Catechesi 79-2005 11779

Mercoledì, 11 luglio 1979

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1. Desidero anche oggi fare riferimento alla grande solennità che la Chiesa Romana celebra il 29 giugno, ricordando così ogni anno il martirio dei suoi Patroni, i Santi Apostoli Pietro e Paolo. La commemorazione di questi Apostoli pone dinanzi agli occhi della nostra anima non soltanto il momento della loro morte per Cristo, ma anche tutta la loro vita apostolica. Malgrado la grande lontananza nel tempo, la loro vita ricca della fatica della testimonianza evangelica, spesa interamente nel porre le basi del Regno di Dio sulla terra, è per noi sempre attuale e concreta. Entrambi gli Apostoli si delineano dinanzi agli occhi della nostra mente come figure reali; si esprimono con le parole delle loro Lettere e con le loro opere, registrate sia nei loro scritti che negli Atti degli Apostoli. Noi possiamo seguire gli avvenimenti a cui hanno preso parte e dei quali si compose la loro vita, in un certo senso, dal di fuori e, nello stesso tempo, possiamo seguire anche la loro vita interiore, trovandovi sempre un modello vivo di quella “sequela Christi”, alla quale tutti siamo chiamati.

Vorrei attirare oggi la vostra attenzione su di un particolare: gli Apostoli avevano numerosi aiutanti e collaboratori, che rendevano possibile e facilitavano loro l’adempimento dei compiti legati all’annunzio del Vangelo. Molti nomi di questi discepoli e aiutanti apostolici ci sono noti, soprattutto dalle lettere di San Paolo. La commemorazione di alcuni di loro è conservata nel martirologio o nel calendario liturgico dei santi della Chiesa.

2. Questa constatazione, che riguarda le origini della Chiesa, ci permette poi di percorrere quasi duemila anni di storia per arrivare sino ai nostri tempi. L’adempimento della missione apostolica, specialmente del ministero di Pietro, ha richiesto, in ogni epoca, numerosi collaboratori. Anche la nostra epoca li esige, in misura adeguata alle istanze dei nostri tempi, nei quali spetta alla Chiesa di svolgere la missione evangelica della salvezza. Desidero dedicare le mie parole di oggi, in occasione dell’incontro con voi partecipanti all’udienza del mercoledì, proprio a tutti coloro che qui a Roma collaborano con il Successore di Pietro nell’adempimento del suo servizio alla Chiesa Romana e Universale. Lo faccio per motivi teologici: la recente solennità dei Santi Apostoli infatti ci dispone a tale riflessione. Lo faccio anche per motivi personali: è giusto che io esprima il mio ricordo e la mia gratitudine verso i miei Collaboratori, così come leggiamo nelle lettere degli Apostoli e soprattutto nelle lettere di San Paolo. “Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere, continuamente memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede, della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (
1Th 1,2-3).

3. La cerchia dei più stretti collaboratori del Papa, Vescovo di Roma e Successore di Pietro, è costituita dalla Curia Romana. Com’è noto, essa è attualmente un organismo grande e differenziato, sul cui aggiornamento, secondo i compiti del ministero di Pietro e secondo i bisogni della Chiesa contemporanea, il Concilio Vaticano II ha riflettuto profondamente. Fra i suoi principali suggerimenti in questo campo si legge: “I Padri del Sacrosanto Concilio esprimono il desiderio che a questi Dicasteri, che senza dubbio hanno finora reso un prezioso aiuto al Romano Pontefice e ai Pastori della Chiesa, sia dato un nuovo ordinamento, maggiormente conforme alle necessità dei tempi, delle regioni e dei riti, specialmente per quanto riguarda il loro numero, la loro denominazione, le loro competenze, la loro prassi, ed il coordinamento del loro lavoro... E poiché questi Dicasteri sono stati costituiti per il bene della Chiesa Universale, si esprime parimenti il desiderio che i loro Membri, i loro Officiali e Consultori, come pure i Legati del Romano Pontefice, nei limiti del possibile, siano in più larga misura scelti dalle diverse regioni della Chiesa; di modo che gli uffici, ossia gli organi centrali della Chiesa cattolica, rivestano un carattere veramente universale.

