Catechesi 79-2005 16501

Mercoledì, 16 maggio 2001

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1. Una settimana fa si è concluso il mio pellegrinaggio sulle orme di San Paolo, che mi ha condotto in Grecia, in Siria e a Malta. Sono lieto oggi di soffermarmi con voi su questo evento, che costituisce l'ultima parte dell'itinerario giubilare attraverso i principali luoghi della storia della salvezza. Sono grato a tutti coloro che mi hanno seguito con la preghiera in questo indimenticabile "ritorno alle sorgenti", ove attingere la freschezza dell'iniziale esperienza cristiana.

Rinnovo i sentimenti di cordiale riconoscenza al Presidente della Repubblica Ellenica, Signor Kostas Stephanopoulos, per avermi invitato a visitare la Grecia. Ringrazio il Presidente della Repubblica Araba Siriana, Signor Bashàr Al-Assad, e il Presidente della Repubblica di Malta, Signor Guido De Marco, che mi hanno accolto tanto cortesemente a Damasco e a Valletta.

Ovunque ho voluto testimoniare alle Chiese Ortodosse l'affetto e la stima della Chiesa Cattolica, col desiderio che la memoria delle colpe passate contro la comunione venga pienamente purificata e lasci spazio alla riconciliazione ed alla fraternità. Ho avuto, inoltre, modo di riaffermare la sincera apertura con cui la Chiesa si rivolge ai credenti dell'Islam, ai quali ci unisce l'adorazione dell'unico Dio.

Sento come una grazia particolare quella di aver potuto incontrare, soprattutto nei loro campi di missione, i Vescovi cattolici di Grecia, di Siria, di Malta, e, insieme con loro, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e numerosi fedeli laici. Sulle orme di Paolo, il successore di Pietro ha potuto confortare e incoraggiare quelle Comunità, esortandole alla fedeltà e al tempo stesso all'apertura e alla carità fraterna.

2. Sull'Areopago di Atene sono risuonate le parole del celebre discorso di Paolo riportate negli Atti degli Apostoli. Sono state lette in greco e in inglese, e questo è stato di per sé suggestivo: la lingua greca, infatti, era la più parlata nell'area mediterranea all'inizio del primo millennio, come oggi potrebbe essere considerata quella inglese a livello globale. La "buona notizia" di Cristo, Rivelatore di Dio e Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre, è destinata a tutti gli uomini e le donne della terra, secondo il suo esplicito mandato.

In questo inizio del terzo millennio, l'Areopago di Atene è diventato in un certo senso l'"areopago del mondo", da dove il messaggio cristiano della salvezza viene riproposto a tutti coloro che cercano Dio e sono «timorati» nell'accogliere il suo inesauribile mistero di verità e d'amore. In particolare, mediante la lettura della "Dichiarazione congiunta" che, al termine di un incontro fraterno, ho firmato insieme con Sua Beatitudine Christodoulos, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, è stato rivolto alle genti del continente europeo un appello a non dimenticare le radici cristiane.

Il discorso di Paolo all'Areopago costituisce un modello di inculturazione e come tale conserva intatta la sua attualità. Per questo l'ho riproposto nella Celebrazione eucaristica con la Comunità cattolica in Grecia, richiamando il mirabile esempio dei santi Fratelli Cirillo e Metodio, originari di Salonicco. Essi, ispirandosi con fedeltà e creatività a quel modello, non esitarono a diffondere il Vangelo tra i popoli slavi.

3. Dopo la Grecia, mi sono recato in Siria, là dove, sulla via di Damasco, Cristo risorto apparve a Saulo di Tarso, trasformandolo da feroce persecutore in apostolo instancabile del Vangelo. E' stato un andare alle origini - come per Abramo -, un risalire alla chiamata, alla vocazione. Questo pensavo visitando il Memoriale di San Paolo.La storia di Dio con gli uomini parte sempre da una chiamata, che invita a lasciare se stessi e le proprie sicurezze per incamminarsi verso una nuova terra, fidandosi di Colui che chiama. E' stato così per Abramo, Mosè, Maria, Pietro e gli altri Apostoli. Così anche per Paolo.

