GPII 1995 Insegnamenti 1038

L'incontro con la Conferenza Episcopale nella Residenza dell'Arcivescovo di Malines-Bruxelles

Titolo: Solo nella Verità si può realizzare la svolta culturale necessaria oggi per edificare una cultura della vita

Signor Cardinale, Cari Fratelli nell'Episcopato,

1039
1. Dopo la magnifica celebrazione della Pentecoste, che abbiamo appena vissuto, nel corso della quale ho avuto la gioia di procedere alla tanto attesa beatificazione di Padre Damiano, sono lieto di potermi intrattenere con voi, membri della Conferenza Episcopale del Belgio. Ringrazio il Cardinale Danneels per il messaggio di benvenuto che mi ha appena rivolto e per l'accoglienza che mi riserva ora con tutti voi nella sua casa.

Desidero porre sotto la protezione del nuovo Beato le riflessioni che vorrei condividere con voi. In effetti, se noi onoriamo un Servo di Dio con la beatificazione è perché lo consideriamo, specialmente per la Chiesa locale di cui è originario, come un membro eminente della comunione dei santi alla quale tutti noi partecipiamo. C'ispirano e c'incoraggiano nella nostra azione non solo l'evocazione degli aspetti importanti della sua esistenza nel secolo scorso, ma anche la sua esperienza esemplare e più ancora la sua presenza di intercessore attuale.

1040
2. I meriti di Padre Damiano derivano chiaramente dalla sua fede, anzi direi dal suo slancio verso Dio che salva gli uomini mediante Suo Figlio. L'apostolo della carità che si è dedicato ai suoi fratelli malati è stato parimenti un uomo dall'intensa vita spirituale. Che il suo coraggio di testimone del Vangelo possa stimolarci! Alla sua maniera semplice e modesta, egli può illuminare i fedeli delle vostre diocesi per rafforzare sempre più la loro vita di fede e la pratica concreta della loro vita ecclesiale. Damiano teneva tanto all'Eucaristia! Affidatevi alla sua intercessione affinché egli aiuti i suoi fratelli di oggi ad approfondire il senso della Messa domenicale, come voi gli chiedete nel vostro programma pastorale di valorizzazione del giorno del Signore.

Ricordiamo anche l'importanza che la confessione aveva per lui.

L'insieme della vita sacramentale deve essere presentato in modo costante e chiaro ai battezzati affinché comprendano che su di essa è incentrata la vita cristiana, fonte di grazia per ognuno e vincolo di comunione fra tutti. E' questo il fondamento autentico della vitalità delle parrocchie, una volta che si è compreso che la vita sacramentale è la fonte della missione e che essa si prolunga naturalmente nelle azioni pastorali più diverse. A tale proposito le vostre iniziative per la catechesi dei giovani sono fondamentali per consentire loro di giungere a una visione organica della fede, necessaria alla loro crescita spirituale. Allo stesso modo gli adulti hanno bisogno di progredire nella loro comprensione del ministero cristiano. Sono lieto di salutare qui la recente pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica nella sua versione neerlandese.

Spero inoltre che la vocazione sacerdotale e religiosa del Beato Damiano ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani del Belgio. Indubbiamente i cammini sono diversi e le espressioni variano con il tempo, ma l'appello del Signore resta fondamentalmente lo stesso: consacrare la propria vita a servirLo nelle membra del Suo Corpo che è la Chiesa; siate attenti al risveglio delle vocazioni, in particolare nell'ambito dei movimenti giovanili; offrite dunque ai giovani dei vostri seminari una formazione equilibrata che li prepari a un ministero ben inserito nella società del nostro tempo, grazie alla profondità della loro vita spirituale e alla serietà della loro formazione intellettuale.

1041
3. In Damiano, lo slancio verso Dio è inscindibile dall'amore per il prossimo: egli ha preso il posto di uno dei suoi fratelli poiché ha sentito il bisogno di portare il Vangelo a coloro che non lo conoscevano ancora. In lui questa è una prima forma di carità fraterna, e io so bene che numerosi missionari belgi l'hanno, come lui, ammirevolmente praticata. Eppure il compito resta immenso.

Vescovi, voi siete i primi responsabili dell'evangelizzazione: spetta a voi incoraggiare e stimolare quanti sono chiamati a portare la Buona Novella ai loro fratelli, sia nelle regioni lontane sia in quelle vicine. Lo spirito di Pentecoste, che consente di superare il timore e che parla in noi (cfr.
Mt 10,19) ci esorta a farlo specialmente oggi.

Il servizio ai poveri e ai malati rappresenta indubbiamente agli occhi del mondo l'aspetto più evidente della testimonianza di carità resa instancabilmente da Damiano, fino all'identificazione con i lebbrosi nel suo corpo e fino all'offerta della sua vita. E' forse necessario ribadire che l'amore per i poveri e per le persone sofferenti e indifese s'impone oggi in Belgio e ovunque nel mondo, come ieri a Molokai per Damiano? Lo ricordo semplicemente per dirvi quanto è importante che i fedeli riconoscano il proprio dovere di servire la vita nella società, ognuno secondo le proprie possibilità. Apprezzo gli sforzi da voi compiuti per difendere il diritto alla vita dei nascituri e per sostenere le loro madri e le loro famiglie, per accogliere gli stranieri, per dare un tetto a coloro che ne erano privi, per reinserire gli emarginati, per stare accanto a coloro che soffrono nello sperimentare un'estrema vulnerabilità fisica o psichica o nel vedere volgere al termine la propria esistenza. I discepoli di Cristo non possono non essere fedeli a questi loro fratelli più piccoli (cfr. Mt 25,40).

