Catechesi 79-2005 15502

Mercoledì, 15 maggio 2002: Ab 3,2-4.13a.15-19 : Dio appare per il giudizio - Lodi Venerdì 2a settimana

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(Lettura:
Ha 3,2-3 Ha 3,18-19).

1. La Liturgia delle Lodi ci propone una serie di cantici biblici di grande intensità spirituale, da accostare alla preghiera fondamentale dei Salmi. Oggi ne abbiamo ascoltato un esempio desunto dal terzo e ultimo capitolo del libro di Abacuc. Questo profeta è vissuto sul finire del VII sec. a.C., quando il regno di Giuda si sentiva come schiacciato tra due superpotenze in espansione, da un lato l’Egitto e dall’altro Babilonia.

Tuttavia molti studiosi ritengono che questo inno finale sia una citazione. In appendice al breve scritto di Abacuc si sarebbe, quindi, incastonato un vero e proprio canto liturgico, "in tono di lamentazione" e da accompagnare "su strumenti a corda", come dicono due note poste all'inizio e alla fine del Cantico (cfr Ha 3,1 Ha 3,19b). La Liturgia delle Lodi, raccogliendo il filo dell’antica preghiera di Israele, ci invita a trasformare in canto cristiano questa composizione, scegliendone alcuni versetti significativi (cfr Ha 3,2-4 Ha 3,13a Ha 3,15-19a).

2. L’inno, che rivela anche una considerevole forza poetica, presenta una grandiosa immagine del Signore (cfr Ha 3,3-4). La sua figura incombe solenne su tutta la scena del mondo e l’universo è percorso da un fremito di fronte al suo incedere. Egli sta avanzando dal sud, da Teman e dal monte Paran (cfr Ha 3,3), cioè dall’area del Sinai, sede della grande epifania rivelatrice per Israele. Anche nel Salmo 67 si descriveva "il Signore che viene dal Sinai nel santuario" di Gerusalemme (cfr Ps 67,18). Il suo apparire, secondo una costante della tradizione biblica, è tutto circonfuso di luce (cfr Ha 3,4).

È un’irradiazione del suo mistero trascendente ma che si comunica all’umanità: la luce, infatti, è fuori di noi, non la possiamo afferrare o fermare; eppure essa ci avvolge, illumina e riscalda. Così è Dio, lontano e vicino, inafferrabile eppure accanto a noi, anzi pronto ad essere con noi e in noi. Allo svelarsi della sua maestà risponde dalla terra un coro di lode: è la risposta cosmica, una sorta di preghiera a cui l’uomo dà voce.

La tradizione cristiana ha vissuto questa esperienza interiore non soltanto all’interno della spiritualità personale, ma anche in ardite creazioni artistiche. Tralasciando le maestose cattedrali del medioevo, menzioniamo soprattutto l’arte dell’oriente cristiano con le sue mirabili icone e con le geniali architetture delle sue chiese e dei suoi monasteri.

La chiesa di santa Sofia di Costantinopoli rimane a questo proposito come una sorta di archetipo per quanto concerne la delimitazione dello spazio della preghiera cristiana, in cui la presenza e l’inafferrabilità della luce permettono di avvertire sia l’intimità sia la trascendenza della realtà divina. Essa penetra l’intera comunità orante fin nel midollo delle ossa e insieme l’invita a superare se stessa per immergersi tutta nell’ineffabilità del mistero. Altrettanto significative le proposte artistiche e spirituali, che caratterizzano i monasteri di quella tradizione cristiana. In quei veri e propri spazi sacri - e il pensiero vola immediatamente al Monte Athos - il tempo contiene in sé un segno dell’eternità. Il mistero di Dio si manifesta e si nasconde in quegli spazi attraverso la preghiera continua dei monaci e degli eremiti da sempre ritenuti simili agli angeli.

3. Ma ritorniamo al Cantico del profeta Abacuc. Per l’autore sacro l’ingresso del Signore nel mondo ha un significato preciso. Egli vuole entrare nella storia dell’umanità, "nel corso degli anni", come si ripete per due volte nel versetto 2, per giudicare e rendere migliore questa vicenda, che noi conduciamo in modo così confuso e spesso perverso.

Allora, Dio mostra il suo sdegno (cfr Ha 3,2c) contro il male. E il canto fa riferimento a una serie di interventi divini inesorabili, pur senza specificare se si tratta di azioni dirette o indirette. Si evoca l’esodo di Israele, allorché la cavalleria del faraone fu affondata nel mare (cfr Ha 3,15). Ma si fa balenare anche la prospettiva dell’opera che il Signore sta per compiere nei confronti del nuovo oppressore del suo popolo. L’intervento divino è dipinto in modo quasi "visibile" attraverso una serie di immagini agricole: "Il fico infatti non metterà germogli, nessun prodotto daranno le viti, cesserà il raccolto dell’olivo, i campi non daranno più cibo, i greggi spariranno dagli ovili e le stalle rimarranno senza buoi" (Ha 3,17). Tutto ciò che è segno di pace e di fertilità viene eliminato e il mondo appare come un deserto. È questo un simbolo caro ad altri profeti (cfr Jr 4,19-26 Jr 12,7-13 Jr 14,1-10), per illustrare il giudizio del Signore che non è indifferente di fronte al male, all’oppressione, all’ingiustizia.

