GPII 1995 Insegnamenti 1717

Angelus: la riflessione durante la preghiera mariana - Baltimora (U.S.A.)

Titolo: Maria, Madre dei Cristiani, veglia sulla Chiesa degli Stati Uniti d'America mentre si avvicina al Terzo Millennio

Cari fratelli e sorelle, Mentre la nostra celebrazione dell'Eucaristia volge al termine, ci rivolgiamo con amore alla Beata Vergine Maria e ci prepariamo a recitare la preghiera dell'Angelus. Imploriamo insieme la protezione della Madre di Dio sugli Stati Uniti e sul suo popolo.

MARIA IMMACOLATA, CONCEPITA SENZA PECCATO: Patrona degli Stati Uniti! Dal primo momento della tua esistenza sei stata chiamata da Dio a essere la Madre del suo Figlio Incarnato. Modello della nostra fede, hai vegliato sul Figlio Incarnato di Dio mentre cresceva in sapienza, età e grazia (cfr. Lc 2,52). Volgi il tuo sguardo sul popolo di questa grande Nazione, così abbondantemente benedetta da Dio con risorse materiali e spirituali. Possano trarre nuova ispirazione dagli elevati ideali della loro tradizione democratica e contribuire alla edificazione di un mondo di solidarietà, di giustizia e di pace, un mondo in cui ognuno sia benvenuto come commensale al banchetto della vita.

MARIA, NOSTRA REGINA: Patrona dell'Arcidiocesi di Baltimore! Sei stata accanto a tuo Figlio ai piedi della Croce e hai gioito della sua Risurrezione dai morti. Modello della nostra speranza, hai atteso l'adempimento delle promesse di Cristo nella Pentecoste e ora condividi la pienezza della vita nel suo Regno eterno. Volgi il tuo sguardo su tutti coloro che sono uniti a tuo Figlio nel Battesimo e sono chiamati a condividere la sua missione sovrana. Possano essere il lievito del Regno di Dio nella società americana, soddisfacendo umilmente le esigenze dei loro fratelli e delle loro sorelle e recando fedele testimonianza allo splendore della verità di Cristo e al potere salvifico del suo Vangelo.

MARIA, MADRE DELLA CHIESA: Madre dei Cristiani! Il Signore ha affidato a te tutti i suoi discepoli perché tu sia la nostra Madre (cfr. Jn 19,27). Modello dell'amore cristiano, contempli tuo figlio nella gloria e intercedi per i membri del suo Corpo sulla Terra. Veglia sulla Chiesa degli Stati Uniti mentre si avvicina al Terzo Millennio cristiano. Attraverso la penitenza, la preghiera e la carità attiva, possano i seguaci di Cristo rispondere alle sfide della nuova evangelizzazione e operare per il rinnovamento autentico della società umana in conformità con la verità della Parola di Dio. Lavorando insieme a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà, possano essere gioiosi araldi e servi del Vangelo della vita! Beata Vergine Maria! Affidando l'America e il suo popolo alla tua intercessione, preghiamo.

Data: 1995-10-08 Data estesa: Domenica 8 Ottobre 1995

Messaggio: Giovanni Paolo II ai membri del "Catholic Relief Services" - Baltimora (U.S.A.)

Titolo: Incoraggiate i bisognosi a diventare i principali artefici del loro sviluppo sociale e culturale

Cari amici in Cristo!

1718
1. "Caritas Christi urget nos" (
2Co 5,14). Per più di cinquant'anni il Catholic Relief Services ha operato per mettere in pratica il mandato che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore: "per annunziare ai poveri un lieto messaggio... per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi" (Lc 4,18). La mia Visita pastorale a Baltimore mi offre l'opportunità di esprimere la mia profonda gratitudine alla vostra organizzazione e a coloro che la sostengono con le loro preghiere e con i loro generosi contributi. Ringrazio, soprattutto, Dio Onnipotente, che fa si che voi possiate testimoniare quanto sia vero che la fede che opera per mezzo della carità (cfr. Ga 5,6) è il segno dell'autentica condizione di discepolo.

Il Catholic Relief Services è noto per i suoi programmi efficaci e innovativi di assistenza che esso promuove in tutto il mondo. Sempre pronto, in qualsiasi momento, ad aiutare le vittime di disastri naturali e le popolazioni oppresse dalla povertà, dalla carestia, dalle epidemie e dalla guerra, esso è ispirato da un fermo impegno per la ricca tradizione della dottrina sociale cattolica, il cui fine è "la difesa della persona umana e la tutela della sua dignità" (CA 3). Il sacro compito della Chiesa di proclamare il Vangelo "a ogni creatura" (Mc 16,15), comprende infatti anche il suo insegnamento sulle implicazioni morali e religiose della vita politica, economica e sociale.