Sappiamo tutti che l'ambito della carità è ancora più vasto. Esso comprende diverse maniere di servire il prossimo nella solidarietà internazionale e nell'azione per la pace. Senza soffermarmi qui su questo punto, desidero solamente ricordare, a titolo di esempio, che l'aiuto allo sviluppo dei popoli più bisognosi fa parte di una testimonianza autentica di carità evangelica, come qualsiasi intervento a favore del rispetto della dignità umana e della pace. Molti vostri concittadini sono già impegnati in tal senso, e io tengo a riconoscerlo davanti a voi.

Ciò mi porta a menzionare anche quella forma delicata e tuttavia necessaria dell'amore fraterno che è l'esercizio di responsabilità nella società civile e nella vita economica e politica. Esortate i cristiani che ne hanno le capacità a svolgere pienamente il loro ruolo nella vita sociale. Una buona conoscenza della dottrina sociale della Chiesa potrà non solo guidarli a compiere con rettitudine e probità le loro scelte, ma anche invitarli a non esimersi dal servizio al bene comune.

1042
4. Cari Fratelli nell'Episcopato, dopo queste riflessioni che prendono come punto di partenza l'esempio suggestivo dell'amore di Dio e degli uomini dato dal Beato Damiano, vorrei incoraggiarvi nello svolgimento della vostra missione. Quanto più opererete in una feconda concertazione, tanto più potrete affrontare le difficoltà della nostra epoca. In un Paese come il vostro, in cui la diversità non impedisce una reale coesione, la Conferenza dei Vescovi può costituire un sostegno prezioso e incoraggiante per ognuno di voi. Allo stesso modo, nelle diocesi, renderete il dinamismo pastorale più intenso se intensificherete i vostri scambi con i sacerdoti e se li incoraggerete a collaborare in modo fraterno. Tutto ciò deve essere accompagnato dalle diverse forme di intesa e di collaborazione del clero secolare con i religiosi e le religiose, così come con i laici. Gli scambi fiduciosi e l'ascolto reciproco sono necessari a tutti i livelli; sono condizioni di credibilità per la nostra testimonianza, poiché sono traduzioni concrete dell'amore reciproco che fa si che il mondo ci riconosca come discepoli di Cristo (cfr.
Jn 13,35). La comunità ecclesiale presenta una legittima diversità, tuttavia essa non può rendere una testimonianza fedele al Signore se non nel coordinamento armonioso dei suoi membri e quindi nell'unità preservata con amore.

D'altro canto la testimonianza di fede resa dai membri del Corpo di Cristo raggiungerà la sua pienezza solo se esisterà un accordo circa la comprensione dell'essenzialità del messaggio di cui noi siamo portatori. Bisogna giungere a cogliere l'unità reale del messaggio della Rivelazione, con tutti i suoi effetti sull'esitenza degli uomini. La verità non è suddivisibile. Aderire a Cristo significa anche "osservare la sua parola" in ogni circostanza (cfr. Jn 14,23). L'insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso, non può essere svincolato dal Vangelo. L'ho voluto dimostrare in due miei recenti documenti, per ciò che concerne i fondamenti della morale nell'Enciclica Veritatis splendor e per ciò che concerne il valore inviolabile della vita nell'Enciclica Evangelium vitae. Spetta proprio a voi riprendere questo insegnamento e proporlo ai fedeli, nella forma che meglio conviene ai diversi gruppi, per aiutarli a valutare meglio le loro responsabilità personali, l'armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede e la loro adesione alla verità che rende liberi (cfr. Jn 8,32). In tal modo si avanzerà soprattutto nella realizzazione della "svolta culturale" necessaria oggi per edificare una cultura della vita (cfr. EV 95-100).

1043
5. Più di un aspetto fra quelli che ho appena ricordato figura negli orientamenti presentati nella Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente. Mediante questo documento, invito tutta la Chiesa a preparare il grande Giubileo dell'Anno 2000, il Giubileo della nascita del Redentore. Tramite il vostro ministero episcopale, i membri della Chiesa in Belgio saranno tutti chiamati a percorrere nei prossimi anni un cammino ascendente per entrare nel nuovo millennio con maggiore lucidità e generosità, come testimoni attivi della fede, portatori di una sicura speranza, animati da una carità ardente.

Che il Beato Damiano de Veuster, san Mutien-Marie e tutti i santi della vostra terra intercedano per il vostro popolo e che la Madre del Salvatore lo protegga! Con affetto invoco su di voi, sui vostri fratelli e sulle vostre sorelle del Belgio la Benedizione di Dio.

Data: 1995-06-04 Data estesa: Domenica 4 Giugno 1995

L'incontro in Cattedrale con il ramo maschile e con il ramo femminile della Congregazione dei Sacri Cuori - Bruxelles

Titolo: Che l'esempio di P. Damiano sia per tutti i giovani un invito a diventare apostoli dei loro fratelli

Cari Fratelli e Sorelle della Congregazione dei Sacri Cuori, Cari Fratelli e Sorelle delle Isole Hawai e del Belgio,

1044
1. I discepoli "erano assidui... nell'unione fraterna" (
Ac 2,42).

