangelizzazione, che anima la Chiesa, deve spingerla a promuovere come un nuovo avvento missionario, nel desiderio di trasmettere a tutte le genti la luce e la gioia della fede.

Affido la fatica di queste vostre intense giornate e il quotidiano servizio che rendete all'annuncio del Vangelo a Maria, modello e figura della Chiesa missionaria, stella che guida con sicurezza i passi dell'intera umanità verso l'incontro con il Signore.

Di cuore tutti vi benedico.

Data: 1995-04-28 Data estesa: Venerdi 28 Aprile 1995

Alla cittadinanza di Trento: il discorso del Santo Padre durante il primo, festoso incontro di sabato in Piazza Duomo - Trento

Titolo: Trentini, siate fieri della vostra storia! "Qui il cristianesimo si è fatto animatore di cultura e persino elemento, in un certo senso, di sviluppo economico"

Signor Sindaco di Trento, Signor Prefetto, Presidente della Provincia, Signor Ministro, Illustri Autorità civili e religiose, Carissimi Fratelli e Sorelle!

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1. Ringrazio Iddio che mi offre l'opportunità di rendere visita a questa vostra Città, nota e cara alla Chiesa universale, in una circostanza particolarmente significativa. Sono qui per ricordare il 450 anniversario dell'inizio del Concilio di Trento, come pure l'850 dell'ultima consacrazione della Cattedrale, cuore e centro di questa antichissima comunità cristiana, ed inoltre per elevare all'onore degli altari uno dei Pastori più insigni di questa Chiesa, il servo di Dio Giovanni Nepomuceno de Thchiderer.

Sono grato a Lei, Signor Sindaco, per il cordiale benvenuto rivoltomi a nome dell'intera popolazione. E grato sono pure al Ministro dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, qui presente in rappresentanza del Governo italiano, come pure al Presidente della Provincia autonoma di Trento, per le cordiali e profonde parole che mi hanno indirizzato. Saluto inoltre le Autorità civili e religiose presenti come anche tutti voi, carissimi cittadini di Trento, che siete venuti ad accogliermi con tanto entusiasmo. Io pensavo che l'entusiasmo fosse privilegio del Sud. Invece qui si vede che mi sono sbagliato.

In questa splendida piazza, contornata da monumenti insigni della città e della Chiesa di Trento, so di incontrare una comunità viva, che vanta una lunga storia, ricca di eventi in ambito civile, culturale, artistico ed economico: una storia che si distende per oltre due millenni, radicata nella romana Tridentum, e già dal quarto secolo segnata da una profonda impronta cristiana, grazie alla prima evangelizzazione operata da san Vigilio e dai santi martiri d'Anaunia. La città, affidata anche nel temporale alla Chiesa nell'epoca del Sacro Romano Impero, è stata nei secoli punto d'incontro, di scambi ed anche di contrasti, a seconda degli interessi politici e della temperie culturale del momento. Trento ha avuto funzione di "ponte" e di "cerniera" tra due grandi civiltà: quella latina e quella germanica. Per questa singolare specificità ebbe l'onore di ospitare il XIX Concilio ecumenico, che da essa prese il nome e che segno profondamente il volto e la storia della Chiesa e della cultura europea.

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2. E' una "terra tra i monti" quella trentina: terra splendida, ma anche aspra e un tempo avara di risorse naturali, così da divenire per i suoi abitanti scuola di laboriosità, di sobrietà, di intraprendenza; terra benedetta che nel segno della Croce, issata sulle montagne più alte, collocata sui cento e cento campanili, posta ai crocicchi delle strade e messa al posto d'onore fra le mura domestiche, ha trovato un sicuro orientamento di vita, un solido elemento di civiltà e di progresso, una forza sempre nuova per superare le mille difficoltà ricorrenti nell'arduo cammino della sua storia.

Non sono mancate, infatti, situazioni di crisi. Di particolare gravità è stata quella che, nel secolo scorso e anche nell'attuale, ha costretto molti trentini sulle vie dell'emigrazione. La loro presenza nelle nuove terre è stata caratterizzata dalla fedeltà alla religione degli avi e da instancabile laboriosità. Fra questi emigrati ricordo volentieri Paolina Visintainer, che ho avuto la gioia di proclamare Beata tre anni fa a Florianopolis in Brasile.

Ricordo, inoltre, i tanti missionari, uomini e donne, che nel corso dei secoli sono partiti da qui per tutto il mondo. Tra essi è doverosa la menzione dei gesuiti Martino Martini, Antonio Ceschi di Santa Croce, Eusebio Francesco Chini.

In epoca più recente, alcuni generosi "testimoni del Vangelo" hanno coronato la loro opera con l'effusione del sangue.