La Siria è oggi un Paese abitato prevalentemente da musulmani, che credono in un unico Dio e cercano di sottomettersi a Lui sull'esempio di Abramo a cui essi volentieri si riferiscono (cfr Nostra aetate
NAE 3). Il dialogo interreligioso con l'Islam diventa sempre più importante e necessario, all'inizio del terzo millennio. In tal senso è stata davvero incoraggiante la calorosa accoglienza riservatami dalle autorità civili e dal Gran Mufti, il quale mi ha accompagnato nella storica visita alla Grande Moschea degli Omayyadi, dove si trova il Memoriale di san Giovanni Battista, assai venerato anche dai musulmani.

A Damasco il mio pellegrinaggio ha assunto soprattutto un forte carattere ecumenico, grazie particolarmente alla visita che ho avuto la gioia di compiere nelle rispettive Cattedrali a Sua Beatitudine Ignace IV, Patriarca greco-ortodosso, e a Sua Santità Mor Ignatius Zakka I, Patriarca siro-ortodosso. Nella storica Cattedrale greco-ortodossa della Dormizione della Vergine Maria, poi, abbiamo celebrato un solenne Incontro di preghiera. Con intima commozione ho visto così realizzarsi uno degli scopi principali del pellegrinaggio giubilare, quello cioè di "radunarci nei luoghi della nostra origine comune, per testimoniare Cristo nostra unità (cfr Ut unum sint UUS 23) e confermare il reciproco impegno verso il ristabilimento della piena comunione" (Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza, 11).

4. In Siria non potevo non rivolgere a Dio una speciale supplica per la pace in Medio Oriente, spinto anche, purtroppo, dalla drammatica situazione attuale, che diventa sempre più preoccupante. Mi sono recato, sulle Alture del Golan, nella chiesa di Quneitra semidistrutta dalla guerra, e là ho elevato la mia supplica. In un certo senso, il mio spirito è rimasto là, e la mia preghiera continua e non cesserà fino a quando la vendetta cederà il posto alla riconciliazione e al riconoscimento dei reciproci diritti.

Questa speranza si fonda sulla fede. E' la speranza che ho affidato ai giovani della Siria, che ho avuto la gioia di incontrare proprio la sera prima di lasciare Damasco. Porto nel cuore il calore del loro saluto, e prego il Dio della pace, perché i giovani cristiani, musulmani ed ebrei possano crescere insieme come figli dell'unico Dio.

5. L'ultima tappa del mio pellegrinare sulle orme di Paolo è stata l'Isola di Malta, dove l'Apostolo trascorse tre mesi, dopo il naufragio della nave che lo conduceva prigioniero a Roma (cfr Ac 27,39-28 Ac 27,10). Per la seconda volta, anch'io ho sperimentato la calorosa accoglienza dei Maltesi, e ho avuto la gioia di proclamare Beati due figli del loro popolo - Don Giorgio Preca, Fondatore della Società della Dottrina Cristiana, e Ignazio Falzon, laico catechista - insieme con Suor Maria Adeodata Pisani, religiosa benedettina.

Ancora una volta ho voluto indicare la via della santità quale via maestra per i credenti del terzo millennio. Nel vasto oceano della storia, la Chiesa non teme le sfide e le insidie che incontra nella sua navigazione, se tiene fermo il timone sulla rotta della santità, verso la quale l'ha indirizzata il Grande Giubileo del Duemila (cfr Novo millennio ineunte NM 30).

Che così sia per tutti, grazie anche all'intercessione di Maria, a cui facciamo costante ricorso durante questo mese di maggio, a Lei consacrato. La Vergine aiuti ogni cristiano, ogni famiglia ed ogni comunità a proseguire con rinnovato slancio nel suo impegno di quotidiana fedeltà al Vangelo.

Saluti:

Saluto in lingua croata:

Traduzione del saluto in lingua croata:

Saluto cordialmente i pellegrini provenienti da Dubrovnik e da altre località croate. Benvenuti!

Carissimi, i cristiani sono chiamati a conformare il proprio modo di vivere al Mistero pasquale che celebrano e ad essere sempre ed ovunque con coraggio evangelico messaggeri e sostenitori della speranza, soprattutto nei momenti di particolari difficoltà.

