Agostino: 1a Lett. Giovanni 608

(Fiducia in Dio.)

608 1. 8. In conformità a questa spiegazione, dobbiamo capire che Dio anche quando non viene incontro alla nostra volontà, ci esaudisce in vista della salvezza. Se tu chiedessi qualcosa che ti danneggia ed il medico sa che ti reca danno, che cosa succederebbe? Il medico non rifiuta di esaudirti quando chiedi dell'acqua fresca e subito te la dà, se essa ti reca vantaggio; ma se non ti fa bene, te la nega. Egli non ti ha dunque esaudito? O non piuttosto ti ha esaudito in ordine alla tua salute proprio non concedendo nulla al tuo volere? Perciò sia in voi la carità, o fratelli; resti in voi e state tranquilli quando non vi è dato ciò che chiedete, voi siete esauditi; ma non lo sapete. Molti sono lasciati a se stessi per la loro rovina: di essi dice l'Apostolo: Dio li ha consegnati ai desideri del loro cuore (Rm 1, 24). Uno ha chiesto una forte somma di denaro; l'ha ricevuta per suo danno. Quando non l'aveva, viveva senza molti timori; incominciò ad averla e divenne preda di chi è più potente di lui. Costui non fu forse esaudito a suo danno, avendo voluto avere ciò che attira la cupidigia del ladro, mentre nessuno l'avrebbe molestato se fosse rimasto povero? Imparate a domandare a Dio così come ci si affida ad un medico, ed egli faccia ciò che giudica bene. Da parte tua denuncia la tua malattia e lui applichi il rimedio. Tu soltanto mantieni la carità. Egli infatti vuole segare e bruciare; se tu gridi e non sei esaudito quando subisci il taglio, la bruciatura, la tribolazione, egli sa fin dove la cancrena si estende. Tu vuoi che egli ritragga la sua mano ed egli allarga l'apertura della ferita; ma sa bene dove deve giungere. Egli non ti esaudisce secondo la tua volontà, ma ti esaudisce in vista della tua salute. Siate dunque certi, o miei fratelli, che sono vere le parole dell'Apostolo: Noi non sappiamo che cosa chiedere nella preghiera, in modo conveniente; ma lo Spirito stesso si interpone con gemiti inenarrabili, poiché lui stesso si fa intercessore in favore dei santi (Rm 8, 26-27). Che cosa significano le parole: Lo Spirito stesso si fa intercessore in favore dei santi, se non che la carità presente in te è frutto dello Spirito Santo? Perciò lo stesso Apostolo dice: La carità di Dio è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che fu dato a noi (Rm 5, 5). La carità stessa geme, la carità prega; di fronte ad essa colui che l'ha data non può chiudere le orecchie. Sta' sicuro: la carità stessa prega; e ad essa sono intente le orecchie di Dio. Non avviene ciò che tu vuoi, ma avviene ciò che a te è conveniente. Perciò ogni cosa che avremo chiesto, la riceveremo da lui. Ho già detto che se consideri la salvezza dell'anima, non sorge nessun problema da queste parole; se invece non consideri la salvezza dell'anima, allora il problema c'è e grande, tanto che diventi accusatore di Paolo apostolo. Ogni cosa che avremo chiesto, la riceveremo da lui; perché osserviamo i suoi comandamenti e davanti a lui facciamo ciò che a lui piace. Davanti a lui, cioè nell'intimo, dove penetra il suo occhio.

609 9. Quali sono poi quei comandamenti? Egli dice: Questo è il suo comandamento, che crediamo nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e ci amiamo l'un l'altro. Vedete che è questo il comandamento: vedete come chi agisce contro questo comandamento, fa quel peccato dal quale è esente chiunque è nato da Dio. Come ci dice il comandamento: che ci amiamo a vicenda. E colui che osserva il suo comandamento: vedete che null'altro ci domanda se non di amarci a vicenda. E chiunque avrà osservato il suo comandamento resterà in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che in noi resta per mezzo dello Spirito che ci diede (1Jn 3,23-24; Gv 13, 34; 15, 12). Non è cosa manifesta che lo Spirito Santo agisce nell'uomo in modo tale che in lui sia l'amore e la carità? Non è cosa manifesta ciò che dice l'apostolo Paolo: L'amore di Dio è diffuso nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo, che fu dato a noi? Egli parlava della carità e diceva che dobbiamo interrogare il nostro cuore davanti al Signore. Che se il nostro cuore non ci rimprovera; cioè, se ci testimonia che l'amore fraterno è la sorgente di ogni nostra opera buona. Quando parla del comandamento egli aggiunge: Questo è il suo comandamento: che crediamo al nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo a vicenda. E chiunque adempia al suo comandamento rimane in Dio e Dio in lui. Con ciò noi conosciamo che in noi egli dimora, per mezzo dello Spirito che ci ha dato. Se infatti troverai di possedere la carità, tu hai lo Spirito di Dio che ti aiuta a comprendere: ed è questa una cosa assolutamente necessaria.