E come non accennare almeno a due personaggi eminenti quali Antonio Rosmini e Alcide De Gasperi, che in questa terra hanno avuto i natali?

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3. La grande storia della vostra terra, carissimi Trentini, è segnata dalla fede ed è ricca di valori perenni che meritano di essere additati alle nuove generazioni come fonte di sicura ispirazione per il loro vivere: laboriosità, onestà, solidarietà, impegno di pensiero e di azione, custodia della propria identità, apertura alla collaborazione anche con mondi diversi e lontani. Qui il cristianesimo si è fatto animatore di cultura e persino elemento, in un certo senso, di sviluppo economico, come documenta il vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che, sul finire del secolo scorso e in quello attuale, mitigo le difficoltà economiche della popolazione e la oriento, con la guida di sapienti sacerdoti e laici, sulla via della solidarietà. Purtroppo il vasto e rapido trapasso culturale degli ultimi decenni insidia, anche qui, i fondamenti stessi della convivenza, attenuando la forza di quei valori di riferimento, civili e religiosi, così presenti nel vostro migliore passato. Allora è più che mai necessario pensare ed operare per incarnare i valori intramontabili del Vangelo nella nuova realtà sociale, perché essa non sia privata della sua anima. Ognuno deve sentirsi impegnato a discernere nelle nuove proposte, nei nuovi stili di vita ciò che è valido da ciò che è illusorio, ciò che edifica l'uomo nella sua interiorità da ciò che lo sgretola e demolisce. La parola di Cristo ci ammonisce con forza: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (
Lc 9,25).

In questa direzione vi state già muovendo. Molto di valido già esiste; molto è stato fatto. Occorre continuare a rinsaldare tutte le forze positive che esistono tra voi: forze vive che affondano le radici nella ultramillenaria tradizione cristiana della vostra terra.

Voglio aggiungere alcune parole in lingua tedesca.

(Questa una nostra traduzione del brano in lingua tedesca del discorso del Papa:]

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4. Quando parlo delle sfide dell'attuale società e penso all'edificazione del futuro dell'Europa, penso anche al rapporto della diocesi di Trento con i suoi vicini settentrionali Bolzano-Bressanone, Innsbruck e Feldkirch. E' per me oggi una grande gioia poter salutare numerosi fedeli di lingua tedesca insieme ai loro Vescovi. Fra le regioni limitrofe dell'Austria e dell'Italia voi avete il compito di rendere feconda la ricchezza della vostra eredità culturale e cristiana al di là dei confini statali, nello spirito del nuovo Beato Giovanni Nepomuceno de Thchiderer per un pacifico futuro europeo.

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5. Carissimi Trentini! Siate fieri della vostra storia! L'eredità tramandata dai vostri padri vi aiuti ad affrontare coraggiosamente le sfide dell'attuale momento storico. Nel quotidiano impegno non manchi mai il lievito della fede e della speranza cristiana.

Mentre vi ringrazio per la calorosa accoglienza - costume noto ed apprezzato pure dai numerosi turisti che frequentano le vostre contrade - affido questa città e le altre comunità civiche ed ecclesiali al vostro patrono san Vigilio, al quale si aggiungerà domani il servo di Dio Giovanni Nepomuceno de Thchiderer.

Raccomando tutti voi alla Vergine Santa, di cui il novello Beato era devotissimo, e che so piamente venerata nelle vostre chiese, sui vostri monti, nelle vostre valli. Dio vi benedica e vi assicuri libertà, pace, concordia e vero progresso.

Vorrei ancora ringraziarvi dell'ospitalità che più volte mi ha dato la terra trentina sulle montagne vicine, come mi ha ricordato il Signor Presidente della Provincia. Ringraziandovi per questa ospitalità, passata e odierna, vorrei offrire a tutta la comunità trentina una Benedizione.

(Dopo aver salutato le autorità presenti, il Papa si è rivolto ancora alla popolazione di Trento con queste parole:] Ho salutato adesso tutto il Trentino nelle persone dei Sindaci e mi sono così introdotto in tutte le comunità del vostro paese, della vostra regione. Vi ringrazio della vostra pazienza.

Vorrei domandare ancora se c'è qualche Focolarino in questa Piazza, perché da qui proviene la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich.

Vi ringrazio per tutto il bene che il Trentino ha dato all'Italia, all'Europa, al mondo. Vi auguro adesso una cena, non direi lussuosa ma modesta, una cena trentina, tridentina, e poi una buonanotte per incontrarci di nuovo domani mattina.

Sia lodato Gesù Cristo!