A tutti voi ed alle vostre famiglie imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua slovacca:
Traduzione del saluto in lingua slovacca:

Saluto di cuore i pellegrini slovacchi provenienti da Banská Bystrica e Plavec, gli studenti dell'Università di Comenio da Bratislava e le Suore Scolastiche di Notre Dame di Nové Mesto nad Váhom.

Cari Fratelli e Sorelle, nel mese mariano di maggio vi invito a mettervi alla scuola della Vergine di Nazareth per imparare ad amare Dio e il prossimo ed essere sempre disponibili a compiere la volontà di Dio.

In vista di tale devozione mariana, volentieri vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua neerlandese:

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Adesso saluto i pellegrini neerlandesi e belgi, in particolare S.E.R. Mons. Willem Eijk, Vescovo di Groningen, ed una delegazione del Comitato "Gironingen". Auguro che il vostro pellegrinaggio arricchisca spiritualmente ognuno di voi, e vi renda più consapevoli di essere figli dell’unico Padre celeste, e quindi fratelli gli uni degli altri.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua ucraina:

Rivolgo un cordiale benvenuto al gruppo di giornalisti, scelti dal Governo Ucraino per seguire il prossimo viaggio apostolico che compirò in quella Nazione.

Carissimi, vi ringrazio per la vostra visita ed invoco ben volentieri su di voi, sul vostro impegno professionale e sui vostri cari copiose benedizioni dal Cielo.
* * * * *


Rivolgo un cordiale saluto alle comunità parrocchiali, ai gruppi di studenti e a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti del consorzio "Santi Crispino e Crispiniano" di Vigevano, accompagnati dal Vescovo Mons. Claudio Baggini, venuti per offrire un considerevole quantitativo di calzature da destinare, quale dono del Papa, ai bambini dell'Ucraina. Grazie per questa generosa partecipazione alla mia sollecitudine per quella amata terra, che avrò la gioia di visitare nel prossimo mese di giugno. Iddio ve ne renda merito!

Saluto, poi, i partecipanti al Torneo di tennis "Master Series-Roma", la squadra ciclistica "Amore e vita", i membri dell'Associazione Carabinieri in congedo di Genova e l'Associazione di volontariato "Cieli Azzurri" di Guidonia.

Saluto, inoltre, i giovani, i malati e gli sposi novelli. Siamo a metà maggio, mese dedicato alla Madonna. Maria, che nel Cenacolo attese con gli Apostoli la discesa dello Spirito, vi aiuti, cari giovani, ad accogliere con prontezza la missione che Dio vi affida. La Vergine Santa sostenga voi, cari malati, ad accettare le vostre sofferenze in unione a Cristo. La Madre di Gesù interceda per voi, cari sposi novelli, affinché la vostra famiglia sia un'autentica chiesa domestica, animata dalla luce e dall'amore dello Spirito Santo.






Mercoledì, 23 maggio 2001: Festa degli amici di Dio (Salmo 149 Lodi Domenica I settimana)

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Salmo
Ps 149


1. “Esultino i fedeli nella gloria, sorgano lieti dai loro giacigli”. Questo appello del Salmo 149, che è stato appena proclamato, rimanda ad un’alba che sta per schiudersi e vede i fedeli pronti a intonare la loro lode mattutina. Tale lode è definita, con un’espressione significativa, “un canto nuovo” (Ps 149,1), cioè un inno solenne e perfetto, adatto ai giorni finali, in cui il Signore radunerà i giusti in un mondo rinnovato. Tutto il Salmo è percorso da un’atmosfera festosa, inaugurata già dall’alleluia iniziale e ritmata poi in canto, lode, gioia, danza, suono dei timpani e delle cetre. La preghiera che questo Salmo ispira è l’azione di grazie di un cuore colmo di religiosa esultanza.

2. I protagonisti del Salmo sono chiamati, nell’originale ebraico dell’inno, con due termini caratteristici della spiritualità dell’Antico Testamento. Per tre volte essi sono definiti innanzitutto come hasidim (Ps 149,1 Ps 149,5 Ps 149,9), cioè “i pii, i fedeli”, coloro che rispondono con fedeltà e amore (hesed) all’amore paterno del Signore.

