Catechesi 79-2005 10903

Mercoledì, 10 settembre 2003: Ez 36,24-28: Dio rinnoverà il suo popolo - Lodi sabato 4a settimana

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(Lettura:
Ez 36,24-27)

1. Il Cantico ora risuonato nelle nostre orecchie e nei nostri cuori, è stato composto da uno dei grandi profeti di Israele. Si tratta di Ezechiele, testimone di una delle epoche più tragiche vissute dal popolo ebraico: quella del crollo del regno di Giuda e della sua capitale Gerusalemme, a cui ha fatto seguito la vicenda amara dell’esilio babilonese (sesto secolo a.C.). Dal capitolo 36 di Ezechiele è estratto il brano che è entrato a far parte della preghiera cristiana delle Lodi.

Il contesto di questa pagina, trasformata in inno dalla liturgia, vuole cogliere il senso profondo della tragedia vissuta dal popolo in quegli anni. Il peccato di idolatria aveva contaminato la terra data in eredità dal Signore a Israele. Esso, più che altre cause, è responsabile, in ultima analisi, della perdita della patria e della dispersione tra le nazioni. Dio, infatti, non è indifferente di fronte al bene e al male; egli entra misteriosamente in scena nella storia dell’umanità col suo giudizio che, prima o poi, smaschera il male, difende le vittime, indica la via della giustizia.

2. Ma la meta dell’azione di Dio non è mai la rovina, la condanna pura e semplice, l’annientamento del peccatore. È lo stesso profeta Ezechiele a riferire queste parole divine: «Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?… Io non godo della morte di chi muore. Convertitevi e vivrete» (Ez 18,23 Ez 18,32). In questa luce si riesce a comprendere il significato del nostro Cantico, colmo di speranza e di salvezza. Dopo la purificazione mediante la prova e la sofferenza, sta per sorgere l’alba di una nuova èra, che già aveva annunziato il profeta Geremia parlando di una «nuova alleanza» tra il Signore e Israele (cfr Jr 31,31-34). Lo stesso Ezechiele, nel capitolo 11 del suo libro profetico, aveva proclamato queste parole divine: «Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio» (Ez 11,19-20).

Nel nostro Cantico (cfr Ez 36,24-28) il profeta riprende questo oracolo e lo completa con una precisazione stupenda: lo «spirito nuovo» dato da Dio ai figli del suo popolo sarà il suo Spirito, lo Spirito di Dio stesso (cfr Ez 36,27).

3. Si annunzia, quindi, non solo una purificazione, espressa attraverso il segno dell’acqua che lava le sozzure della coscienza. Non si ha soltanto l’aspetto, pur necessario, della liberazione dal male e dal peccato (cfr Ez 36,25). L’accento del messaggio di Ezechiele verte soprattutto su un altro aspetto ben più sorprendente. L’umanità, infatti, è destinata a nascere ad una nuova esistenza. Il primo simbolo è quello del «cuore» che, nel linguaggio biblico, rimanda all’interiorità, alla coscienza personale. Dal nostro petto verrà strappato il «cuore di pietra», gelido e insensibile, segno dell’ostinazione nel male. Dio vi immetterà un «cuore di carne», cioè una sorgente di vita e di amore (cfr Ez 36,26). Allo spirito vitale, che nella creazione ci aveva reso creature viventi (cfr Gn 2,7), subentrerà nella nuova economia di grazia lo Spirito Santo che ci sorregge, ci muove, ci guida verso la luce della verità e versa «l’amore di Dio nei nostri cuori» (Rm 5,5).

4. Emergerà, così, quella «nuova creazione» che sarà descritta da san Paolo (cfr 2Co 5,17 Ga 6,15), quando affermerà la morte in noi dell’«uomo vecchio», del «corpo del peccato», perché «non siamo più schiavi del peccato» ma creature nuove, trasformate dallo Spirito di Cristo risorto: «Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore» (Col 3,9-10 cfr Rm 6,6). Il profeta Ezechiele annuncia un nuovo popolo, che il Nuovo Testamento vedrà convocato da Dio stesso attraverso l’opera del Figlio suo. Questa comunità dal «cuore di carne» e dallo «spirito» infuso sperimenterà una presenza viva e operante di Dio stesso, che animerà i credenti agendo in loro con la sua grazia efficace. «Chi osserva i suoi comandamenti - dirà san Giovanni - dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato» (1Jn 3,24).