(Carità e unità dei cristiani.)

610 2. 10. Nei primi tempi lo Spirito Santo scendeva sopra i credenti; ed essi parlavano in varie lingue che non avevano appreso, così come lo Spirito dava loro di pronunziare. Quei segni miracolosi erano opportuni a quel tempo. Era infatti necessario che in tutte le lingue si venisse a conoscenza dello Spirito Santo, perché il Vangelo di Dio doveva raggiungere tutte le lingue esistenti nel mondo intero. Quel segno fu dato e passò e non si ripeté. Forse che oggi da coloro cui si impongono le mani perché ricevano lo Spirito Santo, ci si aspetta che parlino diverse lingue? Quando noi imponemmo le mani a questi fanciulli, ciascuno di voi si aspettava forse che parlassero in varie lingue? E quando ci si accorse che non parlavano queste varie lingue, ci fu forse qualcuno di voi tanto perverso da dire: costoro non hanno ricevuto lo Spirito Santo, perché se l'avessero ricevuto parlerebbero diverse lingue, come avvenne a suo tempo? Se dunque adesso la prova della presenza dello Spirito Santo non avviene attraverso questi segni, da che cosa ciascuno arriva a conoscere di aver ricevuto lo Spirito Santo? Interroghi il suo cuore: se egli ama il fratello, lo Spirito di Dio rimane in lui. Esamini e metta alla prova se stesso davanti a Dio; veda se c'è in lui l'amore della pace e dell'unità, l'amore alla Chiesa diffusa in tutto il mondo. Non si limiti ad amare quel fratello che gli si trova vicino; ci sono molti nostri fratelli che non vediamo, eppure siamo a loro uniti nell'unità dello Spirito. Che meraviglia se essi non si trovano accanto a noi? Siamo nello stesso corpo ed abbiamo in cielo un unico capo. Fratelli, i nostri occhi non vedono se stessi e quasi non si conoscono. Ma forse che con la carità che li unisce al corpo non si conoscono? Infatti, perché sappiate che essi si conoscono nell'unione della carità, quando ambedue stanno aperti non può avvenire che l'occhio destro fissi un punto, senza che il sinistro faccia altrettanto. Prova, se puoi, ad indirizzare l'occhio destro ad un punto senza il concorso dell'altro. Ambedue vanno insieme, ed insieme muovono nella stessa direzione; una sola la loro direzione, anche se da luoghi diversi. Se dunque tutti quelli che con te amano Dio hanno con te la stessa aspirazione, non badare se col corpo sei lontano; insieme avete puntato la prora del cuore verso la luce della verità. Se dunque vuoi conoscere se hai ricevuto lo Spirito, interroga il tuo cuore, per non correre il rischio di avere il sacramento ma non l'effetto di esso. Interroga il tuo cuore e se là c'è la carità verso il fratello, sta' tranquillo. Non può esserci l'amore senza lo Spirito di Dio, perché Paolo grida: L'amore di Dio è stato diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che fu dato a noi (Rm 5, 5).