La seconda parte del Salmo desta meraviglia, perché è piena di espressioni belliche. Ci sembra strano che, in uno stesso versetto, il Salmo metta insieme “le lodi di Dio nella bocca” e “la spada a due tagli nelle loro mani” (Ps 149,6). Riflettendo, possiamo capire il perché: il Salmo fu composto per dei “fedeli” che si trovavano impegnati in una lotta di liberazione; combattevano per liberare il loro popolo oppresso e rendergli la possibilità di servire Dio. Durante l’epoca dei Maccabei, nel II secolo a.C., i combattenti per la libertà e per la fede, sottoposti a dura repressione da parte del potere ellenistico, si chiamavano proprio hasidim, “i fedeli” alla Parola di Dio e alle tradizioni dei padri.

3. Nella prospettiva attuale della nostra preghiera questa simbologia bellica diventa un’immagine dell’impegno di noi credenti che, dopo aver cantato a Dio la lode mattutina, ci avviamo per le strade del mondo, in mezzo al male e all’ingiustizia. Purtroppo le forze che si oppongono al Regno di Dio sono imponenti: il Salmista parla di “popoli, genti, capi e nobili”. Eppure egli è fiducioso perché sa di aver accanto il Signore che è il vero Re della storia (Ps 149,2). La sua vittoria sul male è, quindi, certa e sarà il trionfo dell’amore. A questa lotta partecipano tutti gli hasidim, tutti i fedeli e i giusti che con la forza dello Spirito conducono a compimento l’opera mirabile che porta il nome di Regno di Dio.

4. Sant’Agostino, partendo dai riferimenti del Salmo al ‘coro’ e ai ‘timpani e cetre’, commenta: “Che cosa rappresenta un coro? […] Il coro è un complesso di cantori che cantano insieme. Se cantiamo in coro dobbiamo cantare d’accordo. Quando si canta in coro, anche una sola voce stonata ferisce l’uditore e mette confusione nel coro stesso” (Enarr. in PS 149, CCL 40,7,1-4).

E riferendosi poi agli strumenti utilizzati dal Salmista, si chiede: “Perché il Salmista prende in mano il timpano e il salterio?” Risponde: “Perché non soltanto la voce lodi il Signore, ma anche le opere. Quando si prendono il timpano e il salterio, le mani si accordano alla voce. Così per te. Quando canti l’alleluia, devi porgere il pane all’affamato, vestire il nudo, ospitare il pellegrino. Se fai questo, non è solo la voce che canta, ma alla voce si armonizzano le mani, in quanto con le parole concordano le opere” (ibid., 8,1-4).

5. C’è un secondo vocabolo con cui sono definiti gli oranti di questo Salmo: essi sono gli ‘anawim, cioè “i poveri, gli umili” (Ps 149,4). Questa espressione è molto frequente nel Salterio e indica non solo gli oppressi, i miseri, i perseguitati per la giustizia, ma anche coloro che, essendo fedeli agli impegni morali dell’Alleanza con Dio, vengono emarginati da quanti scelgono la violenza, la ricchezza e la prepotenza. In questa luce si comprende che quella dei “poveri” non è soltanto una categoria sociale ma una scelta spirituale. Questo è il senso della celebre prima Beatitudine: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5,3). Già il profeta Sofonia si rivolgeva così agli ‘anawim: “Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore” (So 2,3).

6. Ebbene, il “giorno dell’ira del Signore” è proprio quello descritto nella seconda parte del Salmo quando i “poveri” si schierano dalla parte di Dio per lottare contro il male. Essi, da soli, non hanno la forza sufficiente, né i mezzi, né le strategie necessarie per opporsi all’irrompere del male. Eppure la frase del Salmista non ammette esitazioni: “Il Signore ama il suo popolo, incorona gli umili (‘anawim)di vittoria” (Ps 149,4). Si configura idealmente quanto l’apostolo Paolo dichiara ai Corinzi: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono” (1Co 1,28).

