GPII 1995 Insegnamenti 163

Omelia: la Santa Messa per la Beatificazione di suor Mary MacKillop nel "Randwick Racecourse" - Sydney

Titolo: Dall'esempio della vostra Beata scaturisca la forza per difendere la vita dai mali dell'aborto e dell'eutanasia per incoraggiare la famiglia e per proclamre la giustizia

"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33).

Cari Fratelli e Sorelle,

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1. Stiamo celebrando un evento straordinario nella vita della Chiesa in questa terra: la beatificazione di Madre Mary MacKillop, la prima australiana dichiarata formalmente beata in cielo. Gioisco con tutti voi: con il Cardinale Clancy e i miei Fratelli nell'Episcopato, con i sacerdoti, i religiosi, con tutti voi, uomini e donne, famiglie, giovani e bambini, che offrono un segno raggiante e autentico della vitalità della Chiesa. Ringrazio Dio perché mi ha permesso di celebrare questa Beatificazione, proprio qui in terra australiana. In verità l'Australia stessa rappresenta un tipo di sfondo per le riflessioni che vorrei condividere con voi.

Alcune settimane fa la Chiesa ha celebrato la Solennità della Nascita del Signore, e la Liturgia di oggi ancora echeggia quel mistero di salvezza. La prima lettura del Profeta Isaia richiama la Liturgia dell'Avvento e ha alcune immagini che sono proprio applicabili al vostro Continente. Isaia scrive: "nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio" (40,3). Il Profeta parla dei contrasti delle valli e delle montagne, di terreno accidentato e di pianura (cfr. 40,4). In tutto ciò naturalmente egli si riferisce alla geografia della Terra Santa. Ma queste stesse immagini non richiamano anche alla mente la geografia dell'Australia? Nel centro dell'Australia non c'è un enorme deserto, di cui solo i confini esterni sono ricchi e fertili? Non ci sono forse aspre pianure e profonde valli? Accanto a terreni accidentati non troviamo forse paesaggi piacevoli e ospitali?

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2. I contrasti vanno oltre la semplice topografia; essi sono anche evidenti nelle origini etniche della gente. Per la sua storia di ospitalità verso gli immigranti, l'Australia è diventata una terra di incontri tra culture e civiltà molto diverse.

Anche prima che gli europei arrivassero qui, più di due secoli fa, gli aborigeni erano già stati presenti per decine di migliaia di anni. Infatti gli etnologi ci riferiscono che gli abitanti originari dell'Australia sono tra i più antichi popoli della terra. Questi contrasti tra le genti e le culture rendono la vostra nazione una meravigliosa miscela di vecchio e di nuovo, cosicchè l'Australia oggi è una terra di diversità e di unità, arricchita dai contributi che questi vari singoli e gruppi danno alla formazione della società.

L'esortazione del Profeta Isaia assume un particolare rilievo per coloro che si sono qui riuniti, e per tutto il popolo cattolico dell'Australia. E' qui, nella vostra stessa terra, che la strada del Signore dovrebbe venir preparata, in modo che l'Australia sia un luogo in cui "si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà" (
Is 40,5). Infatti questa gloria si è già rivelata abbondantemente in Mary MacKillop, e la Chiesa, dichiarandola "Beata", dice che la santità invocata dal Vangelo è australiana come ella era australiana. E' questo il messaggio che desidero rivolgere in particolare alle figlie spirituali di Madre MacKillop, cioè i membri della Congregazione da lei fondata. State certe, care Sorelle, che la Chiesa ha bisogno della vostra testimonianza e della vostra fedeltà. Anche l'Australia apprezza la vostra presenza e il vostro devoto apostolato.

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3. E' significativo che Madre Mary MacKillop abbia dato alla sua Congregazione il nome di San Giuseppe, una persona che ha impegnato il suo essere e la sua vita alla Provvidenza amorosa di Dio. Gesù di Nazareth era un uomo di fiducia sconfinata. Solo così ha potuto vivere la chiamata unica che aveva ricevuto da Dio, di diventare lo sposo della Vergine Maria e il custode del Figlio di Dio.

