Paolo VI Catechesi 30475

Mercoledì, 30 aprile 1975

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l'Anno Santo prosegue, come un aratro nel campo della vita cristiana, diventata consuetudinaria, piatta e infeconda. l'aratura è unroperazione faticosa e spesso appare sconvolgente rispetto alla tradizione puramente abituale e temporale, mentre invece, se è compiuta a regola drarte, cioè secondo le esigenze della rinascente coltivazione del campo, si dimostra utile e indispensabile.

Qual è l'aratro dell'Anno Santo? E il recente Concilio, considerato come cultura amorosa del grande campo della Chiesa, e poi del campo, ancora più vasto, dell'umanità, dato che la Chiesa non è istituzione chiusa in se stessa, ma è destinata a tutto il genere umano; essa è potenzialmente universale, per la salvezza del mondo. l'Anno Santo non è un momento puramente devozionale. Esso, abbiamo detto altra volta, è un risveglio; e, innanzi tutto, un risveglio dal sonno interiore, che assopisce e impigrisce tanta parte della gente, che sembra sveglia e viva, mentre dorme dentro di sé; è un risveglio della coscienza, di quella morale e spirituale specialmente.

Fate attenzione ad un successivo risveglio dell'uomo cosciente; quando il risveglio da interiore si fa esteriore. l'uomo cosciente non si limita ad unrintrospezione, dentro di sé, ma subito guarda fuori di sé, con sguardo nuovo. Possiamo qualificare questo atto successivo al risveglio come un confronto. l'uomo si confronta coscientemente col mondo che lo circonda.

Confronto: è un atto molto complesso; primo, perché il mondo ci circonda da ogni parte, ci riguarda sotto ogni aspetto; secondo, il mondo è assai vario, complicato, difficile, tanto che reclama studio, analisi, riflessione, ordinamento delle nozioni e delle idee, che esso ci fornisce; sforzo questo che non finisce mai; si preferirebbe talvolta rinunciarvi e procedere alla buona, senza porsi i problemi innumerevoli nascenti da questo confronto fra l'io e il mondo; per di più, terzo, il mondo cambia, e quanto e come cambia, cosi che ci si trova spesso disorientati, e quasi estranei nel mondo, che chiamavamo nostro e non è più il nostro. I problemi crescono. Tutto sembra diventato problema. La nostra sicurezza è scossa; la nostra tranquillità è perduta. Che cosa fare? Noi credenti, noi cristiani?

l'atteggiamento più facile, che sembra spesso anche il più intelligente, è quello del conformismo, quello di vivere come gli altri, come portati dalla corrente comune, dalla moda; dalla moda del pensiero, della politica, dell'interesse immediato; quello di vivere drattualità, drintensità, di apparente libertà; vivere di facilità, di passività, senza altra personalità fuorché quella data dalla disinvoltura del contegno e del costume.

Questo atteggiamento, è chiaro, è solo parzialmente buono, ma non puo del tutto essere il nostro, obbligati come noi siamo alla fedeltà a certi principii, primo fra i quali l'impegno alla nostra professione cristiana. Donde un conflitto, che molti oggi, anche fra i buoni, cercano di eludere, con l'applicazione, comoda ed ambigua, di certi criteri, ai quali, per sé e nei debiti modi, dobbiamo riconoscere un legittimo fondamento di verità: ad esempio, la priorità della coscienza personale, ma invocata spesso per sottrarsi al dovere dell'obbedienza; oppure l'autonomia dell'ordine temporale, ma per innalzare come unica bandiera quella del laicismo, miope e ostile alle esigenze dell'ordine morale o religioso; ovvero, il pluralismo, ma per coonestare le scelte arbitrarie, contestatarie, qualunquiste, antisociali, ecc.

Che cosa dunque dobbiamo fare? Non è facile rispondere in breve! Potremmo rimandare la vostra ben giustificata curiosità allo studio di quel trattato su la vita moderna, che è la "Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo r, la celebre Gaudium et Spes, che il Concilio ha lasciato in eredità alla nostra e certo alle future generazioni; noi pensiamo che tale Costituzione contenga unrimmensa ricchezza drinsegnamenti di grande attualità e di alta sapienza. Potrebbe essere uno dei buoni propositi dell'Anno Santo di rileggere, meditare, commentare appunto la Gaudium et Spes; vale per tutti.