Con questa fiducia “i figli di Sion” (Ps 149,2), hasidim e ‘anawim, cioè i fedeli e i poveri, si avviano a vivere la loro testimonianza nel mondo e nella storia. Il canto di Maria nel Vangelo di Luca - il Magnificat - è l’eco dei migliori sentimenti dei “figli di Sion”: lode gioiosa a Dio Salvatore, azione di grazie per le grandi cose operate in lei dal Potente, lotta contro le forze malvagie, solidarietà con i poveri, fedeltà al Dio dell’Alleanza (cfr Lc 1,46-55).

Saluti:

Saluto in lingua croata:

Traduzione del saluto in lingua croata:

Con cordiali parole di benvenuto, rivolgo il mio saluto ai pellegrini della Parrocchia dell'Assunzione di Maria in Remete.

Carissimi, la speranza cristiana deve animare l'intera vita dei discepoli di Cristo e il loro impegno nella Chiesa, nella famiglia e nella società civile. I cristiani sono infatti chiamati ad essere uomini di speranza viva e costruttiva, nutrita dalla fede.

Vi accompagni sempre la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua ceca:
Traduzione del saluto in lingua ceca:

Do il mio benvenuto ai pellegrini di Praga, della Parrocchia di Šumperk, e ai fedeli di Píšt' - qui giunti per far benedire due "corone Mariane".

Ci stiamo preparando alla celebrazione dell'Ascensione del Signore. Cristo ritorna alla gloria che Gli appartiene, ma vi ritorna con la natura umana assunta da Maria. In questo senso l'Ascensione è per noi un messaggio di speranza.

Benedico di cuore tutti voi.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua neerlandese:
Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Adesso saluto tutti i pellegrini neerlandesi e belgi. Auguro che la vostra visita alle tombe degli Apostoli rafforzi la vostra vocazione cristiana, e vi aiuti a rispondere più adeguatamente a questo dono della grazia divina.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo !

Saluto in lingua ungherese:
Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, specialmente quelli che sono arrivati da Szombathely.

I fedeli ed i poveri erediteranno il Regno dei Cieli. Di questo abbiamo meditato nella Catechesi odierna.

Di cuore imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua lituana:
Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto di cuore i pellegrini lituani!

Quali discepoli di Cristo, vivete secondo la verità, affinchè il mondo possa riconoscere in voi il Padre Eterno, e lo Spirito Santo vi guidi all’amore perfetto, nel quale Dio risplende di luce inestinguibile.

Vi benedico tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovacca:

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Do il cordiale benvenuto a un gruppo di pellegrini slovacchi da Michalovce e dintorni.

Cari fratelli e sorelle, domani la Chiesa celebra la festa dell’Ascensione del Signore. Egli ha preparato un posto per tutti e ci attende. I nostri pensieri e le nostre opere siano rivolti verso la patria celeste.

Sulla via verso questa meta vi accompagni la mia Benedizione Apostolica che volentieri imparto a voi e alle vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo!

* * * * *


Nel rivolgermi ai pellegrini italiani, saluto innanzitutto un gruppo speciale di partecipanti a questa Udienza: gli Arcivescovi e Vescovi Salesiani, convocati per la prima volta a riflettere insieme sul carisma di Don Bosco nel servizio episcopale.

La perenne attualità del progetto educativo di Don Bosco, padre e maestro dei giovani, ha animato la carità pastorale di tanti Vescovi Salesiani che, a cominciare dal grande missionario Cardinale Giovanni Cagliero, si sono impegnati nell'evangelizzazione, spesso in luoghi considerati di frontiera. Anche la dimensione del martirio ha accompagnato l'azione missionaria dei figli di Don Bosco, dal Vescovo Mons. Luigi Versiglia, che ho avuto la gioia di canonizzare il 1° ottobre dell'anno giubilare, fino ai tre Confratelli indiani sacrificati recentemente a Imphal, nell'India Nord-Orientale. Esprimo ancora una volta la mia sentita partecipazione al dolore della Congregazione per questi suoi figli barbaramente uccisi ed esorto tutti i Salesiani a perseverare con coraggio nella loro testimonianza a Cristo e al Vangelo. Carissimi Fratelli nell'Episcopato, affido voi e quanti compongono le vostre Comunità diocesane alla protezione materna di Maria, Ausiliatrice dei cristiani e Stella dell'evangelizzazione. Guidati da Lei, recate dappertutto il Vangelo del suo Figlio, unico Redentore del mondo. Vi accompagno con la preghiera e di cuore benedico voi e coloro che in tante regioni della terra vi coadiuvano nel vostro ministero.