La comunione fraterna della prima comunità di Gerusalemme è il modello della comunione nella Chiesa, che si realizza grazie all'opera dello Spirito Santo.

E' opportuno ricordare questa verità sulla Chiesa, nella quale si realizza la più profonda comunione di tutta l'umanità, in Cristo; grazie a questa unione dei cuori, si compie uno scambio continuo di doni. La vita e la morte di Padre Damiano appartengono a questo scambio. Le Fiandre hanno donato un loro figlio ai lontani abitanti del Pacifico, in cambio, l'apostolo dei lebbrosi ha restituito alla sua patria i meriti delle sofferenze di quelle popolazioni lontane. La vita religiosa è una testimonianza significativa di questa unione che non dipende solo dall'azione degli uomini, ma soprattutto dall'opera dello Spirito.

1045
2. Cari Fratelli e Sorelle della Congregazione dei Sacri Cuori, Padre Damiano vi è stato dato come esempio per la vostra vita religiosa. Egli è un modello per la vostra consacrazione radicale e definitiva a Cristo che vi invita a seguire in maniera nuova, come ha appena ricordato Padre Enrique Losada, Superiore Generale della Congregazione dei Padri dei Sacri Cuori, che ringrazio vivamente per la sua calorosa accoglienza. Saluto anche Madre Jeanne Cadiou, Superiora Generale delle Suore dei Sacri Cuori, come pure i Padri e le Suore presenti, che provengono da tutti i continenti manifestando così l'universalità della Chiesa.

1046
3. Da dove derivano, in Damiano, questa chiarezza e questa felicità in situazioni spesso difficili? Egli attingeva la sua forza alla spiritualità della sua congregazione: la contemplazione dell'Eucaristia, mistero d'amore in cui Cristo si comunica veramente a colui che lo riceve e li impegna a donarsi totalmente. "Trovo la mia consolazione nell'unico compagno che non mi abbandona mai", diceva parlando della presenza reale di Cristo nel tabernacolo. La comunione eucaristica è il pane di tutti giorni per i sacerdoti e per i consacrati, la forza, per colui che vuole essere missionario.

E' nello stare cuore a cuore con Cristo, nell'appuntamento fedele della Liturgia delle ore e della lectio divina e nella contemplazione che l'azione di Damiano trovava il suo senso e il suo compimento. Attraverso la lectio divina, i religiosi e le religiose, come i fedeli, possono "scoprire il cuore di Dio nella parola di Dio" (S. Gregorio Magno, Lettera 4, 31). Forte di questa intimità spirituale, Damiano poteva scrivere ai suoi genitori, dopo l' ordinazione sacerdotale: "Non state in pensiero per me, poiché quando si serve Dio si è felici ovunque". La contemplazione non allontana dagli uomini e non è tempo inutile.

Meditando sul cuore di Cristo come il discepolo beneamato, l'apostolo dei lebbrosi trovava il dinamismo necessario alla sua straordinaria attività.

Damiano sperimentava anche l'amore del suo Signore nel sacramento della penitenza, che aspirava a ricevere di frequente, lui che amava dire: "che povero peccatore sono" e che firmerà così una delle sue lettere: "De Veuster, il lebbroso peccatore che si confessa così di rado". Riconoscersi peccatori, significa innanzitutto domandare a Dio di manifestare la sua potenza e il suo amore, che possono compiere meraviglie in colui che si pente; significa anche scoprire che il perdono è il dono perfetto dell'amore, che non rinchiude nella colpa, ma che risolleva per far proseguire il cammino, con dentro il cuore quella certezza che ogni persona vale più di quello che ha fatto.

1047
4. Le Fiandre hanno dato uno dei loro figli ai lontani abitanti del Pacifico; l'apostolo di Molokaî ha dato in cambio alla sua patria i meriti delle sofferenze vissute da quelle popolazioni lontane, sofferenze che, nel mistero dell'amore divino, elevano il mondo. Come dice l'Apostolo Paolo: "Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo" (
Col 1,24).

Questo grande scambio di doni fra le comunità ecclesiali è un beneficio inestimabile dell'attività dei missionari e delle congregazioni missionarie. Esso trae origine dal mistero di Dio, Trinità d'amore. Il fatto che la congregazione cui appartiene Padre Damiano sia consacrata al cuore di Gesù e al cuore di sua Madre, è eloquente. Fra questi due cuori si attua uno scambio di doni nel mistero dell'Incarnazione e della Redenzione. Padre Damiano traeva ispirazione da questo scambio, e lo ha seguito fino alla fine. "Com'è dolce morire come un figlio del Sacro Cuore" dirà il giorno della sua morte, il lunedi santo del 1889. Oggi, il suo dono è rimesso nelle mani di quella stessa Madre, alla quale si è affidato e donato, fin dall'inizio della sua vocazione; questo dono diviene totale nella gloria di Dio. Gioisci, Madre celeste! Sii gioiosa, madrepatria di Padre Damiano! Rallegrati popolo delle isole Hawai! Nella vostra terra, Padre Damiano ha seminato il Verbo di Dio, il cui amore si manifesta attraverso il Vangelo e la vita dei suoi discepoli.

