GPII 1995 Insegnamenti 118

Il Santo Padre al termine dell'incontro nel seminario di Manila

Titolo: Organizzare sessioni continentali del Sinodo in preparazione al Terzo Millennio

Quello che ho scritto ho scritto e quello che è scritto è scritto e può essere letto. Ciò su cui si è meditato dovrebbe essere rivelato. così è per me una esperienza straordinaria questa visita qui nelle Filippine, a Manila. Naturalmente questa visita è stata decisa dopo aver fatto alcune considerazioni. Ciò che il Papa ha ricevuto in questi giorni sono tutte parole che dicono: "Papa dei giovani, Papa delle famiglie". così egli cerca ancora dei giovani, pensa a come incontrarli, a come avvicinarli. Ecco come lo chiamano adesso: "Papa dei giovani e Papa delle famiglie". Tuttavia ciò che sto cercando di sottolineare in questo momento è di altra natura. Forse l'attuale Papa sarà chiamato il Papa del Sinodo, "Papa sinodale".

Ma la mia intenzione è il frutto e l'eredità del Vaticano II. Il Vaticano II ricorda alla Chiesa, al Papa, a tutti i Papi, a tutti noi che Cristo ha scelto non solo uno ma dodici. Creo il primo collegio, il primo organismo episcopale, organismo apostolico, organismo episcopale. Questo organismo apostolico ed organismo episcopale dovrebbe inventare e cercare delle espressioni globali di tale organismo e così ha fatto la Chiesa all'inizio.

Il primo Concilio fu durante la vita degli apostoli, il Concilio apostolico a Gerusalemme, e adesso abbiamo i grandi concili e molti sinodi del primo millennio, i primi mille anni della Chiesa. Essi sono così importanti per il mantenimento della tradizione, del magistero, dello spirito e della collegialità come parte dell'organismo episcopale. Dobbiamo così tanto a tutti questi grandi sinodi, a questo movimento sinodale del primo millennio. Il Concilio Vaticano II ha ispirato una nuova epoca sinodale, una nuova era sinodale nella Chiesa e sono convinto che la cosa importante della fine del secondo millennio sia la necessità di ritornare a questa esperienza, l'esperienza sinodale della Chiesa. L'esperienza sinodale è un'esperienza molto positiva come l'esperienza dei giovani, l'esperienza familiare, l'esperienza sinodale. E' questo anche il motivo per cui ci incontriamo ogni cinque anni per le "ad limina". Non solo ci incontriamo ufficialmente nelle udienze, ma ci incontriamo nella cappella per celebrare la Santa Messa.

Ci incontriamo a tavola per mangiare, o per prendere il caffè, e tutto questo è collegialità. Tutto questo è sinodale. Ciò di cui abbiamo bisogno è incontrarci qualche volta come rappresentanti dell'intero collegio di Vescovi nel sinodo. L'esperienza generale dei Vescovi sinodali rappresenta un tipo di esperienza sinodale, ma abbiamo anche una forma più specifica di esperienza sinodale. Quest'anno, per esempio, abbiamo due tipi di sinodo di Vescovi: il Sinodo dell'Africa, il sinodo continentale, e l'altro, il sinodo generale, il Sinodo per la Vita Religiosa. così ho pensato, ho riflettuto sulla necessità di organizzazione, in vista del Terzo Millennio. Ho pensato che poteva essere utile organizzare alcune sessioni continentali del sinodo, come questo sinodo africano e come forse questo sinodo panamericano per questa preparazione, e così anche per l'Asia, l'Estremo Oriente e l'Australia.

In altre parole l'Australia e la Nuova Zelanda, forse le Isole del Pacifico. E' necessario pensare a come organizzare, a come riunire i Vescovi dopo i principi, i principi vitali di cultura, di tradizione. Quindi le mie parole sono il frutto della mia meditazione odierna. Ho pensato ad un'altra cosa. L'ho comunicato ai Vescovi di Manila, delle Filippine, e oggi agli altri Vescovi.

Questo è il frutto della mia meditazione. Il "Papa sinodale" è una buona cosa direi. Significa anche pregare di più insieme, pregare di più in isolamento e anche incontrarsi di più, riunirsi a tavola, nel refettorio. Forse è sufficiente come introduzione al prossimo passo che dobbiamo fare. Il refettorio ci aspetta.

Per questo motivo vi benedico! Forse adesso possiamo recitare l'"Angelus Domini".

E' l'ora dell'"Angelus Domini".

(Dopo la preghiera, il Papa ha detto:] "Ieri l'incontro a Radio Veritas è stato molto piacevole".