611 11. Dilettissimi, non vogliate credere ad ogni spirito. Questo perché Giovanni aveva detto: A questo segno conosciamo che egli dimora in noi per mezzo dello Spirito che diede a noi. Guardate da dove riconosce lo stesso Spirito: Carissimi, non vogliate credere ad ogni spirito, ma provate gli spiriti, se vengono da Dio (1Jn 4,1). Chi prova gli spiriti? Giovanni ci ha presentato un problema difficile, o fratelli. E' buona cosa per noi che lui stesso ci dica in che modo possiamo discernerli. Ce lo dirà, non temete; ma dapprima fate attenzione: guardate che da queste sue parole gli eretici prendono lo spunto per lanciare le loro accuse futili. Fate attenzione e sentite che cosa dice: Dilettissimi, non vogliate credere ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, se vengono da Dio. Lo Spirito Santo è chiamato nel Vangelo col nome di acqua, quando il Signore disse a gran voce: Se uno ha sete, venga da me e beva: chi crede in me, dal suo seno fluiranno fiumi di acqua viva. Ora l'Evangelista ci spiega a che cosa il Signore fa allusione; dice infatti subito dopo: Questo diceva riferendosi allo Spirito Santo che avrebbero ricevuto quelli che avrebbero creduto in lui. Perché il Signore non battezzò molti? Ma che cosa dice? Ancora lo Spirito Santo non era stato dato, perché Gesù non era stato glorificato (Jn 7,37-39). Poiché essi avevano il battesimo ma non ancora avevano ricevuto lo Spirito Santo, che il Signore mandò dal cielo nel giorno di Pentecoste, si era in attesa della glorificazione del Signore, affinché venisse dato lo Spirito Santo. Ma, prima che egli fosse glorificato e prima che ce lo inviasse, invitava gli uomini perché si preparassero a ricevere quell'acqua circa la quale aveva detto: Chi ha sete, venga e beva, e, Chi crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Che cosa significa: fiumi di acqua viva? Che cosa è quell'acqua? Nessuno mi interroghi; ma si interroghi il Vangelo. Egli diceva ciò parlando dello Spirito Santo che avrebbero ricevuto quelli che avrebbero creduto in lui. Altra cosa è l'acqua del sacramento, altra l'acqua che significa lo Spirito di Dio. L'acqua del sacramento è visibile; l'acqua dello Spirito è invisibile. Quella pulisce il corpo e significa ciò che avviene nell'anima: per mezzo di questo Spirito, l'anima stessa viene mondata e alimentata. Egli è lo Spirito di Dio che non possono avere gli eretici e chiunque si separi dalla Chiesa. Chiunque non si separa apertamente, ma si stacca a causa del peccato e si agita all'interno come paglia, non è grano e non ha lo Spirito Santo. Questo Spirito è stato indicato dal Signore col nome di acqua. Abbiamo udito in questa Epistola: Non vogliate prestar fede ad ogni spirito; ci sono anche le parole di Salomone a testimoniare ciò: Astieniti dall'acqua straniera. Cosa è quest'acqua? Lo Spirito. L'acqua significa sempre lo Spirito? Non sempre; ma in alcuni passi significa lo Spirito, in altri il battesimo, in altri i popoli, in altri la sapienza. In un certo passo trovi detto: La sapienza è una sorgente di vita per quelli che la possiedono (Prv 16, 22). Nei diversi passi delle Scritture, dunque, il termine acqua ha diversi significati. Qui però col nome di acqua avete sentito indicato lo Spirito Santo, non per una nostra interpretazione, ma per testimonianza del Vangelo, che dice: Questo diceva parlando dello Spirito che avrebbero ricevuto quelli che avrebbero creduto in lui. Se dunque col termine di acqua si indica lo Spirito Santo, questa Epistola ci dice: Non vogliate prestar fede ad ogni spirito, ma sperimentate gli spiriti se provengono da Dio; comprendiamo perché poi è stato detto: Astieniti dall'acqua straniera e non bere ad una fonte straniera (Prv 9, 18 sec. LXX). Che cosa significa: Non bere ad una fonte straniera? Non fidarti di uno spirito estraneo.

(Gli eretici riconoscono l'incarnazione di Cristo.)

