Catechesi 79-2005 18118

Mercoledì, 18 novembre 1998: Segni di speranza presenti nel nostro tempo

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1. L'approfondimento dell'azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo ci spinge a prestare attenzione ai "segni di speranza presenti in questo ultimo scorcio di secolo, nonostante le ombre che spesso li nascondono ai nostri occhi" (Tertio millennio adveniente
TMA 46). E' vero, infatti, che il nostro secolo è segnato da gravissimi crimini contro l'uomo e oscurato da ideologie che non hanno favorito l'incontro liberante con la verità di Gesù Cristo né l'integrale promozione dell'uomo. E' però altrettanto vero che lo Spirito di Dio, che "riempie l'universo" (Sg 1 Sg 7 cfr Gaudium et spes GS 11), non ha cessato di gettare a piene mani semi di verità, d'amore e di vita nel cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo. Questi semi hanno prodotto frutti di progresso, di umanizzazione e di civiltà, che costituiscono autentici segni di speranza per l'umanità in cammino.

2. Nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente ho ricordato tra tali segni innanzitutto "i progressi realizzati dalla scienza, dalla tecnica e soprattutto dalla medicina a servizio della vita umana" (TMA 46). E' indubbio infatti che l'esistenza umana sul nostro pianeta, a livello personale e sociale, abbia conosciuto e continui a sperimentare un notevole miglioramento, grazie allo straordinario sviluppo scientifico.

Anche il progresso della tecnica, quando è rispettoso dell'autentica ed integrale promozione umana, deve essere accolto con riconoscenza, anche se - com'è ovvio - la scienza e la tecnica non sono sufficienti a colmare le aspirazioni più profonde dell'uomo. Tra gli sviluppi della tecnica odierna particolarmente ricchi di promesse per il futuro dell'umanità, vorrei ricordare quelli che si registrano nel campo della medicina. Essi, infatti, quando migliorano con mezzi leciti l'esistenza globale dell'uomo, riflettono in modo eloquente l'intenzione creatrice e salvifica di Dio, che ha voluto l'uomo in Cristo perché abbia la pienezza della vita. Né possiamo dimenticare l'enorme progresso nel campo delle comunicazioni. Se i mass media saranno gestiti in modo da garantirne il pieno controllo democratico, e facendone veicoli di autentici valori, l'umanità potrà godere grandi benefici e si sentirà un'unica grande famiglia.

3. Un altro segno di speranza è rappresentato dal "più vivo senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente" (ibid.). Oggi l'umanità riscopre, anche in reazione allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali che spesso ha accompagnato lo sviluppo industriale, il significato e il valore dell'ambiente come dimora ospitale (oîkos) dove è chiamata a svolgere la propria esistenza. Le minacce che gravano sul futuro dell'umanità, a motivo del mancato rispetto degli equilibri dell'ecosistema, spingono gli uomini di cultura e di scienza, come le autorità competenti, a studiare e mettere in atto provvedimenti e progetti vari. Essi mirano non soltanto a limitare e a rimediare i danni finora causati, ma soprattutto a delineare uno sviluppo della società armonizzato col rispetto e la valorizzazione dell'ambiente naturale.

Questo vivo senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente deve stimolare anche i cristiani a riscoprire il profondo significato del disegno creativo rivelato dalla Bibbia. Dio ha voluto affidare all'uomo e alla donna il compito di riempire la terra e di esserne il signore a suo nome, quasi suo luogotenente (cfr Gn 1,28), prolungando e portando in certo modo a compimento la sua stessa opera creatrice.

4. Tra i segni di speranza del nostro tempo, dobbiamo ricordare anche "gli sforzi per ristabilire la pace e la giustizia ovunque siano state violate, la volontà di riconciliazione e di solidarietà fra i diversi popoli, in particolare nei complessi rapporti tra il Nord e il Sud del mondo" (Tertio millennio adveniente TMA 46). Il secolo che sta per chiudersi ci ha fatto assistere all'immane tragedia di due guerre mondiali ed oggi conosce ancora guerre e tensioni, con esiti di grande sofferenza per popoli e nazioni di tutto il pianeta. Inoltre, mai come in questo secolo, masse enormi di persone - anche a motivo di perversi meccanismi di sfruttamento - hanno sperimentato e continuano a sperimentare condizioni di vita indegne dell'uomo.

