Catechesi 79-2005 9497

Mercoledì, 9 aprile 1997: Maria singolare cooperatrice della Redenzione

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(
Jn 19,25-26).

1. Nel corso dei secoli la Chiesa ha riflettuto sulla cooperazione di Maria all'opera della salvezza, approfondendo l'analisi della sua associazione al sacrificio redentore di Cristo. Già sant'Agostino attribuisce alla Vergine la qualifica di "cooperatrice" della Redenzione (cfr Sant'Agostino, De Sancta Virginitate, 6; PL 40, 399), titolo che sottolinea l'azione congiunta e subordinata di Maria a Cristo Redentore.

In questo senso s'è sviluppata la riflessione, soprattutto a partire dal XV secolo. Qualcuno ha temuto che si volesse porre Maria sullo stesso piano di Cristo. In realtà l'insegnamento della Chiesa sottolinea con chiarezza la differenza tra la Madre e il Figlio nell'opera della salvezza, illustrando la subordinazione della Vergine, in quanto cooperatrice, all'unico Redentore.

Del resto, l'apostolo Paolo, quando afferma: "Siamo collaboratori di Dio" (1Co 3,9), sostiene l'effettiva possibilità per l'uomo di cooperare con Dio. La collaborazione dei credenti, che, ovviamente, esclude ogni uguaglianza con Lui, s'esprime nell'annuncio del Vangelo e nell'apporto personale al suo radicamento nel cuore degli esseri umani.

2. Applicato a Maria, il termine "cooperatrice" assume, però, un significato specifico. La collaborazione dei cristiani alla salvezza si attua dopo l'evento del Calvario, del quale essi si impegnano a diffondere i frutti mediante la preghiera e il sacrificio. Il concorso di Maria, invece, si è attuato durante l'evento stesso e a titolo di madre; si estende quindi alla totalità dell'opera salvifica di Cristo. Solamente Lei è stata associata in questo modo all'offerta redentrice che ha meritato la salvezza di tutti gli uomini. In unione con Cristo e sottomessa a Lui, Ella ha collaborato per ottenere la grazia della salvezza all'intera umanità.

Il particolare ruolo di cooperatrice svolto dalla Vergine ha come fondamento la sua divina maternità. Partorendo Colui che era destinato a realizzare la redenzione dell'uomo, nutrendolo, presentandolo al tempio, soffrendo con Lui morente in Croce "cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore" (Lumen Gentium LG 61). Anche se la chiamata di Dio a collaborare all'opera della salvezza riguarda ogni essere umano, la partecipazione della Madre del Salvatore alla Redenzione dell'umanità rappresenta un fatto unico e irrepetibile.

Nonostante la singolarità di tale condizione, Maria è destinataria anch'essa della salvezza. Ella è la prima redenta, riscattata da Cristo "nella maniera più sublime" nel suo immacolato concepimento (cfr Pio IX, Bolla "Ineffabilis Deus", in Pio IX, Acta 1, 605) e colmata della grazia dello Spirito Santo.

3. Questa affermazione ci conduce ora a domandarci: qual è il significato di questa singolare cooperazione di Maria al piano della salvezza? Esso va cercato in una particolare intenzione di Dio nei confronti della Madre del Redentore, che in due occasioni solenni, cioè a Cana e sotto la Croce, Gesù chiama col titolo di "Donna" (cfr Jn 2,4 Jn 19,26). Maria è associata in quanto donna all'opera salvifica. Avendo creato l'uomo "maschio e femmina" (cfr Gn 1,27), il Signore vuole affiancare, anche nella Redenzione, al Nuovo Adamo la Nuova Eva. La coppia dei progenitori aveva intrapreso la via del peccato; una nuova coppia, il Figlio di Dio con la collaborazione della Madre, avrebbe ristabilito il genere umano nella sua dignità originaria.

Maria, Nuova Eva, diviene così icona perfetta della Chiesa. Essa, nel disegno divino, rappresenta sotto la Croce l'umanità redenta che, bisognosa di salvezza, è resa capace di offrire un contributo allo sviluppo dell'opera salvifica.

4. Il Concilio ha ben presente questa dottrina e la fa propria, sottolineando il contributo della Vergine Santissima non soltanto alla nascita del Redentore, ma anche alla vita del suo Corpo mistico lungo il corso dei secoli e fino all'"eschaton": nella Chiesa Maria "ha cooperato" (cfr Lumen Gentium LG 53) e "coopera" (cfr Lumen Gentium LG 63) all'opera della salvezza. Nell'illustrare il mistero dell'Annunciazione, il Concilio dichiara che la Vergine di Nazaret, "abbracciando la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente" (Lumen Gentium LG 56).