Data: 1995-01-15 Data estesa: Domenica 15 Gennaio 1995

Il congedo: all'aeroporto "Naia" a conclusione della visita apostolica

Titolo: Dai giovani delle Filippine e del mondo nasce una nuova primavera del cristianesimo in questo Continente

Cari Amici Filippini,

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1. La mia Visita Pastorale nel bell'arcipelago delle Filippine è giunta al suo termine. Vorrei ringraziare tutti per la calorosa e cortese ospitalità che ho ricevuto fin dal mio arrivo. Sono particolarmente grato a Sua Eccellenza il Presidente Ramos e ai membri del Governo per la loro grande partecipazione ad ogni fase della mia visita. Ringrazio cordialmente il Cardinale Sin, il Cardinale Vidal, tutti i Fratelli Vescovi e i loro collaboratori per aver fatto del mio pellegrinaggio alla Chiesa di queste isole una così feconda e gioiosa celebrazione della nostra fede in Gesù Cristo.

Ringrazio coloro che hanno partecipato alle Messe e agli altri eventi, coloro che li hanno organizzati, coloro che hanno garantito l'ordine e la sicurezza, coloro che hanno lavorato per diffondere per radio e per televisione gli eventi, coloro che in qualche modo hanno soddisfatto i bisogni di così tanti pellegrini. Possa Dio premiare ognuno di voi!

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2. Ringrazio con particolare affetto i giovani che sono stati gli artefici principali in questa Decima Giornata Mondiale della Gioventù. Come possiamo spiegare o valutare il misterioso operato della grazia divina in così tanti giovani cuori? Il Signore ha descritto il Regno come un seme che un uomo ha piantato e che poi ha prodotto un ricco raccolto. Qui il seme era già caduto in un terreno fertile. Molte persone - genitori, insegnanti, catechisti, religiosi, sacerdoti - hanno vegliato sul seme della fede e lo hanno aiutato a svilupparsi, e Dio lo ha fatto crescere (cfr.
1Co 3,6). Fino a quando crescerà? Quanto si diffonderà da qui nell'immensa geografia umana dell'Asia? E' questa la sfida e il compito che i giovani della Decima Giornata Mondiale della Gioventù e l'intera Chiesa nelle Filippine hanno accettato e porteranno avanti nel prossimo secolo e nel prossimo millennio.

Tutto ciò riempie il mio cuore di gratitudine e di gioia. Continuero a nutrire una speranza infinita nei giovani delle Filippine e del mondo: Cristo sta operando attraverso di essi per una nuova primavera del Cristianesimo in questo continente. Noi vediamo i primi risultati di questa semina; altri gioiranno del ricco raccolto.

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3. Porto con me tantissime immagini del popolo filippino. Conosco il vostro desiderio di una maggiore giustizia e di una vita migliore per voi e per i vostri figli. Nessuno può sottovalutare le difficoltà che affrontate e il duro lavoro che avete davanti. Innanzitutto, nessuno dovrebbe rifuggire alla grande richiesta di una reale ed effettiva solidarietà, di una nuova solidarietà tra gli individui, nelle famiglie e in tutta la società. Ci deve essere una maggiore condivisione, un rinnovato senso di responsabilità di ognuno verso gli altri: noi siamo tutti custodi del nostro fratello. Possa Dio aiutarvi a seguire il cammino che avete già intrapreso: verso uno sviluppo costante che preservi e promuova gli autentici valori della vostra cultura filippina!

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4. Il mio ultimo desiderio non può che essere quello che ho espresso per voi quando sono venuto qui quasi quattordici anni fa: possiate sempre beneficiare della pace nei vostri cuori e nelle vostre case; possano la giustizia e la libertà regnare nella vostra terra; e possano le vostre famiglie essere sempre fedeli, unite nella gioia e nell'amore! Dio benedica tutti voi! Dio benedica le Filippine! Mabuhay!

Data: 1995-01-16 Data estesa: Lunedi 16 Gennaio 1995

L'arrivo: il Santo Padre durante la cerimonia di benvenuto in Papua Nuova Guinea

Titolo: "Sono venuto come amico e fratello in un pellegrinaggio di solidarietà e con profondo rispetto per ognuno di voi"

Eccellenza Governatore Generale, Signor Primo Ministro, Miei Fratelli Vescovi, Caro Popolo di Papua Nuova Guinea,

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1. E' per me una grande gioia l'essere ritornato in questo bel paese di Papua Nuova Guinea. Vi sono grato per la vostra calorosa accoglienza. Ho atteso ansiosamente questa visita per sperimentare di nuovo la viva fede cristiana del vostro popolo e per vedere personalmente i progressi compiuti dalla vostra nazione.

Eccellenza Governatore Generale, la ringrazio per le sue cordiali parole. A tutti voi che siete venuti qui per accogliermi con tanta ospitalità, vanno i miei sentiti ringraziamenti. Sono in debito con i miei Fratelli Vescovi e con tutti coloro che si sono adoperati per rendere possibile questa visita: possa Dio benedirvi abbondantemente!