612 3. 12. Resta da vedere dove abbiamo le prove che si tratta dello Spirito di Dio. L'Apostolo ci ha dato un segno, ma esso probabilmente è difficile. Tuttavia vediamolo. Dovremo ritornare alla carità; essa ci istruisce, perché essa stessa è l'unzione di Dio. Tuttavia che cosa dice qui? (Carità e intelligenza interiore.) (Chi si separa dalla Chiesa non possiede lo Spirito di Dio.) Provate gli spiriti se vengono da Dio; poiché molti falsi profeti sono sorti in questo mondo. Sono compresi qui tutti gli eretici e gli scismatici. In che modo dunque metto alla prova uno spirito? Giovanni prosegue: A questo si conosce lo Spirito di Dio. Drizzate le orecchie del cuore. Stavamo faticando e dicevamo: Chi conosce queste cose, chi sa distinguerle? Ed ecco che egli ce ne offre il segno. A questo si conosce lo Spirito di Dio: ogni spirito che confessa che Gesù Cristo è venuto nella realtà della carne, viene da Dio. Ed ogni spirito che non confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne, non viene da Dio; e costui è un anticristo circa il quale avete sentito dire che verrà ed ora si trova in questo mondo (1Jn 4,1-3). Le orecchie si sono come sollevate per discernere gli spiriti; ma ciò che abbiamo sentito non ci sembra tale da favorirci tale discernimento. Che cosa dice infatti? Ogni spirito che confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne, viene da Dio. Dunque lo spirito che è negli eretici viene da Dio, dal momento che essi confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne? Essi probabilmente si levano contro di noi e dicono: Voi non avete lo spirito di Dio; ma noi confessiamo che Gesù Cristo è venuto nella carne e Giovanni nega che abbiano lo spirito di Dio coloro che non confessano che Gesù è venuto nella carne. Domanda agli Ariani: essi confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne; interroga gli Eunomiani: confessano che Cristo è venuto nella carne; interroga i Macedoniani: confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne; interroga i Catafrigi: confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne; interroga i Novaziani: confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne. Tutte queste eresie hanno forse lo spirito di Dio? Non sono falsi profeti? Non vi è in loro nessuna seduzione, nessun inganno? Certo sono anticristo coloro che uscirono dalle nostre file ma non erano dei nostri.

(Ma a parole, non con i fatti.)

613 13. Che cosa dunque facciamo? Da dove deriviamo i criteri di discernimento? Cercate di capire: andiamo insieme uniti col cuore e chiediamo. Vigila la carità stessa, poiché sarà essa a picchiare, essa ad aprire: ora comprenderete, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. Già avete udito prima che fu detto: Chi nega che Gesù Cristo è venuto nella carne, costui è un anticristo (1Jn 2,22). Allora ci siamo chiesti chi nega; poiché noi non lo neghiamo e neppure loro. Trovammo che alcuni lo negano coi fatti; ci servimmo allora della testimonianza dell'Apostolo che dice: Confessano di conoscere Dio, ma coi fatti lo negano (Tt 1, 16). Così anche adesso investighiamo sui fatti e non sulle parole. Chi è lo spirito che non proviene da Dio? Chi nega che Gesù Cristo è venuto nella carne. E chi è lo spirito che proviene da Dio? Quello che confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne. Ma chi confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne? Orsù, o fratelli, fissiamo la nostra attenzione sulle opere, non sul suono delle parole. Cerchiamo perché Cristo è venuto nella carne e troveremo chi nega che egli è venuto nella carne. Se infatti presti attenzione alle parole, potrai udire molte eresie che asseriscono che Cristo è venuto nella carne; ma la verità le smaschera. Perché Cristo è venuto nella carne? Non era forse Dio? Non è stato scritto di lui: In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio ed il Verbo era Dio (Jn 1,1)? Non pasceva gli angeli e non li pasce ancora? Non venne forse quaggiù senza allontanarsi da lassù? Non è asceso là in modo da non lasciarci? Perché dunque venne nella carne? Perché era necessario mostrarci la speranza della resurrezione. Era Dio e venne nella carne; Dio infatti non poteva morire, la carne poteva morire; perciò venne nella carne, a morire per noi. In che modo è morto per noi? Nessuno ha una carità maggiore di chi dà la vita per i suoi amici (Jn 15,13). La carità dunque lo spinse ad incarnarsi. Dunque chi non ha carità, nega che Cristo è venuto nella carne. Interroga ora tutti gli eretici: Cristo venne nella carne? Sì, venne; lo credo e lo confesso. E invece lo neghi. Ma in che modo lo nego? Ascolta e te lo dico, anzi ti farò convinto che lo neghi. Tu lo affermi con la voce, ma lo neghi col cuore; lo affermi con le parole ma lo neghi coi fatti. Ma in che modo - mi chiedi - io lo nego coi fatti? Perché Cristo venne nella carne a morire per noi. Egli è morto per noi, proprio per insegnare a noi una carità immensa: Nessuno ha maggiore amore di chi dà la vita per i suoi amici. Tu non hai la carità, perché per una questione di onore rompi l'unità. Comprendete dunque da questo principio qual è lo spirito che proviene da Dio. Voi battete con le nocche i vasi di creta, per assicurarvi che non portino delle crepe e non suonino male; controllate se essi suonano bene, vedete se lì è la carità. Ti sottrai all'unità di tutta la terra, dividi la Chiesa cogli scismi, dilani il corpo di Cristo. Egli venne nella carne per radunare insieme: tu sbraiti per disperdere. E' dunque lo spirito di Dio quello che dice che Gesù è venuto nella carne e che questo afferma non con la lingua ma coi fatti, che lo dice non col suono delle parole ma con l'amore. Non è spirito di Dio quello che nega che Gesù Cristo è venuto nella carne; lo nega appunto non con le parole ma con la vita, non con le parole ma coi fatti. E' dunque chiaro il criterio di discernimento, o fratelli. Molti sono nella Chiesa soltanto in apparenza; nessuno vi è fuori, se non realmente.

