GPII 1995 Insegnamenti 1356

Angelus: il Papa in vista della IV Conferenza mondiale sulle donne indetta dall'ONU per il prossimo settembre - Castel Gandolfo

Titolo: L'indispensabile contributo della donna in ogni campo della promozione umana e soprattutto nella difesa della vita

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1357
1. Oggi la Chiesa celebra Maria Santissima Assunta in cielo. "Grandi cose" (
Lc 1,49) ha compiuto il Signore, preservando dalla corruzione della morte Colei che ha offerto al mondo il Datore della vita. Il Concilio Vaticano II La invoca "segno di sicura speranza e consolazione" (LG 68).

Maria risplende così come "primizia ed immagine della Chiesa" (Prefazio dell'Assunta), essendosi già realizzato nella sua persona, in forza del mistero pasquale di Cristo, quel destino di salvezza, al quale Dio chiama fin dall'eternità ogni umana creatura. A Maria, la "Donna vestita di sole" (Ap 12,1), guarda il popolo dei credenti pellegrinante sulla terra come a stella luminosa, che indica la meta verso cui tendere nel quotidiano cammino.

La sua Assunzione al cielo non è solo coronamento della sua particolare vocazione di Madre e discepola del Signore Gesù, ma anche segno eloquente della fedeltà di Dio all'universale piano salvifico, ordinato alla redenzione di tutto l'uomo e di tutti gli uomini.

1358
2. In Maria, Vergine e Madre, trova piena espressione la femminilità, poiché le qualità personali che contraddistinguono la donna rispetto all'uomo hanno potuto manifestarsi in Lei in tutto il loro splendore. Guardando a Lei, ogni donna può scorgere l'autentica affermazione della propria dignità e del proprio valore.

Come non affidare a Maria, nell'odierna solennità liturgica, le donne del mondo intero, affinché, consapevoli della propria vocazione, offrano generosamente il loro indispensabile contributo in ogni campo della promozione umana e soprattutto nella difesa della vita? Per sua intercessione, possa la prossima Conferenza di Pechino mettere in piena luce gli autentici valori di cui ogni donna è portatrice. Grazie alla costruttiva partecipazione di tutte le delegazioni, verrà in tal modo offerto un significativo contributo alla causa della donna e alla sua missione nel mondo contemporaneo.

1359
3. La solennità dell'Assunzione di Maria in cielo ci ricorda che Maria è ritornata in anima e corpo presso la casa del Padre, la celeste Gerusalemme, che è Città della pace, verso la quale tutti noi siamo incamminati. La Chiesa, che si rivolge alla Madre del Signore con il titolo di Regina del cielo, per tale ragione ama invocarla anche con il felice nome di Regina della Pace. Lei, Regina della Gerusalemme celeste, dimora di pace, intercede costantemente presso il Figlio per i figli suoi, pellegrini nella storia, affinché il sospirato bene della pace e della concordia si diffonda in ogni angolo della terra.

Protegga la Vergine Santa l'intera umanità; protegga, in particolare, le vittime dell'ingiustizia, dell'odio e della violenza. Ottenga per il mondo, specialmente per le terre martoriate dalla guerra, la pace. Possa Maria essere veramente per tutti segno di consolazione e di sicura speranza.

Maria Assunta in cielo, prega per noi! (Al termine della preghiera mariana, Giovanni Paolo II ha rivolto parole di saluto ai diversi gruppi di pellegrini presenti. Dopo aver salutato i fedeli di espressione francese, inglese, tedesca, spagnola e portoghese, ha rivolto ai pellegrini slovacchi lee parole che qui pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:] Di cuore saluto i pellegrini slovacchi da Kosice, Toponcany e Trnava.

Cari fratelli e sorelle, ricorrete con fiducia alla Vergine Maria, per perseverare sulla via della salvezza. Per questo vi imparto la benedizione apostolica.

(Ai pellegrini polacchi il Papa ha poi rivolto le seguenti parole:] Saluto cordialmente tutti i miei connazionali a Roma e in Polonia.

Mentre gioiamo della gloria dell'Assunzione di Maria, il nostro pensiero va a Jasna Gora dove oggi è spiritualmente presente tutta la Polonia.

Saluto le moltitudini di pellegrini riuniti ai piedi della Signora di Jasna Gora. Di quante preghiere e di quanta fede profonda sono colmi gli itinerari che conducono i pellegrini dai Monti Tatra e dal Baltico verso Colei che è la nostra Madre e Regina.

Oggi il nostro pensiero va anche a Varsavia, dato che il 15 agosto si è iscritto nella storia della nostra Patria come anniversario del "miracolo sulla Vistola" che ha avuto luogo nel 1920, 75 anni fa. Gli occhi di tutta l'Europa guardavano allora fissi la Polonia. Nei sobborghi della capitale si sono decise le sorti della battaglia che ha determinato l'indipendenza della Patria appena risorta e già mortalmente minacciata dall'Est.

