Discorsi 2005-13 28099

MESSAGGIO AI GIOVANI Spianata sulla Via di Melnik a Stará Boleslavo Lunedì, 28 settembre 2009

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Cari giovani!

Al termine di questa celebrazione, mi rivolgo direttamente a voi e innanzitutto vi saluto con affetto. Siete venuti numerosi da tutto il Paese e anche dai Paesi vicini; vi siete “accampati” qui ieri sera e avete pernottato nelle tende, facendo insieme un’esperienza di fede e di fraternità. Grazie per questa vostra presenza, che mi fa sentire l’entusiasmo e la generosità che sono propri della giovinezza. Con voi anche il Papa si sente giovane! Un ringraziamento particolare rivolgo al vostro rappresentante per le sue parole e per il meraviglioso dono.

Cari amici, non è difficile costatare che in ogni giovane c’è un’aspirazione alla felicità, talvolta mescolata ad un senso di inquietudine; un’aspirazione che spesso però l’attuale società dei consumi sfrutta in modo falso e alienante. Occorre invece valutare seriamente l’anelito alla felicità che esige una risposta vera ed esaustiva. Nella vostra età infatti si compiono le prime grandi scelte, capaci di orientare la vita verso il bene o verso il male. Purtroppo non sono pochi i vostri coetanei che si lasciano attrarre da illusori miraggi di paradisi artificiali per ritrovarsi poi in una triste solitudine. Ci sono però anche tanti ragazzi e ragazze che vogliono trasformare, come ha detto il vostro portavoce, la dottrina nell’azione per dare un senso pieno alla loro vita. Vi invito tutti a guardare all’esperienza di sant’Agostino, il quale diceva che il cuore di ogni persona è inquieto fino a quando non trova ciò che veramente cerca. Ed egli scoprì che solo Gesù Cristo era la risposta soddisfacente al desiderio, suo e di ogni uomo, di una vita felice, piena di significato e di valore (cfr Confessioni I,1,1).

Come ha fatto con lui, il Signore viene incontro a ciascuno di voi. Bussa alla porta della vostra libertà e chiede di essere accolto come amico. Vi vuole rendere felici, riempirvi di umanità e di dignità. La fede cristiana è questo: l’incontro con Cristo, Persona viva che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. E quando il cuore di un giovane si apre ai suoi divini disegni, non fa troppa fatica a riconoscere e seguire la sua voce. Il Signore infatti chiama ciascuno per nome e ad ognuno vuole affidare una specifica missione nella Chiesa e nella società. Cari giovani, prendete consapevolezza che il Battesimo vi ha resi figli di Dio e membri del suo Corpo che è la Chiesa. Gesù vi rinnova costantemente l’invito ad essere suoi discepoli e suoi testimoni. Molti di voi li chiama al matrimonio e la preparazione a questo Sacramento costituisce un vero cammino vocazionale. Considerate allora seriamente la chiamata divina a costituire una famiglia cristiana e la vostra giovinezza sia il tempo in cui costruire con senso di responsabilità il vostro futuro. La società ha bisogno di famiglie cristiane, di famiglie sante!

Se poi il Signore vi chiama a seguirlo nel sacerdozio ministeriale o nella vita consacrata, non esitate a rispondere al suo invito. In particolare, in quest’Anno Sacerdotale, mi appello a voi, giovani: siate attenti e disponibili alla chiamata di Gesù ad offrire la vita al servizio di Dio e del suo popolo. La Chiesa, anche in questo Paese, ha bisogno di numerosi e santi sacerdoti e di persone totalmente consacrate al servizio di Cristo, Speranza del mondo.

La speranza! Questa parola, su cui torno spesso, si coniuga proprio con la giovinezza. Voi, cari giovani, siete la speranza della Chiesa! Essa attende che voi vi facciate messaggeri della speranza, com’è avvenuto l’anno scorso, in Australia, per la Giornata Mondiale della Gioventù, grande manifestazione di fede giovanile, che ho potuto vivere personalmente e alla quale alcuni di voi hanno preso parte. Molti di più potrete venire a Madrid, nell’agosto 2011. Vi invito fin da ora a questo grande raduno dei giovani con Cristo nella Chiesa.