(Rompono l'unità della Chiesa, per la quale Cristo è morto.)

614 14. Volete una prova che Giovanni fa riferimento ai fatti? Egli dice: Ogni spirito, che dissolve il Cristo negando che è venuto nella carne, non proviene da Dio. Dissolvere è un verbo che ha riferimento coi fatti. Che cosa ti mostra? Colui che nega, perché ha detto: dissolve. Egli è venuto a raccogliere, tu vieni a sciogliere. Vuoi disperdere le membra di Cristo. Puoi dire di non negare che Cristo è venuto nella carne, tu che strappi la Chiesa di Cristo che lui aveva raccolto? Tu dunque vai contro Cristo; sei un anticristo. Sia tu dentro o fuori, sei un anticristo; ma quando sei dentro, stai nascosto; quando sei fuori ti rendi manifesto. Tu distruggi Gesù e neghi che egli è venuto nella carne; tu non provieni da Dio. Perciò egli dice nel Vangelo: Chiunque avrà sciolto uno solo di questi pur piccoli comandamenti e così avrà insegnato, sarà chiamato il più piccolo del Regno dei cieli. Che significa qui sciogliere? Che significa insegnare? Si scioglie coi fatti e si insegna normalmente con le parole: Tu che predichi di non rubare, rubi (Rm 2, 21). Chi ruba, scioglie coi fatti il comandamento e per così dire insegna; egli sarà chiamato il più piccolo del Regno dei cieli, cioè nella Chiesa di questi tempi. Di lui fu detto: Fate le cose che dicono; le cose che fanno non fatele (Mt 23, 3). Chi invece avrà fatto e così avrà insegnato a fare, sarà detto grande nel Regno dei cieli (Mt 5, 19). Qui la parola "fare" il Signore la oppone a "dissolvere", cioè a "non fare e a insegnare così". Dissolve dunque chi non fa. Che cosa ci insegna se non di interrogare i fatti e di non credere alle parole? L'oscurità di queste questioni ci ha costretto a prolungare il discorso, soprattutto perché ciò che il Signore si degna di rivelare, giunga anche ai fratelli più lenti a comprendere; poiché tutti sono stati acquistati col sangue di Cristo. Ed io temo che non si possa terminare in questi giorni la spiegazione dell'Epistola stessa, come avevo promesso; ma, come piace al Signore, è meglio metter da parte il rimanente, che aggravare i cuori con troppo cibo.






OMELIA 7 (1Jn 4,4-12)

700
1Jn 4,4-12

Voi già siete da Dio... Sotto la guida di Cristo e disprezzando il mondo, nutriamoci della carità, perché la carità è Dio stesso e chi la possiede può vedere Dio. Sia la carità ad ispirare il nostro agire; amiamo l'uomo, non il suo errore.

(La carità ristora le nostre forze.)