Se possono bastare ai fini di questa breve esortazione giubilare alcune raccomandazioni, noi vi diremo: 1) ascoltare la voce, "i segni dei tempi" (Cfr.
Mt 16,4); cerchiamo di renderci conto di cio che avviene, e delle idee che muovono il mondo; a questo scopo, la lettura della cosi detta "buona stampa" è provvida e in certo senso indispensabile; 2) educarci ad un giudizio critico delle cose (Cfr. 2 Thess 2Th 5,21): insegna S. Paolo: "Tutto esaminate, ritenete cio che è bene r; e 3) ricordiamoci che l'essere distinti da cio che chiamiamo mondo, in senso negativo, non ci separa dal mondo, in senso positivo, cioè dall'umanità, anche nei suoi aspetti manchevoli o deplorevoli e bisognosi del grande lume della verità e del benefico farmaco della carità: in uno dei più antichi e dei più bei documenti della tradizione cristiana, l'Epistola a Diogneto, si legge: "Per dir tutto in una parola: cio che è l'anima nel corpo, questo sono nel mondo i cristianir ( Diognetum, VI, 1).

Valga questa parola per noi, e valga per orientare, secondo lo spirito del Concilio e dell'Anno Santo, il nostro atteggiamento, il nostro confronto col mondo contemporaneo.

Con la nostra Apostolica Benedizione.





Mercoledì, 7 maggio 1975

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Quando noi cerchiamo di renderci conto della spiritualità di questo Anno Santo, ora penetrato in qualche modo nella nostra anima, nella nostra psicologia, ci accorgiamo che esso si impone come una grande esigenza; esso reclama non soltanto qualche riflessione e qualche atto religioso, accompagnato da un certo atteggiamento di umiltà penitenziale, ma domanda molto di più. Molti di noi, facendosi pellegrini per l'acquisto dei benefici spirituali del Giubileo, si sono informati sommariamente delle condizioni apposte per tale acquisto, e hanno visto che, in fondo, tali condizioni non sono gravi; anzi hanno notato che le norme emanate dalla Chiesa dimostrano unrintenzione, che potremmo dire moderna, di facilità; il Giubileo è ridotto a ben poca cosa esteriore; richiede poco tempo, poco disturbo, poca fatica; confrontate le sue prescrizioni con quelle dei Giubilei draltri tempi, esse sono ridotte a ben poca cosa; come tutto ai nostri giorni, esse "vengono a buon mercato r. Basta inserirsi in qualche pellegrinaggio, e tutto viene da sé; nessuna spesa esosa e imprevista, nessun digiuno, nessuna veglia, nessuna forma!e penitenza è tassativamente prescritta. Si, rimane l'incomodo del viaggio, con relativi disagi, ma ormai il turismo semplifica ed agevola tutto, e rende perfino piacevole e interessante questa escursione, la quale, tutto sommato, reca maggiore godimento, che fastidio; maggiore svago, spesso, che impegno.

Noi, che abbiamo la responsabilità generale del programma dell'Anno Santo, siamo ben felici draver reso possibile l'osservanza rituale e logistica del Giubileo, e draverne appianata la via alle folle di semplici fedeli, ma dobbiamo ancora una volta richiamare l'attenzione sulla serietà di questo singolare e straordinario atto religioso, chrè il Giubileo, facile, si, facilissimo nella sua pratica esteriore, ma esigente nel suo compimento interiore. Non è cosa da poco. E un momento, dicevamo altra volta, un risveglio di coscienza, una presa di posizione spirituale a confronto col mondo paganizzante e irreligioso, da cui siamo circondati. Anzi, continuando questo esame circa l'essenza e circa le condizioni del Giubileo, tutti vediamo dressere di fronte a grandi difficoltà.

Provi ciascuno a chiedere a se stesso che cosa, nella sua realtà spirituale, vuole da noi il Giubileo: vuole da noi, innanzitutto, il ricorso alle fonti, ben note, ma in questo caso avvicinate con proposito di sperimentarne in profondità l'efficacia soprannaturale e trasformatrice, il ricorso cioè ai sacramenti, quello per ricuperare la vita della grazia, il sacramento della penitenza, e quello per alimentare tale vita col pane eucaristico, cioè con lralimento sacrificale della comunione reale e misteriosa con Cristo vivente. Il Giubileo vuole percio da noi quella conversione, quella cosi detta metànoia, che deve rettificare la concezione, la direzione, la condotta della nostra vita; deve correggere la nostra mentalità, profana, sensuale, esteriorizzata, egoista (Cfr.
Ep 4,23); deve ricomporre e rendere operante la logica del nostro battesimo e del nostro cristianesimo (Cfr. Rm 6,3 Ga 3,27); deve plasmare cuore contegno come quello drun essere nuovo (Cfr. 2Co 5,17); deve immunizzarci dal ricadere in nuove colpe (Cfr. 1Co 5,7-8); cioè deve davvero rendere buona, onesta, pura, generosa, perseverante la nostra condotta (Cfr. Ep 5,27 Ep 1,4 Col 1,22 2P 3,14 etc); e deve infonderci il senso della solidarietà verso gli altri, specialmente verso quelli che hanno bisogno di aiuto e di bontà (Cfr. 1Co 13,1 ss.).

