Catechesi 79-2005 17402

Mercoledì, 17 aprile 2002: Cantico: Is 12.1-6 : Esultanza del popolo redento - Lodi Giovedì 2a settimana

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(Lettura:
Is 12,1-4)

1. L’inno ora proclamato entra come canto di gioia nella Liturgia delle Lodi. Esso costituisce una sorta di suggello ad alcune pagine del Libro di Isaia diventate celebri per la loro lettura messianica. Si tratta dei capitoli 6-12, denominati solitamente "il libro dell’Emmanuele". Al centro, infatti, di quegli oracoli profetici domina la figura di un sovrano che, pur facendo parte della storica dinastia davidica, rivela contorni trasfigurati e riceve titoli gloriosi: "Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace" (Is 9,5).

La figura concreta del re di Giuda che Isaia promette come figlio e successore ad Acaz, il sovrano di allora ben lontano dagli ideali davidici, è il segno di una più alta promessa: quella del re-Messia che attuerà in pienezza il nome di "Emmanuele", cioè di "Dio-con-noi", divenendo la perfetta presenza divina nella storia umana. È facilmente comprensibile, allora, come il Nuovo Testamento e il cristianesimo abbiano intuito in quel profilo regale la fisionomia di Gesù Cristo, Figlio di Dio divenuto uomo solidale con noi.

2. L’inno a cui ora facciamo riferimento (cfr Is 12,1-6) è considerato dagli studiosi, sia per la qualità letteraria sia per la sua tonalità generale, una composizione successiva rispetto al profeta Isaia, vissuto nell’ottavo secolo avanti Cristo. È quasi una citazione, un testo di taglio salmico, forse di uso liturgico, che viene incastonato a questo punto per fungere da conclusione del "libro dell’Emmanuele". Di esso, infatti, evoca alcuni temi: la salvezza, la fiducia, la gioia, l’azione divina, la presenza fra il popolo del "Santo d’Israele", espressione che indica sia la trascendente "santità" di Dio, sia la sua vicinanza amorosa e attiva, sulla quale il popolo di Israele può contare.

Chi canta è una persona che ha alle spalle una vicenda amara, sentita come un atto del giudizio divino. Ma ora la prova è cessata, la purificazione è avvenuta; alla collera del Signore subentra il sorriso, la disponibilità a salvare e consolare.

3. Le due strofe dell’inno scandiscono quasi due momenti. Nel primo (cfr Is 12,1-3), aperto dall’invito a pregare: "Tu dirai in quel giorno", domina la parola "salvezza", ripetuta ben tre volte ed applicata al Signore: "Dio è la mia salvezza… Egli è stato la mia salvezza… le sorgenti della salvezza". Ricordiamo tra l’altro che il nome di Isaia - come quello di Gesù - contiene la radice del verbo ebraico yaša', che allude alla "salvezza". Il nostro orante ha, perciò, la certezza inconcussa che alla radice della liberazione e della speranza c’è la grazia divina.

È significativo notare che egli fa riferimento implicito al grande evento salvifico dell’esodo dalla schiavitù di Egitto, perché cita le parole del canto di liberazione intonato da Mosè: "Mia forza e mio canto è il Signore" (Ex 15,2).

4. La salvezza donata da Dio, capace di far sbocciare la gioia e la fiducia anche nel giorno oscuro della prova, è raffigurata attraverso l’immagine, classica nella Bibbia, dell’acqua: "Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza" (Is 12,3). Il pensiero corre idealmente alla scena della donna samaritana, quando Gesù le offre la possibilità di avere in se stessa una "sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" (Jn 4,14).

Al riguardo, Cirillo di Alessandria commenta in modo suggestivo: "Gesù chiama acqua viva il dono vivificante dello Spirito, per mezzo del quale soltanto l’umanità, sebbene abbandonata completamente, come i tronchi sui monti, e secca, e privata per le insidie del diavolo di ogni specie di virtù, viene restituita all’antica bellezza della natura… Il Salvatore chiama acqua la grazia dello Spirito Santo, e se uno sarà partecipe di lui, avrà in se stesso la sorgente degli insegnamenti divini, sì da non avere più bisogno dei consigli degli altri, e da poter esortare coloro ai quali accade di aver sete della Parola di Dio. Tali erano, mentre si trovavano in questa vita e sulla terra, i santi profeti e gli apostoli e i successori al loro ministero. Di essi è scritto: Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza" (Commento al Vangelo di Giovanni II, 4, Roma 1994, PP 272 275).

