Discorsi 2005-13 24158

ALLA DELEGAZIONE DELLA REPUBBLICA DI BULGARIA IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI IN ONORE DEI SANTI CIRILLO E METODIO Sabato, 24 maggio 2008

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Onorevoli Membri del Governo e distinte Autorità,
venerati Fratelli Rappresentanti
della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica!

Come ogni anno, ho il piacere di rivolgere un cordiale benvenuto a tutti voi, membri della Delegazione ufficiale bulgara, venuti a Roma in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio, venerati sia in Oriente che in Occidente. La memoria liturgica di questi due santi Fratelli riveste per la Bulgaria un alto valore simbolico e costituisce, al tempo stesso, un importante evento culturale. Il loro ricordo stimola infatti nei credenti, sia ortodossi che cattolici, il vivo desiderio di offrire al Paese una significativa spinta ad approfondire il ricco patrimonio cristiano, le cui origini risalgono proprio all’infaticabile iniziativa dei due grandi evangelizzatori provenienti da Tessalonica. Segno di tale comune impegno è la composizione della vostra Delegazione, guidata dal Vice Primo Ministro e costituita da rappresentanti delle diverse Chiese ed Istituzioni culturali presenti in Terra bulgara.

All’opera di evangelizzazione, attuata con ardore apostolico dai santi Cirillo e Metodio nel territorio abitato da popoli slavi, occorre continuare a guardare ancor oggi, perché costituisce un modello di inculturazione della fede, nei suoi elementi essenziali, pure nell’epoca postmoderna. Il Vangelo, infatti, non indebolisce quanto di autentico si trova nelle diverse tradizioni culturali, ma aiuta l’uomo di tutti i tempi a riconoscere e a realizzare il bene autentico, illuminato dallo splendore della verità. Compito pertanto dei cristiani è di mantenere e rinsaldare l’intrinseco legame esistente tra il Vangelo, la missione dei discepoli di Cristo e la loro rispettiva identità culturale. Riscoprire le radici cristiane è importante per contribuire a costruire una società in cui siano presenti i valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo. Valori e ideali che si alimentano di un’incessante unione con Dio, come dimostra l’esistenza dei santi Cirillo e Metodio, costanti tessitori di rapporti di mutua conoscenza e cordialità tra popoli diversi e tra culture e tradizioni ecclesiali differenti. Ho voluto ricordarlo nella mia Enciclica Spe salvi: Se siamo in relazione con Colui che non muore, che è la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita, possiamo stringere rapporti di solidarietà autentica con il prossimo (cfr n. 27).

Auspico di cuore che questo nostro incontro possa essere per voi tutti, qui presenti, e per le realtà ecclesiali e civili che rappresentate motivo di sempre più intensi rapporti fraterni e solidali. Il Signore benedica il vostro caro Paese e tutti i suoi cittadini.



A S.E. IL SIGNOR AHMADA RWEYEMAMU NGEMERA, NUOVO AMBASCIATORE DI TANZANIA PRESSO LA SANTA SEDE Giovedì, 29 maggio 2008

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Eccellenza,

ho il piacere di accoglierla in Vaticano e di ricevere le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Unita di Tanzania presso la Santa Sede. Sono grato per i cordiali saluti che mi ha porto e i sentimenti di buona volontà che ha espresso a nome di sua eccellenza Jakaya Mrisho Kikwete, presidente della Repubblica, che ho avuto il piacere di incontrare. Le chiedo cortesemente di trasmettere la mia gratitudine e i miei personali buoni auspici a sua eccellenza il presidente, al governo e al popolo della Tanzania.