1719
2. Il principio basilare dell'insegnamento sociale della Chiesa, dal quale derivano tutti gli altri, è che la persona umana è e deve essere "principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali" (
GS 25). Tutti gli individui, senza eccezioni, sono creati a immagine di Dio (cfr. Gn 1,27) e redenti dal Sangue di Cristo. In un mondo segnato dalle divisioni religiose e dalle rivalità tra le nazioni, il Catholic Relief Services testimonia l'unità della famiglia umana e la dignità uguale e inalienabile di ognuno e di ciascuno. I suoi progetti in Bosnia ed Erzegovina, in El Salvador, ad Haiti, in India, nel Rwanda e in Viêt Nam, per citare solo alcune delle sue iniziative più recenti, rispecchiano fedelmente l'intento dichiarato dell'Organizzazione di aiutare le persone "in base al bisogno, non al credo, alla razza o alla nazionalità" (Dichiarazione di Missione). Lo splendore della gloria di Cristo si riflette sul volto di ogni essere umano, e ciò è tanto più vero quanto più quel volto è emaciato dalla fame, intristito dall'esilio, segnato dalla miseria e dalla povertà (cfr. Mt 25,31-46).

Con coraggio e con compassione i cristiani devono essere sempre più attenti al grido dei poveri, servendo il Signore che è presente nella loro sofferenza. Quale condizione indispensabile per la preparazione del Grande Giubileo dell'anno 2000, "come non sottolineare più decisamente l'opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati?" (TMA 51).

1720
3. La verità sulla dignità umana ci trasmette una corretta visione della società.

Fin dall'inizio del mio ministero papale ho ripetutamente sottolineato l'importanza della solidarietà sociale come strumento per edificare la civiltà dell'amore a cui l'umanità anela. La solidarietà implica "la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, poiché tutti siamo veramente responsabili di tutti" (
SRS 38). La solidarietà, vissuta prima nella comunione della famiglia e poi nella comunità e nella nazione, ha un'apertura universale all'intera famiglia umana.

Purtroppo, la Chiesa incontra ostacoli che impediscono la pratica della solidarietà a livello mondiale, come le forme di isolazionismo che tendono a indebolire il senso di responsabilità internazionale. Altre sfide provengono da ideologie che predicano l'odio sociale e l'intolleranza religiosa. Ispirato dall'insegnamento e dall'esempio di Cristo, l'impegno per la solidarietà internazionale del Catholic Relief Services ripete la rassicurazione del Signore della storia: "ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).

1721
4. Cari fratelli e sorelle: i vostri decisi sforzi per soddisfare i bisogni di un numero infinito di persone in tutto il mondo, che si rivolgono a voi in cerca di aiuto, recano un'eloquente testimonianza della virtù cristiana della carità. Come sapete, alleviare le sofferenze dei molti Calvari moderni che reclamano a gran voce la vostra attenzione e il vostro aiuto, non significa solo lavorare per alleviare le sofferenze del momento, ma anche, alla luce del Vangelo, sforzarsi di alimentare il rispetto di sé e la solidarietà tra i poveri stessi. La forma migliore di assistenza consiste nell'incoraggiare i bisognosi a diventare i principali artefici del loro sviluppo sociale e culturale. Questo approccio rispetta l'autentica "soggettività" delle persone, rendendole in grado di "soggiogare" insieme la creazione (cfr.
Gn 1,28), in modo che l'umanità prepari la strada alla venuta del Regno di Dio.

A questo proposito sono necessarie strategie innovative e approcci creativi che risolvano i problemi strutturali del sottosviluppo, che sono spesso il risultato dell'insensibilità e dell'ingiustizia. La risposta a questa sfida rappresenta un aspetto importante dell'opera del Catholic Relief Services, che dovrebbe essere portata avanti sempre nella stretta osservanza dell'insegnamento sociale della Chiesa.

1722
5. Come Pastore della Chiesa universale desidero ringraziarvi per il vostro instancabile lavoro a favore dei "poveri del Signore". Affido con gioia il Catholic Relief Services, i suoi benefattori, i collaboratori e i volontari, a Maria, l'amorevole Confortatrice degli Afflitti, e faccio mia la preghiera di san Paolo: "Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti" (
1Th 3,12). Con la mia Benedizione apostolica.