Purtroppo l’umanità spesso diserta questa fonte che disseta l’essere intero della persona, come rileva con amarezza il profeta Geremia: "Essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua" (Jr 2,13). Anche Isaia, poche pagine prima, aveva esaltato "le acque di Siloe, che scorrono piano", simbolo del Signore presente in Sion, e aveva minacciato il castigo dell'inondazione delle "acque del fiume - cioè l’Eufrate - impetuose e abbondanti" (Is 8,6-7), simbolo della potenza militare ed economica oltre che dell’idolatria, acque che affascinavano allora Giuda, ma che l’avrebbero sommersa.

5. Un altro invito, - "In quel giorno direte" -, apre la seconda strofa (cfr Is 12,4-6), che è un continuo appello alla lode gioiosa in onore del Signore. Si moltiplicano gli imperativi a cantare: "Lodate, invocate, manifestate, proclamate, cantate, gridate, esultate".

Al centro della lode c’è un’unica professione di fede in Dio salvatore, che opera nella storia ed è accanto alla sua creatura, condividendone le vicende: "Il Signore ha fatto opere grandi… Grande in mezzo a voi è il Santo di Israele" (Is 12,5-6). Questa professione di fede ha una funzione anche missionaria: "Manifestate tra i popoli le sue meraviglie… Ciò sia noto a tutta la terra" (Is 12,4-5). La salvezza ottenuta dev’essere testimoniata al mondo, così che l’umanità intera accorra a quelle sorgenti di pace, di gioia, di libertà.

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Di cuore saluto tutti i pellegrini neerlandesi e belgi.

Auguro che sperimentiate sempre la gioia e la serenità della presenza del Signore Risorto in mezzo a voi. Vi incoraggio a perseverare nella preghiera, in particolare per la pace nel mondo.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione del saluto in lingua slovacca:

Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi provenienti da Košice e dintorni, da Zvolen, Gbely, Sered' e Dolný Hricov.

Fratelli e sorelle, domenica prossima cosiddetta del Buon Pastore si celebrerà la Giornata di preghiera per le Vocazioni. Domandiamo al Signore di mandare numerosi operai nella sua messe.

Con questi voti imparto la Benedizione Apostolica a voi ed alle vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto con gioia i pellegrini lituani, particolarmente i fedeli della diocesi di Telšiai!

Carissimi, accogliete nei vostri cuori le parole del Cantico che oggi abbiamo ascoltato. Il Signore, sorgente della salvezza, renda forte la vostra fede, perché possiate attingere per mezzo di essa gioia e fiducia per la vostra vita! Il Signore vi protegga e vi benedica tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!
*****


Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli di Ferentino, qui giunti insieme con il loro Vescovo, Mons. Salvatore Boccaccio, per far benedire la statua lignea di san Celestino V. Carissimi, possa tale iniziativa pastorale rilanciare nelle vostre comunità cristiane l’ideale evangelico che ha segnato la vita e la missione di questo Papa.

Saluto, poi, i fedeli della parrocchia "Spirito Santo" in Barletta e quelli di San Felice Circeo, che commemorano il decimo anniversario della collocazione nel fondale marino della statua del "Cristo del Circeo". Saluto, inoltre, i rappresentanti della cooperativa di ispirazione cristiana "SIGMA" di Bologna e la Società filarmonica di Mugnano. Tutti ringrazio per la loro presenza, auspicando che questo incontro rafforzi in ciascuno l’impegno per una coerente testimonianza cristiana.

Mi rivolgo ora ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Nell’odierna catechesi abbiamo meditato sull’esultanza gioiosa del popolo redento. Cari giovani, mettendo le vostre fresche energie al servizio del Vangelo, fate in modo che la vostra vita sia un "sì" al disegno d’amore di Dio; voi, cari ammalati, cooperate al disegno divino della salvezza con l’offerta quotidiana della vostra sofferenza; e voi, cari sposi novelli, sforzatevi di aprire l’intera vostra vita familiare alla grazia della redenzione.

APPELLO DEL SANTO PADRE


Traduzione italiana dell'appello del Santo Padre:

I gravi eventi vissuti nei giorni scorsi dal popolo del Venezuela mi spingono a rivolgere un appello alle autorità e ai cittadini di questa amata nazione, affinché pongano tutto il loro impegno nel favorire un clima di convivenza pacifica, in cui prevalga lo spirito di riconciliazione. Che, mettendo da parte ogni tentazione di rivalsa o violenza, procedano con spirito di fraternità, solidarietà e collaborazione, verso mete più alte di giustizia, rispetto della legalità e autentico progresso per tutti.