Un particolare saluto rivolgo, poi, ai sacerdoti e ai seminaristi che, provenendo da diverse nazioni del mondo, durante quest'anno hanno frequentato la scuola sacerdotale nella cittadella di Loppiano, espressione del Movimento dei Focolari. Carissimi, tornando nelle rispettive diocesi, sappiate mettere a frutto l'interessante esperienza di comunione sacerdotale che avete vissuto insieme in terra italiana.

Saluto i responsabili e il personale dell'associazione culturale Shakespeare and Company 2, insieme con gli studiosi che hanno preso parte, nell'ottobre del 1977, al convegno sulla figura del Papa Sisto IV della Rovere. Grazie, carissimi, per la vostra presenza e per il gradito dono del volume contenente gli Atti dell'importante simposio culturale.

Il mio pensiero va anche ai promotori del premio "San Donnino d'oro", venuti con i tre premiati di quest'anno e un folto gruppo di familiari e amici.

Desidero, infine, salutare i giovani, i malati e gli sposi novelli. Celebreremo domani la festa dell'Ascensione del Signore. Invito voi, cari giovani, ad apprendere da questa solenne Festa a vivere protesi verso il Cielo, ponendo sempre al primo posto "le cose di lassù". Esorto voi, cari malati, a seguire con fiducia Gesù crocifisso, certi che, se gli siamo fedeli sulla terra, parteciperemo alla sua gloria nel Cielo. Infine, auguro a voi, cari sposi novelli, di crescere sempre più nella conoscenza di Cristo e nell'ascolto della sua parola, perché il vostro amore rimanga fedele e aperto alla vita.









Mercoledì 30 maggio 2001: Salmo 5 : Lodi Lunedì 1ª settimana

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Ps 5

1. ‘Al mattino, ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa’. Con queste parole il Salmo 5 si presenta come una preghiera del mattino e per tanto si colloca bene nella liturgia delle Lodi, il canto del fedele all’inizio della giornata. La tonalità di fondo di questa supplica è bensì segnata dalla tensione e dall’ansia per i pericoli e le amarezze che stanno per sopraggiungere. Ma non viene meno la fiducia in Dio, sempre pronto a sostenere il suo fedele perché non inciampi nel cammino della vita.

‘Nessuno, se non la Chiesa, possiede una tale fiducia’ (Girolamo, Tractatus LIX in psalmos, 5,27: PL 26,829). E sant’Agostino, richiamando l’attenzione sul titolo che viene premesso al Salmo, titolo che nella sua versione latina recita: Per colei che riceve l’eredità, spiega: ‘Si tratta dunque della Chiesa che riceve in eredità la vita eterna per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, in modo che essa possiede Dio stesso, aderisce a lui, e trova in lui la sua felicità, secondo quanto sta scritto: ‘Beati i miti perché possederanno la terra’ (Mt 5,4). (Enarr. in PS 5, CCL 38,1,2-3).

2. Come spesso accade nei Salmi di ‘supplica’ rivolti al Signore per essere liberati dal male, tre sono i personaggi che entrano in scena in questo Salmo. Ecco innanzitutto apparire Dio (Ps 149,2-7), il Tu per eccellenza del Salmo, a cui l’orante si rivolge con fiducia. Di fronte agli incubi di una giornata faticosa e forse pericolosa emerge una certezza. Il Signore è un Dio coerente, rigoroso nei confronti dell’ingiustizia, alieno da ogni compromesso col male: ‘Tu non sei un Dio che si compiace del male’ (Ps 149,5).