Il suo Paese, ambasciatore, è guardato con rispetto e apprezzamento dalle persone in Africa orientale per la sua stabilità e per il suo clima di tolleranza e di pace. Inoltre, la Tanzania è tenuta in grande stima per il ruolo importante svolto dai suoi responsabili politici nel processo di pacificazione della Regione dei Grandi Laghi e in altre iniziative internazionali volte al mantenimento della pace. La generosa ospitalità offerta a chi fugge da ostilità in Paesi vicini, nonostante le difficoltà economiche interne, ha anche suscitato la dovuta ammirazione per i nobili sentimenti del popolo della Tanzania. Alcune tendenze negative come l'aumento del traffico di armi nella regione e l'interruzione di importanti iniziative di dialogo e riconciliazione hanno recentemente fatto sorgere dubbi sul futuro immediato del processo di pace. Non sorprende a questo proposito che i responsabili e molti uomini e donne di buona volontà desiderino vedere questo processo sostenuto a tutti i costi e portato a compimento. Non bisognerebbe lesinare alcuno sforzo per ricreare le condizioni indispensabili a una vita normale, allo sviluppo e al progresso culturale delle popolazioni colpite. La Santa Sede unisce la sua voce a questo appello e continua a esortare tutti i responsabili della regione a non perdere la fiducia nel valore del dialogo, a indagare con mente aperta e considerare tutte le possibilità per conseguire una pace duratura.

La Tanzania può essere orgogliosa dell'eredità di coesistenza armoniosa fra diversi gruppi etnici e religiosi che le attuali generazioni hanno ricevuto dal Presidente fondatore Julius Nyerere e da altri importanti Capi di Stato. Ogni generazione deve continuare ad amare e proteggere questo tesoro. Bisogna adoperarsi affinché il bene comune di tutti gli abitanti della Tanzania e la dignità e i diritti autentici di tutte le persone prevalgano sulle esigenze o sugli interessi particolari di alcuni gruppi. A questo proposito, il discernimento e l'azione decisa da parte delle autorità sono necessari per frenare i favoritismi o iniziative che sarebbero incompatibili con un progetto politico basato sui diritti umani universali e sullo stato di diritto e, in alcune circostanze, potrebbero spargere semi di intolleranza e di violenza. La Chiesa cattolica è impegnata a promuovere relazioni e un dialogo etnici positivi con i membri di altre religioni come parte fondamentale del suo desiderio di rendere testimonianza dell'amore universale di Dio. Prova grande gioia nell'aiutare la società a creare un ambiente di buona volontà fra tutti gli uomini e tutte le donne, basato sul riconoscimento, l'apprezzamento e il rispetto reciproci.

Creare un ambiente e strutture adeguati allo sviluppo economico di un Paese è uno degli obiettivi importanti del compito del buon governo. La fiducia e la buona volontà internazionali verso la Tanzania sono scaturite con successo non da ultimo da sforzi per combattere la corruzione e l'economia ha risposto con progressi costanti. L'esperienza in molti Paesi in via di sviluppo dimostra che l'affidabilità e la trasparenza, in particolare nell'uso dei fondi pubblici, non solo sostengono la necessaria integrità morale di chi è in carica, ma sono in se stesse un fattore economico indispensabile per un progresso costante. Bisogna essere molto solleciti per continuare lungo questa via e avere la chiara volontà di portare i settori meno favoriti a una partecipazione giusta e attiva alla comune crescita economica. Mentre il suo Paese continua a intraprendere opere relative a infrastrutture e a promuovere investimenti a sostegno dell'agricoltura e dell'industria, auspico che il popolo della Tanzania operi con fiducia per il bene della propria terra e che la Tanzania trovi sempre apertura, fiducia e effettivo sostegno a livello internazionale.

Sono lieto di osservare che sono stati compiuti sforzi considerevoli per promuovere un accesso più ampio all'educazione nella consapevolezza che è uno dei più importanti fattori di sviluppo. Saggiamente sono stati elaborati anche piani di formazione per insegnanti e per altro personale delle scuole e dei centri sanitari perché la costruzione di strutture adeguate non può prescindere dallo forzo complementare di preparare persone qualificate. Grazie, signor ambasciatore, per le sue parole di apprezzamento per il servizio che la Chiesa cattolica offre al popolo del suo Paese. Sia nell'educazione sia nell'ambito della sanità, bisogna offrire risorse finanziarie per i vari progetti o istituzioni sulla base del merito o delle necessità più urgenti. L'equità e la trasparenza in quest'area facilitano molto uno spirito di leale cooperazione fra l'iniziativa privata e gli organismi pubblici. Negli stessi campi di sviluppo le istituzioni devono continuare a diffondere e migliorare la qualità per soddisfare le necessità della popolazione. Sono certo che i cattolici della Tanzania non mancheranno di recare il proprio specifico contributo mediante le istituzioni e le iniziative della Chiesa, animati dal servizio cristiano del prossimo e dall'amore generoso per il loro Paese.