Dicevamo: il Giubileo è una cosa seria. Sorge allora una obiezione scoraggiante: se tanto richiede questratto religioso riformatore e trasformatore, esso è troppo esigente, esso è troppo difficile. Anzi: esso si riduce ad un gesto formale e velleitario; esso aggrava i nostri problemi di coscienza, non li risolve. Non è un momento magico il Giubileo; non devressere un momento illusorio; esso non avrà altro risultato che quello drinasprire l'esperienza della nostra incapacità a pareggiare nella condotta pratica e reale i propositi chresso ha ispirati, gli impegni a cui ci ha obbligati.

Fratelli! qui viene in luce unraltra scoperta, della quale tutti e da sempre conosciamo i termini, ma che non è mai abbastanza esplorata. E cioè: noi scopriamo, sotto la pressione delle esigenze druna vita nuova e autenticamente cristiana, la nostra congenita ed in certo senso inguaribile debolezza. Noi non siamo capaci, con le nostre sole forze, dressere cio che dobbiamo essere, cioè fedeli, cioè cristiani. Gesù ci ha preavvisato: "senza di me, voi non potete fare nulla" (Jn 15,5).

La nostra vita non basta a se stessa. Senza l'aiuto, immanente potremmo dire, di Dio, di Cristo, del suo Spirito, noi non sapremmo essere quello che dobbiamo essere: buoni, giusti, umani. Abbiamo bisogno, di che cosa? abbiamo bisogno della preghiera! dell'invocazione drunrenergia divina che porti rimedio alla nostra pochezza. Senza preghiera non avremo vita cristiana. Lo sappiamo; ma se questo grande esame della nostra vita, chrè il Giubileo, non ci avesse portato ad altra pratica e operante conclusione, quella della necessità della preghiera, assidua, genuina, vissuta, avrebbe raggiunto uno dei suoi più salutari ed alti scopi: la convinzione che dobbiamo pregare! Anche la preghiera è, non solo un dovere, ma unrarte; e arte di grande qualità!

Mettiamo allora, a coronamento del nostro Giubileo, il proposito di rianimare con la preghiera la nostra vita, cominciando a pregare il Signore che sia Lui il nostro Maestro di preghiera: "Signore, insegnaci a pregare!" (Lc 11,1).

Con la nostra Apostolica Benedizione!




SALUTI DEL SANTO PADRE

Pellegrini delle Diocesi d'Agen, d'Arras, di Blois, d'Orléans e di Tours

Pellegrini dell'Associazione "Parents de Prêtres r

Pellegrini cattolici e ortodossi della Grecia

Gruppi di lingua inglese

We extend a welcome to the visitors from England and Wales: the diocesan pilgrims of Portsmouth and Menevia, led by their respective Bishops. We wish to confirm you in the faith of your saints and martyrs, the faith of Peter and Paul-faith in our Lord and Saviour Jesus Christ.

Our special greetings go to the patients and staff of Stoke Mendeville Hospital for the Paralysed, accompanied by their chaplain. Your journey to Rome has called for courage. May this pilgrimage strengthen you in your resolution to bear your crosses with joy, for you offering, in union with the Saviourrs, has a great value for the Church of God.

We greet with affection the beloved pilgrims from the Sudan, led by the President of the Episcopal Conference. Just one month ago a great event took place in your country with the erection of the Catholic Hierarchy and the ordination of new Bishops. Yes, dear sons and daughters, you are always in our thoughts and close to our heart.

This same affection we have for the pilgrims from Kenya, especially from the Dioceses of Marsabit and Meru. You all know our love for your homeland, our deep interest in your people and in your entire continent of Africa. Take our greetings back to your beloved families.

Our joy is great today as we greet the Holy Year delegation from the Philippines, led by the Archbishop of Manila. We repeat what we said at the end of our visit to you: lWe shall never forget the Philippines. We shall pray for it. ... May God bless the Philippines. May his blessing extend to all those who live in this immense archipelago ... Mabuhay ang Pilipinas! r.

We wish to welcome our Indian sons and daughters. We are happy to have a delegation from Goa and Damâo and from Belgaum, led by the Bishop of Belgaum. May you always be diligent in Christian living, and may you all renew here in Rome, in the spirit of Saint Francis Xavier, your commitment in faith and your zeal in charity.

Present here this morning are the members of the 1975 National Catholic Holy Year World Pilgrimage from Australia. We are here together, as we were once in Sydney and as we said on that occasion, lto experience, consolidate and celebrate in Christ the unity of our Church. This feeling of unity which touches our heart is something wonderful and singular; it should cause us to relish and meditate upon the ljoy of being a Catholicr r. God bless Australia.

A giovani giocatori di pallacanestro

We are always happy to greet young people, and this morning we welcome the Third International Studentsr Basketball Championship. Yes, dear young people, you know that-all during our pontificate and even long before-we have always been the friend of youth. We are deeply interested in your sport events and in all your upright activities. May you always have the energy and enthusiasm to meet the challenges of life, and with Godrs help to make your individual and coordinated contribution, in fraternal collaboration and love, to the building of a better World.

