Agostino - Giobbe 17

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CAPITOLO 17

17. (Jb 17,1-15) Son venuto meno, turbato nello spirito. Ordina cosi: Son venuto meno nello spirito perché sconvolto dagli affanni. Prego perché mi si seppellisca ma non mi viene concesso. Non mi si concede che quanto in me c'è di mortale venga 52 assorbito dalla vita . Noi infatti, sebbene appesantiti [dalla mortalità] gemiamo 53 perché non vogliamo esser spogliati ma ricoperti della nuova veste , cioè vogliamo essere trasformati anziché morire, ma questa cosa, per quanto desiderata dall'uomo, non sarà possibile ottenerla, poiché la morte ci è dovuta come punizione del peccato. Fra gli stenti ricorro alle suppliche ma cosa ho ottenuto? Qualcosa ho ottenuto impetrandolo. Gente estranea ha rapito i miei beni. Allude all'immortalità della quale 54 viene spogliato da quei briganti che l'hanno lasciato mezzo morto . Chi è costui? Colui, cioè, che voglia venirmi in aiuto? Riferendosi al Signore. E se dice: Chi è, lo dice perché egli sarebbe sceso in mezzo agli uomini distinguendosi a mala pena da loro. Sia egli attaccato alla mia mano: con i legami della carità, affinché mi ripari e conduca dov'egli vuole. Poiché al loro cuore tenesti celata la saggezza. La nascondesti a coloro che non lo riconobbero. Per questo non li innalzerai. Perché non furono umili, per questo furono accecati, e non poterono essere sollevati in alto dall'umiltà di Cristo. A una parte [di loro] si predicano i mali. Infatti la cecità è 55 capitata ad una parte d'Israele o nel senso che ad essi sembravano un male le 56 cose che Cristo predicava, tanto che di lui dicevano: Seduce le folle , ovvero inquanto le predizioni dei profeti sulla cecità d'Israele si avverarono non in tutti gli israeliti ma soltanto in una parte di loro. E gli occhi si sono illanguiditi nei confronti dei loro figli. Lo si dice per l'ammirazione suscitata dai miracoli, e riguarda coloro ai quali fu detto: Se io scaccio i demoni nel nome di Beelzebub, i vostri figli in nome di 57 chi li scacciano? Mi hai posto sulla bocca delle nazioni. [Vi hai posto] l'uomo redento, cioè la Chiesa, della quale parlano le genti, ovvero: la quale è destinata a parlare alle genti. E son diventato per loro motivo di scherno. O per le genti straniere, che lo calunniavano, o per i giudei, quando ne parlavano alle genti. Per la collera si sono annebbiati i miei occhi. Si sono oscurati gli occhi della Chiesa, cioè gli apostoli, quando non furono compresi da coloro che dovevano essere castigati da tale cecità. Da tutti sono stato colpito con grande accanimento. Tanto i giudei quanto i pagani hanno bersagliato accanitamente la Chiesa. Gli amanti della verità si sono meravigliati di questo. Del perché agli empi sia stato dato tanto potere contro la Chiesa, o del motivo per cui il Vangelo non sia stato accettato dagli empi. Si sollevi il giusto contro il suo nemico. Cioè: Colui che per un po' di tempo cade sotto la forza della persecuzione ma poi giunge a dominare sugli increduli. L'innocente di mani prenda coraggio. Prenda coraggio dalla speranza per confessare Cristo anche nella persecuzione. Egli infatti non ha trovato in voi la verità. A tutti infatti, siano essi giudei o pagani, è necessaria la grazia. E sono state lacerate le giunture del mio cuore: per cui io non posso più celare i miei peccati. Scambiarono la notte con il giorno. Cosi gli empi, di cui fu detto: Guai a coloro che chiamano male il bene e bene 58 il male, che riducono a tenebre la luce e a luce le tenebre . Se resistero, gli inferi saranno la mia casa. Se mi usero riguardi per non confessare i miei peccati. Ho chiamato mio padre la morte. Non saro figlio della vita. A chiamarlo [cosi] è stato pero Dio. Ho chiamato mia madre e sorella la putrefazione. Perché mi stanno inseparabilmente accanto, quasi che siano miei familiari. Quale speranza c'è ormai per me? Sottinteso: " Se resto saldo ". O potro io forse vedere i miei beni? Dai quali fu sedotto, e cosi non volle convertirsi e si schiero dalla parte del peccatore.

