GPII 1995 Insegnamenti 1862

Santa Messa con Beatificazioni - Basilica Vaticana, Città del Vaticano

Titolo: "Benediro il Signore in ogni tempo..."



1863
1. "Benediro il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode" (
Ps 33,2).

La liturgia dell'odierna domenica fa proprie queste parole del Salmo, le quali bene s'intonano alla gioia dell'intera Comunità cristiana che venera quest'oggi tre nuove Beate: Maria Teresa, Maria Bernarda e Margherita.

Gioisce soprattutto la Svizzera, che vede tre figlie della sua terra elevate agli onori degli altari. Con grande cordialità saluto il folto pellegrinaggio della Confederazione Elvetica, che riempie questa Basilica: un particolare pensiero rivolgo ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi ed ai numerosi laici.

Dio gradisce il cantico di ringraziamento e di lode che oggi sale a lui dalle nuove Beate, insieme con quello della Chiesa. E Dio le ascolta quando invocano aiuto (cfr. Ps 33,18) per noi pellegrini sulla terra e quando ci sostengono con la loro premurosa intercessione.

In queste Beate si manifesta la riconciliazione con la quale l'Eterno Padre ha riconciliato a sé il mondo in Cristo (cfr. 2Co 5,19). La liturgia lo ricorda nel canto al Vangelo.

Queste Beate posseggono nel cuore "la parola della riconciliazione" (cfr. ), la cui pienezza è Cristo. Nella loro esistenza hanno imitato le donne del Vangelo che seguivano e servivano Cristo, ed in seguito accompagnarono gli Apostoli. Ciò pone in luce come sin dagli inizi le donne abbiano contribuito a scrivere la storia della Chiesa con il loro peculiare linguaggio: il linguaggio del cuore, dell'intuizione e della dedizione. Nel corso di quest'anno, ciò è stato ricordato più volte ed anche l'odierna beatificazione ne offre un'ulteriore testimonianza.

(In tedesco:]

1864
2. Maria Theresia Scherer ha combattuto una buona battaglia. Con la sua vita ed il suo operato ci richiama alla memoria la posizione fondamentale del mistero della croce attraverso il quale Dio rivela il suo amore e dona al mondo la salvezza. Per mezzo della fede, della speranza e dell'amore l'uomo partecipa con tutta la sua esistenza al mistero della croce del Salvatore e fa quindi parte del mistero della Risurrezione. La croce ha perfino un'ampiezza cosmica; essa innalza l'intero universo verso Cristo, il Signore della storia.

Fin dall'infanzia Maria Theresia dimostrava una disponibilità interna al perdono, disponibilità che l'ha costretta certe volte a delle decisioni sofferte per poter rispondere al richiamo che il Signore le ha trasmesso tramite la sua Chiesa. La dinamicità del suo carattere e la sua vivacità invece non erano in contrasto con la sua profonda fede e con le esigenze morali sulle quali si fondava il suo operato; al contrario ella impiegava tutti i suoi talenti e li sviluppava fino in fondo per sfruttarli sia nella vita privata che nella vocazione che era chiamata a esprimere per le sue sorelle ed i suoi fratelli. In questo modo scopriamo il segreto del collegamento tra l'uomo singolo ed il suo Dio: la risposta alla chiamata di Cristo per seguirLo libera l'uomo in modo straordinario mettendolo in grado di sviluppare i propri talenti in abbondanza.

Dopo aver compreso le sofferenze ed il destino dei malati, ella decise di dedicare la sua vita al Signore nell'Ordine della Comunità delle Sorelle della Misericordia della Santa Croce di Ingenbohl, che ella ha fondato inizialmente al servizio della gioventù e più tardi al servizio dei più poveri, di coloro che sono stati privati dei diritti. così da essere chiamata infine la "madre dei poveri".

Ha accettato di abbandonare l'insegnamento che tanto le piaceva per ubbidire alla volontà di Dio. Maria Theresia comprese che l'ubbidienza era "la strada più diretta, per raggiungere l'apice della perfezione" (Teresa d'Avila, Die Grundungen, n. 5). Trovo la vera felicità nel fare della sua vita un dono d'amore per il Signore e per i poveri, da Lui preferiti. Ella sviluppo un particolare affetto ed una particolare cura per i sordomuti.