Mercoledì, 24 aprile 2002: Salmo 80 : Solenne invito a rinnovare l’alleanza - Lodi Giovedì 2a settimana

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(Lettura:
Ps 80,2-5 Ps 80,14 Ps 80,17)

1. "Suonate la tromba nel plenilunio, nostro giorno di festa" (Ps 80,4). Queste parole del Salmo 80, ora proclamato, rimandano a una celebrazione liturgica secondo il calendario lunare dell’antico Israele. E’ difficile definire con precisione la festività a cui il Salmo accenna; certo è che il calendario liturgico biblico, pur partendo dal fluire delle stagioni e quindi dalla natura, si presenta saldamente ancorato alla storia della salvezza e, in particolare, all’evento capitale dell’esodo dalla schiavitù egiziana collegato con il plenilunio del primo mese (cfr Ex 12,2 Ex 12,6 Lv 23,5). Là, infatti, si è rivelato il Dio liberatore e salvatore.

Come dice poeticamente il versetto 7 del nostro Salmo, è stato Dio stesso a deporre dalla spalla dell’ebreo schiavo in Egitto la cesta colma di mattoni necessari per la costruzione delle città di Pitom e Ramses (cfr Ex 1,11 Ex 1,14). Dio stesso si era messo a fianco del popolo oppresso e con la sua potenza aveva tolto e cancellato il segno amaro della schiavitù, la cesta dei mattoni cotti al sole, espressione dei lavori forzati ai quali erano costretti i figli di Israele.

2. Seguiamo ora lo svolgersi di questo canto della liturgia di Israele. Esso si apre con un invito alla festa, al canto, alla musica: è la convocazione ufficiale dell’assemblea liturgica secondo l’antico precetto del culto, fiorito già in terra egiziana con la celebrazione della Pasqua (cfr Ps 80,2-6a). Dopo questo appello si leva la voce stessa del Signore attraverso l’oracolo del sacerdote nel tempio di Sion e queste parole divine occuperanno tutto il resto del Salmo (cfr Ps 80,6-17).

Il discorso che viene sviluppato è semplice e ruota attorno a due poli ideali. Da un lato c’è il dono divino della libertà che è stata offerta a Israele oppresso e infelice: "Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato" (Ps 80,8). Si fa cenno anche al sostegno che il Signore ha prestato a Israele in marcia nel deserto, cioè al dono dell’acqua a Meriba, in un contesto di difficoltà e di prova.

3. D’altro lato, però, accanto al dono divino il Salmista introduce un altro elemento significativo. La religione biblica non è un monologo solitario di Dio, una sua azione destinata ad essere inerte. È, invece, un dialogo, una parola seguita da una risposta, un gesto d’amore che chiede adesione. Per questo è riservato largo spazio agli inviti rivolti da Dio a Israele.

Il Signore lo invita anzitutto all’osservanza fedele del primo comandamento, sostegno di tutto il Decalogo, cioè la fede nell’unico Signore e Salvatore e il rifiuto degli idoli (cfr Ex 20,3-5). Il discorso del sacerdote a nome di Dio è ritmato dal verbo "ascoltare", caro al libro del Deuteronomio, che esprime l’adesione obbediente alla Legge del Sinai ed è segno della risposta di Israele al dono della libertà. Si sente, infatti, ripetere nel nostro Salmo: "Ascolta, popolo mio… Israele, se tu mi ascoltassi!… Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito… Se il mio popolo mi ascoltasse…!" (Ps 80,9 Ps 80,12 Ps 80,14).

Solo attraverso la fedeltà nell’ascolto e nell’obbedienza il popolo può ricevere pienamente i doni del Signore. Purtroppo, con amarezza Dio deve registrare le numerose infedeltà di Israele. Il cammino nel deserto, a cui allude il Salmo, è tutto costellato di questi atti di ribellione e di idolatria, che raggiungeranno il loro apice nella raffigurazione del vitello d’oro (cfr Ex 32,1-14).

4. L’ultima parte del Salmo (cfr Ps 80,14-17) ha una tonalità malinconica. Dio, infatti, vi esprime un desiderio che finora non è stato soddisfatto: "Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie!" (Ps 80,14).