Anche per questo, la coscienza umana, sollecitata dall'azione misteriosa dello Spirito, è maturata nel prefiggersi l'attuazione della pace e della giustizia come obiettivi prioritari e irrinunciabili. La coscienza avverte oggi come intollerabile crimine il persistere di condizioni di ingiustizia, di sottosviluppo, di violazione dei diritti dell'uomo. Inoltre, la guerra viene giustamente rifiutata come mezzo per la soluzione dei conflitti. Si comprende sempre di più che solo le vie del dialogo e della riconciliazione possono sanare le ferite provocate dalla storia nella vita dei popoli. Solo esse contribuiscono a risolvere positivamente le difficoltà che tuttora si presentano nelle relazioni internazionali.

Il mondo contemporaneo si va decisamente strutturando secondo un sistema di interdipendenza a livello economico, culturale e politico. Non è più possibile ragionare solo in funzione degli interessi, pur legittimi, dei singoli popoli e nazioni: occorre acquisire una coscienza a respiro veramente universale.

5. Per questo il mio venerato Predecessore Papa Paolo VI volle additare profeticamente all'orizzonte dell'umanità la meta di una "civiltà dell'amore", in cui si potrà realizzare l'ideale di un'unica famiglia umana nel rispetto della identità di ogni suo componente e nel reciproco scambio dei doni.

Nel cammino verso la "civiltà dell'amore" i credenti, docili all'azione dello Spirito Santo, sono chiamati a offrire il loro insostituibile contributo, irradiando nella storia la luce di Cristo, Verbo di Dio fatto carne. Egli, come ci ricorda il Concilio, "ci rivela che 'Dio è carità' (1Jn 4,8), e nello stesso tempo ci insegna che la legge fondamentale dell'umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il comandamento nuovo della carità. Coloro, pertanto, che credono alla carità divina, sono da lui resi certi che è aperta a tutti gli uomini la strada della carità e che gli sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono vani" (Gaudium et spes GS 38).

Saluti


Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini croati provenienti da Zagabria, da Karlovac e da altre località.

Carissimi, la fede cattolica ispiri sempre la vostra vita e vi accompagni la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso vorrei salutare i pellegrini belgi e neerlandesi.

La vostra visita alle tombe degli Apostoli sia una buona occasione per approfondire la vostra fede, dando un nuovo impulso alla carità.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto cordialmente, cari pellegrini ungheresi da Mezókövesd e Pécs.

Ieri abbiamo celebrato la festa di Santa Elisabetta d’Ungheria. Per la sua intercessione vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai membri del Coro accademico “Moravan”, di Brno.

Possa questo vostro pellegrinaggio a Roma rinvigorire la vostra fede e l’amore per la Chiesa di Cristo e accrescere in voi il desiderio di perfezione spirituale. Con amore paterno nel cuore vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Orava e Námestovo.

Cari fratelli e sorelle, oggi celebriamo la memoria liturgica delle dedicazione delle basiliche di San Pietro e Paolo, grandi annunciatori del Vangelo di Cristo.

Vi auguro che, per la loro intercessione, le vostre comunità familiari possano crescere nella fede viva e nell’amore.

Vi benedico di cuore.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * *


Il mio pensiero si rivolge ora a voi, cari pellegrini italiani, che saluto con affetto e vi ringrazio tutti per la vostra visita. Saluto, poi, voi giovani, malati e sposi novelli.

Nell'odierna Liturgia celebriamo la Dedicazione della Basilica di San Pietro in Vaticano e di quella di San Paolo sulla via Ostiense. Questa festa ci offre l'occasione di porre in luce il significato ed il valore della Chiesa, luogo sacro dove si raccolgono i credenti chiamati essi stessi ad essere templi viventi di Dio.

Cari giovani, vi esorto ad amare la Chiesa del Signore ed a cooperare con generosità ed entusiasmo alla sua edificazione. Cari malati, vi invito a vivere l'offerta della vostra preghiera e della vostra sofferenza come un contributo prezioso ed insostituibile alla costruzione della Casa del Signore, dimora dell'Altissimo fra noi. Ed a voi, cari sposi novelli, ricordo la vostra peculiare vocazione: Iddio vi chiede di formare le vostre famiglie secondo il suo progetto, per essere nella comunità un segno vivo di quell'amore immenso che Cristo ha per la sua Chiesa.




Mercoledì, 25 novembre 1998: I segni di speranza presenti nella Chiesa

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1. Nella precedente catechesi ci siamo soffermati sui "segni di speranza" presenti nel nostro mondo. Oggi vogliamo continuare la riflessione considerando alcuni "segni di speranza" presenti nella Chiesa, perché le comunità cristiane sappiano sempre meglio coglierli e valorizzarli. Essi, infatti, sono suscitati dall'azione dello Spirito Santo che, lungo il corso dei secoli, "con la forza del Vangelo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo" (Lumen gentium
LG 4).