Una lunga lista di persone cattive - il malvagio, lo stolto, chi fa il male, il bugiardo, il sanguinario, l’ingannatore - sfila davanti allo sguardo del Signore. Egli è il Dio santo e giusto e si schiera dalla parte di chi percorre le vie della verità e dell’amore, opponendosi a chi sceglie ‘i sentieri che conducono verso il regno delle ombre’ (cfr Pr 2,18). Il fedele, allora, non si sente solo e abbandonato quando affronterà la città, penetrando nella società e nel groviglio delle vicende quotidiane.

3. Nei versetti 8-9 della nostra preghiera mattutina il secondo personaggio, l’orante, presenta se stesso con un Io, rivelando che tutta la sua persona è dedicata a Dio e alla sua ‘grande misericordia’. Egli è certo che le porte del tempio, cioè il luogo della comunione e dell'intimità divina, sbarrate per gli empi, sono spalancate davanti a lui. Egli vi entra per gustare la sicurezza della protezione divina, mentre fuori il male imperversa e celebra i suoi apparenti ed effimeri trionfi.

Dalla preghiera mattutina nel tempio il fedele riceve la carica interiore per affrontare un mondo spesso ostile. Il Signore stesso lo prenderà per mano e lo guiderà per le strade della città, anzi gli ‘spianerà il cammino’, come dice il Salmista con un’immagine semplice ma suggestiva. Nell’originale ebraico questa serena fiducia si fonda su due termini (hésed e sedaqáh): ‘misericordia o fedeltà’ da una parte, e ‘giustizia o salvezza’ dall’altra. Sono le parole tipiche per celebrare l’alleanza che unisce il Signore al suo popolo e ai singoli fedeli.

4. Ecco, infine, profilarsi all’orizzonte l’oscura figura del terzo attore di questo dramma quotidiano: sono i nemici, i malvagi, che già erano sullo sfondo nei versetti precedenti. Dopo il ‘Tu’ di Dio e l’Io’ dell’orante, c’è ora un Essi che indica una massa ostile, simbolo del male del mondo (Ps 149,10-11). La loro fisionomia è tratteggiata sulla base di un elemento fondamentale nella comunicazione sociale, la parola. Quattro elementi - bocca, cuore, gola, lingua - esprimono la radicalità della malizia insita nelle loro scelte. La loro bocca è colma di falsità, il loro cuore macchina costantemente perfidie, la loro gola è come un sepolcro aperto, pronta a volere solo la morte, la loro lingua è seducente, ma ‘è piena di veleno mortale’ (Jc 3,8).

5. Dopo questo aspro e realistico ritratto del perverso che attenta al giusto, il Salmista invoca la condanna divina in un versetto (Ps 149,11), che la liturgia cristiana omette, volendo in tal modo conformarsi alla rivelazione neotestamentaria dell’amore misericordioso, che offre anche al malvagio la possibilità della conversione.

La preghiera del Salmista conosce a questo punto una finale piena di luce e di pace (Ps 149,12-13), dopo l’oscuro profilo del peccatore appena disegnato. Un’onda di serenità e di gioia avvolge chi è fedele al Signore. La giornata che ora si apre davanti al credente, anche se segnata da fatiche e ansie, avrà sempre su di sé il sole della benedizione divina. Il Salmista, che conosce in profondità il cuore e lo stile di Dio, non ha alcun dubbio: ‘Signore, tu benedici il giusto: come scudo lo copre la tua benevolenza’ (Ps 149,13).

Saluti:


Saluto in lingua croata:
Traduzione del saluto in lingua croata:

Saluto cordialmente i gruppi di pellegrini croati provenienti da Varazdin, Zagreb, Zadar, Stolac, Domanovici e Gradina. Benvenuti!

Carissimi, la speranza è dono dello Spirito Santo elargito ai discepoli di Cristo. Essa è inseparabile dalla fede e dalla carità. La fedeltà a tale dono in mezzo alle angustie del mondo va sostenuta con l'adesione ferma al Vangelo e l'unità costante con il Vescovo locale ed i sacerdoti, suoi collaboratori nella guida del Popolo di Dio.

Imparto di cuore la Benedizione Apostolica a ciascuno di voi ed alle vostre famiglie.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua ceca:
Traduzione del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di Hošt'álkovice, della Casa della Gioventù, di Jihlava, e dell'Università di Ostrava!