Il Vaticano II, inoltre, presenta Maria non soltanto come la "madre del Redentore", ma quale "compagna generosa del tutto eccezionale", che coopera "in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità". Ricorda, altresì, che frutto sublime di questa cooperazione è la maternità universale: "Per questo diventò per noi madre nell'ordine della grazia" (Lumen Gentium LG 61).

Alla Vergine Santa possiamo dunque rivolgerci con fiducia, implorandone l'aiuto nella consapevolezza del ruolo singolare a Lei affidato da Dio, il ruolo di cooperatrice della Redenzione, da Lei esercitato in tutta la vita e, in particolar modo, ai piedi della Croce.


...

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente tutti i pellegrini croati, in particolare voi, vedove, che la recente triste guerra in Croazia e in Bosnia ed Erzegovina ha così duramente colpito.

Con l'aiuto di Dio, sabato prossimo mi recherò in Visita Pastorale a Sarajevo. Si tratta di una delle tappe del mio pellegrinaggio nelle Chiese locali nel quadro della preparazione al Grande Giubileo dell'Anno 2000 (cfr Giovanni Paolo II, Tertio millennio adveniente TMA 24). Come Successore di Pietro, vado a confermare nella fede i nostri fratelli e sorelle di quella città diventata, in certo senso, un triste simbolo delle tragedie che hanno colpito l'Europa nel XX secolo. Questo Viaggio Apostolico diventa anche un viaggio di pace, nel quale è testimoniata la solidarietà della Chiesa con gli uomini e i popoli sofferenti.

Nell'affidarmi alle Vostre preghiere e a quelle della Chiesa intera, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Vorrei porgere il benvenuto ai pellegrini, provenienti dal Belgio e dai Paesi Bassi, in modo particolare i pellegrini della parrocchia di San Barnaba a Haastrecht, venuti a Roma in occasione dell'anniversario dell'inaugurazione del Santuario "Maria ter Weghe" (Sancta Maria Viatrix).

Maria, Madre del Signore Risorto e Madre della Chiesa sia la vostra guida in questa vita, e accompagni continuamente il vostro cammino di fede e di carità.

Vi incoraggio a perseverare nella preghiera, per il bene della Chiesa e del mondo.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

In questo tempo di gioia pasquale rivolgo un cordiale benvenuto a voi, cari pellegrini di Nádszeg e Budapest. Dio onnipotente ha riunito i popoli da ogni parte della terra per confessare e lodare il suo nome. Il Cristo risorto conceda a tutti noi, nati a nuova vita nelle acque del Battesimo, di unirsi nella fede e nella carità. Chiedo ciò per voi e per i fratelli in patria con la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Saluto cordialmente i pellegrini lituani. Carissimi, la fede nel Signore Risorto vi guidi sulla via della verità e della pace, vi sostenga sempre nella speranza pasquale! Con affetto imparto a tutti la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Boemia Meridionale e ai parrocchiani di Litibo ice nel Chrudimese!

Carissimi, prego Dio onnipotente perché infonda in voi la vera gioia della Risurrezione e vi accompagni sempre con i suoi numerosi doni. Con questi voti vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Di cuore saluto i pellegrini slovacchi da Topo any e dintorni.

Cari fratelli e sorelle. A Pasqua ci siamo rafforzati nella fede, che Gesù Cristo, morto per noi sulla Croce, è Risorto e vive per sempre. Nel Sacramento del battesimo ha dato a noi di partecipare alla Sua vita. Apparteniamo a Cristo. Che i nostri pensieri, parole e opere corrispondano a questa grande dignità. Anche il vostro pellegrinaggio a Roma vi confermi in questo proposito. Prego per voi e di cuore imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e ai vostri cari.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua svedese

Tra Pasqua e Pentecoste, la Chiesa contempla la Risurrezione di Cristo. Contempliamo insieme questo mistero per trovare una via ad una maggiore unità tra i cristiani per il Giubileo del Duemila.

Dio benedica voi e tutta la Svezia e la Danimarca.

Traduzione italiana del saluto in lingua finlandese

Con la Pasqua abbiamo celebrato il rinnovamento dell'uomo tramite la Risurrezione di Cristo. Che la vostra visita sia fonte di rinnovamento utile per il nostro cammino verso l'unità.