5. Concludiamo la nostra meditazione sul Cantico di Ezechiele ascoltando san Cirillo di Gerusalemme che, nella sua Terza catechesi battesimale, intravede nella pagina profetica il popolo del battesimo cristiano.

Nel battesimo - ricorda - vengono rimessi tutti i peccati, anche le trasgressioni più gravi. Per questo il Vescovo si rivolge ai suoi ascoltatori: «Abbi fiducia, Gerusalemme, il Signore eliminerà le tue iniquità (cfr So 3,14-15). Il Signore laverà le vostre brutture…; "spargerà su di voi acqua pura e sarete purificati da ogni peccato" (Ez 36,25). Gli angeli vi fanno corona esultanti e presto canteranno: "Chi è costei che ascende immacolata, appoggiata al suo diletto?" (Ct 8,5). Costei, infatti, è l’anima già schiava ed ora libera di chiamare fratello adottivo il suo Signore, che accogliendone il proposito sincero le dice: "Ecco, ora sei bella, quanto bella!" (Ct 4,1)… Così egli esclama alludendo ai frutti di una confessione fatta con buona coscienza… Voglia il cielo che tutti… manteniate vivo il ricordo di queste parole e ne traiate frutto traducendole in opere sante per presentarvi irreprensibili al mistico Sposo e ottenere dal Padre il perdono dei peccati» (n. 16: Le catechesi, Roma 1993, PP 79-80).

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dalla Moravia; molto volentieri li benedico tutti!

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovena:

Saluto i partecipanti al simposio dedicato al vescovo di Ljubljana dr. Janez Karel Herberstein. Che i frutti del vostro lavoro siano a beneficio dell'intera comunità ecclesiale e nazionale slovena. Insieme con voi saluto anche gli studenti del "Ginnasio vescovile Anton Martin Slomšek" di Maribor. A tutti la mia benedizione apostolica!



Traduzione italiana del saluto in lingua rumena:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli provenienti dalla Romania assicurando per ciascuno un ricordo nella preghiera. Di cuore benedico voi e i vostri cari.


Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Il mio cordiale benvenuto va a tutti i miei connazionali. Saluto in modo particolare i Vigili del Fuoco che sono giunti da diverse parti della Polonia. Questo benemerito corpo, in Polonia, è un’istituzione che gode di una ricca tradizione. Fra i miei ricordi giovanili i vigili del fuoco mantenevano vivo il contatto con le parrocchie e con la Chiesa. Mi rallegro, dunque, che anche oggi questo legame continui.

Il vostro lavoro è difficile e pericoloso. Richiede forza d’animo e grande coraggio. Sono lieto che nella fede e nella fiducia in Dio voi cercate la vera fonte della vostra forza e l’aiuto efficace nel vostro lavoro. Ricordate che soccorrendo l’uomo e i beni che possiede, mettendo a rischio anche la vostra vita, voi avete il premio promesso dal Signore per coloro che offrono la propria vita per i fratelli per i quali Cristo è morto.

Vi ringrazio per il vostro servizio pieno di spirito di sacrificio e di zelo. Vi affido tutti alla Regina di Polonia di Jasna Gora e all’intercessione di San Floriano, vostro Patrono. Dio benedica voi e tutti i presenti. Sia lodato Gesù Cristo.

***


Rivolgo ora il mio saluto ai pellegrini di lingua italiana. Con particolare affetto saluto i rappresentanti dell’Azione Cattolica provenienti da diverse diocesi. Carissimi, la Chiesa ha bisogno di voi, che avete fatto della parrocchia il luogo in cui esprimere giorno per giorno una dedizione evangelica fedele e generosa.

Saluto poi voi, soci delle Società Operaie di Mutuo Soccorso, convenuti così numerosi nel centenario di fondazione della vostra associazione, e voi, partecipanti al convegno della Confederazione Coldiretti. A tutti auguro di lasciarvi sempre illuminare da Cristo, per poter rendere testimonianza della sua presenza salvifica negli ambienti in cui operate.

Saluto infine voi, giovani, ammalati e sposi novelli.