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CAPITOLO 18

18. (Jb 18,5-19) Parole di Baldad il sauchita. E la luce degli empi si spegnerà. Non meravigliarti quindi se, come quella degli empi, cosi anche la tua luce si è spenta. Sua luce furono le tenebre che aveva in casa. Cioè: ad illuminare la sua casa intervennero o il diavolo o l'anticristo. La lucerna [che è] sopra di lui si spegnerà: essendo una fiammella debole e materiale. I più reietti si impadroniscano della sua roba. Posseggano gli umili cio che egli aveva voluto possedere. Il suo piede infatti s'è impigliato nei lacci. Perseguitando il Signore è caduto egli stesso nella trappola. Contro di lui [Dio] rinvigorirà gli assetati: affinché lo vincano coloro che hanno fame e sete della giustizia. E celato in terra il suo laccio. Cioè: il laccio destinato a catturarlo. Questo sarebbero poi quei beni che sono a lui in certo qual modo concessi. La sua cattura è nelle sue strade: là dove egli passa. Tutt'intorno vengano dolori a rovinarlo. Vengano da ogni parte. Nelle strettezze della fame vengano in molti attorno ai suoi piedi. Vengano in molti a seguirlo o a rendergli omaggio. Vengano mangiati i rami dei suoi piedi. Intendi: " Delle sue dottrine ", cioè delle vie dove sta camminando. Venga a cessare la salute nella sua dimora. Cioè: la serenità della vita presente. E lo trattenga la necessità della causa del re. E detto del vantaggio derivante dalla sua punizione: questa contribuirà a palesare la gloria di Dio, ed è per questo che ora a lui si permette di seguire le sue cupidige. La chiama causa del re, perché egli si vanterà d'essere il Cristo. Abiti nella sua tenda durante la sua notte. La necessità della causa del re tormenti la sua coscienza. [Lo tormenti cioè] la voglia di tiranneggiare. Durante la notte, nel supplizio della sua cecità, che gli toccherà nella sua condanna. Saranno cosparse di zolfo le sue cose più belle. Le cose che gli erano più gradite saranno bruciate con fuoco puzzolente. E dall'alto pioverà su di lui la sua falciatura. Cioè: da Dio. Per questo il suo nome non sarà più dinanzi alle platee dove era prima. Scomparirà dalla memoria del popolo. Non sarà riconoscibile agli occhi del suo popolo. Giunga a tale stato di abiezione che i suoi non lo riconoscano. Non sarà salvata sotto il cielo la sua casa. Alcuni pero si salveranno. Ma nel suo popolo vivano gli estranei. Il suo popolo sarà soggiogato da estranei.

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CAPITOLO 19

19. (Jb 19,2-29) Parole di Giobbe: E con le [vostre parole] mi estenuate. Avreste dovuto consolarmi e invece mi avvilite. Sappiate soltanto che è stato Dio a farmi cosi. Dinanzi a lui posso essere convinto di peccato, non dinanzi agli uomini. Mi ha circondato all'intorno con la sua trincea. La trincea è una fossa scavata attorno alle mura. Per essa sono stato indotto alla confessione. Ecco me la rido del [vostro] oltraggio e non rispondo. Parla dell'utilità della confessione, poiché se avesse voluto ridere del suo peccato senza manifestarlo, avrebbe certo potuto gridare [a Dio], ma non sarebbe stato esaudito. Ha addensato le tenebre sul mio volto. Ha tolto a me la luce del mio volto. Questo accade a chi volge a lui le spalle. Ha strappato via la corona dal mio capo. [Ha tolto a me] quella dignità spirituale che è frutto della sapienza. Mi ha lacerato da ogni parte e io me ne sono andato. Tenevo stretta ogni cosa ed egli tutto mi ha strappato, in contrasto con quanto aveva ricevuto, cioè la forza di stringere attorno a sé tutte le cose. Ha supposto che io lo osteggiassi. Mi ha giudicato come uno che, se fossi stato pari a lui, l'avrei danneggiato. Hanno circondato la mia tenda. Cioè il cuore e la coscienza. I miei fratelli si sono allontanati, sperando che mi correggessi. Essi infatti mi sono fratelli anche se in un primo momento non hanno tenuto conto della mia correzione e si son messi al seguito di coloro che suggerivano [di cercare] i beni altrui, cioè azioni perniciose. I miei amici son divenuti gente spietata. Son coloro che nei mali spirituali ostentano dolore verso il prossimo ma in realtà piuttosto se ne fanno beffe, mentre non li deriderebbero se li vedessero afflitti da mali corporali. Pur conoscendo il mio nome si sono dimenticati di me. Non accorgendosi che mi sono cambiato. I miei vicini di casa e le mie serve. Ai quali io comunicavo i miei segreti. Sono gli adulatori che si allontanano da colui che riconosce e serve Dio. Di loro si dice che si comportano come le serve. Ho chiamato il mio servo e non mi ha risposto. Si riferisce al corpo o a coloro che lo servivano in opere cattive. La mia bocca supplicava quando chiedevo qualcosa a mia moglie:

