Agostino Salmi 333

333 La carità cristiana è spada e fuoco.

7. Abbiamo compreso ormai in che modo il fuoco lo preceda e come questo fuoco sia da identificarsi con la pena che già nella vita presente subiscono gli increduli e i malfattori. Cerchiamo di vedere adesso, se ci sarà possibile, come ci sia un fuoco che operi a salute dei redenti. Anche questo infatti c’eravamo proposti. Lo dice lo stesso nostro Signore: Io sono venuto per recare il fuoco sulla terra (
Lc 12,49). Dice “ fuoco ” come altrove dice “ spada ”. In un passo [evangelico] infatti affermava di non essere venuto a recare la pace sulla terra ma la spada (Cf. Mt 10,34). La spada separa, il fuoco brucia; ma tutt’e due giovano alla salvezza. La spada della parola di Dio ci ha strappati a quanto nel nostro passato c’era di cattivo, e questo è stato certamente salutare. Cristo recò la spada e separò i suoi fedeli, chi da suo padre che non aveva voluto credere in Cristo, chi da sua madre rimasta nell’incredulità, o, se si tratta di uno nato da genitori cristiani, l’ha separato dai suoi antenati più avanti nel tempo. Non c’è, infatti, fra noi chi non abbia avuto il nonno o il bisnonno o qualche altro della sua famiglia che non sia stato pagano e non sia vissuto in quella incredulità che Dio abomina. Un giorno fummo separati da ciò che eravamo stati. Intervenne la spada e operò la separazione, non ci tolse la vita. Allo stesso modo è stato del fuoco. Io sono venuto, diceva, a recare il fuoco nella terra. Gli uomini che credettero in lui ne furono infiammati e la loro fiamma fu la carità. Per questo motivo lo Spirito Santo, quando fu inviato agli Apostoli, apparve in forma di fuoco. Si fecero loro vedere, dice, delle lingue, come di fuoco, che dividendosi andarono a posarsi su ciascuno di loro (Ac 2,3). Infiammati da un tal fuoco, si sparsero per il mondo e infiammarono e bruciarono tutto all’intorno i nemici del Signore. Quali? Coloro che, allontanatisi dal vero Dio da cui erano stati creati, adoravano gli idoli fabbricati da loro stessi. Attorno a questi idolatri si sviluppò insomma un incendio che, se erano cattivi, causava loro la distruzione; se invece erano buoni causava riabilitazione. Da quel fuoco veniva bruciato l’incredulo ostinato, nel senso che, ascoltata la parola di Dio e diventatone peggiore, veniva arso e incenerito a causa della sua invidia; che se invece si convertiva e credeva, anche in questo caso c’era qualcosa che doveva bruciarsi. Si bruciava la paglia, affinché l’oro venisse purificato: l’oro è la fede, la paglia è la concupiscenza carnale. Ogni carne è erba, dice Isaia, e ogni avvenenza della carne come fiore dell’erba (Is 40,6). Tutte le bramosie vane e secolaresche che si trovano nell’uomo carnale sono paglia. Quanti anche tra i nostri fratelli non saranno andati a teatro? Sono stati guidati da ciò che è paglia: e non è bene augurar loro che il fuoco [spirituale] li investa, affinché la paglia ne sia bruciata e l’oro purificato? La fede che essi hanno è come schiacciata sotto l’erba. Buon per loro se saranno arsi da questo santo fuoco, in modo che, distrutta l’erbaccia, splenda il metallo prezioso che Cristo ha redento! Il fuoco dunque lo precederà e brucerà i suoi nemici tutt’all’intorno. Alcuni sono stati bruciati per la salvezza e oggi sono suoi fedeli. Erano suoi nemici, mentre oggi sono suoi seguaci. Cerchi il nemico; non c’è più: è stato bruciato, incenerito. L’amore ha distrutto in loro ciò che li portava a perseguitare Cristo e li ha purificati portandoli a credere in Cristo. Tutt’intorno brucerà i suoi nemici.

La potenza divina operante negli Apostoli.