Nella storia della Chiesa San Giuseppe è sempre stato uno speciale modello di santità. Senza dubbio, dando il nome di San Giuseppe alla sua Congregazione, la Beata Mary MacKillop esprimeva una qualità della sua vita spirituale, una qualità che poi divento un carisma per i suoi seguaci e per coloro di noi che oggi imparano dal suo esempio.

Nel Vangelo il Signore dice: "per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, ... guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?" (
Mt 6,25-26). Giuseppe, l'"uomo giusto", visse secondo queste parole. Queste parole ci fanno vedere dentro quello che deve essere l'atteggiamento fondamentale di ogni vita spirituale: apertura, fiducia e serenità, nella certezza, dell'amore speciale di Dio per ogni essere umano, "che è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa" (GS 24).

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4. Il Signore conclude il suo insegnamento confidando nella Provvidenza, con l'invito: "non affannatevi... il Padre vostro celeste infatti sa di che cosa avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (
Mt 6,31-33). Nella storia del Cattolicesimo australiano, questa "ricerca del regno di Dio" è stata conseguita in un modo egregio dalla Beata Maria della Croce.

Nella vastità del continente australiano, la Beata Mary MacKillop non si è lasciata scoraggiare dal grande deserto, dalle immense distese dell'entroterra, né dallo squallore spirituale che colpiva tanti suoi compagni della città.

Piuttosto ella preparo audacemente la strada del Signore nelle situazioni più difficili. Con gentilezza, coraggio e compassione ella fu il messaggero della Buona Novella in mezzo agli sperduti che lottano per la vita e ai baraccati della città. Madre Maria della Croce sapeva che dietro l'ignoranza, la miseria e la sofferenza che aveva incontrato c'era della gente, c'erano uomini e donne, giovani e vecchi, che tendevano verso Dio e la sua giustizia. Ella sapeva, poiché era una vera figlia del suo tempo e del suo luogo: la figlia degli immigrati che dovettero sempre lottare per costruire una vita per loro nel loro nuovo territorio. La sua storia ci ricorda il bisogno di accogliere la gente, di accostarsi a quelli che sono soli, che soffrono di privazioni, gli svantaggiati. Lottare per il regno di Dio e per la sua giustizia significa lottare per vedere Cristo nello straniero, incontrarlo in loro e aiutarli ad incontrarlo in ognuno di noi!

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5. Proprio come al tempo di Madre MacKillop, anche oggi la comunità cristiana si trova di fronte a molti "deserti": le terre squallide dell'indifferenza e dell'intolleranza, la desolazione del razzismo e il disprezzo verso altri esseri umani, l'aridità dell'egoismo e della infedeltà: il peccato in tutte le sue forme e le sue espressioni, e lo scandalo del peccato magnificato dai mezzi della comunicazione sociale. Se la Chiesa richiama continuamente alla legge di Dio, scritta nel cuore umano e rivelata nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, lo fa non per un attaccamento arbitrario alla tradizione passata e per una visione antiquata. E' che l'uomo distaccato dal suo Creatore e Redentore non può compiere il suo destino e non avrà pace. Dovunque la Chiesa deve essere "il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana" (
GS 76). Difendendo la vita dal male dell'aborto e dell'eutanasia, incoraggiando una forte vita familiare di fronte alle vecchie e nuove sfide alla sua stabilità, facendo avanzare la giustizia ad ogni livello attraverso la sua dottrina sociale, la Chiesa è un vero fermento evangelico in ogni sfera dell'attività umana (GS 40). Il grande documento del Concilio Vaticano Secondo sulla Chiesa nel Mondo Moderno ha rappresentato per i membri della Chiesa un richiamo appropriato per ogni tempo: i Cristiani "niente possono desiderare più ardentemente che servire con sempre maggiore generosità ed efficacia" (GS 93).

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6. Come possiamo fare ciò? La risposta chiara e inequivocabile di San Paolo è contenuta nella Seconda Lettura di questa Messa. Le sue parole ai Colossesi indicano cosa c'è alla base di ogni vocazione cristiana. Egli dice: "Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione" (
Col 3-14). Cosa significa "al di sopra di tutto vi sia la carità"? San Paolo spiega: "Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente" (Col 3,12-13). Qui San Paolo trae la sua ispirazione dalle Beatitudini, e in quello stesso spirito scrive sulla pace di Cristo, alla quale siamo stati tutti chiamati (cfr. Col 3,15), e sul bisogno di ringraziare in tutte le cose (cfr. Col 3,17).