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2. La mia visita ha un duplice carattere. Sono venuto dalle mie sorelle e dai miei fratelli cattolici di questa giovane nazione come il Successore di Pietro, a cui il Signore ha affidato lo speciale ministero di tutelare la fede apostolica e di preservare l'unità del Popolo di Dio nell'amore. E' mio desiderio e mio fine rafforzare i fedeli cristiani di questo Paese nella loro testimonianza a Gesù Cristo, e incoraggiarli a rimanere sempre saldi nel Vangelo che hanno ricevuto mediante la predicazione dei missionari. Allo stesso tempo sono venuto dal popolo di Papua Nuova Guinea, cristiano e non cristiano, come un amico e un fratello, in un pellegrinaggio di solidarietà e di buona volontà, e con profondo rispetto per ognuno di voi.

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3. Come voi sapete, l'evento centrale della mia visita è la Beatificazione di Pietro To Rot, catechista e martire. Potete essere realmente orgogliosi del vostro fratello melanesiano, egli ha conferito benemerenza e onore al vostro popolo.

Pietro To Rot è uno straordinario esempio di uomo di famiglia, di capo religioso e di persona pronta a dedicare la sua vita a Dio e al prossimo.

Mi rincresce di non poter stare in questa occasione con l'amato popolo Tolai di Pietro To Rot, ma le circostanze non mi hanno consentito di recarmi in Nuova Britannia. Avrei voluto visitare tutti gli abitanti di queste isole, ma la mia visita sarà molto breve. Comunque assicuro tutti voi, ovunque siate, che vi sto pensando. Sono particolarmente consapevole della preoccupazione dell'intero Paese per il popolo sofferente di Bougainville. A voi, popolo di Bougainville, invio una speciale parola di incoraggiamento. Se siete stati trattati ingiustamente, vi invito a non provare rancore nei vostri cuori. Se imbracciate le armi ingiustamente, vi esorto a deporle e a cercare la riconciliazione. Ai rifugiati nella Penisola Gazelle, nelle isole meridionali e nelle altre parti di Papua Nuova Guinea, porgo un caloroso saluto. Vi esorto a farvi animo, ad essere coraggiosi. Anche se non posso recarmi da voi, vi sono vicino nelle vostre difficoltà e vi assicuro delle mie ferventi preghiere.

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4. Nella sua Costituzione, Papua Nuova Guinea dichiara di essere un Paese cristiano che professa apertamente la sua fede in Gesù Cristo. Durante questa mia Visita Pastorale, preghiamo allora insieme per rafforzare la nostra fede in Cristo Redentore. Prego tutti voi, che considerate Gesù come il Signore, di aprire i vostri cuori gli uni agli altri, di pregare insieme e di operare gioiosamente per l'unità.

Possano tutti gli abitanti di questa terra adoperarsi per costruire una società in cui la dignità e i diritti di ogni individuo vengano rispettati da tutti. La Chiesa cattolica continuerà a partecipare a questo grande compito, conformemente alla sua natura religiosa e alla sua missione, e coopererà generosamente con tutti i settori della popolazione.

(Quindi il Papa ha salutato i presenti in lingua Pidgin. Questa la traduzione italiana delle sue parole:] Amato Popolo di Papua Nuova Guinea: la mia presenza nel vostro Paese è espressione del mio grande affetto per questa nazione e per ognuno di voi.

Dio benedica Papua Nuova Guinea! Dio benedica tutti voi!

Data: 1995-01-16 Data estesa: Lunedi 16 Gennaio 1995

Incontro con il clero, con i religiosi e con i laici nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice dei Cristiani

Titolo: "Quanto le giovani Chiese di questa parte del mondo hanno bisogno di uomini e donne come Pietro To Rot!"

Caro Arcivescovo, Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

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1. Con affetto nel Signore saluto tutti voi, Vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi, fedeli laici e catechisti, che siete venuti qui questa sera a celebrare le lodi di Dio per le "grandi cose" che Egli ha fatto nella vostra terra (cfr.
Lc 1,49). Sono grato all'Arcivescovo Peter Kurongku e agli altri Vescovi qui presenti, al parroco, ai Salesiani, e a tutti coloro che hanno lavorato duro per rendere possibile il nostro incontro qui nella parrocchia di Maria Ausiliatrice dei Cristiani, a Gabutu, nell'arcidiocesi di Port Moresby.