Ieri l’altro abbiamo celebrato la festa della Natività della Vergine e dopo domani commemoreremo il suo Santo Nome. La celeste Madre di Dio vi guidi e vi sostenga sul cammino d’una sempre più perfetta adesione a Cristo e al suo Vangelo.

Mi accingo domani a compiere con grande speranza il mio terzo viaggio apostolico in Slovacchia, terra arricchita dalla testimonianza di eroici discepoli di Cristo, che hanno lasciato eloquenti impronte di santità nella storia della Nazione.

Carissimi Fratelli e Sorelle, vi invito ad accompagnarmi con la preghiera. Affido questo Viaggio apostolico alla Madre del Redentore, tanto venerata in Slovacchia. Sia Lei a guidare i miei passi e ottenga per il popolo slovacco una rinnovata primavera di fede e di civile progresso.





Mercoledì, 17 settembre 2003: Viaggio apostolico nella Repubblica Slovacca

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Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Vorrei quest’oggi soffermarmi con voi sul viaggio apostolico, che la scorsa settimana ho avuto la gioia di compiere in Slovacchia. Rendo grazie al Signore, che per la terza volta mi ha concesso di visitare quel nobile Paese. Rinnovo l’espressione dei miei grati sentimenti a tutti coloro che mi hanno accolto con tanta cordialità. Ringrazio anzitutto i venerati Fratelli nell’Episcopato, il signor Presidente della Repubblica e le altre Autorità, come pure quanti hanno curato ogni aspetto del mio soggiorno in quella Terra.

2. Fedele a Cristo e alla Chiesa: così si presenta la Slovacchia nella sua storia. Andando di persona, ho voluto confermarla in questa fedeltà, mentre si avvia fiduciosa verso l’avvenire. Con piacere ho potuto ammirare lo sviluppo economico e sociale che è stato realizzato in questi anni. Sono certo che, entrando nell’Unione Europea, il popolo slovacco saprà offrire alla costruzione dell’Europa un suo valido contributo anche sul piano dei valori. Grazie a Dio, infatti, possiede un ricco patrimonio spirituale, che, nonostante la dura persecuzione subita nel passato, ha saputo saldamente conservare. Ne è eloquente testimonianza la promettente fioritura di vita cristiana e di vocazioni sacerdotali e religiose, che oggi si riscontra. Prego perché quest’amata Nazione prosegua fiduciosa tale cammino.

3. Prima tappa del mio pellegrinaggio è stata la visita alla Cattedrale di Trnava, chiesa madre dell’Arcidiocesi di Bratislava-Trnava. Da quel tempio, dedicato a san Giovanni Battista, ho chiesto ai cristiani di essere sempre più intrepidi testimoni del Vangelo.

Le giornate successive hanno avuto al centro Celebrazioni eucaristiche belle e suggestive, ben curate nella liturgia e nei canti, con un’intensa e devota partecipazione da parte del popolo cristiano. La prima si è svolta nella piazza di Banská Bystrica, nel cuore del Paese. Commentando il Vangelo dell’Annunciazione, ho sottolineato l’esigenza di coltivare, a partire dalla famiglia, una libertà matura. Solo così si è in grado di rispondere alla chiamata di Dio, sull’esempio della Vergine Maria.

Sempre a Banská Bystrica ho incontrato i Membri della Conferenza Episcopale di Slovacchia. Li ho incoraggiati a proseguire nella vasta opera di promozione della vita cristiana, dopo gli anni bui dell’isolamento e della dittatura comunista.

4. Mi sono recato poi a Rožnava, capoluogo di una regione agricola. Assai eloquente, in quel contesto, è risuonata la parabola evangelica del seminatore. Sì! La Parola di Dio è seme di vita nuova. Rivolgendomi in modo particolare ai contadini, ho sottolineato quanto importante sia il loro apporto alla costruzione della Nazione. Occorre però che restino ben solidamente radicati nella loro secolare tradizione cristiana. Ugualmente a Rožnava, mi è stato dato di salutare una folta comunità di lingua ungherese.