Questa malinconia, però, è ispirata all’amore e legata ad un vivo desiderio di colmare di beni il popolo eletto. Se Israele camminasse per le vie del Signore questi potrebbe dare subito la vittoria sui nemici (cfr Ps 80,15), e nutrirlo "con fiore di frumento" e saziarlo "con miele di roccia" (Ps 80,17). Sarebbe un banchetto gioioso di pane freschissimo, accompagnato dal miele che sembra quasi scorrere dalle rocce della terra promessa, rappresentando la prosperità e il benessere pieno, come spesso si ripete nella Bibbia (cfr Dt 6,3 Dt 11,9 Dt 26,9 Dt 26,15 Dt 27,3 Dt 31,20). Con l’aprire questa prospettiva meravigliosa, il Signore cerca evidentemente di ottenere la conversione del suo popolo, una risposta di amore sincero ed effettivo al suo amore quanto mai generoso.

Nella rilettura cristiana, l’offerta divina rivela la sua ampiezza. Origene ci offre, infatti, questa interpretazione: il Signore "li fece entrare nella terra della promessa; li nutrì non con la manna come nel deserto, ma col frumento che è caduto in terra (cfr Jn 12,24-25), che è risorto… Cristo è il frumento; egli ancora è la roccia che nel deserto ha saziato con l’acqua il popolo d’Israele. In senso spirituale, lo ha saziato con miele, e non con acqua, affinché quanti crederanno, e riceveranno questo cibo, sentano il miele nella loro bocca" (Omelia sul Ps 80,17, ORIGENE-GEROLAMO, 74 Omelie sul Libro dei Salmi, Milano 1993, PP 204-205).

5. Come sempre nella storia della salvezza, l’ultima parola nel contrasto tra Dio e il popolo peccatore non è mai il giudizio e il castigo, ma l’amore e il perdono. Dio non desidera giudicare e condannare, ma salvare e liberare l’umanità dal male. Egli continua a ripeterci le parole che leggiamo nel libro del profeta Ezechiele: "Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?… Perché volete morire, o Israeliti? Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete" (Ez 18,23 Ez 18,31-32).

La liturgia diventa il luogo privilegiato in cui ascoltare l’appello divino alla conversione e ritornare all’abbraccio del Dio "misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà" (Ex 34,6).

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Di cuore saluto tutti i pellegrini neerlandesi e belgi.

Auguro che la vostra visita alle tombe degli Apostoli vi renda più consapevoli della inestimabile ricchezza della fede, e rafforzi la vostra dedizione alla vita ecclesiale nel vostro paese.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione del saluto in lingua croata:

Cari Fratelli e Sorelle, la Liturgia delle Ore è la preghiera dell'intera Chiesa, che si svolge seguendo il percorso del tempo. In essa incontra il suo Signore e si unisce alla sua preghiera, che egli presenta incessantemente al Padre a nome degli uomini e per loro.

Saluto cordialmente i membri dell'Associazione Croata dei Medici Cattolici di Spalato e gli altri pellegrini croati qui presenti. A tutti imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!


Traduzione del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Praga.

Carissimi, ieri abbiamo celebrato la festa di Sant'Adalberto, il primo Vescovo Boemo che ha guidato la Chiesa di Praga.

Possa l'eredità preziosa di questo Santo Vescovo accendere in voi la brama della verità e del servizio a Dio con cuore indiviso.

Con questi voti volentieri vi benedico!

Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione del saluto in lingua slovacca:

Saluto con affetto i pellegrini slovacchi provenienti da Bratislava e dintorni e da Chmel'nica.

Cari fratelli e sorelle, dodici anni fa a Bratislava - Vajnory abbiamo lodato insieme il Signore per il dono della fede, che i vostri antenati hanno ricevuto per mezzo dei S.s. Cirillo e Metodio. Questa fede porti sempre frutti abbondanti di santità, di laboriosità e di fedeltà.

Con questo augurio volentieri vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini ungheresi qui presenti, provenienti dalla città di Miskolc.

Il Cristo Risorto illumini la vostra vita e riempia i vostri cuori di gioia e di speranza.

Di cuore invoco la Benedizione Apostolica su tutti voi.

Sia lodato Gesù Cristo!
*****


Sono lieto di salutare i partecipanti al Simposio internazionale per Cappellani cattolici e operatori pastorali dell’Aviazione civile, provenienti da diversi Paesi. Carissimi, gli aeroporti costituiscono significativi crocevia della mobilità umana; sono luoghi di incontro di persone appartenenti a varie culture. Auspico che la vostra presenza e la vostra missione all’interno di queste strutture, offrano a coloro che incontrate una tangibile esperienza dell’amore di Cristo.