Data: 1995-10-08 Data estesa: Domenica 8 Ottobre 1995

Il discorso nella Cattedrale dedicata a "Mary Our Queen" - Baltimora (U.S.A.)

Titolo: Trasmettere la preziosa eredità della libertà religiosa per la sopravvivenza stessa dell'esperienza americana

Caro Cardinale Keeler, Caro Arcivescovo Borders e cari fratelli Vescovi, Cari amici,

1723
1. In questa Cattedrale di Mary Our Queen, durante le ultime ore della mia visita, affido gli esiti della mia presenza presso le Nazioni Unite e del mio pellegrinaggio alla Chiesa in Newark, Brooklyn, New York e Baltimore all'intercessione della Madre del Redentore. Porgo un caloroso saluto a tutti voi, in particolare al Cardinale Keeler, Pastore di questa Chiesa locale. Attraverso i rappresentanti delle centosessantadue parrocchie e delle varie organizzazioni e agenzie arcidiocesane saluto l'intera comunità cattolica. Tendo la mano in amicizia ai membri delle altre comunità cristiane e agli ospiti ebrei e musulmani oltre che ai rappresentanti delle università e dei college della zona di Baltimore e alle autorità pubbliche statali, federali e locali presenti.

1724
2. Il Maryland occupa un posto speciale nella storia del cattolicesimo americano, e di fatto nella storia religiosa della Nazione. E' stato qui che la libertà religiosa e la tolleranza civica sono state custodite nell'esperienza americana, così come in tempi recenti il Maryland ha svolto un ruolo pioneristico nel dialogo ecumenico e interreligioso.

Oggi, la tolleranza e la cooperazione religiose tra gli americani non possono essere solo un'impresa pragmatica o utilitaristica, un semplice adattamento all'esistenza della diversità. No, la fonte del vostro impegno per la libertà religiosa è di per se stessa una profonda convinzione religiosa. La tolleranza religiosa si basa sulla convinzione che Dio desidera essere adorato da persone libere: una convinzione che ci chiede di rispettare e onorare il santuario interiore della coscienza nel quale ogni persona incontra Dio. La Chiesa cattolica sostiene totalmente questa convinzione, come i Padri del Concilio Vaticano II hanno proclamato nella storica Dichiarazione sulla libertà religiosa.

La sfida che avete di fronte, cari amici, consiste nell'accrescere la consapevolezza delle persone circa l'importanza che riveste per la società la libertà religiosa e nel difendere questa libertà da coloro che vorrebbero escludere la religione dalla sfera pubblica e stabilire il secolarismo come fede ufficiale d'America. E' inoltre di vitale importanza, per la stessa sopravvivenza dell'esperienza americana, trasmettere alla prossima generazione la preziosa eredità della libertà religiosa e le convinzioni sulle quali essa si fonda.

1725
3. L'educazione cattolica ha lasciato un'impronta duratura sulla vostra comunità, dai giorni di Santa Elizabeth Ann Seton fino a oggi. Sono certo che tutti voi, Vescovi, sacerdoti e fedeli dell'Arcidiocesi di Baltimore, comprendete l'importanza di continuare, anzi, di ampliare, questa eminente tradizione dell'educazione cattolica, nelle vostre parrocchie, nelle scuole secondarie, nei vostri college e nelle università. Le scuole cattoliche, per tradizione e per dovere, hanno offerto un contributo importante alla società rivolgendo particolare attenzione ai suoi settori economicamente svantaggiati. Spero che continuiate a cercare modi per assicurare il proseguimento di questo servizio essenziale, nonostante gli oneri finanziari che comporta. L'educazione cattolica serve il futuro di tutti gli americani insegnando e comunicando quelle stesse virtù sulle quali si fonda la democrazia americana.

Altre forme di educazione cattolica sono diventate una caratteristica degna di nota della vita di questa Chiesa locale: i programmi estensivi di educazione religiosa per i bambini nelle scuole pubbliche; il vostro impegno nella catechesi per gli adulti, come nel programma "Renew", il programma "Emmaus" e altri programmi di formazione permanente dei sacerdoti. Vi incoraggio in tutti questi sforzi e vi esorto a guardare al Catechismo della Chiesa Cattolica come a una guida sicura per conformare tali programmi alla fede una, santa, cattolica e apostolica.