L’ultima e principale sosta di questo mio viaggio apostolico, è avvenuta nella capitale Bratislava.Durante una solenne Santa Messa, ho avuto la gioia di beatificare due figli di quella terra: il Vescovo Vasil’ Hopko e Suor Zdenka Cecilia Schelingová, vittime di atroci persecuzioni negli anni ’50 da parte del regime comunista; entrambi testimoni della fede del XX secolo, elevati all’onore degli altari proprio nel giorno dell’Esaltazione della Santa Croce. Essi ricordano che il popolo slovacco, nei momenti drammatici della sofferenza, ha trovato forza e speranza nella Croce di Cristo: O Crux, ave spes unica!

5. Sostegno della Chiesa in Slovacchia è stata la Madonna Addolorata, sua Patrona principale. Uniti a Lei, rimasta accanto al Figlio sul Calvario, i nostri fratelli slovacchi, anche in questa nostra epoca, intendono restare fedeli a Cristo e alla Chiesa. La Vergine Addolorata protegga la Slovacchia, perché custodisca gelosamente il Vangelo, il bene più prezioso da annunciare e testimoniare con la santità della vita.

Iddio ti benedica, cara Slovacchia! Grazie per il tuo amore alla Chiesa e al Successore di Pietro!

Saluti:



Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai giovani e ai pellegrini di Jihlava.

Ieri abbiamo celebrato la festa della Santa duchessa Ludmilla, la quale sigillò con il martirio la diffusione del cristianesimo nella vostra Patria.

Per sua intercessione benedico voi e la vostra Terra!

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovena:

Saluto cordialmente gli alunni e i professori del Ginnasio classico vescovile di Šentvid a Ljubljana. L’incontro con i monumenti di Roma arricchisca e dilati i vostri orizzonti di vita.

A voi e a tutti i vostri cari la mia speciale benedizione apostolica.




Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i fedeli provenienti da Tusnádfürdô.

La Vergine Addolorata, festeggiata l’altro giorno, vi custodisca nella fede e nell’amore.

Con la Benedizione Apostolica! Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto con gioia i pellegrini lituani!

Carissimi, ponetevi in costante ascolto della parola di Dio, affinché la vostra vita cristiana possa portare abbondanti frutti spirituali.

Di cuore benedico tutti voi e i vostri cari!

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i miei connazionali. Oggi ho dedicato la Catechesi al ricordo del mio ultimo viaggio in Slovacchia, paese a me così vicino e fraterno.

Oggi saluto particolarmente di cuore il Seminario Maggiore di Lódz, in visita qui a Roma con il suo Pastore, l’Arcivescovo Ladislao.

Cari Alunni! La vocazione sacerdotale è la vocazione alla santità. Segno della santità è la preghiera, lo spirito di contemplazione, il sacrificio e la prontezza nel servire Dio e l’uomo. Auguro che la vocazione, capita e vissuta così, sia il cammino spirituale percorso da ciascuno di voi. Vi aiutino scoprirla e a viverla in tal modo i vostri educatori e superiori.

Dio benedica tutti voi qui presenti.

***


Rivolgo il mio cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto gli alunni del Seminario Arcivescovile di Catania e gli allievi della Scuola di Sanità e Veterinaria militare, assicurando a ciascuno un ricordo nella preghiera.

Saluto inoltre i partecipanti alla maratona-pellegrinaggio "S. Pio da Pietrelcina e i giovani del mondo" e i dirigenti della Federazione Calcio con gli arbitri di Serie A e B. Carissimi, la vostra presenza mi offre l’occasione per auspicare ancora una volta che lo sport sia sempre palestra di autentica formazione umana, ispirata ai valori etici e spirituali.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati, e agli sposi novelli.

L’amicizia con Gesù sia per voi, cari giovani, motivo ispiratore di ogni scelta impegnativa; per voi, cari malati, sia sostegno nei momenti della sofferenza; e per voi, cari sposi novelli, sia di sprone a corrispondere alla vostra vocazione familiare.




Mercoledì, 24 settembre 2003: Salmo 8: Grandezza del Signore e dignità dell’uomo - Lodi sabato 4a settimana

24903
(
Ps 8,2 Ps 8,4-7).



Il Santo Padre non ha potuto presiedere l'udienza a motivo di una lieve indisposizione. Il Cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano, ha letto la catechesi del giorno.