1048
5. Nel momento che stiamo attraversando, è importante proporre ai giovani di tutti i Paesi l'ideale della vita religiosa e della vita missionaria; con il dono di se stessi, i giovani scopriranno la gioia di mettersi al servizio di Cristo e degli uomini. così, la loro vita, che può sembrare comune, sarà una vita straordinaria, poiché contribuirà alla gloria di Dio e alla grandezza dell'uomo. Infatti, il brano di una delle lettere di Damiano, che orna la sua tomba, ricorda la sua vera missione: "Sono il più felice degli uomini poiché posso servire il Signore attraverso i bambini poveri e ammalati rifiutati dagli altri".

1049
6. Gioite, abitanti di Tremelo, che avete dato alla Chiesa e al mondo un apostolo, la cui vita e la cui opera sono conosciute fino ai confini della terra! Oggi la vostra città può essere particolarmente fiera contemplando la vita di uno dei suoi figli. Ormai, a Tremelo, tutti gli abitanti e i pellegrini si ricorderanno dell'opera realizzata da padre Damiano, grazie al museo, alla sistemazione della sua casa natale e alla statua eretta sulla piazza comunale. Avete dato molto per far conoscere Padre Damiano. Egli, a sua volta, vi farà molti doni. Auspico che ravvivi in voi il senso della carità fraterna e il desiderio di andare in aiuto dei più poveri della nostra società. Per una buona vita in comune, Damiano ci rivela un segreto: sotto lo sguardo di Dio, dobbiamo abbandonare i nostri egoismi, per fare tutto per amore degli altri, in vista del bene comune, e per arrivare fino al perdono dei fratelli affinché l'offesa non ostacoli definivamente i rapporti.

Rendete grazie, Amici di Padre Damiano, che proseguite la sua opera, con la stessa pazienza e la stessa tenacia! Fratelli e Sorelle di Tremelo e di Lovanio, Membri dell'associazione degli Amici di Padre Damiano, Damiano è ritornato fra voi, per invitarvi a proseguire l'opera di solidarietà da lui iniziata. Damiano è tornato, come il fratello maggiore che, ormai conformato a Cristo, vi indica il cammino della santità e il segreto della felicità eterna. Sul suo esempio, attingete dalla preghiera e dalla vita fraterna la forza necessaria per crescere in umanità! Cari amici di Tremelo e di tutto il Belgio, Dio vi pone come guardiani all'interno del suo popolo, affinché sappiate presentargli il mondo e affinché, seguendo l'esempio del vostro concittadino tendiate la mano a coloro che soffrono nel cuore o nel corpo e a tutti coloro che sono stati feriti dalla vita. Edificate così una città più fraterna, che prefiguri il mondo che verrà nel quale Dio asciugherà tutte le lacrime e in cui non ci sarà più la sofferenza (cfr.
Ap 21,4). Questa è la nostra fede, questa è la nostra speranza.

La mia gratitudine va anche alle persone venute dalle isole Hawai. Ci fanno sentire vicina la terra in cui Damiano ha seminato il Vangelo di Cristo; con la loro presenza, esse indicano che la fede non conosce frontiere, che la Chiesa è universale e che la solidarietà in nome di Cristo è fonte di comunione.

Sono molto grato ai pellegrini delle Hawai per il loro lungo viaggio, per il loro pellegrinaggio, soprattutto alle donne per lo spettacolo che ci hanno dato. E tutto questo sotto la pioggia!

1050
7. "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (
Jn 15,12).

Un dono nasce dall'amore. L'amore che viene da Dio crea nell'uomo la capacità di donarsi agli altri e permette, attraverso il dono di sé, di realizzare la propria umanità. L'amore fa crescere nel mondo il bene che è l'inizio dell'edificazione del Regno di Dio. Che l'esempio di Padre Damiano, elevato oggi agli onori degli altari, sia, per le generazioni odierne e per le generazioni future una testimonianza! Che sia per tutti i giovani un invito a diventare a loro volta apostoli dei loro fratelli! A questo punto vorrei aggiungere ancora qualche parola in polacco, perché si è potuto sentire benissimo che in questa chiesa ci sono dei polacchi che cantano piuttosto forte. Desidero dunque chiedere a voi e non solo a voi di unire alla odierna beatificazione di Padre Damiano le preghiere per la beatificazione di un altro Servo di Dio che si è dedicato totalmente ai lebbrosi nel Madagascar. Si tratta di p. Jan Beyzym. Affido ai vostri cuori la causa di beatificazione di Padre Beyzym, il cui postulatore a Roma è Padre Draz\ek, gesuita. Ricordatevene.

1051
8. Per intercessione del beato Damiano, prego oggi in particolare il Signore per i religiosi e le religiose della Congregazione dei Sacri Cuori. Che siano i degni eredi dell'apostolo di Molokaî, portando instancabilmente il Vangelo nei luoghi dove vengono inviati! Opereranno così per far crescere la comunione ecclesiale, nella quale si attua un continuo scambio di doni. Attraverso la loro vita di preghiera e la loro vita fraterna e tramite le loro opere, siano consapevoli di partecipare alla missione della Chiesa, secondo l'incarico affidato dalla Santa Sede ai fondatori e ricordato dalle vetrate della cappella di Sant'Antonio: contemplare, vivere e annunciare l'amore di Dio rivelato in Gesù Cristo! Il mistero dell'Eucaristia e l'amore dei Sacri Cuori devono restare i pilastri e i fondamenti della spiritualità della Congregazione.