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7. In questa solenne Liturgia la Chiesa esprime la sua gratitudine a Madre Maria della Croce, alla Comunità Religiosa da lei fondata e a tutte le Comunità Religiose. Il recente Sinodo dei Vescovi dedicato alla vita e alla missione della vita consacrata ha pienamente riconosciuto il grande contributo reso dalle Comunità Religiose alla Chiesa, alla cultura e alla civiltà in tutto il mondo.

Rispondendo all'invito di San Paolo ad essere "riconoscenti" (
Col 3,15) noi, in occasione di questa Beatificazione, esprimiamo il nostro grazie a Cristo Signore per il grande servizio che gli uomini e le donne consacrate rendono all'Australia nel campo dell'istruzione e della sanità, e così in tante altre attività a nome del bene comune. Preghiamo dunque per una nuova fioritura delle vocazioni religiose, cosicché queste Comunità continuino ad essere un segno vitale della presenza di Gesù Cristo in mezzo a voi! E' bene che voi questa volta stiate applaudendo gentilmente per il Papa. Grazie.

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8. Si, Gesù è presente a Sydney, e in tutta l'Australia! Attraverso di lui, tutta la creazione, e in particolare tutta l'umanità può ringraziare il Padre per i regali della Creazione e della Redenzione e per le buone cose che provengono dalle mani dell'uomo. Cristo conferisce a tutta la vita un "significato eucaristico".

Gli uomini e le donne di oggi spesso dimenticano questo: essi pensano di essere i creatori di questi beni e perdono facilmente di vista Dio. Da ciò risulta che non riescono ad impegnarsi per il regno di Dio e troppo spesso non si preoccupano della sua giustizia.

I Santi, al contrario, ci insegnano a vedere Cristo presente in Australia, a Sydney. Essi ci insegnano a vedere Cristo come centro e apice del dono generoso di Dio all'umanità. Per questa ragione la Chiesa li onora, li innalza agli altari e li propone come modelli da imitare. Essi sono araldi del vero significato della vita umana. Sia benedetto Dio nei suoi santi!

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9. "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (
Mt 6,33).

Con queste parole ho dato inizio a all'omelia, e con esse voglio concludere.

La Beatificazione di Madre Mary MacKillop vuol essere una specie di "consacrazione" del popolo di Dio in Australia. Attraverso la sua testimonianza, la verità dell'amore di Dio e i valori del suo regno sono stati resi visibili in questo Continente - valori che sono la vera base della società australiana. Possa la vostra nazione restare fedele alla sua eredità cristiana! Possa la Chiesa peregrina in Australia continuare a portare avanti la sua missione, proclamando il regno di Dio e la sua giustizia! E nell'ultimo giorno penso ancora ai tanti pellegrini. Vedo i giovani di Manila, provenienti da così tante nazioni del mondo... che rappresentano la Chiesa pellegrina, il popolo pellegrino di Dio. Cantano tutti con noi, Te Deum laudamus.

Stiamo cantando dunque per questa celebrazione, per Dio che lodiamo. Tutta la Chiesa pellegrina canta, gioisce, gioisce in Australia. Cristo è qui a Sydney e ovunque. Cristo è qui. Grazie. Alleluia (Al termine della celebrazione eucaristica il Santo Padre ha salutato i presenti con le parole che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:] Saluto tutti gli australiani, a cominciare dagli aborigeni dell'Australia e della Nuova Zelanda e poi tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla preghiera: gli irlandesi, tutti gli australiani irlandesi, tutti gli italiani, tutti i croati, i polacchi, gli ucraini e i vietnamiti. Tutti insieme..., anche i messicani, i polacchi...

Noi tutti lodiamo il Signore! Di nuovo, grazie a tutti voi! Grazie alla beata Mary MacKillop e alla Congregazione delle Suore che ha fondato e che è presente qui oggi.

Di nuovo, grazie per la vostra pazienza e per la vostra perseveranza.