701 1. Questo mondo è per tutti i fedeli che cercano la patria ciò che fu il deserto per il popolo d'Israele. Essi vagavano per il deserto ma cercavano la patria: tuttavia, sotto la guida del Signore, non potevano fallire la meta. La loro strada era il comando stesso del Signore. Sebbene essi andassero vagando per quarant'anni, quel loro cammino può essere compiuto in pochissime tappe, note a tutti. Si attardarono non perché abbandonati dal Signore, ma perché Dio voleva provarli. Ciò che anche a noi il Signore promette, è una dolcezza ineffabile, un bene, come dice la Scrittura e come spesso vi abbiamo ricordato, che occhio umano non vide, né orecchio udì, né mai s'è presentato allo spirito dell'uomo (Is 64, 4;1 Cor 2, 9). Siamo provati dai lavori della vita temporale e le tentazioni della vita presente ci aprono gli occhi. Ma se non volete morire di sete, in questo deserto della vita presente, bevete l'acqua della carità. Essa è la fonte che il Signore ha voluto apprestarci quaggiù, affinché non venissimo meno lungo la strada: beviamone in abbondanza e quando saremo arrivati in patria, ne berremo ancor più abbondantemente. E' stato letto da poco il Vangelo; nelle stesse parole con cui si è conclusa la lettura del brano evangelico, di che cosa avete sentito parlare se non di carità? In realtà noi abbiamo stretto un patto con Dio per cui se vogliamo che egli ci condoni i peccati, anche noi dobbiamo perdonare i peccati che sono stati commessi contro di noi (cf. Mt 6, 12). Ma è appunto la carità che fa perdonare i peccati. Togli dal cuore la carità ed esso conserverà l'odio e non saprà perdonare. Là ci sia la carità ed essa sicuramente perdona, perché non si chiude in se stessa. Tutta quanta questa Epistola, che abbiamo voluto commentarvi, non fa altro, come vedete, che raccomandarci quell'unico bene che è la carità. Non bisogna neanche temere che, ripetendo sempre la stessa raccomandazione, la carità venga in odio. Che cosa si dovrà poi amare, se la carità diventa oggetto di odio? Se da questa carità noi siamo indotti ad amare tutte le altre cose, come dovremmo amare la carità stessa? Ciò che non deve mai stare lontano dal cuore, non stia lontano neppure dalla bocca.

(Facciamoci guidare dal Signore.)

702 2. 2. Voi, o miei figlioli, già siete da Dio e l'avete vinto (1Jn 4,4): chi avete vinto se non l'anticristo? Poco prima Giovanni aveva affermato: Chiunque dissolve Gesù Cristo e afferma che egli non è venuto nella carne, non proviene da Dio (1Jn 4,3). Vi abbiamo spiegato, se ricordate, come tutti coloro che violano la carità negano che Gesù Cristo sia venuto nella carne. Non c'era bisogno che Gesù arrivasse in terra se non a causa della carità. Egli ci raccomanda quella carità di cui parla lui stesso nel Vangelo: Nessuno può aver maggior amore di chi dà la vita per i suoi amici (Jn 15,13). Il figliuolo dell'uomo avrebbe mai potuto dare per noi la sua vita, senza rivestirsi della carne, nella quale potesse morire? Chi dunque viola la carità, qualunque cosa dica con la lingua, nega con la sua vita che Cristo è venuto nella carne; ed egli è un anticristo, dovunque si trovi, in qualsiasi luogo sia entrato. Che cosa dice Giovanni a quelli che sono cittadini della patria alla quale sospiriamo? Voi lo avete vinto. Come l'hanno vinto? Perché colui che sta in voi è più grande di colui che è nel mondo (1Jn 4,4). Perché costoro non attribuissero alle proprie forze la vittoria e non venissero vinti dall'arroganza che è frutto di superbia (il diavolo vince chi riesce a rendere superbo) ma conservassero, secondo il suo volere, l'umiltà, che cosa dice loro? Lo avete vinto. Chiunque sente dire: avete vinto, alza la testa, si pavoneggia, e vuole essere lodato. Ma non esaltarti, considerando invece chi in te ha vinto. Perché hai vinto? Perché colui che sta in voi è più grande di colui che è nel mondo. Sii umile, porta il Signore Dio tuo, sii la cavalcatura di colui che ti monta. E' un bene per te che lui ti diriga e lui stesso guidi il cammino. Se non avessi lui seduto in sella, potresti alzare la testa, potresti dar calci: ma guai a te, che resteresti senza un reggitore; perché questa libertà ti conduce alle belve per essere da loro divorato.

(L'amore del mondo si oppone alla carità.)