1726
4. Ai membri delle varie denominazioni cristiane qui presenti vorrei dire che, avvicinandoci al terzo millennio e al Grande Giubileo dell'anno 2000, dobbiamo cercare, con sempre maggior impegno, di sanare le ferite del passato. Incoraggio tutti a intensificare e ad estendere il dialogo ecumenico che da tanto tempo è una caratteristica di questa comunità. Dobbiamo scoprire insieme come presentarci al cospetto di Dio come un popolo in cammino sulla via dell'unità per la quale Cristo ha pregato la notte prima di dare la sua vita per la nostra salvezza (cfr.
Jn 17,21).

A tutti i credenti nell'Unico Vero Dio esprimo il rispetto e la stima della Chiesa cattolica. Come ho detto presso le Nazioni Unite, il mondo deve imparare a vivere con la "diversità" se ad un secolo di coercizione deve seguire un secolo di persuasione. Vi assicuro, cari amici, che la Chiesa cattolica è impegnata lungo il cammino del dialogo nei suoi rapporti con l'Ebraismo e l'Islam, e prego affinché, attraverso questo dialogo, si possa giungere a una nuova intesa, in grado di assicurare la pace nel mondo.

Avete dimostrato in questa comunità come il dialogo e la cooperazione possano apportare dei miglioramenti nella vita civica: nell'opera che avete svolto insieme per promuovere l'insegnamento dei valori morali nelle scuole pubbliche, e per fornire abitazioni ai poveri. Che questa opera sia benedetta e possa crescere con l'approfondirsi del vostro dialogo di fede negli anni futuri.

1727
5. Nel Vangelo Gesù presenta se stesso come colui che serve (cfr.
Mt 20,28). Anche la Chiesa, che è il Corpo di Cristo, è una Chiesa serva, che accompagna l'umanità sofferente nel suo pellegrinare attraverso il tempo. L'opera del Catholic Relief Services e del Catholic Charities qui a Baltimore testimonia questo impegno di servizio. Desidero ringraziare queste organizzazioni per il loro lavoro e le incoraggio a estendere la loro azione, approfondendo la loro identità cattolica, formata dalla dottrina sociale cattolica.

Il nostro impegno a favore della dignità e del valore di tutti gli esseri umani è il motivo per cui la comunità ecclesiale crea strutture quali le mense per i poveri, fornisce riparo ai senzatetto e assistenza medica ai poveri, offre consulenza ai tossicodipendenti e agli alcoolisti e aiuta la gente a partecipare maggiormente alla vita della società. Quando il Cardinale Lawrence Shehan di Baltimore difendeva pubblicamente i diritti civili degli afroamericani quasi trent'anni fa, egli esprimeva una verità morale circa l'uguale dignità di tutti gli esseri umani di fronte a Dio. La stessa convinzione guida i suoi successori e dovrebbe spingere tutti voi oggi a difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, ad assistere e tutelare i nascituri e tutti coloro che altri potrebbero ritenere "scomodi" o "indesiderabili". Questo principio morale non è estraneo all'America, bensi si rivolge alle origini stesse di questa Nazione!

1728
6. Cari amici: il mondo guarda all'America nella speranza di trovarvi un modello di società libera e virtuosa. Rendere questa terra di libertà una casa ospitale per tutto il suo popolo rimane sempre, e sempre più, una grande sfida. E' importante per i popoli nel mondo che voi, cittadini degli Stati Uniti, riusciate a rendere la società americana una più perfetta incarnazione del suo impegno a favore della libertà e della giustizia per tutti.

Che Dio benedica tutti voi. Dio benedica l'America.

Data: 1995-10-08 Data estesa: Domenica 8 Ottobre 1995

Il congedo: il saluto a conclusione del pellegrinaggio apostolico, all'aeroporto internazionale di Baltimore-Washington (U.S.A.)

Titolo: "America, te lo dico ancora una volta: ama la vita, nutri la vita, difendi la vita"

Caro Vice-Presidente, Cari Amici, Caro Popolo d'America,

1729
1. Mentre mi congedo dagli Stati Uniti, desidero esprimere la mia profonda e costante gratitudine a molte persone.

A lei, Signor Vice-Presidente, per essere cortesemente venuto qui a salutarmi. Ai Vescovi delle Diocesi che ho visitato e ai molti che si sono impegnati così intensamente per il buon esito di questa visita, alle autorità pubbliche, agli agenti della polizia e della sicurezza, che hanno garantito efficienza, ordine e sicurezza.