Cari amici, grazie ancora per la vostra presenza e grazie per il vostro dono: il libro con le foto che raccontano la vita dei giovani nelle vostre diocesi. Grazie anche per il segno della vostra solidarietà verso i giovani dell’Africa, che mi avete voluto consegnare. Il Papa vi chiede di vivere con gioia ed entusiasmo la vostra fede; di crescere nell’unità tra di voi e con Cristo; di pregare e di essere assidui nella pratica dei Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia e della Confessione; di curare la vostra formazione cristiana rimanendo sempre docili agli insegnamenti dei vostri Pastori. Vi guidi su questo cammino san Venceslao con il suo esempio e la sua intercessione, e sempre vi protegga la Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra. Vi benedico tutti con affetto!

* * *




[Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente ai giovani. Cari giovani, fratelli e sorelle, vi ringrazio per la vostra presenza all’odierna celebrazione. Non dimenticate: l’amore di Dio sia la vostra forza! Volentieri benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]



[Rivolgo una parola di saluto ai polacchi qui presenti, e in particolare ai giovani che accompagnano i loro fratelli cechi in spirito di viva amicizia. Sostenetevi a vicenda con una gioiosa testimonianza di fede, crescendo nell’amore di Cristo e nella potenza dello Spirito Santo, per raggiungere la pienezza della vostra umanità e della santità. Dio vi benedica!]



[Saluto cordialmente i giovani e tutti i pellegrini provenienti dai Paesi vicini di lingua tedesca. Grazie per la vostra presenza! La vostra partecipazione a questa festa della fede e della speranza è segno che cercate in Gesù Cristo e nella comunità della Chiesa le risposte alle vostre domande e ai vostri profondi desideri. Cristo stesso è la Via, la Verità e la Vita (cfr.
Jn 14,6). Lui è la base che davvero regge la nostra esistenza. Su questo fondamento possono nascere famiglie cristiane e i giovani possono rispondere alla vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. L’amicizia personale con Cristo ci riempie di vera e duratura gioia e ci rende disponibili a realizzare il progetto di Dio per la nostra vita. Per questo imploro per tutti voi l’aiuto dello Spirito Santo.]



[Cari giovani amici, il vostro entusiasmo per la fede cristiana è un segno di speranza per la Chiesa presente e operante in questi Paesi. Per dare un senso più pieno alla vostra giovinezza, seguite con coraggio e generosità il Signore Gesù, che bussa alla porta del vostro cuore. Cristo vi chiede di accoglierlo come amico. Che il Signore vi benedica e porti a compimento ogni vostro buon progetto di vita!]




CERIMONIA DI CONGEDO Aeroporto Internazionale Stará Ruzyne di Praga Lunedì, 28 settembre 2009

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Signor Presidente,
Signori Cardinali,
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Eccellenze, Signori e Signore!

Nel momento di prendere congedo, desidero ringraziarvi per la vostra generosa ospitalità durante la mia breve permanenza in questo splendido Paese. Sono particolarmente grato a Lei, Signor, Presidente, per le Sue parole e per il tempo trascorso nella Sua residenza. In questa festa di San Venceslao, protettore e patrono del Suo Paese, mi permetta ancora una volta di porgerLe i più vivi auguri di buon onomastico. Essendo anche l’onomastico di Sua Eccellenza Mons. Václav Malý, rivolgo anche a lui il mio augurio e desidero ringraziarlo per l’alacre lavoro svolto per coordinare l’organizzazione della mia visita pastorale nella Repubblica Ceca.

Sono profondamente grato al Cardinale Vlk, a Sua Eccellenza Mons. Graubner e a tutti coloro che si sono prodigati per assicurare l’ordinato svolgimento dei vari incontri e celebrazioni. Naturalmente includo nei miei ringraziamenti le autorità, i mezzi di comunicazione e i molti volontari che hanno aiutato nel regolare l’afflusso della gente e tutti i fedeli che hanno pregato perché questa visita portasse buoni frutti alla nazione ceca e alla Chiesa in questa regione.

