GP2 Discorsi 1999 21

IOANNES PAULUS PP. II



VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)


DURANTE L'INCONTRO DI QUATTRO GENERAZIONI


Stadio «Azteca» (Città del Messico)

Lunedì, 25 gennaio 1999




Fine di un secolo e di un millennio alla luce del Concilio Vaticano II

Amati fratelli e sorelle:

1. Fra poco si concluderanno un secolo e un millennio importantissimi per la storia della Chiesa e dell'umanità. In questo significativo momento siete chiamati a prendere nuovamente coscienza del fatto che siete i depositari di una ricca tradizione umana e religiosa. È compito vostro trasmettere alle nuove generazioni questo patrimonio di valori per alimentarne la vitalità e la speranza, rendendole partecipi della fede cristiana che ha forgiato il loro passato e deve caratterizzare il loro futuro.

Mille anni fa, nel 999 della nostra era, il furore di quanti adoravano un dio violento, definendosi suoi rappresentanti, fece scomparire Quetzalcóalt, il re-profeta dei Toltechi, perché si opponeva all'uso della forza per risolvere i conflitti umani. All'approssimarsi della morte, stringeva fra le mani una croce che per lui e per i suoi discepoli simboleggiava la coincidenza fra tutte le idee alla ricerca dell'armonia. Aveva trasmesso al suo popolo questi elevati insegnamenti: «Il bene si imporrà sempre sul male». «L'uomo è il centro di tutto il creato». «Le armi non saranno mai compagne della parola; è essa che disperde le nubi della tormenta affinché ci colmi la luce divina» (cfr Raúl Horta, El Humanismo en el Nuevo Mundo, cap. II). In questi e in altri insegnamenti di Quetzalcóalt possiamo vedere «una preparazione al Vangelo» (cfr Lumen gentium LG 16) che gli antenati di molti di voi avrebbero avuto la gioia di accogliere cinquecento anni dopo.

2. Questo millennio ha conosciuto l'incontro fra due mondi, tracciando una rotta inedita nella storia dell'umanità. Per voi è il millennio dell'incontro con Cristo, delle apparizioni di Santa Maria di Guadalupe sul Tepeyac, della prima evangelizzazione e del conseguente insediamento della Chiesa in America.

22 Gli ultimi cinque secoli hanno lasciato un'impronta decisiva nell'identità e nel destino del Continente. Si tratta di cinquecento anni di storia comune, intessuta fra le popolazioni autoctone e le genti provenienti dall'Europa, alle quali si aggiunsero successivamente quelle provenienti dall'Africa e dall'Asia. Con il caratteristico fenomeno del meticciato è divenuto evidente che tutte le razze hanno eguale dignità e diritto alla propria cultura. In tutto questo lungo e complesso processo, Cristo è stato costantemente presente nel cammino dei popoli americani, dando loro come Madre la propria madre, la Vergine Maria, che voi tanto amate.

3. Come suggerisce il motto con cui il Messico ha voluto ricevere per la quarta volta il Papa - «Nasce un millennio. Riaffermiamo la fede» - la nuova epoca che si avvicina deve portare a consolidare la fede dell'America in Gesù Cristo. Sarà questa fede, quotidianamente vissuta da numerosi credenti, ad animare e ispirare le norme necessarie a superare le carenze nel progresso sociale delle comunità, soprattutto di quelle contadine e indigene, a sovrapporsi alla corruzione che permea tante istituzioni e tanti cittadini, a sradicare il narcotraffico, basato sulla mancanza dei valori, sulla bramosia del facile guadagno e sull'inesperienza giovanile, a porre fine alla violenza che contrappone in maniera cruenta fratelli e classi sociali. Solo la fede in Cristo dà origine a una cultura contraria all'egoismo e alla morte.

Genitori e nonni qui presenti: spetta a voi il compito di trasmettere alle nuove generazioni radicate convinzioni di fede, pratiche cristiane e sani costumi morali. In ciò, vi saranno di aiuto gli insegnamenti dell'ultimo Concilio.

4. Il Concilio Vaticano II, come risposta evangelica alla recente evoluzione del mondo e inizio di una nuova primavera cristiana (cfr Tertio millennio adveniente
TMA 18), è stato provvidenziale per il XX secolo. Questo secolo ha visto due guerre mondiali, l'orrore dei campi di concentramento, persecuzioni e massacri, ma è stato anche testimone di progressi che fanno sperare per il futuro, come la nascita delle Nazioni Unite e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.

Sono quindi lieto di constatare i benefici derivati dall'aver accolto gli orientamenti conciliari, come il profondo senso di comunione e di fraternità fra i Vescovi d'America che, in stretta unione con il Papa, si è reso evidente nella celebrazione del Sinodo che ieri ho concluso solennemente, l'impegno crescente dei laici nell'edificazione della Chiesa, lo sviluppo di movimenti che danno impulso alla santità di vita e all'apostolato dei suoi membri, l'aumento delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata che si osserva in diversi luoghi, fra cui il Messico.