Domani il nome di Pietro To Rot - un figlio della Nuova Britannia e del popolo Tolai - verrà aggiunto in quel glorioso libro, il Martirologio, registro della Chiesa di coloro che sono morti per amore di Dio e del suo popolo. Dobbiamo ricordare le parole di Sant'Agostino, il quale disse che la Chiesa in una Nazione "diventa più feconda quanto più vi scorre il sangue dei martiri" (De Catechizandis rudibus, 24, 44). Nello stesso tempo non possiamo dimenticare i numerosi uomini e donne di queste isole - compresi quelli di altre Chiese e comunità ecclesiali - che hanno dato la loro vita per il Vangelo durante il buio periodo dell'occupazione militare di 50 anni fa. La testimonianza di Cristo che essi hanno dato, persino con il loro sangue, è ora una comune eredità di tutti i cristiani ed è inoltre una "convincente forma di ecumenismo" (TMA 37).

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2. Il fatto che il vostro primo Beato sia non solo un martire, ma anche un catechista laico, un marito e padre di famiglia, è molto significativo per la storia spirituale della vostra gente. Quando i primi missionari giunsero in Papua Nuova Guinea si resero subito conto che la Parola di Dio avrebbe messo le sue radici solo quando il popolo stesso fosse diventato responsabile attivo della sua stessa evangelizzazione (cfr.
PDV 18). Pietro To Rot è stato uno di quelli che hanno contribuito a piantare il seme della verità in mezzo alla sua stessa gente della tribù Tolai. I sacerdoti di Rakunai lo hanno incoraggiato e guidato, e lui da parte sua ha portato a compimento con devozione ed impegno le responsabilità affidategli. Sacerdoti e catechisti della Missione di Rakunai hanno lavorato insieme per erigere il Corpo di Cristo, ed hanno lasciato alle generazioni future un'eredità spirituale da imitare.

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3. Cari Fratelli sacerdoti: il vostro sacerdozio ministeriale è al servizio del sacerdozio comune dei fedeli, che "è relativo allo sviluppo della grazia battesimale di tutti i cristiani" (
CEC 1547).

Nella persona di Cristo, "il grande Pastore delle pecore" (He 13,20), voi esercitate il sacro potere che avete ricevuto nel sacramento degli Ordini Sacri per proclamare la Parola di Dio, rendere presenti gli atti misericordiosi di Cristo e la sua offerta di salvezza, particolarmente nel Battesimo, nella Penitenza e nell'Eucaristia, e mostrare la sua affettuosa preoccupazione fino al punto di donarsi totalmente per il suo gregge (cfr. PDV 15).

Riconoscente a tutti voi, ed a tutti i fratelli sacerdoti che non sono potuti venire, vi esorto a non perdere mai di vista la grande dignità spirituale ed il dono che avete ricevuto! A voi Seminaristi desidero ricordare che dovete fare di Cristo il Buon Pastore, il centro, il modello e la forza della vostra vita ed azione futura di sacerdoti. Imparate a vivere in Cristo, e meditate costantemente sulle imperscrutabili ricchezze di salvezza che sono in lui (cfr. Ep 3,8), cosicché possiate essere in grado di proclamare la Buona Novella agli altri. Siate "radicati e fondati nell'amore" (Ep 3,17). Altrimenti non diventerete niente altro che "un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna" (1Co 13,1). Sarà un amore indiviso per il Signore quello che renderà effettivo il vostro ministero sacerdotale nella Chiesa e permetterà agli altri di scorgere la sua inconfondibile presenza in voi.

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4. Cari religiosi e religiose: in Pietro To Rot tutti i religiosi hanno un esigente modello di fedeltà. Qui c'è un uomo il cui "sincero dono di sé" è stato come quello del suo Signore che "ha amato fino alla fine" (cfr.
Jn 13,1). Come il suo Signore, egli è stato il "testimone fedele" (Ap 1,5). Vi esorto a vivere la vostra consacrazione religiosa con generosità e sicura fedeltà alle richieste di carità perfetta. Ognuna delle vostre famiglie religiose porta il suo dono alla missione evangelizzatrice della Chiesa. I vostri nomi sono troppi da poterli menzionare, ma ringrazio tutte le Congregazioni di Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone per la testimonianza e i frutti della vostra consacrazione e del vostro apostolato.

La plantatio Ecclesiae progredisce in maniera molto significativa attraverso la selezione e la formazione di degni candidati alla vita consacrata.

Vedo che sono presenti molti giovani religiosi: siate pienamente consapevoli dell'importanza della vostra vocazione non solo per voi stessi ma per il futuro della Chiesa tra i popoli della Melanesia. Ascoltate attentamente le parole dette al vostro cuore: "Vieni, seguimi", dice il Signore ad ognuno di voi.

Voglio pronunciare una speciale parola di incoraggiamento ai membri delle comunità contemplative. Attraverso la continua preghiera e penitenza, nella solitudine e nel silenzio, voi date una indispensabile testimonianza della gloria del Regno celeste che è già "manifesto ai suoi santi" (Col 1,26). Care sorelle, pregate per la Chiesa, continuate a pregare per me; siate guide per coloro che cercano un'esperienza più profonda di Dio. Il vostro modo di vita costituisce un richiamo ed una sfida alla Chiesa ed alla società: Dio deve essere onorato sopra ogni cosa.

