sr Gandolfi 12

12

Sr C G Gandolfi (12) (Rs) L II, 460 -

S.Angelo 23 07 1754

(DCCLII)

I. C. P.

Iesus.

In risposta della sua lettera le dico che gli effetti provati nella lettura della mia lettera sono provenienti dall'aver letta in essi la parola di Dio, la quale è, dice il Profeta, come un fuoco - nmquid verba mea quasi ignis ecc. ; sicché non è meraviglia che le abbia tanto acceso lo spirito di devozione e di amor di Dio ; ma la verità si è che subito scritta quella lettera ed anche prima me ne pentii, poiché il Signore si fece sentire e il suo flagello più si aggravò sopra di me, facendomi toccar con mano che non è la ss. sua volontà che io m'intrometta in tali cose ; così mi è seguito ora, poiché aggravata est super me manus Domini. Così posso dire, ed è certissimo che S. D. M. mi fa conoscere che non vuole tali direzioni da me, che non sarà poco se potrò portare la gravissima soma che ho sopra le spalle. Dio sa quanto volentieri e di cuore ho sempre assistito alle anime e massime col cooperare alla perfezione delle persone spirituali, ma la lunga esperienza e la disciplina del Signore mi erudisce e mi fa toccar con mano che non devo intromettermi ; e pure vorrei servire specialmente l'anima sua, ma conviene ubbidire alle divine disposizioni ed adorare i divini giudizi. Io ho somma necessità di orazioni, acciò il Signore si plachi e mi perdoni e mi salvi l'anima, di cui temo e tremo moltissimo. Se V. R. conservasse l'ultima mia lettera, potrà lei osservare in essa con quanta prontezza di spirito io volevo servire all'anima sua, per fare come lei mi diceva, la volontà del Signore, che al sommo bramo di adempiere in tutto ; ma l'esperienza mi fa conoscere il contrario e scrivo questa lettera subito terminato il ringraziamento della Messa ; e se lei ben si ricorda, sa che le scrissi che se il Signore non mi faceva una grazia, per cui ho fatto e fatte fare tante orazioni, io non sto più in forze né in stato non solamente d'assistere e servire alle anime ma neppure di portare il peso del governo della Congregazione, e sebbene questo peso non posso levarmelo di dosso, finché non sia finito il tempo del mio ufficio (e non cesso di sforzarmi quanto posso a faticare e vigilare per servir tutti, essendo obbligato di giustizia), terminato però che sarà tal tempo, se pure vivrò tanto, io mi seppellirò agli occhi di tutti in un angolo di un nostro Ritiro più remoto e me ne starò come morto per apparecchiarmi all'ultimo tremendo passaggio, ma in quanto alla direzione spirituale delle anime fuori di Congregazione, Dio non vuole questo da me e me ne dà segni chiarissimi ; che se S. D. M. Io volesse, mi farebbe la grazia suddetta tanto necessaria ecc. Sappia però V. R. che per quel po' di lume che Dio mi dà ed anche per ciò che ho letto nei Maestri di spirito, le cose dell'anima sua vanno benissimo a gloria di Dio e più me ne assicura la notizia che li mi dà in quest'ultima lettera ricevuta iersera. Continui adunque ad esser fedelissima a Dio, a non fidarsi mai di se stessa, sconfidare di sé, temer di sé e confidare altamente in Dio. Io le raccomando sempre più la s. solitudine interiore, continuando in essa : giorno e notte in tutti gl'impieghi, in tutti i luoghi con alta astrazione e morte mistica da ogni