Qui sono presenti quattro generazioni e vi chiedo: è vero che il mondo in cui viviamo è al contempo grande e fragile, eccelso, ma talvolta disorientato? Si tratta di un mondo per alcuni aspetti progredito, ma per altri retrogrado? E, tuttavia, questo mondo - il nostro mondo - ha bisogno di Cristo, Signore della storia, che illumina il mistero dell'uomo e che con il suo Vangelo lo guida nella ricerca di soluzioni ai principali problemi del nostro tempo (cfr Gaudium et spes GS 10).

Poiché alcuni potenti hanno voltato le spalle a Cristo, questo secolo che si conclude assiste impotente alla morte per fame di milioni di esseri umani, anche se paradossalmente aumenta la produzione agricola e industriale; rinuncia a promuovere i valori morali, progressivamente erosi da fenomeni come la droga, la corruzione, il consumismo sfrenato e il diffuso edonismo; contempla inerme il crescente abisso fra Paesi poveri e indebitati e altri forti e opulenti; continua a ignorare la perversione intrinseca e le terribili conseguenze della «cultura della morte»; promuove l'ecologia, ma ignora che le radici profonde di qualsiasi attentato alla natura sono il disordine morale e il disprezzo dell'uomo per l'uomo.

5. America, terra di Cristo e di Maria! Tu hai un ruolo importante nella costruzione del mondo nuovo che il Concilio Vaticano II ha voluto promuovere. Devi impegnarti affinché la verità prevalga su tante forme di menzogna, affinché il bene si sovrapponga al male, la giustizia all'ingiustizia, l'onestà alla corruzione. Accogli senza riserve la visione conciliare dell'uomo, creato da Dio e redento da Gesù Cristo. Giungerai così alla piena verità dei valori morali, di fronte al miraggio di certezze momentanee, precarie e soggettive.

Noi che formiamo la Chiesa - Vescovi, sacerdoti, consacrati e laici - ci sentiamo impegnati nell'annuncio salvifico di Cristo. Seguendo il suo esempio, non vogliamo imporre il suo messaggio, ma proporlo in piena libertà, ricordando che solo Lui ha parole di vita eterna e confidando pienamente nella forza e nell'azione dello Spirito Santo nell'intimità del cuore umano.

Che voi, cattolici di tutte le generazioni del XX secolo, siate portatori e testimoni della grande speranza della Chiesa in tutti gli ambienti in cui Dio vi ha inviati come semi di fede, di speranza e di un amore senza confini per tutti i vostri fratelli!

(II parte)

23 Il XXI secolo, secolo della nuova evangelizzazione e della grande sfida dei giovani cristiani

6. L'anno prossimo celebreremo duemila anni da quando «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (
Jn 1,14). Il Figlio di Dio fattosi uomo ha insegnato a tutti ad essere uomini e donne autentici, provando compassione per le moltitudini che incontrava come pecore senza pastore e dando la propria vita per la nostra salvezza. La sua presenza e la sua azione proseguono sulla terra attraverso la Chiesa, suo Corpo Mistico. Per questo, ogni cristiano è chiamato ad annunciare, a testimoniare e a rendere presente Cristo in tutti gli ambienti, nelle varie culture ed epoche della storia.

7. L'evangelizzazione, compito primordiale, missione e vocazione propria della Chiesa (cfr Evangelii nuntiandi EN 14) nasce proprio dalla fede nella Parola, che è la vera luce che illumina ogni uomo che viene a questo mondo (cfr Jn 1,9). A voi che oggi siete uniti al Papa, qui o attraverso i mezzi di comunicazione sociale, dico: sentitevi responsabili di diffondere la luce che avete ricevuto!

Presto si concluderanno un secolo e un millennio in cui, nonostante i tanti conflitti, è stato promosso il valore della persona al di sopra delle strutture sociali, politiche ed economiche. A tale proposito, la nuova evangelizzazione ha con sé anche la risposta della Chiesa a questo importante cambiamento di prospettiva storica. Ognuno di voi, con il suo modo di vivere e il suo impegno cristiano deve testimoniare, in tutta l'America e nel mondo, che Cristo è il vero promotore della dignità umana e della sua libertà.

8. Noi discepoli di Cristo desideriamo che nel prossimo secolo prevalgano l'unità e non le divisioni, la fraternità e non gli antagonismi, la pace e non le guerre. Questo è anche un obiettivo fondamentale della nuova evangelizzazione. Voi, come figli della Chiesa, dovete adoperarvi affinché la società globale che si avvicina non sia spiritualmente indigente né erediti gli errori del secolo che sta terminando.