Data: 1995-04-29 Data estesa: Sabato 29 Aprile 1995

Udienza: ai milleduecento delegati partecipanti alla 9° Assemblea nazionale riuniti nella Basilica Vaticana - Città del Vaticano

Titolo: Giovanni Paolo II affida all'Azione Cattolica il compito di tutelare il patrimonio religioso e culturale che ha fatto grande la storia dell'Italia

Signor Cardinale e venerati Fratelli nell'Episcopato! Carissimi Fratelli e Sorelle dell'Azione Cattolica Italiana!

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1. Benvenuti! Vi accolgo tutti con affetto, a partire dall'Assistente Generale, Mons. Salvatore De Giorgi, e dal Presidente, avvocato Giuseppe Gervasio, che ringrazio per i nobili indirizzi rivoltimi. Saluto i membri del Consiglio Nazionale e i Delegati. La presenza del Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e di Monsignor Tettamanzi, Segretario Generale, eletto di recente Arcivescovo di Genova, ai quali rivolgo un cordiale saluto, sottolinea il vincolo di comunione organica che lega la vostra Associazione ai Pastori della Chiesa italiana.

A questo riguardo, desidero anzitutto rinnovare il mio apprezzamento per il lavoro pastorale che l'Azione Cattolica svolge nelle diocesi e nelle parrocchie, ma anche per la sollecitudine con cui accoglie il Magistero del Papa rispondendo alle iniziative di respiro universale via via promosse, come le Giornate Mondiali della Gioventù e l'Incontro mondiale delle Famiglie dell'ottobre scorso.

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2. Il tema della nona Assemblea: "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia verso il Terzo Millennio", richiama quello della precedente: "Laici in missione col Vangelo della carità". Esso esprime la continuità del cammino associativo sui sentieri della nuova evangelizzazione, di cui il "Vangelo della carità", che è Cristo stesso, costituisce il cuore e la sintesi. In pari tempo evoca due traguardi a cui tende tale cammino: il prossimo Convegno ecclesiale di Palermo e il grande Giubileo del Duemila.

Questa vostra Assemblea è pertanto un momento significativo e qualificato della preparazione al Convegno di Palermo. Gli obiettivi di fondo: formazione, comunione, missione, spiritualità, sono i medesimi che l'Azione Cattolica persegue e che la caratterizzano come singolare forma di ministerialità per la crescita della Comunità cristiana (cfr.
AGD 15 Lettera di Paolo VI all'Assistente Generale dell'A.C.I., 10 ottobre 1969). In questa "palestra" di vita si sono formati laici esemplari, che veneriamo come santi, beati e servi di Dio e che Mons. De Giorgi ha opportunamente ricordato.

Alle soglie poi del terzo millennio, la loro testimonianza non va dimenticata. Obiettivo prioritario del Giubileo del Duemila è, infatti, "il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani" (TMA 37). Anche per l'Azione Cattolica l'anelito alla santità costituisce l'impegno primario: "I laici che aderiscono all'Azione Cattolica Italiana - afferma lo Statuto - s'impegnano a una formazione personale e comunitaria che li aiuti a corrispondere alla universale vocazione alla santità e all'apostolato nella loro specifica condizione di vita" (Statuto, art.3).

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3. E' questa la prospettiva ultima che vi siete proposti: "perché il mondo sia salvato per mezzo di lui"; è Cristo, unico Redentore dell'uomo, unico Salvatore del mondo. Collaborare con Cristo per la salvezza del mondo è il compito esigente ed esaltante di tutti i credenti. Voi laici, in particolare, lo vivete a contatto più diretto con gli uomini e le donne del nostro tempo, che hanno bisogno di ascoltare quello che con coraggio annuncio Pietro davanti al Sinedrio: "In nessun altro c'è salvezza; non v'è, infatti, altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati" (
Ac 4,12). Far risuonare questo annuncio nel mondo di oggi è la vostra missione.

Come ho precisato nell'Enciclica Redemptoris missio, l'unica missione della Chiesa è diretta sia a quanti non conoscono ancora Gesù Cristo e il suo Vangelo (è la "missio ad gentes"), sia ai battezzati che hanno perduto la fede o non si riconoscono più membri della Chiesa (è la "nuova evangelizzazione") e sia alle comunità che hanno adeguate e solide strutture ecclesiali (è la "cura pastorale"). Poiché questi tre ambiti missionari non sono nettamente separati, anche l'Azione Cattolica è chiamata a svolgere il suo impegno missionario in tale triplice direzione.

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4. La "nuova evangelizzazione" infatti impegna la Chiesa intera - e in essa l'Azione Cattolica - in tutti gli ambiti della missione, nei quali, come in "nuovi areopaghi", la presenza dei laici è necessaria per l'animazione cristiana delle realtà temporali, come presenza di Chiesa al servizio dell'uomo e della società.