8. [v 4.] Le sue folgori apparvero sull’orbe della terra. Grande esultanza! Non lo constatiamo noi stessi? Non è una cosa palese? Le sue folgori sono apparse su tutta la terra: i suoi nemici ne sono stati incendiati e inceneriti. Tutto ciò che era contrario è stato bruciato, e le sue folgori sono apparse sull’orbe della terra. In che senso “ sono apparse ”? Sì da indurli a credere. E da dove provenivano queste folgori? Dalle nubi. E chi sono queste nubi di Dio? Gli evangelizzatori della verità. Tu guardi il cielo e ci vedi una nube: è opaca, scura; eppure ha dentro un non so che di nascosto. Se guizza fuori dalla nube, ne emana un bagliore. Da una cosa insignificante se ne sprigiona un’altra, che ti atterrisce. Ebbene, il nostro Signore Gesù Cristo inviò i suoi Apostoli, i suoi predicatori, che sono come le nubi. Costoro si presentavano come semplici uomini e nessuno li apprezzava: come quando si vedono le nubi e non ci si bada, finché non si sprigioni qualcosa che ti lascia ammirato. In primo luogo infatti essi erano uomini fatti di carne [come noi], e deboli per di più. Erano poi degli illetterati, degli ignoranti, gente senza titoli nobiliari. Ma c’era in loro la forza della folgore, del baleno. Ecco Pietro: un uomo, un pescatore. Si mette a pregare e risuscita un morto (Cf. Ac 9,40). L’aspetto umano era la nube, lo splendore del prodigio era il guizzo del fulmine. Così nelle parole e così nelle opere; quando dicevano cose mirabili e quando compivano cose mirabili. Apparvero le sue folgori sull’orbe della terra, e la terra vide e ne fu scossa. Osservate se non sia vero! se tutta la terra non sia ormai cristiana e non gridi il suo Amen, scossa dalle folgori che si sprigionano dalle nubi! La terra vide e ne fu scossa.

Il mondo s’avvicina volente o nolente al cristianesimo.

9. [v 5.] I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore. Chi sono i monti? I superbi. Ogni altezza che si ergeva superba contro Dio, all’udire dei fatti di Cristo e dei cristiani cominciò a tremare e cadde a terra; e se ripeto la parola del salmo “ si squagliò ”, è perché credo che non si possa trovare parola più adatta. I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore. Dov’è ormai la sublimità dei potenti? dove l’ostinatezza degli increduli? I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore. Il Signore è stato per loro come un fuoco, ed essi si sono sciolti come cera dinanzi a lui. Eppure, finché quel fuoco non fu loro avvicinato, erano stati ben duri! Ogni altezza è stata abbassata: né più si osa bestemmiare Cristo. Lo stesso pagano, che pure non crede in Cristo, non lo bestemmia più: non è diventato ancora pietra viva, ma la durezza del monte è stata intaccata. I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore, dinanzi al Signore della terra intera. Non dei giudei soltanto, come dice l’Apostolo, ma anche dei gentili (Cf. Rm 3,29). Egli infatti non è soltanto il Dio dei giudei ma anche delle genti. Signore di tutta la terra è il Signore nostro Gesù Cristo, il quale, se nacque in Giudea, non nacque per la sola Giudea. Prima infatti di nascere era stato il creatore di tutti gli uomini, e come tutti li aveva creati, così tutti li volle riscattare. Dinanzi al Signore di tutta la terra.

Apostolato cristiano.

10. [v 6.] I cieli annunziarono la sua giustizia e tutti i popoli videro la sua gloria. Quali cieli annunziarono la sua giustizia? Quei cieli che annunziano la gloria di Dio (Ps 18,2). E chi sono questi cieli? Coloro che sono divenuti residenza di Dio. Dio infatti come risiede nei cieli così ha la sua sede negli Apostoli, nei banditori del Vangelo. Se lo vuoi anche tu sarai un cielo. Vuoi esserlo? Elimina dal tuo cuore la terra. Se non hai bramosie terrene, se non rispondi a vanvera che hai in alto il cuore, sei un cielo. Se siete risuscitati con Cristo (è l’Apostolo che parla, rivolto a dei fedeli), cercate le cose di lassù, dove è Cristo assiso alla destra di Dio; gustate le cose di lassù, non quelle della terra (Col 3,1 Col 2). Se hai cominciato ad assaporare il gusto delle cose di lassù e a perdere il gusto delle cose terrene, non sei forse divenuto un cielo? Sei rivestito di carne, ma col cuore già sei nel cielo. La tua dimora è nel cielo (Cf. Ph 3,20). E con una simile vita annunzia anche tu il Cristo. Chi infatti tra i fedeli non è un banditore di Cristo? Mi comprenda la vostra carità! Credete voi che Cristo lo annunziamo noi soli che stiamo qui a parlarvi, e non siate anche voi suoi araldi? Ci sono persone che noi non abbiamo mai vedute né incontrate ed alle quali mai abbiamo parlato. Vengono da noi e ci manifestano l’intenzione di diventare cristiani. Come si spiega questo? Forse che hanno potuto credere senza che alcuno annunziasse loro il Vangelo? Ma dice l’Apostolo: Come crederanno in colui del quale non hanno mai udito parlare? Ma come ne udranno, se non c’è chi predichi? (Rm 10,14) Tutta la Chiesa è dunque messaggera di Cristo; e in tal modo i cieli annunziano la giustizia di lui. Sono cieli infatti tutti i fedeli che si preoccupano di portare a Dio gli increduli e ciò fanno mossi da amore. Dal suo trono Dio incute nell’infedele il timore del giudizio; l’infedele s’intimorisce e spaventato abbraccia la fede. Mostrate ai vostri simili quanto sia stata grande in tutta la terra la potenza di Cristo. Parlatene loro e persuadeteli ad amare Cristo. Quanti oggi hanno convinto degli amici a recarsi allo spettacolo comico o all’orchestrina? Perché l’hanno fatto se non perché loro piaceva? Ebbene voi amate Cristo, i cui spettacoli sono senza confronto. Egli ha vinto il mondo; in lui nessuno può dirvi di aver trovato motivo di recriminazione. Capita, infatti, talvolta nel teatro che uno parteggi per una persona ma debba, a causa del suo favorito registrare una sconfitta. In Cristo invece non si è mai sconfitti; di lui non ci si dovrà mai vergognare. Attirate, dunque, accompagnate, trascinate tutti coloro che vi sarà possibile. State tranquilli! Li portate a uno che non deluderà quanti lo vedranno. E pregatelo affinché li illumini e loro riescano a guardarlo per bene. I cieli annunziarono la sua giustizia, e tutti i popoli videro la sua gloria.