Eccellenza, mentre lei assume la carica di rappresentante presso il Vaticano della Repubblica Unita di Tanzania, ho espresso alcune prospettive e sincere speranze della Santa Sede per il suo Paese. Che la sua missione serva a rafforzare i vincoli esistenti fra la Repubblica Unita di Tanzania e la Santa Sede. Sia certo che i vari dicasteri della Curia Romana saranno pronti ad assisterla nel suo compito. Con le preghiere e i migliori auspici per il successo della sua missione, invoco le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente su di lei e sulla sua famiglia e sul popolo del vostro Paese. BENEDETTO XVI



A S.E. IL SIGNOR NYINE S. BITAHWA NUOVO AMBASCIATORE DI UGANDA PRESSO LA SANTA SEDE Giovedì, 29 maggio 2008

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Eccellenza,

sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che l'accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Uganda presso la Santa Sede. Apprezzo i saluti che mi ha porto a nome di sua eccellenza Yoweri Museveni, Presidente della Repubblica, e ricambio volentieri con buoni auspici e l'assicurazione delle mie preghiere per sua eccellenza e per tutto il popolo ugandese.

La Santa Sede stabilisce relazioni diplomatiche con gli Stati per conseguire la cooperazione reciproca per il bene spirituale e materiale delle loro popolazioni. A questo proposito, gli sforzi compiuti nel suo Paese per combattere la povertà e le sue cause sono molto incoraggianti. Lo sviluppo umano, mediante la disponibilità di occupazione, abitazioni adeguate e l'ampliamento delle opportunità educative, è un fattore indispensabile per il progresso economico e sociale di una nazione. Molto si è ottenuto in Uganda nei campi dell'educazione, dello sviluppo e della sanità, in particolare nella lotta contro l'Hiv/Aids, con una particolare attenzione per i malati e una positiva politica di prevenzione basata sulla continenza e sulla promozione della fedeltà nel matrimonio. Fedele al suo impegno di predicare l'amore di Dio e del prossimo, la Chiesa cattolica continuerà a cooperare con le autorità civili, in particolare in queste aree che permettono di migliorare la condizione umana.

Signor ambasciatore, ha parlato della gioia del suo popolo nel vedere la conclusione degli sforzi per formalizzare accordi di pace e per porre fine a molti anni di guerra caratterizzati da una violenza crudele e insensata. La Chiesa, in vista della sua missione di illuminare la coscienze, non può non esprimere la propria gioia per quanto ottenuto e spera sinceramente che prevalgano presto condizioni di piena sicurezza, permettendo così a tutte le persone sfollate di tornare nelle proprie case e di riprendere una vita pacifica e produttiva. A questo proposito, desidero esprimere l'apprezzamento della Santa Sede per quanti hanno levato la propria voce contro la violenza e l'odio e per quanti hanno contribuito a una ricerca negoziata di pace. Incoraggio tutte le parti in causa a partecipare generosamente al compito di riparazione e riedificazione dopo così tanti anni di agitazione e di abbandono. Il fatto che questo compito venga svolto nel corso di una crisi alimentare mondiale e di un mondiale rialzo dei prezzi dovrebbe essere uno stimolo ulteriore a impegnarsi e a perseverare nel consolidamento della pace, della riconciliazione, della ricostruzione. Confido nel fatto che il forte desiderio di pace della popolazione spinga il governo a continuare ad assumersi le proprie responsabilità regionali e a fare tutto ciò che è in suo potere per garantire la stabilità e la riconciliazione nella regione, dove una pace duratura sarà possibile soltanto quando tutte le parti in causa aderiranno agli accordi internazionali e si impegneranno a rispettare pienamente i confini nazionali. In questi anni si è fatto molto, ma il popolo dell'Uganda settentrionale e i suoi vicini nutrono nuove speranze. Che Dio onnipotente li assista nello sforzo di cominciare una nuova vita!