Gruppo del "Cenacolo" del "Movimento per un mondo migliore r

Un saludo cordial para el Grupo "Cenaculo" que componen los dirigentes del Movimiento por un Mundo Mejor.

Nos piace saber que también vosotros habeis sentido de manera particular la llamada del Ano Santo. Cultivais, amadisimos hijos, el ideal de injertar en los hombres un Corazon nuevo, una nueva mentalidad abierta a las cosas del Espiritu.

Al comenzar una nueva etapa de consolidacion, queremos expresaros nuestro aprecio por la labor realizada. Y también queremos exhortaros a seguir siendo, con disponibilidad total, fermento de transformacion cristiana de la sociedad y del mundo.

Contad para ello con nuestras plegarias y con nuestra Bendicion Apostolica.

Pellegrini di lingua portoghese

Saudamos, cordilamente, todos os presentes de lingua portuguesa. As numerosas empregadas domésticas, provenientes de Lisboa e de Portugal, diremos: é grato ver-vos aqui: corno todo o trabalho, é nobre o vosso labor, quando por meio dele se honra a Deus e, com amor, se une e se serve aos irmaos. Dignificai-o sempre, com as virtudes cristas que vos sao demandadas; contribui para o bem e edificai as familias que, de algum modo, Vos integrais. Segui o exemplo e sede devotas de Nossa Senhora!

A todos abençoamos, desejando os frutos espirituais do Ano Santo.

Pellegrini di diocesi italiane

Siamo lieti di rivolgere una particolare parola ai vari pellegrinaggi diocesani che con la loro gradita presenza animano questa assemblea. Sono i fedeli dell'Arcidiocesi di Sorrento con quelli della diocesi di Castellammare di Stabia; i diocesani di Ascoli Piceno e quelli ancora di Pozzuoli.

A voi tutti, figli carissimi, esprimiamo il nostro affettuoso saluto; e insieme con voi salutiamo rispettosamente i sacri Pastori che vi hanno accompagnati: l'Arcivescovo Raffaele Pellecchia, i Vescovi Marcello Morgante e Salvatore Sorrentino.

Noi vi porgiamo vive grazie per la vostra visita e ci rallegriamo con voi per il fervore di religiosa pietà, con cui avete voluto inserirvi nella corrente di rinnovamento spirituale che questo Anno Santo propone a tutto il popolo di Dio.

Mentre confortiamo il vostro impegno di rinnovamento interiore, di riconciliazione con Dio e con i fratelli, amiamo assicurarvi la nostra preghiera affinché il Signore corrobori con la sua grazia l'esperienza spirituale da voi vissuta qui nel centro visibile della cattolicità e la renda largamente feconda di duraturi frutti nella vita ecclesiale, familiare, civica e sociale delle vostre rispettive comunità diocesane. Questo di cuore vi auspichiamo, con la nostra ampia propiziatrice Benedizione Apostolica.





Mercoledì, 14 maggio 1975

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Fratelli e Figli carissimi!

Vi sono momenti, vi sono luoghi in cui le cose parlano per chi sa ascoltare. Quali momenti e quali luoghi? quei momenti e quei luoghi, che si fanno voce drun significato spirituale. Questo momento, ad esempio, questo luogo. Che cosa ci dice questo momento? che cosa ci dice questo luogo? Essi ci dicono con una prima evidenza sensibile la singolarità di questa assemblea. Ce lo dicono per il fatto che ora qui noi siamo molti, che noi siamo spontaneamente riuniti, che noi siamo diversificati dalle nostre rispettive differenti origini, - chi viene da un Paese, chi da un altro -, e che percio esiste fra noi il distacco naturale, ma che sa un por di amarezza, della diversità delle lingue, rese ostacolo più che veicolo alla mutua comunicazione, la quale, comrè chiaro, è nell'intenzione profonda drunrassemblea come questa, la quale pretende, niente meno, di farci tutti eguali, tutti amici, tutti fratelli; di darci cioè, dapprima sensibilmente, e poi spiritualmente l'esperienza felicissima, umanissima, cristiana in una parola, dressere tutti una cosa sola, una famiglia sola, un corpo solo, cioè dressere "Chiesa r. Chiesa vuol dire riunione; anzi pretende di significare unità. Potremmo fermarci a questa prima conclusione dell'atto di coscienza ispirato dalla voce sensibile del momento presente e del luogo in cui siamo: noi rappresentiamo uno spettacolo di unità, risultante non solo dalla simultanea presenza, ma ben più dai motivi, dai sentimenti, dagli animi, che qui ci riuniscono.