Il demonio, la sua sede e la sua abilità nel sedurre.

11. [v 7.] Siano confusi coloro che adorano divinità scolpite. Non è questo una realtà? Non sono stati forse, confusi? Non vengono confusi ogni giorno? Divinità scolpite sono, infatti, gli idoli fatti a mano. E perché si sentono confusi coloro che le venerano? Perché tutti i popoli hanno veduto la gloria di Cristo e la professano apertamente. Siano coperti di vergogna coloro che seguitano ad adorare le pietre. Erano delle pietre morte le loro, mentre noi abbiamo scoperto la pietra viva. Ma che dico? Le loro pietre mai hanno avuto una vita, per cui non le si può nemmeno chiamare pietre morte. La nostra pietra al contrario è una pietra viva; egli vive da sempre presso il Padre. Se un giorno volle morire, fu per rivivere; e ora vive in modo che la morte non abbia più ad esercitare su di lui alcun dominio (Cf. Rm 6,9). Conoscendo i popoli questa sua gloria, eccoli abbandonare i templi e correre alla chiesa. Siano confusi coloro che adorano divinità scolpite! Ci sarà ancora qualche nostalgico del culto idolatrico? È successo che, mentre si ostinavano a non abbandonare gli idoli, gli idoli stessi li hanno abbandonati. Siano confusi coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri. Se non che, a un certo momento ti vien fuori il polemista che, dandosi delle arie di sapientone, comincia a dire: “ Io non adoro quella pietra né alcuna effigie priva di vita. Come quel vostro profeta poté rendersi conto che essi hanno gli occhi ma non vedono (Cf. Ps 113,5), così anch’io so bene che quella statua è senz’anima, non vede con gli occhi né ode con gli orecchi. Né io presto il culto a tale statua. Pur prostrandomi dinanzi ad un oggetto visibile, io venero l’invisibile ”. “ Ma chi è questo essere invisibile? ” Risponde: “ Un nume invisibile che è signore di quella statua ”. Giustificando in questa maniera i loro simulacri, credono d’essere delle persone acute perché riescono a dimostrare che non venerano gli idoli, mentre in realtà essi rendono culto ai demoni. Così infatti, o fratelli, dice l’Apostolo: I sacrifizi dei pagani non sono immolati a Dio, ma ai demoni. E ancora: Non voglio che voi abbiate comunione con i demoni; infatti sappiamo che l’idolo è un nulla (1Co 10,19-20). L’Apostolo espressamente dice: Sappiamo che l’idolo è un nulla; e i pagani quando immolano qualcosa, lo immolano ai demoni, non a Dio (1Co 8,4). Dunque: Non voglio che voi abbiate comunione con i demoni. Non cerchino di avanzare delle scuse dicendo che non prestano culto ad idoli senza vita. Il loro culto è reso al demonio: e questo è cosa ancora più pericolosa. Se infatti si limitassero ad adorare gli idoli, non ne sarebbero né protetti né danneggiati. Adorando invece il demonio e tributandogli un culto, il demonio diviene tuo padrone. E chi è questo tuo padrone? È uno che ti invidia. È una necessità che i demoni siano invidiosi della tua libertà, che aspirino sempre a impossessarsi di te e renderti tale che alla fine ti possano trascinare con loro. In questi spiriti maligni è come innata la volontà di fare il male e lo sciagurato potere di nuocere. Godono del male degli uomini e, se riescono a trarci in inganno, si inebriano del nostro errore. E cosa cercano? Non persone su cui esercitare eternamente il loro potere, ma persone insieme alle quali essere eternamente dannati. Come quando un assassino, mosso da malevolenza denunzia una persona innocente. Poiché se uno è condannato ad essere bruciato vivo, forse che soffrirà di meno se sono in due ad ardere tra le fiamme? O che uno muore di meno se muore in compagnia? Non gli si riduce la pena; si soddisfa solo la sua smania di nuocere. “ Muoia con me! ” dice, non pretendendo in tal modo di morire di meno ma per avere una soddisfazione dalla disgrazia di un altro. Tale è il diavolo. Egli vuole sedurre gli uomini per farli punire com’è punito lui; e siccome sa che non potrà ingannare Dio giudice, non incolpa dinanzi a lui uno che è innocente, ma incita l’uomo al peccato per avere delle colpe reali da gettare addosso al giudicato. Ecco a quali padroni si abbandonano coloro che adorano gli idoli e i demoni. Difatti, i sacrifizi immolati dai pagani sono immolati ai demoni e non a Dio. Io però non voglio che voi abbiate comunione con i demoni.