Rivolgo poi un cordiale benvenuto ai pellegrini italiani. In particolare, saluto i fedeli di Pistoia, accompagnati dal Vescovo Monsignor Simone Scatizzi, e i numerosi gruppi parrocchiali, con un pensiero speciale per i cresimandi della parrocchia di san Francesco di Paola, in Linguaglossa. Carissimi, le vostre comunità si pongano sempre più in ascoltodelle esigenze delle famiglie e dei giovani, offrendo loro provvide occasioni di formazione cristiana. Manifestate ai poveri e ai sofferenti, con la vostra azione evangelica la tenerezza del Padre celeste, che dona a tutti amore e pace.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Domani la liturgia farà memoria di san Marco evangelista che, formato alla scuola del divino Maestro, annunciò il Vangelo con instancabile ardore. Il suo esempio e la sua intercessione incoraggino voi, cari giovani, a vivere in modo autentico e coerente la vostra vocazione cristiana; aiutino voi, cari malati, a perseverare nella speranza e ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Cristo per la salvezza dell’umanità; sostengano voi, cari sposi novelli, nel reciproco impegno di fedeltà e di amore.

APPELLO PER LA TERRA SANTA


Il mio pensiero è sempre rivolto alla Basilica della Natività a Betlemme, ove la comunità religiosa e numerose altre persone continuano a subire l’assedio, che si prolunga da ormai ventidue giorni. Le loro condizioni, già drammatiche per la mancanza di acqua e di cibo, si sono ulteriormente aggravate dopo l’interruzione delle linee telefoniche. Continuiamo a pregare il Signore perché si trovi finalmente una soluzione a questa disumana situazione e si giunga, con l’apporto di tutti, alla desiderata pace in quella Regione tanta cara al cuore di tutti i credenti.




Mercoledì, 1° maggio 2002

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1. Quest'oggi, primo maggio, si celebra la Festa del Lavoro. Essa, per noi cristiani, è posta sotto la protezione di san Giuseppe lavoratore. Quest'importante ricorrenza viene sottolineata da varie iniziative tendenti a porre in evidenza l'importanza e il valore del lavoro, attraverso il quale l'uomo, trasformando la natura e adattandola ai propri bisogni, realizza se stesso in quanto uomo.

L'invito a soggiogare la terra (cfr
Gn 2,28), posto all'inizio della storia della salvezza, riveste al riguardo un interesse determinante, e sempre attuale. Il creato è dono da Dio affidato all'umana creatura perché, coltivandolo e custodendolo con cura, essa possa provvedere alle proprie necessità. Dal lavoro proviene quel "pane quotidiano", che invochiamo nella preghiera del Padre nostro.

Si potrebbe dire, in un certo senso, che mediante il lavoro l'uomo diventa più uomo. Ecco perché la laboriosità è una virtù. Ma perché la laboriosità permetta effettivamente all'uomo di diventare più uomo, occorre che essa sia sempre congiunta con l'ordine sociale del lavoro. Solo a queste condizioni vengono salvaguardati la dignità inalienabile della persona e il valore umano e sociale dell'attività lavorativa. Affidiamo alla vigile protezione di san Giuseppe lavoratore quanti, in ogni parte del mondo, fanno parte della grande famiglia del lavoro.

2. Inizia oggi il mese dedicato alla Madonna e molto caro alla pietà popolare. Tante parrocchie e famiglie, sulla scia di tradizioni religiose ormai consolidate, continuano a fare di maggio un mese "mariano", moltiplicando fervorose iniziative liturgiche, catechetiche e pastorali!

Che sia dappertutto un mese di intensa preghiera con Maria! E' questo l'augurio che di cuore formulo a ciascuno di voi, carissimi Fratelli e Sorelle, raccomandandovi ancora una volta la quotidiana recita del santo Rosario. Si tratta di una preghiera semplice, apparentemente ripetitiva, ma quanto mai utile per penetrare nei misteri di Cristo e della sua e nostra Madre. E', al tempo stesso, un modo di pregare che la Chiesa sa essere gradito alla Madonna stessa. Ad esso siamo invitati a far ricorso anche nei momenti più difficili del nostro pellegrinaggio sulla terra.