4. Davanti all’irruzione divina l’orante rimane atterrito (cfr Ha 3,16), è tutto un fremito, si sente svuotare nell’anima, è colpito da tremore, perché il Dio della giustizia è infallibile, ben diversamente dai giudici terreni.

Ma l’ingresso del Signore ha anche un’altra funzione, che il nostro canto esalta con gioia. Egli, infatti, nel suo sdegno non dimentica la clemenza compassionevole (cfr Ha 3,2). Egli esce dall’orizzonte della sua gloria non solo per distruggere l’arroganza dell’empio, ma anche per salvare il suo popolo e il suo consacrato (cfr Ha 3,13), cioè Israele e il suo re. Egli vuole essere anche liberatore degli oppressi, far sbocciare la speranza nel cuore delle vittime, aprire una nuova era di giustizia.

5. Per questo il nostro cantico, pur essendo segnato dal "tono di lamento", si trasforma in un inno di gioia. Le calamità annunziate mirano infatti alla liberazione dagli oppressori (cfr Ha 3,15). Esse provocano pertanto la gioia del giusto che esclama: "Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio mio salvatore" (Ha 3,18). Lo stesso atteggiamento viene suggerito da Gesù ai suoi discepoli al tempo dei cataclismi apocalittici: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (Lc 21,28).

Nel cantico di Abacuc è bellissimo il versetto finale che esprime la riacquistata serenità. Il Signore è definito - come aveva fatto Davide nel Salmo 17 - non solo come "la forza" del suo fedele, ma anche come colui che gli dona agilità, freschezza, serenità nei pericoli. Davide cantava: "Ti amo, Signore, mia forza… Egli mi ha dato agilità come di cerve, sulle alture mi ha fatto stare saldo" (Ps 17,2 Ps 17,34). Ora il nostro cantore esclama: "Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle alture mi fa camminare" (Ha 3,19). Quando si ha il Signore accanto, non si temono più gli incubi e gli ostacoli, ma si prosegue con passo leggero e con gioia nella via pur aspra della vita.

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Vorrei porgere il benvenuto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi. Vi auguro che il vostro pellegrinaggio al centro della Chiesa universale sia una buona preparazione spirituale alla celebrazione della Solennità della Pentecoste.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione del saluto in lingua croata:

Cari pellegrini croati, vi saluto cordialmente. Benvenuti!

La prossima solennità di Pentecoste, con la quale termina il Tempo pasquale, rafforzi ulteriormente in voi la gratitudine per i molteplici doni, che lo Spirito Santo non cessa di elargire in abbondanza.

A ciascuno di voi e alle vostre famiglie imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Di cuore saluto i pellegrini da Nitra, Bratislava, Komárno e Cadca - Kýcerka.

Cari pellegrini, nel clima di preparazione alla solennità della Pentecoste vi invito ad essere sempre aperti all’azione dello Spirito Santo.

Benedico volentieri voi ed i vostri famigliari in Patria,

Sia lodato Gesù Cristo!
*****


Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto la Delegazione del "Forum delle Associazioni Familiari". Oggi è la Giornata Mondiale della Famiglia - istituita dalle Nazioni Unite nel 1994 - che viene celebrata per la prima volta anche in Italia, per riaffermare il fondamentale ruolo sociale dell’istituto familiare. Carissimi, nel manifestarvi il mio vivo apprezzamento per il vostro generoso impegno, auspico che le Istituzioni riconoscano pienamente i valori della famiglia con politiche tese a promuovere la sua alta funzione. Possa affermarsi sempre più la consapevolezza che il futuro dell’umanità e della Chiesa passa attraverso la famiglia.

Saluto i fedeli di san Marco in Bari, che ricordano il venticinquesimo anniversario di istituzione della loro parrocchia, i pellegrini di S. Giovanni Battista in Acconcia di Curinza. A ciascuno auguro un generoso impegno di testimonianza cristiana a servizio del Vangelo.

Saluto, poi, le giovani che sono accompagnate da don Oreste Benzi. Mentre assicuro loro la mia spirituale vicinanza e preghiera, le incoraggio a proseguire con fiducia nel cammino verso la piena libertà, cardine fondamentale della dignità umana.

Il mio pensiero si rivolge, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Mentre ci prepariamo alla solennità di Pentecoste, esorto voi, cari giovani, ad essere sempre docili all’azione dello Spirito; incoraggio voi, cari malati, ad invocarne la luce e il sostegno nella sofferenza e nella prova; ed auguro a voi, cari sposi novelli, di crescere nell’amore che lo Spirito di Dio riversa nei cuori.