Tra gli avvenimenti ecclesiali che hanno ampiamente segnato il nostro secolo, il primo posto spetta al Concilio Ecumenico Vaticano II. Grazie ad esso, la Chiesa ha estratto dal suo tesoro "cose nuove e cose antiche" (cfr Mt 13,52), e ha sperimentato in certo modo la grazia di una rinnovata Pentecoste (cfr Discorso di Giovanni XXIII a chiusura del primo periodo del Concilio, III, in Discorsi, Messaggi, Colloqui V [1962/1963], p. 29). A ben vedere, i segni di speranza che animano oggi la missione della Chiesa sono strettamente congiunti a questa effusione abbondante dello Spirito Santo che la Chiesa ha sperimentato nella preparazione, nella celebrazione e nell'applicazione del Concilio Vaticano II.

2. L'ascolto di ciò che "lo Spirito dice alla Chiesa ed alle Chiese" (Tertio millennio adveniente TMA 23 cfr Ap 2,7ss), si manifesta nell'accoglienza dei carismi che Egli distribuisce abbondantemente. La loro riscoperta e valorizzazione ha incrementato una comunione più viva tra le varie vocazioni del Popolo di Dio, così come un gioioso e rinnovato slancio di evangelizzazione.

In particolare, lo Spirito Santo spinge oggi la Chiesa a promuovere la vocazione e la missione dei fedeli laici. La loro partecipazione e corresponsabilità nella vita della comunità cristiana e la loro multiforme presenza di apostolato e di servizio nella società ci inducono ad attendere con speranza, all'alba del terzo Millennio, un'epifania matura e feconda del laicato. Un'analoga attesa riguarda il ruolo che è chiamata ad assumere la donna. Come nella società civile, anche nella Chiesa si sta sempre meglio rivelando il "genio femminile", che occorre sempre più riconoscere nelle forme appropriate alla vocazione della donna in conformità al disegno di Dio.

Non possiamo inoltre dimenticare che uno dei doni elargiti dallo Spirito al nostro tempo è la fioritura dei movimenti ecclesiali, che sin dall'inizio del mio Pontificato continuo ad indicare come motivo di speranza per la Chiesa e per la società. Essi "sono un segno della libertà di forme, in cui si realizza l'unica Chiesa, e rappresentano una sicura novità, che ancora attende di essere adeguatamente compresa in tutta la sua positiva efficacia per il Regno di Dio all'opera nell'oggi della storia" (Insegnamenti VII/2 [1984], p.696).

3. Il nostro secolo ha visto poi germogliare e crescere il seme del movimento ecumenico, nel quale lo Spirito Santo ha convogliato i membri delle diverse Chiese e comunità ecclesiali a ricercare le vie del dialogo per il ristabilimento della piena unità.

In particolare, grazie al Vaticano II, la ricerca dell'unità e la preoccupazione ecumenica sono state acquisite come "una dimensione necessaria di tutta la vita della Chiesa" e un impegno prioritario a cui la Chiesa cattolica "vuol contribuire con tutte le sue possibilità" (Insegnamenti VIII/1 [1985], pp. 1991 1999). Il dialogo della verità, preceduto ed accompagnato dal dialogo della carità, sta via via acquisendo notevoli risultati. Si è inoltre rafforzata la consapevolezza che la vera anima del movimento per la ricomposizione dell'unità dei cristiani è l'ecumenismo spirituale, ossia la conversione del cuore, la preghiera e la santità della vita (cfr Unitatis redintegratio UR 8).

4. Tra i numerosi altri segni di speranza, vorrei infine menzionare "lo spazio dato al dialogo con le religioni e con la cultura contemporanea" (Tertio millennio adveniente TMA 46).

Quanto al primo, basti ricordare la portata profetica via via assunta dalla dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non-cristiane. Molteplici esperienze d'incontro e di dialogo, a vari livelli, si sono realizzate e si stanno realizzando in ogni parte del mondo tra esponenti delle diverse religioni. In particolare mi piace richiamare i grandi passi avanti compiuti nel dialogo con gli ebrei, i nostri "fratelli maggiori".

E' un grande segno di speranza per l'umanità il fatto che le religioni si aprano con fiducia al dialogo ed avvertano l'urgenza di unire i propri sforzi per dare un'anima al progresso e contribuire all'impegno morale dei popoli. La fede nell'azione incessante dello Spirito ci fa sperare che anche attraverso questa via di reciproca attenzione e stima possa attuarsi per tutti l'apertura a Cristo, la Luce vera, che "illumina ogni uomo" (Jn 1,9).