Prima di dare lettura del testo della catechesi, il Cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano, pronuncia le seguenti parole:

Venerati Fratelli nell’Episcopato
cari Fratelli e Sorelle

A motivo di una indisposizione, il Santo Padre non potrà essere presente a questa Udienza Generale. Insieme pregheremo per Lui, confidando che Egli possa riprendersi prontamente.

Da parte Sua il Papa desidera far sapere che ci segue mediante la televisione e, al termine di questo incontro, si collegherà con noi per rivolgerci una Sua parola. Fin d’ora Lo ringraziamo.

Dó ora lettura, per Suo incarico, del testo predisposto per questo incontro a commento del Salmo VIII.

***



1. Meditando il Salmo 8, un mirabile inno di lode, si avvia a conclusione il nostro lungo itinerario all’interno dei Salmi e dei Cantici che costituiscono l’anima orante della Liturgia delle Lodi. Durante queste catechesi la nostra riflessione si è soffermata su 84 preghiere bibliche, delle quali abbiamo cercato di porre in risalto soprattutto l’intensità spirituale, pur senza trascurarne la bellezza poetica.

La Bibbia, infatti, ci invita ad aprire il cammino della nostra giornata con un canto che non solo proclami le meraviglie operate da Dio e la nostra risposta di fede, ma le celebri «con arte» (cfr Ps 46,8), cioè in modo bello, luminoso, dolce e forte al tempo stesso.

Splendido tra tutti è il Salmo 8, in cui l’uomo, immerso in un fondale notturno, quando nell’immensità del cielo s’accendono la luna e le stelle (cfr Ps 8,4), si sente come un granello nell’infinito e negli spazi illimitati che lo sovrastano.

2. Al centro del Salmo 8, infatti, emerge una duplice esperienza. Da un lato, la persona umana si sente quasi schiacciata dalla grandiosità del creato, «opera delle dita» divine. Tale curiosa locuzione sostituisce l’«opera delle mani» di Dio (cfr Ps 8,7), quasi per indicare che il Creatore abbia tracciato un disegno o un ricamo con gli astri splendenti, lanciati nell’immensità del cosmo.

Dall’altro lato, però, Dio si china sull’uomo e lo incorona come suo viceré: «Di gloria e di onore lo hai coronato» (Ps 8,6). Anzi, a questa creatura così fragile affida tutto l’universo, perché ne tragga conoscenza e sostentamento di vita (cfr Ps 8,7-9).

L’orizzonte della sovranità dell’uomo sulle altre creature è specificato quasi evocando la pagina di apertura della Genesi: greggi, armenti, bestie della campagna, uccelli del cielo e pesci del mare sono consegnati all’uomo perché, imponendo loro il nome (cfr Gn 2,19-20), ne scopra la realtà profonda, la rispetti e la trasformi attraverso il lavoro e la finalizzi ad essere fonte di bellezza e di vita. Il Salmo ci rende consapevoli della nostra grandezza, ma anche della nostra responsabilità nei confronti del creato (cfr Sg 9,3).

3. Rileggendo il Salmo 8, l’autore della Lettera agli Ebrei vi ha scoperto una comprensione più profonda del disegno di Dio nei riguardi dell’uomo. La vocazione dell’uomo non può essere limitata all’attuale mondo terreno; se il Salmista afferma che Dio ha posto tutto sotto i piedi dell’uomo, questo vuol dire che gli vuole assoggettare anche «il mondo futuro» (He 2,5), «un regno incrollabile» (He 12,28). In definitiva, la vocazione dell’uomo è una «vocazione celeste» (He 3,1). Dio vuole «condurre alla gloria» celeste «una moltitudine di figli» (He 2,10). Perché questo progetto divino si attuasse, era necessario che la vita fosse tracciata da un «pioniere» (cfr He 2,108), nel quale la vocazione dell’uomo trovasse il suo primo adempimento perfetto. Questo pioniere è Cristo.