cosa che non è Dio : abbia gran cura di separare il prezioso dal vile. Si separaveris dice il Profeta, si separaveris pretiosum a vili quasi os meum eris. Il modo di far tal separazione si è di non perdere di vista l'orribile nostro nulla, il nostro niente avere, niente potere, niente sapere ; come pure lo staccamento altissimo dal proprio intendere, dal proprio godere, dal proprio sentire. Fatta tal separazione del nostro nulla dai doni sacrosanti dell'Altissimo, si deve di questi fare un incenso a S. D. M nello stesso sacrificio di olocausto che l'anima fa di se stessa a Dio nel fuoco della divina sua carità, il quale si deve mantenere sempre acceso nel fascetto di mirra e dei legni odorosi delle pene ss. di Gesù e dei dolori di Maria SS. che si fa senza immagini, anzi in alta astrazione e si esercita in un momento, poiché l'amore insegna tutto. Le raccomando ancora di mai riposarsi nei doni e nel godimento di spirito che tali doni di Dio producono, ma con una occhiata dolce di fede e di amore far sempre più il suo volo interiore in Dio in nudità e povertà di spirito, perdendosi tutta in lui, senza rimirare né al godere né al patire né alle notizie e intelligenze di spirito, ma riposarsi puramente in nuda fede e puro amore nel seno di Dio, tutta vestita di Gesù Crocifisso. Lei stia però quietissima che la sua condotta presente è secondo Dio ed esso opera le altissime sue misericordie in lei, ma gli sia fedelissima e non gli rubi niente, ma stia nel suo, che è il nulla e il peccato che è più orribile del niente. Si faccia suoi per pura carità tutti i bisogni del povero mondo ed in una occhiata di fede, di carità e di amore al prossimo li mostri a Dio, e ciò si fa senza parole, e se sarà umile, il S. Amore le insegnerà tutto ; in un subito che si mostrano le necessità del mondo a Dio, nello stesso momento si esclama, si prega, si supplica, senza esclamazioni e preghiere esplicite, ma l'amore purissimo insegna a supplicare ed il Signore esaudisce infallantemente. Io le raccomando questa misera anima mia e mi creda che sono il più bisognoso che sia al mondo ; spesso dico al Signore che non vorrei che creatura veruna si trovasse in tanti bisogni. Le raccomando molto questa povera Congregazione. Lei non la perda mai di vista e la ponga nel Cuore SS. di Gesù Sacramentato ogni giorno subito comunicata e la mostri in quel Divin Cuore all'Eterno Padre acciò l'assista come a lui piace, senza mirare alla mia malvagità ed ingratitudine. Ho scritto così a lungo, sebbene ho molto da fare e da scrivere, poiché io non scriverò più e lei legga con attenzione questa lettera. Lei non mi scriva più, perché parmi che cosi piaccia a Dio ; e mi creda, anzi glie lo prometto, che se S. D. M. mi farà la grazia suddetta, io sarò il primo a scriverle, ma se non ricevo tal grazia, lei non vedrà mai più i miei caratteri, e questo lo tenga per indubitato e però si risparmi di scrivere.
Gesù la faccia tanto santa quanto desidero. La grazia dello Spirito Santo la conforti, la benedizione di Gesù Cristo la custodisca e la protezione di Maria SSma l'assista in vita ed in morte. Amen.
Non mancherò di pregare S. D. M. secondo le pie intenzioni del piissimo P. Confessore e spero che il Signore lo assisterà sempre più nel di lui impiego.