Dio benedica voi e tutta la Finlandia.
* * *


Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana. Saluto in particolare il parroco ed i fedeli della Parrocchia di San Michele in Tivoli, accompagnati dal Vescovo Monsignor Pietro Garlato, venuti per ricordare il quarantesimo anniversario di fondazione della Parrocchia.

Saluto inoltre il gruppo di fedeli della Parrocchia di San Michele Arcangelo in Strevi, qui presenti con il loro parroco, come pure i religiosi rosminiani ed i fedeli della Comunità parrocchiale Spirito Santo in Roma, che celebrano il bicentenario della nascita di Padre Antonio Rosmini.

Saluto poi i membri del Collegio arcivescovile "Castelli" di Saronno e quelli della Scuola Parrocchiale San Biagio di Monza, che ricordano il centenario della loro istituzione.

Carissimi, mentre vi ringrazio per la vostra presenza, auspico che tali fauste ricorrenze valgano a rafforzare il vostro impegno a servizio del Vangelo.

Il mio pensiero va ora ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Nell'odierna catechesi abbiamo meditato sulla singolare cooperazione di Maria Santissima all'opera della Redenzione. Cari giovani, mettete le vostre fresche energie al servizio del Vangelo: la vostra vita sia un "sì" a Dio e al suo disegno d'amore; voi, cari ammalati, cooperate al disegno divino della salvezza con l'offerta quotidiana della vostra sofferenze; e voi, cari sposi novelli, sappiate trasmettere la forza della Redenzione nella vostra vita coniugale e nella missione di genitori".






Mercoledì, 16 aprile 1997: Visita Pastorale alla 'Città-simbolo' di Sarajevo

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1. Sanctus Deus, Sanctus fortis, Sanctus immortalis - miserere nobis.

"Santo Dio, Santo forte, Santo immortale, abbi pietà di noi.
Dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci, Signore. Dalla morte improvvisa, liberaci, Signore.
Peccatori, ti supplichiamo, ascoltaci, Signore.
Gesù, perdonaci. Gesù, ascoltaci. Gesù, abbi pietà di noi.
Madre, impetra. Madre, implora. Madre, intercedi per noi.
Santi e sante tutti di Dio, intercedete per noi".

Queste invocazioni, care al popolo cristiano, mi hanno accompagnato durante il viaggio a Sarajevo, il soggiorno in quella città e l'incontro con la comunità cristiana che lì vive. Più volte è ritornata la parola "Città-simbolo". Sarajevo, infatti, è simbolo delle crisi europee. Da essa ebbe inizio la prima guerra mondiale nel 1914 e, verso il termine del secolo, Sarajevo è di nuovo diventata l'emblema della drammatica ed assurda guerra che ha diviso tra loro gli Slavi meridionali, le Nazioni dell'ex Iugoslavia, causando ingenti vittime umane. Per questo Sarajevo è divenuta la città dei cimiteri. Accanto allo stadio, dove ho potuto presiedere la celebrazione eucaristica domenica 13 aprile, sono ben visibili cimiteri con le tombe ancora fresche delle vittime del recente conflitto. Come dimenticare che, negli anni passati, quasi ogni giorno ci venivano mostrate immagini dolorose di madri o di figli inginocchiati presso le tombe dei loro mariti, padri o fidanzati? Ecco perché ho voluto ripetere con forza a Sarajevo quello che molte volte aveva detto Paolo VI, ed io stesso avevo ribadito nel Messaggio al Segretario Generale delle Nazioni Unite: "Mai più la guerra! Mai più la guerra!" (Giovanni Paolo II, Messaggio al Segretario Generale delle Nazioni Unite, 1° marzo 1993: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVI/1, 1993, 564).

"Dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci, Signore".

2. L'intenzione di visitare Sarajevo mi nacque nel cuore alcuni anni fa, mentre divampavano le operazioni belliche in quella regione. Desideravo tanto andare in quella città, e mi adoperavo in ogni modo per poterlo fare. Poiché, però, ogni sforzo si dimostrò purtroppo vano, convocai a più riprese a Roma, a Castel Gandolfo e ad Assisi incontri di preghiera e di impetrazione, invocando la pace per quelle terre martoriate. Volevo che tali ardenti preghiere dimostrassero ai nostri fratelli di Bosnia ed Erzegovina - cristiani o musulmani, croati o serbi - che essi non erano soli: noi eravamo con loro e saremmo rimasti con loro fino a quando la pace non fosse tornata nella loro patria. Gli abitanti di Sarajevo si sono ricordati di tutto questo e più volte, durante la mia visita, me lo hanno ripetuto. Sapevano che la Chiesa, non soltanto in Europa, ma in tutto il mondo, era con loro; sapevano di non essere stati abbandonati. E ciò ha costituito certamente per loro un significativo aiuto morale.