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5. Cari membri del Laicato: è particolarmente significativo il fatto che il primo Beato di Papua Nuova Guinea sia stato un laico e un catechista. Spero che Pietro To Rot diventi fonte di ispirazione attraverso la Chiesa per tutti coloro che lavorano nell'apostolato laico, soprattutto i catechisti che "rappresentano la forza basilare delle comunità cristiane, specie nelle giovani Chiese" (
RMi 73).

Gli abitanti di Rakunai sono stati portati a Cristo ed aiutati a seguirlo dalla grande carità e dallo zelo di Pietro To Rot. La sua maturità spirituale è evidente nella sua maturità apostolica. Egli ha prestato particolare attenzione a coloro che hanno dimostrato scarso entusiasmo nella pratica della fede o che l'hanno abbandonata. Come catechista dedito al benessere spirituale degli altri - anche in situazioni in cui ha rischiato l'arresto e la prigionia - è andato in cerca della pecora che si era smarrita, e non si è fermato finché non l'ha ritrovata (cfr. Lc 15,4). Quanto le giovani Chiese di questa parte del mondo hanno bisogno di uomini e donne del calibro di Pietro To Rot! Nella beatificazione di domani vi incoraggero a rinnovare la vostra fede ed il vostro impegno.

Ricordate: "Voi siete la luce del mondo... così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,14-16).

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6. A tutti voi dico: ciò che vedo dinanzi a me è una grande speranza per la Chiesa! Non vi scoraggiate sul futuro dell'evangelizzazione! Non esitate a predicare la Buona Novella chiaramente e con convinzione, c'è solo una vera speranza per l'umanità: Gesù Cristo, il Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (cfr.
Jn 1,14).

Possa la Vergine Maria, Ausilio dei cristiani, proteggervi e riempirvi di forza spirituale e di coraggio, e guidarvi verso la pace (cfr. Lc 1,79). Amen.

Data: 1995-01-16 Data estesa: Lunedi 16 Gennaio 1995

Il Papa al termine delle visita nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice dei Cristiani

Titolo: "Lunga vita alla giovane Chiesa di Papua Nuova Guinea"

Come sapete giungo dalle Filippine. Vengo da Roma, ma più esattamente dalle Filippine. Le Filippine, la Giornata Mondiale della Gioventù, i giovani, giovani donne e giovani uomini. E' stata un'esperienza meravigliosa. Per la sesta volta, ieri, domenica, si è svolta questa grande celebrazione. Vi hanno partecipato circa 4 milioni di giovani. La cosa più importante è stata che non c'erano soltanto giovani delle Filippine, ma anche giovani provenienti da ogni parte del mondo, da tutti i Continenti: dall'America settentrionale, meridionale e centrale, dall'Africa, dall'Europa, da diversi Paesi, dall'Asia, da diverse Nazioni, dall'Australia e dall'Oceania. La ricchezza delle lingue, delle culture e la stessa fede, lo stesso amore e la stessa speranza. Nello spirito di questa esperienza vengo qui, in Papua Nuova Guinea, per la beatificazione di domani.

Essere fra voi è per me una grande speranza e anche un grande piacere e una grande gioia. Parlate lingue diverse, parlate inglese, inglese pidgin. Ho imparato l'inglese pidgin per prepararmi alla visita che ho effettuato dieci anni fa. Ero qui. Ho presieduto una grande celebrazione eucaristica per la comunità della Papua Nuova Guinea. Questa volta spero di potermi recare a Rabaul. I nostri fratelli e le nostre sorelle di quella città, di quella regione, di quell'isola stanno soffrendo per l'eruzione vulcanica, tuttavia siamo spiritualmente così uniti ad essi da poterli consolare. I missionari fra voi parlano diverse lingue. Essi parlano inglese, ma anche tedesco (Gelobt sei Jesus Christ), italiano (Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato) polacco (Niech bedziech pochwalony Jezuz Chrystus). Questa è la ricchezza culturale del vecchio mondo e del giovane mondo.

Siete giovani come me! Anche se non siete giovani come gruppo etnico, siete giovani come cristiani, come Chiesa. Abbiamo motivo di dire ai giovani queste parole: Lunga vita! Lunga vita alla giovane Chiesa di Papua Nuova Guinea. Questo vale per tanti cristiani, tanti battezzati, tanti seminaristi, tanti novizi, tante donne e tanti uomini religiosi, tanti sacerdoti e tanti Vescovi della Papua Nuova Guinea.