Ringrazio inoltre i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità Ecclesiali, che mi hanno accolto con buona volontà; gli americani di ogni razza, colore e credo, che hanno seguito con interesse e attenzione gli avvenimenti di questi giorni; agli uomini e alle donne che operano nell'ambito dei mezzi di comunicazione sociale, che hanno lavorato con diligenza per trasmettere le parole e le immagini di questa visita a milioni di persone; e soprattutto a tutti coloro che, di persona o da lontano, mi hanno sostenuto con le loro preghiere.

Rivolgo alla comunità cattolica degli Stati Uniti i miei sentiti ringraziamenti! Con le parole di San Paolo: "Ringrazio il mio Dio ogni volta ch'io mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera" (
Ph 1,3).

1730
2. Lo dico anche agli Stati Uniti d'America: oggi, nel nostro mondo molte Nazioni e molti popoli guardano a voi come al modello e all'esempio principali per il proprio progresso nella democrazia. Ma la democrazia ha bisogno di saggezza. La democrazia ha bisogno di virtù, se non vuole mettersi contro tutto ciò che intende difendere e incoraggiare. La democrazia resiste o cade a seconda delle verità e dei valori che incarna e promuove.

La democrazia serve ciò che è vero e giusto quando tutela la dignità di ogni persona umana, quando rispetta gli inviolabili e inalienabili diritti umani, quando fa del bene comune il fine e il criterio regolatori di tutta la vita pubblica e sociale. Tuttavia, questi stessi valori devono avere un contenuto oggettivo. Altrimenti corrispondono soltanto al potere della maggioranza o ai desideri di chi grida più forte. Se un atteggiamento di scetticismo dovesse riuscire a mettere in dubbio perfino i principi fondamentali della legge morale, lo stesso sistema democratico verrebbe scosso alla base (cfr.
EV 70).

1731
3. Gli Stati Uniti possiedono una garanzia, un grande baluardo contro questa eventualità. Mi riferisco ai vostri documenti costitutivi: la Dichiarazione di Indipendenza, la Costituzione, la Bill of Rights. Questi documenti si basano, incarnandoli, sugli immutabili principi del diritto naturale, la cui verità e validità perenni possono essere comprese dalla ragione, in quanto si tratta della legge iscritta da Dio nei cuori umani (cfr.
Rm 2,25).

Al centro della visione morale dei vostri documenti costitutivi sta il riconoscimento dei diritti della persona umana, e soprattutto il rispetto per la dignità e la santità della vita umana in tutte le condizioni e ad ogni stadio di sviluppo. Ti dico ancora una volta, America, alla luce delle tue tradizioni: ama la vita, nutri la vita, difendi la vita dal concepimento fino alla morte naturale.

1732
4. Al termine del vostro Inno Nazionale troviamo queste parole: "Dobbiamo conquistare, quando la nostra causa è giusta, E questo sia il nostro motto: "In Dio riponiamo la nostra fiducia!"".

America: che tu possa sempre riporre la tua fiducia in Dio e in nessun altro.

E quindi, "Sventoleremo in trionfo la bandiera a stelle e strisce, sul Paese della libertà e sulla casa dei coraggiosi".

Grazie, e che Dio vi benedica tutti!

Data: 1995-10-08 Data estesa: Domenica 8 Ottobre 1995


Messaggio: Giovanni Paolo II al Card. Etchegaray in occasione dell'Incontro "Donna, educatrice alla pace" - Città del Vaticano

Titolo: Le donne siano portatrici del Vangelo nella famiglia e nella società, affinché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo

Signor Cardinale, In occasione dell'incontro promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e dalla Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa sul tema "Donna, educatrice alla pace", desidero far giungere a Lei, all'Arcivescovo Mons. Pasquale Macchi e a tutti i presenti un affettuoso saluto.

Il mio pensiero si rivolge soprattutto alle donne che prendono parte all'incontro, in modo speciale a quelle provenienti dalle zone di guerra. Ad esse esprimo la mia spirituale vicinanza, insieme col mio vivo apprezzamento, perché hanno saputo dar voce, con la loro testimonianza personale, a realtà che interpellano la coscienza dei cristiani come figli di Dio e cittadini del mondo, realtà sulle quali l'informazione è spesso frammentaria e parziale. Prego per loro e per i loro popoli, che affido con preghiera accorata al Signore, invocando l'intercessione di Maria Santissima, Regina della pace. Alle donne che si sono raccolte in preghiera nella Santa Casa di Loreto vorrei affidare una consegna: mai venga meno il legame che, ai piedi di Maria, è sorto tra loro. Pur appartenendo a differenti Paesi, rimangano unite nell'impegno di educazione alla pace. Formino, come donne cristiane, una catena di solidarietà, collaborando attivamente con tutti gli autentici costruttori di pace e di giustizia.