703 3. Questi sono del mondo. Chi? Gli anticristi. Avete già udito chi siano. E li riconoscete, se voi non lo siete: chi infatti lo è, non li riconosce. Essi sono nel mondo: perciò parlano delle cose del mondo ed il mondo li ascolta (1 Gv 4, 5). Chi sono quelli che parlano delle cose del mondo? Volgete pure l'attenzione a coloro che parlano contro la carità. Avete sentito le parole del Signore: Se perdonerete agli uomini i loro peccati, anche il vostro Padre dei cieli perdonerà i vostri peccati; ma se non perdonerete, neanche il Padre perdonerà a voi (Mt 6, 14-15). E' la verità che lo afferma; che se, al contrario, non è la verità, puoi pure contraddire. Se sei cristiano e credi a Cristo, sai che lui disse: Io sono la verità (Jn 14,6). Si tratta, dunque, di una affermazione vera e sicura. Senti invece gli uomini che parlano il linguaggio del mondo. Ti dicono: perché non ti vendichi e lasci che l'altro si glori di averti fatto questo? Orsù! fagli capire che ha a che fare con un uomo. Parole del genere si sentono dire tutti i giorni. Quelli che le dicono parlano il linguaggio del mondo; ed il mondo li ascolta. Soltanto quelli che amano il mondo pronunciano parole del genere e soltanto quelli che amano il mondo le ascoltano. Chi ama il mondo e trascura la carità nega, come avete sentito, che Gesù sia venuto nella carne. Che forse il Signore ha agito così nella carne? Quando era schiaffeggiato, volle forse vendicarsi? Quando pendeva dalla croce, non disse forse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno (Lc 23, 34)? Se lui, che ne aveva il potere, non minacciava, perché mai tu minacci, perché avvampi d'ira tu che sei sottoposto all'autorità altrui? Egli è morto perché così volle, e non minacciava; tu non sai quando morirai e minacci?

(Dio è carità.)

704 2. 4. Noi veniamo da Dio. Qual'è la ragione? Vedete se c'è altra ragione che non sia la carità. Noi veniamo da Dio. Chi conosce Dio, ci ascolta: chi non è da Dio, non ci ascolta. Questo è il segno che ci fa riconoscere lo spirito di verità e lo spirito dell'errore (+1Jn 4, 7-8). Che cosa poteva dire di più, o fratelli? Se non ci fosse in tutta questa Epistola e in tutte le pagine della Scrittura nessuna lode della carità all'infuori di questa sola parola che abbiamo inteso dalla bocca dello Spirito, che cioè Dio è carità, non dovremmo chiedere di più.

(L'offesa alla carità è un'offesa a Dio stesso.)

705 5. Vedete dunque che agire contro l'amore, significa agire contro Dio. Nessuno dica: io pecco contro un uomo, quando non amo il fratello (sentite!); e peccare contro un uomo è cosa da poco; purché non pecchi contro Dio! Ma come non pecchi contro Dio, quando pecchi contro l'amore? Dio è amore. Lo diciamo forse noi? Se fossimo noi a dire: Dio è amore, forse qualcuno di voi si scandalizzerebbe e direbbe: che cosa ha detto? Che cosa ha voluto dire, affermando che Dio è amore? Dio ci ha dato il suo amore, ci ha donato il suo amore. L'amore proviene da Dio: Dio è amore. Eccovi, o fratelli, nelle vostre mani le Scritture di Dio: questa Epistola è una di quelle canoniche; si legge in tutte le chiese, è ammessa sull'autorità del mondo intero, essa stessa ha edificato il mondo. Senti ciò che ti vien detto da parte dello Spirito di Dio: Dio è amore. Se osi, ormai, agisci pure contro Dio e non amare il fratello.

(La carità è da Dio, perché lo Spirito è Dio da Dio.)

706 6. Come conciliare le due espressioni appena ricordate: L'amore proviene da Dio, e l'amore è Dio? Dio è Padre e Figlio e Spirito Santo: il Figlio è Dio da Dio e lo Spirito Santo è Dio da Dio; questi tre sono un solo Dio, non tre dèi. Se il Figlio è Dio, se lo Spirito Santo è Dio e se ad amare è solo colui nel quale abita lo Spirito Santo, allora veramente l'amore è Dio; Dio, però, perché procede da Dio. L'Epistola ha le due espressioni: L'amore proviene da Dio e l'amore è Dio. La Scrittura solo del Padre non afferma che viene da Dio. Quando ti incontri nelle parole da Dio, o si intende parlare del Figlio o dello Spirito Santo. Dice l'apostolo Paolo: L'amore di Dio è diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5, 5); e da qui comprendiamo che è lo Spirito Santo l'amore. E' esso, infatti, quello Spirito Santo, che i cattivi non possono ricevere; è esso la fonte di cui la Scrittura dice: Abbi una sorgente d'acqua in tua esclusiva proprietà e nessun estraneo la usi con te (Prv 5, 16-17). Tutti quelli che non amano Dio sono estranei, anticristi. E anche se entrano nelle basiliche, non possono annoverarsi tra i figli di Dio; non appartiene loro questa fonte di vita. Anche il malvagio può avere il battesimo; può avere anche il dono della profezia. Sappiamo che il re Saul aveva il dono della profezia; egli perseguitava il santo David e tuttavia fu ripieno dello spirito di profezia e incominciò a profetare (cf. 1 Sam 19). Anche il malvagio può ricevere il sacramento del corpo e del sangue del Signore: di costoro infatti è detto: Chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve la propria condanna (1 Cor 11, 29). Anche il malvagio può portare il nome di Cristo, dirsi cioè cristiano ed essere malvagio; di costoro è detto: Disonoravano il nome del loro Dio (Ez 36, 20). Anche il malvagio dunque può avere tutti questi sacramenti; ma il malvagio non può possedere la carità restando malvagio. E' questo il dono proprio dei buoni; questa la sorgente ad essi esclusiva. Lo Spirito di Dio vi esorta a bere di questa fonte; lo Spirito di Dio vi esorta a bere di se stesso.