Il Cardinale Clancy avrebbe voluto la pioggia domani, solo domani...

Il Papa oggi, il Cardinale Clancy domani.

Sia lodato Gesù Cristo!

Data: 1995-01-19 Data estesa: Giovedi 19 Gennaio 1995

Il congedo: al momento della partenza dall'aeroporto internazionale "Kingsford-Smith" - Sydney

Titolo: L'amore per libertà e per la giustizia non serve se non accresce il rispetto per la sacralità della vita

Cari amici, Caro popolo dell'Australia,

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1. Nel salutare il vostro caro Paese, ringrazio tutti di cuore per l'ospitalità che mi è stata dimostrata in ogni momento di questa breve visita. Con il vostro calore, la vostra cordialità e il vostro entusiasmo, avete confermato che, come già credevo, il popolo dell'Australia rimane il più grande dei doni che abbondano nella vostra nazione! Sono particolarmente grato al Governatore Generale, al Primo Ministro e a tutte le autorità civili per il loro cortese aiuto nel rendere possibile questa visita. A tutti coloro che si sono occupati della sicurezza, agli operatori dei mezzi di comunicazione sociale che hanno seguito questo memorabile avvenimento e, in particolare, al Cardinale Clancy e ai miei Fratelli nell'Episcopato e alle migliaia di uomini e donne che hanno collaborato alla preparazione di questi due giorni - a tutti voi esprimo il mio sincero ringraziamento.

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2. Tra i vivi ricordi che portero con me vi è quello di una grande e santa donna, Mary MacKillop, la prima australiana ad essere ufficialmente annoverata tra i Beati dalla Chiesa. Dio ha preso questa figlia del vostro Paese, rendendola segno di grandezza spirituale, modello di santità personale e di servizio al bene comune, per essere contemplata e ammirata da tutte le genti, non solo in Australia, ma in tutto il mondo. La vita di Madre Mary parla in modo eloquente, perché Ella era fermamente ancorata in un qualcosa che ogni cuore umano desidera: la pace interiore, quella pace che deriva dalla consapevolezza di essere amati da Dio, e dal desiderio di corrispondere al suo amore (cfr. Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 1995, 5). E' questa la lezione semplice e tuttavia profonda della Beata Mary MacKillop. Lei sapeva che Dio l'amava e non ne dubitava; liberamente e modestamente rispose a questo amore con fiducia e coraggio.

Affrontando ogni ostacolo, non allontanando nessuno e dimostrando compassione e comprensione per tutti, essa riusci a ispirare pace interiore e forza agli altri.

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3. A tutti gli australiani rivolgo questo appello: non esitate a utilizzare le vostre risorse spirituali per rinnovare le vostre famiglie e l'intera società! Utilizzate la vostra ricca diversità multiculturale per favorire maggiormente tra di voi una stima e un arricchimento reciproci! Siate consapevoli che il vostro amore per la libertà e la giustizia non serve a nulla se non accrescete il rispetto per la sacralità della vita e per la dignità umana di ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio (cfr.
Gn 1,26-27)! Il fatto di avere incontrato tanti di voi durante questi due giorni, mi ha rammentato l'ampiezza del vostro Paese e l'abbondanza delle vostre benedizioni.

I vantaggi e le risorse di cui godete vi pongono in una posizione di responsabilità in Oceania e nell'Area del Pacifico e verso il vasto continente asiatico che sta vivendo un rapido sviluppo. Con l'aiuto di Dio dovete continuare a operare per portare avanti la causa della pace, per favorire uno sviluppo umano integrale e per alleviare, per quanto possibile, l'oppressione della povertà, della fame e delle malattie.

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4. Caro popolo dell'Australia: Vi lascio il mio saluto con grande fiducia per il vostro futuro. La prossima volta che ascolterete i versi del vostro inno nazionale e canterete le parole "la nostra terra abbonda di doni della natura di ricca e rara bellezza", ringraziate Dio di cuore per le molte benedizioni che vi ha dato.

Ringraziatelo della libertà di cui godete, della libertà di scegliere ciò che è bene e giusto. Ringraziatelo per le vostre famiglie, per i bambini, che sono una promessa certa di un domani migliore. Trattate i poveri e i bisognosi con reale interesse e solidarietà pratica. Pensate a Madre Mary MacKillop e imparate da lei ad essere un dono di amore e compassione l'uno per l'altro, per tutti gli australiani e per il mondo.