Ringrazio vivamente per gli auguri che mi sono stati presentati e le preghiere che mi sono state assicurate in vista della mia Festa genetliaca. Confido anche sul vostro sostegno spirituale, per proseguire con fedeltà nel ministero che il Signore mi ha affidato.

Grazie ancora di cuore!






Mercoledì, 29 maggio 2002

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Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di soffermarmi oggi con voi sul viaggio apostolico compiuto in Azerbaijan e Bulgaria. Ne porto nell'animo un'eco profonda. Rendo grazie anzitutto al Signore, che mi ha concesso la grazia di realizzarlo. La mia cordiale riconoscenza va poi a quanti lo hanno reso possibile: ai Capi dei due Stati e ai rispettivi Governi, alle Autorità civili e militari, a tutti coloro che hanno collaborato alla sua preparazione e al suo svolgimento. Un grazie speciale rivolgo ai Pastori della Chiesa cattolica nei due Paesi, e l'estendo di cuore a quelli delle Chiese ortodosse, come pure alle guide delle Comunità musulmane ed ebraiche.

Del ricco patrimonio storico e culturale del popolo Azero sono parte integrante le grandi tradizioni religiose: per questo è stato eloquente incontrare a Baku, capitale del Paese, oltre ai rappresentanti della politica, della cultura e dell'arte, anche quelli delle religioni.

La Comunità cattolica dell'Azerbaijan è, inoltre, una delle meno numerose che io abbia visitato. Quel "piccolo gregge" è erede di una tradizione spirituale antichissima, condivisa pacificamente con i fratelli ortodossi, in mezzo ad una popolazione prevalentemente musulmana.

2. Per questo, idealmente richiamandomi all'incontro di Assisi, ho rinnovato da quella terra, vera porta tra Oriente e Occidente, il mio appello per la pace, insistendo perché le religioni si oppongano nettamente ad ogni forma di violenza.

Soprattutto durante la santa Messa a Baku ho percepito chiaramente che anche in Azerbaijan batte il cuore della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

3. La mia visita a Sofia è coincisa con la festa dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi. Dagli inizi dell'evangelizzazione, un solido ponte unisce la Sede di Pietro al popolo bulgaro. E questo legame si è consolidato nel secolo passato, grazie al prezioso servizio reso dal Delegato Apostolico di allora Angelo Roncalli, il beato Giovanni XXIII.

La mia visita, la prima di un Vescovo di Roma, si proponeva anche di rafforzare i vincoli di comunione con la Chiesa ortodossa di Bulgaria, guidata dal Patriarca Maxim, che ho avuto la gioia di incontrate dopo la visita alla Cattedrale Patriarcale.

4. A Sofia ho poi incontrato i rappresentanti della cultura, della scienza e dell'arte nel ricordo dei santi Cirillo e Metodio, i quali seppero coniugare mirabilmente fede e cultura, contribuendo in modo determinante al formarsi delle fondamenta spirituali dell'Europa.

Esempio insigne di questa sintesi tra spiritualità, arte e storia è il Monastero di san Giovanni di Rila, cuore della nazione bulgara e perla del patrimonio culturale mondiale. Recandomi pellegrino in quel luogo santo, ho inteso rendere solenne omaggio al monachesimo orientale, che illumina la Chiesa intera con la sua secolare testimonianza.

5. Culmine del breve ma intenso soggiorno in Bulgaria è stata la Celebrazione eucaristica nella piazza centrale di Plovdiv, durante la quale ho proclamato beati Kamen Vitchev, Pavel Djidjov e Josaphat Chichkov, sacerdoti Agostiniani dell'Assunzione, fucilati nel carcere di Sofia nel 1952, insieme al vescovo Eugenio Bossilkov, già beatificato quattro anni or sono.

Questi coraggiosi testimoni della fede, insieme agli altri martiri del secolo scorso, preparano una nuova primavera della Chiesa in Bulgaria. In questa prospettiva si colloca l'ultimo incontro, quello con i giovani, ai quali ho riproposto il messaggio sempre attuale di Cristo: "Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo" (
Mt 5,13-14). Cristo chiama tutti all'eroismo della santità. Così anche questo mio pellegrinaggio apostolico si è concluso nel segno della santità.

Possa la Chiesa in Azerbaijan e in Bulgaria, come in Europa e nel mondo intero, grazie alla costante intercessione di Maria, Regina dei Santi e dei Martiri, diffondere il buon profumo della santità di Cristo nella varietà delle sue tradizioni e nell'unità di una sola fede e di un solo amore!

Saluti:

To the English-speaking pilgrims present at this Audience, especially those from England and the United States of America, I offer special greetings. Upon all of you I cordially invoke the grace and peace of our Lord Jesus Christ.