59 dicendo press'a poco: Perché sei triste anima mia? E perché mi crei angosce? Cosi diceva desiderando che le consentisse. Con lusinghe mi rivolgevo ai figli del mio grembo. Si rivolgeva ai figli da lui generati incoraggiandoli a seguire speranze terrene. Sono insorti contro di me coloro che avevo amato: durante quella vita. Dentro la cute si sono putrefatte le mie carni. Per l'amore verso le cose sensibili ed esteriori si è putrefatto quanto è dentro di me e, se prendiamo alla lettera le parole, deve trattarsi di un male leggero, come se avesse la rogna. E le mie ossa sono fra i miei denti. La mia stabilità e fortezza esistono solo a parole, non a fatti. Pietà di me, pietà di me, o amici! Sembra chiedere agli angeli che preghino per lui o, meglio, si rivolge ai santi affinché preghino per colui che è pentito. Mi ha toccato la mano del Signore. Dice che è stato toccato dalla mano del Signore affinché provasse dolore per la sua ferita, che invece gli era passata come inavvertita. Perché mi perseguitate come sta facendo il Signore? Mi detestate e avete orrore di me, come fa il Signore; o anche: Voi mi rimproverate aspramente mentre io già confesso la mia colpa. Perché non vi saziate con le mie carni? Voi non godete se io vivo da uomo carnale. Con punteruolo di ferro e piombo [siano essi colpiti]? Come si lascia incidere il piombo dal punteruolo di ferro, cosi si arrendano di fronte alle mie parole i cuori degli uomini. Ovvero siano scolpite nella pietra a [loro] testimonianza? Affinché le imparino coloro che attendono con fermezza alla evangelizzazione. So infatti che è eterno colui che mi demolirà. Egli puo anche ricostruirmi. Di queste cose io sono consapevole: poiché me le sono meritate. Le ha viste il mio occhio, non altri. Vale a dire: Nessuno 60

conosce cosa accade nell'uomo all'infuori dello spirito che è in lui . Tutte le cose si sono compiute in seno a me. Nel mio interno, dove nessuno vede, cioè nella mia coscienza. Se anche diceste: Cosa potremo affermare contro di lui? In senso non diverso viene detto agli stessi uomini spirituali: Bada a te stesso per non cadere in 61 tentazione . E troveremo in lui la radice del discorso? Per convincerlo del suo [errore]. L'ira di Dio piomberà sugli iniqui. Chiama iniqui coloro che orgogliosamente si pongono al di sopra dei peccatori e pensano d'essere impeccabili.