Oggi, nessuna nazione è libera dall'influenza della globalizzazione con i suoi benefici e le sue sfide. Questo fenomeno facilita il commercio, l'accesso all'informazione e la trasmissione di valori. Purtroppo, può anche promuovere stili di vita superficiali e atteggiamenti che minano i costumi sani, basati sulla verità e sulla virtù morali. Uomini e donne di buona volontà in Africa rifiutano giustamente ciò che di distruttivo è associato all'avidità, alla corruzione e a molte forme di disgregazione personale e sociale. La democrazia e lo stato di diritto non si nutrono di materialismo, di individualismo e di relativismo morale, ma di integrità e di fiducia reciproca, in particolare quando sostenuti da responsabili impegnati e generosi che desiderano offrire il proprio servizio ai loro cittadini per l'edificazione del bene comune. Prego con fervore affinché i benefici autentici della cultura contemporanea arricchiscano l'esistenza di tutti gli ugandesi in armonia con quanto c'è di vero e sano nei valori che sono stati trasmessi di generazione in generazione.

A questo proposito, il Paese che lei rappresenta, signor Ambasciatore, incarna molte importanti caratteristiche della cultura africana come l'atteggiamento rispettoso verso l'autorità paterna e un modo religioso di considerare i momenti importanti della vita umana, promuovendo il rispetto profondo per la dignità di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. Questa è la ricca tradizione in cui sono state educate generazioni di africani e mediante la quale il seme del Vangelo cristiano ha recato abbondanti frutti. La Chiesa cattolica apprezza questa eredità per il suo stesso bene e per via del rapporto armonioso con le verità fondamentali della morale naturale e con i principi base della fede. L'assicuro, signor ambasciatore, che la Chiesa continuerà a fare la sua parte difendendo e promuovendo questi principi. Considera sua missione consolidarli e integrarli nella meravigliosa pienezza del Vangelo.

Eccellenza, ho parlato di temi di interesse essenziale sia per lo Stato sia per la Chiesa e di aree in cui senza dubbio la cooperazione continuerà a recare frutti per un futuro migliore per tutti gli ugandesi. I vari dicasteri della Curia Romana saranno lieti di assisterla nella sua missione di rappresentare il suo Paese presso la Santa Sede. All'inizio del suo mandato sono lieto di assicurarla delle mie preghiere e invoco le abbondanti benedizioni di Dio onnipotente su di lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo ugandese.



A S.E. IL SIGNOR WESLEY MOMO JOHNSON NUOVO AMBASCIATORE DI LIBERIA PRESSO LA SANTA SEDE Giovedì, 29 maggio 2008

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Eccellenza,

sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che la accreditano quale ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Liberia presso la Santa Sede. Desidero esprimere la mia gratitudine per i buoni auspici che mi ha trasmesso a nome del suo presidente, la signora Ellen Johnson-Sirleaf. La prego di trasmetterle i miei saluti cordiali e di assicurarla delle mie preghiere costanti per tutto il popolo della sua nazione.