È altresì auspicato che tra i Membri dei Dicasteri siano annoverati anche alcuni Vescovi, specialmente diocesani, perché possano in modo più compiuto rappresentare al Sommo Pontefice la mentalità, i desideri e le necessità di tutte le Chiese. Da ultimo i Padri Conciliari stimano che sia molto utile che i sacri Dicasteri chiedano, più che in passato, il parere di laici che si distinguano per virtù, dottrina ed esperienza: affinché anch’essi abbiano un posto conveniente nella vita della Chiesa” (Christus Dominus ).

Seguendo il pensiero del Concilio e in ossequio alle sue indicazioni, Paolo VI ha dato una forma concreta all’aggiornamento della Curia Romana, mediante la Costituzione Regimini Ecclesiae Universae. Questo ampio e differenziato organismo accentra in sé uffici e istituzioni di lunga e talvolta secolare storia, e, accanto ad essi, organismi nuovi, sorti direttamente dalla ecclesiologia del Vaticano II, che manifestano quella coscienza della missione della Chiesa nel mondo contemporaneo, di cui siamo tributari proprio al Concilio.

Sarebbe impossibile fare qui un’analisi particolareggiata di tutto il complesso della Curia. Sarebbe certamente arduo elencare in ordine le competenze dei singoli Dicasteri e dei vari Uffici, come pure la loro struttura e organizzazione interna; ma questo forse non è necessario. Conviene piuttosto accennare brevemente a ciascuno dei Dicasteri per renderci conto come ognuno corrisponda ad un campo definito della vita e dell’attività della Chiesa Universale, e come in detto settore faciliti l’esecuzione del ministero di Pietro di fronte alla Chiesa, condividendo la sollecitudine magisteriale e pastorale di ciascun Successore di San Pietro, Vescovo di Roma, in modo profondo e competente.

Gli stessi nomi dei singoli Dicasteri esprimono le loro competenze. Compito del Vescovo di Roma è, innanzitutto, la sollecitudine per l’integrità della dottrina della fede: ed ecco che la Congregazione che lo aiuta in tutto ciò porta proprio tale nome. Al Vescovo di Roma competono le questioni riguardanti la successione apostolica dei Vescovi nella dimensione di tutto il Collegio; di qui la Congregazione per i Vescovi. Seguono poi tutti gli altri Dicasteri, che trattano i singoli compiti del ministero di Pietro nella Chiesa: la Congregazione per le Chiese Orientali che, pur con diversi Riti, sono in comunione con la Sede di Pietro; la Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, preposta alla vita sacramentale e liturgica della Chiesa; la Congregazione per il Clero, cui competono le cose riguardanti il ministero e la vita dei Presbiteri; la Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, che tanta parte hanno nel tessuto vivo della comunità cristiana; la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, preposta a tutto ciò che concerne l’azione missionaria; la Congregazione per le Cause dei Santi; e infine la Congregazione per l’Educazione Cattolica, la cui attività riguarda le Scuole Cattoliche, i Seminari e le Università sparse nel mondo.


Non mancano poi gli Organismi per l’amministrazione della giustizia, cioè la Sacra Romana Rota e il Supremo Tribunale della Segnatura apostolica nonché, per le questioni interne di coscienza, la Sacra Penitenzieria Apostolica che si adoperano per la giusta soluzione di questioni che possono insorgere nella vita della Chiesa e che riguardano i diritti dei fedeli o delle comunità.

Vi è poi, come ben sapete, la Segreteria di Stato che assiste da vicino il Papa sia per quanto riguarda la Chiesa universale sia per il coordinamento dell’attività degli Organismi della Curia. E, inoltre, vi è il Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, che si occupa soprattutto delle questioni concernenti i rapporti con gli Stati e con i Governi.

La Chiesa è come quell’uomo “che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52). Molto dicono della Chiesa di oggi e di domani quegli Organismi che sono sorti come frutto del Concilio: il Pontificio Consiglio per i Laici, la Commissione “Iustitia et Pax”, i tre Segretariati, per l’Unione dei Cristiani, per le Religioni non-cristiane, per i non-credenti; varie Pontificie Commissioni e la Prefettura per gli Affari Economici. Senza menzionare poi il Sinodo dei Vescovi, anch’esso nato dal Concilio, che ha la sua Segreteria Generale presso questa Sede apostolica.