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CAPITOLO 20

20. (Jb 20,2-29) Parole di Sofar il mineo: Voi non capite più di me. Si rivolge agli amici che, come lui, volevano consolare Giobbe. Ascoltero l'insegnamento della mia confusione. Indirettamente vuole che Giobbe ascolti l'insegnamento che scaturisce dalla sua confusione, poiché in tal modo puo ottenere anche lo spirito di sapienza. E un'espressione enfatica, come quando noi, per dire a chi ascolta che deve stare in guardia, diciamo: E bene che io me ne guardi poiché, se no, ci starei male. O che tu dai secoli [eterni] sei al corrente di queste cose? Conosci forse queste cose da quando ebbero inizio i secoli? Egli crede che Giobbe non le conosca perché è empio. L'occhio vedrà e non aggiungerà niente. Egli infatti non sarà visto. L'empio disperda i suoi figli. Il diavolo disperderà coloro che lo imitano o si lasciano sedurre da lui. Le sue mani brucino per i dolori. Siano tormentate per le sue opere. Le sue ossa sono robuste per la sua giovinezza. Egli va superbo per la sua stabilità. La nasconderà sotto la sua lingua. Essendo un imbroglione non la manifesterà, ma se ne servirà in silenzio. La risparmierà e non l'abbandonerà. Innamorato di lei e non volendo privarsene, non la combatte; ovvero: Il Signore lo risparmierà, e per questa impunità egli non la lascerà andar via. La terrà proprio in gola: come una cosa [assai] gradevole. Non potrà soccorrere se stesso. Non pertanto si libererà. Fiele di serpe sarà nel suo ventre. Nel suo intimo, dove nessuno vede, ha la malizia che lo porta a nuocere. Le ricchezze ammassate ingiustamente saranno vomitate: con dolore delle interiora e oppressione nel cuore. L'angelo lo scaccerà dalla sua casa, allorché sotto il peso delle tribolazioni saranno rese pubbliche le sue intenzioni occulte. E risplenderà della rabbia dei draghi. Quegli che dapprima era rimasto occulto viene messo allo scoperto dalle tribolazioni e cosi brilla dinanzi a tutti della della rabbia dei draghi. Lo uccida la lingua del serpente. Cioè: lo seduca il diavolo. Non veda la mungitura del gregge. Non porti i frutti che soglion ricavarsi dalle pecore, cioè le opere di giustizia dalle quali concluda che gli potrà venire la redenzione. Non [avrà] nemmeno il nutrimento del miele e del burro. Non avrà le opere buone proprie di colui che elargisce con carità e con gioia e larghezza di cuore.

In effetti il burro è il latte rappreso. Ha lavorato invano e senza risultati. Perché non comprende che tali effetti si procurano mediante le opere di misericordia. Al riguardo anche del Signore si dice 62 che mangerà burro e miele inquanto saranno a lui serviti nella persona dei suoi discepoli più insignificanti. Questi alimenti saranno come un qualcosa di talmente indurito che non lo si potrà né mangiare né ingoiare. Non saprei dire cosa sia questo cibo indurito, se la cattiveria o la superbia. Non si salverà per il suo desiderio. Perché ha desiderato cose cattive. Non ci saranno avanzi del suo cibo. Passano le sue voglie insane. Quando penserà d'essere sazio dovrà stringere la cintura. Dalle voglie carnali pienamente soddisfatte non deriva sazietà ma angustia. Se in qualche modo potrà riempire il suo stomaco. Gli verrà un'angustia tale che egli dubiterà di poter riempire il suo stomaco, mentre in effetti queste cose le si ricerca proprio per liberarsi di tale angustia. Questo egli afferma perché di tali beni più se ne ha e più se ne desidera. E scaricherà su di lui il furore della [sua] ira. Perché non l'ha visto compiere opere buone. Lo ferisca con dardo celeste: che duri per sempre. Il giavellotto traversi il suo corpo. La tentazione lo penetri in modo tale che sia ferito e da cio che spera e da cio che lascia da parte: lo attraversi, per cosi dire, dal petto alla schiena. Ci siano fulmini sopra le sue tende. Terrori improvvisi nei suoi pensieri. Lo straniero danneggi la sua casa. E detto del diavolo, che quando viene a tentarci viene dal di fuori, mentre l'uomo ha già dentro se stesso le sue tentazioni. Ma il cielo metta a nudo le sue iniquità. Il cielo, cioè il giudizio divino. Dal [divin] sorvegliante deriva il possesso dei suoi beni. Glieli concederà Iddio.

