Agostino Salmi 19

SUL SALMO 19

19 Ps 19

ESPOSIZIONE

Il profeta si rivolge a Cristo: frutti della Redenzione.

1. [v 1.] Per la fine, salmo di David. Il titolo è conosciuto. Non è Cristo che parla, ma di Cristo parla il profeta, e canta avvenimenti futuri esprimendoli in forma augurarle.

2. [v 2.] Ti esaudisca il Signore nel giorno della tribolazione. Ti esaudisca il Signore nel giorno in cui hai detto: Padre glorifica il Figlio tuo (Jn 17,1). Ti protegga il Nome del Dio di Giacobbe. A te infatti appartiene il popolo nato dopo, poiché il maggiore servirà al minore (Cf. Gn 25,23).

3. [v 3.] Ti mandi aiuto dal luogo santo e da Sion ti sia difesa, rendendo santo il [tuo] corpo, cioè la Chiesa, protetta dalla torre di guardia, la quale veglia nell’attesa che tu venga per le nozze.

4. [v 4.] Si ricordi di tutti i tuoi sacrifici. Ricordi a noi tutte le ingiurie e tutte le offese che per noi hai sopportate. E gli sia gradito il tuo olocausto. E la croce, sulla quale ti sei interamente offerto a Dio, converta nella gioia della risurrezione. (Pausa).

5. [v 5.] Ti conceda il Signore quello che brama il tuo cuore. Ti conceda il Signore non quello che hanno in cuore coloro che hanno creduto di poterti annientare perseguitandoti; ma quello che desidera il tuo cuore, nel quale hai conosciuto il bene che avrebbe arrecato la tua passione. E adempia ogni tuo disegno. E adempia ogni tuo proposito, non soltanto quello per il quale hai dato la tua vita per i tuoi amici (Cf. Jn 15,13), così che il grano [seminato e] morto rinascesse più rigoglioso (Cf. Jn 12,25), ma anche quello per cui si è compiuto lo accecamento di una parte di Israele, affinché entrasse la totalità delle Genti, e fosse così salvo tutto Israele (Cf. Rm 11,25).

6. [v 6.] Esulteremo nella tua salvezza. Esulteremo perché la morte non ti arrecherà danno; e così mostrerai che neppure a noi essa potrà far male. E nel nome del Signore Dio nostro saremo esaltati. E la confessione del tuo nome non solo non ci perderà, ma anzi ci esalterà.

7. [v 7.] Adempia il Signore tutte le tue preghiere. Adempia il Signore non soltanto le preghiere che hai innalzato sulla terra, ma anche quelle con cui in cielo intercedi per noi. Ora ho conosciuto che il Signore ha salvato il suo Cristo. Ora, grazie alla profezia, mi è chiaro che il Signore risusciterà il suo Cristo. Lo esaudirà dal suo santo cielo. Lo esaudirà, non soltanto dalla terra, ove ha chiesto di essere glorificato (Cf. Jn 17,1), ma anche dal cielo, di dove già, intercedendo per noi alla destra del Padre (Cf. Rm 8,34), ha inviato lo Spirito Santo su coloro che credono in Lui. Potente è la salvezza della sua destra. Nostra potenza è la salvezza della sua protezione, che ci soccorre anche nella tribolazione; in modo che quando siamo deboli, allora siamo potenti (Cf. 2Co 12,10). Vana è infatti la salvezza [che viene] dagli uomini (Cf. Ps 59,13), che procede non dalla sua destra, ma dalla sua sinistra, poiché per essa salgono in gran superbia tutti coloro che, pur peccando, godono della salvezza temporale.

8. [v 8.] Questi [confidano] nei carri, quelli nei cavalli. Alcuni sono trascinati dalla mutevole vicissitudine dei beni temporali, mentre altri si vantano di appariscenti onori e ne esultano. Noi invece esulteremo nel nome del Signore Dio nostro. Ma noi, riponendo la speranza nelle realtà eterne, e non ricercando la nostra gloria, esulteremo nel nome del Signore Dio nostro.

9. [v 9.] Essi hanno incespicato e sono caduti. Si sono impigliati nella cupidigia dei beni temporali temendo di lasciare in vita il Signore, per non perdere la città per mano dei Romani (Cf. Jn 11,48); e, urtando così nella pietra di inciampo (Cf. Rm 9,32) e nella pietra dello scandalo, sono precipitati dalla speranza del cielo. Per essi si è compiuto l’accecamento di una parte di Israele, non riconoscendo la giustizia di Dio, e volendo stabilire la propria (Cf. Rm 10,3). Noi invece siamo risorti, e stiamo in piedi. Noi invece, affinché entrassero i Gentili, siamo stati suscitati figli di Abramo dalle pietre (Cf. Mt 3,9); noi che non ricercavamo la giustizia, l’abbiamo ottenuta (Cf. Rm 9,30) e siamo risorti. E stiamo in piedi non con le nostre forze, ma giustificati per la fede.

10. [v 10.] O Signore, salva il Re; affinché egli che con la sua passione ci ha dato l’esempio nel combattere, come Sacerdote risuscitato dai morti e collocato in cielo, offra anche i nostri sacrifici; ed esaudiscici nel giorno in cui ti invocheremo. E poiché Egli già per noi offre, esaudiscici nel giorno in cui ti invocheremo.

SUL SALMO 20

20 Ps 20

ESPOSIZIONE

Si parla di Cristo: gloria della Redenzione e sconfitta dei nermici.

1. [v 1.] Per la fine, salmo di David. Il titolo è noto: si canta del Cristo.

2. [v 2.] O Signore, nella tua potenza si allieterà il Re. Signore, nella tua potenza, per la quale il Verbo si è fatto carne, si allieterà l’uomo Cristo Gesù. E per la tua salvezza esulterà vivamente. E per questo, per cui tutto vivifichi, esulterà grandemente.

3. [v 3.] Gli hai concesso il desiderio della sua anima. Ha desiderato mangiare la Pasqua (Cf. Lc 22,15), dare spontaneamente la vita e di nuovo per propria volontà riprenderla (Cf. Jn 10,18); e tu glielo hai concesso. E non gli hai negato il voto espresso dalle sue labbra. Ha detto: vi lascio la mia pace (Jn 14,27); e così è accaduto.

4. [v 4.] Giacché lo hai prevenuto con benedizioni di dolcezza. Poiché prima aveva bevuto la benedizione della tua dolcezza, il fiele dei nostri peccati non gli ha arrecato danno. (Pausa) Hai posto sul suo capo una corona di pietre preziose. All’inizio della sua predicazione gli si sono avvicinati i suoi discepoli e lo hanno circondato come pietre preziose, e [cominciando] da questi si è avuto l’inizio della sua predicazione.

5. [v 5.] Ha chiesto la vita e gliel’hai accordata. Ha chiesto la risurrezione, dicendo: Padre, glorifica il Figlio tuo (Jn 17,1); e tu gliel’hai accordata. Lunghezza dei giorni in eterno. Che la Chiesa vivesse lungamente in questo mondo e poi per l’eternità nei secoli dei secoli.

6. [v 6.] Grande è la sua gloria nella tua salvezza. Grande è certamente la sua gloria nella salvezza per la quale tu lo hai risuscitato. Lo ricoprirai di gloria e di grande splendore. Ma gli accrescerai inoltre gloria e grande splendore quando in cielo lo farai sedere alla tua destra.

7. [v 7.] Perché gli darai benedizione eternamente. Ecco la benedizione che gli darai in eterno. Lo inebrierai di gaudio con il tuo volto. Con il tuo volto lo allieterai nella sua umanità, che egli ha innalzato a te.

8. [v 8.] Poiché il Re confida nel Signore. Poiché il Re non insuperbisce, ma, con umile cuore, confida nel Signore. E nella misericordia dell’Altissimo non vacillerà. E nella misericordia dell’Altissimo, non si turberà l’umiltà di lui per l’obbedienza fino alla morte di Croce.