L’autore della Lettera agli Ebrei ha osservato in proposito che le espressioni del Salmo si applicano a Cristo in maniera privilegiata, cioè più precisa che per gli altri uomini. Infatti, il Salmista adopera il verbo «abbassare», dicendo a Dio: «abbassasti l’uomo un poco in confronto degli angeli, di gloria e onore lo coronasti» (cfr Ps 8,6 He 2,6). Per gli uomini ordinari, questo verbo è improprio; non sono stati «abbassati» in confronto degli angeli, giacché non si sono mai trovati al di sopra di essi. Invece per Cristo, il verbo è esatto, perché, in quanto Figlio di Dio, egli si trovava al di sopra degli angeli ed è stato abbassato quando è diventato uomo, poi è stato coronato di gloria nella sua risurrezione. Così Cristo ha adempiuto pienamente la vocazione dell’uomo e l’ha adempiuta, precisa l’autore, «a vantaggio di tutti» (He 2,9).

4. In questa luce, sant’Ambrogio commenta il Salmo e l’applica a noi. Egli parte dalla frase in cui si delinea l’«incoronazione» dell’uomo: «Di gloria e di onore lo hai coronato» (He 2,6). In quella gloria egli vede, però, il premio che il Signore ci riserva quando abbiamo superato la prova della tentazione.

Ecco le parole del grande Padre della Chiesa nella sua Esposizione del Vangelo secondo Luca: «Il Signore ha incoronato il suo diletto anche di gloria e di magnificenza. Quel Dio che desidera distribuire le corone, procura le tentazioni: perciò, quando sei tentato, sappi che ti si prepara la corona. Abolisci i combattimenti dei martiri, abolirai anche le loro corone; abolisci i loro supplizi, abolirai la loro beatitudine» (IV, 41: Saemo 12, PP 330-333).

Dio intreccia per noi quella «corona di giustizia» (2Tm 4,8) che ricompenserà la nostra fedeltà a Lui mantenuta anche nel tempo della tempesta che scuote il nostro cuore e la nostra mente. Ma egli è in ogni tempo attento alla sua creatura prediletta e vorrebbe che in essa brillasse sempre l’«immagine» divina (cfr Gn 1,26), così che sappia essere nel mondo segno di armonia, di luce, di pace.

Saluti:


Traduzione italiana del saluto in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Praga!

Domenica la Chiesa Ceca festeggerà il suo Patrono, San Venceslao. Egli non era attaccato alle sue origini nobiliari di questa terra, ma a quelle celesti, conferitegli nel Battesimo. Rimanete fedeli alla sua eredità spirituale!

Di cuore vi benedico!


Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini da Bratislava e Nitra.

Fratelli e sorelle, vi auguro che il vostro pellegrinaggio a Roma rappresenti per ciascuno di voi un’occasione di rinnovamento della fede cristiana.

Volentieri benedico voi e le vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo!


Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua ungherese, specialmente al gruppo della scuola di san Paolo Apostolo da Budapest.

Volentieri imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Do un cordiale benvenuto ai miei connazionali.

In modo particolare saluto il gruppo dei giuristi polacchi. Chiedo a Dio lo Spirito di conoscenza e di saggezza, affinché nella luce delle eterne leggi di Dio possiate riconoscere il bene e il male nelle concrete espressioni della vita dell’uomo odierno, e che veramente siate "uomini di giustizia".

Oggi abbiamo meditato sul Salmo 8. E’ la lode al Creatore che ha plasmato il mondo e lo ha affidato all’uomo, affinché fosse la sua "gloria e onore". La gioia che scaturisce dal godersi della bellezza del creato e la premura per mantenerlo intatto ci accompagnino sempre.

Dio vi benedica!

***


Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli della Diocesi di Lucera-Troia, accompagnati dal Vescovo Monsignor Francesco Zerrillo, ai fedeli della parrocchia di San Pietro in Rogliano e agli esuli istriani della Famiglia Montonese.

Carissimi, auguro che la vostra visita ai luoghi sacri di questa Città rinsaldi la vostra adesione a Cristo e faccia crescere la carità nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità ecclesiali.

Come di consueto, il mio pensiero va adesso ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.

Cari giovani, siate sempre fedeli all’ideale evangelico e realizzatelo nelle vostre quotidiane attività. Voi, cari ammalati, affidatevi ogni giorno alla grazia del Signore per trovare il sostegno nelle vostre pene. E voi, cari sposi novelli, aprite l’animo all’amore divino perché vivifichi la vostra esistenza familiare.