Per far questo è necessario dire sì a Dio e impegnarsi con Lui nell'edificazione di una nuova società dove la famiglia sia un ambito di generosità e di amore, la ragione dialoghi serenamente con la fede, la libertà favorisca una convivenza caratterizzata dalla solidarietà e dalla partecipazione. In effetti, chi possiede come guida e norma di vita il Vangelo non può rimanere in atteggiamento passivo, ma deve condividere e diffondere la luce di Cristo, anche con il proprio sacrificio.

9. La nuova evangelizzazione sarà seme di speranza per il nuovo millennio se voi, cattolici di oggi, vi sforzerete di trasmettere alle generazioni future il prezioso lascito di valori umani e cristiani che hanno dato un senso alla vostra vita. Voi, uomini e donne che con il passare degli anni avete accumulato preziosi insegnamenti di vita, avete la missione di far sì che le nuove generazioni ricevano una salda formazione cristiana durante la loro preparazione intellettuale e culturale, per evitare che il forte progresso li renda chiusi al trascendente. Infine, presentatevi sempre come instancabili promotori di dialogo e di concordia di fronte al predominio della forza sul diritto e all'indifferenza davanti ai drammi della fame e della malattia che affliggono grandi masse di popolazione.

10. Da parte vostra, voi giovani e voi ragazzi che guardate al domani con il cuore colmo di speranza, siete chiamati ad essere gli artefici della storia e dell'evangelizzazione nel presente e poi nel futuro. Una prova del fatto che non avete ricevuto invano un'eredità cristiana e umana tanto ricca, sarà la vostra decisa aspirazione alla santità, sia nella vita della famiglia che molti di voi formeranno fra qualche anno, sia donandovi a Dio nel sacerdozio o nella vita consacrata se chiamati a ciò.

Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato che tutti i battezzati, e non solo alcuni privilegiati, sono chiamati ad incarnare nella loro esistenza la vita di Cristo, ad avere i suoi stessi sentimenti e a confidare pienamente nella volontà del Padre, affidandosi senza riserve al suo piano salvifico, illuminati dallo Spirito Santo, pieni di generosità e di amore instancabile per i fratelli, soprattutto per i meno fortunati. L'ideale che Gesù Cristo vi propone e vi insegna con la sua vita è certamente molto elevato, ma è l'unico a poter dare pienamente senso alla vita. Per questo, diffidate dei falsi profeti che propongono altre mete, a volte più piacevoli, ma sempre ingannevoli. Non vi conformate al meno!

11. I cristiani del XXI secolo hanno inoltre una fonte inesauribile di ispirazione nelle comunità ecclesiali dei primi secoli. Coloro che vissero insieme a Gesù o ascoltarono direttamente la testimonianza degli Apostoli, sentirono la loro vita come trasformata e inondata da una luce nuova. Dovettero però vivere la loro fede in un mondo indifferente e persino ostile. Far penetrare la verità del Vangelo, sconvolgere molte convinzioni e costumi che denigravano la dignità umana richiese grandi sacrifici, una ferma costanza e una grande creatività. Solo con la fede incrollabile in Cristo, alimentata costantemente dalla preghiera, dall'ascolto della Parola e dalla partecipazione assidua all'Eucaristia, le prime generazioni cristiane riuscirono a superare quelle difficoltà e a fecondare la storia umana con la novità del Vangelo, versando, molte volte, il proprio sangue.

Nella nuova era che si schiude, era dell'informatica e dei potenti mezzi di comunicazione sociale, prossima a una globalizzazione sempre più fluida delle relazioni economiche e sociali, voi, carissimi giovani, e i vostri coetanei avete dinanzi la sfida di far sì che la mente e il cuore dell'umanità si aprano alla novità di Cristo e alla gratuità di Dio. Solo in questo modo si allontanerà il rischio di un mondo e di una storia senza anima, insuperbita dalle sue conquiste tecniche ma carente di speranza e di significato profondo.

24 11. Voi giovani del Messico e d'America dovete fare in modo che il mondo che un giorno vi sarà affidato sia orientato a Dio e che le istituzioni politiche o scientifiche, finanziarie o culturali si pongano al servizio autentico dell'uomo, senza distinzione di razza né di classe sociale. La società di domani dovrà sapere grazie a voi, attraverso la gioia che proviene dalla vostra fede cristiana vissuta in pienezza, che il cuore umano trova la pace e la piena felicità solo in Dio. Come buoni cristiani, dovete essere anche cittadini esemplari, capaci di lavorare insieme agli uomini di buona volontà per trasformare popoli e regioni, con la forza della verità di Gesù e di una speranza che non viene meno davanti alle difficoltà. Cercate di mettere in pratica il consiglio di San Paolo: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male» (Rm 12,21).