9. [v 9.] Raggiunga la tua mano tutti i tuoi nemici. La tua potestà, o Re, raggiunga, quando verrai per giudicare, tutti i tuoi nemici, i quali non l’hanno riconosciuta nella tua umiltà. La tua destra colga tutti coloro che ti hanno odiato. La gloria nella quale regni alla destra del Padre raggiunga, nel giorno del Giudizio, per punirli, tutti coloro che ti hanno odiato, perché neanche ora essi l’hanno riconosciuta.

10. [v 10.] Li ridurrai come fornace di fuoco. Farai sì che interiormente brucino per la coscienza della loro empietà. Nel tempo [in cui apparirà] il tuo volto, quando ti manifesterai. Nella sua ira, il Signore li sconvolgerà, ed il fuoco li divorerà. Sconvolti per la punizione del Signore, dopo che la loro coscienza li ha accusati, saranno gettati nel fuoco eterno per essere divorati.

11. [v 11.] Disperderai dalla terra il loro frutto. Disperderai il loro frutto dalla terra, perché esso è terreno. E la loro discendenza tra i figli degli uomini. E le loro opere; ovvero tutti quelli che hanno ingannato, non li annovererai tra i figli degli uomini, che hai chiamato all’eredità eterna.

12. [v 12.] Perché hanno rivolto il male contro di te. Ma questa pena sarà loro restituita, perché hanno rivolto contro di te, uccidendoti, quel male che essi credevano sarebbe loro sopravvenuto se tu avessi regnato. Hanno ordito trame che non hanno potuto consolidare. Hanno ordito trame, dicendo: è opportuno che uno muoia per tutti (Jn 11,50); ma non hanno potuto consolidarle perché non sapevano quello che dicevano.

13. [v 13.] Ma tu farai loro volgere le spalle. Perché tu li metterai tra coloro dai quali ti allontanerai, dopo averli trascurati e disprezzati. Nelle tue reliquie preparerai la loro faccia. E in ciò che abbandoni, cioè nelle cupidigie del regno terreno, preparerai a te, per la passione, la loro impudenza.

14. [v 14.] Innalzati, Signore, nella tua potenza. Tu, o Signore, che umile non hanno conosciuto, levati nella tua potenza che essi hanno ritenuto debolezza. Canteremo e inneggeremo ai tuoi trionfi. Con il cuore e con le opere celebreremo e faremo conoscere le tue meraviglie.

SUL SALMO 21

21 Ps 21

ESPOSIZIONE I

Morte e resurrezione di Cristo.

1. [v 1.] Per la fine; per il soccorso mattutino. Salmo di David. Riferendosi alla fine, lo stesso Signore Gesù Cristo parla della sua risurrezione. In quel sabato infatti avvenne di buon mattino la sua risurrezione, per la quale è stato assunto alla vita eterna; e su di lui la morte più oltre non avrà potere (Cf. Rm 6,9). Quanto segue è detto per bocca del Crocifisso. Infatti, nell’esordio di questo salmo, vi sono le parole che egli ha gridato mentre era inchiodato alla croce, conservando ancora la personalità del vecchio uomo la cui mortalità recava in sé. Perché il nostro uomo vecchio è stato inchiodato alla croce con lui (Cf. Rm 6,6).

2. [v 2.] Dio, Dio mio guardami, perché mi hai abbandonato lontano dalla mia salvezza? Sono stato allontanato dalla mia salvezza: perché la salvezza è lontana dai peccatori (Cf. Ps 118,155). Le parole dei miei delitti: queste parole non competono alla giustizia, ma ai miei delitti. Parla infatti il vecchio uomo inchiodato alla croce, ignorando perfino la causa per cui Dio lo ha abbandonato. Oppure certamente: lontano dalla mia salvezza, sono le parole dei miei delitti.

Preghiera di Cristo al Padre.

3. [v 3.] Dio mio, griderò a te durante il giorno, e non mi esaudirai: Dio mio, griderò a te nella prosperità di questa vita, perché non sia cambiata; e non mi esaudirai perché griderò a te con le parole della mia iniquità. E durante la notte, e non per rendermi stolto: nelle avversità di questa vita del pari griderò perché si volgano in prospere, ed ugualmente non mi esaudirai. E non fai così per rendermi stolto, ma piuttosto perché impari che cosa tu vuoi che gridi; non con parole inique, ispirate dal desiderio della vita temporale, ma con parole di conversione a te, dirette alla vita eterna.

4. [v 4.] Ma tu dimori nel santuario, gloria di Israele: tu dimori nel santuario, e perciò non esaudisci le immonde parole della iniquità; gloria di chi ti vede, non di colui che ha cercato la sua gloria nel gustare il cibo proibito, tanto che, aperti gli occhi del corpo, tentava di nascondersi dal tuo cospetto (Cf. Gn 3).

5. [v 5.] In te hanno sperato i nostri padri: cioè tutti i giusti, che non hanno cercato la loro lode, ma la tua, hanno sperato e tu li hai liberati.

6. [v 6.] A te hanno gridato e si sono salvati: a te hanno gridato, non con le parole dei delitti da cui lontana è la salvezza, e per questo sono stati salvati. In te hanno sperato e non sono rimasti confusi. In te hanno sperato, e la speranza non li ha ingannati, perché non l’hanno riposta in se medesimi.

7. [v 7.] Io invece sono un verme, e non un uomo: ora non parlo più in persona di Adamo, ma propriamente Io, Gesù Cristo, nato nella carne senza concepimento umano, per essere uomo al di sopra di ogni uomo, affinché almeno in questo l’umana superbia si degni di imitare la mia umiltà. Obbrobrio degli uomini e rifiuto del popolo: in tale umiltà sono divenuto obbrobrio degli uomini; in modo che è stato detto come un oltraggioso insulto: Sii tu discepolo di lui (Jn 9,28), e il popolo mi ha disprezzato.

8. [v 8.] Tutti coloro che mi guardavano mi beffeggiavano: tutti coloro che mi guardavano mi deridevano. Hanno sogghignato con le labbra, e hanno scosso il capo: hanno parlato, non col cuore, ma con le labbra.

9. [v 9.] Deridendomi, infatti, hanno scosso il capo, dicendo: ha sperato nel Signore, egli lo liberi; lo salvi, giacché lo ama. Queste furono le parole, ma dette con le labbra.

10. [v 10.] Perché sei tu che mi hai tratto fuori dal ventre. Poiché sei tu che mi hai tratto fuori non soltanto da quel ventre verginale, dato che per tutti gli uomini è legge di nascita esser tratti fuori dal ventre, ma [mi hai tratto] anche dal ventre della nazione giudaica; dalle sue tenebre è coperto ed ancora non è nato alla luce di Cristo chiunque pone la salvezza nella carnale osservanza del sabato, della circoncisione e di tutte le altre analoghe tradizioni. Mia speranza fin dalle mammelle di mia madre; la mia speranza è Dio, non solo da quando ho cominciato ad allattarmi alle mammelle della Vergine, ma anche da prima; tu invero mi hai tratto fuori dalle mammelle della Sinagoga, secondo quanto ho detto a proposito del ventre, affinché non succhiassi le abitudini carnali.

11. [v 11.] [Uscito] dal grembo materno, in te sono stato consolidato. Si tratta del seno della Sinagoga, che non mi ha portato, ma mi ha rigettato; non sono però caduto, perché tu mi hai sorretto. Dal ventre di mia madre tu sei il mio Dio. Dal ventre di mia madre: il ventre della madre mia non ha fatto sì che io, come un piccolo, mi dimenticassi di te.

12. [vv 11.12.] Tu sei il mio Dio; non allontanarti da me, perché imminente è la tribolazione: tu sei dunque il mio Dio, non allontanarti da me perché vicina a me è la tribolazione; essa infatti è già nel mio corpo. Perché non c’è chi mi aiuterà: chi può infatti aiutare, se tu non aiuti?

13. [v 13.] Mi hanno attorniato molti giovenchi: mi ha circondato una folla di plebe lussuriosa. Grassi tori mi hanno assediato: i capi del popolo, lieti della mia oppressione, mi hanno assediato.