A tutti i membri della Congregazione dei Padri e delle Suore dei Sacri Cuori, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica, augurando loro di abbandonarsi a Cristo, per impegnarsi totalmente nelle missioni affidate loro in tutti i continenti. Concedo anche la mia Benedizione ai delegati delle isole Hawai e a tutti i loro concittadini, ai fedeli di Tremelo, di Lovanio, e agli abitanti di Malonne che venerano san Mutien-Marie e a tutti coloro che portano avanti l'opera dell'apostolo dei lebbrosi, in seno all'Associazione degli Amici di Padre Damiano.

Prima di concludere vorrei ringraziare ancora il Cardinale Danneels che ci ha accolti nella sua Cattedrale. Guardando la Cattedrale penso che essa è la sposa del suo Vescovo e auguro al Cardinale, Arcivescovo di Malines-Bruxelles, che questa sposa, la Cattedrale, sia feconda. Ovvero, che egli possa ordinare in questo luogo molti nuovi sacerdoti. Questo è il mio augurio. So bene cosa vuol dire quando la Chiesa locale, come sposa spirituale non è feconda, non porta delle vocazioni. Rinnovo quindi il mio augurio di tutto cuore al Cardinale Danneels, in questa occasione, e lo rinnovo a tutti i Vescovi del Belgio e del mondo. Grazie.

Data: 1995-06-04 Data estesa: Domenica 4 Giugno 1995

Il congedo: il discorso durante la cerimonia all'aeroporto di Melsbroek - Bruxelles

Titolo: "Siate insieme instancabili artefici di riconciliazione in un mondo ancora martoriato da conflitti dolorosi"

Altezza, Signor Primo Ministro, Signori Rappresentanti delle Autorità dello Stato, Cari Fratelli nell'Episcopato, Cari Amici del Belgio,

1052
1. Rientrando a Roma questa sera, serbero preziosamente nel mio cuore il ricordo delle ore che mi è stato dato di trascorrere in mezzo a voi, illuminate dall'alta figura di un figlio della vostra nazione, il Beato Damiano de Veuster. La sua umile santità ha illuminato il suo tempo; essa è ora ufficialmente proclamata dalla Chiesa come un frutto eminente delle qualità cristiane del vostro popolo e della fecondità della sua tradizione.

E' dunque con gioia e con riconoscenza che concludo questa breve visita in Belgio. Esprimo la mia gratitudine a Sua Altezza Reale il Principe Filippo, che ha appena tradotto con grande delicatezza i sentimenti delle personalità presenti e dei loro concittadini. Che egli comunichi a Sua Maestà il Re Alberto II e a Sua Maestà la Regina quanto sono rimasto colpito dalla loro premurosa accoglienza.

Signor Primo Ministro, Lei ha garantito il buon svolgimento di queste giornate e perciò la ringrazio.

La prego di essere il mio interprete presso i suoi collaboratori dei diversi servizi che hanno contribuito all'organizzazione della mia permanenza; sappiano che ho vivamente apprezzato la loro dedizione.

Desidero salutare anche i giornalisti della stampa e della televisione; essi hanno consentito a un gran numero di vostri concittadini di seguire le celebrazioni e gli incontri che si sono appena svolti e hanno anche contribuito a portare il messaggio del Beato Damiano al di là delle frontiere di questo Paese.

1053
2. Il mio pensiero si volge in questo momento ai tanti vostri concittadini che non ho potuto incontrare, in particolare ai malati e a coloro che sono vittime di condizioni di vita precarie, alle persone sole e anche ai detenuti; desidero rivolgere a tutti loro un affettuoso messaggio. Prego Dio Misericordioso affinché non lasci nessuno di essi senza speranza e senza sostegno fraterno perché ognuno veda rispettata la sua dignità di uomo; questo è anche il messaggio di Padre Damiano che aveva una predilezione per i suoi fratelli più bisognosi.

1054
3. A lei, Signor Cardinale Godfried Danneels e ai miei Fratelli Vescovi del Belgio, dico grazie di tutto cuore per aver così attentamente preparato le celebrazioni di questi giorni e per avermi accolto con ospitalità generosa.

Esprimete i miei cordiali e riconoscenti sentimenti a tutti coloro che hanno collaborato con voi per permettere alla Chiesa in Belgio di onorare degnamente con il Vescovo di Roma il nuovo Beato.

Al momento di lasciare il Belgio, desidero assicurare dell'affetto del Successore di Pietro le vostre comunità diocesane. Le incoraggio ad avanzare sulle loro diverse strade ricordandosi dell'ardente carità evangelica di Padre Damiano.

Le esorto a sviluppare continuamente i doni che hanno ricevuto e a preparare con generoso dinamismo il grande incontro dell'Anno 2000: celebreremo allora il bimillenario della nascita di Cristo, consapevoli dell'eredità di cui beneficiamo.