Maria Theresia rimane un esempio. La sua forza interiore cresceva grazie alla sua vita religiosa: passava molte ore davanti al Santissimo, dove il Signore trasmette il suo amore a tutti coloro che vivono in stretta unione con lui. Ma l'amore non risiede nel cuore di un uomo senza che li si sviluppino anche le virtù. Più cresceva la sua vita interiore, più Maria Theresia diventava sensibile alle esigenze del mondo del suo tempo. Nelle difficili circostanze che l'Europa attraverso nel diciannovesimo secolo, lei aiutava i popoli dell'Europa centrale con le sue numerose fondazioni. In mezzo al suo lavoro instancabile non esitava a dire che occorreva avere "la mano al lavoro ed il cuore a Dio". Ella impiegava molta cura in particolare nell'essere fedele agli impegni del battesimo e del voto religioso. L'impegno per l'imitazione di Cristo è il trionfo dell'amore di Dio che si impadronisce di un uomo e che esige da lui ogni sforzo possibile al servizio di quest'amore, essendo cosciente della debolezza umana. Maria Theresia aveva compreso che la garanzia per la fedeltà era l'essere consapevole dei suoi mezzi e dedicarsi incessantemente alla preghiera contemplativa ed alla vita sacramentale.

(In spagnolo:]

1865
3. In quella stessa epoca, un'altra religiosa, Maria Bernarda Butler, sente una chiamata simile a servire i poveri ed entra nelle Francescane Missionarie di Maria Hilf d'Altstatten. Da perfetta figlia di San Francesco d'Assisi, desidera servire Dio servendo i fratelli. E ammirabile la sua generosità. Si spoglia di tutto in modo radicale e rischia la sua vita per Cristo, poiché il suo desiderio più grande è annunciare il Signore fino agli estremi della terra. Lascia definitivamente la Svizzera per mettersi al servizio della Chiesa, prima in Equador e poi in Colombia, dove va a condividere le sofferenze della gente, in particolare dei poveri, degli ammalati e degli emarginati. In quest'ultimo paese fonda la Congregazione delle Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice, alle quali lascia come compito essenziale l'opera per la salvezza degli uomini e per il riconoscimento della loro dignità come figli di Dio.

La fonte del suo apostolato fu sempre la preghiera, e in modo speciale la Santa Messa, pilastro della sua vita spirituale, attualizzazione del sacrificio di Cristo per mezzo del quale Dio unifica l'esistenza di ogni uomo e trasfigura la sua umanità. La partecipazione all'Eucaristia realizza la comunione con Dio e la nuova fratellanza in Cristo. Al centro della vita di Maria Bernarda c'è l'amore.

Ella era convinta che la virtù principale è la carità, anima di tutte le altre virtù (cfr. San Vincenzo de' Paoli, Ammonimenti e massime, n. 46): l'amore per Dio e l'amore per gli uomini che la portava sempre a perdonare; in effetti, chi riceve il Corpo di Cristo non può disprezzare il suo fratello. Perfino nella persecuzione, mostro che la via che supera tutte le vie è l'amore.

Ebbe anche una viva coscienza di essere figlia della Chiesa, della "nostra Santa Madre Chiesa", come le piaceva ripetere, perché tutta la vita cristiana si sviluppa nel seno della Chiesa, della quale Cristo è il Capo. E rispettava specialmente coloro che avevano ricevuto il ministero sacerdotale, poiché partecipano del potere santificatore del Signore, e pregava affinché esercitassero il proprio ministero secondo la volontà di Dio. E per la Chiesa e nella Chiesa dove ognuno riceve la pienezza di grazie dal Salvatore. Vediamo allora così che Maria Bernarda Butler è una perla splendente della corona di gloria del Signore e della sua Chiesa. La nuova Beata ci invita a questo stesso amore verso Dio e verso il suo popolo santo, affinché siamo sempre artefici della comunione ecclesiale, poiché "là dove c'è la Chiesa, c'è anche lo Spirito di Dio; là dove c'è lo Spirito di Dio, c'è la Chiesa e tutte le grazie" (Sant'Ireneo, Adversus haereses, 3,24,1).