La ricorrenza del settimo centenario del Santuario Lauretano ha permesso alla Chiesa intera di accogliere il provvidenziale messaggio che Maria ha indirizzato ai giovani, durante il recente pellegrinaggio del 9-10 settembre, e che ora rinnova alle donne costi riunite. E' il messaggio della Santa Casa come profezia di pace, una pace che parte dal cuore e si irradia nei rapporti familiari e sociali, nutrendosi di fede, di quotidiano ascolto di Dio e del prossimo, di umiltà, di laboriosa semplicità.

Oggi, più di ieri, le donne sono chiamate a svolgere un ruolo decisivo per la promozione della giustizia e della pace nella duplice dimensione che la "casa" rappresenta, quella della famiglia che in essa si raccoglie e quella della comunità di cui la casa è parte. Mi faccio pertanto eco della spirituale consegna di Loreto. Con grande fiducia vorrei ripetere alle donne riunite presso la Santa Casa e a tutte le donne cristiane del mondo: care sorelle, sull'esempio di Maria di Nazaret, cooperate anche voi al disegno dell'Altissimo, affinché il Vangelo della pace possa continuare ad essere inscritto anche nella nostra epoca. Siate voi stesse, nella famiglia e nella società, portatrici del Vangelo, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo.

Carissimi Fratelli e Sorelle presenti a Loreto: la testimonianza, la preghiera e la solidarietà che avete condiviso in questi giorni di spirituale e quasi familiare comunione con Maria Santissima, permangano nei vostri cuori e infondano luce e forza alla vostra azione di promozione della pace. Siate sempre pietre vive della Chiesa, casa di Dio e dell'uomo, germe e inizio sulla terra del Regno dei cieli. La Benedizione Apostolica, che di cuore invio a tutti, vi accompagni e vi sostenga nel cammino di fede e d'impegno cristiano che v'attende.

Dal Vaticano, 11 ottobre 1995.

IOANNES PAULUS PP. II

Data: 1995-10-11 Data estesa: Mercoledi 11 Ottobre 1995

Messaggio del Papa per la IV Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà l'11 Febbraio 1996 in Messico

Titolo: Un appuntamento mariano nel cuore della fase antepreparatoria del Grande Giubileo



1739
1. "Non preoccuparti di questa malattia né di alcun'altra disgrazia. Non ci sto io qui che sono la tua Madre? Non ti trovi al riparo della mia ombra? Non sono io la tua salute?". Queste parole l'umile indigeno Juan Diego di Cuautilan raccolse dalle labbra della Vergine Santissima, nel dicembre del 1531, ai piedi della collina di Tepeyac oggi chiamata Guadalupe, dopo aver implorato la guarigione di un congiunto.

Mentre la Chiesa nell'amata nazione messicana ricorda il primo centenario della incoronazione della venerata immagine di Nostra Signora di Guadalupe (1895-1995), è particolarmente significativa la scelta del famoso santuario di Città del Messico quale luogo per il momento celebrativo più solenne della prossima Giornata Mondiale del Malato, l'11 febbraio 1996.

Tale Giornata si colloca nel cuore di quella fase antepreparatoria (1994-1996) del Terzo Millennio Cristiano che deve "servire a ravvivare nel popolo cristiano la coscienza del valore e del significato che il Giubileo del 2000 riveste nella storia umana" (
TMA 31). La Chiesa guarda con fiducia agli eventi del nostro tempo e tra i "segni di speranza presenti in questo ultimo scorcio di secolo" essa riconosce il cammino compiuto "dalla scienza e dalla tecnica, e soprattutto dalla medicina a servizio della vita umana" (TMA 46). E' nel segno di questa speranza, illuminata dalla presenza di Maria, "Salute degli infermi", che, in preparazione della IV Giornata del Malato, mi rivolgo a chi porta nel corpo e nello spirito i segni della sofferenza umana, come pure a quanti, nel servizio fraterno loro prestato, intendono attuare una perfetta sequela del Redentore. Infatti "come Cristo... è stato inviato dal Padre "a dare la buona novella ai poveri, a guarire quelli che hanno il cuore contrito" (cfr. Lc 4,18), "a cercare e salvare ciò che era perduto" (cfr. Lc 19,10), così pure la Chiesa circonda di affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l'immagine del suo fondatore povero e sofferente" (LG 8).