S. Angelo 23 luglio 1754. Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


13

Sr C G Gandolfi (13) (Rs) L II, 463 -

S.Angelo 30 07 1754

(DCCLIII.)

I. C. P.

Iesus.
Sebbene ho letto iersera la sua lettera con molta mia edificazione e ringraziamento al Sommo Dator d'ogni bene per le misericordie che continua all'anima sua e vedendo a mio parere che il lavoro interiore è del Sovrano Signore, pure io non voleva più rispondere, ed infatti fin da iersera ho strappata detta lettera, ed ora scrivo non per altro, che per conferirvi con gran segreto, ma segreto vero da non dirsi a veruno, che ieri nelle lettere molte che ho ricevuto per la posta, ne ho trovata una in cui sono avvisato di un imminente gran travaglio che mi si avvicina e che può fare crollare molto tutta la Congregazione. Io subito mi sono abbandonato nelle braccia del Signore adorando i suoi divini giudizi, risoluto sempre più di fare la SSma sua Volontà in mezzo a qualunque tempesta, ma creda che il corpo sente ancora la parte sua a segno che questa notte non mi sono alzato a mattutino e per l'abbattimento e per l'aggravio di testa. Sicché, io poverello, ricorro alla vostra carità, acciò tutta diffidata di voi stessa, abissata nel vostro nulla e tutta persa nel Sommo Bene, esclamiate con viva e fervida carità, pregando il gran Padre delle misericordie che provveda a tal estremo bisogno ed assista a questa povera, piccola, novella sua famiglia, ed offrite al - Divin Padre per mezzo di Maria SS. il Cuore preziosissimo del Divin Verbo umanato col tesoro d'infinito prezzo della SSma sua Passione e dei Dolori della Divina Madre. Oh Dio ! e che sarà mai ? che io vedo a mio parere che quest'opera (secondo i mezzi umani) pare che stia attaccata solamente per un filo di capello. Io so che il suo innalzamento e dilatazione deve essere parto di grandi orazioni. Dio vuole che le anime sue dilette si abbiano il merito di tal opera... coll'esclamare al Signore acciò acceleri la sospirata grazia : ma creda a noi che in mezzo alle mie tempeste, la vedo in terra, non perdendo però nella punta e sublimità dello spirito la speranza del divino soccorso.
Due soggetti missionari dotti e pii ieri hanno risoluto di ritirarsi da noi e ieri n'ebbi la lettera. Pregate assai anche per questo, acciò il Signore disponga ciò che sarà di gloria sua. Io vi prego sempre più dalla Croce del ostro dolce Salvatore ad esser fedelissima al Sommo Bene ed ubbidientissima alle attrattive dello Spirito Santo : guardatevi di non rubar niente, state nel vostro, che è il nichilo, anzi peggio del nulla per i vostri vizi e questa è roba tutta vostra ; ma poi con esatta ubbidienza al Sovrano Direttore interno che è lo Spirito Santo, lasciatevi tutta perdere e sparire nell'immenso Iddio e ricevete le divine operazioni in nudità e povertà di spirito, astratta da tutto il creato ed in quella sacra caligine di nuda fede e sant'amore, in cui dovete stare in pacifico silenzio ed abbandono totale in Dio nel profondo più interno del sacro deserto interiore, ricevendo passivamente le divine operazioni, spogliata però sempre del proprio intendere, del proprio sentire e del proprio godere ecc. Gesù che è la nostra via, verità e vita, v'insegnerà tutto, massime quando l'avrete dentro di voi Sacramentato ; ma lasciate che siccome voi vi cibate di lui. così esso si cibi di voi e vi trasformi in sé per amore. Non ho altro tempo ; sono a replicarvi l'istanza fatta di sopra per me e per tutte le cose ecc. e prego Gesù che vi benedica e vi faccia santa, ma della santità segreta della Croce : Amen.

S. Angelo ai 30 luglio 17 :4. Inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


14

Sr C G Gandolfi (14) (Rs) L II, 465 -

S.Angelo 15 12 1754.

(DCCLIV.)

I. C P.

Gesù sia sempre nel suo cuore.

Dopo tre mesi circa di assenza da questo Ritiro per le Missioni e ritornato qui ieri l'altro, non ho voluto tralasciare di fare una visita in Gesù Cristo al suo spirito con questa mia povera lettera. E siccome voglio sperare che le cose dell'anima sua vadano sempre meglio e che continui a starsene in vera solitudine e povertà di spirito tutta nascosta in Gesù Crocifisso, così ho tutta la fiducia che la di lei carità non si sarà scordata della bisognosa anima mia e della nostra Congregazione, tuttavia gliene replico le istanze, perché i miei bisogni sono sempre più grandi Devo altresì pregarla di fare fervida orazione per una signora inferma da molto tempo ed in pericolo prossimo di perder la vita. Questa pia dama ha offerto di fondare un Ritiro per noi, ma se muore è svanito il disegno, onde ben vede di quanta gloria di Dio sarebbe tale opera ; pertanto impegniamoci tutti ad implorare dal Signore per mezzo di Maria SS. e di S. Giuseppe la grazia della sanità della mede sima : ne faccia dunque continue orazioni ed esclami dopo la s. comunione. Ho fretta : le buone feste gliele darò dal sacro altare. Gesù la benedica : Amen.

Vetralla S.Angelo ai 15 dicembre 1754

Indegmo Servo P. d. + .

(Conforme a copia antichissima).


15

Sr C G Gandolfi (15) (Rs) L II, 466 -

S.Angelo 21 12 1754

(DCCLV.)

I.C.P.