(In francese:]

1866
4. Un'altra cattolica svizzera si distinse nell'agone della fede. Marguerite Bays era un'umile laica, dalla vita nascosta con Cristo in Dio (cfr.
Col 3,3). Si trattava di una donna semplicissima, dalla vita normale, in cui ognuno di noi potrebbe riconoscersi. Non compi imprese straordinarie, eppure la sua esistenza fu un lungo e silenzioso procedere sulla via della santità. Nell'Eucaristia, "culmine della sua giornata", Cristo era per lei nutrimento e forza. Attraverso la meditazione dei misteri del Salvatore, in particolar modo del mistero della Passione, ella pervenne a un'unione trasformante con Dio. Alcuni dei suoi contemporanei ritenevano che i suoi lunghi momenti di preghiera fossero una perdita di tempo, ma quanto più la sua preghiera si faceva intensa, tanto più si avvicinava a Dio e si dedicava al servizio dei suoi fratelli. Perché solo colui che prega conosce veramente Dio e ascoltando il cuore di Dio è vicino anche al cuore del mondo. Scopriamo così l'importanza della preghiera nella vita del laico.

La preghiera non ci allontana dal mondo. Tutt'altro! Libera l'essere interiore, dispone al perdono e alla vita fraterna.

La missione vissuta da Marguerite Bays è la missione che compete a ogni cristiano. Durante il catechismo si sforzava di presentare ai fanciulli del suo villaggio il messaggio del Vangelo con parole loro comprensibili. Si occupava disinteressatamente dei poveri e dei malati. Pur senza lasciare il suo paese, aveva il cuore aperto alle dimensioni della Chiesa universale e del mondo. Con il senso missionario che la caratterizzava, introdusse nella sua parrocchia le Opere della Propagazione della fede e della Santa Infanzia. In Marguerite Bays scopriamo quanto il Signore opero per farla pervenire alla santità: ella nell'umiltà cammino con Dio, compiendo ogni gesto della sua vita quotidiana per amore.

Marguerite Bays ci esorta a fare della nostra esistenza un cammino d'amore e ci rammenta la nostra missione nel mondo: annunciare in ogni occasione, opportuna e non opportuna, e in particolare ai giovani, il Vangelo. Ci invita a far scoprire loro la grandezza dei sacramenti della Chiesa. Come potranno, infatti, i giovani di oggi riconoscere il Salvatore sul loro cammino, se non sono introdotti ai misteri cristiani? Come potranno avvicinarsi alla mensa eucaristica e al sacramento della penitenza, se nessuno ne fa scoprire loro la ricchezza, così come aveva saputo fare Marguerite Bays?

1867
5. Maria Theresia Scherer, Maria Bernarda Butler e Marguerite Bays diventano oggi sorelle maggiori nella vita spirituale e missionaria degli uomini di oggi, soprattutto per le famiglie religiose cui appartengono e per i cattolici svizzeri.

Colgo l'occasione per rivolgere un caloroso saluto alla delegazione della Confederazione Elvetica, qui in rappresentanza delle autorità nazionali che desidero di tutto cuore ringraziare. Mi rallegro in particolar modo della numerosa partecipazione di fedeli svizzeri, giunti in pellegrinaggio con tutti i membri della Conferenza episcopale per questa beatificazione. Ai Vescovi e ai fedeli svizzeri desidero rivolgere i miei più fervidi auguri e il mio incoraggiamento.

Auspico che la festa di oggi rappresenti per loro una rinnovata chiamata alla santità personale e alla comunione ecclesiale, per la gloria di Dio, per l'edificazione del Corpo di Cristo che è la Chiesa e per la salvezza del mondo. La vita cristiana non è inaccessibile, è alla portata di tutti ed è fonte di grazia e di gioia.

(Il Papa ha poi così concluso la sua omelia in lingua italiana:]

1868
6. La beatificazione odierna ha come sfondo una delle più suggestive parabole evangeliche: quella del fariseo e del pubblicano.

Il fariseo, venuto al tempio per proclamare davanti al Signore la propria giustizia, non esce giustificato. Il pubblicano invece che, fermandosi a distanza e non osando neppure alzare gli occhi al cielo, confessa il proprio peccato, torna a casa portando con sé il perdono di Dio. E' lui che incarna lo spirito dell'Alleanza: la sua anima infatti "si gloria nel Signore" (cfr.
Ps 33,3) e non nei propri meriti.


7. Care e venerate Sorelle Maria Teresa, Maria Bernarda e Margherita, nel giorno della vostra beatificazione la Chiesa gioisce con la gioia del pubblicano del Vangelo di Luca (cfr. Lc 18,9-14), rendendo gloria a Dio, che voi avete servito qui sulla terra con lo stesso spirito da Lui lodato nell'episodio evangelico. La vostra esistenza umile e nascosta ha portato una pienezza di frutti di santità. In voi risplende la gloria dei beati, che hanno seguito le orme di Cristo: "Chi si umilia sarà esaltato" (Lc 18,14).