Che sia dato a tutti di essere più uniti, più fedeli all'ascolto della Buona Novella, testimoni coraggiosi della verità dell'uomo, creato a immagine di Dio! Che sia dato ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, di vivere la loro vocazione e il loro ministero come amministratori fedeli del Vangelo, nella gioia del loro Maestro (cfr.
Mt 25,21)! Siate insieme instancabili artefici di riconciliazione, in questo mondo alcune delle cui regioni sono ancora martoriate da conflitti dolorosi, mentre si era sperato di vivere infine un'era di pace! Offrite un aiuto sempre più attivo ai vostri fratelli in umanità vicini e lontani!

1055
4. Cari amici del Belgio, offro a tutti i miei cordiali auspici di felicità e di prosperità.

Altezza, rinnovo l'espressione della mia gratitudine a lei e a tutte le personalità riunite qui per i momenti intensi che mi avete permesso di vivere in mezzo a voi.

Che Dio benedica il Belgio e tutti i suoi abitanti.

Data: 1995-06-04 Data estesa: Domenica 4 Giugno 1995

Ai fedeli di Görlitz in udienza - Città del Vaticano

Titolo: Siate uniti per la nuova evangelizzazione

Caro Signor Vescovo, cari Confratelli nel sacerdozio, care Sorelle e Fratelli della diocesi di Gorlitz, care rappresentanti del Movimento delle donne di Schoenstatt! E per me una grande gioia potervi salutare qui in Vaticano, fedeli della giovane diocesi di Gorlitz. A voi tutti concedo il mio cordiale benvenuto nella Casa del Vescovo di Roma. Il mio particolare saluto va al Vostro Vescovo Rudolf Mueller e, per suo tramite, all'egregio suo predecessore nella direzione dell'amministrazione apostolica d'allora, il Vescovo Bernhard Huhn.

Inoltre, rivolgo il mio saluto di benvenuto a voi, care rappresentanti del movimento delle donne di Schoenstatt, che, con la vostra visita a Roma, festeggiate i settantacinque anni di attività della vostra fervente comunità. Sono lieto di potervi accogliere qui, oggi, insieme ai pellegrini di Gorlitz.

Siete giunti in visita a Roma per manifestare il vostro legame con il mondo cristiano e con il Successore di San Pietro, esprimendo contemporaneamente, in tal modo, la vostra gioia e riconoscenza per l'edificazione della diocesi di Gorlitz. Molti uomini, negli ultimi tempi, hanno assistito in prima persona ad un precipitoso succedersi degli avvenimenti, e per molti di essi è tutt'ora piuttosto difficile orientarsi nelle nuove condizioni della vita quotidiana. Troppo violento si presenta, ancora oggi, in molti casi, l'impatto tra gli incontrollati rivolgimenti esterni e le limitate possibilità del singolo di sostenere il peso di questa sfida. Per giunta, l'anelito spirituale, che in una società umana è presupposto imprescindibile per un futuro giusto e improntato ai valori della vita, è stato dolorosamente indebolito da decenni di propaganda ateista.

Voi, care sorelle e fratelli, costituite, ormai, in qualità di giovane comunità diocesiana, un fermento unitario nella vostra regione. Il grande vantaggio di una diocesi con un chiaro orientamento consiste nella possibilità di portare la vita spirituale vicino ai problemi e alle aspettative del singolo. Fate uso di questa possibilità, dando testimonianza come germe spirituale, di fronte alla società, di una vita che abbia la sua origine e il suo fine ultimo in Dio.

Solo quando voi, con i vostri fedeli e con i vostri gruppi, darete un'immagine di unità (cfr. Jn 17,21), sarete in grado di sostenere la sfida di una nuova evangelizzazione nell'imminente terzo millennio della Cristianità. Siate uniti in questo sforzo, nella preghiera e nel segno concreto di una pratica collaborazione, con quelle sorelle e fratelli che, ancora oggi, non si trovano pienamente integrati nel seno della Chiesa cattolica. Adoperatevi, affinché insieme a loro scopriate "la presenza e l'azione" dello Spirito Santo (Tertio Millennio Adveniente, TMA 45). Perché, "come, infatti, annunciare il Vangelo della riconciliazione, senza al contempo impegnarsi ad operare per la riconciliazione dei cristiani'?" (UUS 98). così, come fino ad oggi vi siete impegnati per giungere ad un'intesa che vada al di là di ogni barriera con i vostri vicini polacchi, anche in futuro promuovete lo spirito dell'amore fraterno "fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi" (2Co 13,11).

E con queste parole dell'apostolo Paolo, che ho citato anche a conclusione della mia ultima Enciclica Ut unum sint, che esprimo i più sinceri auguri per voi e per il futuro della diocesi di Gorlitz. Per intercessione della Santissima Vergine Maria, della Regina di Schoenstatt, e di Santa Edvige, che voi avete scelto come patrona della diocesi di Gorlitz, imparto a voi di tutto cuore la mia Apostolica Benedizione.

(Traduzione dal tedesco]

Data: 1995-06-08 Data estesa: Giovedi 8 Giugno 1995

Udienza: il discorso del Santo Padre al Comitato Centrale del Grande Giubileo dell'Anno 2000 - Città del Vaticano

Titolo: Il Grande Giubileo: un evento storico perché l'umanità riscopra la sua altissima vocazione

Venerati Signori Cardinali e Fratelli nell'Episcopato, Carissimi Fratelli!