Per quanto riguarda il dialogo con la cultura, si sta rivelando di provvidenziale efficacia l'orientamento formulato dal Vaticano II: "Come è importante per il mondo che esso riconosca la Chiesa quale realtà sociale della storia e suo fermento, così pure la Chiesa non ignora quanto essa abbia ricevuto dalla storia e dallo sviluppo del genere umano" (Gaudium et spes GS 44). I contatti realizzati in questo campo hanno già superato ingiustificati pregiudizi. Pure la nuova attenzione riservata da varie correnti culturali del nostro tempo per l'esperienza religiosa e in particolare per il cristianesimo, ci spinge a proseguire con tenacia il cammino intrapreso nella direzione di un rinnovato incontro tra il Vangelo e la cultura.

5. In questi molteplici segni di speranza, non possiamo non riconoscere l'azione dello Spirito di Dio. Ma, in piena dipendenza e comunione con lui, mi piace scorgervi anche il ruolo di Maria, "dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura" (Lumen gentium LG 56). Ella maternamente intercede per la Chiesa e l'attrae sulla via della santità e della docilità al Paraclito. All'alba del nuovo millennio, scorgiamo con gioia l'emergere di quel "profilo mariano" della Chiesa (cfr Insegnamenti X/3 [1987], p. 1483), che compendia in sé il contenuto più profondo del rinnovamento conciliare.

Saluti

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente l’Arcivescovo Metropolita di Split-Makarska. Mons. Ante Juric, unitamente ai membri della Società Cavalleresca della Giostra dell’Anello di Sinj. Benvenuti!

Carissimi, come la luce del Vangelo ha guidato i vostri padri, così guidi anche voi in questo significativo momento storico. Le tradizioni della fede viva e della cultura, che voi, gareggianti dell’Anello del Sinj, custodite gelosamente sin dall’indimenticabile anno del Signore 1715, siano la costante ispirazione per ciascuno di voi e per le nuove generazioni, desiderose di dare un nuovo contributo alla costruzione di un mondo sempre più umano.

Nell’affidare voi e la vostra Patria alla protezione della Madonna Miracolosa di Sinj, a tutti imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!



Nel salutare i pellegrini di lingua italiana, rivolgo il mio pensiero anzitutto alla delegazione della sezione romana dell'Associazione Giuriste Italiane, che ha organizzato un convegno di studi e di riflessioni in occasione della Giornata italiana per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Auguro di cuore che l'impegno speso per così nobile causa contribuisca a porre sempre più in luce i diritti dei bambini e degli adolescenti.

Saluto, inoltre, con affetto i membri dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue di Roma, venuti per ricordare il loro sessantesimo anniversario di fondazione. Possa questo incontro rafforzare in ciascuno il generoso impegno umano e cristiano e sia di stimolo per tutti, particolarmente per i giovani, a manifestare concreta solidarietà verso i fratelli bisognosi.

Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli e li invito a volgere fin d'ora lo sguardo al tempo liturgico di Avvento ormai vicino. Domenica prossima, infatti, con l'inizio dell'Avvento, si avvierà anche il terzo ed ultimo anno di preparazione immediata al Grande Giubileo del Duemila, dedicato in modo particolare a Dio Padre.

Auguro a tutti voi, carissimi giovani, malati e sposi novelli, di vivere questo particolare momento di grazia con un rinnovato impegno di preghiera, di penitenza e di opere di carità.

A tutti la mia Benedizione.

Saluto del Santo Padre al Primo Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri di Velletri e ai Militari della Marina del Comando delle Forze di Contromisure Mine di La Spezia:

Sono lieto di rivolgere a tutti voi il mio cordiale saluto, cari giovani della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri di Velletri e militari di Marina di La Spezia. Benvenuti e grazie per la vostra gradita visita!

Saluto l'Ordinario militare, Mons. Giuseppe Mani; un rispettoso pensiero rivolgo agli ufficiali e sottufficiali che vi accompagnano. Un saluto ancora ai cari cappellani militari, sacerdoti e guide delle vostre comunità. A tutti formulo in questa circostanza l’augurio più cordiale di poter fare della vostra vita un autentico e costante incontro con Cristo.

Il Vangelo ci mostra che tra i militari e Gesù ci sono stati contatti molto significativi. Pensiamo, ad esempio, alle parole che ogni volta ripetiamo alla santa Comunione: «Io non sono degno...». Esse sono di un centurione romano che così espresse la sua fede, la sua ammirazione per Gesù Cristo, la sua profonda umiltà e la sua accorata preghiera per la guarigione del servo (cfr Mt 8,8 Lc 7,8). Leggiamo poi negli Atti degli Apostoli che il primo convertito sotto l'influsso dello Spirito Santo - convertito non ebreo, ma pagano - fu un centurione romano di nome Cornelio (cfr Ac 10,1-48).