Non è forse questa la stessa verità proclamata nel Magnificat di Maria? "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente... ha innalzato gli umili" (Lc 1,49-52).

Magnificat anima mea Dominum! E voi, serve del Signore, che condividete la gloria di Dio nella comunione dei santi, intercedete per noi!

Data: 1995-10-29 Data estesa: Domenica 29 Ottobre 1995



Il Santo Padre ai pellegrini convenuti nell'Aula Paolo VI - Città del Vaticano

Titolo: Umiltà ed obbedienza nella fedeltà al carisma di S. Francesco d'Assisi
1869
(In francese:] Cari Fratelli nell'Episcopato, Fratelli e Sorelle, Sono felice di accogliervi in occasione della beatificazione di Maria Theresia Scherer, Maria Bernarda Butler e Margherita Bays, che vissero, ognuna in maniera personale, il carisma proprio di San Francesco di Assisi. Desidero innanzitutto rivolgere un cordiale saluto ai vostri Pastori, che vi hanno guidato in questi vostri giorni di pellegrinaggio. Desidero inoltre ringraziarvi per essere convenuti numerosi. Auspico che questi giorni trascorsi nel cuore della Chiesa producano in voi frutti di grazia e santità.

(In spagnolo:] Saluto con affetto le Religiose degli Istituti a cui appartennero Maria Theresia e Maria Bernarda. Mi auguro vivamente che le celebrazioni a Roma diano vigore alla vostra consacrazione religiosa, aiuto per condurre una vita di preghiera come la loro, e rinnovato impulso nei numerosi servizi prestati alla Chiesa e all'umanità in tutto il mondo. Mi compiaccio specialmente di tutti gli sforzi per aiutare le persone che si trovano in situazioni difficili di povertà e di malattia, e che hanno diritto a tutta la nostra premura. Quando accorrete ad assisterle, mostrate loro in maniera esplicita il volto di Dio, che ascolta il grido del suo popolo e che così manifesta la propria tenerezza di Padre infinitamente buono. Anche la vostra dedizione ai bambini e ai giovani è importante. La loro educazione umana e cristiana deve attirare la vostra attenzione, tanto nell'ambito scolare quanto in quello della formazione religiosa.

(In tedesco:] Vorrei manifestare tutta la mia simpatia anche ai credenti provenienti dalla Svizzera invitandoli a prendere come modello le nuove Beate del loro paese.

Com'è stato ricordato dai vostri Vescovi in una recente Lettera pastorale in occasione di questa beatificazione, la vita sul cammino della santità è un'ascesa quotidiana che riguarda tutti, grazie alla preghiera, alla partecipazione ai sacramenti ed all'amore fraterno. Vorrei incoraggiare in particolare le famiglie a sviluppare la vita religiosa di ogni suo membro aiutandosi a vicenda, nelle parrocchie e nei movimenti. Famiglie svizzere, Cristo si vuole rivelare ai giovani tramite voi, come si è rivelato tramite le tre Beate! Accettateli come accompagnatori per il vostro cammino verso Cristo, cammino che talvolta è incerto. In questo modo potrete far fronte alla vostra vocazione, derivante dal battesimo, come laici, membri di un ordine o sacerdoti! Invito gli adulti ad essere attivi perché Cristo venga presentato ai bambini per mezzo della testimonianza, della preghiera e della catechesi. La Chiesa conta su di voi perché la vostra vita pastorale avvicini i giovani. Come può, in effetti, un bambino che non ha la possibilità di incontrare Cristo avvicinarsi a lui più tardi e costruire la sua vita su Colui che è la strada, la verità e la vita? (In italiano:] Mentre riflettiamo sul messaggio spirituale che ci giunge dalle nuove Beate, mi è gradito rivolgere un cordiale pensiero ai pellegrini di lingua italiana, presenti a questo nostro incontro. Carissimi Fratelli e Sorelle, sappiate accogliere l'invito a seguire Cristo sulla via dell'umiltà e dell'obbedienza; via che Maria Teresa, Maria Bernarda e Margherita hanno coraggiosamente percorso traendo ispirazione e forza, pur in situazioni molto diverse, dagli esempi e dalla spiritualità di San Francesco d'Assisi. Le loro vicende umane e spirituali testimoniano quali opere meravigliose il Signore compie nei cuori semplici e docili alla sua grazia.