(E' l'intenzione a dar valore all'opera.)

707 2. 7. In questo si è manifestata la carità di Dio per noi. Abbiamo in queste parole l'esortazione ad amare Dio. Potremmo forse amarlo, se lui per primo non ci avesse amato? Se siamo stati pigri nell'amarlo, non siamolo nel corrispondere al suo amore. Per primo egli ci ha amati; e neppure ora siamo disposti ad amarlo. Egli ci ha amati quando eravamo peccatori, ma ha distrutto la nostra iniquità; ci ha amati quando eravamo ammalati, ma è venuto a noi per guarirci. Dio dunque è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi, che egli ha mandato in questo mondo il suo Figlio Unigenito, affinché potessimo vivere per mezzo suo (1Jn 4,9). Il Signore stesso ha detto: Nessuno può avere maggior amore di chi dà la sua vita per i suoi amici, e l'amore di Cristo verso di noi si dimostra nel fatto che egli è morto per noi. Quale è invece la prova dell'amore del Padre verso di noi? Che egli ha mandato il suo unico Figlio a morire per noi. Così afferma l'apostolo Paolo: Egli che non risparmiò il suo proprio Figlio, ma lo diede per noi tutti, come non ci ha dato insieme con lui tutti i doni? (Rm 8, 32). Ecco, il Padre consegnò Cristo e anche Giuda lo consegnò; forse che il fatto non appare simile? Giuda è traditore; dunque anche il Padre è traditore? Non sia mai, tu dici. Non lo dico io ma l'Apostolo: Lui che non risparmiò il proprio Figlio, ma lo diede per tutti noi. Il Padre lo diede e Cristo stesso si diede. L'Apostolo infatti dice: Colui che mi amò e diede se stesso per me (Gal 2, 20). Se il Padre diede il Figlio ed il Figlio se stesso, Giuda che cosa fece? Una consegna è stata fatta dal Padre, una dal Figlio, una da Giuda: si tratta di una identica cosa: ma come si distinguono il Padre che dà il Figlio, e il Figlio che dà se stesso e Giuda il discepolo che dà il suo maestro? Il Padre ed il Figlio fecero ciò nella carità; compì la stessa azione anche Giuda, ma nel tradimento. Vedete che non bisogna considerare che cosa fa l'uomo ma con quale animo e con quale volontà lo faccia. Troviamo Dio Padre nella stessa azione in cui troviamo anche Giuda: benediciamo il Padre, detestiamo Giuda. Perché benediciamo il Padre e detestiamo Giuda? Benediciamo la carità, detestiamo l'iniquità. Quanto vantaggio infatti venne al genere umano dal fatto che Cristo fu tradito? Forse che Giuda ebbe in mente questo vantaggio nel tradire? Dio ebbe in mente la nostra salvezza per la quale siamo stati redenti; Giuda ebbe in mente il prezzo che prese per vendere il Signore. Il Figlio ebbe in mente il prezzo che diede per noi, Giuda pensò al prezzo che ricevette per venderlo. Una diversa intenzione dunque, rese i fatti diversi. Se misuriamo questo identico fatto dalle diverse intenzioni, una di esse deve essere amata, l'altra condannata; una deve essere glorificata, l'altra detestata. Tanto vale la carità! Vedete che essa sola soppesa e distingue i fatti degli uomini.


Agostino: 1a Lett. Giovanni 608