Non tributare alla creatura il culto dovuto al Creatore.

334 12. Il Dio che abbiamo noi com’è? Ascoltate il seguito del salmo. Ultimamente diceva: Restino confusi coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri; e dopo questo, nessuno oserà giustificare l’esistenza dei simulacri e dire che non presta il culto ai simulacri ma ai numi. Quali sono in effetti questi numi che tu adori? Dimmelo! Adori i demoni o gli spiriti buoni, quali sono gli angeli? Esistono, infatti, gli angeli santi ed esistono gli spiriti maligni. Te lo dico io: nei tuoi templi non si venerano se non gli spiriti del male. Se i tuoi numi pretendono superbamente che loro si offrano sacrifizi e vengano adorati come divinità, sono esseri cattivi e superbi. Simili a loro sono anche degli uomini, certamente non buoni, i quali ricercano il loro prestigio personale e non si curano di dare gloria a Dio. Notate, invece, il contegno degli uomini santi, e come essi somiglino agli angeli. Se incontri un santo, uno che veramente sia servo di Dio, provati ad adorarlo e a prestargli un culto spettante a Dio. Egli te lo impedirà. Non vuole arrogarsi un onore riservato a Dio. Non vuole che tu lo metta al posto di Dio, ma vuol essere, come te, un servo di Dio. Così fecero i santi apostoli Paolo e Barnaba. Stavano annunziando la parola di Dio nella Licaonia e, avendo operato dei prodigi in quella regione, i cittadini presero delle vittime e volevano offrire un sacrificio in loro onore, ritenendo che Barnaba fosse Giove e Paolo Mercurio. Essi però ne furono tutt’altro che rallegrati. E penseremo, forse, che essi rifiutarono il sacrificio in loro onore perché aborrivano di essere paragonati ai demoni? No certamente! Lo rifiutarono perché ebbero orrore alla vista d’un onore divino tributato a degli uomini. Lo indicano chiaramente le loro parole, non sono nostre congetture. Prosegue infatti il libro degli Atti e narra la loro reazione. Paolo e Barnaba allora si stracciarono le vesti e dissero: Uomini fratelli! Che state facendo? Noi siamo come voi, uomini mortali (Ac 14,13-14). Statemi attenti! Gli uomini giusti, se qualcuno vuol tributare loro onori divini, vi si oppongono e si adoperano affinché venga onorato ed adorato unicamente Dio. Vogliono che il sacrificio lo si offra a Dio, non a loro. Lo stesso è degli angeli buoni. Essi cercano la gloria di colui che amano e si adoperano di spandere questa loro fiamma, attirando tutti quelli che amano al culto di Dio, alla sua adorazione e contemplazione. Essendo angeli (cioè messaggeri), annunziano agli uomini Dio, non loro stessi; fungendo da soldati, non intendono cercare altro onore se non quello del loro imperatore. Se cercassero la loro gloria personale sarebbero tiranni e meriterebbero condanna. Tale fu il diavolo, e tali i demoni, cioè gli angeli suoi partigiani. Pretese per sé e per i suoi gregari un onore divino: infestò i templi dei pagani, suggerì l’idea dei simulacri e convinse la gente a offrirgli sacrifizi. Non sarebbe stato meglio [per i pagani] se avessero venerato gli angeli santi anziché i demoni? Rispondono: “ Noi non veneriamo i demoni. Quelli che voi chiamate angeli, le potenze