Potremmo attribuire a una riunione come questa una ben nota frase biblica: "quanto è bello, quanto giocondo che dei fratelli si trovino insieme!" (
Ps 132,1). Potremmo aggiungere l'eco druna reminiscenza che ci viene dagli antichi maestri del costume cristiano; scrive, a proposito delle prime comunità ecclesiali, Tertulliano: "Vedi come si vogliono bene gli uni e gli altri" (TERTULLIANI Apol. 39, 7). E con questa testimonianza tante altre; quella di S. Agostino, ad esempio: "Tu, Chiesa cattolica verissima madre dei Cristiani ... egli scrive, congiungi fratelli a fratelli con il vincolo della religione, più stabile e più stretto che quello del sangue!" (S. AUGUSTINI De moribus Eccl. cath. 1, 62-63: PL 32, 1336).

Ecco, Fratelli e Figli, inaugurato fin da questa vita terrena il mistero nel quale si consumerà il supremo disegno di Cristo, quello della palingenesi dell'umanità, regno di Cristo dapprima, nel regno di Dio alla fine, il disegno dell'unità: "che tutti siano una cosa sola" (Jn 17,21).

l'unità, l'unità è il traguardo del cristianesimo durante il tempo, il vertice del disegno della salvezza per l'eternità. E la Chiesa altro non è che la costruzione di questa unità dell'umana famiglia, nella stessra fede, nella medesima carità, unità ideata dal Padre, edificata da Cristo, per virtù dello Spirito santificante e unificante.

l'Anno Santo, specialmente nell'atto penitenziale e restauratore del Giubileo, è una celebrazione di questa unità reale e misteriosa, nell'umile e generoso sforzo di rinsaldare il duplice vincolo della nostra riconciliazione, prima con Dio, poi con i fratelli; con quei fratelli innanzi tutto, che già appartengono e compongono il mistico edificio della Chiesa. Oh! permetteteci di chiedervi se a voi è giunta questa nostra "Esortazione apostolica r, che abbiamo rivolto a questo proposito, cioè allo scopo di ricomporre la riconciliazione, la vera fratellanza, la concorde collaborazione, l'autentica comunione dentro la Chiesa? Non sarebbe contraddetta nei suoi termini costituzionali una Chiesa che non fosse intimamente unita in seno a se stessa?

Cara nostra Chiesa! alle sempre aperte e dolenti lacerazioni, causate dal molteplice distacco storico di grandi e venerabili membra dell'unico Corpo mistico di Cristo, che è appunto la Chiesa, quale Egli la concepi e la volle (Cfr. Jn 13,34-35 Jn 15,12), oggi ella, la Chiesa cattolica, ha sentito aggiungersi acerbe ferite, interiormente inferte da alcuni suoi figli contestatori, si dicano essi conservatori o innovatori, i quali, abusando di arbitrari criteri restauratori o pluralisti, non hanno giovato ad una positiva edificazione della Chiesa medesima, nella verità e nella carità, cioè nel mistero della sua unità, immemori forse delle imploranti parole dell'Apostolo: "Vi esorto, o Fratelli, per il nome del Signor nostro Gesù Cristo, che diciate tutti la stessa cosa, e non vi siano tra voi delle scissioni, ma siate uniti in uno stesso pensiero ed in uno stesso sentimento" (1Co 1,10 1Co 12,25 Rm 15,5). Ha prevalso in alcuni l'opinione personale, e forse egoista, sul pensiero dichiarato della Chiesa, esautorandone la stima presso gli stessi suoi figli, e presso coloro che le sono estranei (Cfr. Col 4,5 1Th 4,12), scoraggiando cosi le vocazioni ecclesiastiche e religiose, rallentando la sua spinta missionaria, e compromettendo la sua attitudine alla conversazione ecumenica convincente ed efficace.

Oh! Fratelli e Pellegrini a questa basilica, che custodisce la Tomba dell'Apostolo San Pietro, "principio e fondamento ... dell'unità e della comunione" (Lumen Gentium, LG 18) della Chiesa, da Cristo su di lui fondata, riconfermiamo in noi il sentimento ed il proposito della riconciliazione (Cfr. Rm 5,11), come ci esorta l'altro Apostolo san Paolo, "nello sforzo di conservare l'unità dello spirito nel vincolo della pace" (Ep 4,3). Questa è la voce che si effonde, per chi la sa ascoltare, in questrora felice e in questa sede parlante.

Con la nostra Benedizione Apostolica.

Salutiamo con particolare affetto i pellegrinaggi di numerose diocesi italiane, presenti stasera a questa Udienza. Li nominiamo a uno a uno: sono i gruppi di Piacenza, di Pontremoli, di Teramo e Atri, di Rieti, di Velletri, di Benevento, di Brindisi e Ostuni, di Lecce, di Piazza Armerina. Sono antiche e venerate Sedi episcopali, il cui solo nome ricorda monumenti insigni di storia e drarte cristiana, elette figure di Santi, generazioni intere di credenti. Fratelli e figli, che la vostra celebrazione del Giubileo sia per tutti voi un nuovo incoraggiamento a ravvivare la fiaccola della fede, che avete ricevuto dal passato, e a tramandarla, ardente e luminosa, ai vostri figli. E lraugurio che vi facciamo con grande affetto, assicurandovi che pensiamo a voi e ai vostri cari, preghiamo per tutti, mentre impartiamo l'Apostolica Benedizione.