La perseverante solidarietà della Chiesa è stata dimostrata altresì dall'elevazione dell'Arcivescovo di Sarajevo, il venerato Fratello Vinko Puljic, alla dignità cardinalizia, nel Concistoro del 1994.

Durante la visita ho voluto ribadire questa comunione ecclesiale, incontrando anche gli altri Vescovi della Bosnia ed Erzegovina: Mons. Franjo Komarica, Vescovo di Banja Luka, e Mons. Ratko Peric, Vescovo di Mostar-Duvno.

Durante la guerra non sono cessati i pellegrinaggi di fedeli ai Santuari mariani della Bosnia ed Erzegovina, come pure di tante altre parti del mondo, e in modo speciale a Loreto, per chiedere alla Madre delle Nazioni e Regina della pace di intercedere perché ritornasse la pace in quella martoriata Regione.

"Madre impetra! Madre implora! Madre intercedi per noi! Santi e sante tutti di Dio, intercedete per noi!".

3. Ed è proprio sotto il segno di quest'incessante implorazione di pace che si è svolta tutta la visita pastorale a Sarajevo, cominciando dalla sera di sabato 12 aprile, sino al pomeriggio di domenica 13. Ogni tappa del programma ha inteso sottolineare un unico e principale messaggio: la speranza. Dall'arrivo all'aeroporto all'incontro nella Cattedrale di Sarajevo con i Vescovi, il clero e i religiosi, fino al culmine della visita, che è stata la Santa Messa concelebrata con Cardinali, Vescovi e Sacerdoti della Bosnia ed Erzegovina, di altri Stati nati dall'ex Iugoslavia e di molti Paesi d'Europa e del mondo, ho desiderato portare agli abitanti della città e dell'intero Paese parole di speranza. Dopo la dolorosa esperienza della guerra, che ha generato torti ed ha lasciato una scia di vendette e di odio, la speranza acquista la dimensione concreta del perdono e della riconciliazione. Ho esortato al perdono e alla riconciliazione tutte le comunità etniche e religiose della Bosnia ed Erzegovina, segnate profondamente dalla sofferenza, ed ho pregato perché sappiano dirsi a vicenda: "Perdoniamo e domandiamo perdono". La via della riconciliazione e del dialogo è l'unica che conduce ad una pace duratura.

Nell'incontro con il clero non ho potuto non menzionare i particolari meriti dell'Ordine francescano per l'evangelizzazione di quel Paese, specialmente sotto il dominio degli Ottomani, e mi sono soffermato, al tempo stesso, ad esortare tutto il clero diocesano e religioso ad una solidale collaborazione sotto la guida dei propri Vescovi. Nelle omelie e nei discorsi ho voluto ringraziare coloro che in vari modi hanno sostenuto e continuano a sostenere le travagliate popolazioni della Bosnia ed Erzegovina. Né ho tralasciato di fare appello alle istanze politiche, economiche e militari dell'Europa, perché non siano dimenticati i bisogni urgenti di quel Paese, tanto provato dalla guerra.

Durante la santa Messa nello stadio di Sarajevo, la liturgia della Parola della terza Domenica di Pasqua ci ha presentato Cristo, Avvocato di tutti noi davanti a Dio. Sarajevo, Cristo è in modo specialissimo il tuo Avvocato! E' il vostro Avvocato, nazioni tutte, che una volta costituivate la federazione jugoslava. E' il tuo Avvocato, caro Continente europeo: è il vostro Avvocato, popoli della terra!

La pace, che nasce dalla riconciliazione e dal perdono, è essenziale sollecitudine di ogni credente. Questo spirito di unità, di perdono e di riconciliazione alla luce della fede ha rivestito di peculiare eloquenza gli incontri che ho potuto avere con i rappresentanti della Chiesa ortodossa, della Comunità musulmana e di quella ebraica. Alle loro organizzazioni umanitarie - la Caritas della Conferenza Episcopale, la Merhamet musulmana, la Dobrotvor serbo-ortodossa e La Benevolencjia ebraica -particolarmente benemerite per l'assistenza alle vittime della guerra, ho voluto conferire il "Premio Internazionale della Pace Giovanni XXIII".