Iesus

Sebbene dagli esercizi che Dio mi fece dare a codesto monastero mi accorsi che la Divina Misericordia aveva fatto una nobile mutazione nel di lei spirito e poi dalle sacre conferenze avute con lei e dalle notizie datemi colle sue lettere conoscevo il volo che la Divina Bontà faceva fare all'anima sua, pure dall'ultima sua lettera ricevuta iersera conosco che le operazioni interiori sono più pure e più nude, perché spogliate dal sensibile ed ora lei sarà una vera adoratrice dell'Altissimo in spirito e verità oh che gran grazia è mai questa ! Oh che tesoro inestimabile ! Lei continui a starsene in alta povertà e nudità di spirito, in profonda solitudine interiore, spogliata di sensibile godimento, anzi penando senza intendere la pena, Perché è pena puramente spirituale prodotta dal puro amore in Dio. Oh quanto vorrei dire ! ma non so se posso spiegarmi. O divina solitudine ricca di ogni bene ! O Suor Colomba, fatene gran conto e statevene sempre in quel sacro profondo deserto, in cui l'anima persa tutta in Dio, scordata d'ogni cosa creata, innalzata per amore fuori del temporale nell'Eterno Bene, si pasce, senza intenderlo, di carità, di amore purissimo in Dio, congiunta ed unite per s. amore al Divin Verbo Cristo Gesù, che conduce l'anima sua diletta dove sta lui, cioè in sinu Patris, nel seno del divin Padre ; e là in quell'abisso d'amore non si può più nulla di temporale, ma tutto si è del Sommo ed Increato Amore oh, le gran cose che le dico ! ma non sono mie, sono del Signore, sono di quello Spirito Divino, che le ha insegnate ai servi suoi. Le buone feste gliele do ogni sera nella s. novena ; e sa pure dove la pongo ? Nel Cuore purissimo del Verbo Divino Gesù Sacramentato acciò nascosta in lui, stiate unita con lui, dove sta lui stesso, come ho detto di sopra. Questo divino lavoro si fa nel centro interiore in solitudine, in quel sacro deserto da cui sono io tanto lontano. Siate umile, buttatevi nel nulla, non vi perdete di vista la cognizione dell'orribile vostro nulla, ma quando S. D. M. do fa sparire nell'infinito suo tutto che è esso stesso, fermatevi, perdetevi e se non vi ricorderete più di voi stessa, non importa. Obbedisca alle divine ispirazioni, meno intenderete e più sarete ignorante, in questa scuola voi diverrete più dotta, compiacendovi che ne voi ne creatura veruna possa in menomissima parte conoscere le grandezze del Sommo Bene e le impressioni divine che esso fa nei cuori umili perché sono la sua delizia. Nella prossima ss. notte le farò parte della messa solenne che celebrerò ed esclamerò al Croce. Vorrei che sempre più foste bambina, altrimenti non sarete grata allo Sposo Bambino. Siate dunque vera vittima sacrificata per sempre nel fuoco della divina carità al Sommo Bene, ma siate vittima bambina, acciò il sacrificio resti più presto incenerito dal fuoco sacro. Pregate assai per me, tanto e poi tanto bisognoso ; pregate il dolce Bambino, pregate la divina Madre e S. Giuseppe ed esclamate ancora per la povera Congregazione, acciò S. D. M. la provveda di santi operai in questi tempi tanto calamitosi. Io passerò da Toscanella una di queste feste, ma domenica, se il tempo sarà buono, partirò, sicché non verrò a trovarvi. Vi verrò quando Dio vorrà. Per venerdì, giorno di S. Giovanni, anche tardi, mi farete ritrovare una vostra lettera al Cerro, che la leggerò volentieri e ditemi che effetti vi ha cagionato questa povera mia lettera. Io devo andare in Toscana per visitare un Ritiro ; vi prego di raccomandare questo affare e dirmi il vostro sentimento con semplicità nel Signore. Gesù la benedica : Amen Salutate, se volete, la M. Abbadessa, che pregni per me ; e sono in fretta

S. Angelo ai 21 dicembre 1754. Inutil Servo Indegmo PAOLO DELLA CROCE. (Conforme a copia antichissima).


16

Sr C G Gandolfi (16) (Rs) L II, 468 -

S.Angelo 24 12 1754

(DCCLVI)

I C. P.

Iesus.