3. Iniziando il mese mariano, vi invito tutti ad unirvi a me nel pregare per i lavoratori, e specialmente per quanti si trovano in difficoltà occupazionali. Non possiamo, poi, non intensificare la nostra fiduciosa e incessante preghiera per la pace in Terra Santa, dove ci auguriamo tornino quanto prima a convivere nella sicurezza e nella serenità i popoli israeliano e palestinese, entrambi cari al mio cuore. Ce l'ottenga l'intercessione della Vergine Santa e del suo sposo san Giuseppe, custode del Redentore.

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Auguro a tutti i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio che il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi permetta di avere un approccio alle radici della civiltà cristiana, ed approfondisca la vostra fede nell’amore di Dio Padre.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!




Traduzione del saluto in lingua croata:

Cari pellegrini croati, vi saluto tutti cordialmente.

Oggi ha inizio il mese dedicato alla Madre del Signore risorto. Auspico che questo periodo sia per ciascuno di voi un'occasione propizia per conoscere ulteriormente, sotto il suo sguardo materno, il Mistero della salvezza, la natura e la missione della Chiesa. Possa Lei, chiamata da un vostro canto con il nome di Regina di maggio, accompagnarci tutti sui sentieri della fede, della speranza e della carità.

Imparto di cuore la Benedizione Apostolica a voi e alle vostre famiglie.

Siano lodati Gesù e Maria!




Traduzione del saluto in lingua ceca:

Saluto i pellegrini della parrocchia di Dobríš e dei dintorni.

Nel mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria, invito tutti voi ad intensificare la preghiera e la devozione alla Madre di Dio.

Affidate alle sue cure materne il cammino della Chiesa nella vostra Patria, come pure il cammino di tutta la Chiesa. Vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione del saluto in lingua slovacca:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti da Bratislava e Banská Bystrica, da Varín, come pure agli studenti del Ginnasio di S. Tommaso d'Aquino da Košice.

Fratelli e sorelle, in questo mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla devozione mariana, vi affido alla Madonna, Madre della Chiesa.

Benedico di cuore tutti voi e le vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo!




Traduzione del saluto in lingua slovena:

Saluto i cresimati della parrocchia Kranj - Šmartin, i pellegrini dalle parrocchie Rence e Lozice, nonché gli altri pellegrini di Slovenia. Possa 1a devozione mariana di maggio, tanto sentita nella vostra patria, confermarvi nella fede e nella fedeltà alla Madre celeste.




Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i pellegrini dalla Polonia.

Nel giorno del 1° maggio, in cui commemoriamo S. Giuseppe lavoratore, in modo speciale accolgo con il pensiero e con la preghiera tutti i lavoratori. Il Salmista ha scritto: «Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d'ogni bene» (Ps 127,2). Chiedo a Dio, perché - malgrado le crescenti difficoltà e la disoccupazione - tutti i polacchi abbiano parte a questa benedizione del fruttuoso lavoro. Il lavoro degno sia per ognuno ed ognuna la fonte del bene e della felicità.

A S. Giuseppe e a Maria Regina della Polonia raccomando la nostra Patria. Dio vi benedica.

*****


Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai Seminaristi della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, accompagnati dal Vescovo Monsignor Luigi Martella.

Carissimi, mentre vi assicuro la mia vicinanza spirituale, prego perché lo Spirito del Risorto vi aiuti a discernere la chiamata di Dio, e a seguire la vostra vocazione con fedeltà e gioia.

Desidero poi rivolgermi, come di consueto, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.

Cari giovani, oggi all’inizio del mese di maggio, dedicato in modo speciale alla Madre del Signore, vi invito a porvi alla scuola di Maria per imparare ad amare Dio sopra ogni cosa e ad essere sempre disponibili e pronti a compiere la sua volontà. La contemplazione della Madonna Addolorata aiuti voi, cari ammalati, a guardare con fede al mistero del dolore, cogliendo il valore salvifico nascosto in ogni croce. Affido voi, cari sposi novelli, alla materna protezione della Vergine Santa e di san Giuseppe, perché possiate vivere nella vostra famiglia il clima di preghiera e di amore della casa di Nazareth.