4. Si può, e perfino si deve guardare la Sede apostolica come un complesso di uffici specialistici, che mediante il loro instancabile lavoro facilitano la conoscenza degli affari essenziali della Chiesa e le decisioni opportune. Si può e bisogna dire che tutti questi uffici sostengono il “ministero” del Successore di Pietro e ne facilitano l’adempimento.

Tuttavia, parlando di “ministero”, bisogna sempre riuscire a percepire quella corrente più profonda che dà un giusto senso ad ognuno di essi e fa sì che in ognuno palpiti la vita ai tutta la Chiesa, mediante tutti gli impulsi che arrivano da ogni parte e si diramano poi in tutte le direzioni.

E forse, proprio per questo scopo, la cosa migliore è di risalire ai tempi dei primi Apostoli, alle loro Lettere. E con le stesse parole che essi hanno scritto sul tema dei loro più stretti collaboratori, mi sia consentito di esprimere la mia gratitudine ai miei attuali collaboratori, unendomi con essi nella sollecitudine per la Chiesa che ha la sua sorgente nel cuore di Cristo-Buon Pastore.

Ad alcuni gruppi di religiosi e religiose

Desidero salutare con particolare benevolenza i numerosi Religiosi e le Religiose dell’Ordine di Sant’Agostino, provenienti da varie parti del mondo, che in questi giorni partecipano a Roma ad un corso di spiritualità agostiniana, sul tema: “L’esperienza agostiniana nella ricerca di Dio”. Auguro di cuore che l’approfondimento del ricco, fecondo e sempre attuale insegnamento del vostro grande Padre e Fondatore porti i desiderati frutti interiori di gioiosa comunione con Dio, di continua preghiera, di multiforme carità, che siano alla base della vostra vita di anime consacrate e del vostro apostolato nella Chiesa. Vi assista dal cielo Sant’Agostino, e vi accompagni la mia benedizione.

Ai pellegrini provenienti dalla Sicilia

Un saluto cordiale ed un sincero augurio desidero anche rivolgere ai numerosi pellegrini delle diocesi della Sicilia, che si stanno recando a Lourdes. Conosco, carissimi fratelli e sorelle, la vostra ardente venerazione alla Madonna Santissima. Che l’Immacolata dalla sacra grotta vi sorrida, vi protegga e vi ottenga la forza di vivere con autentico e generoso impegno il Vangelo di Gesù, suo figlio.

Al Consiglio Generale delle Suore Francescane di Cristo Re


Con lo stesso affetto porgo il mio saluto al Consiglio Generale e alle Superiore locali delle Suore Francescane di Cristo Re, le quali, con grande e legittima letizia, celebrano il primo centenario del loro ripristino dalla soppressione, subita nell’anno 1867.

Carissime Sorelle, auspico di cuore alla vostra Congregazione una crescente fecondità, perché dia alla Chiesa una luminosa testimonianza di vita evangelica. La Vergine del “fiat” sia il vostro costante modello e la vostra materna protettrice.

A tutti i Religiosi ed a tutte le Religiose, che in questi giorni stanno svolgendo i loro Capitoli Generali, desidero esprimere l’assicurazione del mio ricordo nella preghiera ed imparto una speciale Benedizione Apostolica.


Mercoledì, 18 luglio 1979

18779

1. È venuto alla luce, in quest’ultimo periodo, un importante Documento della Sede Apostolica: la Costituzione Sapientia Christiana, dedicata al problema degli studi accademici e alle istituzioni che la Chiesa crea allo scopo di servire a questi studi. Si tratta di un settore che ha alle sue spalle un lungo e glorioso passato. La Chiesa, inviata da Cristo per ammaestrare “tutte le nazioni” (
Mt 28,19), è entrata, fin dall’inizio, in vivo contatto con la scienza. Lo conferma la tradizione delle più antiche scuole cristiane, specialmente le più famose nell’antichità, come la scuola di Alessandria e quella di Antiochia. In seguito, lo testimonia tutto lo sforzo secolare degli ordini monastici, che, grazie al loro instancabile lavoro, hanno contribuito a conservare i testi dei classici, cioè degli antichi autori pagani. E, infine, lo conferma la stretta collaborazione della Chiesa con le scuole di vari gradi, che hanno propagato l’istruzione, e soprattutto con le Università, i cui lineamenti si sono formati nel medioevo.