Data: 1995-01-16 Data estesa: Lunedi 16 Gennaio 1995

Omelia: la Concelebrazione Eucaristica per la proclamazione del primo Beato della Papua Nuova Guinea

Titolo: La beatificazione del martire Pietro To Rot apre un'epoca nuova nella storia del Popolo di Dio in questo Paese

Miei cari fratelli e sorelle, Vi ringrazio molto per la calorosa accoglienza che mi avete riservato ieri all'aeroporto. Ho visto le variopinte decorazioni della gente e mi hanno colpito molto. Le vostre decorazioni tradizionali qui in Papua Nuova Guinea sono molto, molto belle.

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1. "Rallegratevi... nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo" (
1P 4,13).

Cari fratelli e sorelle, oggi il Popolo di Dio in Papua Nuova Guinea ripete queste parole dell'Apostolo Pietro con cuore fervido. Voi gioite perché la Chiesa Universale riconosce che il vostro concittadino, Pietro To Rot, ha condiviso le sofferenze di Cristo fino al martirio ed è stato considerato degno di essere annoverato tra i Beati.

Con la gioia che questa occasione ci dona, saluto il Popolo di Dio in Papua Nuova Guinea. Ringrazio l'Arcivescovo Kurongku e l'intera Arcidiocesi di Port Moresby per la calorosa accoglienza riservatami. L'Arcivescovo Hesse e la comunità cattolica di Rabaul avrebbero voluto che questa Beatificazione avesse luogo dove il Beato Pietro To Rot ha vissuto ed è stato reso martire. Con amore e solidarietà, i miei pensieri si volgono a tutti gli abitanti della Nuova Britannia - quelli presenti qui e quelli impossibilitati a partecipare - che sono stati colpiti dalla recente eruzione vulcanica. Saluto con gioia tutti i miei Fratelli Vescovi, tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici di questa terra e delle Isole Salomone, e coloro che sono venuti da altre isole del vasto Oceano Pacifico, dall'Australia e dalla Nuova Zelanda. Tendo la mia mano in amicizia ai nostri Fratelli e alle nostre Sorelle delle altre Chiese e comunità ecclesiali cristiane.

Ringrazio tutte le autorità civili per la loro presenza in questa solenne cerimonia.

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2. Il primo Beato di Papua Nuova Guinea apre una nuova epoca nella storia del Popolo di Dio in questo Paese. Il martirio è sempre stato parte del pellegrimaggio del Popolo di Dio attraverso la storia. Nella lettura tratta dal Vecchio Testamento, il Secondo Libro dei Maccabei racconta la storia dell'incrollabile fedeltà di Eleazaro alla santa legge di Dio, la sua prontezza nell'accettare la morte piuttosto che compiere il male. Posto dinanzi alla prova suprema, disse: "Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire la morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui" (2Mac 6,30).

La stessa cosa avviene nella Nuova Alleanza. Iniziando dal diacono Stefano (cfr.
Ac 7,54-60) e dall'Apostolo Giacomo (cfr. Ac 12,1-2), il Nuovo Testamento narra che un "gran numero di testimoni" (cfr. He 12,1) hanno dato la loro vita per professare la loro fede in Cristo e il loro amore incondizionato per lui. E nel corso dei secoli, pagine gloriose della Martirologia della Chiesa sono state scritte in ogni generazione. I figli e le figlie di molte Chiese in Asia sono registrati negli "archivi della verità, scritti a lettere di sangue" (CEC 2474). Io stesso ho ricevuto la grazia di canonizzare i martiri coreani e vietnamiti. Possiamo anche ricordare san Paul Miki e i suoi Compagni, martirizzati in Giappone, Lorenzo Ruiz, il primo santo delle Filippine, e san Peter Chanel che è morto martire nelle isole del Pacifico.

Nel corso dei secoli i "testimoni fedeli" sono stati presenti in gran numero (cfr. TMA 37). Le guerre, i campi di concentramento e l'intolleranza del nostro tempo hanno prodotto una grande semina di martiri in molte parti del mondo! Anche in Papua Nuova Guinea ci sono stati molti cristiani delle varie Chiese e comunità ecclesiali che hanno offerto la suprema testimonianza. Oggi il vostro concittadino, Pietro To Rot, un vulnerabile figlio del popolo Tolai, un catechista della Nuova Britannia, è entrato a far parte del loro novero. La Chiesa innalza ovunque lodi al Signore per questo nuovo dono.

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3. La sofferenza causata dalla recente e tragica eruzione ha avvicinato la comunità cristiana della Nuova Britannia al martire Pietro To Rot. Nel piano salvifico di Dio la sofferenza "più di ogni altra cosa, rende presenti nella storia dell'umanità le forze della Redenzione" (Salvifici doloris, n. 27). Proprio come il Signore Gesù ha salvato il suo popolo amandolo "sino alla fine" (
Jn 13,1), "fino alla morte e alla morte in croce" (Ph 2,8), così continua anche ad invitare ogni discepolo a soffrire per il Regno di Dio. Quando viene unita alla Passione redentrice di Cristo, la sofferenza umana diventa uno strumento di maturità spirituale e una magnifica scuola di amore evangelico.