12. Vi lascio come ricordo e come pegno le parole di congedo di Gesù, che illuminano il futuro e ravvivano la nostra speranza: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

Nel nome del Signore, andate ad evangelizzare con decisione il vostro ambiente affinché sia più umano, fraterno e solidale, più rispettoso della natura che ci è stata affidata. Trasmettete la fede e gli ideali di vita a tutte le genti del Continente, non con inutili scontri ma con la testimonianza della vostra vita. Rivelate che Cristo ha parole di vita eterna, in grado di salvare l'uomo di ieri, di oggi e di domani. Rivelate ai vostri fratelli il volto divino e umano di Gesù Cristo, Alfa e Omega, Principio e Fine, il Primo e l'Ultimo di tutta la creazione e di tutta la storia, anche di quella che state scrivendo con la vostra vita.

VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)

CERIMONIA DI CONGEDO


Aeroporto Internazionale di Città del Messico - Martedì, 26 gennaio 1999

Signor Presidente

Signori Cardinali e Fratelli nell'Episcopato,
Eccellentissime Autorità,
Amatissimi fratelli e sorelle del Messico:

1. Le intense e commoventi giornate trascorse con il Popolo di Dio che peregrina nelle terre messicane hanno lasciato in me un segno profondo. Impressi nella mia memoria sono i volti di tante persone incontrate in questi giorni. Sono molto grato a tutti per la cordiale ospitalità, espressione genuina dell'anima messicano, e soprattutto per aver potuto condividere intensi momenti di preghiera e di riflessione nelle celebrazioni della Santa Messa nella Basilica di Guadalupe e nell'Autodromo «Hermano Rodríguez», nella visita all'ospedale «Licenciado Adolfo López Mateos» e nel memorabile incontro con le quattro generazioni nello Stadio Atzeca.

2. Chiedo a Dio di benedire e ricompensare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa Visita. Le sono molto riconoscente, Signor Presidente, per le cordiali parole che mi ha rivolto al mio arrivo, per avermi ricevuto nella sua Residenza Presidenziale, per tutte le attenzioni che ha avuto nei miei riguardi, così come per la collaborazione prestata dalle Autorità.

La mia gratitudine va anche al Signor Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo Primate di México, come pure agli altri Vescovi messicani e a quelli giunti da tutto il Continente che hanno collaborato affinché questa visita fosse vissuta così intensamente. Il mio ringraziamento si fa preghiera invocando dal Cielo le migliori benedizioni per questo popolo che in tante occasioni ha dimostrato la sua fedeltà a Dio, alla Chiesa e al Successore di san Pietro. Perciò, elevo verso l'alto fin d'ora la mia voce: Dio ti benedica, Messico, per gli esempi di umanità e di fede delle tue genti, per gli sforzi in difesa della famiglia e della vita.

25 Dio ti benedica, Messico, per la fedeltà e l'amore dei tuoi figli per la Chiesa. Gli uomini e le donne che compongono il ricco mosaico delle tue diverse e feconde culture trovano in Cristo la forza per superare antagonismi vecchi e nuovi e sentirsi figli di uno stesso Padre.

Dio ti benedica, Messico, con i tuoi numerosi popoli indigeni, dei quali vuoi promuovere il progresso e il rispetto. Essi conservano ricchi valori umani e religiosi e desiderano lavorare insieme per costruire un futuro migliore.

Dio ti benedica, Messico, che ti sforzi di sradicare per sempre le lotte che hanno diviso i tuoi figli attraverso un dialogo fecondo e costruttivo. Un dialogo dal quale nessuno rimanga escluso e che accomuni ancora di più tutti i tuoi abitanti, i credenti fedeli alla loro fede in Cristo e quelli che sono lontani da Lui. Solo il dialogo fraterno fra tutti darà vigore ai progetti di future riforme, auspicate dai cittadini di buona volontà, appartenenti ad ogni credo religioso e ai diversi settori politici e culturali.

Dio ti benedica, Messico, che continui a sentire la nostalgia dei tuoi figli emigrati in cerca di pane e di lavoro. Essi hanno contribuito anche a diffondere la fede cattolica nei loro nuovi ambienti e a costruire un'America che, come hanno affermato i Vescovi durante il Sinodo, vuole essere solidale e fraterna.

Dio ti benedica, Messico, per la libertà religiosa che stai riconoscendo a quanti Lo adorano dentro i tuoi confini. Questa libertà, garanzia di stabilità, dà pieno significato alle altre libertà e ai diritti fondamentali.

Dio ti benedica, Messico, per la Chiesa presente sulla tua terra. I Vescovi, insieme ai sacerdoti, ai consacrati, alle consacrate e ai laici, impegnati nella nuova evangelizzazione, fedeli a Cristo e al suo Vangelo, annunciano sulla tua terra, da quasi cinque secoli, il Regno di Dio.

3. Il Messico è un grande Paese che affonda le sue radici in un passato ricco per la sua fede cristiana e aperto al futuro nella sua chiara vocazione americana e mondiale. Percorrendo le strade del Distretto Federale, tenendo presente nel cuore gli Stati che compongono la Nazione, ho sentito di nuovo il pulsare di questo nobile popolo che con tanto affetto mi ha ricevuto nel mio primo viaggio apostolico lontano da Roma, all'inizio del mio ministero petrino. Nella sua accoglienza vedo il fedele riflesso di una realtà che si fa strada nella vita messicana: quella di un nuovo clima nei rapporti rispettosi, solidi e costruttivi fra Stato e Chiesa, superando altri momenti che, con le loro luci ed ombre, sono già alla storia. Questo nuovo clima favorirà sempre più la collaborazione a favore del popolo messicano.