14. [v 14.] Hanno spalancato contro di me la loro bocca: hanno aperto contro di me la bocca, non ispirandosi alle tue Scritture, ma alle loro passioni. Come leone che rapina e ruggisce: come leone la cui rapina sta nell’essere io catturato e trascinato; il suo ruggito nelle parole: crocifiggi, crocifiggi! (Jn 19,6)

15. [v 15.] Come acqua mi sono effuso, e disperse sono state tutte le mie ossa. Come acqua mi sono effuso, ove sono piombati i miei persecutori; e per la paura si sono disperse da me le fondamenta del mio corpo, ossia quelle della Chiesa: i miei discepoli. È divenuto il mio cuore come cera che si strugge, nel mezzo del mio ventre. La mia Sapienza, che di me parla nei Santi Libri, come fosse dura e solida, non era compresa, ma dopo che è venuto il fuoco della mia passione, quasi fosse liquefatta, si è manifestata, ed è stata depositata nella memoria della mia Chiesa.

16. [v 16.] È inaridita come terracotta la mia virtù: si è inaridita nella passione la mia virtù; non come fieno, ma come terracotta, che con il fuoco diventa più solida. E la mia lingua si è attaccata alle mie fauci. Hanno conservato in sé i miei precetti coloro per cui mezzo io avrei parlato. E nella polvere della morte mi hai trascinato: mi hai trascinato tra gli empi destinati alla morte, che come polvere il vento spazza via dalla faccia della terra.

17. [v 17.] Poiché molti cani mi hanno attorniato: molti mi hanno attorniato, latrando, non per difendere la verità, ma il loro modo di vivere. Una turba di malvagi mi ha preso in mezzo. Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi: hanno trafitto con i chiodi le mie mani e i piedi.

18. [v 18.] Hanno contato tutte le mie ossa. Hanno contato tutte le mie ossa distese sul legno della croce. Essi stessi invero mi hanno guardato e osservato: essi stessi, cioè senza essere mutati, mi hanno guardato e osservato.

19. [v 19.] Si sono divisi tra di loro i miei abiti e sulla mia veste hanno gettato le sorti.

20. [v 20.] Ma tu, o Signore, non allontanare da me il tuo aiuto. Ma tu, o Signore, non alla fine dei secoli, come gli altri, ma subito, risuscita me. Volgiti in mia difesa: volgiti a me perché in nulla mi nuocciano.

21. [v 21.] Libera dalla spada la mia anima: libera l’anima mia dalla lingua della discordia. E dalla zampa del cane l’Unica mia: e dalla dominazione del popolo, che latra per abitudine, [libera] la mia Chiesa.

22. [v 22.] Salvami dalla bocca del leone: salvami dalla bocca del regno terreno. E dalle corna degli unicorni la mia debolezza: proteggi la mia debolezza dall’alterigia dei superbi, che si innalzano come fossero soli e non tollerano compagni.

23. [v 23.] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli: annunzierò il tuo nome agli umili miei fratelli che si amano tra loro come sono da me amati. In mezzo alla Chiesa ti canterò: in mezzo alla Chiesa ti annunzierò con gioia.

24. [v 24.] O voi che temete il Signore, lodatelo. Voi, che temete il Signore, non cercate la vostra lode; è lui che dovete lodare. Stirpe tutta intera di Giacobbe, esaltatelo: esaltatelo, o intera stirpe di colui a cui sarà servo il maggiore.

25. [v 25.] Lo tema tutta la progenie di Israele: lo temano tutti coloro che sono nati a nuova vita e sono rigenerati alla visione di Dio. Perché non ha sprezzato né disdegnato la preghiera del povero: poiché non ha disdegnato la supplica, non già di colui che gridando a Dio con le parole dei suoi delitti non voleva abbandonare la vita vana, ma [non ha sprezzato] la preghiera del povero che non si gonfia nelle glorie passeggere. Né ha distolto da me la sua faccia; come invece l’ha distolta da colui che diceva: griderò a te e non mi esaudirai. E quando gridavo a lui, mi ha esaudito.

26. [v 26.] A te [si volgerà] la mia lode: non cerco infatti la mia lode, perché sei tu la mia lode, tu che abiti nel santuario; e già esaudisci il santo che ti supplica, o gloria di Israele. Nella grande Chiesa ti confesserò: nella Chiesa del mondo intero ti confesserò. Scioglierò i miei voti alla presenza di quanti lo temono: eleverò alla presenza di chi lo teme il sacramento del mio corpo e del mio sangue.

27. [v 27.] Mangeranno i poveri, e saranno saziati: mangeranno gli umili e coloro che disprezzano il secolo, e saranno imitatori; infatti non desidereranno l’abbondanza di questo secolo, né avranno timore della miseria. E loderanno il Signore quelli che lo cercano: la lode di Dio infatti sarà l’effusione della loro sazietà. Vivranno i loro cuori in eterno. Perché Egli è il cibo del cuore.

28. [v 28.] Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra; si ricorderanno, poiché Dio si era allontanato dalle genti nate per morire e inclini alle cose terrene, e allora si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra. E adoreranno al suo cospetto tutte le stirpi delle genti: si prosterneranno nella loro coscienza tutte le stirpi delle genti.

29. [v 29.] Perché del Signore è il Regno ed egli dominerà sulle genti: perché il Regno è del Signore, non degli uomini superbi; ed egli stesso dominerà le nazioni.

30. [v 30.] Hanno mangiato ed hanno adorato tutti i ricchi della terra: hanno mangiato il corpo umile del loro Signore anche i ricchi della terra, e non si sono saziati, come i poveri, sino ad imitarlo; ma tuttavia lo hanno adorato. Al suo cospetto si prosternano tutti coloro che discendono nella terra: egli solo infatti vede in qual modo cadono tutti coloro che, abbandonando la vita celeste, scelgono di apparire beati sulla terra agli uomini, che non vedono la loro rovina.

31. [v 31.] E l’anima mia vivrà per lui: l’anima mia, che nel disprezzare questo secolo sembra quasi esser morta agli [occhi degli] uomini, vivrà non per sé, ma per lui. E la mia discendenza lo servirà: le mie opere, o coloro che per mio mezzo crederanno in lui, lo serviranno.

32. [v 32.] Sarà chiamata nel nome del Signore la generazione ventura: sarà dedicata in onore del Signore la generazione del Nuovo Testamento. E [i cieli] annunzieranno la sua giustizia: gli Evangelisti annunzieranno la sua giustizia. Al popolo che nascerà e che ha fatto il Signore: al popolo che nascerà per la fede nel Signore.

SULLO STESSO SALMO 21

212 Ps 21

ESPOSIZIONE II

Discorso al popolo

Passione del Signore.

1. Ciò che Dio non ha voluto fosse taciuto nelle sue Scritture, neppure noi dobbiamo tacere, e voi dovete ascoltarlo. La Passione del Signore, come sappiamo, si è compiuta una volta sola; perché una volta sola è morto Cristo, il giusto per gli ingiusti (Cf. 1P 3,18). E sappiamo, e ne siamo certi, e riteniamo con fede immutabile, che Cristo risorgendo dai morti più non muore, e la morte su di lui non dominerà più oltre (Rm 6,9). Queste parole sono dell’Apostolo; tuttavia, per non dimenticare ciò che è accaduto una sola volta, ogni anno viene ricordato alla nostra memoria. Forse che ogni volta che si celebra la Pasqua, altrettante volte Cristo muore? Ma peraltro l’annuale commemorazione quasi viene a rappresentare ciò che una volta si è compiuto, e perciò noi ne siamo commossi come se vedessimo il Signore pendente sulla croce, e non deridendolo, ma credendo in lui. Perché fu deriso mentre pendeva dalla croce; assiso in cielo, è adorato. Ovvero è forse anche ora deriso, e più non deve adirarsi contro i Giudei che lo derisero mentre moriva, non mentre regna? Chi è che anche oggi deride Cristo? Volesse il cielo che fosse uno solo, che fossero due, volesse il cielo che potessimo contarli! Tutta la paglia della sua aia lo deride, e geme il grano perché il Signore è deriso. Per questo io voglio gemere con voi. È tempo infatti di piangere. Si celebra la passione del Signore: è tempo di gemere, tempo di piangere, tempo di confessare e di pregare. Ma chi di noi è capace di versare lacrime secondo la grandezza di tanto dolore? Che dice a questo proposito il Profeta? Chi darà acqua alla mia testa e agli occhi miei la fonte delle lacrime? (Jr 9,1) Se invero fosse negli occhi nostri una fonte di lacrime, neppure essa sarebbe sufficiente. Si deride Cristo in cose a tutti note, in cui nessuno può dire: non ho capito! Si offre infatti una parte a colui che possiede tutto intero il mondo; e si dice a colui che siede alla destra del Padre: È qui quello che tu possiedi. E al posto di tutta la terra gli viene offerta la sola Africa!