4. Desidero, infine, ringraziare le autorità della Bosnia ed Erzegovina per l'invito rivoltomi a visitare Sarajevo e per quanto hanno fatto durante la mia visita. A seguito di un trattato di pace, la Bosnia e l'Erzegovina sono poste sotto l'autorità di un particolare triunvirato: governano tre Presidenti, di cui uno è rappresentante della Comunità musulmana, un altro dei Serbi ortodossi, mentre il terzo rappresenta la Comunità cattolica, costituita specialmente da Croati. Mi è stato dato di incontrare questo triunvirato e discutere con ciascuno dei Presidenti le questioni di maggiore rilievo per il Paese nel momento attuale. A tutti esprimo i miei grati sentimenti per il tramite del Presidente del triunvirato, Signor Izetbegovic. Sarà nostra cura attuare quanto è stato auspicato, durante i colloqui, nei riguardi della Sede Apostolica, per continuare a servire il bene di questa gente così duramente provata.

"Gesù, perdonaci! Gesù, ascoltaci! Gesù, abbi pietà di noi!
Madre, impetra! Madre, implora! Madre, intercedi per noi!
Santi e sante tutti di Dio, intercedete per noi!".

Con queste Suppliche termino la mia riflessione, implorando Dio ancora una volta: "Dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci, Signore!"

Rendiamo grazie per la pace finalmente raggiunta e domandiamo che essa sia duratura. Preghiamo che mai più si ceda alla pericolosa tentazione di risolvere le questioni importanti tra gli uomini e tra le nazioni attraverso un confronto armato. Possa ciò avvenire soltanto mediante la via del dialogo e dell'accordo.


...

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Saluto di cuore i pellegrini provenienti dal Belgio e dai Paesi Bassi, e vi ringrazio per la vostra presenza. In questo tempo Pasquale siamo invitati a essere lieti testimoni del Signore Risorto, nella realtà della vita quotidiana.

Perciò auguro che la vostra visita ai luoghi sacri arricchisca spiritualmente ognuno di voi, affinché ognuno sperimenti nella sua vita personale la grazia di Dio, che può trasformare la nostra sofferenza umana in vita nuova ed eterna.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Cari pellegrini croati, nel salutarvi cordialmente vorrei ringraziarvi per le vostre preghiere per la mia visita pastorale a Sarajevo, che ha avuto luogo sabato e domenica scorsi. Nello stesso tempo vorrei invitarvi a continuare la preghiera per la pace nella giustizia in Bosnia ed Erzegovina e in Croazia e per la riconciliazione, il perdono e la fiducia reciproca.

Vi imparto volentieri la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Saluto di cuore i pellegrini lituani. Auguro a voi, presenti in questa udienza, ai vostri cari e alla vostra Patria, la Lituania, ogni bene nel nome di Cristo, nostro Salvatore e, mentre invoco Maria, Madre della Misericordia, con affetto tutti vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

"Dio ha risuscitato Cristo dalla morte, alleluja! Affinché abbiamo la fede e la speranza in Dio, alleluja".

Con queste parole di gioia pasquale vi saluto, cari pellegrini ungheresi. La forza e la pace di Cristo risorto vi accompagnino sul cammino della vita e della fede.

Di cuore imparto a voi la mia Benedezione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di Brno-Komín!

Carissimi, possa il Mistero Pasquale illuminare le vostre menti e i vostri cuori e diventare nuovo stimolo ad un ancora maggiore impegno nel farsi autentici testimoni del Vangelo di Cristo di fronte al mondo.

Con questi voti vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Un affettuoso benvenuto ai pellegrini slovacchi da Pova ská Bystrica e da Zvolen.

Cari fratelli e sorelle, domenica prossima è la domenica di Gesù Cristo Buon Pastore. Ed è anche la Giornata Mondiale di preghiere per le Vocazioni sacerdotali e religiose. Fermamente crediamo che Gesù Cristo, unico Redentore dell'uomo, ha preparato i necessari mezzi di salvezza per tutti. E questi mezzi li dà agli uomini per le mani dei sacerdoti. Con perseveranza pregate insieme con me, perché l'umanità abbia molti buoni sacerdoti. Vi ringrazio di queste vostre preghiere e di cuore imparto la mia Benedizione Apostolica a voi e a tutti i seminaristi e sacerdoti in Slovacchia.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Benvenuti i membri del coro parrocchiale di Markovci presso Ptuj in Slovenia nonché i pellegrini delle parrocchie di Borovnica e Rovte di Ljubljana.