4. Nel concludere questa visita pastorale, desidero ribadire la mia piena fiducia nel futuro di questo popolo, un futuro nel quale il Messico, sempre più evangelizzato e più cristiano, sia un punto di riferimento in America e nel mondo; un Paese dove la democrazia, ogni giorno più radicata e salda, più trasparente ed effettiva, assieme alla gioiosa e pacifica convivenza fra le sue genti, sia sempre una realtà sotto lo sguardo tenero della sua Regina e Madre, la Vergine di Guadalupe.

A Lei vanno il mio ultimo sguardo e il mio ultimo saluto prima di lasciare per la quarta volta questa benedetta terra messicana. A Lei affido tutti e ciascuno dei suoi figli messicani, il cui ricordo serbo nel mio cuore. Vergine di Guadalupe, veglia sul Messico! Veglia su tutto l'amato Continente americano!

VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)

CERIMONIA DI BENVENUTO


«Lambert International Airport» (Saint Louis) - Martedì, 26 gennaio 1999

Signor Presidente,

26 Caro popolo di St. Louis, caro popolo degli Stati Uniti,

1. È una grande gioia per me tornare negli Stati Uniti e sperimentare ancora una volta la vostra affettuosa ospitalità.

Come sapete, mi sono recato in Messico, per celebrare la conclusione dell'Assemblea speciale per l'America del Sinodo dei Vescovi. Questo importante incontro ha avuto lo scopo di preparare la Chiesa a entrare nel nuovo millennio e di suscitare un nuovo senso di solidarietà fra i popoli del continente. Ora, sono lieto di poter portare questo messaggio nel Mid-America, sulle rive del Mississippi, nella storica città di St. Louis, accesso all'Occidente.

Le sono grato, signor Presidente, per avermi cortesemente ricevuto al mio arrivo. Parimenti, saluto il Governatore e le autorità dello Stato del Missouri, così come il Sindaco di St. Louis e gli altri funzionari della città e delle aree limitrofe. Così tante persone hanno offerto la loro generosa cooperazione in preparazione a questa visita e sono grato a tutte loro.

2. In quanto Pastore della Chiesa universale, sono particolarmente lieto di salutare la comunità cattolica dell'Arcidiocesi di St.Louis con la sua ricca eredità spirituale e le sue dinamiche tradizioni di servizio ai bisognosi. Desidero dire una particolare parola di apprezzamento all'Arcivescovo Justin Rigali, che mi è stato vicino fin dalla mia elezione al Pontificato, venti anni fa. Attendo con ansia di essere con i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e i laici di questa Chiesa locale che ha esercitato tanta influenza sulla storia del Midwest.

Ringraziandoli di cuore, saluto i Cardinali e i Vescovi. La loro presenza mi offre l'opportunità di inviare i miei migliori auguri a tutta la Provincia di St.Louis, alla sua regione ecclesiastica e a tutte le Diocesi di questo Paese. Sebbene St. Louis sia l'unico posto che sono in grado d visitare questa volta, mi sento vicino a tutti i cattolici degli Stati Uniti.

Esprimo la mia amicizia e la mia stima ai miei fratelli cristiani, alla comunità ebraica in America, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli musulmani. Esprimo il mio rispetto cordiale ai popoli di tutte le religioni e a ogni persona di buona volontà.

3. Nella narrazione storica, il nome di St. Louis sarà per sempre legato al primo volo transatlantico e allo sforzo e al coraggio immensi da parte dell'uomo che si nascondono dietro il nome: lo «Spirito di St. Louis».

Vi state preparando al bicentenario della Louisiana Purchase del 1804 da parte del Presidente Thomas Jefferson. L'anniversario rappresenta una sfida al rinnovamento religioso e civile per tutta la comunità. Sarà un'opportunità per riaffermare lo «Spirito di St. Louis» e le verità e i valori autentici dell'esperienza americana.

Ci sono tempi di prove, prove di carattere nazionale, nella storia di ogni Paese. L'America non ne è stata immune. Uno di questi momenti difficili è strettamente collegato a St. Louis. Qui, venne discussa la celebre causa Dred Scott, in seguito alla quale la Corte Suprema degli Stati Uniti escluse un'intera classe di esseri umani, persone di discendenza africana, dalla comunità nazionale e dalla tutela della Costituzione.

Dopo indicibili sofferenze e con enormi sforzi, tale situazione si è, almeno in parte, modificata.