del Dio grande e i ministri del Dio grande, ecco cosa adoriamo anche noi ”. Oh, se davvero voleste venerare questi angeli! Imparereste da loro, e con grande facilità, che non a loro si deve indirizzare il culto. Ascoltate l’insegnamento di un angelo! Sta ammaestrando un discepolo di Cristo e gli mostra molti segni prodigiosi, come racconta l’Apocalisse di Giovanni. Quel discepolo, alla vista d’un miracolo mostratogli in visione, rimase atterrito e si buttò ai piedi dell’angelo. Ma l’angelo, che non ambiva ad altro che alla gloria del suo Signore, gli disse: Alzati! Cosa stai facendo? Adora lui. Io infatti sono un servo di Dio come te e come i tuoi fratelli (Ap 19,10). E allora che diremo, miei fratelli? Nessuno ha da’ temere che, se non venera come Dio l’angelo, questi gli si adiri. Anzi, ti si adirerà se tu vorrai onorare lui soltanto. Egli è buono ed ama Dio; e come i demoni si arrabbiano se si nega loro il culto, così gli angeli sono sdegnati se si presta loro il culto riservato a Dio. A questo punto solo un’anima debole e paurosa potrebbe dire: “ Se i demoni, quando non li si adora, vanno sulle furie, io ho paura di incorrere nell’ira dei demoni ”. Ma cosa potrà farti, foss’anche il loro principe, il diavolo? Se avesse un qualche potere, nessuno di noi sarebbe risparmiato. Non si dicono forse ogni giorno, tante ingiurie contro il diavolo per bocca dei cristiani? Eppure la massa dei cristiani aumenta. Quando esci in escandescenze contro un tuo servo perverso e insopportabile, non gli dài forse del “ Satana ” o del “ diavolo ”? Così lo chiami e, forse sei in colpa perché un tal nome lo applichi a un uomo e ti lasci trasportare da ira incontrollata a svillaneggiare uno che reca l’immagine di Dio. Comunque, i titoli che usi contro il tuo servo sono sempre presi da ciò che sommamente detesti. Orbene, se il diavolo potesse vendicarsi non lo farebbe? Ma non gli è permesso. Egli infatti tanto può quanto gli viene permesso. È il caso di Giobbe. Il diavolo volle metterlo alla prova, ma dovette chiederne il permesso (Cf. Jb 1,11); se tale autorizzazione non gli fosse stata accordata, non avrebbe potuto fare nulla. Perché, dunque, non vorrai adorare tranquillo il tuo Dio sapendo che senza il suo volere nessuno può nuocerti e, se col suo permesso ti capita qualcosa, è perché tu ti ravveda, non perché vada in rovina? Se, infatti, il Signore tuo Dio permetterà che qualcuno ti danneggi, uomo o spirito che sia, è per rimetterti sulla buona strada e perché tu lo invochi: Il Signore certo mi ha trattato severamente, ma non mi ha abbandonato alla morte (Ps 117,18). Ebbene, siano confusi tutti coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri. Adoratelo voi tutti, o angeli suoi! Imparino i pagani ad adorare Dio! Se vogliono adorare gli angeli, imitino gli angeli e adorino colui che è adorato dagli angeli. Adoratelo voi tutti, o angeli suoi! Lo adori quell’angelo che fu inviato a Cornelio. Fu infatti adorando il Signore che egli inviò Cornelio da Pietro. Adori il Cristo, signore di Pietro, lui che al pari di Pietro è servo di Dio (Cf. Ac 10,3 ss). Adoratelo voi tutti, o angeli suoi!

La vocazione dei pagani.