Il Risorto Redentore possa colmarvi con la pienezza della grazia e riempire i vostri cuori con la gioia pasquale.

La visita dei monumenti cristiani a Roma vi fortifichi nella fede e vi renda attivi apostoli.

Con questo desiderio imparto a voi ed ai vostri cari la mia Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua danese

Cristo è Risorto e ci dà nuova vita. Possa Egli aiutare noi cristiani a vivere nell'unità che Egli desiderava.

Dio benedica voi e tutta la Svezia!

Traduzione italiana del saluto in lingua finlandese ad un gruppo di pellegrini luterani

Questo incontro ecumenico mi porta sempre molta gioia. Possa il Signore aiutare noi tutti cristiani a trovare l'unità da Lui desiderata.

Dio benedica voi e tutta la Finlandia.
* * *


Saluto i pellegrini di lingua italiana. Ricordo, in particolare, gli Ufficiali ed i militari, con le rispettive famiglie, della Scuola di Carrismo di Lecce ed auspico che il tempo del servizio militare segni per tutti una valida esperienza di vita comunitaria, offrendo opportune occasioni di dialogo e di testimonianza cristiana.

Saluto con affetto il numeroso gruppo di partecipanti al pellegrinaggio promosso dall'Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, venuti per commemorare il cinquantesimo anniversario della Beatificazione di Teresa Verzeri. Carissimi, il ricordo di questa donna esemplare sia per voi di stimolo a continuare con fervore il vostro cammino di fede e di carità. Il Signore vi illumini sempre e vi sostenga con la sua grazia.

Mi rivolgo poi ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. A tutti dico: Siate testimoni della vittoria di Cristo sulla morte ed annunciatori della salvezza che scaturisce dalla sua resurrezione. Siatelo voi, cari giovani, chiamati a costituire nella società l'autentica cultura della vita in vista del terzo millennio. Siatelo voi, cari malati, che incontrate il Cristo nella malattia e nella sofferenza. Siatelo voi, cari sposi novelli, che nel sacramento coniugale avete ricevuto la missione di annunciare Cristo ai vostri figli.








Mercoledì, 23 aprile 1997: Donna, ecco il tuo Figlio!

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(
Jn 19,26-27a)

1. Dopo aver ricordato la presenza di Maria e delle altre donne presso la croce del Signore, san Giovanni riferisce: "Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: 'Donna, ecco il tuo figlio!'. Poi disse al discepolo: 'Ecco la tua madre!'" (Jn 19,26-27).

Queste parole, particolarmente commoventi, costituiscono una "scena di rivelazione": rivelano i profondi sentimenti del Cristo morente e racchiudono una grande ricchezza di significati per la fede e la spiritualità cristiana. Infatti, volgendosi, alla fine della sua vita terrena, alla Madre e al discepolo che amava, il Messia crocifisso stabilisce relazioni nuove di amore tra Maria e i cristiani.

Interpretate talora unicamente come manifestazione della pietà filiale di Gesù verso la Madre, affidata per il futuro al discepolo prediletto, tali espressioni vanno molto al di là della necessità contingente di risolvere un problema familiare. Infatti, la considerazione attenta del testo, confermata dall'interpretazione di molti Padri e dal comune sentire ecclesiale, ci pone dinanzi, nella duplice consegna di Gesù, ad uno dei fatti più rilevanti per comprendere il ruolo della Vergine nell'economia della salvezza.

Le parole di Gesù morente, in realtà, rivelano che il suo primario intento non è quello di affidare la Madre a Giovanni, ma di consegnare il discepolo a Maria, assegnandole una nuova missione materna. L'appellativo "donna", inoltre, usato da Gesù anche nelle nozze di Cana per condurre Maria ad una nuova dimensione del suo essere Madre, mostra quanto le parole del Salvatore non siano frutto di un semplice sentimento di affetto filiale, ma intendano porsi su un piano più alto.

2. La morte di Gesù, pur causando la massima sofferenza a Maria, non cambia di per sé le sue abituali condizioni di vita: infatti, abbandonando Nazaret per iniziare la sua vita pubblica, Gesù aveva già lasciato sola la Madre. Inoltre, la presenza presso la croce della sua parente, Maria di Cleofa, permette di supporre che la Vergine fosse in buoni rapporti con la famiglia e il parentado, presso cui avrebbe potuto trovare accoglienza dopo la morte del Figlio.