A quel tempo risalgono molti dei più antichi e celebri atenei nei vari paesi del continente europeo (e, in seguito, anche in altri continenti), che esistono ancor oggi. Per secoli essi sono stati centri di scienza e di insegnamento, e ad essi la cultura delle singole nazioni e dei Paesi europei (e anche degli altri continenti) deve moltissimo.

Circa questo vasto problema di portata storica, che è di per sé oggetto di molti studi e monografie, mi limiterò soltanto ad un breve ricordo. Non si può infatti ignorarlo, trattandosi di una questione così importante per la missione della Chiesa anche nei nostri tempi.

Meritano un breve accenno i più antichi centri universitari e culturali, come: Bologna, Roma, Padova, Pisa, Firenze, in Italia; Paris, Toulouse, Grenoble, in Francia; Oxford, Cambridge, in Gran Bretagna; Salamanca, Valladolid, nella Spagna; Colonia, Heidelberg, Leipzig, in Germania; Vienna, Graz, in Austria; Lisbona, Coimbra, in Portogallo; Praga, in Cecoslovacchia; Cracovia, in Polonia; Louvain, in Belgio; Mexico, nel Messico; Cordoba, in Argentina; Lima, nel Perù; Quito, nell’Ecuador; Manila, nelle Filippine.

2. La su nominata Costituzione Apostolica Sapientia Christiana si riferisce proprio a questo. Essa è sorta come frutto della risoluzione del Concilio Vaticano II, che si è dichiarato per l’elaborazione di un nuovo documento sul tema dei rapporti della Chiesa con gli studi accademici. Il precedente documento, la Costituzione Deus scientiarum Dominus, fu promulgato dal Papa Pio XI il 24 maggio 1931 (Pio XII, Deus scientiarum Dominus, 24 maggio 1931: AAS 23 [1931] 241-262). Il rapido, direi travolgente sviluppo della scienza, nelle sue varie correnti contemporanee e, in rapporto con questo fenomeno, la necessità di adattare le istituzioni accademiche, chiamate alla vita dalla Chiesa per adempiere i loro specifici compiti, hanno contribuito a far sottoporre ad un rinnovamento anche quell’insigne documento del 1931, che per decine di anni ha reso alla Chiesa e alla società grandi servigi.

La nuova Costituzione è frutto di molti anni di lavoro. La Congregazione per l’Educazione Cattolica, sotto la guida del Cardinale Gabriel Marie-Garrone, ha diretto questo lavoro in accordo con le singole Conferenze Episcopali ed anche con gli ambienti a ciò più interessati, nonché con gli stessi atenei cattolici, di carattere accademico.

Oggi, in tutto il mondo, ci sono 125 Centri Accademici di Studi Ecclesiastici. Di questi Centri Accademici, 16 si trovano a Roma e sono detti anche “Pontifici Atenei Romani”. Nel mondo ci sono inoltre 47 Università Cattoliche erette dalla Santa Sede e 34 Facoltà Teologiche presso Università di Stato.


Questi atenei hanno preso parte ai lavori di preparazione alla Costituzione Apostolica Sapientia Christiana.

3. Il nuovo Documento Pontificio ha definito chiaramente che cosa si intende per “facoltà ecclesiastica”: quella, cioè, che si occupa particolarmente della Rivelazione cristiana e delle discipline, ad essa connesse, che perciò si ricollegano alla sua missione evangelizzatrice.

Ha definito i fini specifici delle facoltà ecclesiastiche: approfondire cioè la conoscenza della Rivelazione cristiana; formare ad un livello di alta qualificazione gli studenti nelle varie discipline; aiutare attivamente, sia la Chiesa universale sia quelle particolari, in tutta l’opera dell’evangelizzazione.