Mercoledì, 8 maggio 2002: Salmo 50 : Pietà di me, o Signore - Lodi Venerdì 2a settimana

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(Lettura:
Ps 50,3 Ps 50,6 Ps 50,9-10)

1. Ogni settimana della Liturgia delle Lodi è scandita al venerdì dal Salmo 50, il Miserere, il Salmo penitenziale più amato, cantato e meditato, inno al Dio misericordioso elevato dal peccatore pentito. Abbiamo già avuto occasione in una catechesi precedente di presentare il quadro generale di questa grande preghiera. Si entra innanzitutto nella regione tenebrosa del peccato per portarvi la luce del pentimento umano e del perdono divino (cfr Ps 50,3-11). Si passa poi ad esaltare il dono della grazia divina, che trasforma e rinnova spirito e cuore del peccatore pentito: è questa una regione luminosa, colma di speranza e di fiducia (cfr Ps 50,12-21).

In questa nostra riflessione ci soffermeremo, per alcune considerazioni, sulla prima parte del Salmo 50 approfondendone qualche aspetto. In apertura, però, vorremmo porre la stupenda proclamazione divina del Sinai, che è quasi il ritratto del Dio cantato dal Miserere: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato" (Ex 34,6-7).

2. L’iniziale invocazione si eleva a Dio per ottenere il dono della purificazione che renda - come diceva il profeta Isaia - "bianchi come neve" e "come lana" i peccati, in se stessi simili a "scarlatto" e "rossi come porpora" (cfr Is 1,18). Il Salmista confessa il suo peccato in modo netto e senza esitazioni: "Riconosco la mia colpa… Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto" (Ps 50,5-6).

Entra, dunque, in scena la coscienza personale del peccatore che si apre a percepire chiaramente il suo male. E’ un’esperienza che coinvolge libertà e responsabilità, e conduce ad ammettere di aver spezzato un legame per costruire una scelta di vita alternativa rispetto alla Parola divina. Ne consegue una decisione radicale di mutamento. Tutto questo è racchiuso in quel "riconoscere", un verbo che in ebraico non comprende solo un’adesione intellettuale ma una scelta vitale.

È ciò che, purtroppo, molti non compiono, come ci ammonisce Origene: "Ci sono alcuni che dopo aver peccato sono assolutamente tranquilli e non si danno pensiero del loro peccato né sono sfiorati dalla consapevolezza del male commesso, ma vivono come se nulla fosse. Costoro certo non potrebbero dire: il mio peccato mi è sempre dinanzi.Quando invece, dopo il peccato, uno si consuma e si affligge per il suo peccato, è tormentato dai rimorsi, è dilaniato senza tregua e subisce assalti nel suo intimo che si leva a confutarlo, costui a buon diritto esclama: non c’è pace per le mie ossa di fronte all’aspetto dei miei peccati… Quando dunque ci mettiamo davanti agli occhi del nostro cuore i peccati commessi, li guardiamo uno per uno, li riconosciamo, arrossiamo e ci pentiamo di quanto abbiamo fatto, allora sconvolti ed atterriti giustamente diciamo che non c’è pace nelle nostre ossa di fronte all’aspetto dei nostri peccati…" (Omelie sui Salmi, Firenze 1991, PP 277-279). Il riconoscimento e la consapevolezza del peccato è dunque frutto di una sensibilità acquisita grazie alla luce della Parola di Dio.

3. Nella confessione del Miserere c’è una sottolineatura particolarmente marcata: il peccato non è colto solo nella sua dimensione personale e "psicologica", ma è delineato soprattutto nella sua qualità teologica. "Contro di te, contro te solo ho peccato" (Ps 50,6), esclama il peccatore, a cui la tradizione ha dato il volto di Davide, consapevole del suo adulterio con Betsabea, e della denuncia del profeta Natan contro questo crimine e quello dell’uccisione del marito di lei, Uria (cfr Ps 50,2 2S 11-12).

Il peccato non è, quindi, una mera questione psicologica o sociale, ma è un evento che intacca la relazione con Dio, violando la sua legge, rifiutando il suo progetto nella storia, scardinando la scala dei valori, "cambiando le tenebre in luce e la luce in tenebre", cioè "chiamando bene il male e male il bene" (cfr Is 5,20). Prima che un’eventuale ingiuria contro l’uomo, il peccato è innanzitutto tradimento di Dio. Emblematiche sono le parole che il figlio prodigo di beni pronunzia davanti a suo padre prodigo d’amore: "Padre, ho peccato contro il cielo – cioè contro Dio - e contro di te!" (Lc 15,21).