Cari giovani, vi incoraggio a coniugare anche voi una sempre più convinta vita di fede con la vostra esperienza militare, alimentandola con il ricorso frequente alla preghiera. Vi assicuro il mio ricordo al Signore e di cuore vi benedico.





Mercoledì, 2 dicembre 1998: La speranza come attesa e preparazione del Regno di Dio

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1. Lo Spirito Santo è la sorgente della "speranza che non delude" (
Rm 5,5). In questa luce, dopo aver esaminato alcuni dei "segni di speranza" presenti nel nostro tempo, oggi vogliamo approfondire il significato della speranza cristiana nel tempo di attesa e di preparazione dell'avvento del Regno di Dio in Cristo alla fine dei tempi. A tale proposito, come ho sottolineato nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente, occorre ricordare che "il fondamentale atteggiamento della speranza, da una parte, spinge il cristiano a non perdere di vista la meta finale che dà senso e valore all'intera sua esistenza e, dall'altra, gli offre motivazioni solide e profonde per l'impegno quotidiano nella trasformazione della realtà per renderla conforme al progetto di Dio" (46).

2. La speranza dell'avvento definitivo del Regno di Dio, così come l'impegno di trasformazione del mondo alla luce del Vangelo, hanno in realtà un'unica e medesima sorgente nel dono escatologico dello Spirito Santo. "Caparra della nostra eredità in attesa della completa redenzione" (Ep 1,14), Egli suscita l'anelito della vita piena e definitiva con Cristo, e insieme infonde in noi la forza per diffondere in tutta la terra il lievito del Regno di Dio. Si tratta, in qualche modo, di un'attuazione anticipata del Regno di Dio tra gli uomini, grazie alla resurrezione di Cristo. In lui, Verbo incarnato, morto e risorto per noi, il Cielo è sceso sulla terra e la terra, nella sua umanità glorificata, è ascesa al Cielo.

Gesù risorto è presente in mezzo al suo popolo e nel cuore della storia umana. Per mezzo dello Spirito Santo, Egli riveste di sé coloro che nella fede e nella carità si aprono a lui, anzi li trasfigura progressivamente, rendendoli partecipi della sua stessa esistenza glorificata. Essi ormai vivono ed agiscono nel mondo con lo sguardo sempre fisso alla meta finale: "Se siete risorti con Cristo - esorta san Paolo - cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio" (Col 3,1-4). I credenti pertanto sono chiamati ad essere nel mondo testimoni della risurrezione di Cristo e insieme costruttori di una società nuova.

3. Il segno sacramentale per eccellenza delle ultime realtà già anticipate e attualizzate nella Chiesa, è l'Eucaristia. In essa, lo Spirito, invocato nell'epìclesi, "transustanzia" la realtà sensibile del pane e del vino nella nuova realtà del Corpo e Sangue di Cristo. Nell'Eucaristia il Signore risorto è realmente presente e, in lui, l'umanità e l'universo assumono il sigillo della nuova creazione. Nell'Eucaristia si assaporano le realtà definitive e il mondo comincia ad essere ciò che sarà alla venuta finale del Signore.

L'Eucaristia, apice della vita cristiana, non plasma soltanto l'esistenza personale del cristiano, ma anche la vita della comunità ecclesiale e, in qualche modo, dell'intera società. Il popolo di Dio infatti riceve dall'Eucaristia quell'energia divina che lo sollecita a vivere profondamente la comunione d'amore significata e realizzata dalla partecipazione all'unica mensa. Ne consegue la spinta a condividere in spirito di fraternità anche i beni materiali, indirizzandoli all'edificazione del Regno di Dio (cfr Ac 2,42-45). La Chiesa diventa in questo modo "pane spezzato" per il mondo: per la gente in mezzo alla quale vive, specialmente per i più bisognosi. La celebrazione eucaristica è la sorgente delle diverse opere di carità e di reciproco aiuto, dell'azione missionaria e delle varie forme di testimonianza cristiana, attraverso le quali il mondo è aiutato a cogliere la vocazione della Chiesa secondo il disegno di Dio.

Mantenendo inoltre viva la vocazione a non conformarsi alla mentalità del mondo presente e a vivere nell'attesa di Cristo "finché Egli venga", l'Eucaristia insegna al popolo di Dio la via per purificare e perfezionare le attività umane immergendole nel mistero pasquale di croce e risurrezione.

4. Si comprende così il vero significato della speranza cristiana. Indirizzando i nostri sguardi verso "i nuovi cieli e una terra nuova" dove avrà stabile dimora la giustizia (cfr 2P 3,13), essa "non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo" (Gaudium et spes GS 39).