Conserverò la memoria dei momenti di preghiera che ho potuto trascorrere insieme con i Vescovi, i sacerdoti e i fedeli di questo Paese. È stato specialmente commovente, questa mattina, celebrare la Messa a Stará Boleslav, luogo del martirio del giovane duca Venceslao, e venerarlo presso la sua tomba sabato sera, all’interno della maestosa Cattedrale che domina il panorama di Praga. Ieri in Moravia, dove i Santi Cirillo e Metodio diedero il via alla loro missione apostolica, ho potuto riflettere, in orante rendimento di grazie, sulle origini del cristianesimo in questa regione ed, effettivamente, in tutte le terre slave. La Chiesa in questo Paese è stata veramente benedetta con una straordinaria schiera di missionari e di martiri, come anche di santi contemplativi, tra i quali vorrei in particolare ricordare Sant’Agnese di Boemia, la cui canonizzazione, proprio venti anni fa, fu messaggera della liberazione di questo Paese dall’oppressione atea.

Il mio incontro di ieri con i rappresentanti delle altre comunità cristiane mi ha confermato l’importanza del dialogo ecumenico in questa terra che ha assai sofferto per le conseguenze della divisione religiosa al tempo della guerra dei Trent’anni. Molto è già stato fatto per sanare le ferite del passato, e sono stati intrapresi dei passi decisivi sul cammino della riconciliazione e della vera unità in Cristo. Nell’edificare ulteriormente queste solide fondamenta, la comunità accademica ha un importante ruolo da svolgere, mediante una ricerca della verità senza compromessi. È stato un piacere per me avere l’opportunità di incontrarmi ieri con i rappresentanti delle università di questo Paese e di esprimere il mio apprezzamento per la nobile missione a cui essi hanno dedicato la vita.

Sono stato particolarmente felice di incontrare i giovani e di incoraggiarli a costruire sulle migliori tradizioni del passato di questa nazione, in particolar modo sulla eredità cristiana. Secondo un detto attribuito a Franz Kafka, “Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia mai” (Gustav Janouch, Conversazioni con Kafka). Se i nostri occhi rimangono aperti alla bellezza della creazione di Dio e le nostre menti alla bellezza della sua verità, allora possiamo davvero sperare di rimanere giovani e di costruire un mondo che rifletta qualcosa della bellezza divina, in modo da offrire ispirazione alle future generazioni per fare altrettanto.

Signor Presidente, cari amici: ancora una volta esprimo il mio grazie, promettendo di ricordarvi nelle mie preghiere e di portarvi nel mio cuore. Dio benedica la Repubblica Ceca! Il Bambino Gesù di Praga continui a ispirare e guidare Lei e tutte le famiglie della nazione! Dio benedica tutti voi!



INCONTRO CON LE AUTORITÀ CIVILI E MILITARI, LE COMUNITÀ RELIGIOSE E I DIPENDENTI Castel Gandolfo, Sala degli Svizzeri Giovedì, 1° ottobre 2009

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BCHE HANNO ASSICURATO IL SERVIZIO DURANTE IL PERIODO ESTIVO




Cari fratelli e sorelle,

sta per concludersi anche quest’anno il periodo estivo che abitualmente trascorro nella residenza di Castel Gandolfo. Questi mesi mi hanno dato l’opportunità di constatare da vicino la generosa dedizione e il competente impegno che profondono tante persone per assicurare ogni assistenza a me e ai miei collaboratori, agli ospiti e ai pellegrini che vengono a farmi visita, specialmente la domenica per il consueto appuntamento dell’Angelus.Per tutto questo rinnovo la mia sincera gratitudine a ciascuno di voi, nel momento in cui prendo congedo da questa bella e ridente località, a me cara.

Saluto e ringrazio anzitutto il Vescovo di Albano Laziale, Mons. Marcello Semeraro, il parroco e la comunità parrocchiale di Castel Gandolfo, insieme alle diverse comunità religiose che qui vivono ed operano. Attraverso vari incontri, mi è stato dato di constatare la tensione spirituale che anima l’intera Chiesa locale di Albano, che incoraggio a progredire con rinnovato entusiasmo nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo.

Un deferente saluto rivolgo poi al Signor Sindaco e ai componenti dell’Amministrazione Comunale, che sempre si adoperano per agevolare, nell’ambito delle loro competenze, il mio soggiorno qui a Castello. Nel ringraziarvi per la proficua collaborazione che intrattenete durante tutto l’anno con la Direzione delle Ville Pontificie, colgo volentieri questa occasione per estendere i sentimenti del mio affetto e della mia riconoscenza all’intera popolazione di Castel Gandolfo.