J’accueille cordialement les pèlerins francophones, en particulier les jeunes. Que le Christ, qui appelle tous ses disciples à grandir dans la sainteté, vous donne de répondre généreusement à ses appels ! À tous, j’accorde bien volontiers la Bénédiction apostolique.

Herzlich heiße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Euch allen und Euren Lieben daheim sowie allen, die mit uns über Radio Vatikan oder das Fernsehen verbunden sind, erteile ich gerne den Apostolischen Segen.

Uma saudação cordial a todos os peregrinos de língua portuguesa que confio à protecção da Virgem Maria, para que lhes alcance a graça de espalharem o bom odor da santidade de Cristo pelos caminhos da vida, nomeadamente no seio da sua família e comunidade cristã, que abençoo. Ide com Deus!

Saludo a los fieles de lengua española; en especial a los Miembros de la Agrupación Española de Fomento Europeo ¡Qué vuestra peregrinación redunde en abundantes frutos espirituales!


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Ora saluto tutti i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio!
Auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli rafforzi la vostra fede, in modo tale che ognuno possa dare il suo contributo all’evangelizzazione della società odierna.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione del saluto in lingua croata:

Saluto cordialmente il gruppo di croati provenienti dall'Australia, e gli altri pellegrini croati, qui presenti, come pure i rappresentanti della Lega Internazionale di Umanisti, con sede a Dubrovnik, Philadelphia e Sarajevo.
Carissimi, l'amore di Dio verso l'uomo ispiri e guidi costantemente le vostre azioni.
Benedico ciascuno di voi e le vostre famiglie.
Siano lodati Gesù e Maria!


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Praga!
Possa l'intercessione di Santa Zdislava di Lemberk, la cui festa celebriamo domani, far accrescere il numero delle buone famiglie solidamente cristiane. Volentieri vi benedico tutti.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di Banská Bystrica, Gbely e Bánovce nad Bebravou.
Fratelli e sorelle, si è conclusa da qualche giorno la mia visita in Bulgaria, sulle tracce dei santi fratelli Cirillo e Metodio. Non cessate di ringraziare Dio della preziosa eredità cirillo-metodiana, elemento fondamentale della storia e della cultura del vostro Paese.
Benedico volentieri voi ed i vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua rumena:

Rivolgo un cordiale benvenuto al gruppo di studiosi rumeni, giunti a Roma per partecipare ad un Congresso Internazionale.
Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita e di cuore invoco su di voi e sulle vostre famiglie copiose benedizioni dal cielo.

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Do il mio benvenuto ai pellegrini lituani.
Carissimi, il mondo di oggi ha bisogno di riscoprire le sue radici culturali e religiose. La fede ispiri ciascuno di voi a dare il proprio contributo per il rinnovamento della società, affinché il suo sviluppo aiuti l’uomo a riscoprire se stesso e la propria vocazione.
Il Signore vi benedica tutti.
Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Rivolgo un cordiale saluto al gruppo delle Forze Armate Ucraine, accompagnato dal Vescovo Mons. Hlib Lonchyna.
Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita e, mentre invoco ben volentieri su di voi e sulle vostre famiglie la continua assistenza divina, cordialmente vi imparto una speciale Benedizione, che estendo all’intero popolo ucraino.
Sia lodato Gesù Cristo.

*****


Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto le Religiose partecipanti al Corso formativo presso la facoltà "Auxilium", gli allievi della Scuola Sottufficiali della Marina Militare in La Maddalena e i dipendenti della Stazione ferroviaria di Roma - S. Pietro. Tutti ringrazio per la loro partecipazione ed auspico cordialmente che quest’incontro costituisca per ciascuno un’occasione provvidenziale per riaffermare la propria fervida adesione a Cristo e al suo Vangelo.

Saluto ora i giovani, i malati e gli sposi novelli. Il mio pensiero è anzitutto per voi, cari giovani e specialmente per voi, cari bambini della Prima Comunione e cari ragazzi della Cresima, presenti numerosi a questa Udienza. L’incontro con Gesù sia per voi e per i vostri coetanei, che in questo periodo si accostano per la prima volta alla mensa dell’Altare, come pure per coloro che ricevono l’unzione crismale, un invito a crescere nell’amore verso Dio e verso il prossimo.

Voi, cari malati, possiate trarre dall’Eucaristia quel vigore spirituale che vi renda capaci di affrontare ogni prova. E voi, cari sposi novelli, sostenuti dall’intercessione della Vergine Maria, impegnatevi a fare dell’Eucaristia il quotidiano nutrimento della vostra esistenza e il cuore della vostra famiglia.

Si celebra domani la solenne festa del Corpus Domini. Invito i romani e i pellegrini a partecipare numerosi alla celebrazione che avrà luogo, come ogni anno, domani sera a Piazza S. Giovanni in Laterano, come pure alla solenne processione eucaristica che si concluderà a Santa Maria Maggiore.