Ha chiaramente delineato i criteri di governo dei singoli centri, in modo da responsabilizzare tutti e garantire un effettivo, collegiale funzionamento dei singoli centri.

Ha precisato la funzione del Magistero ecclesiastico relativamente alla “iusta libertas in docendo et in investigando”.

Ha delineato le doti richieste nei docenti, sotto l’aspetto della preparazione scientifica e della testimonianza di vita.

Ha introdotto una nuova struttura del curricolo di Facoltà.

Ha richiamato le Facoltà teologiche ad una funzione di ricerca particolarmente importante, quella cioè di tradurre il messaggio evangelico nelle legittime espressioni culturali delle varie nazioni.

Ha accentuato l’aspetto ecumenico, missionario e di promozione umana, che gli studi delle Facoltà ecclesiastiche devono comportare.

4. La Costituzione sugli studi accademici servirà agli stessi fini, ai quali è servito finora il documento Deus scientiarum Dominus (completato, poco dopo la chiusura del Concilio, con le prescrizioni emanate dalla Sacra Congregazione sotto il titolo di “Normae quaedam” del 20 maggio 1968). È qui necessario esprimere la nostra gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito ad elaborare tale importante documento. Terminando il mio discorso, per necessità abbastanza breve e conciso rispetto al suo tema, occorre che ancora una volta ci rendiamo conto a quali fini servirà la Costituzione Apostolica Sapientia Christiana, come li ha serviti precedentemente la Costituzione Deus scientiarum Dominus.

Per rispondere a questa domanda, bisogna avere davanti agli occhi la Chiesa nella sua missione. Missione definita da Cristo Signore quando ha detto agli Apostoli: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni” (Mt 28,19), “predicate il vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15).


Annunziare il Vangelo, insegnare, significa incontrarsi con l’uomo vivo, col pensiero umano, che continuamente, e sempre in modo diverso e in campi nuovi, cerca la verità. Egli interroga e attende la risposta. Per trovare l’autentica risposta, conforme alla realtà, e che sia esatta e persuasiva, egli intraprende ricerche talvolta difficili e ingrate. La sete della verità è una delle espressioni innegabili dello spirito umano.

Annunziare il Vangelo, insegnare, significa incontrarsi con questa voce dello spirito umano a vari livelli, ma soprattutto al più alto livello, là dove la ricerca della verità si attua in modo metodico, negli istituti specialistici, che servono alla ricerca e alla trasmissione dei risultati delle indagini, cioè all’insegnamento.

Gli atenei cattolici debbono essere luoghi in cui l’evangelizzazione della Chiesa s’incontra col grande universale “processo accademico” che fruttifica con tutte le conquiste della scienza moderna. Nello stesso tempo, in questi atenei, la Chiesa approfondisce di continuo, consolida e rinnova la propria scienza: quella che deve trasmettere all’uomo dei nostri tempi come messaggio di salvezza. E questa scienza la trasmette, per primi, a coloro che debbono a loro volta trasmetterla agli altri in modo fedele e autentico e, insieme, adatto ai bisogni e agli interrogativi delle generazioni del nostro tempo.

È questo un lavoro immenso, un lavoro organico, un lavoro indispensabile. Che la nuova Costituzione Apostolica Sapientia Christiana renda consapevoli del proprio compito, nella comunità del Popolo di Dio, tutti coloro che si accingeranno a questo lavoro. Li renda consapevoli della responsabilità per la Parola di Dio e per il frutto della verità umana. Sia essa la sfida ad un perseverante servizio a tale verità.