Possa Dio proteggere il vostro amato Paese! Avanti, bella Australia!

Data: 1995-01-20 Data estesa: Venerdi 20 Gennaio 1995

L'arrivo: il discorso durante la cerimonia di benvenuto nel Segretariato della Presidenza della Repubblica - Sri Lanka

Titolo: "Vengo come pellegrino di buona volontà con null'altro con me se non la pace nel cuore"

Presidente, Primo Ministro, Signore e Signori,

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1. Sono profondamente grato a lei Presidente, a lei Primo Ministro e a tutti voi per la calorosa accoglienza nello Sri Lanka. Da molti anni avevo sperato di poter visitare la "Perla dell'Oceano indiano", risplendente di bellezza naturale, la terra di Mahavansa, una nazione orgogliosa della sua antica cultura, un Paese noto per la sua gente ospitale e sorridente. Come il mio Predecessore, Papa Paolo VI, venticinque anni fa, vengo come amico da Roma, dove già duemila anni fa la venerabile civiltà fiorita in questo Paese era conosciuta e apprezzata. Vengo come pellegrino di buona volontà, con null'altro con me se non la pace nel mio cuore.

Conosco bene la ricca eredità spirituale del vostro Paese, rivelata non soltanto dal vigore delle vostre tradizioni religiose, ma anche dalla notevole armonia e dal rispetto reciproco che si sono sviluppati fra i seguaci delle varie religioni.

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2. Desidero che la mia visita sia un segno della profonda stima che nutro per tutti gli abitanti dello Sri Lanka. In particolare, esprimo la mia più grande stima per i seguaci del Buddismo, la religione principale nello Sri Lanka con i suoi Brahmaviharas, i quattro grandi valori di Metta, Karuna, Mudita e Upekkha: cordialità, compassione, simpatia e equanimità; con i suoi valori trascendentali e le gioie degli Shanga espressi così splendidamente nelle Theragathas. Spero con tutto il cuore che la mia visita contribuisca a rafforzare la buona volontà fra noi e che possa assicurare tutti del desiderio della Chiesa cattolica di intrattenere il dialogo interreligioso e di cooperare nell'edificazione di un mondo più giusto e fraterno. A tutti stendo la mano dell'amicizia, riportando le splendide parole del Dhammapada: "una sola parola che dà pace è meglio di mille parole inutili".

Il fatto che la religione rivesta un ruolo così importante nella vita del popolo dello Sri Lanka è manifestato con chiarezza ovunque nei vostri luoghi di culto e nei vostri santuari: buddisti, hindù, musulmani e cristiani. Gli eventi della vita quotidiana vengono animati da una grande varietà di riti religiosi. I credi religiosi ispirano i valori comuni, quali l'accettazione degli altri, il dialogo, la comprensione nella ricerca della verità.

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3. Spero vivamente che nel momento in cui lo Sri Lanka lotta per un ulteriore sviluppo economico e sociale, il vostro ricco patrimonio spirituale possa aiutarvi a trovare un giusto equilibrio fra la ricerca del progresso materiale, la sollecitudine per il bene comune e l'apertura ai bisogni dei poveri e degli emarginati. E' necessario e urgente che la società sostenga le famiglie, educhi i bambini nel rispetto per gli altri e difenda la sacralità della vita contro ogni forma di violenza. Possano tutti gli abitanti dello Sri Lanka di buona volontà essere forti e perseverare nei loro sforzi volti a trovare una soluzione giusta e pacifica al conflitto etnico che ha spaventato la vita della nazione in tempi recenti, con le sue vittime, la sua distruzione e le sue terribili conseguenti sofferenze. I passi recentemente mossi in questa direzione alimentano la speranza (che le persone di buona volontà condividono con voi) che coloro che ne sono coinvolti rifiutino la violenza e facciano riferimento alle vostre tradizioni di tolleranza nella ricerca di un'armonia che nasce dalla riconciliazione e dal pieno rispetto per la diversità dei membri della società.