Le parole di Gesù, invece, assumono il loro più autentico significato all'interno della sua missione salvifica. Pronunciate al momento del sacrificio redentore, esse attingono proprio da questa sublime circostanza il loro valore più alto. L'Evangelista, infatti, dopo le espressioni di Gesù alla Madre, riporta un inciso significativo: "Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta . . ." (Jn 19,28), quasi a voler sottolineare che Egli ha portato a termine il suo sacrificio con l'affidare la Madre a Giovanni e, in lui, a tutti gli uomini, dei quali ella diventa Madre nell'opera di salvezza.

3. La realtà messa in atto dalle parole di Gesù, cioè la nuova maternità di Maria nei confronti del Discepolo, costituisce un ulteriore segno del grande amore che ha condotto Gesù ad offrire la vita per tutti gli uomini. Sul Calvario tale amore si manifesta nel donare una madre, la sua, che diventa così anche nostra madre.

Occorre ricordare che, secondo la tradizione, Giovanni è colui che, di fatto, la Vergine ha riconosciuto come suo figlio; ma tale privilegio è stato interpretato dal popolo cristiano, sin dall'inizio, come segno di una generazione spirituale riguardante l'intera umanità.

La maternità universale di Maria, la "Donna" delle nozze di Cana e del Calvario, ricorda Eva, "madre di tutti i viventi" (Gn 3,20). Tuttavia, mentre costei aveva contribuito all'entrata del peccato nel mondo, la nuova Eva, Maria, coopera all'evento salvifico della Redenzione. Così nella Vergine, la figura della "donna" viene riabilitata e la maternità assume il compito di diffondere tra gli uomini la vita nuova in Cristo.

In vista di tale missione, alla Madre è chiesto il sacrificio, per Lei molto doloroso, di accettare la morte del suo Unigenito. L'espressione di Gesù: "Donna, ecco il tuo figlio", permette a Maria di intuire il nuovo rapporto materno che avrebbe prolungato ed ampliato il precedente. Il suo "sì" a tale progetto costituisce, quindi, un assenso al sacrificio di Cristo, che Ella generosamente accetta nell'adesione alla divina volontà. Anche se nel disegno di Dio la maternità di Maria era destinata fin dall'inizio ad estendersi a tutta l'umanità, soltanto sul Calvario, in virtù del sacrificio di Cristo, essa si manifesta nella sua dimensione universale.

Le parole di Gesù: "Ecco il tuo figlio", realizzano ciò che esprimono, costituendo Maria madre di Giovanni e di tutti i discepoli destinati a ricevere il dono della Grazia divina.

4. Gesù sulla Croce non ha proclamato formalmente la maternità universale di Maria, ma ha instaurato un concreto rapporto materno tra Lei e il discepolo prediletto. In questa scelta del Signore si può scorgere la preoccupazione che tale maternità non venga interpretata in senso vago, ma indichi l'intenso e personale rapporto di Maria con i singoli cristiani.

Possa ciascuno di noi, proprio per questa concretezza della maternità universale di Maria, riconoscere pienamente in Lei la propria Madre, affidandosi con fiducia al suo amore materno.





Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di Úpice.

Carissimi, se Dio vorrà, tra pochi giorni mi recherò nella vostra cara Patria per le celebrazioni millenarie del martirio di Sant'Adalberto, primo Vescovo Boemo sulla Sede di Praga.

Possa la preziosa eredità di questo Santo accendere in voi il desiderio di verità e di servizio a Dio con cuore indiviso.

"Arrivederci" nella Repubblica Ceca! Con questi voti vi benedico!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Bratislava, Kru ov, Hrubý Šúr e da Prievidza.

Cari fratelli e sorelle, oggi si celebra in Slovacchia la memoria di Sant'Adalberto. Egli, proprio mille anni fa è morto come martire. Con ciò ha dimostrato il suo grande amore per Cristo e a questo amore volle condurre diverse nazioni d'Europa. In Slovacchia è tutt'oggi viva la sua presenza anche grazie all'attività dell'Associazione di Sant'Adalberto.

Siate convinti che la cultura ispirata al Vangelo di Cristo, arricchisce la nazione di veri valori. Interessatevi della cultura cristiana, affinché la vostra nazione possa essere una parte sana dell'Europa cristiana.