13. [v 8.] Sion ha udito e si è allietata. Che cosa ha udito Sion? Che tutti i suoi angeli lo adorano. Che cosa ha udito? Eccolo! I cieli hanno annunziato la sua giustizia e tutti i popoli hanno veduto la sua gloria. Siano confusi tutti coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri (Ps 96,6-7). Un tempo la Chiesa non si estendeva al mondo pagano. Quelli che avevano creduto provenivano dalla Giudea ed erano in Giudea; e credevano, questi giudei divenuti cristiani, che loro soli appartenessero a Cristo. Gli Apostoli invece furono inviati anche ai pagani; il Vangelo fu annunziato a Cornelio. E Cornelio credette, si fece battezzare e con lui furono battezzati tutti i suoi di casa. Come si giunse al loro battesimo voi lo sapete. Il lettore, veramente, non è arrivato a tal punto, ma alcuni di voi se ne rammentano, e quelli che non lo ricordano vogliano ascoltarne da me un riassunto. Un angelo fu mandato da Cornelio, esortandolo a recarsi da Pietro; Pietro venne da Cornelio. Ma siccome questo Cornelio era un pagano, lui e i suoi di casa non erano circoncisi e poteva sorgere il dubbio se si dovesse annunziare il Vangelo a degli incirconcisi. A togliere questo dubbio, ecco che, prima ancora che Cornelio e i suoi ricevessero il battesimo, lo Spirito Santo scese su di loro, li riempì, ed essi parlavano le lingue. Fino a quel giorno lo Spirito Santo non era sceso se non su dei battezzati; su questi invece venne prima che li si battezzasse. Pietro sarebbe potuto rimanere in dubbio se battezzare o meno degli incirconcisi; ma scese lo Spirito Santo e diede ad essi il dono delle lingue. Il dono invisibile tolse ogni dubbio circa l’opportunità o meno del sacramento visibile, e tutti furono battezzati. E a questo riguardo troviamo scritto: Gli Apostoli e i fratelli che erano in Giudea, udito che anche i gentili avevano accolto la parola di Dio, ne benedicevano il Signore (Ac 11,1). Questo fatto canta il salmista con le parole: Sion ha udito e si è allietata, e le figlie della Giudea ne hanno esultato. Cosa ha udito Sion, e di che cosa si è rallegrata? Del fatto che i gentili hanno accolto la parola di Dio. C’era già una delle pareti ma non ancora l’angolo. Sion è la chiesa proveniente dalla Giudea: è a lei che propriamente qui ci si riferisce. Sion ha udito e si è allietata, e le figlie della Giudea ne hanno esultato. Così è scritto: Gli Apostoli e i fratelli che erano nella Giudea udirono. Guardate se non abbiano esultato le figlie della Giudea.Ma, cosa hanno udito? Che i gentili hanno accolto la parola di Dio. Dove menziona questo evento il nostro salmo? I cieli hanno annunziato la sua giustizia, e tutti i popoli hanno veduto la gloria di lui. E siccome i pagani, un tempo adoratori degli idoli, abbracciarono la fede, prosegue dicendo: Siano confusi tutti coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri! Sion ha udito e si è allietata, e le figlie della Giudea ne hanno esultato. In un secondo momento alcuni circoncisi pretesero di censurare l’operato di Pietro e gli dissero: Perché sei entrato in casa dei pagani incirconcisi e hai desinato insieme con loro? (Ac 11,3) Pietro spiegò loro il motivo per cui si era comportato così, e raccontò come, durante la preghiera, gli era apparso come un vassoio sospeso alle quattro estremità. Quel vassoio, contenente ogni sorta di animali, raffigurava tutte le genti. E proprio per questo era sospeso alle quattro estremità, perché quattro sono le parti del mondo da cui sarebbero provenuti i vari popoli. Come pure quattro sono i Vangeli che annunziano il Cristo; e questo perché ci si convinca che la sua grazia è destinata a tutte e quattro le parti del mondo. Orbene, tale era stata la visione apparsa a Pietro; per cui poté indicare e specificare a quei tali tutte le cose: come Cornelio aveva accettato la fede e come lo Spirito Santo era sceso su quel pagano, prima ancora che fosse battezzato. Udite queste cose ammutolirono e, lodando Dio, dicevano: Dio ha dato veramente anche ai gentili la penitenza che conduce alla vita (Ac 11,18). Ecco Sion che ode e si rallegra, e le figlie della Giudea che hanno esultato per i tuoi giudizi, o Signore. Quali sono questi giudizi? Che Dio non ha preferenze per alcuno. Difatti, anche Pietro, vedendo che lo Spirito Santo aveva riempito l’animo del centurione Cornelio e di coloro che erano con lui, esclamò: In verità comprendo che Dio non fa distinzioni tra persona e persona. Quindi, le figlie della Giudea hanno esultato per i tuoi giudizi, o Signore. Che vuol dire: Per i tuoi giudizi? Ci si riferisce al fatto che a qualunque gente o popolo appartenga, chiunque renda a Dio il debito culto è a lui gradito (Ac 10,34-35). Poiché Dio non è solamente il Dio dei Giudei ma anche dei gentili (Cf. Rm 3,29).

Cristo esaltato al di sopra di tutte le creature.