Chiniamo la fronte davanti all'eroi- smo dei soldati polacchi. Preghiamo per coloro che allora hanno dato la loro vita per la libertà della Patria.

Abbracciamo con la preghiera tutta la nostra Patria affinché sappia oggi tenere fede a questo grande patrimonio di storia.

(Giovanni Paolo II ha poi annunciato l'apertura nel prossimo mese di novembre dell'Assemblea Speciale per il Libano del Sinodo dei Vescovi:] In questo giorno, in cui la Chiesa volge il suo sguardo fiducioso verso Maria, invocandoLa perché l'aiuti a camminare con rinnovato slancio sulle strade del Regno di Dio, sono lieto di annunciare la convocazione dell'Assemblea Speciale per il Libano del Sinodo dei Vescovi, che, a Dio piacendo, avrà inizio a Roma il 26 novembre prossimo. Sarà un'occasione privilegiata per riflettere insieme sulle speranze e le attese della Comunità cristiana in Libano, alle soglie del Terzo Millennio cristiano. Sarà un tempo favorevole all'ascolto dello Spirito Santo e un significativo momento di dialogo e di comunione, di riflessione e di crescita nella fede per rispondere pienamente a quanto espresso dal tema del Sinodo stesso: "Cristo è nostra speranza: rinnovati dal suo Spirito, solidali testimoniamo il suo Amore".

Desidero affidare sin d'ora questo importante e tanto atteso evento ecclesiale alla materna protezione della Madre di Dio, che i cristiani libanesi venerano con grande devozione col titolo di Nostra Signora del Libano.

Ed invito tutti i credenti, specialmente quelli della cara Nazione libanese, ad accompagnare sin d'ora con la preghiera la preparazione e lo svolgimento di questa ormai prossima Assemblea sinodale.

(Il Santo Padre ha poi salutato i fedeli di lingua italiana:] Saluto con affetto tutti i pellegrini qui presenti. In questo giorno di Ferragosto desidero poi rivolgere un pensiero particolare a quanti si trovano in condizioni difficili, spesso aggravate dal caldo dell'estate e dalla chiusura per ferie di tanti servizi. Penso agli ammalati negli ospedali, agli anziani, alle persone sole, ai carcerati; penso ai senza tetto ed alle famiglie in cui manca il lavoro. La Madonna faccia giungere ad ogni cuore e ad ogni casa il conforto della sua materna protezione.

Data: 1995-08-15 Data estesa: Martedi 15 Agosto 1995

Udienza: le parole del Papa agli ex allievi del Centro pastorale degli universitari di Cracovia (WAJ) diretto dai Padri Gesuiti - Palazzo Pontificio, Castel Gandolfo

Titolo: "Percorrete la via della vocazione al matrimonio e alla famiglia"

Dio ricompensi il Centro WAJ per la visita a Castel Gandolfo. Una visita molto intensa, così come succedeva a Cracovia, presso i Gesuiti e in via Franciszkanska, e sicuramente in tanti altri posti dove incontravo soprattutto i giovani universitari. Tutti quegli incontri si rassomigliavano, ma quelli con WAJ erano sempre i più ricchi di canti. E così è rimasto fino ad oggi. Il Centro WAJ canta: spero che i cantori del Centro WAJ vengano qualche volta a cantare a Roma.

I bambini crescono. E' questa l'unica cosa cambiata nel Centro WAJ: prima c'erano solo gli universitari, e ora da una parte abbiamo i genitori e dall'altra i figli, grandi e piccoli, fino ai piccolissimi.

Si, è questa la testimonianza che il Centro WAJ offre a se stesso.

Sappiamo che fondando la "Accademia Amoris" (il corso di preparazione alla vita in famiglia), P. CzesLaw rileggeva l'eterna via che l'uomo percorre durante la propria vita, la via della vocazione al matrimonio ed alla famiglia. Voi avete fatto insieme con lui questa lettura, avete fatto vostra questa via ed ora la state percorrendo in vari luoghi, nelle sue varie tappe. Tuttavia sento che siete felici e grati al Centro WAJ per avervi mostrato questa via. Su questa via fate sempre parte del Centro WAJ. Anch'io ne sono molto contento.

Dio ha le sue vie, i suoi modi di chiamare gli uomini. Sicuramente anche tra di voi ci sono vocazioni sacerdotali e religiose, ma la vocazione alla famiglia rimane sempre fondamentale.

Sono contento di aver incontrato il Centro WAJ delle famiglie. Me ne rallegro moltissimo. E auguro che queste famiglie, cresciute nel seno del Centro pastorale degli universitari dei padri Gesuiti, conducano verso il futuro le nuove generazioni, poiché qui si tratta non solo dell'uomo, non solo di una singola famiglia. Si tratta anche di comunità più grandi, si tratta del destino della Nazione e della Chiesa.