Per questo vi imparto la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto di cuore, cari pellegrini ungheresi di Budapest e di Transilvania.

In occasione della festa di San Adalberto, vescovo di Praga e martire, chiediamo specialmente la sua intercessione per i popoli dell'Europa Centrale.

Il Signore conceda a noi, che abbiamo conosciuto il lieto annunzio della risurrezione, di risorgere a nuova vita per la forza del suo Spirito d'amore. Questo chiedo per voi e per i fratelli in Patria.

Con la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Ora saluto i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio. Il vostro pellegrinaggio vi ha portato al centro della Chiesa universale.

Vi auguro che la vostra visita alle soglie degli Apostoli sia una fonte di ispirazione per la vostra fede personale, e dia slancio alla nuova evangelizzazione nei vostri Paesi.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua norvegese

Cari studenti norvegesi di Teologia !

Un cordiale benvenuto a Roma, alle tombe di Pietro e Paolo. La vostra visita sia di ispirazione per un autentico dialogo ecumenico tra le nostre Chiese.

Buona continuazione del tempo di Pasqua a tutti voi!

Dio benedica voi e tutta la Norvegia!

Traduzione italiana del saluto in lingua finlandese

Voi giovani potete aiutarci a costruire un mondo nuovo, dove si realizzino la pace e la giustizia.

Dio benedica voi e tutta la Finlandia.

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Sono lieto di accogliere i pellegrini lituani, in particolare il gruppo di professori e di studenti dell'Istituto Pedagogico di Vilnius, nonché gli operatori della "Caritas", provenienti dalla Diocesi di Vilkavi[sinvcircumflex]kis.

Carissimi Fratelli e Sorelle, vi accompagni ovunque la mia preghiera e la mia Benedizione Apostolica!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Un benvenuto ai cresimati ed ai loro padrini e parenti della parrocchia di Šmartin pri Kranju nonché ai pellegrini di Kodeljevo presso Ljubljana in Slovenia. Possano i monumenti cristiani di Roma consolidare la vostra fedeltà a Cristo, onde possiate professarla apertamente nella vita. Vi aiuti Maria Ausiliatrice.

Un particolare saluto agli atleti dello "Smelt-Olimpija" di Ljubljana che hanno raggiunto nella specialità della pallacanestro un'ottima posizione e gareggiano per il primato europeo. Possa la gara sportiva nobilitare il Vostro animo.

A tutti imparto la mia Benedizione Apostolica.
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Saluto adesso i pellegrini di lingua italiana. In particolare, le Suore dell'Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora, accompagnate dalla loro Superiora Generale, Madre Margarita Maria Pedraz Garcia, che, in occasione del loro Capitolo, hanno voluto rinnovare al Successore di Pietro i loro sentimenti di affetto e di comunione ecclesiale.

Saluto poi il gruppo di giovani dell'Oratorio "Don Bosco" della Parrocchia della Visitazione di Pero, nell'Arcidiocesi di Milano, venuti per accendere la fiaccola votiva in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù e la squadra di ciclismo professionisti "Amore & Vita Fanini Team" come pure il gruppo dilettanti "Mamma e Michela Fanini".

Saluto anche i pellegrini del Santuario della Madonna della Sanità - Parrocchia di San Martino a Vallecorsa, accompagnati dal parroco don Elvidio Nardoni, dal Sindaco e da Mons. Angelo Cella, Vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. Con l'odierno incontro essi ricordano il settantacinquesimo anniversario dell'incoronazione dell'antica immagine mariana e ben volentieri, al termine dell'Udienza, benedirò la nuova corona d'oro, invocando la materna protezione della Vergine sull'intera Comunità di Vallecorsa.

Ed ora a voi, carissimi giovani, ammalati e sposi novelli va il mio particolare ricordo con profondo affetto.

Come sapete, al termine di questa settimana mi recherò nella Repubblica Ceca per ricordare il millennio del martirio di Sant'Adalberto Vescovo, di cui oggi si celebra la memoria liturgica. L'esempio di questo eroico predicatore del Vangelo e fondatore di Comunità cristiane sia per voi, cari giovani, modello di generosa testimonianza cristiana; per voi, cari ammalati, sostegno nell'offerta quotidiana della vostra sofferenza; e per voi, cari sposi novelli, aiuto e sostegno nel santificare il vostro amore coniugale.

A tutti la mia Benedizione".
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Catechesi 79-2005 9497