Mercoledì, 5 giugno 2002: Salmo:: La Gerusalemme riedificata - Lodi Venerdì 2a settimana

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(
Ps 147,12-15 Ps 147,19-20).

1. Il Lauda Jerusalem, or ora proclamato, è caro alla liturgia cristiana. Questa ha spesso intonato il Salmo 147 riferendolo alla Parola di Dio, che "corre veloce" sulla faccia della terra, ma anche all’Eucaristia, vero "fior di frumento" elargito da Dio per «saziare» la fame dell’uomo (cfr Ps 147,14-15).

Origene, in una delle sue omelie, tradotte e diffuse in Occidente da san Girolamo, commentando il nostro Salmo, intrecciava appunto la Parola di Dio e l’Eucaristia: "Noi leggiamo le sante Scritture. Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo; io penso che le sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando egli dice: Chi non mangerà la mia carne e berrà il mio sangue (Jn 6,53), benché queste parole si possano intendere anche del Mistero [eucaristico], tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue è veramente la parola della Scrittura, è l’insegnamento di Dio. Quando ci rechiamo al Mistero [eucaristico], se ne cade una briciola, ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando la Parola di Dio, e ci viene versata nelle orecchie la Parola di Dio e la carne di Cristo e il suo sangue, e noi pensiamo ad altro, in quale grande pericolo non incappiamo?" (74 Omelie sul Libro dei Salmi, Milano 1993, PP 543-544).

Gli studiosi fanno notare che questo Salmo è da collegare al precedente così da costituire un’unica composizione, come appunto accade nell’originale ebraico. Si ha, infatti, un solo e coerente cantico in onore della creazione e della redenzione operate dal Signore. Esso si apre con un gioioso appello alla lode: "Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene" (Ps 146,1).

2. Se fissiamo la nostra attenzione sul brano che ora abbiamo ascoltato, possiamo individuare tre momenti di lode, introdotti da un invito rivolto alla città santa, Gerusalemme, perché glorifichi e lodi il suo Signore (cfr Ps 147,12).

Nel primo momento (cfr Ps 147,13-14) entra in scena l’azione storica di Dio. Essa è descritta attraverso una serie di simboli che rappresentano l’opera di protezione e di sostegno compiuta dal Signore nei confronti della città di Sion e dei suoi figli. Innanzitutto si fa riferimento alle «sbarre» che rinforzano e rendono inviolabili le porte di Gerusalemme. Forse il Salmista fa riferimento a Neemia che fortificò la città santa, ricostruita dopo l’esperienza amara dell’esilio babilonese (cfr Ne 3,3 Ne 3,6 Ne 3,13-15 Ne 4,1-9 Ne 6,15-16 Ne 12,27-43). La porta, tra l’altro, è un segno per indicare l’intera città nella sua compattezza e tranquillità. Al suo interno, raffigurato come un grembo sicuro, i figli di Sion, cioè i cittadini, godono pace e serenità, avvolti nel manto protettivo della benedizione divina.

L’immagine della città gioiosa e tranquilla è esaltata dal dono altissimo e prezioso della pace che rende sicuri i confini. Ma proprio perché per la Bibbia la pace-shalôm non è un concetto negativo, evocatore dell’assenza di guerra, ma un dato positivo di benessere e prosperità, ecco che il Salmista introduce la sazietà col "fior di frumento", cioè col grano eccellente, con le spighe colme di chicchi. Il Signore, dunque, ha rafforzato le difese di Gerusalemme (cfr Ps 87,2), vi ha fatto scendere la sua benedizione (cfr Ps 128,5 Ps 134,3), estendendola a tutto il paese, ha donato la pace (cfr Ps 122,6-8), ha saziato i suoi figli (cfr Ps 132,15).

3. Nella seconda parte del Salmo (cfr Ps 147,15-18), Dio si presenta soprattutto come creatore. Per due volte, infatti, si collega l’opera creatrice alla parola che aveva schiuso l’apparire dell’essere: "Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu… Manda sulla terra la sua parola… Manda una sua parola" (cfr Gn 1,3 Ps 147,15 Ps 147,18).

All’insegna della Parola divina, ecco irrompere e stabilirsi le due stagioni fondamentali. Da un lato, l’ordine del Signore fa scendere sulla terra l’inverno, pittorescamente rappresentato dalla neve candida come la lana, dalla brina simile alla polvere, dalla grandine paragonata a briciole di pane e dal gelo che tutto blocca (cfr Ps 147,16-17). Dall’altro lato, è ancora a un ordine divino a soffiare il vento caldo che porta l’estate e fa sciogliere il ghiaccio: le acque delle piogge e dei torrenti possono così scorrere libere a irrorare la terra e a fecondarla.

La Parola di Dio è, quindi, alla radice del freddo e del caldo, del ciclo delle stagioni e del fluire della vita nella natura. L’umanità è invitata a riconoscere e a ringraziare il Creatore per il dono fondamentale dell’universo, che la circonda, la fa respirare, l’alimenta e sostiene.