27 Oggi l'America si trova di fronte a un simile tempo di prova. Oggi esiste un conflitto fra una cultura che afferma, custodisce e celebra il dono della vita e una cultura che tenta di escludere interi gruppi di esseri umani, i nascituri, i malati allo stadio terminale, i disabili e altri considerati «inutili», dalla tutela legale. A causa della gravità delle questioni implicate, e a motivo del grande impatto che l'America ha su tutto il mondo, l'esito di questo nuovo tempo di prova avrà profonde conseguenze per il secolo la cui soglia ci accingiamo a varcare. È mia fervente preghiera che attraverso la grazia di Dio all'opera nella vita degli Americani di ogni razza, gruppo etnico, condizione economica e credo, l'America resista alla cultura della morte e scelga di stare saldamente dalla parte della vita. Scegliere la vita, come ho scritto nel Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, implica il rifiuto di qualsiasi forma di violenza: la violenza della povertà e della fame, che opprime così tanti esseri umani; la violenza del conflitto armato che non risolve, bensì incrementa, le divisioni e le tensioni; la violenza di armi particolarmente ripugnanti come le mine anti-uomo; la violenza del narcotraffico; la violenza del razzismo e la violenza del danno sconsiderato all'ambiente naturale.

Soltanto una più elevata visione morale può motivare la scelta della vita. E i valori che sono alla base di questa visione dipenderanno in grande misura dalla volontà della nazione di continuare a onorare e riverire la famiglia in quanto cellula primaria della società: la famiglia, maestra d'amore, di servizio, di comprensione e di perdono; la famiglia, generosa e aperta alle necessità degli altri; la famiglia, grande fonte di felicità umana.

4. Signor Presidente, cari amici, sono lieto di avere un'altra opportunità di ringraziare il popolo americano per le innumerevoli opere di bontà e di solidarietà umane che, fin dall'inizio, sono state parte considerevole della storia del vostro Paese. Al contempo, so che ascolterete la mia supplica affinché apriate i vostri cuori alla situazione sempre più difficile e ai bisogni urgenti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli meno fortunati nel mondo.

Anche questo, lo spirito di compassione, sollecitudine e generosa condivisione, deve essere parte dello «Spirito di St. Louis» . Inoltre, esso deve essere lo spirito rinnovato di questa «unica nazione, sotto Dio, con libertà e giustizia per tutti». Dio vi benedica tutti! Dio benedica l'America!

VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)


AI GIOVANI


«Kiel Center» (Saint Louis) - Martedì, 26 gennaio 1999

Parte I


Cari giovani di St. Louis,
Cari giovani degli Stati Uniti,
Sia lodato Gesù Cristo!

1. Il vostro affettuoso e entusiastico benvenuto mi rende felice. Mi dice che stanotte il Papa vi appartiene. Sono appena stato a Città del Messico, per celebrare la conclusione del Sinodo dei Vescovi per l'America. Lì ho avuto la gioia di stare con diverse migliaia di giovani. Ora, la mia gioia prosegue qui con voi, giovani di St. Louis e del Missouri e di tutti gli Stati Uniti.

2. Stasera, siamo qui riuniti per ascoltare Gesù che ci parla attraverso la sua Parola e con la potenza dello Spirito Santo.

28 Abbiamo appena ascoltato l'apostolo Paolo dire a Timoteo, il suo giovane compagno di evangelizzazione: «Esercitati nella pietà» (1Tm 4,7). Queste sono parole importanti per ogni cristiano, per tutti coloro che desiderano veramente seguire il Signore e mettere in pratica le sue parole. Sono particolarmente importanti per voi, giovani della Chiesa. Dovete chiedervi: che tipo di esercizio sto facendo per vivere una vita autenticamente cristiana?

Tutti voi sapete cosa è un «esercizio» e cosa significa. Infatti, siamo qui, presso il «Kiel Center», nel quale molte persone compiono esercizi lunghi e difficili per competere in diversi sport. Oggi, questo stadio grandioso è diventato la sede di un altro tipo di esercizio, non quello necessario per giocare a hockey, a calcio o a pallacanestro, ma quello che vi aiuterà a vivere la vostra fede in Gesù in maniera più determinata. È «l'esercizio nella pietà» al quale san Paolo si riferisce, l'esercizio che vi dà l'opportunità di donarvi senza riserve al Signore e all'opera che Egli vi chiama a compiere!

3. Mi dicono che durante la recente stagione di base-ball, quando due grandi giocatori (Mark McGwire e Sammy Sosa) hanno gareggiato per battere il record di "home-run", c'è stata molta eccitazione qui a St. Louis. Potete provare lo stesso grande entusiasmo esercitandovi per uno scopo diverso: quello di seguire Cristo, di portare il suo messaggio al mondo.

Ognuno di voi appartiene a Cristo e Cristo appartiene a voi. Con il Battesimo siete stati chiamati a Cristo con il Segno della Croce; avete ricevuto la fede cattolica come un tesoro da condividere con altri. Con la Confermazione, siete stati suggellati con i doni dello Spirito Santo e rafforzati per la vostra missione e la vostra vocazione cristiane. Con l'Eucaristia ricevete il cibo che vi nutre per affrontare le sfide spirituali di ogni giorno.