Alle Claustrali Cappuccine e ad alcuni altri gruppi

Desidero esprimere un cordiale saluto alle Claustrali Cappuccine d’Italia appartenenti alla “Federazione Sacra Famiglia”, convenute in Roma per la loro Assemblea generale e per l’elezione della nuova Presidente e del suo Consiglio. Carissime sorelle, siete tra quelle schiere d’anime generose che nei silenzi dei vostri monasteri avete cercato e trovato “la parte migliore”, di cui parla il Vangelo (Lc 10,42), e cioè la contemplazione e l’adorazione assidua di Dio, congiunte ad un grande amore per la Chiesa e per il prossimo, per il cui bene è offerta la vostra esistenza di preghiera e d’immolazione. Mentre porgo il mio fervido augurio alle nuove elette per una sempre più fruttuosa attività organizzativa tra tutte le componenti la federazione, invoco su di voi e su tutte le Consorelle i particolari doni del Signore affinché vi conduca, con fortezza e soavità insieme, sulla via delle costanti ascensioni spirituali propiziando sulla terra la continua misericordia di Dio, mentre imparto la Benedizione Apostolica.

Rivolgo poi uno speciale saluto alle numerose Religiose di vari Paesi, aderenti al Movimento dei Focolari e convenute in questi giorni vicino a Roma per meditare sul tema “La presenza di Gesù nel fratello”. Il Signore sia sempre la vostra gioia ed il movente segreto della vostra totale ed evangelica dedizione al prossimo, così da essere pure la vostra suprema ricompensa.

So che è presente anche una delegazione proveniente dall’isola di Lampedusa, guidata dall’Arciprete e dal Sindaco, e composta soprattutto da pescatori, che sono qui venuti perché il Papa benedica la statua della “Madonna del mare”, offerta come ex voto. Mentre a tutti porgo il mio saluto, molto volentieri benedico l’immagine sacra, che sarà posta a protezione di tutti gli amanti del mare.

Ai giovani

E ora una breve ma cordiale parola di saluto a voi ragazzi, ragazze e giovani che portate in questa piazza il fremito della vostra giovinezza e l’ardore della vostra fede. Vi ringrazio vivamente per la gioia che mi procurate con la vostra presenza festante. Mi auguro che questa vostra visita a Roma, centro del cristianesimo, e questo vostro incontro col Papa, Successore di San Pietro, valgano a rinnovare l’entusiasmo del vostro ideale cristiano e ad accrescere il vostro amore personale a Cristo, che voi vorrete cercare di conoscere meglio, con la meditazione e con la preghiera, approfittando anche di questi mesi estivi per rendergli testimonianza, nell’ambiente in cui vivete, attraverso un’esemplare bontà e una sempre crescente disponibilità verso gli altri. Vi sostenga la mia Benedizione Apostolica.

Agli ammalati


A voi ammalati qui presenti e a quanti altri soffrono nelle loro case o negli ospedali, rivolgo un saluto particolare, con speciale pensiero ai piccoli degenti nei luoghi di cura.Sappiate bene che il Papa è e sarà sempre con voi: egli vi segue con paterna comprensione, con tenero affetto e non cessa di elevare preghiere per ottenervi la grazia della fortezza che vi faccia superare le difficoltà e le prove, a cui la malattia vi sottopone. Ricordatevi sempre che il vostro dolore, se associato a quello di Cristo sofferente, non solo non è vano, ma è fonte privilegiata di salvezza per tutti gli uomini. Il Signore vi colmi con l’abbondanza dei suoi favori celesti a sostegno e a conforto dei vostri cuori.

Alle coppie di sposi novelli

Un pensiero beneaugurante desidero esprimere anche oggi ai novelli sposi, che hanno iniziato la loro unione matrimoniale con la benedizione di Dio. Cari sposi, permettete che, agli auguri più sinceri per la letizia e la prosperità delle vostre nascenti famiglie, aggiunga il voto perché la grazia del Sacramento che avete testé ricevuto zampilli, come fontana inesausta, in ogni giorno della vostra vita, in modo che le vostre nuove famiglie siano sempre aperte ai valori autentici della fede cristiana e sappiano sempre trovare nelle purificate sorgenti dell’amore cristiano la forza e la felicità di servire le leggi della vita e di corrispondere così alla vostra vocazione. Vi accompagni sempre la mia Benedizione Apostolica.