L'annuncio di speranza offerto dalla comunità cristiana, in particolare, va impastato come lievito di resurrezione nell'impegno culturale, sociale, economico e politico dei fedeli laici.

Se è vero che bisogna accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del Regno di Dio (cfr ibid. GS 39), è altrettanto vero che nel Regno di Dio compiuto alla fine dei tempi "resterà la carità con i suoi frutti (cfr 1Co 13,8 Col 3,14)" (ibid. GS 39). Ciò significa che tutto quanto è compiuto nella carità di Cristo anticipa la resurrezione finale e l'avvento del Regno di Dio.

5. La spiritualità del cristiano appare così nella sua vera luce: essa non è una spiritualità di fuga o rifiuto del mondo, ma neppure si riduce a una semplice attività di ordine temporale. Pervasa dallo Spirito della vita effuso dal Risorto, essa è una spiritualità di trasfigurazione del mondo e di speranza nella venuta del Regno di Dio.

Grazie ad essa, i cristiani possono scoprire che le realizzazioni del pensiero e dell'arte, della scienza e della tecnica, quando sono vissute nello spirito del Vangelo, testimoniano il dilagare dello Spirito di Dio in tutte le realtà terrene. Così, non soltanto nella preghiera, ma anche nella fatica quotidiana profusa per la preparazione del Regno di Dio nella storia, si fa sentire forte la voce dello Spirito e della sposa che invocano: "Vieni!... Vieni, Signore Gesù" (Ap 22,17 Ap 22,20). E' la stupenda conclusione dell'Apocalisse e, si può dire, il sigillo cristiano della storia.

Saluti

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente le rappresentanti della Congregazione delle Ancelle del Bambin Gesù, guidate dalla Superiora Generale e venute in occasione dell’ottantesimo anno della morte del Fondatore del loro Istituto religioso, Mons. Josip Stadler, Arcivescovo di Vrhbosna (Sarajevo). Care Sorelle, nel seguire le indicazioni del Fondatore, rimanete fedeli al vostro carisma, per poter rispondere alle necessità della Chiesa e della società in cui vivete ed operate.

Saluto pure i Membri del Coro Cittadino Brodosplit di Split, auspicando che, tramite la musica, essi sappiano avvicinarsi sempre più ai valori perenni umani e cristiani.

Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini dalla Lituania, in particolare ai componenti del coro giovanile del Conservatorio musicale di Vilnius “Vaidilutés”. Carissimi, vi ringrazio per la vostra presenza, e assicuro la mia preghiera al Signore, affinché il vostro ritorno in Patria sia profondamente segnato dal vivo desiderio di progredire sempre sulla via della fede, della verità e dell’amore fraterno.

Con affetto imparto a tutti voi e ai vostri cari la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua russa

Rivolgo un cordiale benvenuto ai membri del “Coro Gloria” di Kostroma.

Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita ed invoco ben volentieri su di voi e sui vostri cari copiose benedizioni dal cielo.
* * *


Mi rivolgo ora ai pellegrini di lingua italiana. Saluto specialmente i fedeli della Parrocchia di San Giovanni Battista in Giulianello, che celebrano il secondo centenario della collocazione nella loro chiesa della venerata statua del "Divin Bambinello".

Saluto i membri dell'Associazione "Amici di Monsignor Pietro Rossolini", di Parma, accompagnati dal Vicario Apostolico dell'Anatolia, Mons. Ruggero Franceschini, e la delegazione del Circolo Ufficiali della Marina Militare italiana di Napoli, presenti con i loro familiari.

Un particolare pensiero dirigo agli insegnanti, ai genitori ed agli alunni della scuola materna ed elementare dell'Istituto "Suore Immacolatine" nel centenario della sua fondazione. Auspico di cuore che, seguendo fedelmente l'esempio di Madre Carolina Beltrami, la Congregazione religiosa delle Immacolatine continui con rinnovato slancio spirituale l'opera educativa e sociale della fondatrice.

Abbraccio poi con affetto i bambini bielorussi, ospiti dell'Associazione di volontariato d'ispirazione guanelliana "L'Annuncio" di Roma, ed invoco dal Signore costante protezione per loro come pure per quanti li hanno accolti amorevolmente.

Desidero, infine, rivolgere un cordiale saluto ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.

L'Avvento è il tempo dell'attesa gioiosa del Signore che invita a prepararci, con la conversione del cuore, al suo glorioso ritorno.

Carissimi giovani, ammalati e sposi novelli, vi esorto a restare vigilanti in questo tempo liturgico, per scoprire meglio nelle diverse circostanze della vita i segni della presenza di Gesù, il quale non mancherà di svelare a chi fedelmente lo cerca il volto del Padre celeste. Auguro a voi tutti di essere come Maria, Donna del silenzio e dell'ascolto, docili all'azione dello Spirito Santo. Possa questo tempo di grazia rendervi testimoni sempre più generosi dell'amore di Dio e messaggeri della sua speranza.