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4. Domani mi uniro in preghiera con la comunità cattolica dello Sri Lanka per celebrare la beatificazione di Padre Joseph Vaz, uomo santo e di pace, che ha meritato il rispetto dei suoi contemporanei grazie alla propria umiltà, bontà e tolleranza. Sono certo che nell'onorare la memoria di questo santo sacerdote, i cattolici dello Sri Lanka saranno incentivati a continuare ad operare per la riconciliazione e la pace in uno spirito di servizio verso tutti i propri concittadini e in solidarietà con essi.

Nel ringraziare le massime autorità dello Stato per il loro cordiale invito a visitare lo Sri Lanka in questa occasione, desidero assicurare tutti, indipendentemente dalla loro formazione religiosa, etnica o culturale, del fatto che la beatificazione del servo di Dio, Padre Joseph Vaz, sebbene principalmente un evento cattolico, è allo stesso tempo un sincero omaggio alle profonde tradizioni religiose di tutto il popolo di questa terra! Dio benedica lo Sri Lanka! Possa concedervi la Pace! Lunga vita! Saluti!

Data: 1995-01-20 Data estesa: Venerdi 20 Gennaio 1995

I Vespri con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi ed i laici impegnati, nella Cattedrale di Colombo - Sri Lanka

Titolo: Il seme della fede, piantato in quest'isola dai primi missionari, ha dato frutti abbondanti

Fratelli nell'Episcopato, Cari Sacerdoti e Sorelle, Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

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1. Questa sera la nostra preghiera è una preghiera di gioia e di ringraziamento.

Questa bellissima Cattedrale di Santa Lucia, costruita ad imitazione della Basilica di San Pietro a Roma, è un simbolo della nostra comunione nella fede, la fede che Pietro e gli altri apostoli furono mandati a proclamare in tutto il mondo. Come Vescovo di Roma e Successore di Pietro sono veramente lieto di poter visitare la comunità cattolica dello Sri Lanka e di confermarvi nella vostra dedizione al Signore e Salvatore Gesù Cristo (cfr.
Lc 22,32). Sono grato al Vescovo Edmund Fernando per le parole gentili che ha pronunciato a vostro nome.

Sono anche lieto di constatare la presenza di illustri rappresentanti delle varie comunità cristiane nello Sri Lanka, e li ringrazio per aver voluto partecipare a questa preghiera serale con noi.

Il seme della fede, piantato in quest'isola dai primi missionari e alimetato attraverso l'instancabile apostolato di Padre Joseph Vaz, ha dato frutti abbondanti di vita ecclesiale. La Chiesa dello Sri Lanka è diventata veramente matura! Siete guidati da una gerarchia locale, serviti da molti sacerdoti, religiosi e laici, e benedetti da molte vocazioni. Pur essendo un "piccolo gregge" (cfr. Lc 12,32), date un grande contributo alla vita della nazione attraverso la vostra testimonianza spirituale e i risultati da voi ottenuti in molti campi del servizio, in particolar modo in quelli dell'educazione e dello sviluppo umano.

Nel ringraziare per queste benedizioni, ricordate che i doni di Dio sono le fondamenta sulle quali ogni generazione è chiamata a costruire. Preghiamo affinché le celebrazioni che si terranno domani in onore di Padre Joseph Vaz siano un'occasione, per i cattolici dello Sri Lanka, di rinnovare il loro impegno a vivere pienamente la fede per la quale i loro antenati sono stati disposti a soffrire così tanto. Possa Padre Vaz essere una perenne ispirazione per la Chiesa dello Sri Lanka nello svolgere la sua missione di testimoniare il Vangelo, che "è potenza di Dio per la salvezza di chiunque" (Rm 1,16).

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2. Nel sacro testo che abbiamo appena ascoltato, vediamo come Gesù applico a se stesso l'antica profezia di Isaia, il quale predisse che il Messia, ricolmo dello Spirito, avrebbe predicato la Buona Novella della grazia di Dio ai poveri, la libertà agli oppressi, e pace laddove vi sono ostilità e conflitti (cfr.
Lc 4,21).