Possa l'intercessione di Santa Zdislava di Lemberk, la cui festa celebriamo proprio oggi, far accrescere il numero delle buone famiglie solidamente cristiane. Volentieri vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua neerlandese:
Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Adesso vorrei salutare i pellegrini neerlandesi e belgi. Auguro che la vostra visita alle tombe degli Apostoli vi renda più consapevoli dell’azione dello Spirito nella vita della Chiesa, affinché, per intercessione della Vergine Maria, possiate partecipare più intensamente alla vita della Chiesa.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovena:
Traduzione italiana del saluto in lingua slovena:

Vi saluto, sportivi sloveni, che avete raggiunto con Davo Karnicar e Jurij Gorjanc la cima del Monte Everest. Possa il successo alpinistico fortificarvi culturalmente e spiritualmente.

Con questo auspicio, vi imparto la mia Benedizione Apostolica.

Saluto in lingua lituana:
Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto i fedeli da Lituania!

Terminando il mese di maggio, nel quale in modo speciale abbiamo ricordato la Vergine Maria, domani celebreremo la sua Visitazione da Elisabetta. Nei cuori di tutti voi sia viva la gioia e la fedeltà di Maria, affinché a suo esempio possiate essere annunciatori coraggiosi dell’amore di Dio. Con questo augurio vi benedico tutti.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovacca:
Traduzione del saluto in lingua slovacca:

Di cuore saluto i pellegrini dalla Slovacchia: da Dubnica nad Váhom, dalla Scuola cattolica elementare di Anton Bernolák da Nové Zámky e dalla scuola cattolica elementare di S. Vincenzo da Levice.

Fratelli e sorelle, domenica prossima celebriamo la Solennità della Pentecoste. Preghiamo Dio che mandi i doni del suo Spirito nei nostri cuori perché possiamo divenire testimoni coraggiosi della nostra fede cristiana.

Volentieri benedico voi e le vostre famiglie in Patria.

Sia lodato Gesù Cristo!
* * * * *


Rivolgo, ora, un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti del "Comitato di Collegamento dei Cattolici per una Civiltà dell'amore" che, unitamente alla categoria dei Fiorai, promuovono in questi giorni un'interessante iniziativa, denominata "una palma per la civiltà dell'amore", in favore delle famiglie più bisognose del sud del mondo. Auspico che tale iniziativa contribuisca a rafforzare in coloro che vi aderiscono un serio impegno di testimonianza evangelica e di fraterna solidarietà.

Saluto voi, cari sacerdoti e religiose, che partecipate al "Corso di animazione missionaria" organizzato dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; come pure voi, care Suore che frequentate il corso annuale per formatrici presso la Facoltà "Auxilium" di Roma. Sia a voi, sacerdoti, che a voi, religiose, dico: Annunciate con coraggio il messaggio del Vangelo e testimoniate dappertutto che la fede cristiana risponde pienamente alle speranze e alle attese profonde dell'uomo e della società.

Saluto anche i numerosi membri del casato "Pallottino" di Roma, come pure i fedeli della Parrocchia "Maris Stella" di Conversano, che ricordano il 25° anniversario di fondazione della loro comunità. Invoco su ciascuno la continua assistenza divina.

Rivolgo, infine, un affettuoso pensiero ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.Carissimi, la Chiesa ricorda oggi la Visitazione della Beata Vergine. Maria si reca dall'anziana parente per renderle servizio. Diviene così per noi esempio e modello di premura verso chi è nel bisogno.

Cari giovani, guardate a Maria per imparare, come Lei, a crescere nella fedele adesione a Cristo e nell'amore verso i fratelli. La Vergine Santissima aiuti voi, cari malati, a fare della vostra sofferenza un'offerta al Padre celeste, in unione a Cristo crocifisso. Sorretti dalla sua materna intercessione, voi, cari sposi novelli, ispiratevi sempre al Vangelo per rafforzare la vostra unione coniugale e aprirvi alle esigenze del prossimo bisognoso.






Catechesi 79-2005 16501