A tutti la mia Benedizione.




Mercoledì, 9 dicembre 1998: Maria, madre animata dallo Spirito Santo

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1. A coronamento della riflessione sullo Spirito Santo, in questo anno a lui dedicato nel cammino verso il grande Giubileo, alziamo lo sguardo verso Maria. Il consenso da lei espresso nell'Annunciazione duemila anni fa rappresenta il punto di partenza della nuova storia dell'umanità. Il Figlio di Dio, infatti, si è incarnato ed ha cominciato ad abitare in mezzo a noi quando Maria ha dichiarato all'angelo: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (
Lc 1,38).

La cooperazione di Maria con lo Spirito Santo, manifestata nell'Annunciazione e nella Visitazione, si esprime in un atteggiamento di costante docilità alle ispirazioni del Paraclito. Consapevole del mistero del suo Figlio divino, Maria si lasciava guidare dallo Spirito per comportarsi in modo adeguato alla sua missione materna. Da vera donna di preghiera, la Vergine chiedeva allo Spirito Santo di completare l'opera iniziata al concepimento perché il bimbo crescesse "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,52). Sotto questo profilo Maria si presenta come un modello per i genitori, mostrando la necessità di ricorrere allo Spirito Santo per trovare la via giusta nel difficile compito educativo.

2. L'episodio della presentazione di Gesù al tempio coincide con un intervento importante dello Spirito Santo. Maria e Giuseppe erano andati al tempio per "presentare" (cfr Lc 2,22), cioè per offrire Gesù, secondo la legge mosaica che prescriveva il riscatto dei primogeniti e la purificazione della madre. Vivendo profondamente il senso di questo rito, come espressione di sincera offerta, essi furono illuminati dalle parole di Simeone, pronunciate sotto l'impulso speciale dello Spirito.

Il racconto di Luca sottolinea espressamente l'influsso dello Spirito Santo sulla vita di questo vegliardo. Egli aveva ricevuto dallo Spirito la garanzia di non morire senza avere visto il Messia. E appunto, "mosso dallo Spirito, si recò al tempio" (Lc 2,27), nel momento in cui Maria e Giuseppe vi portavano il bambino. E' dunque lo Spirito Santo a suscitare l'incontro. E' lui a ispirare al vecchio Simeone un cantico che celebra il futuro del bambino, venuto come "luce per illuminare le genti" e "gloria del popolo di Israele" (Lc 2,32). Maria e Giuseppe si meravigliano di queste parole che ampliano la missione di Gesù a tutti i popoli.

E' ancora lo Spirito a far pronunciare a Simeone una profezia dolorosa: Gesù sarà "segno di contraddizione" e a Maria "una spada trafiggerà l'anima" (Lc 2,34 Lc 2,35). Attraverso queste parole, lo Spirito Santo prepara Maria alla grande prova che l'attende, e conferisce al rito di presentazione del bambino il valore di un sacrificio offerto per amore. Quando Maria ha ricevuto il suo figlio dalle braccia di Simeone, ha capito che lo riceveva per offrirlo. La sua maternità l'avrebbe coinvolta nella sorte di Gesù e ogni opposizione a lui si sarebbe ripercossa nel suo cuore.

3. La presenza di Maria presso la Croce è il segno che la madre ha seguito fino in fondo l'itinerario doloroso tracciato dallo Spirito Santo per bocca di Simeone.

Sul Calvario, nelle parole che Gesù rivolge alla Madre e al discepolo prediletto, emerge un'altra caratteristica dell'azione dello Spirito Santo: egli assicura fecondità al sacrificio. Le parole di Gesù manifestano appunto un aspetto "mariano" di questa fecondità: "Donna, ecco il tuo figlio!" (Jn 19,26). In queste parole lo Spirito Santo non appare espressamente. Ma dal momento che l'evento della Croce, come l'intera vita di Cristo, si svolge nello Spirito Santo (cfr Dominum et vivificantem DEV 40-41), proprio nello stesso Spirito il Salvatore chiede alla Madre di consentire al sacrificio del Figlio, per diventare la madre di una moltitudine di figli. A questa suprema offerta della Madre di Gesù egli assicura un frutto immenso: una nuova maternità destinata ad estendersi a tutti gli uomini.