Sono particolarmente lieto del fatto che oggi tanti di voi hanno avuto l'opportunità di ricevere il Sacramento della Penitenza, il Sacramento della Riconciliazione. In questo Sacramento vivete la tenera misericordia e l'amore del Salvatore in modo molto personale, liberi dal peccato e dalla sua orribile compagna che è la vergogna.

Venite alleggeriti dai vostri fardelli e provate la gioia di una nuova vita in Cristo.

La vostra appartenenza alla Chiesa non può trovare espressione o sostegno maggiori di quelli derivanti dalla partecipazione all'Eucaristia ogni domenica nella vostra parrocchia. Cristo ci offre il dono del suo Corpo e del suo Sangue per renderci un solo corpo, un solo spirito in Lui, per metterci più profondamente in comunione con Lui e con tutti i membri del suo Corpo, la Chiesa.

Fate sì che la celebrazione domenicale nella vostra parrocchia sia un autentico incontro con Gesù nella comunità dei suoi seguaci: questa è una parte essenziale del vostro «esercizio nella pietà» per il Signore!

4. Cari giovani amici, nella Lettera che abbiamo appena ascoltato, l'Apostolo Paolo dice a Timoteo: «nessuno disprezzi la tua giovane età» (1Tm 4,12). Lo dice perché la gioventù è un dono meraviglioso di Dio. È un tempo di energie particolari, di speciali opportunità e responsabilità. Cristo e la Chiesa hanno bisogno delle vostre particolari capacità. Usate bene i doni che il Signore vi ha dato!

È il tempo del vostro «esercizio», del vostro sviluppo spirituale, emotivo, intellettuale e fisico. Tuttavia, questo non significa che potete rimandare a più tardi il vostro incontro con Cristo e la vostra partecipazione alla missione della Chiesa. Anche se siete giovani, è questo il momento di agire! Gesù non ha «disprezzo della vostra giovinezza» . Egli non vi mette da una parte per quando sarete più vecchi e il vostro esercizio sarà finito. Il vostro esercizio non finirà mai. I cristiani si esercitano sempre. Siete pronti per ciò che Cristo desidera da voi ora. Egli desidera che voi, tutti voi, siate la luce del mondo, come solo i giovani possono esserlo. È tempo di far risplendere la vostra luce!

In tutti i miei viaggi parlo al mondo delle vostre energie giovanili, dei vostri doni e della vostra disponibilità ad amare e a servire. E ovunque mi rechi, sfido i giovani, come un amico, a vivere nella luce e nella verità di Gesù Cristo!

29 Vi esorto a lasciare che la sua Parola penetri nei vostri cuori e poi a dirGli dal profondo dei vostri cuori: «ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (cfr He 10,7).

Parte II

«Voi siete la luce del mondo... così risplenda la vostra luce davanti agli uomini» (Mt 5,14-16)

Cari giovani,

1. Chiedetevi: credo a queste parole di Gesù nel Vangelo? Gesù vi chiama luce del mondo. Vi chiede di lasciare che la vostra luce risplenda davanti agli altri. So che nei vostri cuori desiderate dire: «Eccomi Signore. Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (Salmo responsoriale; cfr He 10,7). Tuttavia, solo se sarete una cosa sola con Gesù potrete condividere la sua luce e essere una luce per il mondo.

Siete pronti per questo compito?

Purtroppo, troppe persone oggi si allontanano dalla luce, in un mondo di illusioni, un mondo di ombre fugaci e promesse non mantenute. Se guarderete a Gesù, se vivrete la Verità che è Gesù, avrete dentro di voi la luce che rivela le verità e i valori sui quali edificare la vostra felicità, costruendo al contempo un mondo di giustizia, di pace e di solidarietà. Ricordate ciò che ha detto Gesù: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Jn 8,12).

Poiché Gesù è la luce, anche noi diveniamo luce quando lo annunciamo. Questo è il centro della missione cristiana alla quale ognuno di voi è stato chiamato attraverso il Battesimo e la Confermazione. Siete chiamati a far sì che la luce di Cristo risplenda luminosa nel mondo.

2. Quando eravate piccoli, non avevate a volte paura del buio? Oggi, non siete più bambini che temono il buio. Siete adolescenti e giovani adulti. Tuttavia capite bene che esiste un altro tipo di oscurità nel mondo: l'oscurità del dubbio e dell'incertezza. Potreste sperimentare l'oscurità della solitudine e dell'isolamento. Le vostre ansie potrebbero derivare da interrogativi sul vostro futuro o da rimorsi circa le vostre scelte passate.