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CAPITOLO 21

21. (Jb 21,2-34) Parole di Giobbe: E non mi venga da voi questa consolazione. Quella cioè di credere che occorre godere dei beni temporali, mentre essi sono comuni ai buoni e ai cattivi e, nel caso dei cattivi, che costoro ne siano castigati. Giobbe al contrario sostiene che gli empi godono di questi beni fino alla morte e nessun castigo è loro inflitto a causa loro. E che mai? E forse inflitto dall'uomo il mio castigo? Il castigo viene dato a me da Dio. Pertanto egli soltanto puo consolarmi, non voi. O perché non dovrei andare in collera? Non statemi dunque a consolare cosi, poiché la prosperità degli empi mi è davanti agli occhi. Guardatemi e stupite pure: quasi che io dica sciocchezze. Se me ne ricordo, sono sconvolto. Ripensando alle esperienze del passato, cosi diverso dallo stato in cui si trova ora, denunzia le amarezze e i guai della vita umana. Le mie carni sono nella morsa dei dolori. Ho dolori nel corpo. Perché vivono gli empi? Chiede loro il motivo, poiché essi dicevano che qui in terra gli empi sono castigati. Le loro pecore, sebbene nella vecchiaia, sono di lunga vita. Vivono a lungo, per quanto è possibile nella vecchiaia. In effetti non vivranno per sempre. Nelle loro mani c'erano dei beni. Sebbene dicessero cose come queste, egli non tolse loro i beni posseduti. Al contrario la lucerna degli empi sarà spenta. Intendere: il luccichio della vita presente, da non intendersi pero come pensavano loro. I suoi figli vengano privati dei beni di lui. Cioè dei beni temporali che loro suggeri o l'anticristo o il diavolo. I suoi occhi vedano la sua uccisione. Vuol dire che tale prosperità è sconosciuta agli stessi soggetti che la godono, mentre nella vita futura essa raggiungerà gli empi anche nella loro sensibilità. Perché nella sua casa non ci fu volontà alcuna [d'andar] dietro a lui. Perché nelle tribolazioni non hanno seguito il Signore con coscienza. Sebbene il numero dei suoi mesi sia stato dimezzato. Cioè: sebbene sia stato fedele nel servizio di Dio, tuttavia non ha sperato nei beni futuri, che sarebbero rappresentati dal completo numero dei mesi. Ma egli giudicherà gli omicidi? Infatti gli empi, inculcando l'empietà per amore delle empietà carnali, uccidono l'uomo in ordine alla vita futura. Tali omicidi non li giudicano gli uomini ma solo Dio. Costui morirà nella forza della sua schiettezza. Sembra perseguire gli omicidi occulti, definendo l'uno prodigo e l'altro avaro; poiché gli uomini facoltosi son ritenuti prodighi e onesti. Le sue interiora son colme di grasso. Egli possiede la gioia. Le loro midolla si spandono. Il midollo che è dentro di loro si espande perché essi non tengono dentro di sé i loro beni, ma li spendono o in se stessi o negli altri. So infatti che voi mi aggredite audacemente. Poiché non parlate sensatamente. Poiché dite: Dov'è la casa del principe? Cioè degli empi o del superbo. Credevano infatti che già in questo mondo venissero strappati loro i beni, mentre la maggior parte [dei cattivi] finisce la vita ancor pieni dei propri averi, per i quali saranno in realtà tormentati. E poi, dov'è la coltre nelle tende degli empi? Cioè l'onore. Interrogate coloro che camminano per la via. A chi non ripone la felicità nella via ma in essa cammina soltanto. E non vi sfuggiranno i loro segni. O i segni che danno gli empi nel loro passaggio dicendo quel che loro accadrà, o i segni dai quali gli empi si riconoscono. Chi riferirà a lui la sua via? Dinanzi all'empio nessuno osa denunziargli coraggiosamente la sua via all'infuori del Signore. In effetti è lui che gli risponde. Eppure: Lo stesso Signore fu condotto nel sepolcro. Tant'è vero che non è in questo mondo che occorre attendersi la ricompensa per la vita timorata [di Dio]. E sopra il mucchio si risveglio. Egli risorse prima che l'insieme degli uomini destinati a risorgere sia tornato in vita. Furono a lui dolci le pietre del torrente: di coloro cioè che il mondo non travolse, cioè dei suoi discepoli. Dopo di lui gli va appresso ogni uomo, e innumerevoli uomini [vanno] davanti a lui. Intendi: Dopo di lui ogni uomo, cioè l'unico uomo. E davanti a lui uomini innumerevoli, cioè coloro che ora son computati fra gli uomini; ovvero: Dopo di lui la moltitudine dei credenti e avanti a lui i patriarchi e i profeti. Come dunque potete consolarmi con delle sciocchezze? Decantandomi i beni del tempo presente ed esagerandone i mali?