Proclamare il messaggio della salvezza è la prima priorità della vita della Chiesa e il servizio più importante che essa rende agli individui e alla società (cfr. RMi 44). Ogni altra opera svolta dai Cristiani nasce dall'impegno della Chiesa all'evangelizzazione e riconduce a tale impegno, inteso non solo come proclamazione di un messaggio, ma anche come comunicazione di una "nuova vita" nella grazia di Cristo. Ogni aspetto dell'apostolato - ovvero l'educazione, l'assistenza sanitaria, i servizi sociali, la solidarietà e il dialogo interreligioso - vuole manifestare l'amore che il Padre ha donato al mondo in Gesù suo Figlio, l'amore che egli riversa nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo, che ci è stato donato (cfr. Rm 5,5). Cari Fratelli e Sorelle, siate messaggeri gioiosi di Cristo, desiderosi di condividere con gli altri la nuova vita che avete ricevuto, nel completo rispetto della libertà e della coscienza di ogni individuo. Questa testimonianza non è sempre facile e può spesso incontrare dei rifiuti, ma i veri discepoli di Cristo, come gli apostoli, non possono "tacere" ciò che hanno "visto e ascoltato" (Ac 4,20).

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3. Cari Fratelli nel Sacerdozio, il vostro intero essere è permeato dalla configurazione sacramentale al Signore, che avete accolto negli ordini sacri.

Accentrate la vostra vita in Cristo, Sommo Sacerdote, che incontrate ogni giorno nei misteri che celebrate e che amministrate. Il vostro sviluppo spirituale deve essere caratterizzato da una costante conversione - la metànoia - e dalla crescita nell'immagine di Dio. I pilastri della vostra vita interiore dovrebbero essere l'eucaristia e la penitenza, poiché in questi incontri venite a conoscere in modo profondo sia la vostra peccaminosità, sia l'efficacia dell'infinita misericordia di Dio. La vostra unione con il Signore deve essere chiaramente visibile ai fedeli, che devono considerarvi segni viventi del potere trasformante della grazia divina, proprio come fu per Padre Vaz.

La vostra santità di vita è la condizione indispensabile per un'autentica inculturazione del Vangelo in questa terra di antiche tradizioni religiose. Attenti, quindi, alla tentazione di permettere agli aspetti più pratici e immediati del vostro apostolato di togliervi il tempo di cui avete bisogno ogni giorno per "stare con il Signore" (cfr.
Mc 3,14-15). Siate rinnovati nella mente e nel cuore, affinché possiate pensare sempre più con la mente della Chiesa - sentire cum Ecclesia - vedere con i suoi occhi, giudicare ogni cosa alla luce del potere incomparabile della Croce di Cristo. E' questo l'incoraggiamento che voglio dare a voi e a tutti i sacerdoti, soprattutto a quelli che sono afflitti da problemi interiori o feriti nei loro cuori dalle conseguenze del triste conflitto che ha devastato il vostro bellissimo Paese.

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4. Sono particolarmente felice di incontrare tanti religiosi e tante religiose.

Cari Fratelli e Sorelle, voi siete segni dell'amore di Dio, messaggeri del suo Regno e testimoni della gioia che scaturisce dal seguire Cristo con tutto il cuore. Cercate di avvicinarvi al Signore ogni giorno di più, in uno spirito di comunione con tutti i membri del suo Corpo. Come uomini e donne consacrati a Cristo, dovete essere esempio di povertà evangelica, mostrando semplicità e negazione di voi stessi nel vostro modo di vivere. Fate si che la vostra consacrazione si manifesti attraverso il vostro rifiuto verso stili di vita contrari ai valori del Vangelo.

Un prezioso contributo alla crescita del Regno di Dio in Sri Lanka è stato dato dai religiosi impegnati a catechizzare ed educare i giovani.

Collaborare con i genitori nel trasmettere la fede, intera e totale, alla successiva generazione, è un atto fondamentale dell'amore evangelico. E' un servizio che non può essere sostituito da nessun'altra cosa. Similmente, il vostro lavoro nell'educare i giovani nelle scuole e in altri centri è di vitale importanza per il futuro della Chiesa, oltre che per il progresso dell'intera società (cfr. Gravissimum educationis). Poiché il servizio che voi offrite al popolo di Dio è tanto importante in ogni Chiesa particolare, voi giustamente contate sull'incoraggiamento e la guida da parte dei Vescovi, coi quali collaborate nelle vigne del Signore.

