Agostino: Le confessioni 1331

Visione nello Spirito divino della bontà di tutto il creato

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31. 46. Quanti invece vedono le tue opere attraverso il tuo spirito, sei tu che vedi in loro. Vedono che sono buone, e tu vedi che sono buone ; qualunque piace loro per la tua persona, tu piaci loro in quella cosa ; e se piace a noi qualcosa per il tuo spirito, piace a te in noi. Chi fra gli uomini conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo che è in lui ? Così anche ciò che è di Dio nessuno lo conosce, se non lo spirito di Dio. Quanto a noi, continua l’Apostolo, non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo spirito proveniente da Dio, per conoscere i doni ricevuti da Dio. Sono indotto a chiedere : "È vero, nessuno conosce ciò che è di Dio, se non lo spirito di Dio. Come dunque conosciamo anche noi i doni ricevuti da Dio ?". La risposta è che le stesse conoscenze che abbiamo attraverso lo spirito di Dio, nessuno le conosce, se non lo spirito di Dio (
1Co 2,11 s). Come fu detto giustamente a chi parlava ispirato dallo spirito di Dio : "Non siete voi che parlate" (Mt 10,20) ; così si dice giustamente a chi conosce attraverso lo spirito di Dio : "Non siete voi che conoscete" ; e altrettanto giustamente a chi vede nello spirito di Dio : "Non siete voi che vedete". Sempre, quando vediamo nello spirito di Dio che una cosa è buona, non noi, ma Dio vede che è buona. C’è dunque chi giudica cattivo ciò che è buono, ad esempio quei tali, che si menzionano sopra (Cf. 13, 30, 45). C’è chi vede buono ciò che è buono, ad esempio i molti, cui piace la tua creazione perché buona, ma in essa non piaci tu, cosicché preferiscono godere di essa, che di te. E c’è l’uomo che vede che una cosa è buona, ma Dio vede in lui che è buona. Allora evidentemente è Dio amato nella sua creazione. Ma Dio non potrebbe essere amato se non attraverso lo Spirito che ci diede, poiché l’amore di Dio fu diffuso nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo che ci fu dato (Rm 5,5). Attraverso lo Spirito noi vediamo come tutto ciò che in qualche modo è, è buono, poiché è da colui che non è in qualche modo, ma è Colui che è (Cf. Es Ex 3,14).

Conclusione


Ringraziamento a Dio per tutta la creazione

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32. 47. Grazie a te, Signore (
Ap 11,17). Noi vediamo il cielo e la terra, ossia la parte corporea superiore e inferiore, come la creazione spirituale e corporea. Ornamento delle due parti, di cui consta tanto il complesso della mole del mondo, quanto in generale il complesso della creazione, vediamo la luce, creata e divisa dalle tenebre. Vediamo il firmamento del cielo, quello situato fra le acque spirituali superiori e le acque corporee inferiori, corpo primario dell’universo, come la distesa fisica dell’aria, cui pure si dà il nome di cielo, ove vagano i volatili del cielo fra le acque che sono portate sopra di esso in forma di vapore per poi cadere in rugiada nelle notti serene, e le acque pesanti, che scorrono sulla terra. Vediamo il bell’aspetto delle acque riunite nelle distese del mare, e la terra arida, ora spoglia, ora ornata, fatta visibile e armoniosa quale madre di erbe e di alberi. Vediamo i lumi brillare sul nostro capo, il sole bastare da solo al giorno, la luna e le stelle confortare la notte, tutti insieme regolare e indicare il tempo. Vediamo l’elemento umido pullulare dovunque di pesci, di mostri e di esseri alati, poiché la densità dell’aria, sostegno al volo degli uccelli, si forma mediante l’evaporazione delle acque. Vediamo la faccia della terra adornarsi di animali terrestri, e l’uomo, fatto a tua immagine e somiglianza, collocato sopra tutti gli animali privi di ragione appunto perché tua immagine e somiglianza, ossia dotato di ragione e intelletto. E come nell’anima dell’uomo v’è una parte che delibera e quindi domina, e una parte che soggiace, per ubbidire, così vediamo la donna fatta anche fisicamente per l’uomo. Essa possiede, sì, uguale natura nell’intelligenza razionale, ma nel sesso fisico è sottoposta al sesso maschile, come è sottoposto l’impulso dell’azione, per generare dalla ragione una norma di condotta sagace. Queste cose vediamo, singolarmente buone e tutte buone assai.

I modi della creazione

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33. 48. Le tue opere ti lodano (Cf. Prv
Pr 31,31 Da 3,57) affinché ti amiamo, e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere. Esse hanno inizio e fine nel tempo, ascesa e tramonto, progresso e regresso, bellezza e difetto. Hanno dunque via via il loro mattino e la loro sera, ora occulti, ora evidenti. Dal nulla da te non di te furono create ; non da una qualche materia non tua e preesistente, ma da una concreata, ossia da te creata con loro e portata dall’informità alla forma senza alcun intervallo di tempo. La materia del cielo e della terra è infatti altra cosa dall’aspetto del cielo e della terra. La materia deriva dal nulla assoluto, l’aspetto del mondo invece dalla materia informe. Eppure furono due operazioni simultanee, la forma successe alla materia senza l’interstizio di alcun ritardo.