Mi rivolgo ora ai dirigenti e agli addetti ai diversi Servizi del Governatorato, ad iniziare dal Corpo della Gendarmeria, la Floreria, i Servizi tecnici. Cari amici, anche qui a Castel Gandolfo ho modo di apprezzare l’abnegazione che vi distingue nel vostro lavoro al servizio del Successore di Pietro. Per voi e per le vostre famiglie assicuro un costante ricordo nella preghiera. Rivolgo con viva cordialità il mio saluto riconoscente anche alla Guardia Svizzera Pontificia, la cui presenza qui nel Palazzo apostolico e negli incontri del Papa con i pellegrini contribuisce visibilmente ad offrire ai visitatori un’accoglienza ancor più efficiente.

Un pensiero di sincera gratitudine va poi ai funzionari e agli agenti delle diverse Forze dell’Ordine italiane, per la loro costante collaborazione, come pure agli ufficiali ed avieri del 31° stormo dell’Aeronautica Militare. Tutti ringrazio per il loro qualificato servizio, che contribuisce a rendere serena la permanenza mia e dei miei collaboratori, e mi è quanto mai utile negli spostamenti in elicottero.

Cari fratelli e sorelle, a tutti ancora una volta ripeto il mio grazie di vero cuore. Oggi la Chiesa ricorda Santa Teresa di Gesù Bambino, carmelitana del monastero di Lisieux. La sua testimonianza mostra che solo la parola di Dio, accolta e compresa nelle sue concrete esigenze, diventa sorgente di vita rinnovata. Alla nostra società, spesso permeata di una cultura razionalistica e di un diffuso materialismo pratico, la piccola Teresa di Lisieux indica, come risposta ai grandi interrogativi dell’esistenza, la “piccola via”, che invece guarda all'essenziale delle cose. È il sentiero umile dell’amore, capace di avvolgere e dare senso e valore ad ogni umana vicenda. Cari amici, seguite l’esempio di questa Santa; la strada da lei percorsa è alla portata di tutti, perché è la strada della fiducia totale in Dio, che è Amore e mai ci abbandona.

Grazie ancora per la vostra presenza a quest’incontro; grazie, in special modo, a coloro che si sono fatti interpreti dei vostri sentimenti. Tutti vi affido alla materna protezione della Vergine Santa, e di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo alle vostre famiglie e alle persone a voi care.







SALUTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI DIPENDENTI DELLE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo Giovedì, 1° ottobre 2009

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Cari fratelli e sorelle,

giunto al termine del mio soggiorno a Castel Gandolfo, desidero rinnovarvi la mia viva gratitudine per l’opera preziosa e diligente che svolgete qui, nelle Ville pontificie. Saluto in primo luogo il Direttore, Dottor Saverio Petrillo, e lo ringrazio per le cortesi parole, con le quali ha interpretato i comuni sentimenti; saluto poi i suoi collaboratori e tutti voi che formate la squadra di lavoro di questa “appendice” del Vaticano. In questi mesi ho potuto rendermi conto di persona dell’attenzione e della solerzia con cui svolgete la vostra attività quotidiana. Grazie di cuore a tutti!

Il mio ringraziamento si estende alle vostre famiglie, le quali, in qualche modo, partecipano del vostro servizio alla Santa Sede, accettando la vostra disponibilità, che comporta non poche assenze da casa, specialmente nel periodo della mia permanenza a Castello. Chiedo al Signore di assistere voi e i vostri cari, ricolmandovi della sua grazia e accompagnandovi con il suo paterno amore.

Celebriamo oggi la memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, ricordata dalla Chiesa soprattutto perché intuì e descrisse la profonda verità dell'Amore quale centro e cuore della Chiesa, e visse questo mistero intensamente nella sua pur breve esistenza. Proprio per la centralità che assume in lei il rapporto con Cristo e la scelta dell'amore, per lo spazio che ella riserva anche agli affetti e ai sentimenti nel cammino spirituale, Teresa di Lisieux è una santa molto attuale, che si propone quale singolare modello e guida di tutti, giovani e adulti. Vi affido alla sua speciale protezione, perché possiate svolgere con serenità e profitto il vostro lavoro. Vegli sempre su di voi e sulle vostre famiglie anche la Vergine Santa, che invoco con fiducia, mentre vi assicuro un ricordo nella preghiera e con affetto tutti vi benedico.