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CAPITOLO 22

22. (Jb 22,2-30) Parole di Elifaz il temanita: Non è forse il Signore che insegna l'assennatezza e la scienza? Quasi che Giobbe avesse affermato che Dio non giudica con giustizia. In effetti non si puo riprendere Dio se non in forza dell'intelligenza, ma in questa Dio è a noi superiore, perché è lui che la dà all'uomo. Ebbene, dovrà egli comparire dinanzi a te per il giudizio? Perché tu possa essere confrontato con lui. La tua luce s'è cambiata in tenebra, cioè la tua dignità. L'acqua ti ha coperto mentre dormivi. La fiumana della tribolazione ti ha coperto quando ti sentivi sicuro. Il suo giudizio avviene forse fra le nebbie? Come se egli, impedito dalla nebbia, non riesca a vedere. O son forse le nubi il suo nascondiglio, per cui non lo si vede? Per questo sarebbe a lui celato quel che accade in terra. Egli percorre l'estensione del cielo. La figura, non anche la terra. Stai tu forse a guardia della via percorsa dal tempo? Quasi che Giobbe abbia supposto che Dio non si curi delle vicende umane. Perché sono stati presi gli immaturi? Gli immaturi, com'essi si reputavano. Infatti erano convinti di possedere un'esistenza eterna o, quanto meno, [cosi pensavano] prima di raggiungere la sapienza. Tali cose avevano sentito, ma non erano questi i pensieri degli amici di Giobbe. E estraneo a lui il pensiero dell'empio, se riempie di beni la sua casa. E ignoto a lui il pensare dell'empio inquanto Dio non si comporta come spera l'empio. E cio significherebbe che o gli piace l'empietà o non la vede. Vedendo, i giusti si misero a ridere. Essi capirono; mentre gli altri non riuscirono a capire, credendo che agli empi la ricompensa fosse data quaggiù. L'innocente li derise. Derise gli empi. Sii saldo per sostenere [la prova]. Sii paziente, cioè tieni duro. Allontanerai l'iniquità dalla tua tenda. [Muterai] il tuo comportamento o la tua vita. Essi dicono queste cose in senso carnale. Lo porrai sulla roccia al di sopra del terrapieno. E in opposizione con quanto ha detto, e cioè: Fiume che corre sono le loro fondamenta. Egli si è umiliato. La stessa luce. E dirai: E montato in superbia. Lo dice contro i superbi. Libera l'innocente e sarai salvo per l'innocenza delle tue mani. Non stancarti di fare il bene, poiché Dio ha cura delle vicende umane.

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CAPITOLO 23

23. (Jb 23,2-16) Parole di Giobbe: So veramente che dalla mia mano [proviene] il rimprovero. Il rimprovero dei miei peccati. La mia mano si è appesantita sopra il mio gemere. Mi hai percosso perché me ne dolga. [Potro io] giungere fino al suo trono? Potro io essere cosi santo da esser annoverato fra coloro che sono sua sede? Allora sarei in grado di dire e udire la verità. Per questo motivo i santi sono chiamati anche cieli. e conoscere le accuse che pronuncerà contro di me: l'esposizione dei motivi con cui egli dimostra di giudicare con giustizia tutte le cose. e sentire cio che mi annunzia, essendomi avvicinato a lui. Ovvero si metterà a giudicarmi con grande vigore? Opponendosi a me con potenza. No di certo! Che pero non mi strapazzi mentre sono atterrito. Non mi maltratti a causa dei miei peccati, per i quali ora già sono nel timore, anzi ne sono atterrito. Del resto, quando verro a lui: in quella libertà per cui saro computato fra [coloro che formano] il suo trono, amero ogni cosa, e la sua potenza non si opporrà a me, anche se adesso, essendo io peccatore, egli potrebbe fare di me quel che gli piace, e cio giustamente, anche se con mia sofferenza. Da lui proviene la verità e la riprensione. Cioè: egli non rimprovera ingiustamente. Porterà a termine il mio giudizio. Anche se ora mi rimprovera poi lo

manifesterà. Se per primo camminero, poi non esistero. Non debbo sperare con alterigia né disperarmi per diffidenza; cioè non debbo deviare né a destra né a 63 sinistra, come è detto: Se saliro fino al cielo, là tu sei , e chi potrà sloggiarmi? Con quel che segue. Non riusciro a comprendere quello che compirà a sinistra. Ripete quanto detto sopra. Dice che non lo comprenderà dalla parte sinistra inquanto cioè immerso in cose temporali. Si volgerà a destra e io non lo vedro. Per questo non debbo essere dalla parte sinistra. Se dice: Si volgerà è perché egli si trova fra gli spirituali, e io gli volgo le spalle se mi trovero dalla parte sinistra. Ma egli conosce la mia via. E quindi io voglio seguirlo anche se mi farà passare in mezzo a tribolazioni. Mi ha saggiato come l'oro: mediante le varie tentazioni. Usciro [rimanendo] nei suoi precetti. Usciro dalle mie tenebre, ma restero nella via dei suoi precetti. Anche se lui ha deciso cosi: cioè di saggiarmi come l'oro mediante le molte tribolazioni. Per questo ho affrettato il passo verso di lui. Avendomi egli messo alla prova con le tribolazioni io mi sono distaccato dalle cose temporali e mi sono affrettato verso di lui. Ammonito [dalle tribolazioni] son diventato zelante di lui. Cioè: Per queste pene temporali ho evitato la condanna eterna. Pertanto saro turbato alla vista di lui. Pensando al giudizio futuro, dov'egli si manifesterà, anche adesso ne sono turbato e cosi potro evitarlo. Il Signore ha ammorbidito il mio cuore. Ascrive alla misericordia di Dio lo stesso timore che gli fa evitare le pene future. Non saprebbe infatti che ai cattivi sono riservate nel futuro pene e tenebre, se il Signore non gli ammorbidisse il suo cuore con le presenti tribolazioni. In contrasto con quant'è detto del faraone, a 64 cui Dio indurisce il cuore .