SALUTI DEL SANTO PADRE

Gruppo internazionale "Laïcat et Communauté Chrétienne"

Nous encourageons le groupe international "Laïcat et Communauté Chrétienne" dans ses travaux de réflexion. Les mouvements apostoliques quril représente sont justement soucieux de réaliser la réconciliation au sein drun monde facilement durci dans ses divisions; le combat que nous devons mener, à la suite du Christ ressuscité, est celui dont parle Saint Paul: non certes contre les personnes, mais contre le péché qui méprise leur dignité, rompt leur fraternité, ternit leur image de fils de Dieu.

Pellegrini delle diocesi di Grenoble e Saint-Etienne

Pellegrinaggi di Cardiff e Leeds

We reserve a special word of welcome for the diocesan pilgrimages from Cardiff and from Leeds. Your countries, like Rome itself, have been consecrated by the blood of martyrs. We pray that, through the intercession of these English and Welsh Martyrs, you may be ever true to the Faith of your fathers, living still.

Pellegrini filippini

From Manila we welcome the Philippine National Pilgrimage. You have comes as the representatives of many others who have not been able to make the journey. Take back to them our blessing and the assurance of our prayers.

Pellegrini giapponesi

Also from the East are two pilgrimages from Japan-one representing the Catholic magazine lKoer, and the other from the parish of Yamahana, in the Diocese of Sapporo. In the Holy Year especially, Rome is more than ever the crossroads of the Catholic World. We pray that your stay here may be of lasting spiritual benefit to you.

Pellegrini irlandesi

Ireland is represented here today by the Meath Diocesan Pilgrimage. We are happy to see you. We pray that God will bless you all with the Holy Year graces and strengthen you in the Faith which you so proudly possess.

Pellegrinaggio nazionale

della "Adoracion nocturna r

Acogemos con paterno afecto a los numerosos miembros de la Peregrinacion nacional de la Adoracion nocturna espanola, presidia por el Senor Cardenal Narciso Jubany.

Sabemos bien, amados hijos, que pasando largas horas junto a Jesus sacramentado, vigilando en oracion mientras el mundo exterior descansa, queréis dar a vuestra vida el complemento sobrenatural que la sublima, la enriquece, le da una nueva dimension.

Os expresamos nuestra complacencia y os alentamos a continuar en ese camino. Acrecentad asi vuestro amor a Jesucristo, la fidelidad a la Iglesia, la union con la Jerarquia, la entrega a los hombres hermanos.

Que os sirva de estimulo nuestra Bendicion Apostolica.

Pellegrinaggi di Zaragoza e Tarazona

Un saludo especial a vosotros, peregrinos de Aragon, venidos a Roma en este Ano Santo, guiados por vuestros Pastores, el Senor Arzobispo de Zaragoza y el Senor Obispo de Tarazona.

Que esta visita os deje como fruto una creciente fidelidad a vuestros compromisos cristianos. Os bendecimos de corazon y encomendamos al Senor vuestras intenciones, por mediacion de la Santisima Virgen del Pilar.

Pellegrinaggio brasiliano

Saudamos também os peregrinos de lingua portuguesa; e, entre os provenientes do Brasil, em particular, os queridos fiéis de Roraima, com o seu Bispo-Prelado, vindos das terras virgens e recônditas do Amazonas, pelo que representarn aqui: com os Nossos votos, feitos prece, de vida nova em plenitude, por Cristo, a certeza do Nosso afecto, solicitude e comunhao eclesial nas esperanças do povo amazonico.

Com a Nossa bênçao, para todos pedimos as graças de Deus





Mercoledì, 21 maggio 1975

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Fratelli carissimi!