A SUA ECCELLENZA LA SIGNORA MERCEDES ARRASTIA TUASON, NUOVO AMBASCIATORE DELLE FILIPPINE PRESSO LA SANTA SEDE Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo Venerdì, 2 ottobre 2009

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Signora Ambasciatore,

Grato delle gentili parole che mi ha rivolto, accetto volentieri le Lettere Credenziali che L'accreditano come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica delle Filippine presso la Santa Sede.

Desidero ricambiare i cordiali saluti che mi ha rivolto a nome di Sua Eccellenza il Presidente Gloria Macapagal-Arroyo, e le chiedo di assicurare lei e a tutto l'amato popolo filippino della mia vicinanza spirituale nella preghiera, specialmente per le vittime del tifone Ketsana.

Per oltre mezzo secolo la Santa Sede e le Filippine hanno intrattenuto eccellenti relazioni diplomatiche, rafforzando la loro antica cooperazione per la promozione della pace, della dignità umana e della libertà. Lo spirito di buona volontà che ci ha condotti a questo giorno certamente ravviverà un nuovo desiderio di lavorare insieme affinché pace e libertà vadano mano nella mano e i principi democratici siano fondati sulla verità. La Chiesa, da parte sua, tra le molte condizioni sociali, economiche e politiche in cambiamento nel mondo, continua a indicare il Vangelo come cammino verso il progresso umano autentico (cfr. Spe salvi ). Sono fiducioso che la fede del popolo filippino - una fede che, come lei, Eccellenza, ha indicato, dà loro la "resistenza" per affrontare qualsiasi avversità o difficoltà - susciterà in esso il desiderio di partecipare con sempre maggiore fervore al compito universale di edificare una civiltà dell'amore, il cui seme Dio ha piantato in ogni popolo e in ogni cultura.

Eccellenza, sono lieto di apprendere delle diverse iniziative per lo sviluppo in corso nel suo Paese, compresa la modernizzazione dei sistemi d'irrigazione, il miglioramento del trasporto pubblico e la riforma dei programmi di assistenza sociale. Mentre le Filippine continuano a mettere in atto questi e altri piani per uno sviluppo giusto e sostenibile, sono fiducioso che continueranno ad attingere a tutte le loro risorse - sia spirituali sia materiali - perché i cittadini possano prosperare nel corpo e nell'anima, conoscendo la bontà di Dio e vivendo in solidarietà con il prossimo. Questi programmi, naturalmente, sono tesi soprattutto a migliorare le condizioni di vita concrete dei più poveri, consentendo loro in tal modo di adempiere alle loro responsabilità nei confronti delle proprie famiglie e ai doveri che hanno in quanto membri della società in senso più ampio. Soprattutto, la lotta contro la povertà esige onestà, integrità e una salda fedeltà ai principi della giustizia, specialmente da parte di coloro ai quali sono affidate direttamente le funzioni di governo e di pubblica amministrazione.

In un tempo in cui certi gruppi abusano del nome di Dio, "l'opera della carità" (Caritas in veritate ) è particolarmente urgente. Ciò vale in modo speciale per le regioni che sono state tristemente deturpate dai conflitti. Incoraggio tutti a perseverare affinché possa prevalere la pace.

Come lei ha osservato, Signora Ambasciatore, le iniziative tese a facilitare il dialogo e lo scambio culturale sono particolarmente efficaci, poiché la pace non si può ottenere come mero prodotto di un processo tecnico elaborato solo attraverso strumenti legislativi, giuridici o economici.

Convinti che il male possa essere vinto solo con il bene (cfr. Rm
Rm 12,21), in molti nel suo Paese stanno compiendo passi coraggiosi per riunire le persone al fine di favorire la riconciliazione e la comprensione reciproca.

Penso in modo particolare al lodevole lavoro della Bishops Ulama Conference (BUC), della Mindanao People's Conference, nonché a quello di numerose organizzazioni di base. Anche lo Special Non-Aligned Movement Ministerial Meeting on Interfaith Dialogue and Cooperation for Peace and Development, che il suo Paese ospiterà a dicembre, promette di promuovere la pace nel Mindanao e nel mondo.