4. Si passa, allora, al terzo e ultimo momento del nostro inno di lode (cfr Ps 147,19-20). Si ritorna al Signore della storia da cui si era partiti. La Parola divina porta a Israele un dono ancora più alto e prezioso, quello della Legge, della Rivelazione. Un dono specifico: "Così non ha fatto con nessun altro popolo, non ha manifestato ad altri i suoi precetti" (Ps 147,20).

La Bibbia è, dunque, il tesoro del popolo eletto a cui si deve attingere con amore e adesione fedele. E’ quanto, nel Deuteronomio, Mosè dice agli Ebrei: "E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?" (Dt 4,8).

5. Come si trovano due azioni gloriose di Dio nel creato e nella storia, così esistono due rivelazioni: l’una iscritta nella natura stessa e aperta a tutti, l’altra donata al popolo eletto, che la dovrà testimoniare e comunicare all’intera umanità e che è racchiusa nella Sacra Scrittura. Due rivelazioni distinte, ma unico è Dio e unica è la sua Parola. Tutto è stato fatto per mezzo della Parola - dirà il Prologo del Vangelo di Giovanni - e senza di essa niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. La Parola, però, si è fatta anche «carne», cioè è entrata nella storia, e ha posto la sua tenda in mezzo a noi (cfr Jn 1,3 Jn 1,14).

Saluti:

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Ora saluto tutti i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio!
Auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli, che ricordano la storia del cristianesimo, vi renda più consapevoli della inestimabile ricchezza della fede.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione del saluto in lingua croata:

Cari Fratelli e Sorelle, nella celebrazione della Liturgia delle Ore emerge in modo del tutto particolare la comunione orante di Cristo e della Chiesa. Si tratta, infatti, della preghiera dei figli con il Figlio e nel Figlio. In essa la varietà delle voci si fonde in un coro armonioso e nel cuore di Cristo diventa preghiera gradita al Padre.
Saluto cordialmente i pellegrini croati qui presenti, impartendo a ciascuno di essi e alle loro famiglie la Benedizione Apostolica.
Siano lodati Gesù e Maria!


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un benvenuto ai pellegrini di Veselí nad Moravou.
La tradizione dedica il mese di giugno ad una speciale devozione al Sacro Cuore di Gesù. Affidiamoci a Lui: Gesù mite e umile di cuore, trasforma i nostri cuori ed insegnaci ad amare Dio e il prossimo con generosità.
La Benedizione di Dio scenda su di voi e sui vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto con affetto gli allievi della Scuola cattolica elementare "S. Vincenzo de Paoli" in Levice.
Cari pellegrini, venerdì prossimo celebreremo la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù che é, allo stesso tempo, la giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti. Pregate per i vostri Pastori, perché siano sacerdoti secondo il Cuore di Gesù.
Con questo augurio benedico volentieri voi ed i vostri cari in Patria.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, prima di tutto gli studenti del Liceo Cattolico a Kalocsa.
Sono lieto di vedervi qui a Roma, presso la tomba di san Pietro. Mi auguro che da questo pellegrinaggio tornate nelle vostre case arricchiti nella fede.
Di cuore imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto di cuore i pellegrini lituani, in modo particolare il coro parrocchiale "Salve" di Elektrenai.
Con le parole del Salmo oggi abbiamo lodato Dio che protegge e dà pace alla sua Chiesa, la nuova Gerusalemme. Con questa certezza siate perseveranti e fedeli in tutto alla verità del Vangelo.
Vi accompagni la benedizione del Signore.
Sia lodato Gesù Cristo!

*****


Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In primo luogo, ai religiosi Fatebenefratelli, partecipanti al Corso di aggiornamento per animatori della pastorale vocazionale: carissimi, auspico di cuore che questa utile esperienza arricchisca tutti voi provenienti da vari Paesi e vi aiuti nel servire generosamente Cristo e la Chiesa.

Saluto, poi, voi, cari militari del 6° Reggimento Genio Pionieri, rientrati da una operazione di pace in Kossovo: fate tesoro di questa importante esperienza umana ed operate ogni giorno per la pace e la fraternità tra i popoli.

Dopodomani celebreremo la solennità del Sacro Cuore di Gesù, che ci richiama il mistero dell’Amore divino per gli uomini di ogni tempo. Cari giovani qui presenti, vi saluto con affetto: preparatevi alla scuola del Cuore di Cristo ad affrontare con fiducia gli impegni che vi attendono.
Ringrazio voi, cari ammalati, per l’aiuto spirituale che date al Popolo cristiano, accettando di compiere la volontà di Dio, in feconda unione al sacrificio salvifico del Crocifisso.

Auspico infine per voi, cari sposi novelli, tanta felicità nel camminare quotidianamente fedeli all’amore di Dio, del quale il vostro amore sponsale deve essere sempre eloquente testimonianza.