Le assicuro, signor Ambasciatore, che la Santa Sede apprezza i propri legami diplomatici con il suo Paese e desidera svilupparli ulteriormente negli anni prossimi. Mentre la comunità internazionale tenta di rispettare i propri obblighi umanitari verso gli africani, la Santa Sede considera con particolare interesse i numerosi cittadini della Liberia che sono stati impoveriti dal violento conflitto che ha devastato il Paese per così tanti anni. Dopo due anni di un governo eletto e stabile, si sono compiuti significativi progressi nel compito immenso della ricostruzione. Con soddisfazione ho appreso la decisione dello scorso novembre del Fondo Monetario Internazionale di muovere passi verso la cancellazione del debito della Liberia. Infatti questa è una buona notizia e si auspica che i recenti segni di crescita economica vengano sostenuti negli anni a venire. Dopo decenni di guerra e instabilità, il popolo del suo Paese merita di essere liberato dalla povertà, dall'insicurezza alimentare e dalla disoccupazione che lo affliggono da così tanto tempo. Sono certo che il suo popolo capirà che un futuro pacifico e prospero si potrà ottenere solo se si farà un serio tentativo di riconoscere gli errori passati e di curare le ferite inferte nel corso della guerra civile. Il "processo di verità e riconciliazione" in Liberia, come in altri Paesi africani, è un passo coraggioso e necessario lungo il cammino del rinnovamento nazionale, e se perseguito con integrità e determinazione, può solo portare a un rafforzamento dei valori dai quali dipende la società civilizzata. Quando il popolo di una nazione ha assistito a violenza, malgoverno e corruzione, esercitati impunemente ai più alti livelli della società, non è facile tornare ad avere fiducia nella macchina del governo. Infatti, si è tentati di ritirarsi completamente dalla vita nazionale, cercando solo di promuovere interessi particolari o quelli della propria regione o del proprio gruppo etnico. Questi atteggiamenti di parte devono essere superati da un rinnovato impegno per promuovere il bene comune di tutti i cittadini, un profondo rispetto per tutti i membri della società, indipendentemente dalla loro origine etnica o appartenenza politica, e una volontà di contribuire con le proprie doti e le proprie risorse a un maggiore benessere e a una maggiore prosperità degli altri.

All'inizio di questo anno, nel mio messaggio per la Giornata mondiale della pace, ho sottolineato l'importanza della famiglia quale elemento costitutivo della società, da cui si possono apprendere e poi ritrasmettere alle future generazioni i valori essenziali di una coesistenza pacifica. Dal sì responsabile e definitivo di un uomo a una donna, e dal sì consapevole dei bambini che gradualmente accrescono la famiglia, i suoi membri danno il loro assenso all'edificazione del bene comune. Ciò rende possibile a una comunità più ampia di prosperare a livello locale, nazionale e perfino internazionale (cfr Messaggio per la Giornata della pace 2008, n. 6). So che gli africani attribuiscono grande valore al mantenimento dei vincoli familiari e incoraggio il suo governo a garantire che la politica pubblica continui ad aiutare e rafforzare la famiglia in ogni modo. Solo così verranno gettate fondamenta salde per rinnovare l'infrastruttura sociale gravemente danneggiata da decenni di violento conflitto.

Sia certo, signor Ambasciatore, che la Chiesa in Liberia è desiderosa di contribuire all'edificazione della vita familiare e di offrire quell'educazione e quell'assistenza sanitaria che sono così dolorosamente necessarie nel Paese. Apprezzo molto le parole di elogio del presidente Johnson-Sirleaf per l'attività della Chiesa in queste aree nel corso della storia della Liberia e, di fatto, per la coraggiosa testimonianza dei martiri che si sono dedicati a servire il Paese anche al prezzo della propria vita. I numerosi uomini e donne impegnati - sacerdoti, religiosi e laici - che svolgono il loro apostolato nel suo Paese oggi non sono certo meno dediti al popolo che servono e alla promozione della giustizia, della coesistenza pacifica e della riconciliazione fra le fazioni in conflitto del recente passato.

L'apostolato educativo è forse l'investimento più importante nel futuro della Liberia. Molti dei vostri figli e dei vostri giovani sono stati traumatizzati dall'esperienza della guerra, alcuni sono stati costretti a diventare soldati e ad abbandonare l'istruzione. Ciò ha causato livelli bassi di alfabetizzazione fra la popolazione. In tali circostanze la Chiesa cerca di offrire speranza alle persone, di instillare in loro fiducia nel futuro e di mostrare loro che sono amate e accudite, di condurle, in altre parole, verso l'incontro con Cristo, il Salvatore dell'umanità. In tal modo, Eccellenza, ho fiducia nel fatto che i cordiali rapporti fra la Liberia e la Santa Sede recheranno frutti abbondanti per la crescita e la maggiore prosperità del suo amato Paese per molti anni a venire.