Alcuni elementi di divisione esistenti all'interno della vostra società presentano delle sfide particolari per le comunità religiose, comunità che devono essere caratterizzate da armonia, amore fraterno e unità. Desidero quindi incoraggiarvi a essere testimoni di autentica comunione e pace, dimostrando così di essere tutti figli dello stesso Padre.

Desidero rivolgere una particolare parola di incoraggiamento e di gratitudine ai membri degli ordini contemplativi, che, con la loro costante preghiera e il loro amore totale e generoso, "danno incremento ad una misteriosa fecondità apostolica" (
PC 7). Carissime sorelle, continuate a pregare per i bisogni della famiglia umana, che ovunque soffre fame e sete di molte cose, ma soprattutto di Dio, che solo può calmare i nostri cuori inquieti. E per favore, pregate anche per me.

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5. Cari fedeli laici: ai tempi di Padre Vaz la Chiesa a Ceylon riusci a sopravvivere alle persecuzioni e a rifiorire grazie alla fedeltà dei suoi laici.

Come singoli uomini e donne e come membri di movimenti e associazioni laiche, il vostro contributo alla missione della Chiesa è assolutamente necessario, soprattutto di fronte ad atteggiamenti di secolarismo e materialismo, che sono tanto contrari alla profonda religiosità e al rispetto dei valori religiosi che fanno parte del vostro retaggio nazionale. E' vostro compito specifico portare la luce del Vangelo nelle famiglie e nelle comunità nelle quali vivete e lavorate. In particolare, come ha sottolineato il Concilio Vaticano II, "è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" (
LG 31). I cattolici dello Sri Lanka sono sfidati a svolgere il ruolo che loro compete nella Chiesa e di prendere l'iniziativa nell'essere lievito dei valori del Vangelo nel mondo degli affari, dei professionisti e della politica. Spero che la prossima "National Pastoral Convention" (Convegno Pastorale Nazionale), che ora è ancora in fase di preparazione, aiuti sia i laici che il clero a svolgere i loro rispettivi ruoli e ad adempiere alle loro responsabilità in seno alla comunità cristiana. Spero che tutti collaboreranno per affrontare le sfide di questo momento della Chiesa nel vostro Paese.

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6. Possa il Signore, al quale eleviamo in lode i nostri cuori durante questa preghiera serale, dare a tutti voi, membri della comunità cattolica dello Sri Lanka, la forza per un rinnovato impegno, nello spirito del vostro grande apostolo Padre Joseph Vaz, alla missione della Chiesa di proclamare il Vangelo di Gesù Cristo. Padre Vaz è un esempio eccezionale per Vescovi, sacerdoti, religiosi, così come per i laici. Il suo esempio di profondo amore per il prossimo, la sua autentica pietà e umiltà, la sua testimonianza della povertà evangelica e il suo zelo amorevole per le anime dovrebbe essere di ispirazione per ognuno di voi e per ognuno di noi.

Questo è "un anno di grazia del Signore" (
Lc 4,19), L'anno in cui la beatificazione di Joseph Vaz esorta ogni cattolico dello Sri Lanka a essere profondamente rinnovato in santità e in zelo verso il Vangelo. Possa Maria, Madre della Chiesa, per la quale i cattolici del vostro Paese hanno sempre avuto una tenera devozione, aiutare tutti voi a fare tutto ciò! In Cristo nostro Signore. E per terminare esprimo la mia gratitudine all'Arcivescovo di Colombo per averci invitato in questa splendida Cattedrale per questa preghiera serale.

Grazie di cuore.

(Al termine dell'incontro il Papa ha detto:] E' una cattedrale molto bella, ma noto che non è molto facile entrarci.

Siete molto forti nella vostra fede, e siete molto forti anche nel vostro...

stringervi attorno al Papa, vero? Ospitalità ottima. Ammiro enormemente la vostra ospitalità. L'ospitalità della comunità cattolica dello Sri Lanka... Vi sono molto grato! Amen.

Data: 1995-01-20 Data estesa: Venerdi 20 Gennaio 1995


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