1740
2. Carissimi fratelli e sorelle, che sperimentate in modo particolare la sofferenza, voi siete chiamati ad una peculiare missione nell'ambito della nuova evangelizzazione, ispirandovi a Maria Madre dell'amore e del dolore umano. Vi sostengono in tale non facile testimonianza gli operatori sanitari, i familiari, i volontari che vi accompagnano lungo il quotidiano cammino della prova. Come ho ricordato nella Lettera apostolica Tertio Millennio adveniente, "la Vergine Santa sarà presente in modo per così dire trasversale lungo tutta la fase preparatoria" del grande Giubileo del 2000 "come esempio perfetto di amore, sia verso Dio sia verso il prossimo", così che ne ascoltiamo la voce materna ripetere: "Fate quello che Cristo vi dirà" (cfr.
TMA 43 TMA 54).

Raccogliendo questo invito dal cuore della Salus infirmorum, vi sarà possibile imprimere alla nuova evangelizzazione un singolare carattere di annuncio del Vangelo della vita, misteriosamente mediato dalla testimonianza del Vangelo della sofferenza (cfr. EV 1; Salvifici doloris, 3). "Una pastorale sanitaria, infatti, veramente organica fa parte direttamente della evangelizzazione" (Discorso alla IV Riunione Plenaria della Pontificia Commissione per l'America Latina, 8; 23 giugno 1995).

1741
3. Di questo annuncio efficace, la Madre di Gesù è esempio e guida, poiché "si pone tra suo Figlio e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze e sofferenze. Si pone in mezzo, cioè fa da mediatrice non come un'estranea, ma nella sua posizione di madre, consapevole che come tale può - anzi ha il diritto - di far presente al Figlio i bisogni degli uomini. La sua mediazione, dunque ha un carattere di intercessione: Maria intercede per gli uomini. Non solo: come Madre desidera anche che si manifesti la potenza messianica del Figlio, ossia la sua potenza salvifica volta a soccorrere la sventura umana, a liberare l'uomo dal male che in diversa forma e misura grava sulla sua vita" (
RMA 21).

Questa missione rende perennemente presente nella vita della Chiesa, la Salus infirmorum, che, come agli albori della Chiesa (Ac 1,14), continua ad essere anche oggi "il modello di quell'amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini" (LG 65).

La celebrazione del momento più solenne della Giornata Mondiale del Malato nel santuario di Nostra Signora di Guadalupe riallaccia idealmente la prima evangelizzazione del Nuovo Mondo alla nuova evangelizzazione. Tra le popolazioni dell'America Latina, infatti, "il Vangelo è stato annunciato presentando la Vergine come la sua più alta realizzazione... Di questa identità è simbolo luminosissimo il volto meticcio di Maria di Guadalupe, che si erge all'inizio della evangelizzazione" (Documento di Puebla, 1979, 282.446). Per questo da cinque secoli, nel nuovo Mondo, la Vergine Santissima è venerata come "prima evangelizzatrice dell'America Latina", come "stella della evangelizzazione" (Lettera ai religiosi e alle religiose dell'America Latina nel V centenario dell'evangelizzazione del Nuovo Mondo, 31).

1742
4. Nell'adempimento del suo compito missionario la Chiesa, sorretta e confortata dall'intercessione di Maria Santissima, ha scritto pagine significative di sollecitudine per gli infermi e i sofferenti in America Latina. Anche oggi la pastorale sanitaria continua ad occupare un posto rilevante nell'azione apostolica della Chiesa: essa ha la responsabilità di numerosi luoghi di soccorso e di cura ed opera tra i più poveri con apprezzata premura nel campo sanitario, grazie al generoso impegno di tanti fratelli nell'episcopato, di sacerdoti, religiosi, religiose e di molti fedeli laici, che hanno sviluppato una spiccata sensibilità nei confronti di quanti si trovano nel dolore.

Se, poi, dall'America Latina lo sguardo s'allarga a spaziare sul mondo, incontra innumerevoli conferme di questa premura materna della Chiesa per i malati. Anche oggi, forse soprattutto oggi, si alza dall'umanità il pianto di folle provate dalla sofferenza. Intere popolazioni sono straziate dalla crudeltà della guerra. Le vittime dei conflitti tuttora in atto sono soprattutto i più deboli: le madri, i bambini, gli anziani. Quanti esseri umani, stremati dalla fame e dalle malattie, non possono contare nemmeno sulle forme più elementari di assistenza. E dove queste fortunatamente vengono assicurate, quanti sono i malati attanagliati dalla paura e dalla disperazione, a causa della incapacità di dare un significato costruttivo alla propria sofferenza nella luce della fede.