Per concludere, Signora Ambasciatore, vorrei cogliere questa opportunità per rassicurare il popolo filippino del mio affetto e delle mie costanti preghiere. Lo incoraggio a consentire alla sua fede profonda, al suo retaggio culturale e ai valori democratici che sono parte del suo patrimonio dai tempi dell'indipendenza, di risplendere come esempio per tutti noi.

Porgendo un cordiale benvenuto a lei e alla sua distinta famiglia, formulo i migliori auspici affinché la sua permanenza a Roma possa essere piacevole e l'importante missione che le è stata affidata possa consolidare le relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica delle Filippine a beneficio di tutti. Per intercessione di Nostra Signora della Verità, della Giustizia e della Santità, possa Dio benedire gli sforzi delle autorità e dei cittadini affinché la sua nazione possa percorrere il cammino del progresso umano autentico in un clima di armonia e di pace!




A SUA ECCELLENZA LA BARONESSA HENRIETTE JOHANNA CORNELIA MARIA VAN LYNDEN-LEIJTEN, NUOVO AMBASCIATORE DEI PAESI BASSI PRESSO LA SANTA SEDE Castel Gandolfo Venerdì, 2 ottobre 2009

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Eccellenza,

Sono lieto di darle il benvenuto in Vaticano e di accettare le Lettere che la accreditano come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Regno dei Paesi Bassi presso la Santa Sede. Desidero ringraziarla per gli auguri che mi ha portato da parte della Regina Beatrice. Da parte mia, voglia trasmettere a Sua Maestà i miei cordiali saluti e assicurarla delle mie costanti preghiere per tutto il popolo della sua nazione.

In un mondo sempre più interconnesso, le relazioni diplomatiche della Santa Sede con i singoli stati offrono molte opportunità di cooperazione su importanti questioni globali. In questa luce, la Santa Sede apprezza i vincoli che ha con i Paesi Bassi e attende con piacere di rafforzarli ulteriormente negli anni futuri. Il suo Paese, come membro fondatore della Comunità Economica Europea e sede di diverse istituzioni giuridiche internazionali, da molto tempo è in prima linea nelle iniziative per rafforzare la cooperazione internazionale per il bene più grande della famiglia umana. Pertanto, la missione che lei sta iniziando è ricca di opportunità di azione comune per promuovere la pace e la prosperità, alla luce del desiderio, proprio sia alla Santa Sede sia ai Paesi Bassi, di aiutare la persona umana.

La difesa e la promozione della libertà sono un elemento centrale in questo genere d'impegno umanitario, verso il quale sia la Santa Sede sia il Regno dei Paesi Bassi attirano spesso l'attenzione. Bisogna però comprendere che la libertà deve essere ancorata alla verità - la verità della natura della persona umana - e deve essere orientata al bene degli individui e della società. Nella crisi finanziaria degli ultimi dodici mesi, il mondo intero ha potuto osservare le conseguenze di un individualismo esagerato che tende a favorire la ricerca ostinata del vantaggio personale percepito, escludendo altri beni. Si è molto riflettuto sulla necessità di un sano approccio etico ai processi d'integrazione economica e politica, e sempre più persone riescono a riconoscere che la globalizzazione deve essere diretta verso lo sviluppo umano integrale degli individui, delle comunità e dei popoli, modellato non da forze meccaniche o deterministiche, ma da valori umani aperti alla trascendenza (cfr. Caritas in veritate ). Il nostro mondo ha bisogno di "recuperare il senso vero della libertà, che non consiste nell'ebbrezza di una totale autonomia, ma nella risposta all'appello dell'essere" (ibidem, n. 70). Da qui le convinzioni della Santa Sede riguardo al ruolo insostituibile delle comunità di fede nella vita pubblica e nel dibattito pubblico.

Mentre parte della popolazione dei Paesi Bassi si definisce agnostica o perfino atea, più della metà professa il cristianesimo e il numero crescente d'immigranti che seguono altre tradizioni religiose rende più che mai necessario che le autorità civili riconoscano il posto della religione nella società olandese. Un'indicazione che il suo Governo lo fa, è data dal fatto che le scuole confessionali nel suo Paese ricevono un sostegno da parte dello Stato, e giustamente, poiché tali istituzioni sono chiamate a dare un contributo significativo alla comprensione reciproca e alla coesione sociale, trasmettendo valori radicati in una visione trascendente della dignità umana.