1056
1. E' grande la mia gioia nel ricevervi quest'oggi, in occasione della vostra prima Assemblea Plenaria, convocata allo scopo di elaborare, in vista del Grande Giubileo dell'Anno 2000, un piano d'azione secondo le indicazioni contenute nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente.

Suscitare come un'onda di forte e genuina spiritualità Saluto il Presidente, il Cardinale Roger Etchegaray, e lo ringrazio per le cortesi parole che a nome di tutti ha voluto rivolgermi. Saluto il Segretario Generale e saluto ciascuno di voi qui presenti, soprattutto coloro che, non senza sacrificio, sono venuti da lontano per prendere parte ai lavori dell'Assemblea.

Voi formate un gruppo altamente qualificato, composto, tra l'altro, da eminenti rappresentanti di Organismi episcopali regionali e da responsabili dei Dicasteri Romani. Operando insieme, siete chiamati a far tesoro di ogni dono dello Spirito ed a valorizzare appieno suggerimenti e proposte che verranno, mi auguro in grande numero, dalle Comunità ecclesiali, al fine di suscitare come un'onda di forte e genuina spiritualità, in preparazione del Grande Giubileo all'inizio del terzo millennio cristiano.

Unico e comune è lo Spirito che vi guida ed unica e comune è la meta verso la quale tutti siamo incamminati

1057
2. Il vostro incontro trae spirituale impulso dal clima ancor vivo della recente Pentecoste, nella quale il popolo di Dio ha celebrato l'effusione dello Spirito Santo, fonte della sua sempre nuova vitalità ed insieme della sua comunione. "Vi è diversità di carismi - scrive l'apostolo Paolo ai Corinzi - ma uno solo è lo Spirito; vi è diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi è diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti" (
1Co 12,4-6).

Quest'immagine della Chiesa animata dallo Spirito Santo e coadunata nella comunione trinitaria offre un provvidenziale sfondo ai vostri lavori.

Coordinare ed orientare i diversi doni e servizi alla medesima meta, nel medesimo spirito: questo, infatti, è il vostro comune sforzo, secondo le mansioni di ciascuno. La complessità stessa dell'opera alla quale siete chiamati a dedicarvi richiede una straordinaria collaborazione da parte di tutti. Per questo intendete diversificare i compiti ed articolare il lavoro in Commissioni, Sottocommissioni e Comitati. In tali organismi ciascuno può mettere a disposizione l'esperienza e la competenza proprie in campo pastorale, teologico, liturgico e sociale. Unico e comune è lo Spirito che vi guida ed unica è la meta verso la quale siamo tutti incamminati. Il Grande Giubileo dell'Anno 2000 è evento straordinario nella vita della Chiesa e del mondo: proprio per questo non mancherà di farsi sentire, nella sua preparazione e celebrazione, l'azione corroborante dello Spirito Santo.

Vivere il periodo dell'attesa come "un nuovo avvento"

1058
3. Sin dall'inizio del mio pontificato ho avuto modo di parlare del Grande Giubileo in modo esplicito, invitando a vivere il periodo dell'attesa come "un nuovo avvento". Sono poi tornato su questo tema più volte, ampiamente soffermandomi su di esso nell'Enciclica Dominum et vivificantem (cfr.
DEV 49ss).

In questo periodo che ci prepara a tale evento è necessario prestare particolare ascolto a tutto ciò che lo Spirito dice alla Chiesa e alle Chiese (cfr. Ap 2,7ss), come pure alle singole persone attraverso i carismi che Egli distribuisce a vantaggio dell'intera comunità. Occorre, in questo periodo, ravvivare la sensibilità per "ciò che lo Spirito suggerisce alle varie comunità, dalle più piccole, come la famiglia, sino alle più grandi come le nazioni e le organizzazioni internazionali, senza trascurare le culture, le civiltà e le sane tradizioni. L'umanità, nonostante le apparenze, continua ad attendere la rivelazione dei figli di Dio e vive di tale speranza come nel travaglio del parto, secondo l'immagine utilizzata con tanta forza da san Paolo nella Lettera ai Romani (cfr. Rm 8,19-22)" (TMA 23).

In particolare, nell'attuale fase "antepreparatoria", che comprende anche il 1996, lo scopo principale è di far prendere coscienza al popolo cristiano "del valore e del significato che il Giubileo del 2000 riveste nella storia umana" (ivi, TMA 31). In questa tappa sarà cura del vostro Comitato Generale suggerire al riguardo "alcune linee di riflessione e di azione a livello universale" (), rendendo così un servizio alle Chiese locali, nelle quali opereranno, in maniera più capillare, Commissioni appositamente create.

Si tratta di aiutare le Conferenze Episcopali, le Diocesi, le Parrocchie ad "approfondire gli aspetti più caratteristici dell'evento giubilare" () coniugandoli con l'impegno ordinario della nuova evangelizzazione, e fornendo a tal fine costanti e validi sussidi pastorali.

So che state predisponendo in questo senso opportuni collegamenti usufruendo il più possibile dei molteplici e moderni mezzi della comunicazione sociale, perché l'intenso lavoro preparatorio sia conosciuto e condiviso dall'intero popolo cristiano in ogni angolo della terra. A nessuno sfugge quanto sia importante oggi non trascurare il mondo della comunicazione, "il primo areopago del tempo moderno", che sta unificando l'umanità divenuta, come si suol dire, un "villaggio globale". Un tale impegno non ha solo lo scopo di moltiplicare l'annunzio: si tratta di un fatto più profondo, perché l'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dall'influsso dei mass media (cfr. RMi 37).