Quando vi ascolto, quando vivo insieme con voi questa serata, sento come è forte la vostra appartenenza alla Nazione polacca, con quanto impegno fate parte di questa Nazione, voi che siete una comunità, una comunità creativa e responsabile, orientata verso il futuro. Questa comunità polacca è nello stesso tempo una vera comunità ecclesiale. Tutto ciò voi avete imparato nel Centro WAJ e oggi vi ringrazio per averlo portato anche a Castel Gandolfo.

E' un grande impegno. Io mi ritrovo in tutto ciò che voi avete cantato in questi anni, nel vostro impegno sociale. Non è un concerto, è un impegno, è un invito a cantare insieme, come una volta davanti al fuoco, come a Cracovia, come in tanti posti.

Grazie mille! Dio vi ricompensi per tutto questo! Salutate gli altri appartenenti al Centro WAJ. Dio vi benedica! Sia lodato Gesù Cristo.

Data: 1995-08-15 Data estesa: Martedi 15 Agosto 1995

Messaggio di Giovanni Paolo II per la XXXIII Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni che si celebrerà il 28 Aprile 1996, IV Domenica di Pasqua - Castel Gandolfo

Titolo: Sostenere il cammino di fede di quegli uomini e di quelle donne che intendono seguire Gesù consacrandosi a Lui con cuore indiviso

Venerati Fratelli nell'Episcopato, Carissimi Fratelli e Sorelle di tutto il mondo!

1360
1. Le vocazioni nella Comunità cristiana.

Come il seme dà frutto abbondante nel buon terreno, così le vocazioni sorgono e maturano generosamente nella comunità cristiana.

E' proprio in essa, infatti, che si manifesta il mistero del Padre che chiama, del Figlio che invia, dello Spirito che consacra: "La vocazione, chiamata di Dio, nasce in una esperienza di comunità e genera un impegno con la Chiesa universale e con una determinata comunità". (Documento dichiarativo del Primo Congresso Continentale Latino-Americano per le Vocazioni, 24).

Occorre, pertanto, che ad ogni livello si manifesti, si sviluppi e cresca un profondo senso ecclesiale, una generosa apertura alle necessità pastorali del popolo di Dio, una mutua e leale collaborazione tra clero secolare e regolare per sostenere il cammino di fede di quegli uomini e di quelle donne che intendono seguire Gesù, a Lui consacrandosi con cuore indiviso.

1361
2. "Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale" (
1P 2,5).

Bisogna ripartire dalle comunità per preparare il fertile terreno, nel quale l'azione di Dio possa espandersi con potenza e la sua chiamata essere accolta e compresa. "Certamente urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali" (CL 34).

In realtà, il vasto campo di azione pastorale a favore delle vocazioni è sotto alcuni aspetti ancora da valorizzare appieno, sebbene vada crescendo un atteggiamento di più attenta consapevolezza per tale dimensione della vita cristiana e si moltiplichino le iniziative per realizzarla. La scoperta della propria vocazione, qualunque essa sia, non può far ignorare le altre scelte evangeliche necessarie all'identità della Chiesa, strumento ed immagine del Regno di Dio nel mondo.

Soltanto comunità cristiane vive sanno accogliere con premura le vocazioni e poi accompagnarle nel loro sviluppo, come madri sollecite della crescita e della felicità del frutto del loro grembo. "La pastorale vocazionale ha come soggetto attivo, come protagonista, la comunità ecclesiale come tale, nelle sue diverse espressioni: dalla Chiesa universale alla Chiesa particolare e, analogamente, da questa alla parrocchia e a tutte le componenti del popolo di Dio" (PDV 41).

Ma le nostre comunità hanno bisogno di credere maggiormente all'importanza che riveste la proposta dei vari progetti di vita cristiana e dei ruoli ecclesiali, ministeri e carismi, suscitati dallo Spirito lungo i secoli e riconosciuti come legittimi e autentici dai Pastori della Chiesa. Anche ora, mentre la società si trasforma rapidamente e in profondità, nelle comunità dei credenti la proposta cristiana deve vincere ogni tipo di passiva rassegnazione e dare con fiducia e coraggio senso pieno all'esistenza mediante l'annuncio della presenza e dell'azione di Dio nella vita dell'uomo.

Oggi, di fronte alle sfide del mondo contemporaneo, occorre un supplemento di audacia evangelica per realizzare l'impegno di promozione vocazionale in linea con l'invito del Signore a chiedere incessantemente operai per la diffusione del Regno di Dio (cfr. Mt 9,37-38).

1362
3. "Voi che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di Dio" (
1P 2,10).

La vocazione cristiana, dono di Dio, è patrimonio di tutti. Sia gli sposati che i consacrati, sono tutti scelti da Dio per annunciare il Vangelo e comunicare la salvezza; non da soli, pero, ma nella Chiesa e con la Chiesa.

"L'evangelizzazione non è mai per nessuno un fatto individuale e isolato, ma profondamente ecclesiale" (EN 60). Alla universale chiamata di Dio a vivere e testimoniare l'annuncio di salvezza, si affiancano vocazioni particolari con compiti specifici all'interno della Chiesa; esse sono frutto di una grazia speciale ed esigono un supplemento di impegno morale e spirituale. Sono le vocazioni al sacerdozio, alla vita religiosa, all'opera missionaria e alla vita contemplativa.