(In francese:] Le tre nuove beate nutrivano grande amore per la Chiesa e per quanti in essa hanno ricevuto un ministero episcopale, sacerdotale o diaconale. Oggi spetta a voi tutti aiutare e sostenere i ministri di Cristo. "Siate solleciti nell'operare sempre nella concordia, sotto la guida del Vescovo" (Sant'Ignazio di Antiochia, Lettera alla Chiesa di Magnesia, n. 6,1). Voi, formando intorno a loro una costante e preziosa corona spirituale, siete segno visibile della comunione di tutta la Chiesa intorno ai successori degli Apostoli e contribuite a edificare il Corpo di Cristo.

Al termine di questa udienza invoco su voi tutti l'intercessione delle nuove beate e, unitamente ai Vescovi qui presenti, vi accordo di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica.

Data: 1995-10-30 Data estesa: Lunedi 30 Ottobre 1995

Angelus: solennità di Tutti i Santi e commemorazione dei fedeli defunti - Piazza San Pietro, Città del Vaticano

Titolo: La gioia e le lacrime trovano in queste due ricorrenze una sintesi che ha in Cristo il suo fondamento e la sua consolante certezza

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1870
1. L'odierna solennità di Tutti i Santi e la commemorazione, domani, dei fedeli defunti ci invitano a rivolgere lo sguardo verso la meta definitiva del nostro pellegrinaggio terreno: il Paradiso. "Io vado a prepararvi un posto - dice il Maestro ai discepoli nel Cenacolo - perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado voi conoscete la via" (
Jn 14,2-4). Pensare al cielo, seguendo Cristo Via, Verità e Vita, ci infonde quella serenità e quel coraggio indispensabili per affrontare le quotidiane difficoltà con la sicura speranza di partecipare un giorno alla gioia eterna della comunione dei Santi.

"Beati i poveri in spirito, beati i miti, beati i puri di cuore, beati gli operatori di pace, beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli" (cfr. Mt 5,3-10). così ci ripete oggi la Chiesa, additandoci i Santi, coloro che, "passati attraverso la grande tribolazione e lavate le loro vesti nel sangue dell'Agnello" (cfr. Ap 7,14), hanno attinto abbondantemente al tesoro della Redenzione. Essi ora ci precedono nel gaudio della liturgia celeste; sono per noi modelli delle virtù evangeliche e ci soccorrono con la loro costante intercessione.

1871
2. Oggi i Santi, domani i Morti. La Chiesa mantiene uniti questi due appuntamenti del calendario liturgico e ci invita a pregare per i defunti. Tale preghiera - come dice la Scrittura - è "un'azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione" (2 Mac 12,43), un doveroso e concreto atto di carità col quale si realizza e si alimenta la "comunione dei Santi".

Tornano alla mente tutti i cimiteri del mondo, dove riposano le generazioni trascorse. Il ricordo si fa ancor più vivo quando si pensa ai propri cari, a quanti ci hanno voluto bene e ci hanno introdotto alla vita. Ma non meno significativa è la memoria delle vittime della violenza e delle guerre, come pure di coloro che hanno dato la vita per rimanere fedeli a Cristo sino alla fine, o sono morti mentre prestavano servizio generoso ai fratelli. Vogliamo ricordare specialmente quanti ci hanno lasciato nel corso di quest'anno e pregare per loro.

Se da una parte la Chiesa, pellegrina nella storia, si rallegra per l'intercessione dei Santi e dei Beati che la sostengono nel compito di annunciare Cristo morto e risorto, dall'altra partecipa alla mestizia dei suoi figli afflitti per il distacco dalle persone care e ad essi addita la prospettiva della vita eterna. La gioia e le lacrime trovano, in queste due ricorrenze, una sintesi che ha in Cristo il suo fondamento e la sua consolante certezza.

1872
3. Il nostro sguardo si rivolge ora a Maria che, insignita del "dono di una grazia eminente, precede di molto tutte le altre creature, celesti e terrestri" (
LG 53). Regina dei Santi, la Madre di Cristo intercede per i membri della Chiesa ancora bisognosi della misericordia divina.

A Lei, tutta Santa e Avvocata di grazie, affidiamo le gioie e le lacrime che accompagnano queste due singolari ricorrenze.