Arrivati alla Pentecoste, camminando per l'aspra e lieta via dell'Anno Santo, arrivati, come dice S. Giovanni Crisostomo, alla "metropoli delle festività" (PG 50, 463), noi tutti, pellegrini Spirituali del Giubileo, non abbiamo potuto far sosta un momento, "come gente che pensa a suo cammino" (DANTE, II, 2, 11), per guardarci intorno da questa raggiunta sommità, e ci siamo subito sentiti inondare il cuore di gioia. Perché non dirlo? perché non comunicare a tutta la Chiesa pellegrina nel mondo, su le strade faticose e fangose dell'esperienza moderna, questo sentimento, questo frutto dello Spirito Santo (
Ga 5,22), questo dono dall'alto, raggiunto percorrendo la nostra amata e misteriosa Via Crucis? La gioia, la pace dell'anima, quella che il mondo non puo dare (Cfr. Jn 14,27), quella che non dipende esclusivamente dal godimento delle condizioni necessarie al benessere della vita temporale, ma che piove dalla sorgente prima della gioia, Dio beatitudine infinita, e che "nessuno ci puo togliere" (Cfr. Ibid. Jn 16,22), perché non annunciarla una volta al mondo, che sembra preso dalla tenaglia drun desiderio inestinguibile di gioia e druna disperata convinzione di non potere raggiungerla? Non è pessimista il nostro mondo? o non illude se stesso col surrogato del piacere di potersela procurare? Perché non dare ai nostri fratelli in umanità la testimonianza che noi cristiani, che noi figli della Chiesa, se umili, se fedeli, noi siamo felici?

Si, siamo felici, anche sotto il peso della croce, anche se la nostra croce, grave per l'imitazione e per l'amore che vogliamo offrire alla Croce di Cristo, è forse più sofferta di quella di chi cerca di scuoterla dalle sue spalle e di non volerne riconoscere l'intimo valore e il provvidenziale significato.

Per questo, Figli carissimi, abbiamo celebrato la festa di Pentecoste rivolgendo a voi, alla Chiesa e anche al mondo la nostra esortazione intitolata, dalle parole iniziali, Gaudete in Domino, cercando di ricordare a noi tutti, che, se siamo davvero cristiani e cattolici, dobbiamo essere immersi in un gaudio sempre nuovo e sempre vero, quello che proviene a noi dalla grazia dello Spirito Santo, e deve risultare dallo sforzo duplice di rinnovamento e di riconciliazione, il quale costituisce il capo primo del programma dell'Anno Santo.

Noi osiamo raccomandare a tutti la lettura, anzi la riflessione sopra questo documento. Vi troverà le parole dell'evangelo e della sacra scrittura, dalle quali esso deriva la sua autorità, la sua teologia: puo mai essere amareggiato da cattiva tristezza, chi vive di Cristo? e di qui la sua filosofia, cioè la logica ragionevole, che ci convince a godere della fede, a respirare l'atmosfera dello Spirito, a interpretare sempre come valore positivo il quadro della creazione che ci circonda, ed anche i dolori e le prove di "questa valle di lacrime r, e a scoprire per di più nel senso escatologico della nostra esistenza, cioè dalla certezza e dalla speranza druna nostra vita personale al di là della morte temporale, una tale promessa di felicità, che non è vano balsamo nelle sofferenze presenti, non è unrillusoria "fuga in avanti" per sottrarci all'assillo spietato dei mali quotidiani, ma che ci avvalora a rimediarvi con fiduciosa pazienza e sapienza, e che ci fa pregustare un conforto capace di rendere compossibili le pene della vita presente con la pacata, ma sincera, letizia, come altra volta dicemmo, della speranza che non delude (Rm 8,24 1Tm 1,2 1Tm 2,13; etc.) Leggete e meditate. Non mancano certo insegnamenti e commenti a parola cosi bella, cosi legittima e oggi cosi opportuna (Cfr. L. BOUYER, LrEglise de Dieu, p. 308; e l'articolo di R. MANZINI, Il bisogno di gioia, in "l'Osservatore Romano r, 17 maggio 1975).

Gaudete, ripeteremo anche noi, in Domino semper (Ph 4,4). Con la nostra Benedizione Apostolica.




SALUTI DEL SANTO PADRE

Gruppi di pellegrini italiani

Nella moltitudine di pellegrini che affollano l'Udienza di oggi, abbiamo desiderato riservare un saluto ai fedeli di alcune Diocesi drItalia che sono accompagnati dai rispettivi Pastori: Massa Marittima e Populonia; Civita Castellana, Orte e Gallese; Alatri; Castellammare di Stabia; Amalfi e Cava dei Tirreni. Amiamo ricordare anche altri gruppi: le Figlie di Maria Ausiliatrice, cioè le Religiose Salesiane, che stanno per concludere un importante Capitolo; le iscritte ai Convegni "Maria Cristina di Savoia r, che han tenuto il raduno nazionale; i numerosi emigrati italiani in Belgio, che son venuti con i loro Missionari.

A ciascuno di voi, cari figli e figlie, vorremmo esprimere distintamente gratitudine e compiacimento, come certo meriterebbero il vostro fervore, l'esempio di fede che ci offrite, la consolazione stessa che proviamo al vedervi insieme affratellati e concordi; ma il tempo, purtroppo, non ce lo permette. Voi siete uniti nella comunione, sostanziale e tonificante, della carità e della fede: unico è il motivo della vostra venuta, unico il fine della vostra presenza. Esso è tale da riassumere le tante vostre esperienze, spirituali ed umane, ad esse imprimendo una forte spinta nella direzione della grazia, della santificazione e della salvezza, ossia nell'autentica ed indivisa "via" di Dio e di Cristo, suo Figlio. E questo, appunto, ci preme raccomandarvi come ricordo di questo incontro e come stimolo, altresi, a promuovere quel rinnovamento interiore, al quale vi invita il presente Giubileo.