Nell'offrire i miei migliori auguri per il successo della sua missione, vorrei assicurarla del fatto che i vari dicasteri della Curia Romana sono pronti a offrirle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi compiti. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e su tutti gli abitanti della Liberia invoco di cuore le abbondanti benedizioni di Dio.



A S.E. IL SIGNOR HISSEIN BRAHIM TAHA, NUOVO AMBASCIATORE DEL CIAD PRESSO LA SANTA SEDE Giovedì, 29 maggio 2008

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Signor ambasciatore,

accolgo con piacere sua eccellenza in Vaticano, in occasione della presentazione delle lettere che l'accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario del Ciad presso la Santa Sede e la ringrazio per avermi trasmesso il cortese messaggio di sua eccellenza il signor Idriss Deby Itno, presidente della Repubblica. In cambio, le sarei grato se potesse trasmettergli i miei voti migliori per la sua persona e per l'intero popolo ciadiano, auspicando che tutti possano conoscere la pace e la prosperità.

Di fatto, la ricerca della pace e della sicurezza per tutti deve essere una preoccupazione costante e fondamentale per i responsabili delle nazioni. Senza l'instaurazione di una pace duratura non vi può essere sviluppo autentico. Dopo l'appello che ho lanciato lo scorso 6 febbraio a favore delle popolazioni del Ciad, auspico che si realizzi senza indugi un'autentica riconciliazione nazionale e che la solidarietà internazionale contribuisca ad aiutare efficacemente le persone che sono nel bisogno. Che i responsabili incaricati di guidare i popoli di questa regione facciano tutto il possibile al fine di arrestare la violenza e di creare così circostanze favorevoli che permetteranno a tutti di vivere nella pace e nella dignità! Il mio pensiero va anche ai numerosi rifugiati che hanno trovato asilo nel suo Paese. Che gli sforzi compiuti per sostenere queste famiglie, che vivono in condizioni a volte drammatiche, le aiutino a ritrovare una situazione in cui i loro diritti umani fondamentali siano realmente garantiti!

In questa prospettiva, è necessario che, grazie a una sana gestione, le risorse economiche del Paese siano sempre messe al servizio di un progresso sociale effettivo che permetta alla popolazione di vedere realizzate le sue giuste aspirazioni. Per consolidare la stabilità e l'unità della nazione, la preoccupazione del bene comune impone di distribuire con giustizia ed equità le ricchezze del Paese, tenendo conto in modo particolare delle persone che si trovano al margine del progresso sociale ed economico.

La qualità delle relazioni fra le comunità religiose che vivono in Ciad, in particolare fra i cristiani e i musulmani, è un elemento importante lungo il cammino della pace e della riconciliazione. Ognuno deve poter esprimere la propria fede senza timore e seguire la voce della sua coscienza nella scelta della propria religione. Signor ambasciatore, sono lieto di sapere che nel suo Paese, nonostante le difficoltà che possono presentarsi, i cristiani e i musulmani cercano di consolidare relazioni di rispetto e di comprensione reciproche. Auspico che queste relazioni contribuiscano al bene comune e all'edificazione di una società armoniosa e pacificata. Per superare le incomprensioni, il dialogo deve sempre restare il cammino che permette di evitare qualsiasi ricorso alla violenza.