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CAPITOLO 24

24. (Jb 24,1-25) Perché al Signore non sono nascoste le ore. " Per questo motivo ", o: " Pertanto ". Hanno oltrepassato il fine: cioè Cristo. E distolsero i poveri dalla via giusta, o inducendoli a imitare la loro condotta o a pensare che non c'è giudizio divino, vedendo che rimaneva impunita la malizia di chi, abbandonando la giustizia, li opprimeva. Insieme [con loro] si sono nascosti i miti della terra. I miti si sono nascosti insieme con coloro che avevano abbandonato la via della giustizia e per questo non sono venuti in mio aiuto. Quando infatti la Chiesa è perseguitata ci sono in essa tre categorie di persone: quelli che approvano, quelli che fuggono e quelli che affrontano la sofferenza, raffigurati appunto dalla persona di Giobbe. Asini inferociti si sono buttati addosso a me nella campagna. Gente stolta e indomita, e per questo preda della superbia, si è buttata addosso a me mentre io stavo confessando. Intendi: addosso alla Chiesa. Uscendo per la loro attività. La loro attività è quella di scagliarsi contro di me. Di questo li ha incaricati Dio. A lui è diventato gustoso il pane mangiato a danno degli adolescenti. Dice che all'empio e al persecutore è diventato gustoso il pane, cioè la persecuzione, di cui volentieri gioiva quando la sollevava contro gli adolescenti. Per adolescenti intendiamo gli amanti del piacere, inquanto essi facilmente vi acconsentono, ovvero quei tali che nella Chiesa han fatto tali progressi per cui sono al di là del candore semplice dei bambini ma non hanno ancora raggiunto quella fortezza virile per cui si sa disprezzare il persecutore. Hanno mietuto anzitempo il campo che non era loro. Lo dice di quei tipi di persecuzione in cui atterrivano la gente danneggiandola in qualche modo riguardo ai campi; ovvero per campo dobbiamo intendere la Chiesa, che essi volevano falciare con persecuzioni prima che il grano giungesse a maturazione, cioè prima che i grani buoni, cresciuti insieme con la zizzania, al tempo della mietitura ne fossero separati. Saranno bagnati dal gocciolare dei monti: mentre si rifugiano nudi nelle spelonche, dove i sassi gocciolano. Hanno strappato l'orfano dal petto [di sua madre]. Spesse volte l'orfano e la vedova son da prendersi come simbolo della Chiesa: essi rappresentano un popolo fra i tormenti. Hanno umiliato l'uomo caduto [a terra]. Cioè l'uomo privo dell'aiuto di Dio o di qualsiasi persona: non risparmiare persone come queste è segno di grande crudeltà. Hanno iniquamente insidiato [chi era] nelle strettezze. Chi era in necessità. Li cacciavano dalla città e dalle case. Altri venivano da loro espulsi. L'anima poi dei bambini in grande gemito. Sottintendere: Era. Lo stesso Dio, inoltre, non aveva cura di loro. Cioè degli empi. Non avendo cura di loro al tempo presente li privo della speranza in vista del giudizio di Dio poiché impunemente potevano compiere il male. Per questo furono consegnati alle tenebre: dell'ignoranza quanto al giudizio divino. E improvviso come un ladro li raggiungerà quel giorno. L'occhio dell'adultero aspetta le tenebre. Vuol indicare a quali tenebre siano consegnati gli empi quando li si lascia impuniti: cioè non le tenebre che cercano gli adulteri e tutti i malfattori che agiscono di notte, per cui essi non sono riconosciuti di giorno, ma quelle tenebre che sono in loro anche allo spuntare del mattino. Scava le case nelle tenebre. Ricorda altre opere cattive. Di giorno misero se stessi sotto sigillo. Si occultarono. Non conobbero la luce perché nello stesso tempo resta fissa sopra di loro l'ombra della morte. La notte è passata ma non per questo li abbandona l'ombra della morte.