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4. Il Beato Pietro comprese il valore della sofferenza. Ispirato dalla sua fede in Cristo, egli fu un marito devoto, un padre amoroso e un catechista impegnato, noto per la sua cordialità, la sua gentilezza e la sua compassione. La Messa quotidiana e la Santa Comunione, oltre alle frequenti visite a Nostro Signore nel Santo Sacramento, lo sostennero e gli diedero la saggezza per consigliare coloro che avevano smarrito la speranza e il coraggio di perseverare fino alla morte. Per essere un evangelizzatore efficiente, Pietro To Rot studio molto e chiese consiglio a "grandi uomini" saggi e santi. Soprattutto prego per se stesso, per la sua famiglia, per il suo popolo, per la Chiesa. La sua testimonianza del Vangelo ispiro gli altri, in situazioni molto difficili, dato che egli viveva la sua vita cristiana con grande gioia e purezza. Senza saperlo, si preparo per tutta la sua vita al dono più grande: rinunciando a se stesso ogni giorno, cammino con il suo Signore lungo la strada che conduce al Calvario (cfr.
Mt 10,38-39).

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5. Nei periodi di persecuzione, la fede degli individui e delle comunità "si prova col fuoco" (
1P 1,7). Tuttavia Cristo ci dice che non c'è ragione di aver paura.

Coloro che vengono perseguitati per la loro fede saranno più eloquenti che mai: "non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (Mt 10,20). così è stato per il Beato Pietro To Rot. Quando il villaggio di Rakunai fu occupato, durante la seconda Guerra Mondiale, e dopo che gli eroici sacerdoti missionari erano stati imprigionati, egli si assunse la responsabilità della vita spirituale dei suoi abitanti. Non solo continuo ad istruire i fedeli e a visitare i malati, ma battezzo, presenzio i matrimoni e le preghiere.

Quando le autorità legalizzarono e incoraggiarono la poligamia, il Beato Pietro, sapendo che ciò andava contro i principi cristiani, denuncio fermamente tale pratica. Grazie allo Spirito di Dio che dimorava in lui, egli proclamo coraggiosamente la verità circa la santità del matrimonio. Rifiuto di prendere la "via più facile" (cfr. Mt 7,13) del compromesso morale. "Devo compiere il mio dovere come testimone nella Chiesa di Gesù Cristo" spiego. Non lo fermo il timore della sofferenza e della morte. Durante la sua ultima prigionia, Pietro To Rot rimase sereno, persino gioioso. Egli disse alla gente che era pronto a morire per la fede e per il suo popolo.

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6. Nel giorno della sua morte, il Beato Pietro chiese a sua moglie di portargli il suo crocifisso di catechista. Lo accompagno fino alla fine. Condannato senza essere processato, sopporto tranquillamente il suo martirio. Seguendo le orme del suo Maestro, "l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo" (
Jn 1,29), anche lui fu "condotto come un agnello al macello" (cfr. Is 53,7). E ciononostante questo "chicco di grano" che è caduto silenziosamente in terra (cfr. Jn 12,24) ha prodotto una messe di benedizioni per la Chiesa in Papua Nuova Guinea! Si, la saggezza del Vangelo ci dice che la vita eterna si ottiene attraverso la morte, e la vera gioia attraverso la sofferenza. Per comprendere ciò dobbiamo giudicare con i criteri divini e non con quelli umani! (cfr. Mt 16,23).

La Lettura di questa mattina dalla Prima Lettera di Pietro dice: "Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché... lo Spirito di Dio riposa su di voi" (1P 4,14). Queste parole si possono applicare a Pietro To Rot. Esse descrivono la particolare "beatitudine" delle persone "di ogni tribù, lingua, popolo e nazione" (Ap 5,9) che sopportano il martirio in ogni epoca della Chiesa.

Agli occhi di Dio, coloro che sono stati perseguitati per la loro fedeltà al Vangelo sono realmente beati, poiché grande sarà la "ricompensa nei cieli" (Mt 5,12).

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7. Sono particolarmente contento che vi siano qui tanti catechisti provenienti da tutto il Paese. Voi, cari catechisti, siete "testimoni diretti, evangelizzatori insostituibili... la forza basilare delle comunità cristiane" (
RMi 73). Fin dagli inizi, l'opera dei catechisti laici in Papua Nuova Guinea ha apportato "un contributo singolare ed insostituibile alla propagazione della fede e della Chiesa" (AGD 17). A nome dell'intera Chiesa vi ringrazio per l'opera santa che state svolgendo. Possa Dio premiare e benedire ognuno di voi.