Data: 1995-11-01 Data estesa: Mercoledi 1 Novembre 1995

Preghiera presso le tombe dei Predecessori, nella Solennità di Tutti i Santi - Grotte Vaticane, Città del Vaticano

Titolo: Il mistero della Chiesa che trascende il tempo



1873
1. "Urbi et Orbi"... E' un'antica tradizione la solenne Benedizione che il Vescovo di Roma imparte "alla città e al mondo" in alcune grandi occasioni, come, ad esempio, a Natale e a Pasqua. "Alla città e al mondo" si allarga il mio pensiero oggi, solennità di Tutti i Santi. Quarantanove anni fa fui ordinato sacerdote ed unisco questo ricordo personale alla memoria dei defunti "della città e del mondo".

Il giorno di oggi e quello di domani parlano del mistero della Chiesa che trascende il tempo. La Solennità di Tutti i Santi ci fa pregustare la definitiva comunione che costituisce l'eredità dei salvati nel regno del Padre. La memoria dei defunti ci fa guardare verso quanti ancora si stanno purificando, per essere degni di vedere Dio faccia a faccia. così, dunque, la Solennità di Tutti i Santi e il ricordo dei fedeli defunti formano come un solo richiamo alla preghiera: preghiera di gloria e di lode, il Te Deum celeste, preghiera d'impetrazione per chi attende il nostro ricordo davanti a Dio. Lo attendono i resti mortali di tanti Pontefici, che in questo luogo, sul Colle Vaticano, nell'area di un antico cimitero romano, riposano accanto alla tomba di Pietro; lo attendono quanti sono sepolti nei cimiteri di Roma e del mondo intero: "Urbis et Orbis"...

1874
2. Mi soffermo, dunque, in preghiera presso le tombe dei miei predecessori, prima di tutto di quelli vissuti nel ventesimo secolo: Giovanni Paolo I, Paolo VI, Giovanni XXIII, Pio XII, Pio XI, Benedetto XV, San Pio X e Leone XIII.

Ricordandoli nel mistero della comunione dei Santi, vorrei abbracciare con la memoria il servizio da loro reso alla Chiesa lungo questo secolo che volge ormai al termine. Per loro domandiamo, carissimi Fratelli e Sorelle, la luce eterna e il riposo in Dio: "Buon Gesù e Signore nostro, dona loro l'eterno riposo. Splenda ad essi la luce perpetua là dove si trovano tutti i santi". Queste semplici parole di un canto polacco ben esprimono la verità dell'odierna festa e della commemorazione dei defunti.

"Ricordati, o Signore, di liberare la tua Chiesa da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore. Raccogli dai quattro venti la Chiesa che tu hai santificato, nel regno che le hai preparato" (Didachè). La Chiesa pellegrina nel tempo, che ha il suo centro sul Colle Vaticano, è allo stesso tempo la Chiesa di Roma e del mondo: "Urbis et Orbis". Mentre, dunque, ricordiamo tutti coloro le cui spoglie riposano in questa Basilica e nel vicino Camposanto Teutonico, ci rechiamo contemporaneamente in pellegrinaggio nei cimiteri di Roma: dal Campo Verano a Prima Porta, ripetendo: "Buon Gesù e Signore nostro, dona loro l'eterno riposo".

1875
3. Da Roma, il ricordo dei defunti si estende al mondo intero. Anzitutto all'Italia, divenuta patria adottiva della Chiesa col martirio a Roma delle "colonne" Pietro e Paolo; e poi ai Paesi dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia, del Lontano Oriente, dell'America del Nord, del Centro e del Sud, dell'Australia e di ogni altra regione del mondo: ovunque i nostri fratelli pregano come noi, oggi e domani, per chi ci ha preceduto nel passaggio verso la vita eterna.

In particolare, vorrei ricordare i cimiteri in cui riposano i caduti delle guerre mondiali, i reclusi dei campi di concentramento e dei gulag, sepolti dove è loro accaduto di concludere l'esistenza terrena, spesso lontano dalla patria. Con speciale compassione penso alle tombe scavate in questi anni nei Balcani per le vittime di una guerra fratricida. Non vorremmo dimenticare nessuno: siamo vicini a tutti coloro che oggi ricordano, piangono e pregano.

1876
4. Al termine di questo pellegrinaggio attraverso i cimiteri di Roma e del mondo, mi sia permesso di fermarmi nei luoghi da cui provengo, dove sono nato e dove riposano le persone a me più care: i miei genitori, mio fratello, i parenti, i miei maestri, educatori e benefattori, i pastori d'anime, gli amici di vari periodi della vita, ai quali debbo moltissimo. Mi sia lecito ricordare ancora un luogo tanto importante nella storia della mia nazione: la Cattedrale di Wawel a Cracovia, nella quale riposano i re polacchi, le grandi guide e i vati della nazione.