Il migliore e più perfetto modo di celebrare le sante feste natalizie è lo spogliamento d'ogni contento sensibile, acciò tutto il contento sia nell'adempimento del divin beneplacito. Tutta la vita ssma di Gesù fu tutta Croce ; e lo stesso dolce Gesù rivelò a S. Caterina di Bologna, che anche Bambino nel ventre purissimo della Divina sua Madre si poneva in forma di Crocefisso, massime al venerdì patendo i dolori della Croce. Non mi ricordo se l'ho letto o sentito raccontare ecc. Or basta ; è cosa pia da credersi. Sicché lei ha motivo di star più lieta di prima, perché più nascosta in Gesù Cristo su la Croce d'un nudo patire, e mi creda che per lei mai è andata tanto bene. Si cibi dunque della divina volontà in alta povertà di spirito ed in nuda solitudine, e s'assicuri che in tal forma diverrà un vivo ritratto nel suo interiore dello Sposo Celeste. Io parto la seconda festa per il Monte Argentaro, spero nel ritorno di farle una visita in Gesù Cristo. Nella prossima sacratissima notte le farò parte della solenne celebrazione dei divini misteri. Faccia lo stesso anche lei con raccomandarmi al Signore, e preghi lungamente per un mio urgente bisogno concernente anche alla Congregazione ; ho fretta e la racchiudo nel Cuore SSmo di Gesù, e sono Di V. R.

S. Angelo ai 24 dicembre 1754.

Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE

(Conforme ali originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


17

Sr C G Gandolfi (17) (Rs) L II, 469 -

Cerro 25 .. 1755

(DCCLVII.)

I. C. P.

Rispondo con questo biglietto alla sua lettera, la quale è tutta paradossi come sono le altre ; ma io compatisco, perché in certe contingenze non si sa esprimere che con paradossi. La risposta si è che lei deve starsene in silenzio e speranza in questa preziosa agonia in cui si trova il suo spirito, ne altro lamento deve uscirle che questo dolce gemito d'amore e rassegnazione : Pater, in manus tuas commendo spiritum meum, ma dovete dirlo nel fondo dello spirito in Dic. In tal forma quando piacerà al gran Padre, terminerà l'agonia e morirete di quella morte mistica più preziosa della vita e risorgerete in Cristo Gesù a nuova deifica vita di amor purissimo. M'intendete ? Silenzio, rassegnazione abbandonamento in sinu Dei e lasciate fare a chi sa fare : voglio dire che abbandonata con altissima rassegnazione nel seno del Padre Celeste lo lasciate fare l'opera sua. Oh, quanto vorrei dire ! ma la lingua e la penna non sa, ne può esprimersi ; voi state in stato migliore di prima, siate occulta alle creature, segreta, morta a tutto. Pregate assai per me che i miei bisogni son grandi. Gesù vi benedica : Amen.

S. Maria del Cerro ai 25 del 1755.

Vostro inutil Servo PAOLO DEI LA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


18

Sr C G Gandolfi (l8). (Rs) L II, 470 -

Cerro 3 02 1755

(DCCLVIII.)

I. C. P.

Iesus.