                                                                                     

Mercoledì, 25 luglio 1979

25779

1. Desidero rivolgere oggi il mio pensiero alla gioventù. È tempo di vacanza. I giovani e i bambini sono liberi dagli impegni della scuola e dell’università e dedicano questo periodo al riposo. Desidero salutare cordialmente tutti i giovani e i bambini che si stanno riposando, e auguro che le vacanze rechino loro nuove risorse di quelle energie, che sono loro necessarie per il nuovo anno di studi. Il riposo appartiene non soltanto all’ordine umano, ma anche al programma divino della vita umana. Riposa bene colui che lavora bene e, a sua volta, colui che lavora bene deve riposarsi bene.

Il mio pensiero si rivolge, in modo particolare, a quei numerosi gruppi di giovani, che fanno coincidere il loro riposo estivo con l’approfondimento del loro rapporto con Dio, con l’approfondimento della loro vita spirituale. Molti di questi gruppi di giovani li conosco personalmente dal tempo del mio precedente servizio di sacerdote e di vescovo in Polonia. Di molti altri gruppi sono già stato qui informato. Certamente in vari paesi d’Europa e del mondo incontriamo nei giovani una ricerca molto accentuata dei valori spirituali e religiosi. Il fatto che non sia possibile riempire la vita solamente con contenuti e valori materialistici, sembra che i giovani lo sentano molto vivamente. Per cui ne derivano aspirazioni e ricerche che per noi possono essere solo sorgente di conforto e di speranza. Esse testimoniano dell’uomo, che vuol vivere pienamente la vita, respirare quasi a larghi polmoni la propria personalità umana. La vita ridotta all’unica dimensione: temporalità, materia, consumismo, suscita contestazioni.

2. Significativa per gli ambienti giovanili ai quali penso in questo momento, è la ricerca, specie in questo periodo dell’anno, di un più intimo contatto con la natura. I versanti dei monti, i boschi, i laghi, i litorali del mare attirano durante l’estate immense folle. Tuttavia, per molti gruppi giovanili quel riposo, che l’uomo trova in seno alla natura, diventa una particolare occasione di un più intimo contatto con Dio. E lo ritrovano nella esuberante bellezza della natura che per molti animi e molti cuori è diventata, lungo la storia, sorgente di ispirazione religiosa. In questo duplice incontro ritrovano se stessi, ritrovano il proprio “io” più profondo, il proprio intimo. La natura li aiuta a questo. L’intimo umano diventa, nel contatto con la natura, quasi più trasparente all’uomo e più aperto alla riflessione approfondita e all’azione della Grazia, che attende il raccoglimento interiore del cuore giovanile per agire con maggiore efficacia.

3. Essendo stato per molti anni a contatto con gruppi giovanili di questo genere, ho notato che la loro spiritualità poggia su due sorgenti, che alimentano quasi parallelamente le anime giovanili. Una di esse è la Sacra Scrittura, l’altra la Liturgia. La lettura della Sacra Scrittura, unita alla riflessione sistematica sui suoi contenuti e tendente alla revisione della propria vita, diventa una ricca sorgente per ritrovare se stessi e rinnovare lo spirito in seno alla comunità. E, nello stesso tempo, questo processo della “liturgia della parola”, sviluppata in diverse direzioni, conduce per la via più semplice all’Eucaristia, vissuta con la profondità dei cuori giovanili e sempre, nello stesso tempo, in modo comunitario. Attorno all’Eucaristia, questa comunità e tutti i legami, che ne scaturiscono, riprendono nuova forza e profondità: legami di cameratismo, di amicizia, di amore, ai quali i cuori giovanili sono particolarmente aperti in questo periodo della vita. La permanente presenza di Cristo, la sua eucaristica vicinanza offrono a questi legami una dimensione di particolare bellezza e nobiltà.

4. Gli ambienti e gruppi giovanili, ai quali mi riferisco in questo momento, sono di solito pieni di autentica e giovanile gioia. Ho ammirato a volte come questa gioia e spontaneità andasse di pari passo con l’amore per l’ordine e per la disciplina. Già questo fatto era di per sé una prova che l’uomo si può educare soltanto dal di dentro, con la forza di un ideale spirituale, facendogli vedere i semplici contorni della verità e l’aspetto dell’autentico amore in cui è collocata la vita umana da Cristo. Io stesso tornavo da questi incontri più pieno di gioia e più “riposato” spiritualmente. “La bellezza della gioia” è tanto importante per l’uomo quanto “la bellezza dell’amore”.