Dalla Croce il Salvatore voleva riversare sull'umanità fiumi di acqua viva (cfr Jn 7,38), cioè l'abbondanza dello Spirito Santo. Ma desiderava che questa effusione di grazia fosse legata al volto di una madre, la sua Madre. Maria appare ormai come la nuova Eva madre dei viventi, o la Figlia di Sion madre dei popoli. Il dono della madre universale era incluso nella missione redentrice del Messia: "Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta ...", scrive l'Evangelista dopo la duplice dichiarazione: "Donna, ecco il tuo figlio" e "Ecco la tua madre" (Jn 19,26-28).

Da questa scena si può intuire l'armonia del piano divino in rapporto al ruolo di Maria nell'azione salvifica dello Spirito Santo. Nel mistero dell'Incarnazione la sua cooperazione con lo Spirito aveva svolto un ruolo essenziale; anche nel mistero della nascita e formazione dei figli di Dio il concorso materno di Maria accompagna l'attività dello Spirito Santo.

4. Alla luce della dichiarazione di Cristo sul Calvario, la presenza di Maria nella comunità in attesa della Pentecoste assume tutto il suo valore. San Luca, che aveva attirato l'attenzione sul ruolo di Maria nell'origine di Gesù, ha voluto sottolineare la sua presenza significativa nell'origine della Chiesa. La comunità è composta non solo di Apostoli e Discepoli, ma anche di donne, tra le quali Luca nomina unicamente "Maria, la madre di Gesù" (Ac 1,14).

La Bibbia non ci offre altra informazione su Maria dopo il dramma del Calvario. Ma è molto importante sapere che Ella partecipava alla vita della prima comunità e alla sua preghiera assidua e unanime. Senza dubbio fu presente all'effusione dello Spirito il giorno di Pentecoste. Lo Spirito che già abitava in Maria, avendo operato in lei meraviglie di grazia, ora ridiscende nel suo cuore comunicando doni e carismi necessari per l'esercizio della sua maternità spirituale.

5. Maria continua ad esercitare nella Chiesa la maternità che le è stata affidata da Cristo. In questa missione materna l'umile serva del Signore non si pone in concorrenza con il ruolo dello Spirito Santo; al contrario, Ella è chiamata dallo stesso Spirito a cooperare in modo materno con Lui. Egli risveglia continuamente alla memoria della Chiesa le parole di Gesù al discepolo prediletto: "Ecco tua madre!", e invita i credenti ad amare Maria come Cristo l'ha amata. Ogni approfondimento del legame con Maria permette allo Spirito un'azione più feconda per la vita della Chiesa.

Saluti


Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i giovani accompagnati dall'Onorevole Carlo Casini, che hanno partecipato in passato ai concorsi nazionali promossi dal Movimento per la Vita e che, quest'anno, in occasione del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, sono venuti per riaffermare il diritto alla vita del bambini non ancora nati. Auspico di cuore che sia condiviso da tutti quest'impegno a difesa del grande dono della vita dal suo nascere al suo naturale tramonto.

Saluto poi i partecipanti al convegno per gli operatori italiani del vetro ospiti della "Pilkingston Siv", i membri del "Comitato Firenze Promuove", i soci dell'Ordine dei Giornalisti dalla Calabria e i rappresentanti dell'Istituzione sportiva comunale Marcantonio Bentegodi di Verona, che celebrano significative ricorrenze giubilari. Tutti ringrazio per la loro gentile visita. Vorrei ancora ringraziare i cori per i loro bei canti.

Il mio pensiero va, inoltre, ai fedeli della Parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe sulla via Aurelia in Roma ed a quelli di San Paolo in Acireale, che ricordano rispettivamente il quarantesimo ed il venticinquesimo anniversario di fondazione della loro comunità parrocchiale. Un cordiale abbraccio alle coppie di sposi della Parrocchia di Santa Maria Assunta a Quarrata, nella Diocesi di Pistoia, che commemorano i loro anniversari di matrimonio.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. La solennità dell'Immacolata, che ieri abbiamo celebrato, ci ricorda la singolare adesione di Maria al progetto salvifico di Dio. Preservata da ogni ombra di peccato per essere dimora tutta santa del Verbo incarnato, Ella si è sempre fidata pienamente del Signore.

Cari giovani, sforzatevi di imitarla con cuore puro e limpido, lasciandovi plasmare da Dio che anche in voi intende "fare grandi cose" (cfr Lc 1,49).

Cari malati, con l'aiuto di Maria fidatevi sempre del Signore, il quale conosce le vostre sofferenze e, unendole alle sue, le offre per la salvezza del mondo.

E voi, cari sposi novelli, che volete edificare la vostra dimora sulla grazia di Dio, rendete la vostra casa, ad imitazione di quella di Nazaret, accogliente al dono dell'amore.

A tutti la mia Benedizione.





Catechesi 79-2005 18118