2. Dove collocheremo, o fratelli, le parole che abbiamo testè udito? Se potessero essere spiegate con le lacrime! Chi era la donna che entrò nella casa con il profumo (Cf. Mt 26,7)? Di chi recava l’immagine? Non era forse l’immagine della Chiesa? Di che cos’era immagine quel profumo? Non era forse l’immagine del buon odore di cui dice l’Apostolo: noi siamo in ogni luogo il buon odore di Cristo (2Co 2,14 2Co 15)? Anche l’Apostolo alludeva infatti alla persona della Chiesa stessa; e col dire: siamo, alludeva ai fedeli. E che cosa ha detto? Siamo il buon odore di Cristo in ogni luogo. Paolo ha detto che tutti i fedeli sono in ogni luogo il buon odore di Cristo; ed è contraddetto e si dice: solo l’Africa manda buon profumo, tutto il mondo manda cattivo odore. Siamo il buon odore di Cristo in ogni luogo: chi lo dice? La Chiesa. Quel vaso di profumo che fu versato sul Signore, raffigurava appunto questo buon odore. Vediamo se lo testimonia lo stesso Signore. Quando alcuni, cercando il loro interesse, avari e ladri, cioè quando Giuda diceva di quel profumo: perché questo spreco? si poteva vendere questo prezioso profumo e aiutare i poveri; voleva cioè vendere il buon odore di Cristo; che cosa rispose il Signore? Perché molestate questa donna? Ha compiuto verso di me una buona opera. E che posso dire di più, quando egli stesso ha detto: ovunque sarà predicato questo Vangelo in tutto il mondo, si dirà anche ciò che ha fatto questa donna (Mt 26,8-10 Mt 13)? C’è qualcosa da aggiungere? C’è qualcosa da togliere? C’è modo di adattare queste parole ai calunniatori? Ha mentito il Signore oppure si è ingannato? Scelgano cosa dire: o dicano che la Verità ha mentito, o dicano che la Verità si è ingannata. Ovunque sarà predicato questo Vangelo. E, come se tu gli avessi chiesto: dove sarà predicato? In tutto il mondo, dice. Ascoltiamo il salmo, e vediamo se si esprime così. Ascoltiamo ciò che si canta piangendo; davvero è cosa degna di pianto il cantare per i sordi. Mi stupisco, fratelli, se oggi questo salmo si legge anche nella setta di Donato. Vi prego [di ascoltarmi], fratelli miei, ve lo confesso, e la misericordia di Cristo mi è testimone: stupisco di come essi siano al riguardo quasi di pietra, e non sappiano ascoltare. Che cosa può dirsi più chiaramente ai sordi? La Passione di Cristo è narrata qui con tanta chiarezza come nel Vangelo, e vi è detto, non so con quanti anni d’anticipo, che il Signore sarebbe nato da Maria Vergine; c’era l’araldo che annunziava il giudice futuro. Leggiamolo per quanto ci concede la brevità del tempo; non secondo il sentimento del nostro dolore, ma, ripeto, per quanto ci permette il tempo a nostra disposizione.

Cristo ha fatto propri i nostri peccati.

3. [v 2.] Dio, Dio mio, guardami, perché mi hai abbandonato? Abbiamo già udito questo primo versetto sulla croce, quando il Signore ha detto: Eli, Eli, cioè Dio mio, Dio mio, Lama sabactani, ossia: perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46) L’evangelista ha tradotto queste parole, ed ha riferito che egli aveva detto in ebraico: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Che cosa voleva dire il Signore? Infatti Dio non lo aveva abbandonato, essendo egli stesso Dio; perché il Figlio di Dio è Dio, come il Verbo di Dio è Dio. Ascolta dall’inizio quell’evangelista, che proferiva ciò che aveva bevuto dal seno del Signore (Cf. Jn 13,23), e vediamo se Dio è Cristo: in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e Dio era il Verbo. Orbene, questo stesso Verbo che era Dio, si è fatto carne e ha abitato tra noi (Jn 1,1). Ed essendosi il Verbo di Dio fatto carne, pendeva dalla croce, e diceva: Dio mio, Dio mio, guardami; perché mi hai abbandonato? Per quale ragione così è detto, se non perché anche noi ivi eravamo, se non perché la Chiesa è il Corpo di Cristo (Cf. Ep 1,23)? Perché ha detto: Dio mio, Dio mio, guardami; perché mi hai abbandonato, se non allo scopo di stimolare la nostra attenzione e dire: questo salmo è scritto riguardo a me? Lontano dalla mia salvezza, le parole dei miei delitti. Di quali delitti, se di lui è detto: Colui che non ha commesso peccato, né inganno è stato trovato sulla sua bocca (1P 2,22)? In qual modo dunque dice dei miei delitti, se non perché prega per i nostri delitti, e ha fatto suoi i nostri delitti, per rendere nostra la sua giustizia?

Perché talvolta la preghiera non è esaudita.

4. [v 3.] Dio mio griderò a te di giorno, e non mi esaudirai; e di notte, e non per rendermi stolto. Ha detto queste parole per me, per te, per lui. Portava infatti il suo Corpo, cioè la Chiesa. A meno che, forse, non crediate, fratelli, che il Signore, quando disse: Padre, se è possibile, passi da me questo calice (Mt 26,39), temesse di morire. Nessun soldato è più forte del comandante: basta al servo essere come il suo padrone (Cf. Mt 10,25). Dice Paolo, soldato di Cristo Re: Da due cose sono spinto, avendo brama di dissolvermi ed essere con Cristo (Ph 1,23). Paolo desidera la morte per essere con Cristo, e Cristo stesso potrebbe temere la morte? Non diceva forse queste cose perché era rivestito della nostra debolezza e così parlava per coloro che, essendo costituiti nel proprio corpo, ancora temono la morte? Da qui derivavano quelle parole, esse erano la voce delle sue membra, non del capo; così anche ora dice: Giorno e notte ho gridato, e non mi esaudirai. Molti infatti gridano nella sofferenza, e non sono esauditi; ma non sono esauditi per la loro salvezza, non per divenir stolti. Ha gridato Paolo affinché gli fosse tolto dal Signore il pungiglione della carne, e non è stato esaudito; gli è stato detto: Ti basti la mia grazia, perché la virtù si perfeziona nella infermità (2Co 12,9). Non è dunque esaudito, non per la stoltezza, ma per la sapienza; perché capisca l’uomo che il medico è Dio, e che la sofferenza è una medicina per la salvezza, non supplizio per la condanna. Sotto l’azione del chirurgo, sei bruciato, tagliato, e gridi; il medico non ti ascolta secondo la tua volontà, ma in ordine alla tua guarigione.