E leggera sopra lo specchio dell'acqua. Quanti son penetrati dall'immagine e dalla forma di realtà evanescenti dobbiamo ritenerli più rilucenti della terra, e per questo è leggera in essi l'ombra della morte, che essi portano in sé per la condizione mortale; ovvero dice: E leggera sopra lo specchio dell'acqua, in riferimento a coloro che confessano Cristo nel battesimo. Sia maledetta sulla terra la loro porzione. Sia infruttuoso quel che essi si sono scelti. [Lo] rapirono infatti dal seno degli orfani. Con cattivi suggerimenti [rapirono] la parola dal cuore dei deboli. Successivamente si è presa memoria del suo peccato: mentre egli pensava che venisse dimenticato. Come una pianta inguaribile sia fatto a pezzi ogni iniquo. Una pianta cioè che non è capace di guarire. Egli infatti non ha fatto del bene alla sterile, cioè a colui che è privo della consolazione dei figli. Non si alza a prendere decisioni contro la sua vita. Non si decide [ad agire] contro la sua vita. Doveva credere infatti che la sua vita era cattiva e percio sollevarsi [contro di essa]. Quando comincerà ad indebolirsi, non speri di guarire. Indebolirsi, cioè: essere messo alla prova. Ma cadrà malato. L'empio quando è nell'avversità va in cerca di quelle consolazioni che lo rendono ancora più debole. Marcisce coma la malva al sopraggiungere della calura. [S'affloscia] la sua altezza non sopportando il fuoco della tribolazione. Parla di malva perché è un'erba poco resistente. O come una spiga che da sé si stacca dallo stelo. La sua altezza era fasulla poiché egli si era scelto da se stesso consolazioni tali che peggioravano il suo stato di debolezza. O in fin dei conti chi oserà affermare che io dico la falsità? Nell'ipotesi che le cose stiano diversamente.

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CAPITOLO 25

25. (Jb 25,1-5) Parole di Baldad il Sauchita: Cosa prendero come principio se non il suo timore? Questa aggiunta sembra combaciare con le parole che dice Giobbe, e cioè: Pertanto saro turbato per il suo sguardo; vi riflettero sopra e ne avro timore. Nessuno pensi che ci sia una dilazione per i pirati. Essi tentano senza indugio, conforme a quanto Dio ha loro concesso. Contro chi infatti si levano insidie che non provengano da lui? Cioè: avvengono quando lui le permette. Le insidie, com'egli le chiama, sono le tentazioni. Ovvero, in che modo l'uomo potrà dirsi giusto di fronte al Signore? Egli quindi giustamente lascia che l'uomo venga tentato. Ovvero, in che modo potrà diventare puro colui che è nato da donna? Se Dio non lo purifica egli sarà sempre immondo. Se egli comanda alla luna [di non splendere] lei non splende. Se motivi [validi] e l'ordine della sua Provvidenza esigano che la luna non splenda, egli comanda alla luna di non spendere ed essa non splende. Ma perché questo? Vuol forse mostrarci che la luna non è pura dinanzi a lui perché lui le dà ordini ed essa non risplende? Ovvero in questo passo si allude alla natura dell'anima razionale, alla quale fa da sole quella luce vera che illumina ogni uomo? E risaputo poi che all'occhio umano la luna risplende tanto più luminosa quanto più dista dal sole, mentre quando si avvicina al sole scompare sulla terra. Dobbiamo concludere che dal Signore viene ingiunto all'anima di superare l'origine terrestre e mortale per la quale il suo splendore si manifesta a chi guarda con occhio profano. Quest'anima dovrà piuttosto manifestarsi e avvicinarsi, anzi aggiogarsi alla sapienza in modo che rallegrandosi intimamente per la sua luce si guardi dal praticare la sua giustizia davanti agli uomini 65 66 per essere da loro ammirata ma, qualora voglia gloriarsi si glorii nel Signore . In effetti anche cio che è dato osservare agli uomini è dono del Creatore. nemmeno le stelle son pure dinanzi a lui. Se confrontate con lui.


Agostino - Giobbe 17