Queste vocazioni particolari esigono rispetto e accoglienza, piena disponibilità nel mettere in gioco la propria esistenza, un'insistente preghiera di domanda. Esse suppongono altresi un'amorosa attenzione ed un sapiente e prudente discernimento per i germogli di vocazione presenti nel cuore di tanti ragazzi e giovani. "E' quanto mai urgente, oggi soprattutto, che si diffonda e si radichi la convinzione che tutti i membri della Chiesa, nessuno escluso, hanno la grazia e la responsabilità della cura delle vocazioni" (PDV 41).

Alcuni pensano che, poiché Dio sa chi chiamare e quando chiamare, a noi non resti che attendere. Costoro in realtà dimenticano che la sovrana iniziativa divina non dispensa l'uomo dall'impegno di corrispondervi. Di fatto, molti chiamati raggiungono la consapevolezza dell'elezione divina attraverso circostanze favorevoli, determinate anche dalla vita della comunità cristiana.

In molti giovani, disorientati dal consumismo e dalla crisi di ideali, la ricerca di un autentico stile di vita può maturare, se sostenuta dalla coerente e gioiosa testimonianza della Comunità cristiana, nella disponibilità ad ascoltare il grido del mondo assetato di verità e di giustizia. E' facile allora che il cuore si apra ad accogliere con generosità il dono della vocazione di consacrazione.

1363
4. "Fratelli, considerate la vostra chiamata" (
1Co 1,26).

La Chiesa deve mostrare il proprio volto autentico nel quotidiano sforzo di fedeltà a Dio e agli uomini. Quando essa realizza tale missione con profonda armonia, diviene il terreno propizio per la nascita di scelte coraggiose di impegno senza riserve per il Vangelo e per il popolo di Dio.

Attraverso le vocazioni speciali il Signore assicura alla Chiesa continuità e vigore e, nello stesso tempo, la apre alle nuove ed antiche necessità del mondo per essere segno del Dio vivo e per contribuire alla costruzione della città degli uomini nella prospettiva della "civiltà dell'amore".

Ogni vocazione nasce, si alimenta e si sviluppa nella Chiesa ed è ad essa legata per origine, sviluppo, destinazione e missione. Per questa ragione le comunità diocesane e parrocchiali sono chiamate a confermare l'impegno per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata soprattutto con l'annuncio della Parola, con la celebrazione dei sacramenti e con la testimonianza della carità.

Esse debbono altresi tenere conto di alcune condizioni indispensabili per un'autentica pastorale vocazionale.

Occorre, innanzitutto, che la comunità sappia mettersi in ascolto della Parola di Dio per accogliere la luce divina che orienta il cuore dell'uomo. La Sacra Scrittura è guida sicura quando viene letta, accolta e meditata nella Chiesa. L'avvicinamento delle vicende dei protagonisti biblici e, soprattutto, la lettura dei Vangeli preparano momenti di sorprendenti illuminazioni e di radicali scelte personali. Quando la Bibbia diventa il libro della comunità, allora è più facile ascoltare e recepire la voce di Dio che chiama.

E' necessario, inoltre, che le comunità sappiano pregare intensamente per poter realizzare la volontà del Signore, sottolineando il primato della vita spirituale nell'esistenza quotidiana. La preghiera offre energie preziose per assecondare l'invito del Signore a porsi al servizio del bene spirituale, morale e materiale degli uomini. L'esperienza liturgica è la via principale per educare alla preghiera. Quando la liturgia rimane isolata, rischia di impoverirsi; ma se è accompagnata da profondi e prolungati tempi di orazione personale e di silenzio, trascorsi alla presenza del Signore, diviene via maestra che conduce alla comunione con Dio. Occorre fare della liturgia il centro dell'esistenza cristiana, affinché grazie ad essa si crei l'atmosfera favorevole per le grandi decisioni.

La comunità deve, poi, essere sensibile alla dimensione missionaria, facendosi carico della salvezza di quanti ancora non conoscono Cristo, Redentore dell'uomo: nella viva e diffusa sensibilità missionaria sta un altro presupposto per la nascita e il consolidarsi delle vocazioni. Se la comunità vive intensamente il comandamento del Signore: "Andate, dunque, e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19), non mancheranno al suo interno giovani generosi che si offrono di assumere in prima persona il compito di proclamare agli uomini del nostro tempo, non di rado sfiduciati o indifferenti, l'annuncio del Vangelo antico e sempre attuale.

La comunità, infine, deve essere aperta al servizio dei poveri. Lo stile di umiltà e di abnegazione, proprio della scelta a favore dei poveri, mentre presenta il volto più autentico della comunità cristiana impegnata in tutte le sue componenti a sollevare i fratelli provati dal bisogno e dalla sofferenza, contribuisce a creare un ambiente particolarmente favorevole all'accoglienza del dono della vocazione. Infatti, "il servizio d'amore è il senso fondamentale di ogni vocazione (...]. Per questo un'autentica pastorale vocazionale non si stancherà mai di educare i ragazzi, gli adolescenti e i giovani al gusto dell'impegno, al senso del servizio gratuito, al valore del sacrificio, alla donazione incondizionata di sé" (PDV 40).