5. [v 4.] Ma tu dimori nel Santo, lode di Israele. Dimori in coloro che hai santificati, ed ai quali fai intendere perché non esaudisci alcuni per loro vantaggio, ed esaudisci altri per la loro dannazione. Paolo non è stato esaudito per il suo vantaggio, mentre per la sua dannazione è stato esaudito il diavolo. Chiese di mettere alla prova Giobbe, e gli fu concesso (Cf. Jb 1,11). I demoni chiesero di andare nei porci, e furono esauditi (Cf. Mt 8,31). I demoni sono esauditi, mentre l’Apostolo non è esaudito! ma quelli sono esauditi per la dannazione, mentre l’Apostolo non è stato esaudito per la sua salvezza, perché non è per rendermi stolto. Ma tu dimori nel Santo, lode di Israele. Per qual motivo non esaudisci anche i tuoi? Perché dico questo? Ricordatevi di dire sempre: grazie a Dio. Grande qui è la folla, e coloro che di solito non vengono sono venuti. Io dico a tutti che il cristiano proprio nella sofferenza è messo alla prova, se non ha abbandonato il suo Dio. Infatti quando tutto va bene per l’uomo, il cristiano in lui viene meno. Il fuoco entra nella fornace, e la fornace dell’orefice è lo strumento di un grande mistero. Ivi è l’oro, ivi è la paglia, ivi il fuoco opera in spazio concentrato. Quel fuoco non è diverso, eppure diversamente agisce: muta la paglia in cenere e toglie all’oro le scorie. Ebbene, coloro nei quali dimora Dio divengono migliori nella sofferenza, temprati come l’oro. E se per avventura il diavolo nemico avrà chiesto e gli sarà stato concesso [di infliggere al fedele] qualche dolore nel corpo, o qualche danno, o la perdita dei suoi, tenga costui il cuore fisso in Colui che non si sottrae [a noi]; poiché se pure ha chiuso il suo orecchio al pianto, offre la sua misericordia alla supplica. Sa cosa deve fare Colui che ci ha creato, e sa anche ricrearci. Buon costruttore è colui che ha edificato la casa; e se qualcosa in essa cade, egli sa ripararla.

6. [v 5.] Osserva che dice ora: In te hanno sperato i nostri padri; hanno sperato e tu li hai liberati. Noi sappiamo e leggiamo quanto siano numerosi i nostri padri che Dio ha liberato in quanto speravano in lui. Ha liberato lo stesso popolo d’Israele dalla terra d’Egitto (Cf. Ex 12,51); ha liberato i tre giovinetti dalla fornace di fuoco (Cf. Da 3); ha liberato Daniele dalla fossa dei leoni (Cf. Da 14); ha liberato Susanna dalla falsa accusa (Cf. Da 13). Tutti lo hanno invocato e tutti sono stati liberati. Forse è venuto meno il suo aiuto a suo Figlio, tanto da non esaudirlo mentre pendeva dalla croce? Perché dunque non è liberato ora colui che ha detto: In te hanno sperato i nostri padri, e tu li hai liberati?

7. [v 7.] Io invece sono un verme, e non un uomo. Un verme, e non un uomo; infatti anche l’uomo è un verme, ma egli è un verme, non un uomo. Perché non un uomo? Perché è Dio. Perché dunque tanto si umilia da dire: Verme? Forse perché il verme nasce dalla carne senza l’amplesso, come Cristo da Maria Vergine? Verme dice, e non uomo. Perché verme? Perché è mortale, perché è nato dalla carne, perché è nato senza amplesso. E perché non uomo? Perché in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, ed era Dio il Verbo (Jn 1,1).

Sofferenze di Cristo e loro frutto.

8. Vergogna degli uomini ed abiezione del popolo. Guardate quanto ha sofferto! Per parlare della passione e per accostarci ad essa con più alto gemito, osservate quanto ora soffre, e poi considerate il perché! Qual è dunque il frutto? Ecco, i nostri padri hanno sperato e sono stati liberati dalla terra d’Egitto. E come ho detto, molti lo hanno invocato, e subito in quel momento, non nella vita futura, ma al presente sono stati liberati. Lo stesso Giobbe, dato nelle mani del diavolo che lo aveva reclamato, putrido di vermi, ha tuttavia in questa vita recuperato la salute, ed ha ricevuto il doppio di quanto aveva perduto (Cf. Jb 42,10). Ed invece il Signore era flagellato e nessuno lo soccorreva; era oltraggiato con gli sputi e nessuno lo soccorreva; preso a schiaffi e nessuno lo soccorreva; coronato di spine e nessuno lo soccorreva; innalzato infine sulla croce e nessuno lo ha liberato; ed ora grida: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27) e nessuno lo soccorre. Perché, fratelli miei, perché? per quale ricompensa tanto ha sofferto? Tutte le ingiurie che ha sofferto, sono il prezzo. A quale scopo il prezzo di tanti patimenti? Continuiamo a leggere e vediamo cosa dice. Dapprima ricerchiamo che cosa ha sofferto, e poi perché; e osserviamo quanto siano nemici di Cristo coloro che confessano che tanto ha sofferto e trascurano il perché. In questo salmo ascoltiamo tutto ciò: quel che ha sofferto e perché. Tenete a mente questi due elementi, che cosa e perché. È quanto ora spiegherò. Non soffermiamoci a lungo, e meglio a voi giungeranno le stesse parole del salmo. Osservate che cosa ha sofferto il Signore, state attenti cristiani: Vergogna degli uomini e abiezione del popolo.

9. [vv 8.9.] Tutti coloro che mi guardavano mi beffeggiavano, hanno parlato con le labbra, ed hanno scosso il capo. Ha sperato nel Signore, egli lo liberi; lo salvi, giacché lo vuole. Ma perché dicevano così? Perché si era fatto uomo; e si rivolgevano a lui come fosse un uomo.

10. [v 10.] Perché sei tu che mi hai tratto fuori dal ventre. Forse avrebbero detto tali cose in quanto che in principio era il Verbo, ed il Verbo era presso Dio? Poiché quel Verbo per cui mezzo ogni cosa è stata fatta non è stato tratto fuori dal ventre, se non in quanto il Verbo si è fatto carne ed ha abitato tra noi. Perché tu mi hai tratto fuori dal ventre, Dio mio dal seno della madre mia. Infatti, prima dei secoli [eri] Padre mio; dal seno della madre mia, Dio mio.

11. [v 11.] In te sono stato gettato fuori del seno. Cioè perché tu solo fossi per me la speranza, già come uomo, già come debole, già come Verbo fatto carne. Dal ventre della madre mia Dio mio sei tu. Non in quanto generato da te, sei Dio mio, ché in ciò sei Padre mio; ma dal ventre della madre mia, sei Dio mio.

12. [v 12.] Non allontanarti da me, perché imminente è la tribolazione, perché non c’è chi mi aiuterà. Vedete che è abbandonato; e guai a noi se egli ci abbandonerà, perché non c’è chi ci aiuterà.

13. [v 13.] Mi hanno attorniato molti vitelli, grassi tori mi hanno assediato. Il popolo ed i capi; il popolo sono i molti vitelli, i principi i tori grassi.

14. [v 14.] Hanno spalancato contro di me la loro bocca, come leone che rapina e ruggisce. Ascoltiamo nel Vangelo il loro ruggito: Crocifiggi, crocifiggi! (Jn 19,6)

15. [v 15.] Come acqua mi sono effuso, e disperse sono state tutte le mie ossa. Chiama sue ossa i suoi saldi [discepoli]; le ossa infatti sono salde nel corpo. Quando ha disperso le sue ossa? Quando ha detto loro: Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi (Mt 10,16 Lc 10,3). Ha disperso i suoi fedeli e come acqua si è effuso; perché l’acqua quando si diffonde o lava o irriga. Scioltosi Cristo come acqua, lavati sono stati gli immondi, e irrigate sono state le menti. È divenuto il mio cuore cera che si strugge, nel mezzo del mio ventre. Chiama suo ventre i deboli nella sua Chiesa. In qual modo il suo cuore è divenuto come cera? Il suo cuore è la sua Scrittura, cioè la sua Sapienza che era nelle Scritture. Chiusa era infatti la Scrittura e nessuno la intendeva; il Signore è stato crocifisso ed essa si è liquefatta come cera, in modo che tutti gli infermi comprendessero la Scrittura. Infatti è per questo che il velo del tempio si squarciò, poiché tutto ciò che era occulto è stato rivelato.