Come lei ha osservato, signor ambasciatore, l'impegno della Chiesa cattolica al servizio della società ciadiana, senza distinzione di origine né di religione, abbraccia numerosi ambiti come la salute, l'educazione e lo sviluppo. Attraverso le sue opere sociali, la comunità cattolica manifesta la propria preoccupazione di promuovere la dignità di ogni persona. In questa prospettiva, desidero sottolineare in modo particolare l'azione della Chiesa a favore dell'educazione e della formazione dei giovani, grazie soprattutto alle scuole cattoliche, che occupano un posto di rilievo nel sistema educativo ciadiano. Mediante queste scuole, che sono ambiti in cui i giovani di religioni e di contesti sociali diversi imparano a vivere insieme nel rispetto reciproco, la Chiesa intende lottare contro ogni forma di povertà e contribuire all'edificazione di una società sempre più fraterna e solidale.
Al termine di questo incontro, mi permetta, signor ambasciatore, di salutare per mezzo di lei i vescovi del Ciad e anche tutti i membri della comunità cattolica. Li assicuro della mia vicinanza spirituale e li incoraggio a restare saldi nella fede e coraggiosi nelle prove che condividono con i loro concittadini, rendendo così testimonianza del loro impegno a costruire insieme una società riconciliata.

Mentre inaugura la sua nobile missione, certo che troverà sempre un'accoglienza attenta presso i miei collaboratori, le formulo, signor ambasciatore, i miei voti cordiali per il felice esito della sua missione, affinché proseguano e si accrescano le relazioni armoniose fra la Santa Sede e il Ciad.
Su sua eccellenza, sulla sua famiglia, sui suoi collaboratori, e anche sui responsabili e su tutti gli abitanti del Ciad, invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni Divine.


A S.E. IL SIGNOR DEBAPRIYA BHATTACHARYA NUOVO AMBASCIATORE DEL BANGLADESH PRESSO LA SANTA SEDE Giovedì, 29 maggio 2008

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Signor ambasciatore,

Sono lieto di riceverla oggi, mentre presenta le Lettere credenziali con le quali Sua Eccellenza il presidente Iajuddin Ahmed l'ha nominata ambasciatore della Repubblica Popolare del Bangladesh presso la Santa Sede. Le chiedo di voler trasmettere i miei cordiali saluti a lui e ai membri del governo, unitamente all'assicurazione dei miei buoni auspici per il benessere di tutti i suoi concittadini.

Istituiti trentacinque anni fa, i rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Bangladesh sono stati rafforzati dalla preoccupazione reciproca di promuovere la buona volontà in un mondo sempre più collegato, ma non privo di segni di nuove divisioni e forme di violenza e ingiustizia profondamente preoccupanti. Questi fenomeni presentano nuove sfide all'intera famiglia umana, facendo emergere un senso sempre più acuto del fatto che occorre una cooperazione internazionale più vigorosa per assicurare che alle aspirazioni di tutti, specialmente dei poveri e dei deboli, venga data piena voce (cfr Sollicitudo rei socialis
SRS 43). Signor ambasciatore, sono fiducioso che la partecipazione attiva del suo Paese in enti come l'Organizzazione delle Nazioni Unite contribuirà alla "cultura di pace" che il Bangladesh desidera costruire in patria e all'estero. Impegnandosi in questi dibattiti a livello internazionale, il vostro Paese svolgerà un ruolo nell'armonizzare le azioni della comunità globale per raggiungere gli obiettivi comuni della pace e dello sviluppo (cfr Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008).