1364
5. "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (
Jn 20,21).

La pastorale vocazionale chiama in causa tutte le componenti della Chiesa. Anzitutto i Vescovi, che rendono presente, con il loro ministero di Pastori, il Signore Gesù nella comunità e sono i garanti dell'autenticità dei doni dello Spirito attraverso il discernimento dei carismi. Ad essi spetta di promuovere ogni opportuna azione in favore delle vocazioni, ricordando a tutti i fedeli questo fondamentale impegno, la cui principale espressione resta la preghiera. Nella Chiesa, memoria e sacramento della presenza e dell'azione di Gesù Cristo che chiama alla sequela, i Vescovi annuncino, nella predicazione e negli altri atti di magistero, la grazia dei ministeri ordinati e delle varie forme di vita consacrata; invitino tutti a rispondere alla propria chiamata con generosa docilità alla volontà divina; mantengano vivo lo spirito di preghiera e sollecitino la corresponsabilità delle persone e dei gruppi; sostengano, guidino e coordino, mediante l'opera dei Direttori diocesani e di altre persone competenti, il Centro diocesano per la pastorale vocazionale.

Accanto al Vescovo, di primaria importanza è il ruolo dei presbiteri, diocesani e religiosi. Animando le comunità ecclesiali, molto essi possono nel suscitare e nell'orientare le vocazioni con il consiglio spirituale e con l'esempio di una vita spesa con gioia a favore dei fratelli. Alla loro responsabilità è spesso affidato il delicato compito di incoraggiare le ragazze e i ragazzi che Dio chiama: questi dovranno poter trovare in loro guide spirituali sicure e competenti, nonché testimoni autentici di una vita completamente donata al Signore.

Importante è, altresi, l'opera dei catechisti, i quali hanno spesso un contatto prolungato e diretto con i bambini, gli adolescenti ed i giovani, soprattutto nel corso della preparazione ai Sacramenti dell'iniziazione cristiana.

Anche ad essi è affidato il compito di illustrare il valore e l'importanza delle vocazioni speciali nella Chiesa, contribuendo così a far si che i credenti vivano pienamente la chiamata che Dio loro rivolge per il bene di tutti.

Vorrei, infine, rivolgermi a voi, cari giovani, e ripetervi con affetto: siate generosi nel donare la vita al Signore. Non abbiate paura! Nulla dovete temere, perché Dio è il Signore della storia e dell'universo. Lasciate che cresca in voi il desiderio di progetti grandi e nobili. Coltivate sentimenti di solidarietà: essi sono il segno dell'azione divina nel vostro cuore. Mettete a disposizione delle vostre comunità i talenti che la Provvidenza vi ha elargito.

Più sarete pronti nel donare voi stessi a Dio e ai fratelli, più scoprirete l'autentico senso della vita. Iddio attende molto da voi!

1365
6. "Pregate il padrone della messe..." (
Mt 9,38).

Concludo queste mie riflessioni invitandovi, carissimi Fratelli e Sorelle, a consegnare al Signore nella preghiera le vostre comunità, perché riunite sull'esempio della prima comunità cristiana nell'ascolto assiduo della Parola di Dio e nell'invocazione dello Spirito Santo, auspice la Vergine Maria, siano benedette con l'abbondanza di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

Al Signore Gesù elevo la mia fervente preghiera per ottenere il dono prezioso di numerose e sante vocazioni: Signore, tu hai voluto salvare gli uomini ed hai fondato la Chiesa come comunione di fratelli, riuniti nel tuo Amore.

Continua a passare in mezzo a noi e chiama coloro che hai scelto ad essere voce del tuo Santo Spirito, fermento d'una società più giusta e fraterna.

Ottienici dal Padre celeste le guide spirituali di cui le nostre comunità hanno bisogno: veri sacerdoti del Dio vivente che, illuminati dalla tua Parola, sappiano parlare di Te ed insegnare a parlare con Te.

Fa crescere la tua Chiesa mediante una fioritura di consacrati, che ti consegnino tutto, perché tu possa salvare tutti.

Le nostre comunità celebrino nel canto e nella lode l'Eucaristia, come rendimento di grazie alla tua gloria e bontà, e sappiano andare per le vie del mondo per comunicare la gioia e la Pace, doni preziosi della tua salvezza.

Volgi, Signore, il tuo sguardo sull'intera umanità e manifesta la tua misericordia agli uomini e alle donne, che nella preghiera e nella rettitudine della vita ti cercano senza averti ancora incontrato: mostrati loro come via che conduce al Padre, verità che rende liberi, vita che non ha fine.