Ciascuno di noi sa quanto deve ai genitori, agli educatori, agli artefici della cultura, e perciò i luoghi dove riposano le spoglie di queste persone ci sono particolarmente cari. Li visito col pensiero e col cuore come Vescovo di Roma. Ricordo non soltanto i miei predecessori nella Sede di Pietro, ma anche i miei predecessori a Cracovia, Vescovi e Cardinali: del loro patrimonio spirituale per tanti anni ho beneficiato. E così, mentre vado ricordando, mi tornano alla mente i canti del "giorno dei morti", affiorano alle labbra oggi e domani e per tutto il mese di novembre: "Gesù agonizzante nel Getsemani, che versi sudore di sangue, le anime nel purgatorio languiscono, il tuo refrigerio anelano, o Gesù!". Ed anche: "Salve, Regina del cielo, Madre di misericordia. Salve, nostra speranza nello sconforto e nel dolore (...). O Gesù, fa' che ti vediamo dopo la morte. O Maria, ottienici quanto desideriamo".

1877
5. Questa sera e domani, nei cimiteri di Roma e del mondo si avvertirà un bagliore particolare. I lumi accesi sulle tombe dei defunti rischiarano la notte: offrono un segno, quasi un anticipo per noi credenti, di quella luce eterna in cui speriamo e che imploriamo pieni di fiducia per i nostri cari e per noi stessi, in attesa del giorno in cui il Signore Dio ci chiamerà nel suo Regno. Amen.

Data: 1995-11-01 Data estesa: Mercoledi 1 Novembre 1995

Rosario: il saluto del Papa ai fedeli di Siracusa collegati attraverso la Radio Vaticana

Titolo: "Grazie per l'esperienza spiituale vissuta ai piedi della Madonna delle Lacrime"

Al termine di questo intenso momento di preghiera mariana, vorrei salutare quanti vi hanno preso parte sia qui, sia a casa mediante la radio e la televisione. In particolare, rivolgo il mio pensiero ai fedeli riuniti nel Santuario della Madonna delle Lacrime in Siracusa, che stasera hanno recitato il Rosario insieme con noi, grazie al collegamento della Radio Vaticana.

Carissimi Fratelli e Sorelle di Siracusa, ricorre domani l'anniversario della mia visita tra voi, nel corso della quale ho avuto la gioia di compiere la dedicazione del vostro Santuario. Ricordo con sempre viva emozione il calore con cui allora mi avete accolto. Rinnovo il mio "grazie" per la profonda esperienza spirituale che mi è stato dato di vivere in quella circostanza e, nell'affidarvi alla protezione della Vergine Santa, vi invito una speciale Benedizione.

Tra i gruppi qui presenti di lingua italiana, saluto poi i fedeli della parrocchia di san Flaviano in Montefiascone (Viterbo), i dipendenti del Banco Ambrosiano Veneto da Andria e i soci dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia da Molfetta.

A tutti la Madonna ottenga di vivere profondamente, durante il mese di novembre, il mistero della comunione dei santi e il legame spirituale con i fratelli defunti.

(In francese:] Saluto molto di tutto cuore i pellegrini di lingua francese, e in particolare il gruppo dell'Ecole cathédrale di Parigi, venuto a recitare il Rosario con noi. Auguro loro un buon soggiorno a Roma e li benedico in modo particolare.

(In inglese:] Sono lieto di accogliere tutti i pellegrini di lingua inglese che stasera si sono uniti a noi per la preghiera del Rosario. Rivolgo uno speciale saluto al gruppo proveniente da Rigefield, Connecticut. Dio vi benedica tutti! (In tedesco:] Colgo l'occasione della comune preghiera del Rosario, durante la quale abbiamo meditato il Mistero della nostra redenzione, per rivolgere un cordiale saluto a Voi, cari pellegrini di lingua tedesca, e, tra voi, ai rappresentanti del Centro cattolico di assistenza di Colonia e al gruppo di fedeli di Baden, presso Vienna. Un saluto particolare rivolgo, inoltre, a tutti coloro che in questo momento ci stanno ascoltando attraverso la Radio Vaticana. Per intercessione della Madre di Dio, possa il Signore guidare voi tutti, unitamente ai vostri cari congiunti, attraverso la sua Passione e la Croce alla beatitudine della Resurrezione.