Nella Esortazione Apostolica Christifideles laici ho indicato tali principali ambiti, e i Vescovi italiani li hanno richiamati nelle cinque "vie preferenziali" secondo cui dar vita alla nuova evangelizzazione: cultura e comunicazione sociale, impegno sociale e politico, amore per i poveri, famiglia, giovani.

Vorrei in particolare sottolineare l'importanza del rapporto tra il Vangelo e la cultura, che costituisce "un campo vitale, sul quale si gioca il destino della Chiesa e del mondo in questo scorcio finale del nostro secolo" (Discorso alla Plenaria del Collegio Cardinalizio, Insegnamenti, II, 2, 1979, p.1096).

A ragione i Vescovi italiani nell'attuale contesto sociale ravvisano la necessità e l'urgenza di investire "con lungimiranza energie e mezzi nella elaborazione e nella messa in atto di un nuovo "progetto culturale", frutto della libera e creativa convergenza di tutti gli apporti e di tutte le esperienze" (Traccia per il Convegno di Palermo, n. 14). Non può quindi mancare il valido apporto e la collaudata esperienza dell'Azione Cattolica, particolarmente aperta e attenta al dialogo culturale.

Tale dialogo deve sempre rimanere ancorato alla piena verità sull'uomo, che fonda il rispetto della vita umana dal suo concepimento sino alla morte naturale: quello alla vita è diritto primo e fontale, condizione per tutti gli altri diritti della persona. Nella recente Enciclica Evangelium vitae si esprime l'urgenza di una "generale mobilitazione delle coscienze... per mettere in atto una grande strategia a favore della vita" e costruire insieme "una nuova cultura della vita", anzitutto attraverso la "formazione della coscienza morale" (
EV 95-96). A quest'opera di formazione e di educazione al valore della vita l'Azione Cattolica è chiamata a dare un contributo notevole, strutturata com'è in articolazioni che abbracciano le varie fasce di età e le svariate condizioni di vita.

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5. Ciò è richiesto anche dalla sua particolare collocazione nell'ambito della pastorale ecclesiale, della quale è a diretto e immediato servizio. Si tratta di un servizio "all'incremento di tutta la comunità cristiana, ai progetti pastorali e all'animazione evangelica di tutti gli ambiti di vita" (
CL 31).

Un tale servizio alla Chiesa locale, svolto in costante solidarietà con le sue esigenze e le sue scelte pastorali, è la finalità primaria dell'Azione Cattolica, che lo compie con generosità, fedeltà, costanza, umile spirito evangelico e forte senso ecclesiale, in salda comunione e diretta collaborazione con i Pastori. Esso esige e qualifica anche la presenza dell'Associazione nella vita del Paese, con la luce e la forza della dottrina sociale della Chiesa. In questo momento di non facile transizione, compito dell'Azione Cattolica è di tutelare, con l'incessante preghiera e con l'esempio di concordia e di unità, il patrimonio religioso e culturale che ha fatto grande la storia dell'Italia, la quale oggi ha di esso più che mai bisogno per il rinnovamento della società.

I valori morali e antropologici che scaturiscono dalla fede cristiana non solo non si oppongono agli autentici valori umani, ma li portano a pienezza di significato e di contenuto, perché siano alla base di una convivenza più umana, di più corretti e fecondi rapporti civili, culturali, economici e politici, e di una democrazia degna di questo nome (cfr. CA 46). Confido che l'Azione Cattolica saprà dare il proprio contributo al raggiungimento di tali obiettivi, restando sempre fedele alla propria natura di associazione ecclesiale, che evita di coinvolgersi con l'una o l'altra parte politica.

Carissimi, invoco sui lavori della vostra Assemblea la protezione di Santa Caterina da Siena, che la memoria liturgica ci ripropone proprio oggi come modello di appassionata fedeltà a Cristo ed alla Chiesa e, mentre affido il cammino dell'Azione Cattolica Italiana alla materna guida di Maria Santissima Madre della Chiesa, imparto di cuore a voi e a tutti i soci la Benedizione Apostolica.

(Dopo aver guidato la recita del "Regina Caeli" e aver impartito la Benedizione Apostolica, il Papa si è rivolto ai presenti con queste parole:] Vi auguro un "gaudium pascale", durante questa Assemblea e in tutto l'anno di lavoro dell'Azione Cattolica Italiana. Grazie per la vostra visita!.

Data: 1995-04-29 Data estesa: Sabato 29 Aprile 1995


GPII 1995 Insegnamenti 694