Donaci, Signore, di vivere nella tua Chiesa in spirito di fedele servizio e di totale offerta, affinché la nostra testimonianza sia credibile e feconda. Amen! A tutti invio con affetto una speciale Benedizione Apostolica.

Da Castelgandolfo, 15 Agosto 1995, solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria.

Data: 1995-08-15 Data estesa: Martedi 15 Agosto 1995

Durante l'incontro a Castel Gandolfo il Papa invita le nuove generazioni a prepararsi all'appuntamento presso la Santa Casa

Titolo: Il pellegrinaggio dei giovani d'Europa a Loreto tappa importante nel cammino verso il Grande Giubileo del Duemila

Carissimi Fratelli e Sorelle, Grazie per questa vostra visita. In questo giorno che prolunga, in un certo senso, l'esperienza della festa dell'Assunzione della Vergine, sono lieto di accogliervi e rivolgo a tutti un saluto cordiale. L'icona dell'Assunta splendente della luce pasquale di Cristo porta a considerare la persona umana nella sua autentica verità e bellezza, secondo il disegno originario di Dio.

Guardiamo a Maria, carissimi! La Madre di Cristo, già risorta e partecipe della vita eterna in Lui, protegge i suoi figli dall'alto. In Maria assunta in cielo vediamo la realtà della nostra vita presente e quale è la sorte preparataci nel disegno della salvezza divina.

Possano questi giorni, per molti di distensione e di necessario riposo, aiutarci ad approfondire tali verità che danno senso autentico alla nostra quotidiana esistenza. Abbiamo in effetti tanto bisogno di offrire occasione di riflessione e di preghiera alla vita. E questo è un tempo certamente molto propizio per dare tale alimento allo spirito.

Carissimi Fratelli e Sorelle, pensare a Maria e vedere tra voi molti giovani mi porta con la mente a Loreto. Si svolgerà, fra meno di un mese, presso la Santa Casa, un grande pellegrinaggio dei giovani d'Europa, che costituirà una tappa importante nel cammino di preparazione al Grande Giubileo del 2000. Ci troveremo insieme, prolungando idealmente il clima delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Invito in particolare i giovani a prepararsi interiormente alle celebrazioni di sabato 9 e domenica 10 settembre prossimo e spero che saranno veramente numerosi quelli che avranno la possibilità di prendere parte a così significativo appuntamento.

A tutti una speciale Benedizione.

(Il Santo Padre ha quindi rivolto particolari espressioni di saluto ai vari gruppi linguistici presenti. Dopo aver salutato i fedeli di espressione francese, inglese, tedesca, spagnola, portoghese e polacca, Giovanni Paolo II ha rivolto queste parole ai fedeli di espressione italiana:] Saluto tutti voi, cari pellegrini e villeggianti che siete venuti quest'oggi a trovarmi qui a Castel Gandolfo. Auguro a ciascuno di passare questo tempo estivo nella serenità e nella gioia.

Data: 1995-08-16 Data estesa: Mercoledi 16 Agosto 1995

Visita "ad limina": la traduzione del discorso del Papa ai Vescovi della Conferenza Episcopale Regionale Cinese - Palazzo Pontificio, Castel Gandolfo

Titolo: "Fate ogni sforzo per promuovere l'armonia, l'amore fraterno e la riconciliazione fra tutti i cattolici della grande famiglia cinese"

Cari Fratelli nell'Episcopato,

1366
1. E' con profondo affetto nel Signore che vi saluto, Vescovi di Taiwan, in occasione della vostra visita ad Limina. Lo scorso anno è stato celebrato il settecentesimo anniversario dall'arrivo a Pechino del primo evangelizzatore di quella regione, il francescano Giovanni di Montecorvino. Innanzitutto ringraziamo Dio per le grandi cose che questo missionario, spinto da un amore incrollabile per Cristo, è riuscito a fare per estendere il Regno di Dio in quella che è oggi la Cina. Prego affinché la vostra visita presso le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo e questo incontro con il Successore di Pietro, al quale in particolare è stata affidata la cura di tutte le Chiese (cfr.
2Co 11,28), vi rafforzi nella stessa missione di proclamazione del Vangelo e di guida del gregge di Dio.

Possiate apprezzare in modo rinnovato la Grazia di Dio che opera nella Chiesa e il suo potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare (cfr. Ep 3,20-21).

1367
2. Questa fiducia nell'incomparabile potere della grazia di Dio deve essere sempre più evidente nella vita dei cristiani mentre la Chiesa si avvicina al Terzo Millennio della nascita di Cristo. Il grande Giubileo dell'anno 2000 è inteso come celebrazione, in tutto il mondo, della gioia della Redenzione concessa all'umanità con l'Incarnazione del Figlio unico del Padre. Con il Mistero pasquale di Cristo è stata definitivamente realizzata l'unità dell'intera famiglia umana e la Chiesa, riconosciuta come sacramento di unione con Dio e come segno dell'unità di tutta l'umanità (cfr.
LG 1), è stata mandata a proclamare al mondo la riconciliazione e la speranza offerte dal Vangelo. Convocando il Giubileo, la Chiesa invita tutti i suoi membri a gioire della Buona Novella della salvezza attraverso Gesù Cristo e a operare in modo sempre più efficace per portare il suo potere a tutti i popoli e a tutte le culture (cfr. TMA 16).