SALUTO DEL SANTO PADRE AI DIRIGENTI DELLA SOCIETÀ DAIMLER CHRYSLER

Parole di ringraziamento che Giovanni Paolo II rivolge ai Dirigenti della Società Daimler Chrysler per il dono di una nuova Mercedes-Benz ML 430:

Saluto cordialmente i Dirigenti e le Maestranze della Società Daimler Chrysler, e li ringrazio per la nuova vettura panoramica che hanno oggi portato in dono al Papa. A tutti grazie di cuore!








Mercoledì, 12 giugno 2002: Salmo 91: Lode al Signore creatore - Lodi sabato 2a settimana

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(
Ps 91,2-3 Ps 91,6-7 Ps 91,13-14).

1. Al Salmo 91, che ora è risuonato come il canto dell’uomo giusto a Dio creatore, l’antica tradizione ebraica riserva una collocazione particolare. Il titolo apposto al Salmo indica, infatti, che esso è destinato al giorno di sabato (cfr Ps 91,1). E’ quindi l’inno che si eleva al Signore eterno ed eccelso quando, al tramonto del sole del venerdì, si entra nella giornata santa della preghiera, della contemplazione, della quiete serena del corpo e dello spirito.

Al centro del Salmo si erge, solenne e grandiosa, la figura del Dio altissimo (cfr Ps 91,9), attorno al quale si delinea un mondo armonico e pacificato. Davanti a lui è posta anche la persona del giusto che, secondo una concezione cara all’Antico Testamento, viene colmato di benessere, gioia e lunga vita, come naturale conseguenza della sua esistenza onesta e fedele. Si tratta della cosiddetta ‘teoria della retribuzione’, per la quale ogni delitto ha già un castigo sulla terra e ogni atto buono una ricompensa. Anche se c’è in questa visione una componente di verità, tuttavia - come farà intuire Giobbe e come ribadirà Gesù (cfr Jn 9,2-3) - la realtà del dolore umano è molto più complessa e non può essere così facilmente semplificata. La sofferenza umana, infatti, deve essere considerata nella prospettiva dell'eternità.

2. Ma esaminiamo ora questo inno sapienziale dai risvolti liturgici. Esso è costituito da un intenso appello alla lode, al gioioso canto di ringraziamento, alla festosità della musica, scandita dall’arpa a dieci corde, dalla lira e dalla cetra (cfr Ps 91,2-4). L’amore e la fedeltà del Signore devono essere celebrati attraverso il canto liturgico che va condotto "con arte" (cfr Ps 46,8). Questo invito vale anche per le nostre celebrazioni, perché ritrovino uno splendore non solo nelle parole e nei riti, ma anche nelle melodie che le animano.

Dopo questo appello a non spegnere mai il filo interiore ed esteriore della preghiera, vero respiro costante dell’umanità fedele, il Salmo 91 propone, quasi in due ritratti, il profilo dell’empio (cfr Ps 91,7-10) e del giusto (cfr Ps 91,13-16). L’empio, però, è posto di fronte al Signore, "l’eccelso per sempre" (Ps 91,9), che farà perire i suoi nemici e disperderà tutti i malfattori (cfr Ps 91,10). Infatti, solo alla luce divina si riesce a comprendere in profondità il bene e il male, la giustizia e la perversione.

3. La figura del peccatore è delineata con un’immagine vegetale: "I peccatori germogliano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori" (
Ps 91,8). Ma questa fioritura è destinata a inaridirsi e scomparire. Il Salmista, infatti, moltiplica i verbi e i termini che descrivono la distruzione: "Li attende una rovina eterna… I tuoi nemici, o Signore, periranno, saranno dispersi tutti i malfattori" (Ps 91,8 Ps 91,10).

Alla radice di questo esito catastrofico c’è il male profondo che occupa mente e cuore del perverso: "L’uomo insensato non intende e lo stolto non capisce" (Ps 91,7). Gli aggettivi qui usati appartengono al linguaggio sapienziale e denotano la brutalità, la cecità, l’ottusità di chi pensa di poter imperversare sulla faccia delle terra senza remore morali, illudendosi che Dio sia assente e indifferente. L’orante è, invece, certo che il Signore, prima o poi, apparirà all’orizzonte per fare giustizia e piegare l’arroganza dell’insensato (cfr Ps 13).

4. Eccoci, poi, di fronte alla figura del giusto, tratteggiata come in un dipinto vasto e denso di colori. Anche in questo caso si ricorre a un’immagine vegetale, fresca e verdeggiante (cfr Ps 91,13-16). A differenza dell’empio che è come l’erba dei campi rigogliosa ma effimera, il giusto si erge verso il cielo, solido e maestoso come la palma e il cedro del Libano. D’altra parte, i giusti sono "piantati nella casa del Signore" (Ps 91,14), cioè hanno una relazione quanto mai salda e stabile con il tempio e quindi con il Signore, che in esso ha stabilito la sua dimora.