In risposta della sua lettera che ho ricevuto adesso, le dico che se lei parlasse nei termini che parla a me in ordine al suo spirito con qualche gran dotto, certo che le darebbe occasione di filosofare ed anche di dubitare ; io però, sebbene sono quel misero che sono, stante qualche esperienza che Dio m'ha dato, vado intendendo per discrezione, tanto più che lei scrive molto male e scorretto con mancanza di caratteri ; attenda dunque.
Non vi è, ne si può essere inganno nella presente orazione, e gli effetti che produce sono la pietra di paragone. Il suo spirito non è mai stato in un sì buono e sicuro incamminamento come ora ; lo stato presente richiede costante fedeltà al Sommo Belle ; e sebbene tal fedeltà conviene averla sempre, ora però deve essere più sublime di prima, ma come farete ad esser fedele voi che avete tanta esperienza d'essere viziosa, piena di passioni e la più miserabile creatura ecc. ?
Ve lo dirò io. Dovete fuggire da voi stessa come da una peste, fuori del temporale, e nascondervi nel seno immenso del gran Padre celeste fuor del tempo in eternità, perché in Dio non v'è tempo, ma tutto è eterno ; tal nascondimento lo dovete fare in Gesù Cristo Signor Nostro, poiché stando nascosta in Cristo, non potete a meno di non stare dove sta lui, cioè nel seno del Padre, Filius Dei qui est in sinu Patris. Vi parlo col linguaggio della ssma fede. Tal divino nascondimento ve lo farà fare l'Altissimo e ve lo insegnerà con modo inesplicabile, purché voi stiate nel vostro nichilo. cori modo passivo. Oh, se voi intendeste bene ciò che Dio mi fa scrivere !
Il filiale timore che mi accennate è ottimo, anzi, se non vi fosse questo, non anderebbe bene. Certo che le divine operazioni che si fanno nell'essenza dell'anima o, per spiegarmi meglio, quel sopraeccelso lavoro che il gran Padre dei lumi fa nel centro, fondo o gabinetto interiore dell'anima, si gusta senza gusto che cada nei sensi, ma è incapibile, inesplicabile, e non sarebbe un'operazione divina, se si potesse comprendere o spiegare ; è verissimo che ne l'angelo buono, ne l'angelo cattivo si possono accostar là : Dio e l'anima, l'anima e Dio.
Oh notte, oscura notte, notte arnabil più che mattinata, notte che unir potesti l'Amato con l'Amata, l'Amata nell'Amato trasformata ! Così cantò un gran santo.
Sopra tutto io godo in Gesù Cristo di sentire quel totale abbandonamento nel divin beneplacito, che come balsamo si sparge nel vostro spirito. Questo è un gran saggio di quell'alta ricchezza operata dal gran Padre delle misericordie nell'orazione accennata ; termino con pregarvi ad esser molto fedele, e come ? Eccolo. In tutte le vostre operazioni, giorno e notte, fuggite da voi, come da un orribil nulla, come da una peste, e perdetevi tutta in Dio. Ivi riposate, ivi amate, obbedite alle attrattive ed impressioni dello Spirito Santo, col nascondervi sempre più dentro ad interiora deserti, cioè fuori del tempo in eternità, in Dio, in cui non v'è tempo, ma tutto è eterno, come dissi di sopra, ivi amate e tacete, tacete, dico, ed amate, e l'Amore v'insegnerà tutto e resterete tutta penetrata in fede e amore dalle pene ssme di Gesù, che sono opera d'amore e vi sarà insegnata la scienza dei santi in quella sacra ignoranza in cui resta l'anima per le stupende ammirabili divine operazioni che prova senza capire nell'orazione.
Le mie lettere vorrei che fossero presso di voi e non dal confessore. Che esso le legga n'ho caro, ma poi bramo che ve le restituisca.
Gl'insegnamenti che Dio mi fa dare a voi sono secondo la vostra condotta e sarebbe errore di servirsene per chi non cammina per tale strada. Bisogna dare il cibo a ciascuno secondo il suo stomaco. Dio è il sovrano padrone e guida le anime con ammirabile provvidenza come gli piace e tutto serve alla sua gloria. Suor Colomba, siate fedele, state nel vostro nulla e lasciate sparire questo vostro orribil nulla nell'infinito tutto. Il nostro centro, il nostro riposo è Dio ; il luogo della nostra orazione è Dio. I salmi e tutte le altre orazioni, massime l'orazione domenicale deve re-citarsi in Dio, in Spiritu Dei.
Oh, le gran cose che v'ho eletto ! Non sono mie però, sono del gran Padre delle misericordie in quella sacra profonda solitudine, in quel sacro deserto interiore dite qualche buona parola, ma senza parlare, al Sommo Bene per me poverello e per tutta la Congregazione. Credetemi che in quel gabinetto si esclama più coll'amore, col silenzio di fede e di carità, che colle parole Non so ne posso spiegarmi di più, Gesù vi faccia tanto umile e tanto santa quanto desidero, e vi benedica.
Ritiro del Cerro li 3 febbraio 1755 V.ro inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


19

Sr C G Gandolfi (19) (Rs) L II, 473 -

Cerro 18 03 1755

(DCCLIX.)

I. C. P.

Passio D. N. I. C. sit semper in cordibus nostris. Amen.