Sono contento di sapere che l'esigenza di un'evangelizzazione rinnovata è ben sottolineata nella novena di anni programmata dalla Conferenza Episcopale Cattolica Regionale Cinese in preparazione al Grande Giubileo, e che il prossimo anno, il 1996, sarà dedicato in particolare ai temi della Catechesi e della Evangelizzazione. Una grande risorsa a questo riguardo sarà la traduzione cinese del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il Catechismo trasmette un profondo senso dell'unità e della coerenza del messaggio cristiano, messaggio che parla direttamente ai cuori e alle menti delle persone di ogni età e situazione.

L'incredibile risposta al Catechismo rivela la grande sete di Dio e della vita spirituale presente anche nelle società altamente secolarizzate. Considerando la vacuità e l'aridità di gran parte della vita moderna, non possiamo forse riconoscere in questo interesse un ulteriore segno che, ai nostri giorni, "Dio apre alla Chiesa gli orizzonti di un'umanità più preparata alla semina evangelica" (RMi 3)?

1368
3. Come Pastori del popolo di Dio a Taiwan, cercherete di compiere ogni sforzo per incoraggiare il vostro popolo a pregare e operare in comunione con l'intera Chiesa affinché la preparazione spirituale e materiale del Grande Giubileo dell'Anno Santo 2000 rechi i frutti di un rinnovamento interiore e della crescita di un autentico spirito missionario in tutti i battezzati. Sono certo che la Commissione Episcopale per la celebrazione dei 2000 anni dalla nascita di Cristo della vostra Conferenza cercherà, con questa celebrazione, di risvegliare in tutta la Chiesa in Taiwan un senso sempre più vivo del suo legame con la Chiesa universale attraverso la comunione con le altre Chiese particolari e con questa Sede Apostolica.

In questi tempi di grazia per l'intera Chiesa, anche i cinesi cattolici devono sentirsi profondamente impegnati nella nuova evangelizzazione e nella predicazione del Vangelo ad gentes. Entrambi questi aspetti del mandato missionario sono essenziali per un autentico rinnovamento ecclesiale. L'Asia attende di udire la Parola di Dio e devono essere soprattutto gli asiatici ad assicurare che essa si radichi profondamente nelle antiche culture del Continente.

Nel vostro caso, l'inculturazione del Vangelo nella vostra cultura deve mostrare che non esistono opposizione o incompatibilità tra l'essere allo stesso tempo veramente cattolico e autenticamente cinese.

1369
4. Proprio per questa ragione vi invito a coinvolgere tutti i cattolici di Taiwan nell'opera di evangelizzazione. Penso in particolare all'importante contributo che può essere dato dalle donne, dai giovani, dai religiosi e dalle religiose, dall'Università cattolica e dai seminari, dai professionisti cattolici nel campo dell'arte, della scienza e della comunicazione sociale. I fedeli laici devono essere incoraggiati a riconoscere e a superare ogni sorta di separazione tra la loro fede in Cristo e le attività quotidiane a casa, sul lavoro e in società (cfr.
CL 34). A ogni livello della vita ecclesiale il Vangelo dovrebbe essere vissuto e condiviso come dono liberatore che permette agli uomini e alle donne di vivere con gioia e in pace, di promuovere la riconciliazione e di operare con abnegato amore per il bene spirituale e materiale degli altri.

Non è necessario ribadire che un ruolo insostituibile in questa grande opera di rinnovamento spetta al clero, sia diocesano che religioso. Oggi più che mai i sacerdoti devono avere la mentalità e il cuore di missionari, soprattutto in considerazione di quanti ancora non conoscono Cristo (cfr. RMi 67). E' molto importante fare si che lo spirito missionario venga promosso durante la formazione nei seminari e nei programmi di formazione permanente, affinché la vita e il ministero del sacerdote riflettano l'urgenza della missione espressa nelle ben note parole di San Paolo: "guai a me se non predicassi il Vangelo!" (1Co 9,16). Al centro di ogni spiritualità sacerdotale vi devono essere il ravvivamento costante della grazia ricevuta con l'ordinazione sacra, una sempre maggiore configurazione a Cristo e una più intensa partecipazione all'amore ardente del suo Sacro Cuore. Il vostro esempio e la vostra guida deve ispirare i vostri sacerdoti a coltivare la virtù della carità pastorale. In questo modo voi e i vostri collaboratori comprenderete meglio le speranze, i bisogni, i problemi e le situazioni delle persone che servite, così da trovare modi sempre più efficaci di proporre il Vangelo a tutti (cfr. PDV 70).