I lodevoli ed anche eroici sforzi di tanti operatori sanitari e il crescente apporto di personale volontario non bastano a coprire le concrete necessità. Chiedo al Signore di voler suscitare in numero ancor maggiore persone generose, che sappiano donare a chi soffre il conforto non soltanto dell'assistenza fisica, ma anche del sostegno spirituale aprendogli dinanzi le consolanti prospettive della fede.

1743
5. Carissimi malati e voi, familiari ed operatori sanitari che ne condividete il difficile cammino, sentitevi protagonisti di evangelico rinnovamento nell'itinerario spirituale verso il Grande Giubileo del 2000. Nell'inquietante panorama delle antiche e nuove forme di aggressione alla vita che segnano la storia dei nostri giorni, voi siete come la folla che cercava di toccare il Signore "perché da lui usciva una forza che sanava tutti" (
Lc 6,19). E fu proprio dinanzi a tale moltitudine di gente che Gesù pronuncio il "discorso della montagna" proclamando beati coloro che piangono (cfr. Lc 6,21). Soffrire ed essere accanto a chi soffre: chi vive nella fede queste due situazioni entra in particolare contatto con le sofferenze di Cristo ed è ammesso a condividere "una specialissima particella dell'infinito tesoro della redenzione del mondo" (Salvifici doloris, 27).

1744
6. Carissimi fratelli e sorelle che vi trovate nella prova, offrite generosamente il vostro dolore in comunione con Cristo sofferente e con Maria sua dolcissima Madre. E voi che quotidianamente operate accanto a coloro che soffrono, fate del vostro servizio un prezioso contributo alla evangelizzazione. Sentitevi tutti parte viva della Chiesa, poiché in voi la comunità cristiana è chiamata a confrontarsi con la croce di Cristo, per rendere al mondo ragione della speranza evangelica (cfr.
1P 3,15). "A voi tutti che soffrite, chiediamo di sostenerci.

Proprio a voi, che siete deboli, chiediamo che diventiate una sorgente di forza per la Chiesa e per l'umanità. Nel terribile combattimento tra le forze del bene e del male, di cui ci offre spettacolo il nostro mondo contemporaneo, vinca la vostra sofferenza in unione con la Croce di Cristo" (Salvifici doloris, 31).

1745
7. Il mio appello si rivolge anche a voi, Pastori delle comunità ecclesiali, a voi responsabili della pastorale sanitaria, affinché con idonea preparazione vi accingiate a celebrare la prossima Giornata Mondiale del Malato mediante iniziative atte a sensibilizzare il popolo di Dio e la stessa società civile ai vasti e complessi problemi della sanità e della salute.

E voi, operatori sanitari, - medici, infermieri, cappellani, religiosi e religiose, amministratori e volontari -, e particolarmente voi donne, pioniere del servizio sanitario e spirituale agli infermi, fatevi tutti promotori e promotrici di comunione tra gli ammalati, tra i loro familiari e nella comunità ecclesiale.

Siate accanto agli infermi e alle loro famiglie facendo si che quanti si trovano nella prova non si sentano mai emarginati. L'esperienza del dolore diventerà così per ciascuno scuola di generosa dedizione.

1746
8. Estendo volentieri quest'appello ai responsabili civili ad ogni livello, affinché colgano nell'attenzione e nell'impegno della Chiesa per il mondo della sofferenza un'occasione di dialogo, di incontro e di collaborazione per costruire una civiltà che, muovendo dalla sollecitudine per chi soffre, si incammini sempre più sulla via della giustizia, della libertà, dell'amore e della pace. Senza giustizia il mondo non conoscerà la pace; senza la pace la sofferenza non potrà che dilatarsi a dismisura.

Su quanti soffrono e su tutti coloro che si prodigano a loro servizio invoco il materno sostegno di Maria. La Madre di Gesù, da secoli venerata nell'insigne santuario di Nostra Signora di Guadalupe, ascolti il grido di tante sofferenze, asciughi le lacrime di chi è nel dolore, sia accanto a tutti i malati del mondo. Cari ammalati, la Vergine Santa presenti al Figlio l'offerta delle vostre pene, nelle quali si riverbera il volto di Cristo sulla croce.

Accompagno questo auspicio con l'assicurazione della mia fervente preghiera, mentre di cuore a tutti imparto l'Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, 11 Ottobre 1995, Memoria della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa.


GPII 1995 Insegnamenti 1717