Data: 1995-11-04 Data estesa: Sabato 4 Novembre 1995

Udienza: Giovanni Paolo II alla FAISBI e all'Associazione "La strada per l'Arcobaleno" - Sala Clementina, Città del Vaticano

Titolo: La vita va difesa specialmente quando si esprime nella più lacerante precarietà

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1878
1. Sono lieto di porgervi il benvenuto e vi ringrazio per questa visita che avete voluto compiere al termine del congresso della vostra Associazione. Il mio saluto va ai professori della Scuola di specializzazione in Pediatria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e ai Medici della Clinica pediatrica del Policlinico Gemelli che hanno guidato i lavori del vostro convegno. Desidero poi esprimere la mia vicinanza ai rappresentanti della Federazione delle Associazioni Italiane Spina Bifida e Idrocefalo (F.A.I.S.B.I.) ed in particolare ai membri dell'Associazione "La strada per l'Arcobaleno", costituita allo scopo di operare in favore dei bambini affetti da tali patologie.

1879
2. Le conseguenze neurologiche, ortopediche e urologiche che affliggono quanti sono affetti da tale malformazione congenita sono a voi ben note, sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista umano. Esse sono state al centro delle riflessioni congressuali, che vi hanno permesso di approfondire quanto i recenti progressi della ricerca scientifica offrono per poter adeguatamente seguire coloro che ne sono colpiti.

Con la visita odierna, voi testimoniate il desiderio di rendere partecipe anche la Chiesa delle preoccupazioni e delle fatiche che accompagnano le vostre attività in favore dei bambini affetti da così grave patologia. Il vostro impegno di medici, ma soprattutto di genitori accanto a questi piccoli costituisce una testimonianza di amore alla vita, che ben si inserisce nella missione della Comunità cristiana. Essa è chiamata ad annunciare che la vita, ogni vita umana, è sempre un bene inviolabile: va difesa, protetta e promossa in ogni circostanza, specialmente quando si trova ad esprimersi nella più lacerante precarietà. Se questo compito vale per ogni esistenza umana dall'inizio fino al suo termine naturale, ancor più esso è necessario per difendere e proteggere la vita di chi è afflitto da gravi infermità.

Penso in questo momento a voi, papà e mamme presenti, ed a quanti come voi, hanno scelto, nell'eroicità dell'amore, di stare a fianco dei figli colpiti da patologie, che ne rendono difficili l'esistenza e l'inserimento attivo nella società.

1880
3. Tra gli scopi della vostra Associazione vi è quello di favorire iniziative in campo socio-sanitario, medico, assistenziale, economico e morale a favore dei bambini affetti da spina bifida e idrocefalo e delle loro famiglie, stimolando così la comunità civile ad operare attivamente per la soluzione di tali problemi.

Essa non può deludere, magari sotto la pressione di eventi contingenti o di calcolo economico, le legittime attese di chi è invalido e della relativa famiglia. Anzi, guidata da quello spirito di solidarietà che tiene unito il tessuto sociale, essa saprà trovare strumenti appropriati per essere concretamente vicina a quanti sono affetti da grave infermità ed a coloro che li assistono.

1881
4. Carissimi Fratelli e Sorelle! Il Vangelo della sofferenza è strettamente unito, in Cristo, al Vangelo della vita. Esso non si limita a registrare la presenza della sofferenza nell'annuncio cristiano, ma ne svela il significato salvifico nella missione di Cristo e della Chiesa (cfr. Salvifici doloris, 25). Con la croce e la risurrezione, il Redentore ha restituito all'umanità la pienezza della vita.

In tale ottica, la comunità cristiana non può non proclamare costantemente l'altissimo valore della sofferenza umana vissuta nella luce della fede in Cristo.

Essa, inoltre, è vicina con affetto e concreta solidarietà ai suoi figli che si trovano nel disagio e nella malattia.

Affido a Maria, Madre di Cristo e Madre nostra, le vostre fatiche e le vostre speranze. Ella, che "intravvide nella sua missione di madre la 'destinazione' a condividere in maniera unica la missione stessa del Figlio" (Salvifici doloris, 25), vi protegga con la sua intercessione e il suo amore.

Con tali sentimenti, imparto a tutti, in modo speciale ai bambini che voi con amore assistete, una particolare Benedizione.

Data: 1995-11-04 Data estesa: Sabato 4 Novembre 1995



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