La tradizione cristiana giocherà anche sul duplice significato della parola greca phoinix, usata per tradurre il termine ebraico che indica la palma. Phoinix è il nome greco della palma, ma anche quello dell’uccello che chiamiamo "fenice". Ora, è noto che la fenice era simbolo di immortalità, perché si immaginava che quell’uccello rinascesse dalle sue ceneri. Il cristiano fa una esperienza simile grazie alla sua partecipazione alla morte di Cristo, sorgente di vita nuova (cfr Rm 6,3-4). "Dio… da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo" - dice la Lettera agli Efesini - "Con lui ci ha anche risuscitati" (Ep 2,5-6).

5. Un’altra immagine rappresenta il giusto ed è di tipo animale, destinata ad esaltare la forza che Dio elargisce, anche quando irrompe la vecchiaia: "Tu mi doni la forza di un bufalo, mi cospargi di olio splendente" (Ps 91,11). Da un lato, il dono della potenza divina fa trionfare e dà sicurezza (cfr Ps 91,12); dall’altro, la fronte gloriosa del giusto è consacrata dall’olio che irradia un’energia e una benedizione protettrice. Il Salmo 91 è, quindi, un inno ottimistico, potenziato anche dalla musica e dal canto. Esso celebra la fiducia in Dio che è sorgente di serenità e pace, anche quando si assiste all’apparente successo dell’empio. Una pace che è intatta anche nella vecchiaia (cfr Ps 91,15), stagione vissuta ancora nella fecondità e nella sicurezza.

Concludiamo con le parole di Origene, tradotte da san Gerolamo, che prendono spunto dalla frase in cui il Salmista dice a Dio: "Mi cospargi di olio splendente" (Ps 91,11). Origene commenta: "La nostra vecchiaia ha bisogno dell’olio di Dio. Come quando i nostri corpi sono stanchi, non si rinfrancano che ungendoli d’olio, come la fiammella della lucerna si estingue se non vi aggiungi olio: così anche la fiammella della mia vecchiaia ha bisogno, per crescere, dell’olio della misericordia di Dio. Del resto, anche gli apostoli salgono sul monte dell’Uliveto (cfr Ac 1,12), per ricevere luce dall’olio del Signore, poiché erano stanchi e le loro lucerne avevano bisogno dell’olio del Signore… Perciò preghiamo il Signore perché la nostra vecchiaia, e ogni nostra fatica, e tutte le nostre tenebre siano illuminate dall’olio del Signore" (74 Omelie sul Libro dei Salmi, Milano 1993, PP 280-282, passim).

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Ora saluto i pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio!

Pregate per nuove vocazioni sacerdotali, pregate per i vostri sacerdoti, affinché la loro vita sia segno dell’amore del Signore per ogni uomo.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto con affetto i pellegrini provenienti da Bratislava, Trnava e Cunovo.

Cari fratelli e sorelle, la vostra visita a Roma sia per voi l‘occasione di approfondire la coscienza della vostra appartenenza alla Chiesa Cattolica.

Con questo desiderio imparto la mia Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri familiari.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione del saluto in lingua croata:

Cari Fratelli e Sorelle, nel pregare incessantemente con Cristo e in Lui, la Chiesa manifesta la sua natura autentica di Comunità orante ed implora per la salvezza e la pace dell'umanità intera. Tale preghiera indica, tra l'altro, la presenza del Regno di Dio sulla terra e annuncia i tempi escatologici.

Saluto il gruppo di Ufficiali dell'Esercito Croato con il Vicario Generale dell'Ordinariato Militare nella Repubblica di Croazia, come pure gli altri pellegrini croati, impartendo a essi e alle loro famiglie la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, specialmente quelli che provengono da Tolna.

La recita devota dei salmi sia per tutti noi nutrimento della vita spirituale.

Di cuore imparto a voi la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!
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Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai sacerdoti novelli della diocesi di Brescia. Carissimi, mentre prego il Signore affinché vi sostenga in questo inizio del vostro ministero, vi invito a trasmettere intorno a voi la gioia della corrispondenza generosa e fedele alla divina chiamata.

Saluto poi i fedeli di Porto Legnago e di Castellaro Ligure, ed auspico che questo incontro susciti in ciascuno un rinnovato slancio apostolico, per diffondere ovunque lo spirito del Vangelo.

Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Auguro a voi, cari giovani, di trovare nell’amicizia con Gesù la forza necessaria per prepararvi ad assumere con responsabilità i compiti che vi attendono nella Chiesa e nella società. Esorto voi, cari malati, a considerare le sofferenze e le prove quotidiane come un’opportunità che Dio vi offre per cooperare alla salvezza delle anime. Ed invito voi, cari sposi novelli, a rendere visibile l’amore del Signore nella vostra reciproca fedeltà e nella generosa accoglienza della vita.









Catechesi 79-2005 15502