16. [v 16.] Si è seccata come terracotta la mia virtù. In modo magnifico ha detto questo: Più saldo si è fatto il nome mio con la sofferenza. Infatti, nello stesso modo per cui la terracotta è molle prima del fuoco e forte dopo [esser passata attraverso] di esso, così il Nome del Signore prima della passione era disprezzato, e dopo la passione è onorato. E la mia lingua è rimasta attaccata alle mie fauci. Allo stesso modo per cui in noi quel membro a niente altro serve se non a parlare, così i suoi predicatori, cioè la sua lingua, ha detto che sono rimasti attaccati alle sue fauci, onde attingere la sapienza dall’intimo di Lui. E nella polvere della morte mi hai trascinato.

17. [v 17.] Perché molti cani mi hanno attorniato, il consiglio dei malvagi mi ha preso in mezzo. Tutto questo trovate nel Vangelo. Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi. Allora sono state inferte le ferite, le cui cicatrici ha toccato il discepolo dubbioso, quegli che aveva detto: Se non metterò le mie dita nelle cicatrici delle sue ferite, non crederò. E quando a lui ha detto: Vieni, metti la tua mano, incredulo, quello ha messo la sua mano ed ha esclamato: Signore mio e Dio mio! Ed egli: Perché mi hai visto hai creduto: beati coloro che non vedono e credono (Jn 20,25 Jn 27 Jn 28). Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi.

18. [v 18.] Hanno contato tutte le mie ossa. Lo hanno fatto quando era disteso pendente dalla croce. Non potrebbe meglio essere descritto l’allungarsi del corpo sul legno che con le parole: Hanno contato tutte le mie ossa.

Carità e unità.

19. [v 19.] Essi stessi mi hanno osservato e mi hanno guardato. Mi hanno osservato e non hanno capito; mi hanno guardato e non hanno visto. Avevano gli occhi capaci di giungere sino alla carne, non il cuore capace di penetrare sino al Verbo. Si sono divisi i miei abiti. I suoi abiti sono i suoi sacramenti. State attenti fratelli. I suoi abiti, cioè i suoi sacramenti, poterono essere divisi per le eresie: ma vi era una veste che nessuno ha diviso. E sulla mia veste hanno gettato le sorti. Ora la tunica - dice l’evangelista - era tessuta dalla cima (Jn 19,23). Dunque [procedeva] dal Cielo, dal Padre, dallo Spirito Santo. Che cos’è questa tunica, se non la carità, che nessuno può dividere? Che cos’è questa tunica, se non l’unità? Su di essa si gettano le sorti, nessuno la divide. Gli eretici hanno potuto dividere tra loro i sacramenti, ma la carità non hanno diviso. E poiché hanno potuto dividere tra loro i sacramenti, ma la carità non hanno diviso. E poiché non hanno potuto dividerla, se ne sono andati: ed essa resta intatta. In sorte è toccata ad alcuni; chi la possiede è sicuro: nessuno lo muove dalla Chiesa cattolica, e se comincia a possederla fuori, viene introdotto, come un tempo il ramo d’olivo dalla colomba (Cf. Gn 8,11).

20. [v 20.] Ma tu, o Signore, non terrai lontano da me il tuo aiuto. Così è accaduto: dopo tre giorni è risorto. Guardami per difendermi.

21. [v 21.] Libera l’anima mia dalla lancia, cioè dalla morte. La lancia infatti è la spada, ed egli ha voluto significare la morte per mezzo della spada. E dalla zampa del cane l’unica mia.Anima mia, unica mia, cioè il capo ed il corpo. Unica ha detto, cioè la Chiesa; dalla zampa, cioè dalla dominazione del cane. Chi sono i cani? Coloro che latrano come fanno i cani, e non comprendono contro chi latrano. Niente vien fatto loro e latrano. Che cosa ha fatto al cane colui che passava per la sua via? E tuttavia quello latra. Coloro che latrano con occhi ciechi, senza discernere contro chi latrano o per che cosa latrano, sono cani.

22. [v 22.] Salvami dalla bocca del leone. Già conoscete chi è il leone ruggente, che gira attorno e cerca chi divorare (Cf. 1P 5,8). E dalle corna degli unicorni la mia umiltà. Non li chiamerebbe unicorni se non si trattasse dei superbi; per questo aggiunge: la mia umiltà.

23. [v 23.] Avete udito che cosa ha sofferto, e quello che ha pregato per essere da tali sofferenze liberato; osserviamo ora perché ha sofferto. Vedete già ora, fratelli: chi non è in quella condizione a cagione della quale Cristo ha subito la passione, in qual modo è cristiano? Ecco, intendiamo bene che cosa ha sofferto: sono state contate le sue ossa, è stato deriso, divisi sono stati i suoi abiti ed in più sono state gettate le sorti sulla sua veste, lo hanno circondato infuriati e crudeli, e disperse sono state tutte le sue ossa. Tutto questo lo abbiamo udito qui e lo abbiamo letto nel Vangelo: vediamone ora il perché. O Cristo Figlio di Dio, se tu non volevi non avresti sofferto: mostraci dunque il frutto della tua passione. Ascolta, egli dice, il frutto: io non lo taccio, ma sordi sono gli uomini. Ascolta, egli dice, il frutto per il quale io ho sofferto tutto questo. Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli. Vediamo se [soltanto] in qualche parte annunzia il nome di Dio ai suoi fratelli. Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli: in mezzo alla Chiesa ti canterò. Così è accaduto. Ma vediamo qual è questa Chiesa. Ha detto infatti: In mezzo alla Chiesa ti canterò. Vediamo qual è questa Chiesa per la quale egli ha sofferto.

Contro Donato: universalità della Chiesa.

24. [v 24.] Voi che temete il Signore, lodatelo. Ovunque si teme Dio e lo si loda, ivi è la Chiesa di Cristo. Osservate, fratelli miei, se in questi giorni si dice in tutto intero il mondo senza ragione: Amen e Alleluia. Non si teme ivi Dio? Non lo si loda? Donato se n’è andato e ha detto: Non lo si teme affatto, e tutto il mondo si è perduto. Senza motivo tu dici: Tutto il mondo si è perduto. Forse ne è rimasta una piccola parte in Africa? Non dice dunque qualcosa Cristo per chiudere queste bocche? non dice qualcosa per strappare le lingue di coloro che così dicono? Vediamo se troviamo qualcosa. Ci è detto ancora: In mezzo alla Chiesa; parla della nostra Chiesa. Voi che temete il Signore, lodatelo; vediamo se essi lodano il Signore, e osserviamo se parla di essi e se egli è lodato in mezzo alla loro chiesa. In qual modo lodano Cristo coloro che dicono: Ha perduto tutto intero il mondo, il diavolo gli ha strappato tutto, ed egli stesso è rimasto in una parte? Ma osserviamo ancora: più apertamente dica, più apertamente parli; non ci sia niente da interpretare, niente di cui dubitare. Stirpe tutta intera di Giacobbe, esaltatelo. Ma forse anche essi dicono: Noi siamo la stirpe di Giacobbe. Vediamo se lo sono.

25. [v 25.] Lo tema ogni discendente d’Israele. Diranno ancora: Noi siamo discendenti d’Israele; concediamolo, lo dicano pure. Perché non ha disprezzato né disdegnato la preghiera dei poveri. Di quali poveri? Non di coloro che presumono di sé. Vediamo se sono poveri coloro che dicono: Noi siamo i giusti. Cristo grida: Lontano dalla mia salvezza le parole dei miei delitti. Ma dicano pure ciò che vogliono. Né ha distolto da me la sua faccia, e quando gridavo a lui, mi ha esaudito. Perché lo ha esaudito? per quale scopo?