A tale riguardo, ancor più importanti delle scuole sono le famiglie costruite sul fondamento di un matrimonio stabile e fecondo tra un uomo e una donna. Nulla può uguagliare o sostituire il valore formativo del crescere in un ambiente familiare sicuro, imparando a rispettare e a promuovere la dignità personale degli altri, diventando capaci di "accoglienza cordiale, incontro e dialogo, disponibilità disinteressata, servizio generoso, solidarietà profonda" (Familiaris consortio
FC 43 cfr. Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, n. 221), in breve, imparando ad amare. D'altro canto, è probabile che una società che incoraggia modelli alternativi di vita domestica per amore di una presunta diversità accumuli conseguenze sociali che non conducono allo sviluppo integrale dell'uomo (cfr. Caritas in veritate ). La Chiesa cattolica nel suo Paese desidera fare la sua parte nel sostenere e promuovere una vita familiare stabile, come ha affermato la Conferenza episcopale olandese nel suo recente documento sulla cura pastorale dei giovani e della famiglia. Auspico vivamente che il contributo cattolico al dibattito etico venga sentito e ascoltato da tutti i settori della società olandese, affinché la nobile cultura che da secoli contraddistingue il suo Paese possa continuare a essere nota per la sua solidarietà con le persone povere e vulnerabili, per la sua promozione della libertà autentica e per il rispetto della dignità e del valore inestimabile di ogni vita umana.

Eccellenza, nel formularle i miei migliori auspici per il successo della sua missione, desidero assicurarla che i diversi dicasteri della Curia Romana sono pronti a offrirle aiuto e sostegno nell'adempimento dei suoi doveri. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e su tutto il popolo del Regno dei Paesi Bassi invoco di cuore le abbondanti benedizioni di Dio.




A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR MIGUEL HUMBERTO DÍAZ, NUOVO AMBASCIATORE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA PRESSO LA SANTA SEDE Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo Venerdì, 2 ottobre 2009

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Eccellenza,

sono lieto di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore straordinario e plenipotenziario degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede.

Ricordo con gioia il mio incontro con il presidente Barack Obama e con la sua famiglia lo scorso luglio, e ricambio volentieri i cordiali saluti che mi invia per suo tramite. Colgo anche l'occasione per esprimere la fiducia nel fatto che le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Santa Sede, formalmente iniziate venticinque anni fa, continueranno a essere contraddistinte da un dialogo e da una cooperazione fecondi per la promozione della dignità umana, del rispetto per i diritti umani fondamentali e del servizio alla giustizia, alla solidarietà e alla pace in tutta la famiglia umana.

Lo scorso anno, durante la mia visita pastorale nel suo Paese sono stato lieto di trovarvi una democrazia vibrante impegnata nel servizio del bene comune e modellata da un'idea di uguaglianza e di pari opportunità basata sulla dignità donata da Dio e sulla libertà di ogni essere umano. Questa visione, consacrata nei documenti costitutivi della nazione, continua a ispirare la crescita degli Stati Uniti come società coesa seppur pluralistica e sempre arricchita dai doni portati da nuove generazioni, inclusi i numerosi immigrati che continuano a far progredire e a ringiovanire la società americana. Negli scorsi mesi, la riaffermazione di questa dialettica di tradizione e originalità, unità e diversità, ha catturato nuovamente l'immaginazione del mondo, in cui molti guardano all'esperienza americana e alla sua visione fondante nella loro ricerca di modelli possibili di democrazia affidabile e di solido sviluppo, in una società globale sempre più interdipendente.

Per questo motivo, apprezzo il riconoscimento della necessità di uno spirito maggiore di solidarietà e di impegno multilaterale nell'affrontare i problemi urgenti del nostro pianeta. Il coltivare i valori di "vita, libertà e ricerca della felicità" non può più essere considerato in termini soprattutto individualistici o nazionali, ma deve piuttosto essere visto dalla prospettiva più elevata del bene comune dell'intera famiglia umana. La persistente crisi economica internazionale richiede chiaramente una revisione delle attuali strutture finanziare, economiche e politiche alla luce dell'imperativo etico di assicurare lo sviluppo integrale di tutti. In effetti, è necessario un modello di globalizzazione ispirato da un umanesimo autentico, in cui i popoli del mondo non siano visti solo come dei vicini, ma come dei fratelli e delle sorelle.