4. A questo punto il Salmista introduce un altro aspetto, più direttamente connesso alla realtà umana. È la frase che ha suscitato molte interpretazioni e che è stata anche collegata alla dottrina del peccato originale: "Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre" (Ps 50,7). L’orante vuole indicare la presenza del male nell’intero nostro essere, come è evidente nella menzione della concezione e della nascita, un modo per esprimere l’intera esistenza partendo dalla sua sorgente. Il salmista, tuttavia, non ricollega formalmente questa situazione al peccato di Adamo ed Eva, non parla cioè esplicitamente di peccato originale.

Resta comunque chiaro che, secondo il testo del Salmo, il male si annida nelle profondità stesse dell’uomo, è inerente alla sua realtà storica e per questo è decisiva la domanda dell’intervento della grazia divina. La potenza dell’amore di Dio supera quella del peccato, il fiume dirompente del male ha minor forza dell’acqua fecondatrice del perdono: "Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20).

5. Per questa via la teologia del peccato originale e l’intera visione biblica dell’uomo peccatore vengono indirettamente evocati con parole che lasciano al tempo stesso intravedere la luce della grazia e della salvezza.

Come avremo occasione di scoprire in futuro ritornando su questo Salmo e sui versetti successivi, la confessione della colpa e la consapevolezza della propria miseria non sfociano nel terrore o nell’incubo del giudizio, bensì nella speranza della purificazione, della liberazione, della nuova creazione.

Dio, infatti, ci salva "non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro" (Tt 3,5-6).

Saluti:

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Vorrei porgere il benvenuto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi. Vi auguro di sperimentare, come Maria, Madre del Signore Risorto, l’opera meravigliosa dello Spirito Santo nella vostra via, affinché possiate partecipare più intensamente alla vita della Chiesa.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione del saluto in lingua ceca:

Do il mio benvenuto ai pellegrini di Blansko!
Lunedì abbiamo celebrato la festa di San Giovanni Sarkander. Questo Sacerdote seppe vivere del Mistero Pasquale: il Salvatore fu per lui forza anche nel martirio. Possiate anche voi sempre trarre forza dalla Croce di Cristo e dalla sua Risurrezione.
Tutti vi benedico di cuore.
Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Con affetto saluto i fedeli ungheresi qui presenti.
Maggio è il mese di Maria.
Nelle vostre preghiere chiedete l’Intercessione della nostra Madre Celeste.
Di cuore imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

San Stanislao, Patrono nostro, Protettore della nostra Patria, prega per noi!
Oggi celebriamo San Stanislao, patrono della Polonia e patrono di Cracovia. Dio benedica tutti i miei connazionali che hanno come patrono san Stanislao vescovo e martire.
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Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli della parrocchia dello "Spirito Santo" in Avezzano, accompagnati dal loro Vescovo Monsignor Lucio Renna, e qui convenuti in occasione dell’inaugurazione della loro chiesa. Carissimi, il nuovo edificio di culto susciti in ciascuno di voi il desiderio di essere pietre vive del tempio spirituale che è la Chiesa, Popolo di Dio.

Mi rivolgo ora ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.

In questo giorno, dedicato alla Madonna di Pompei invito voi, cari giovani, a sforzarvi di imitarla, confidando sempre nella sua materna intercessione. Essa vi aiuti a portare un raggio di serenità dove c’è tristezza e solitudine. Auguro a voi, cari malati, di vivere con l’aiuto di Maria la vostra condizione, fiduciosamente abbandonati alla volontà del Signore. Maria sostenga voi, cari sposi novelli, perché possiate trovare gioia ed entusiasmo nella vostra reciproca fedeltà e siate sempre testimoni dell’amore.
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APPELLO DEL SANTO PADRE


Oggi ha inizio a New York la sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui bambini. Questo importante incontro richiama l’attenzione sulle piaghe che continuano ad affliggere l’infanzia, tesoro prezioso, ma anche vulnerabile, della famiglia umana. Penso alle guerre, alla povertà, allo sfruttamento ed agli abusi di ogni sorta, di cui essi sono vittime.

In questi giorni in cui i Rappresentanti dei Paesi del mondo intero sono riuniti per riflettere sulle condizioni in cui si trovano i bambini, invito tutti alla preghiera per il buon esito dei lavori. Auspico, inoltre, che questo appuntamento susciti un rinnovato impegno della Comunità internazionale in favore dei bambini, affinché ogni azione sociale che li riguarda si ispiri ad un’autentica promozione della dignità umana e ad un pieno rispetto dei loro diritti fondamentali.






Catechesi 79-2005 17402