La preparazione al Grande Giubileo del 2000, per le caratteristiche peculiari del tempo che stiamo vivendo, è fortemente influenzata dagli attuali modi di comunicare con nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psicologici. Di tutto questo va tenuto conto, perché il cammino verso il terzo millennio della fede cristiana diventi un autentico itinerario di evangelizzazione.

Una predicazione rinnovata per una nuova evangelizzazione

1059
4. Punto di convergenza di ogni sforzo pastorale resta l'annunzio di Cristo, Redentore dell'uomo: "Dio ti ama. Cristo è venuto per te" (
CL 34).

Quest'annuncio è destinato a rivitalizzare la predicazione restituendole una sorgiva forza cherigmatica, capace di riscaldare le coscienze degli uomini contemporanei, non di rado indifferenti, almeno apparentemente, o presi da altri interessi. Una predicazione rinnovata, dunque, per una nuova evangelizzazione: un annuncio incentrato su Cristo Redentore dell'uomo, sul Padre ricco di misericordia, sulla forza vivificante dello Spirito; una predicazione fedele alla Parola di Dio e fedele all'uomo. Per questo il Giubileo del 2000, come più volte ho detto, "vuol essere una grande preghiera di lode e di ringraziamento soprattutto per il dono dell'Incarnazione del Figlio di Dio e della Redenzione da Lui operata" (TMA 32).

Sia vostra cura, pertanto, offrire alle Chiese locali, mediante le Commissioni Teologica e Pastorale, utili contributi per l'autentico rinnovamento dell'azione evangelizzatrice. Vorrei richiamare qui l'attenzione su quanto ho scritto nella Tertio millennio adveniente a proposito dell'esame di coscienza per i mali del nostro tempo, specialmente per l'indifferenza religiosa ed il relativismo etico (cfr. TMA 36). Approfondendo tali fenomeni, a confronto col dato altrettanto evidente e in apparenza contraddittorio della diffusa sete di religiosità, sappiate indicare, anche con l'ausilio delle tecniche moderne, le modalità più idonee per trasmettere l'annuncio di Cristo, che è lo stesso ieri oggi e sempre (cfr. He 13,8). Il Grande Giubileo permetterà allora all'umanità di varcare la soglia del terzo millennio come soglia di autentica speranza.

La dimensione ecumenica e il dialogo interreligioso

1060
5. Rifuggendo da ogni tentazione millenaristica, i cristiani sono chiamati a guardare al 2000 con un senso profondo di fiducia: "Confitemini Domino quoniam bonus" (
Ps 136,1). Fare memoria della nascita del Salvatore significa celebrare con rinnovata gioia il mistero dell'Incarnazione, ineffabile manifestazione dell'amore infinito di Dio.

E' necessario sottolineare, in proposito, l'essenziale dimensione ecumenica di questa celebrazione, nella quale ci sentiamo in profonda sintonia con gli altri cristiani non ancora in piena comunione con noi: "L'avvicinarsi della fine del secondo millennio sollecita tutti ad un esame di coscienza e ad opportune iniziative ecumeniche, così che al Grande Giubileo ci si possa presentare, se non del tutto uniti, almeno molto più prossimi a superare le divisioni del secondo millennio" (TMA 34).

E qui emerge un'altra pista che potrà rivelarsi particolarmente fruttuosa nei prossimi anni: quella del dialogo interreligioso. In tutte le religioni si esprime la ricerca di Dio da parte dell'uomo. Nel Cristianesimo "non è soltanto l'uomo a cercare Dio, ma è Dio che viene in Persona a parlare di sé all'uomo ed a mostrargli la via sulla quale è possibile raggiungerlo" (ivi, n. 6).

Per mezzo del Figlio fatto uomo, Dio Padre non soltanto parla all'uomo ma lo cerca, e fa questo perché lo ama "eternamente nel Verbo e in Cristo lo vuole elevare alla dignità di figlio adottivo" (ivi, n. 7). così facendo Dio va aldilà di ogni aspettativa od esperienza religiosa puramente umana, e l'uomo è guidato da Cristo nello Spirito ad affacciarsi sull'insondabile mistero del Padre.

A quale altissima vocazione, carissimi, è chiamata l'umanità! La Chiesa è sospinta dallo Spirito a ricordarlo sempre nuovamente agli uomini distratti, e il Giubileo rappresenta un'occasione storica per invitare a questa presa di coscienza salutare.

Carissimi Fratelli e Sorelle, preghiamo perché tale evento possa compiersi, secondo la divina volontà, come momento di intenso approfondimento della fede. Per questo lo affidiamo fin da ora alla materna protezione di Maria Santissima, Madre della Chiesa. La Vergine Santa accompagni in particolare voi, carissimi, e il vostro non facile ma esaltante servizio all'intero popolo cristiano. Da parte mia, vi assicuro un costante ricordo nella preghiera, mentre su ciascuno di voi e su tutti i collaboratori imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

Data: 1995-06-08 Data estesa: Giovedi 8 Giugno 1995


GPII 1995 Insegnamenti 1038