Con la nostra Apostolica Benedizione.

Pellegrini della diocesi di Dublino

We extend a special greeting to the pilgrims from Dublin. You have given us great joy by responding to the words of the Psalmist : lI will sing to the Lord as long as I live; I will sing praise to my God ...r (Ps 103,33). Dear sons and daughters from Ireland, we entourage you to continue to sing the praises of the Lord.

Pellegrini della diocesi inglese di Lancaster

The pilgrims from Lancaster are most welcome. The Faith was taken to Britain directly from this See of Rome. Strengthen that Faith here at the shrines of the Apostles, and transmit it to your children-as you received it from Augustine, Columba and Aidan-inviolate.

Pellegrini dell'India e del Bangladesh

From India we welcome the pilgrimage from the Archdiocese of Shillong-Gauhati, while from Bangladesh we are happy to see the pilgrims from the Archdiocese of Dacca. Your presence here takes us back in spirit to the Indian subcontinent, where we too went as a pilgrim. Our heart is filled with spiritual affection for you all.

Pellegrini indonesiani

Also from Asia is the Interdiocesan Pilgrimage from Indonesia. We are glad to see you here, and glad to recall our visit to your country. May the Holy Year graces of Renewal and Reconciliation help all the beloved Indonesian people always to live together in love and friendship.

Pellegrini africani di Durban

Now another continent, Africa, is represented by the readers of the lChristian Family Magaziner in Durban. Greetings and Peace to you all.

Gruppi della Danimarca, Norvegia e Svezia

We complete a small world tour by returning to Europe to greet the official Holy Year Pilgrimage from Denmark, Norway and Sweden. You come to Rome in the footsteps of Saint Ansgar, the Apostle of the North. You will return home as apostles yourselves to spread and deepen knowledge of the Faith. We pray for all of you. Pray for the Pope.

Pellegrini di lingua tedesca

Ein wort herzlicher Begrüssung richten wir an den Pilgerzug aus der Diözese Hildesheim. Liebe Söhne und Töchter! Wir wissen um eure Glaubensfreude, aber auch um die Schwierigkeiten, die ihr in Ausübung eurer religiösen Uberzeugung in der Diaspora zu bestehen habt. Seid stets bemüht, in der Kraft des Heiligen Geistes mutig Zeugnis für euren Glauben abzulegen!

Herzlich willkommen sind auch alle Teilnehmer des grossen Pilgerzuges aus der Diözese Passau.Eure Bischofskirche ist dem heiligen Diakon und Erzmärtyrer Stephanus geweiht. So wie er, sollt auch ihr stets in Treue und Dankbarkeit zu Christus und seiner Kirche stehen!

Mit besonderer Freude Begrüssen wir ebenfalls die vielen Pilger aus der Diözese Mainz mit ihrem Herrn Oberbürgermeister und den übrigen Vertretern der Stadtverwaltung. Sie haben diese Pilgerreise nach Rom als Jubiläumsfahrt gedacht anlässlich der Tausendjahrfeier Ihres Sankt Martinsdomes, an den wir uns gut erinnern. Wir freuen uns mit Ihnen und entbieten Ihnen unsere herzlichen Glückwünsche. Mögen Sie alle, ein jeder in seiner beruflichen Situation, die hohen christlichen Werte der Gottesfurcht wie der kirchlichen und st8aatsbürgerlichen Treue, die Ihre altehrwürdige Vaterstadt in den vergangenen Jahrhunderten so gross gemacht haben, auch in der Zukunft bewusst in Dankbarkeit pflegen!

Aus der Fülle des Herzens erteilen wir allen Anwesenden unseren Apostolischen Segen.

Gruppi di pellegrini argentini, messicani, dominicani e colombiani

Saludamos con particular afecto a los miembros de la peregrinacion nacional argentina y de las peregrinaciones diocesanas de Tuxtla Gutiérrez (México), La Vega (Republica Dominicana), Santa Rosa de Osos (Colombia), presididas por sus Pastores y acompanadas por numerosos sacerdotes.

Amadisimos hijos: Habéis venido a Roma, deseosos sin duda de proclamar vuestra fe y el amor que profesais al Sucesor de Pedro. Que este mismo deseo, corroborado por vuestra visita a la Iglesia "que preside la caridad r, os anime a vivir siempre unidos, como fieles discipulos del Senor.

Con nuestra Bendicion Apostolica para vosotros, vuestras familias y vuestras comunidades diocesanas






Paolo VI Catechesi 30475