14. [v 9.] Vedete se non sia questo il motivo per cui hanno esultato le figlie della Giudea. Hanno esultato le figlie della Giudea per i tuoi giudizi, o Signore; poiché tu sei il Signore, l’Altissimo, sopra tutta la terra. Non soltanto sopra la Giudea, né soltanto sopra Gerusalemme o Sion, ma sopra tutta la terra. Per tutta la terra si sono mostrati validi i giudizi di Dio, al fine di convocare a lui popoli da ogni parte. Quei giudizi che non condividono quanti son voluti rimanere staccati, non ascoltando le predizioni né vedendone l’adempimento. Tu sei il Signore, l’Altissimo, sopra tutta la terra. A dismisura ti sei innalzato sopra tutti gli dèi. Che significa: A dismisura? Lo si dice di Cristo. Che vuol dire quindi se non che egli è uguale al Padre? E sopra tutti gli dèi, che significa? Chi sono questi dèi? Gli idoli sono privi di sensibilità e di vita; i demoni sentono, vivono, ma sono esseri malvagi. Che c’è di grande nell’essere Cristo superiore agli idoli? Egli è al di sopra dei demoni, ma nemmeno questo rappresenta un gran che. Demoni infatti sono le divinità del paganesimo; ma lui è oltre ogni misura superiore a tutti gli dèi (Cf. Ps 95,5). Anche gli uomini sono stati chiamati dèi. Io affermo: Voi siete degli dèi; figli dell’Altissimo voi tutti. E ancora: Dio sta nell’assemblea degli dèi; egli, nel mezzo, opera la distinzione tra gli dèi (Ps 81,6 Ps 81,1). Il nostro Signore Gesù Cristo è stato innalzato al di sopra di tutti gli esseri. Non solo al di sopra degli idoli o dei demoni, ma anche al di sopra dei giusti. Né basta, egli è innalzato al di sopra di tutti gli angeli. Che vorrebbe dire, se no, il testo: Adoratelo voi tutti, o angeli suoi (Ps 96,7)? A dismisura è stato esaltato sopra tutti gli dèi.

Chi ama il Signore deve odiare il male.

15. [v 10.] Quanto a noi che ci raduniamo attorno a colui che è stato oltre ogni dire innalzato al di sopra di tutti gli dèi, che dovremo fare? Ci dà un precetto assai breve. Voi, che amate il Signore, odiate il male. Il Cristo non merita che, insieme con lui, si ami l’avarizia. Se lo ami, devi odiare ciò che lui odia. Facciamo il caso d’un uomo che ti sia nemico. Egli è uomo come te, creati entrambi da uno stesso Creatore e nell’identica condizione di uomini; eppure, se tuo figlio si mettesse a discorrere con questo tuo nemico e si recasse a casa sua e si intrattenesse con lui in frequenti conversazioni, tu minacceresti di diseredarlo, perché appunto parla al tuo nemico. Ma perché? Avanzeresti la ragione, da te ritenuta giusta: “ Tu sei amico del mio nemico, e pretendi qualcosa del mio patrimonio? ” Allora, sta’ attento! Tu ami il Cristo; ma, se l’avarizia è (come lo è) nemica di Cristo, come fai a colloquiare con essa? Non dico del parlare semplicemente con lei, ma dico: Come puoi essere al suo servizio? Difatti, Cristo ti ordina molte cose e tu non le metti in pratica; te le ordina l’avarizia e subito le esegui. Cristo ti ordina di vestire il povero e tu non lo fai; l’avarizia ti ordina di commettere una frode e questo subito lo fai. Se davvero le cose stessero così, se tu fossi veramente un uomo siffatto, non essere troppo fiducioso di conseguire l’eredità di Cristo. Ma tu ribatti: “ Io amo Cristo ”. Ebbene, voi che amate il Signore, odiate il male. Prova del fatto che tu ami il bene sarà l’odio che tu avrai per il male. Voi che amate il Signore odiate il male.

Dio si perde solo per la libera decisione della volontà.