1370
5. Sottolineo la necessità di un rinnovato impegno per l'evangelizzazione, in quanto voi stessi siete consapevoli delle difficoltà che questo comporta, soprattutto in considerazione del calo del numero dei sacerdoti e della crescita delle esigenze pastorali dei fedeli, e in particolare di coloro che sono ancora giovani nella fede. Questa situazione richiede soluzioni creative, la gestione saggia delle risorse attuali e un'attenta programmazione pastorale per il futuro.

Vi è un bisogno urgente di promuovere le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, intensificando i notevoli sforzi fatti per aiutare i giovani a riconoscere e a rispondere alla chiamata di Dio. Le numerose comunità religiose di Taiwan sono state e continuano a essere una grande risorsa spirituale e materiale per la vita della Chiesa. Tutt'intorno a voi ci sono i segni di una vita spirituale che sta sbocciando. Come Pastori, è vostro compito discernere, alimentare e sviluppare ogni nuovo dono e ogni speranza.

1371
6. Come membri della grande famiglia cinese, i cattolici di Taiwan si sentono affettuosamente vicini ai loro fratelli e alle loro sorelle nella fede del Continente. Riconoscete quindi con gioia la vostra responsabilità di assisterli nella loro difficile situazione spirituale. Ancor più dei cattolici negli altri Paesi, voi sentite di essere una Chiesa sorella di quella comunità cattolica, soprattutto quando tra i suoi membri vi è la crescente consapevolezza del bisogno di sentirsi maggiormente parte della Chiesa cattolica universale.

Da parte mia, so che la comunità cattolica in tutta la Cina, in unione di fede con il resto della Chiesa cattolica, prega per il Papa, riconoscendo generalmente in questo modo la specifica natura del ministero petrino come un aspetto essenziale del progetto di Cristo per la sua Chiesa. Tuttavia la maggior parte dei cattolici cinesi, proprio per vivere pienamente questa fedeltà, ha scelto il cammino della sofferenza e del silenzio. Con profondo affetto i nostri cuori si volgono verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, esposti a grandi privazioni, colmi di gratitudine per il loro esempio generoso ed eroico. Speriamo e preghiamo affinché anche gli altri operino con rinnovata fede e forza per la piena comunione e l'unità con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro.

Sono perfettamente consapevole del fatto che la situazione attuale della comunità cattolica è fonte di dolorosa preoccupazione per tutti i cattolici cinesi. Ognuno di loro occupa un posto speciale nel mio cuore di Pastore della Chiesa universale, e per tutti prego il Signore, che ha voluto che la sua Chiesa fosse una, sotto un unico Pastore. Oggi, attraverso voi, ripeto l'esortazione che ho rivolto loro da Manila lo scorso gennaio: "Vi invito tutti ardentemente a ritrovare cammini di comunione e di riconciliazione, cammini che prendono luce e ispirazione dalla Verità stessa: Gesù Cristo" (Messaggio radiofonico ai cattolici cinesi, 14 gennaio 1995). So che molti si stanno domandando come possa avvenire questa riconciliazione. Tutti devono mobilitarsi; tutti devono volgersi verso Cristo, che ci chiama all'unità e alla comunione. Ognuno deve scoprire i passi che portano alla riconciliazione. Ognuno deve portare con sé tutto se stesso, il suo passato, i suoi momenti di coraggiosa testimonianza e quelli di debolezza, le sue sofferenze attuali e le sue speranze per un futuro migliore. Quello di cui stiamo parlando è un viaggio lungo e difficile. La meta è abbastanza chiara ma il sentiero che vi conduce appare ancora oscuro. Dobbiamo invocare la luce dello Spirito e farci guidare dalla sua ispirazione.

Voi, Vescovi di Taiwan, siete chiamati a fare ogni sforzo per promuovere l'armonia, la pazienza, la comprensione, l'amore fraterno e la riconciliazione tra tutti i cattolici della grande famiglia cinese, in uno spirito di carità e nel pieno rispetto della la crescita della Chiesa nel continente. In questo delicato momento chiedo a tutti voi di pregare incessantemente a tal fine.

1372
7. Cari Fratelli, il nostro incontro ricorda tutti i fedeli affidati alla vostra sollecitudine pastorale, ai quali mi sento molto vicino. Vi prego di rassicurare i sacerdoti, i religiosi e i laici appartenenti alle vostre Chiese locali di Taiwan del mio profondo affetto nel Signore. Allo stesso tempo rinnovo l'assicurazione del mio amore, del mio incoraggiamento e dei miei voti augurali a tutti i membri cattolici della più vasta famiglia cinese. Se questi nostri fratelli e sorelle già pregano per il Papa e in qualche modo riconoscono in lui lo speciale ministero di Pietro, quanto tempo ci vorrà prima che egli possa abbracciarli e confermarli nella fede e nell'unità? Con questi sentimenti affido voi e tutta la Chiesa in Taiwan all'amorevole intercessione di Maria, Regina della Pace, e imparto di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica.

Data: 1995-08-19 Data estesa: Sabato 19 Agosto 1995


GPII 1995 Insegnamenti 1356