***


Al termine dell’Udienza Generale il Santo Padre rivolge ai pellegrini convenuti le parole di saluto che riportiamo di seguito:

Carissimi Fratelli e Sorelle,

rivolgo a tutti voi il mio cordiale saluto.
Mi dispiace di non poter essere con voi per questo consueto incontro settimanale.
Vi porto tutti nel mio cuore e vi benedico con affetto.




Mercoledì, 1° ottobre 2003: Benedictus

11003
(Lettura:
Lc 1,68-69 Lc 1,76 Lc 1,78-79)

1. Giunti al termine del lungo itinerario all’interno dei Salmi e dei Cantici della Liturgia delle Lodi, vogliamo sostare su quella preghiera che, ogni mattina, scandisce il momento orante della lode. Si tratta del Benedictus, il Cantico intonato dal padre di Giovanni Battista, Zaccaria, allorché la nascita di quel figlio aveva mutato la sua vita, cancellando il dubbio che l’aveva reso muto, una punizione significativa per la sua mancanza di fede e di lode.

Ora, invece, Zaccaria può celebrare Dio che salva e lo fa con questo inno, riportato dall’evangelista Luca in una forma che certamente ne riflette l’uso liturgico all’interno della comunità cristiana delle origini (cfr Lc 1,68-79).

Lo stesso evangelista lo definisce come un canto profetico, sbocciato attraverso il soffio dello Spirito Santo (cfr ). Siamo, infatti, di fronte ad una benedizione che proclama le azioni salvifiche e la liberazione offerta dal Signore al suo popolo. E’, quindi, una lettura «profetica» della storia, ossia la scoperta del senso intimo e profondo dell’intera vicenda umana, guidata dalla mano nascosta ma operosa del Signore, che s’intreccia con quella più debole e incerta dell’uomo.

2. Il testo è solenne e, nell’originale greco, si compone di due sole frasi (cfr Lc 1,68-75 Lc 76-79). Dopo l’introduzione, segnata dalla benedizione laudativa, possiamo identificare nel corpo del Cantico quasi tre strofe, che esaltano altrettanti temi, destinati a scandire tutta la storia della salvezza: l’alleanza davidica (cfr Lc 1,68-71), l’alleanza abramitica (cfr Lc 1,72-75), il Battista che ci introduce nella nuova alleanza in Cristo (cfr Lc 1,76-79). La tensione di tutta la preghiera è, infatti, verso quella meta che Davide e Abramo indicano con la loro presenza.

Il vertice è appunto in una frase quasi conclusiva: «Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge» (Lc 1,78). L’espressione a prima vista paradossale col suo unire «l’alto» e il «sorgere», è in realtà significativa.

3. Infatti nell’originale greco il «sole che sorge» è anatolè, un vocabolo che in sé significa sia la luce solare che brilla sul nostro pianeta, sia il germoglio che spunta. Entrambe le immagini nella tradizione biblica hanno un valore messianico.

Da un lato, Isaia ci ricorda, parlando dell’Emmanuele, che «il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). D’altro lato, ancora riferendosi al re-Emmanuele, lo raffigura come il «germoglio spuntato dal tronco di Iesse», cioè dalla dinastia davidica, un virgulto avvolto dallo Spirito di Dio (cfr Is 11,1-2).

Con Cristo, dunque, appare la luce che illumina ogni creatura (cfr Jn 1,9) e fiorisce la vita, come dirà l’evangelista Giovanni unendo proprio queste due realtà: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (GV 1,4).

4. L’umanità che è avvolta «nelle tenebre e nell’ombra della morte» è rischiarata da questo fulgore di rivelazione (cfr Lc 1,79). Come aveva annunziato il profeta Malachia, «per voi cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia» (GV 3,20). Questo sole «dirigerà i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,79).

Ci muoviamo, allora, avendo come punto di riferimento quella luce; e i nostri passi incerti, che durante il giorno spesso deviano su strade oscure e scivolose, sono sostenuti dal chiarore della verità che Cristo diffonde nel mondo e nella storia.