26. [v 26.] Presso di te è la mia lode. In Dio ha posto la sua lode: ha insegnato a non riporre la fiducia nell’uomo. Dicano pure ciò che vogliono. Già alcuni hanno cominciato ad essere bruciati, il fuoco ha cominciato ad avvicinarsi; e non c’è chi si nasconda dal suo calore (Cf. Ps 18,7). Ma dicono ancora: Anche noi abbiamo riposto in lui la nostra lode, e non presumiamo di noi stessi; continuino a dirlo. Nella grande Chiesa ti confesserò. Credo che ormai sia qui che ha cominciato a toccare il nocciolo della questione. Che cos’è la grande Chiesa, fratelli? Forse la grande Chiesa è una piccola parte del mondo? La grande Chiesa è il mondo tutto intero. Se qualcuno volesse ora contraddire Cristo: Di’ un po’, tu hai detto: nella grande Chiesa ti confesserò: quale grande Chiesa? Ti è rimasto un piccolo pezzetto d’Africa, tutto il mondo intero hai perduto; hai versato il sangue per tutto, ma hai dovuto subire l’usurpatore. Noi diciamo queste cose al Signore come se volessimo sapere, sapendo tuttavia che cosa risponderà. Supponiamo di non sapere che cosa dirà: forse che non ci risponderà? State calmi, vi dirò ora cose di cui nessuno può dubitare. Aspettiamo dunque che cosa sta per dire. Già io volevo dirlo e non permettere che gli uomini intendessero qualcosa d’altro quando Cristo dice: nella grande Chiesa. E tu dici che è rimasto in un’infima parte. Ed ancora osano dire: anche la nostra è la grande Chiesa. Che te ne pare, Bagai e Tumugade? Se il Signore non dice qualcosa per farli tacere, essi continueranno a dire che la grande Chiesa è la sola Numidia.

I veri poveri.

27. [vv 27.28.] Osserviamo, ascoltiamo ancora il Signore: Scioglierò i miei voti alla presenza di quanti lo temono. Quali sono i suoi voti? Il sacrificio che ha offerto a Dio. Conoscete qual è questo sacrificio? I fedeli conoscono i voti che ha sciolto alla presenza di quanti lo temono; aggiunge infatti: Mangeranno i poveri, e saranno saziati. Beati i poveri perché mangiano per essere saziati; i poveri infatti mangiano, mentre i ricchi non sono saziati perché non hanno fame. Mangeranno i poveri: ad essi apparteneva quel Pietro pescatore, quell’altro pescatore Giovanni e Giacomo suo fratello, e anche Matteo il pubblicano. Facevano parte dei poveri coloro che hanno mangiato e si sono saziati, ed hanno sofferto per le cose che hanno mangiato. Egli offrì la sua cena, ed offrì la sua passione; e si è saziato colui che lo ha imitato. I poveri lo hanno imitato; essi infatti hanno sofferto per andar dietro alle orme di Cristo. Mangeranno i poveri. Ma perché i poveri? E loderanno il Signore quelli che lo cercano. I ricchi lodano se stessi, i poveri lodano il Signore. Perché sono poveri? Perché lodano il Signore, ed il Signore cercano. Il Signore è la ricchezza dei poveri; per questo la casa è vuota, perché pieno di ricchezze sia il cuore. I ricchi cercano di che riempire il forziere, i poveri cercano di che riempire il cuore; e quando lo hanno riempito, lodano il Signore coloro che lo cercano. Vedete fratelli che sono davvero poveri coloro che sono ricchi di questo; perché non nel forziere, non nel granaio, non nella cantina sono ricchi: Vivranno i loro cuori nel secolo del secolo.

28. State attenti, dunque. Il Signore ha sofferto; tutto quanto avete udito ha sofferto il Signore. Cerchiamo perché ha sofferto, ed egli comincia a dire: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo alla Chiesa ti canterò. Ma essi dicono ancora: Questa è la chiesa. Lo tema ogni discendente d’Israele. Ed essi dicono: Noi siamo i discendenti d’Israele. Perché non ha sprezzato né disdegnato la preghiera del povero. Dicono ancora: Siamo noi. Né ha distolto da me la sua faccia. Cioè non ha distolto il Cristo Signore la sua faccia da se medesimo, ossia dalla sua Chiesa, la quale è il suo Corpo. Presso di te la mia lode. Voi volete lodare voi stessi. Ma risponderanno: Senza meno anche noi lo lodiamo. Scioglierò i miei voti alla presenza di quanti lo temono. I fedeli conoscono il sacrificio di pace, il sacrificio di carità, il sacrificio del suo Corpo; non si può ora discutere su questo argomento. Scioglierò i miei voti alla presenza di quanti lo temono. Mangino i pubblicani, mangino i pescatori; mangino, imitino il Signore, soffrano, siano saziati. È morto il Signore stesso, sono morti anche i poveri; anche la morte dei discepoli si è aggiunta alla morte del Maestro. Perché? Dammi il frutto. Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra. Via, fratelli, perché ci chiedete che cosa rispondere alla fazione di Donato? Ecco il salmo, e qui oggi si legge, e presso di loro oggi si legge. Scriviamolo sulle nostre fronti, camminiamo con esso, non taccia la nostra lingua e dica: Ecco, Cristo ha sofferto, il compratore ha mostrato il compenso, ecco il prezzo che ha dato, il suo sangue è stato versato. Nel sacco [del suo Corpo] portava il nostro prezzo; è stato colpito dalla lancia, il sacco si è aperto, e ne è disceso il prezzo di tutta la terra. Che mi dici o eretico? Non è il prezzo di tutta la terra? Solo l’Africa è stata redenta? Non osi dire: Tutto il mondo è stato redento, ma si è perduto. Da quale usurpatore Cristo è stato vinto, tanto da perdere la sua ricchezza? Ecco, si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i confini della terra. Anche te sazierà, e lo dirà. Se dicesse i confini della terra e non tutti i confini della terra, essi potrebbero dire: Ecco, sono in Mauritania i confini della terra. Ha detto tutti i confini della terra; o eretico ha detto tutti; dove fuggirai per evitare la domanda? Non hai dove uscire, ma hai dove entrare.

29. [vv 28.29.] Vi supplico, non voglio discutere su ciò affinché non si dica che è il mio discorso ad avere qualche efficacia; state attenti al salmo, leggete il salmo. Ecco, Cristo ha sofferto, il suo sangue è stato versato; ecco il nostro redentore, ecco il nostro prezzo. Mi si dica che cosa ha comprato. Cosa domandiamo? Che cosa, se qualcuno mi dice: O stolto, a che interroghi? Hai il Libro, ivi hai con che ha comprato, ivi cerca che cosa ha comprato. Ecco, ivi leggi: Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra. Si ricorderanno infatti tutti i paesi della terra. Ma gli eretici si sono dimenticati, eppure ogni anno lo ascoltano. Tu credi che essi qui porgano orecchio, quando il loro stesso lettore dice: Si ricorderanno e si convertiranno tutti i paesi della terra? Orsù, forse è un verso solo: tu pensavi ad altro, confabulavi con il tuo fratello, quando egli ha detto così; stai attento perché ora lo ripete e bussa alla porta dei sordi: E si prosterneranno al suo cospetto tutte le famiglie delle genti. Ma è ancora sordo, non sente, e di nuovo alla sua porta si bussa: Perché del Signore è il regno, ed egli dominerà sulle genti. Tenete a mente questi tre versi, fratelli. Oggi sono stati cantati anche presso di loro, o forse essi li hanno cancellati. Credetemi fratelli, tanto io ardo, tanta violenza subisco da restare stupefatto per questa incomprensibile sordità ed ostinazione del loro cuore, e da dubitare talvolta che essi abbiano questi versi nei loro libri. Oggi tutti accorrono in chiesa, oggi tutti con attenzione ascoltano il salmo, tutti lo ascoltano con il cuore sospeso. Ma supponiamo che non siano attenti: si tratta forse solo di questo verso: Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra? Sei sveglio, ma ancora ti stropicci gli occhi: E si prosterneranno al suo cospetto tutte le stirpi delle genti. Scuoti il sonno, che ancora ti appesantisce, ascolta: Perché del Signore è il regno, ed egli dominerà le genti.

Siamo fratelli: perché litighiamo?