L'esempio del Martire parla anche alle coppie sposate. Il Beato Pietro To Rot aveva un'alta considerazione del matrimonio e, nonostante il grande rischio personale e l'opposizione, difese l'insegnamento della Chiesa sull'unità del matrimonio e sul bisogno di fedeltà reciproca. Tratto sua moglie Paola con grande rispetto, e pregava con lei ogni mattina e ogni sera. Per i suoi figli nutriva un profondo affetto e trascorreva con essi più tempo possibile. Se le famiglie sono buone, i vostri paesi saranno pacifici e buoni. Mantenetevi fedeli alle tradizioni che difendono e rafforzano la vita familiare!

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8. Un saluto speciale ai numerosi giovani qui presenti. Il Beato Pietro è un modello anche per voi. Egli vi insegna a non preoccuparvi solo per voi stessi, ma a mettervi generosamente al servizio degli altri. Come cittadini, dovreste sentire il bisogno di lavorare per migliorare il vostro Paese, e per garantire che la società si sviluppi in onestà e giustizia, in armonia e solidarietà. Come seguaci di Cristo, guidati dalle verità del Vangelo e dagli insegnamenti della Chiesa, costruite sulla solida roccia della fede e compite il vostro dovere con amore. Non abbiate paura d'impegnarvi nel compito di far conoscere e amare Cristo, in particolare tra le numerose persone della vostra età, che costituiscono la maggior parte della popolazione.

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9. Per la Chiesa in Papua Nuova Guinea, la Beatificazione di Pietro To Rot apre un nuovo periodo di maturità cristiana. Nella storia della Chiesa locale, in ogni Paese il primo martire indigeno segna sempre un nuovo inizio. Per questa ragione, come Pastore della Chiesa universale, ho desiderato fervidamente di condividere questa grande gioia con voi e unirmi a voi nel rendere grazie a Dio per il primo Beato di Papua Nuova Guinea.

All'intercessione del nuovo Beato desidero affidare con particolare affetto il popolo di Bougainville, popolo che per sei anni ha subito le tragiche conseguenze della violenza, della guerra e della distruzione. Rivolgo una speciale parola d'incoraggiamento al Vescovo Gregory Singkai e alla Chiesa in Bougainville, che stanno portando un pesante fardello fisico e spirituale. Lancio un serio appello a tutte le parti in causa perché sappiano negoziare una soluzione in spirito di buona volontà e di costruttiva apertura. Prego affinché il dialogo avviato di recente conduca presto a una pace equa e duratura, nel rispetto delle legittime aspirazioni e dei diritti di tutte le persone coinvolte. Possano la riconciliazione e l'armonia prevalere nuovamente, affinché la ricostruzione a cui tutti anelano possa iniziare.

Al popolo della Nuova Britannia, ai concittadini del Beato Pietro To Rot, martire-catechista di Rakunai, ripeto le parole della Lettera di Pietro: "Rallegratevi... nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo" (
1P 4,13). La vostra recente tragedia vi ha reso simili al vostro Martire, diversi nel tipo di sofferenza che avete dovuto sopportare, ma come lui configurati alla Passione e alla Morte del Signore. Gesù crocifisso è il segno dell'amore inesauribile di Dio per ognuno dei suoi figli, per ognuno di voi.

Desidero che voi ricordiate sempre Pietro To Rot. Dovete sempre pensare alla sua fede; dovete sempre pensare alla sua vita nella famiglia; dovete sempre pensare al suo lavoro come catechista. Poiché egli ci mostra la via. Mostra la via a tutti noi, ma in particolare alle famiglie qui in Papua Nuova Guinea, ai giovani e a tutti coloro, uomini e donne, che predicano la parola di Dio al popolo.

Gioite! Possa la vostra tristezza trasformarsi in gioia! Amen (Al termine della Celebrazione Eucariristica il Papa ha rivolto le seguenti parole ai fedeli radunati al "Sir John Guise Stadium":] Miei fratelli e sorelle della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone, partecipo profondamente con voi alla gioia per aver proclamato il primo Beato del vostro popolo, della vostra Chiesa.

Le mie felicitazioni ad ognuno di voi, ai Vescovi, ai sacerdoti, ai missionari, ai catechisti, a tutti i catechisti - è una grande festa di tutti i catechisti dovunque nel mondo - alle vostre famiglie.

Dio benedica le vostre famiglie, i vostri catechisti e tutti voi, ognuno di voi, la Chiesa e la società.

Sia lodato Nostro Signore Gesù Cristo! Grazie

Data: 1995-01-17 Data estesa: Martedi 17 Gennaio 1995


GPII 1995 Insegnamenti 118