Vorremmo, a questo punto, lasciare la parola a un maestro della Chiesa, a un suo Dottore, il britannico Beda il Venerabile (VII-VIII sec.) che nella sua Omelia per la nascita di san Giovanni Battista, così commentava il Cantico di Zaccaria: «Il Signore… ci ha visitati come un medico i malati, perché per sanare l’inveterata infermità della nostra superbia, ci ha offerto il nuovo esempio della sua umiltà; ha redento il suo popolo, perché ha liberato a prezzo del suo sangue noi che eravamo diventati servi del peccato e schiavi dell’antico nemico… Cristo ci ha trovato che giacevamo "nelle tenebre e nell’ombra della morte", cioè oppressi dalla lunga cecità del peccato e dell’ignoranza… Ci ha portato la vera luce della sua conoscenza e, rimosse le tenebre dell’errore, ci ha mostrato il sicuro cammino per la patria celeste. Ha diretto i passi delle nostre opere per farci camminare nella via della verità, che ci ha mostrato, e per farci entrare nella casa della pace eterna, che ci ha promesso».

5. Infine, attingendo ad altri testi biblici, il Venerabile Beda così concludeva, rendendo grazie per i doni ricevuti: «Dato che siamo in possesso di questi doni della bontà eterna, fratelli carissimi, …benediciamo anche noi il Signore in ogni tempo (cfr Ps 33,2), perché "ha visitato e redento il suo popolo". Sulla nostra bocca ci sia sempre la sua lode, conserviamo il suo ricordo e a nostra volta proclamiamo la virtù di colui che "dalle tenebre ci ha chiamato alla sua ammirabile luce" (1P 2,9). Chiediamo continuamente il suo aiuto, perché conservi in noi la luce della conoscenza che ci ha portato, e ci conduca fino al giorno della perfezione» (Omelie sul Vangelo, Roma 1990, PP 464-465).

Saluti:



Traduzione italiana del saluto in lingua croata:

Cari pellegrini croati, vi saluto tutti cordialmente. Benvenuti!

È iniziato oggi il mese di ottobre, mese del Rosario. Vi invito pertanto a riscoprire la bellezza e la ricchezza di tale preghiera mariana sia in privato che nella comunità parrocchiale e, soprattutto, nella famiglia. E la Santissima Madre di Dio vi accompagni sempre lungo i sentieri della vostra vita.

A voi e ai vostri famigliari volentieri imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!



Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto di cuore i pellegrini slovacchi.

Cari fratelli e sorelle, in questo mese mariano vi invito a mettervi alla scuola della Vergine di Nazaret per imparare da Lei ad essere sempre disponibili a compiere la volontà di Dio.

Con affetto vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!



Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua polacca. In modo speciale saluto la redazione del settimanale „Niedziela" (Domenica). Vi ringrazio per il servizio della parola e affido i vostri creativi sforzi alla Regina di Jasna Góra. Ottenga per voi tante grazie e buone ispirazioni.

A Dio piacendo, il 7 ottobre, nel giorno dedicato alla Beata Maria Vergine del Rosario mi recherò in pellegrinaggio al Santuario di Pompei, per ringraziare Dio della grande opera di santificazione dei cuori che ininterrottamente compie grazie a questa meravigliosa preghiera. Torniamo più spesso ad essa. Il vivere con Maria i misteri di Cristo ci avvicini sempre di più a Lui - sia un cammino spirituale verso l’incontro con Lui nella gloria del cielo.

Dio vi benedica!



Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto i pellegrini lituani!

Nel misterioso piano di Dio ciascuno ha un posto e una vocazione. Il Signore vi benedica e vi dia la grazia di capire e realizzare fedelmente i suoi progetti!

Sia lodato Gesù Cristo!

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Sono lieto di accogliere i sacerdoti, provenienti da varie nazioni, ed iscritti presso i Pontifici Collegi San Pietro Apostolo e San Paolo Apostolo in Roma per il completamento dei loro studi.

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della diocesi di Livorno, accompagnati dal loro Vescovo Monsignor Diego Coletti e i rappresentanti del Comitato per i festeggiamenti in onore di San Cataldo, di Taranto.

Indirizzo, poi, un affettuoso pensiero ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ha inizio proprio oggi il mese di ottobre, che acquista particolare significato in questo anno dedicato al Santo Rosario. Invito voi, cari giovani, cari malati e cari sposi novelli a recitare con devozione questa preghiera così cara alla tradizione del popolo cristiano. Abbandonatevi fiduciosi nella mani di Maria, invocandola incessantemente con il Rosario, orante meditazione dei misteri di Cristo.





Catechesi 79-2005 10903