Il multilateralismo, da parte sua, non dovrebbe essere circoscritto a questioni puramente economiche e politiche, ma dovrebbe esprimersi nella decisione di affrontare l'intera gamma di questioni legate al futuro dell'umanità e alla promozione della dignità umana, inclusi l'accesso sicuro al cibo e all'acqua, l'assistenza sanitaria di base, eque politiche di commercio e di immigrazione, in particolare laddove sono interessate le famiglie, il controllo del clima e la cura dell'ambiente, l'eliminazione della piaga delle armi nucleari. A proposito di quest'ultimo problema, desidero esprimere soddisfazione per il recente Incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presieduto dal presidente Obama, che all'unanimità ha approvato la risoluzione sul disarmo atomico e proposto alla comunità internazionale l'obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari. Questo è un segnale promettente alla vigilia della Conferenza di Revisione del Trattato sulla non Proliferazione delle Armi Nucleari.

Come insiste la dottrina sociale della Chiesa, il progresso autentico deve essere integrale e umano. Non può prescindere dalla verità sugli esseri umani e deve essere sempre rivolto al loro bene comune. In una parola, la fedeltà all'uomo richiede fedeltà alla verità che sola è garanzia di libertà e di sviluppo reale. Da parte sua la Chiesa negli Stati Uniti desidera contribuire al dibattito sulle importanti questioni etiche e sociali che forgeranno l'America del futuro, proponendo argomenti rispettosi e ragionevoli basati sulla legge naturale e confermati dalla prospettiva della fede. La visione e l'immaginazione religiose non limitano, ma arricchiscono il dibattito politico ed etico, e le religioni, proprio perché si occupano del destino ultimo di ogni uomo e di ogni donna, sono chiamate a essere una forza profetica per la liberazione e per lo sviluppo umani nel mondo, in particolare in zone lacerate da ostilità e conflitti. Durante la mia recente visita in Terra Santa ho sottolineato il valore della comprensione e della cooperazione fra seguaci delle varie religioni nel servizio della pace e, dunque, noto con apprezzamento il desiderio del suo Governo di promuovere questa cooperazione come parte di un dialogo più ampio fra culture e popoli.

Signor Ambasciatore, mi permetta di riaffermare la convinzione che ho espresso all'inizio del mio viaggio apostolico negli Stati Uniti. La libertà, quella libertà a cui gli americani tengono tanto, "non è solo un dono, ma anche un appello alla responsabilità personale". "Si tratta di una sfida posta a ogni generazione, e deve essere costantemente vinta a favore della causa del bene" (Discorso alla Casa Bianca, 16 aprile 2008). Il mantenimento della libertà è legato indissolubilmente al rispetto per la verità, alla ricerca di una prosperità umana autentica. La crisi delle nostre moderne democrazie richiede un impegno rinnovato per un dialogo ragionevole, nel discernimento di politiche giuste e sagge, rispettose della dignità e della natura umane. La Chiesa negli Stati Uniti contribuisce a questo discernimento in particolare attraverso la formazione delle coscienze e il suo apostolato educativo, per mezzo del quale rende un contributo significativo e positivo alla vita civile e al dibattito pubblico americani.

Penso soprattutto alla necessità di un chiaro discernimento sulle questioni che toccano la tutela della dignità umana e il rispetto dell'inalienabile diritto alla vita, dal momento del concepimento alla morte naturale, e la protezione del diritto di obiezione di coscienza da parte dei sanitari e, di fatto, di tutti i cittadini. La Chiesa insiste sul vincolo indissolubile fra un'etica di vita e ogni altro aspetto dell'etica sociale perché è convinta che, secondo le parole profetiche del compianto Papa Giovanni Paolo II, non ha solide basi "una società che, mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace, si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata" (Evangelium vitae
EV 93 Evangelium vitae, n. 93; cfr. Caritas in veritate ).

Signor Ambasciatore, mentre intraprende la sua nuova missione al servizio del suo Paese, le porgo i miei buoni auspici e le prometto le mie preghiere. Sia certo di poter contare sempre sui dicasteri della Santa Sede che la assisteranno e sosterranno nello svolgimento dei suoi compiti. Su di lei, sulla sua famiglia e su tutto l'amato popolo americano invoco di cuore le benedizioni di Dio di saggezza, forza e pace.





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