30. Non so se hanno ancora qualcosa da dire: litighino con le Scritture, non con noi. Ecco, questo è il libro, combattano contro di esso. Dove sono le loro parole: Noi abbiamo conservato le Scritture, perché non le bruciassero? Sono state conservate perché tu sia bruciato. Che cosa hai conservato? Apri, leggi: tu l’hai conservata e tu la combatti. Ciò che hai salvato dal fuoco perché vuoi distruggerlo con la lingua? Non credo, non credo che tu l’abbia salvata: assolutamente non ci credo, non l’hai salvata affatto. Con tutta verità i nostri dicono che tu l’hai tradita. Dimostra di essere un traditore colui che non adempie al testamento che pure ha letto. Ecco, è letto, ed io lo seguo; è letto e tu lo respingi. Quale mano lo ha gettato nel fuoco? La mano di chi crede e segue, oppure di chi si duole perché viene letto? Non voglio sapere chi abbia salvato le Scritture: in qualunque luogo sia stato trovato il codice, il testamento del nostro Padre è uscito da qualunque caverna; non so quali ladri volevano rubarlo, non so quali persecutori volevano bruciarlo: ma da qualunque luogo provenga, ora è letto. Perché litighi? Siamo fratelli, perché litighiamo? Non è morto il Padre senza testamento. Ha fatto il testamento, e così è morto; è morto ed è resuscitato. Si contende sull’eredità dei morti per tutto il tempo in cui il testamento non viene esposto in pubblico: ma quando il testamento è esposto in pubblico tutti tacciono, perché le tavole siano aperte e vengano lette. Il giudice attento ascolta, gli avvocati tacciono, gli araldi impongono il silenzio, tutto il popolo è in ansia mentre vengon lette le parole del morto che insensibile sta nella tomba. Egli sta insensibile nel sepolcro e valgono le sue parole; Cristo è assiso in cielo ed il suo testamento viene contraddetto? Apri, leggiamo. Siamo fratelli, perché litigare? Si plachi il nostro animo, il Padre non ci ha lasciati senza testamento. Colui che ha redatto il testamento vive in eterno; ascolta le nostre voci e riconosce la sua. Leggiamo, perché litighiamo? Abbiamo l’eredità laddove essa stessa è stata trovata. Apri il testamento, leggi nell’esordio del salterio stesso: Chiedi a me (Ps 2,8). Ma chi è che parla? Forse non è Cristo. Ma leggi ancora: Il Signore mi ha detto: mio Figlio sei tu, io oggi ti ho generato (Ps 2,7). È dunque il Figlio di Dio che parla, oppure è il Padre che parla al Figlio suo. Che cosa dice dunque al Figlio? Chiedi a me e ti darò le genti in tua eredità, e in tuo possesso i confini della terra. Si è soliti, fratelli, quando si tratta di proprietà, ricercare i parenti. Tra questo e quel parente si cerca l’erede, sia quello cui è donato, sia quello che compra. Tra quali parenti si cerca? Tra questo e quel proprietario. Ma colui che ha annullato tutti i confini, non ha abbandonato nessun parente. Ovunque tu ti volti, là è Cristo. Hai in eredità i confini della terra, vieni qua e tutto possiedi con me. Perché litigando ne pretendi una parte? Vieni qua: per tuo bene sarai vinto e possederai tutto. O forse discuti ancora? Io già ho letto il testamento e tu discuti. Discuti forse perché ha detto i confini della terra e non tutti i confini della terra? Leggiamo dunque. In qual modo è stato letto? Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i confini della terra. E si prosterneranno al suo cospetto tutte le famiglie delle genti. Perché del Signore è il Regno, ed egli dominerà sulle genti. Suo è il Regno, non vostro. Riconoscete il Signore! riconoscete il possesso del Signore.

Le pecore non sono né mie, né tue, ma di Cristo.

31. Quanto a voi, poiché volete possedere le vostre cose in privato, e non nella comune unità con Cristo, dato che volete dominare in terra, non regnare con lui in Cielo, possedete le vostre dimore. E di tanto in tanto noi andiamo da loro e diciamo: Ricerchiamo la verità, troviamo la verità. Ed essi rispondono: Voi tenete ciò che avete; hai le tue pecore, io ho le mie; non molestare le mie pecore, poiché io non molesto le tue. Ringrazio Dio: le pecore sono mie, le pecore sono di lui; Cristo che cosa ha comprato? E dunque non siano né mie né tue, ma siano di colui che le ha comprate, siano di colui che le ha segnate. Non è niente chi pianta né chi irriga, ma Dio che fa crescere (1Co 3,7). Perché io ho le mie, tu hai le tue? Se colà è Cristo, là vadano le mie, perché non sono mie; se Cristo è qui, qui vengano le tue, perché non sono tue. Nell’appartenenza, esse ci bacino la testa e le mani, e periscano i figli stranieri. Non è mio possesso, dice. Che significa? Vediamo se non è tuo possesso, vediamo se davvero tu non lo rivendichi. Io fatico per il nome di Cristo, tu per il nome di Donato. Infatti, se cerchi Cristo, ovunque è Cristo. Tu dici: Ecco, Cristo è qui (Cf. Mt 24,23). Io dico: È dovunque. Lodate, fanciulli, il Signore, lodate il nome del Signore. Da dove lodano? E fino a dove lodano? Dal sorgere del sole fino al tramonto lodate il nome del Signore (Cf. Ps 112,1). Ecco quale Chiesa io mostro, ecco che cosa Cristo ha comprato, ecco che cosa ha riscattato, ecco per che cosa ha dato il sangue. Ma tu che dici? Anch’io, tu dici, raccolgo per Lui. Chi non raccoglie con me - dice il Signore - disperde (Mt 12,30). Ebbene tu dividi l’unità e pretendi il tuo possesso. E perché il tuo possesso porta il nome di Cristo? Perché, per difendere la tua proprietà, le hai imposto il nome di Cristo. Forse che non fa così taluno con la sua casa? Perché nessun prepotente usurpi la sua dimora le impone i titoli di un potente, titoli menzogneri. Egli vuole essere il padrone e vuol difendere il frontespizio della sua casa con titoli altrui, affinché chi legge il titolo, atterrito dalla potenza del nome, si astenga dall’invaderla. Questo hanno fatto, quando hanno condannato i Massimianisti. Si presentarono davanti ai giudici, e lessero [le carte del] loro concilio, come mostrando i titoli per sembrare vescovi. Allora il giudice chiese: Quale altro vescovo c’è nella parte di Donato? Rispose l’Ufficiale: Noi non conosciamo altri se non Aurelio cattolico. Quelli, temendo la legge, non parlarono che di un solo vescovo. Ma per essere ascoltati dal giudice, presentarono il nome di Cristo; nel proprio possesso collocarono il titolo di lui. Buono è il Signore: perdoni loro; e quando trovi i suoi titoli li rivendichi in suo possesso. Potente è la sua misericordia per fare così nei loro confronti, ossia per riunire tutti coloro che troverà che portano il nome di Cristo. E vedete, fratelli, quando qualche potente trova i suoi titoli, forse non rivendica per sé di diritto il patrimonio, dicendo: Non assumerebbe i miei titoli se non fosse cosa mia? Porta i miei titoli, dunque è cosa mia, ove trovo il mio nome, è mio. Ovvero muta forse i titoli? No, il titolo che c’era resta; è cambiato il proprietario, non è cambiato il titolo. Così anche a coloro che hanno il battesimo di Cristo, se vengono all’unità, non mutiamo i titoli, oppure li cancelliamo, ma li riconosciamo come titoli del nostro Re, titoli del nostro Imperatore. Che diciamo allora? O misera casa, ti possegga colui i cui titoli porti; hai i titoli di Cristo, non essere di Donato.

32. Abbiamo detto molte cose, fratelli; ma non esca dalla vostra memoria quanto oggi abbiamo letto. Ecco, di nuovo lo dico e spesso dobbiamo dirlo; in nome di questo giorno, cioè dei misteri di questo giorno, vi impegno a non far uscire [quanto abbiamo letto] dai vostri cuori. Si ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti i paesi della terra. E si prosterneranno al suo cospetto tutte le famiglie delle genti. Perché del Signore è il Regno, ed egli dominerà sulle genti. Di fronte a tanto aperta e manifesta dimostrazione del possesso di Cristo, non vogliate ascoltare le parole dei calunniatori. Qualunque cosa dicano contro questo, lo dicono gli uomini; questo invece lo dice Dio.


Agostino Salmi 19