A volte il mondo stesso sembra avvolto nell'oscurità: l'oscurità dei bambini che hanno fame e perfino muoiono; l'oscurità dei senzatetto che non hanno un lavoro né un'adeguata assistenza sanitaria. L'oscurità della violenza: violenza contro i nascituri, violenza all'interno delle famiglie, la violenza delle bande criminali, la violenza dell'abuso sessuale, la violenza degli stupefacenti che distruggono il corpo, la mente e il cuore. C'è qualcosa di terribilmente sbagliato quando così tanti giovani vengono talmente sopraffatti dalla disperazione da uccidersi. Già in alcune parti di questa nazione, sono state approvate leggi che permettono ai medici di porre fine alla vita di quanti invece sarebbero vincolati da giuramento ad aiutare. Il dono della vita che Dio ha fatto viene respinto! Viene scelta la morte piuttosto che la vita e ciò comporta l'oscurità della disperazione.

3. Tuttavia, credete nella luce (cfr Jn 12,36)! Non ascoltate coloro che vi spingono a mentire, a sottrarvi alle responsabilità, a pensare prima di tutto a voi stessi. Non ascoltate quanti vi dicono che la castità è passé. Nei vostri cuori sapete che l'amore vero è un dono di Dio e rispetta il suo piano per l'unione dell'uomo e della donna nel matrimonio. Non fatevi fuorviare da falsi valori e slogan ingannevoli, in particolare circa la vostra libertà. La vera libertà è un meraviglioso dono di Dio ed è stata una parte preziosa della storia del vostro Paese. Tuttavia, quando la libertà viene separata dalla verità, gli individui perdono il loro orientamento morale e il tessuto stesso della società comincia a lacerarsi.

30 La libertà non è la capacità di fare tutto ciò che vogliamo ogni qualvolta lo vogliamo. La libertà è, piuttosto, la capacità di vivere responsabilmente la verità del nostro rapporto con Dio e con gli altri. Ricordate ciò che ha detto Gesù: «conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Jn 8,32). Non permettete a nessuno di fuorviarvi o di impedirvi di vedere ciò che è realmente importante. Rivolgetevi a Gesù, ascoltatelo e scoprite il vero significato e il vero orientamento della vostra vita.

4. Siete figli della luce (cfr Jn 12,36)! Appartenete a Cristo, che vi ha chiamato per nome. La vostra prima responsabilità consiste nel cercare di conoscerLo il più possibile, nelle vostre parrocchie, nell'educazione religiosa nelle scuole superiori e nei college, nei gruppi giovanili e nei centri Newman.

Tuttavia lo conoscerete veramente e personalmente solo attraverso la preghiera. È necessario che parliate con lui e lo ascoltiate.

Oggi viviamo in un'epoca di comunicazioni immediate. Tuttavia riuscite a capire che forma unica di comunicazione è la preghiera? Essa ci permette di incontrare Dio nel più profondo del nostro essere. Ci collega direttamente con Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, in uno scambio costante di amore.

Attraverso la preghiera imparerete a diventare la luce del mondo, perché nella preghiera diventate una cosa sola con la fonte della nostra vera luce, Gesù stesso.

5. Ognuno di voi ha una particolare missione nella vita ed è chiamato a essere discepolo di Cristo. Molti di voi serviranno Dio nella vocazione della vita coniugale cristiana; alcuni di voi, invece, lo serviranno come singole persone devote, altri come sacerdoti e religiosi. Comunque tutti voi dovete essere la luce del mondo. A quanti fra voi pensano di essere chiamati da Cristo a seguirlo nel sacerdozio o nella vita consacrata rivolgo un appello personale. Vi chiedo di aprirgli generosamente il vostro cuore e di non rinviare la vostra risposta. Il Signore vi aiuterà a conoscere la sua volontà. Vi aiuterà a seguire la vostra vocazione con coraggio.

6. Giovani amici, nei giorni, nelle settimane e negli anni che verranno, per tutto il tempo in cui ricorderete questa sera, non dimenticate che il Papa è venuto negli Stati Uniti, nella città di St. Louis, per chiamare a Cristo i giovani dell'America, per invitarvi a seguirlo. Egli è venuto per sfidarvi a essere la luce del mondo! «La luce splende nelle tenebre , ma le tenebre no l'hanno accolta» (Jn 1,5). Gesù che ha vinto il peccato e la morte vi ricorda: «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20). Egli dice: «Coraggio, sono io, non temete» (Mc 6,50).

All'orizzonte di questa città si trova l'Arco di Accesso, che spesso trattiene la luce del sole con i suoi colori e sfumature diverse. Anche voi, in migliaia di modi diversi, dovete riflettere la luce di Cristo attraverso la vostra vita di preghiera e il gioioso servizio agli altri. Con l'aiuto di Maria, la Madre di Gesù, i giovani d'America lo faranno in maniera magnifica!

Ricordate: Cristo vi chiama; la Chiesa ha bisogno di voi; il Papa crede in voi e si aspetta da voi grandi cose!

Sia lodato Gesù Cristo!



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