Come sua eccellenza ha suggerito, una solida democrazia necessita di qualcosa di più che una serie di regole per essere sostenibile; esige che i cittadini abbraccino i valori fondamentali che ispirano le istituzioni e le procedure democratiche, come la dignità della persona umana, l'autentico rispetto dei diritti umani e l'impegno per il bene comune come criterio guida della vita politica (cfr Centesimus annus CA 46). Cercando di aumentare il consenso generale sull'importanza centrale di questi valori fondamentali, le guide della sua nazione spianeranno la strada per un governo stabile e per la coesistenza armoniosa di tutti coloro che definiscono il Bangladesh la loro casa. Mentre il suo Paese si prepara a tenere le elezioni generali entro l'anno in corso, sono fiducioso che i cittadini rifletteranno e rinnoveranno il loro apprezzamento per i fondamenti morali che rendono possibile la democrazia autentica. Il progresso sociale e la coesione esige che tutti - individui, famiglie, funzionari eletti, funzionari pubblici e professionisti - abbraccino volentieri la loro responsabilità di contribuire alla vita comunitaria con integrità, onestà e spirito di servizio (cfr Pacem in terris PT 55 Centesimus annus, 46). In particolare, coloro che si candidano per una carica pubblica devono essere disposti a mettere da parte gli interessi personali per salvaguardare il bene comune delle persone che rappresentano e servono. Sua eccellenza ha indicato la sfida di ricostruire le istituzioni rappresentative che sono deteriorate nonostante l'osservanza, da parte del Paese, dei processi democratici nello scegliere i governi recenti. Questo compito fondamentale di ripristinare la fiducia in queste e in altre istituzioni democratiche esigerà una guida forte da parte di uomini e donne che siano affidabili, giusti e competenti. Indubbiamente il popolo del Bangladesh cercherà queste qualità nei suoi candidati mentre eserciterà il suo diritto di voto in un processo elettorale che a sua volta rispecchi i valori stessi dai quali dipende la democrazia (cfr Centesimus annus CA 46).

Un sistema educativo vibrante è essenziale per una forte democrazia. Sia lo stato sia la Chiesa hanno un loro ruolo nell'aiutare le famiglie a impartire sapienza, conoscenza e virtù morale ai loro figli, affinché arrivino a riconoscere la dignità comune a tutti gli uomini e le donne, compresi quelli appartenenti a culture e a religioni diverse dalla propria. La Chiesa cerca di contribuire a tale fine istituendo scuole che non si preoccupino solo dello sviluppo cognitivo dei bambini, ma anche di quello spirituale e morale. Nella misura in cui queste e altre scuole basate sulla fede svolgono il servizio pubblico di formare i giovani nella tolleranza e nel rispetto, devono quindi ricevere il sostegno di cui hanno bisogno, compreso l'aiuto finanziario, a beneficio dell'intera famiglia umana.
Il suo è un Paese che ha compiuto passi significativi nella crescita economica nel corso degli ultimi anni. Tuttavia, ciò non si è sempre tradotto in un corrispondente sollievo dalla povertà e in un aumento delle opportunità d'impiego. La stabilità a lungo termine nel settore economico è organicamente collegata ad altri ambiti della vita civile, tra cui le istituzioni pubbliche e un sistema educativo ben funzionante. Il primo promuove l'efficacia e la trasparenza che favoriscono la crescita economica (cfr Centesimus annus CA 48), e il secondo è "per la società uno strumento privilegiato di progresso economico e di sviluppo" (Popolorum progressio, 35). Per questa ragione, gli obiettivi economici di una nazione devono sempre essere collocati nell'orizzonte più ampio della sua crescita morale, civile e culturale (cfr Centesimus annus CA 29). Inoltre, uno sviluppo economico duraturo avviene come risultato dell'interazione dinamica tra l'iniziativa privata, l'autorità pubblica e il sostegno delle organizzazioni internazionali (cfr ibid., 10; 32; 49). Da parte sua, la Chiesa, nella sua costante sollecitudine per il bene integrale della persona umana, si fa eco delle aspirazioni dell'uomo di assicurare i beni materiali necessari per il benessere corporale e spirituale (cfr Gaudium et spes GS 14). In effetti, essa è fermamente convinta che lo sviluppo in ultimo è una questione di pace "perché esso aiuta a raggiungere ciò che è bene per gli altri e per la comunità umana nella sua interezza" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1987, 7).

Signor ambasciatore, mentre inizia il suo servizio, rinnovo i miei buoni auspici per il successo della sua missione. Le assicuro che i diversi uffici della Santa Sede sono pronti ad assisterla nell'adempiere ai suoi doveri. Su di lei, sulla sua famiglia e su tutto il popolo del Bangladesh invoco cordialmente le benedizioni di Dio della forza e della pace.



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