16. Quando avremo cominciato a odiare il male, ci piomberanno addosso le persecuzioni. Noi odieremo il male e subito si leverà l’uno o l’altro dei persecutori a dirci: “ Fagliela in barba. Adora gli idoli. Offri incenso ai demoni ”. Ma noi abbiamo ascoltato le parole: Voi che amate il Signore, odiate il male. Le abbiamo ascoltate; però se non l’accontenteremo, quel tale andrà sulle furie. Ma fin dove potrà spingersi il suo furore? Cosa potrà toglierti? Rispondi! Per quale scopo sei cristiano? Per conseguire l’eredità eterna o una felicità terrena? Esamina a fondo la tua fede; poni la tua anima sul cavalletto della tua coscienza e, atterrito dal giudizio di Dio, non risparmiarti tormenti. Rispondi: “ In chi hai creduto? ” e: “ perché hai creduto in lui? ”. Mi dici: “ Io ho creduto in Cristo ”. Ma Cristo cosa ti ha promesso, se non ciò che ti ha mostrato nella sua persona? Che cosa, cioè? La sua morte, la sua resurrezione e ascensione al cielo. Vuoi seguirlo? Imitane la passione e aspettane la promessa. E allora, quando tu avrai cominciato ad odiare il male per amore del Signore, il nemico anche più furibondo cosa potrà toglierti? Ti strapperà il patrimonio; ma potrà forse rapirti il cielo? Ma ammettiamo pure che egli riesca a toglierti tutto ciò che Dio ti ha dato (se Dio non volesse, non ti toglierebbe nulla; se invece Dio vuole, potrà toglierti ciò che egli ti aveva dato, meno lui stesso che non vuol dipartirsene da te). È certo però che non ci sarà persona che riesca a toglierti Dio. Tu solo puoi privartene, se fuggi lontano da lui.

Non va perduta la vita immolata per il Signore.

17. Potresti, forse, rispondermi: “ Io non mi preoccupo affatto del patrimonio. Sono in grado di dire: Il Signore me l’aveva dato e il Signore me l’ha tolto. Come era volontà di Dio, così è accaduto (Jb 1,21). Temo però che lui mi uccida; ecco tutto ”. Ascolta allora come il salmo ti consoli. Il Signore custodisce le anime dei suoi servi. Sopra aveva detto: Voi che amate il Signore, odiate il male; adesso, per escludere da te ogni timore che, odiando tu il male, il nemico possa ucciderti, immediatamente soggiunge: Il Signore custodisce le anime dei suoi servi. Ascolta come il Signore custodisce le anime dei suoi servi. Dice: Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima (Mt 10,28). Uno che abbia su di te un potere illimitato potrà, al massimo, uccidere il tuo corpo. E che ti ha fatto con ciò? Ciò che fecero al Signore tuo Dio. Come aspiri ad avere la ricompensa di Cristo, se temi di subire i patimenti di Cristo? Egli venne a partecipare alla tua vita temporale, misera, soggetta alla morte. Quanto a te, temi pure di morire, se sei in grado di sfuggire la morte. Ma, se per la tua condizione naturale non puoi evitarla, perché non volerla subire anche per amore della fede? Ti tolga pure il nemico minaccioso questa tua vita: Dio te ne darà un’altra. Egli ti ha dato anche la vita presente e, se egli non volesse, nessuno te la toglierebbe. Che se, invece, vuole che ti sia tolta, ha con che commutartela. Non temere pertanto di venirne spogliato per suo amore. Hai difficoltà a deporre codesta tua veste stracciata? Egli ti darà il manto della gloria. Ma quale manto?, mi chiederai. È necessario che questo essere corruttibile si rivesta d’incorruzione, e questo essere mortale si rivesta d’immortalità (1Co 15,53). E nemmeno il tuo corpo andrà perduto. Il nemico potrà infierire fino ad ucciderti, ma non ha poi altro, potere, né sull’anima né sul corpo: poiché, anche se volesse farne scempio, non ne potrebbe impedire la resurrezione. A quei tali che temevano per la sorte della propria anima cosa rispose il Signore? Tutti i capelli della vostra testa sono contati (Mt 10,30). Temi che vada perduta la tua anima se non va perduto un tuo capello? Dinanzi a Dio tutte le cose sono computate, e colui che tutto ha creato tutto rinnoverà. Quando nulla esisteva, Dio creò l’universo. Ora che le cose sono, egli non sarà in grado di restaurarle? Credetelo con tutto il cuore, o miei fratelli; e voi tutti che temete il Signore, odiate il male. Siate forti. E questo non soltanto nell’amare Dio ma anche nell’odiare il malvagio. Che nessuno vi intimorisca! Potente è colui che vi ha chiamati, anzi onnipotente. È più forte dei più forti; è più eccelso dei più eccelsi. Il Figlio di Dio è morto per noi. Siine sicuro! Avendo già in mano il pegno, cioè la morte di Cristo, riceverai anche la vita di lui. Per chi, infatti, è morto il Signore? Forse per i giusti? Interroga Paolo. Cristo è morto per gli empi (Rm 5,6). Eri un empio ed egli è morto per te; ora che sei giustificato, potrà egli abbandonarti? Colui che ha dato all’empio la giustizia potrà abbandonare il giusto? Voi che amate il Signore, odiate il male. E che nessuno si spaventi! Il Signore custodisce le anime dei suoi servi e le libererà dal potere dei peccatori.


Agostino Salmi 333