Discorsi 2005-13 15023

AI MEMBRI DELL'ASSOCIAZIONE "PRO PETRI SEDE" Sala dei Papi Venerdì, 15 febbraio 2013

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Cari amici,

siate i benvenuti questa mattina, voi che siete venuti a Roma come pellegrini per mostrare il vostro attaccamento alla Sede Apostolica e riaffermare il vostro impegno nell’Associazione Pro Petri Sede, alla cui generosità e al cui senso di comunione ecclesiale rendo omaggio.

L’Anno della Fede, che la Chiesa celebra in questo momento, c’invita a una conversione autentica al Signore Gesù, l’unico Salvatore del mondo. Accogliendo attraverso la fede la rivelazione dell’amore salvifico di Dio nella nostra vita, la nostra intera esistenza è chiamata a modellarsi sulla novità radicale introdotta nel mondo dalla Risurrezione di Cristo. La fede è una realtà viva che bisogna continuamente scoprire e approfondire affinché possa crescere. È la fede a dover orientare lo sguardo e l’azione del cristiano, poiché è un nuovo criterio d’intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo. Come ho già avuto occasione di dire nella Lettera apostolica Porta fidei, l’Anno della Fede è un’opportunità propizia per intensificare la testimonianza della carità. «La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino» (n. 14).

Per vivere questa testimonianza della carità, l’incontro con il Signore che trasforma il cuore e lo sguardo dell’uomo è dunque indispensabile. In effetti, è la testimonianza dell’amore di Dio per ognuno dei nostri fratelli in umanità a dare il vero senso della carità cristiana. Questa non si può ridurre a un semplice umanesimo o a un’opera di promozione umana. L’aiuto materiale, per quanto necessario, non è il tutto della carità, che è partecipazione all’amore di Cristo ricevuto e condiviso. Ogni opera di carità autentica è dunque una manifestazione concreta dell’amore di Dio per gli uomini e perciò diviene annuncio del Vangelo. In questo tempo di Quaresima, che i gesti di carità, generosamente compiuti (cfr. Mt
Mt 6,3), permettano a ognuno di progredire verso Cristo, Lui che non smette mai di andare incontro agli uomini!

Cari amici, possa questo pellegrinaggio rafforzare il vostro rapporto con Cristo e ravvivare la grazia ricevuta nel Battesimo! Che cresca in voi il desiderio di testimoniare sempre la vostra fede laddove vi trovate! Affido ognuno di voi e ognuna delle vostre famiglie, come pure i membri della vostra Associazione, all’intercessione materna della Vergine Maria e alla protezione dell’Apostolo Pietro. Di tutto cuore, v’imparto la Benedizione apostolica.




SALUTO DI CONGEDO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AGLI EM.MI SIGNORI CARDINALI PRESENTI IN ROMA Sala Clementina Giovedì, 28 febbraio 2013

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Venerati e cari Fratelli!


Con grande gioia vi accolgo e porgo a ciascuno di voi il mio più cordiale saluto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano che, come sempre, ha saputo farsi interprete dei sentimenti dell’intero Collegio: Cor ad cor loquitur. Grazie Eminenza di cuore. E vorrei dire – riprendendo il riferimento all’esperienza dei discepoli di Emmaus – che anche per me è stata una gioia camminare con voi in questi anni, nella luce della presenza del Signore risorto.

Come ho detto ieri davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San Pietro, la vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero. In questi otto anni, abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatti crescere nella comunione, e insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, così che il Collegio dei Cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale – concorrano sempre alla superiore e concorde armonia.

Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo dire - la ragione e la passione della vita. Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium, nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me; perciò le parole di questo libro mi sono particolarmente care. Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”. E’ stata la nostra esperienza, ieri, mi sembra, in Piazza: vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Lo abbiamo visto ieri. Per questa è vera ed eloquente anche l’altra famosa espressione di Guardini: “La Chiesa si risveglia nelle anime”. La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi.

Rimaniamo uniti, cari Fratelli, in questo Mistero: nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia quotidiana, e così serviamo la Chiesa e l’intera umanità. Questa è la nostra gioia, che nessuno ci può togliere.

Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per questo, con affetto e riconoscenza, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.



SALUTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI FEDELI DELLA DIOCESI DI ALBANO Loggia centrale del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo Giovedì, 28 febbraio 2013

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Grazie!

Grazie a voi!

Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione.

Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!





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