Ho letto la sua lettera ricevuta pochi momenti sono e le rispondo subito in mezzo alle mie occupazioni e disagi. È certo che lo stato presente sempre più fa conoscere le misericordie del nostro buon Dio compartite al suo spirito. Tutto il punto consiste che lei colla divina grazia sia forte in perseverare in totale abbandonamento nel divin beneplacito, senza riflettere né a patire né a godere, ma il suo contento sia il contento dell'Altissimo, cibandosi sempre più della sua ss. volontà. Procuri di prender tempo per starsene solitaria di dentro e di fuori, e come non può stare solitaria anche di corpo, vi sia però sempre di spirito e in ravvivamenti di fede s'abissi sempre più in Dio col più intimo dello spirito. Lo stato presente fra non molto tempo la porta ad un tesoro di grazie ; colla penna non posso spiegarle, Sia fedele al Signore, nascosta alle creature quanto più si può, caritativa con tutte, dolce, mansueta ed amantissima del silenzio ecc.
In ordine a ciò mi dice ecc., già mi ricordo di quello mi disse al confessionario : certo che questa è la maggior croce per l'anima e per il corpo. I dolori atroci che soffre, sono anche Strumenti per più purificarla nello spirito, ma non è già che sia un purgare il corpo suo. Io ho inteso tutto. Lei stia quietissima né dia il minimo luogo a scrupoli, perché la sua volontà è tutta in Dio ed è fuori di ogni pericolo, poiché consiste tutto in penare e tutto aiuta per stare crocifissa con Cristo. Perda di vista in spirito anche tal travaglio e se lo rimira, stante la volontà, lo rimiri con alto orrore, ma senza perdere un momento di pace ed unione col divino volere. Preghi però lo Sposo celeste che la liberi da tale infermità, se così gli piace e gliene replichi l'istanze ; ma torno a dirle, sia quietissima in Dio. Ho fretta, raccomando la poverissima anima mia alle sue orazioni : Dio solo può farle capire come sto io. Preghi per la salute dell'anima mia e per la nostra Congregazione alla quale non mancano venti contrari. La lascio nel Costato SSmo di Gesù Cristo, da cui le prego copiose benedizioni.
D. V. R.

Cerro ai 18 marzo 1755.

Indrno Servo PAOLO DELLA CROCE,

(Conforme a copia antichissima).


20

Sr C G Gandolfi (20) (Rs) L II, 474 -

Cerro 22 03 1755

(DCCLX.)

La Passione di Gesù ed i Dolori di Maria SS. siano nei nostri


Ricevo due sue lettere ed io non ho poche occupazioni ne poco da scrivere ; pure rispondo, giacche poi è prossima la mia partenza per le missioni e questa sera entro in esercizi, non occorre che mi scriva più per ora, sinché sia tornato e sbrigato, il che sarà verso agosto venturo Adunque non ho da dirle altro, se non che replicarle di porre in pratica ciò che le ho detto e scritto: tia nel suo nichilo, obbedisca alle attrattive dello Spirito Santo, faccia morire quei vani ed inutili timori che mi dice nella sua lettera, nel fuoco del S. Amore riposi in Dio come una vera bambina evangelica, non faccia caso dei lumi sensibili, ma si porti tutta in nuda fede e stia nascosta in sino Dei, cioè nel seno del Padre celeste in pura Sede e santo amore. Ogni volta che il suo spirito si riconcentra in Dio, lasciando sparire l'orribil suo nulla in quell'infinito tutto che è Dio medesimo, è certo che allora l'anima rinasce nel Divin Verbo a nuova vita d'amore e di grazia, ma tal divina natività non bisogna esser curiosa come si faccia dal Sommo Bene nel più intimo dell'essenza dell'anima. Questi sono arcani eccelsi, non vi vuol altro che purità di cuore, fedeltà nelle virtù, in star nel proprio nulla e dare a Dio tutta la gloria con esser vittima di amore, sacrificata in olocausto nelle fiamme della divina carità in continuo ringraziamento dei doni del Signore. Mi racco mandi molto a Gesù in questi santi giorni, che i miei bisogni sono estremi, e raccomandi la Congregazione, che io lo farò per lei. Stia di buon animo, si fidi di Dio e stia sicura che la sua condotta non è d'inganno, ma in verità in Cristo Signor Nostro ; sia fedelissima in non fidarsi di se, stia sempre nel sacro deserto interiore, tutta vestita in fede di Gesù e delle sue pene ; e le prego dal Signore
D. V. R.

Cerro ai 22 marzo 1755.

Indmo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


21

Sr C G Gandolfi (21) (Rs) L II, 475 -

Cerro 30 03 1755

(DCCLXI.)

I. C. P.

Resurrexit Dominus : Alleluia.