L’espressione particolare di tale gioia è sempre il canto. Ancora oggi mi risuonano nelle orecchie i gruppi giovanili in canto, che hanno dato origine allo stile nuovo dei canti o piuttosto delle canzoni religiose di oggi. Questo fenomeno meriterebbe un’apposita analisi.


5. Vi sono inoltre gruppi che volentieri vanno peregrinando. L’uomo contemporaneo, più di quello delle precedenti generazioni, è un uomo “in cammino”. Ciò si riferisce specialmente ai giovani.

Questi gruppi giovanili peregrinanti (nel senso stretto della parola) sono molti. Il pellegrinaggio diventa spesso completamento di una gita turistica anche se il suo carattere è diverso. Ho soprattutto nella mente un pellegrinaggio che ogni anno, ai primi di agosto, parte da Varsavia per Jasna Gora. La gioventù costituisce la stragrande maggioranza dei pellegrini, che per dieci giorni percorrono a piedi (talvolta in condizioni difficili) un cammino di circa trecento chilometri. Tra questa gioventù in pellegrinaggio, un gruppo, ogni anno più numeroso, è formato da giovani italiani.

6. Poche settimane fa ha avuto luogo a Roma il quarto Simposio organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee sul tema: “I giovani e la fede”. Gli oltre settanta Presuli, rappresentanti i Vescovi dell’Europa, hanno analizzato a fondo la situazione dei giovani contemporanei nei confronti della fede e le caratteristiche principali della loro religiosità.

Pur non tacendo una certa preoccupazione per taluni atteggiamenti di rifiuto, da parte dei giovani, di alcuni valori tradizionali, i Vescovi hanno sottolineato che i giovani di oggi riscoprono sempre più la Chiesa come comunità di fede; si accostano con particolare impegno al Vangelo e alla persona di Gesù Cristo; sentono profondamente il valore della meditazione e della preghiera.

Tutto ciò che ho detto sia un supplemento di quel tema centrale di cui si sono occupati, in giugno, i rappresentanti delle Conferenze Episcopali di quasi tutta l’Europa. A tutti i giovani, specialmente a coloro che durante le vacanze cercano Dio, siano queste mie parole una prova che il Papa si ricorda di loro e chiede a Cristo per loro: “la bellezza della gioia” e “la bellezza dell’amore”.

Ai giovani

A tutti i giovani e ragazzi che sono presenti a questo incontro, giunga ancora una volta il mio saluto più cordiale, con l’augurio affettuoso di buone vacanze, vissute nello spirito di cui ho fatto cenno. In particolare auspico, cari giovani, che le vostre ferie estive, come tutta l’esistenza, siano trascorse in conformità alle profonde esigenze della verità che è in voi, e che ha nome: Gesù Cristo.

Ai malati

“Un abbraccio a voi, cari ammalati”. Desidero oggi ricordarvi che “Dio ha scelto le cose deboli, per confondere le forti” (
1Co 1,28). Di fronte alla realtà del dolore la fede cristiana offre una Presenza: la Presenza di Uno che ha patito ed è morto sulla Croce, e poi ha vinto, risorgendo dai morti. La sua vittoria è anche la nostra, e per lui noi abbiamo una speranza di vita e di risurrezione, che non ci delude. Coraggio. Il Signore vi assista con la sua grazia e il suo conforto. Vi sostenga la mia benedizione.

Alle coppie di sposi novelli

Cari sposi novelli, benvenuti a questa udienza. La vostra presenza è – come sempre – assai significativa. Nella nuova vita che avete iniziato ai piedi dell’altare del Signore, il problema per gli sposi cristiani non è soltanto quello di volersi bene, ma si tratta di sentire e amare la presenza di Dio tra di voi: si tratta di sapere che voi siete la parte viva della Chiesa di Cristo. Impegnatevi nel vivere intensamente la vostra fede cristiana. A voi i miei più fervidi voti augurali e la mia benedizione.





Catechesi 79-2005 11779