Ricapitolazione dei simboli nel primo capo della Genesi

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34. 49. Abbiamo anche esaminato le verità che volesti adombrare con le tue opere, distribuite in quel certo ordine, e in quel certo ordine descritte. Le vedemmo buone una per una, e tutte buone assai. Nel tuo Verbo, tuo unico Figlio, vedemmo il cielo e la terra, il capo e il corpo della Chiesa (Cf. Col
Col 1,18) predestinati prima dell’esistenza di ogni tempo, in assenza di mattino e sera. Poi cominciasti a eseguire nel tempo le opere predestinate. Volevi manifestare i tuoi disegni occulti (Ps 50,8) e ordinare il nostro mondo, disordinato perché i nostri peccati erano su di noi e ci eravamo allontanati da te entro una voragine tenebrosa. Il tuo spirito buono (Ps 142,10) era portato su di noi per soccorrerci nel tempo opportuno (Ps 31,6 Ps 144,15). Allora giustificasti gli empi (Cf. Prv Pr 17,15 Rm 4,5), li separasti dai malvagi, affermasti l’autorità del tuo libro fra gli uomini superiori, che si inchinassero a te, e gli inferiori, che ad essa si piegassero. Riunisti la società degli increduli in una massa unica, per far apparire lo zelo dei credenti, desiderosi di produrti opere di misericordia distribuendo persino le ricchezze terrene ai poveri (Cf. 1Co 13,3) per acquistare i tesori celesti. Allora accendesti nel firmamento alcuni lumi, i tuoi santi, che possedevano la parola della vita (Cf. Gv Jn 6,69), e che il privilegio dei doni spirituali faceva rifulgere di sublime autorità. Poi, per diffondere la fede tra le genti incredule, producesti dalla materia corporea i sacramenti, i miracoli palesi, gli ammaestramenti verbali conformi al firmamento del tuo Libro, quali benedizioni anche per i credenti. Poi desti forma all’anima viva dei credenti con gli affetti ordinati da una vigorosa mortificazione ; rinnovasti a tua immagine e somiglianza la loro intelligenza sottomessa ormai a te solo e non più bisognosa del modello di alcuna autorità umana ; sottomettesti, come la donna all’uomo, l’attività razionale al predominio dell’intelligenza, e volesti che a tutti i tuoi ministri, necessari al perfezionamento dei credenti in questa vita, i credenti stessi fornissero il fabbisogno temporale, non senza frutto in futuro. Tutte queste cose vediamo, e sono buone assai, perché le vedi in noi tu, che ci hai dato lo Spirito con cui vederle e amarti in esse.

Invocazione per il riposo del settimo giorno (@GN 2 GN 2@)

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35. 50. Signore Dio, poiché tutto ci hai fornito, donaci la pace (
Is 26,12), la pace del riposo, la pace del sabato, la pace senza tramonto (Cf. 2 Ts 2Th 3,16). Tutta questa stupenda armonia di cose assai buone, una volta colmata la sua misura, è destinata a passare. Esse ebbero un mattino, e una sera (Gn 1, 5, 8, 13, 19, 23, 31).

1336 36. 51. Ma il settimo giorno è senza tramonto e non ha occaso. L’hai santificato per farlo durare eternamente. Il riposo che prendesti al settimo giorno (Gn 2,2), dopo compiute le tue opere buone assai pur rimanendo in riposo, è una predizione che ci fa l’oracolo del tuo Libro : noi pure, dopo compiute le nostre opere, buone assai per tua generosità, nel sabato della vita eterna riposeremo in te.

1337 37. 52. Anche allora sarai tu a riposare in noi, come ora sei tu a operare in noi. Sarà, quello, un riposo tuo per mezzo nostro, come sono, queste, opere tue per mezzo nostro. Tu però, Signore, operi sempre e riposi sempre. Non vedi nel tempo, non ti muovi nel tempo, non riposi nel tempo, e tuttavia compi le nostre visioni temporali, il tempo stesso e il riposo dopo il tempo.

1338 38. 53. Noi vediamo dunque la tua creazione perché esiste ; ma essa esiste perché tu la vedi. Noi vediamo all’esterno che è, all’interno che è buona ; ma tu la vedesti fatta quando e dove vedesti che doveva essere fatta. Noi ora siamo spinti a fare il bene, dopo che il nostro cuore ne ebbe il concetto dal tuo spirito, mentre prima eravamo spinti a fare il male abbandonandoti ; ma tu, Dio unico buono, mai cessasti di fare il bene. Possono alcune opere nostre essere buone, certamente per tuo dono, ma non eterne ; eppure dopo di esse speriamo di riposare nella tua grandiosa santità. Tu però, Bene mancante di nessun bene, riposi eternamente, poiché tu stesso sei il tuo riposo. La comprensione di questa verità quale uomo potrà darla a un uomo ? quale angelo a un angelo ? quale angelo a un uomo ? Chiediamo a te, cerchiamo in te, bussiamo da te. Cosi, così otterremo, così troveremo, così ci sarà aperto (Cf. Mt Mt 7,7 s.; Lc 11,9 s). Amen.



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