Questa mattina, giorno solennissimo di Pasqua, sebbene sono delle ore che scrivo, pure rispondo anche a lei, poiché stante la prossima mia partenza per le missioni non avrei più tempo io non rispondo sopra l'intelligenza avuta di quella persona che m'accenna, perché non so chi possa essere, ma se mai fosse la Persona notificata nell'altra sua lettera , essa non vi puol credere perché conosce bene al chiaro che se ne sta in un pantano di vizi e vive in uno stato che puol dire d'essere un inferno inferiori, ma confida nella divina misericordia, sperando un giorno di poter cantare Eruisti animam team ex inferno inferiori. Lei lasci tal vista come sta, ma non ne faccia caso. Dio è onnipotente ed in un momento puol fare d'un peccatore un gran santo. Ma torno a dirle, la persona che accenna non puol credere a tali cose, perché conosce il misero suo stato e se ne sta annichilata e brama di starsene sotto i piedi di tutti, e il suo posto lo tiene sotto tutti i demoni ed inferno tutto se poi S. D. M. la vuol sollevare di là, faccia secondo il divin suo beneplacito Amen.
Intanto lei esclami di cuore al Signore per tate poverissima anima che sta in estremo bisogno, e non faccia caso veruno dell'intelligenza suddetta. Io poi non posso venire costo perché sono carico d'affari per gli obblighi del mio uffizio, senza esserne esente il giorno di Pasqua ; gli altri cantano le lodi di Dio in coro ed io al tavolino a scrivere : fiat voluntas tua. Terminate le missioni penso di tornare qui per prendere qualche decotto e rappezzarmi un poco per le mie indisposizioni ; in tal congiunturale seguirà, sarò di certo a sentirla in sacra conferenza.
In quanto poi alla tentazione che mi dite, non ne fate caso, disprezzatela ; è una tentazione frivola. È vero che dà fastidio, ma si vince più col non farne conto e sprezzarla, che collo sturbarsene, il che non devesi farete.
Quando vi viene tal tentazione d'invidia spirituale o di qualunque altra sorta, fuggitevene subito in Dio, senza ascoltare mai la tentazione. Tal fuga d'amore, sapete come si fa ? Si fa con un dolce ravvivamento di fede, che vi faccia più annichilare in voi stessa e perdervi in Dio ; oppure si fa con un gemito da bambina, fatto nel più intimo dello spirito, e tal gemito devesi far così : oh Padre ! Oh gran Padre ! ma farlo a punta di spirito. Esso sa cosa volete e subito vi assorbirà nell'abisso della divina sua carità e starete così nascosta in Dio, che niuna tentazione potrà accostarsi, e se si accostasse, sarà di fuori del tempio. Pregate per la buona religiosa contro cui vi assalta il demonio con tal tentazione, desideratela una gran santa, compiacetevi delle grazie che Dio le fa. Voi dovete rimirarvi come un cane che prende le molliche che cadono dalla mensa dei servi di Dio e tenervene indegnissima, godendo in Dio, che le anime sue care siano cibate alla grande e voi con anodiche ed anche con delle ossa ben dure come Uri cane. I n tal forma darete gran gloria a Dio, che vi arricchirà di grazie grandi, anzi saranno vostre le grazie, i doni di tatti e di tutte le anime più dilette, se vi compiacerete in Dio che siano ricche e voi povera. Oh, se sapeste che gran segreto è questo ! In premio della vittoria di tal tentazione vi concederà la misericordia di Dio un'ardentissima carità verso tutti. State quietissima sopra la mia coscienza, che peccato veruno non lo commettete, anzi gran merito ; è tentazione che cade nella parte inferiore, non ne fate caso e state quietissima per santa obbedienza.
Siate fedelissima in starvene in solitudine interiore, sempre abbandonata ed abissata in Dio e tutta vestita di Gesù Crocefisso, lasciandovi penetrare dal mare delle sue pene. Gesù v'insegnerà tutto ; tirate avanti la vostra condotta, che mai è andata tanto bene. State segretissima alle creature, state nel vostro nichilo, lasciate sparire ogni cosa creata con una astrazione di fede ecc.
Oh, sacro deserto ! oh, divina solitudine ! in cui l'anima astratta da tutto il temporale, si perde tutta nell'Eterno Infinito Bene, ed ivi in sacro silenzio di fede e d'amore, adora ed ama, pena, patisce ed ama con staccamento da ogni contento e col solo contento di fede e di carità, che consiste nel cibarsi sempre della divina volontà in un patir nudo, segreto, astratto, perché tutto assorbito dal santo purissimo Amore !
Pregate assai per me, massime in tempo delle sacre missioni, che incomincerò, a Dio piacendo, il sabato in Albis alla Tolfa e poi vado a Nepi, Ronciglione, Capranica ecc. Pregate molto per la conversione delle anime. Gesù vi bene dica : Amen. Ho gran fretta.

Cerro li 30 marzo 1755 di partenza giovedì 3 aprile,

Inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



sr Gandolfi 12