sr Gandolfi 22

22

Sr C G Gandolfi (22) (Rs) L II, 478 -

S.Angelo 12 08 1755

(DCCLXII.)

I. C. P.

Molto Rnda in Cristo,
Ricevo la sua lettera unita con un fascio di molte altre che lei stupirebbe come possa la mia testa reggere. Veramente parmi che non vi sia luogo da dubitare che la condotta del suo spirito non sia tutta di Dio procuri lei di non porvi ostacolo, ma sia sempre più fedele, sempre più occulta e sempre più nascosta in Dio con vero raccoglimento interno al solito. Di quel lume avuto per la Congregazione e per me, vi sarebbe da dire molto, se potessi parlarle a voce, giacche in scritto per le tante occupazioni non posso. La verità si è che il fatto e l'esperienza comprova sensibilmente tutto il contrario ; ma su di ciò non voglio dir altro. Che la Congregazione debba essere perseguitata dai Capi della Chiesa, questo non pare che possa essere, mentre i Capi sono prima il Papa e poi i Vescovi, e questi hanno sempre favorito le opere di Dio ; l'hanno contradette sì per farne maggior prove, ma poi le hanno protette e favorite. Io starò in Missione ed in visita di due Ritiri, del tempo, e chi sa se neppure potrò fare costà una : scappata. Lo voglio però sperare ; ed a voce, a Dio piacendo, parleremo a gloria del Signore.
Le devo dire al cuore che l'affluenza delle occupazioni e dei guai inondano sempre più, e senza grande grazia del Signore converrà restarne oppresso, parlo per la povera natura che non reggerà. Basta : Dio è onnipotente e non permette di più di ciò che si può portare. Lei mi può scrivere ancora una volta che le risponderò, ma poi non più, sinché Dio vorrà, perché dopo la SS. Assunta visiterò un Ritiro e poi vado in Missione.
Esclami molto per me e per la Congregazione il giorno della SS. Assunta e specialmente acciò S. D. M. ci dia il lume per il prossimo Capitolo Provinciale, giacche si deve anticipare per la morte del nostro P. Fulgenzio, affine di provvedere due Ritiri dei Rettori ed eleggere il Maestro dei novizi ; qual carica era esercitata dal P. Fulgenzio ed era anche Superiore del Ritiro del Monte Argentaro e conviene provvedere a tutto ; specialmente ho bisogno di lume per l'elezione del Provinciale per quei Ritiri lontani. O Dio, quanto bisogna esclamare ! I1 Provinciale presente e buono, ma poco può accudire all'osservanza, perché quasi sempre è fuori per le Missioni e vedo che i Ritiri crollano qualche poco ; onde avrei posto gli occhi sopra un degno soggetto di grande esemplarità e prudenza, che potrà accudir più, ma il Provinciale presente è in certo impegno per una fondazione e sto perplesso. Per carità, Suor Colomba benedetta, pregate assai : vedete che vi scopro il mio cuore alla presenza di Dio, ma con segreto. Starò attendendo la vostra risposta in Dio e rispondetemi dopo l'Assunta al più presto. Ubbidite alle attrattive amorose dello Spirito Santo e perdetevi sempre più nel santo amore purissimo e ricevete quel divino lavoro e preziosa pena, che è martirio o almeno principio di amore col rendimento di grazie. O Suor Colomba, quanto dovete esser grata a Dio ! Ho fretta : Gesù vi faccia tanto santa, quanto desidero e vi faccia morire martire del s. amore : Amen ; ed impegnatevi per lo stesso martirio anche per me poverello.

S Angelo ai 12 agosto 1755.

Vostro Indegno Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


23

Sr C G Gandolfi (23) (Rs) L II, 480 -

S.Angelo 26 08 1755

(DCCLXIII.)

I. C. P.

Lessi ier sera la sua lettera a cui rispondo in fretta, giacche sono prossimo alla partenza, se però guarirò dalla flussione, che ho in un piede e nelle giunture, altrimenti la città di Ronciglione ed altre che aspettano con tanto desiderio, resteranno defraudate ed io starò sul pagliaccio. Se Dio le ispira a pregare per la mia salute, lo faccia, altrimenti niente me ne curo ; perché per me sarebbe meglio lo stare inchiodato in un letto, anzi la morte.
Io non so, che dirle di più di ciò le scrissi intorno alla sua condotta. Qui vi vuole gran fedeltà verso Dio, grande annichilamento di se stessa, gran segreto alle creature ; e deve starsene sempre buttata nel niente, in continuo esercizio di virtù : del resto che spetta a me, la passo in silenzio, perché non la intendo così e non m'inganno.
Gesù la benedica e la faccia santa Amen. Ora non occorre scrivere più, perché non sarò più fermo a questo Ritiro sino alla fine di giugno dell'anno venturo, se sarò vivo, onde preghi molto per me, acciò mi salvi l'anima, e preghi per il frutto delle Missioni, e sono

Di V. R.

S. Angelo ai 26 agosto 1755 di partenza presto. Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


24

Sr C G Gandolfi (24) (Rs) L II, 481 -

S.Angelo 31 08 1755

(DCCLXIV.)

I. C. P.

Gesù che è la nostra via, verità e vita sia sempre seco.

Ho ricevuto nell'ordinario di ier sera la lettera di V. R. in data 28 spirante ; io le dico che non ho ricevuto altra lettera, che quella che lei mi rispose alcuni giorni prima dell'Assunta, e non era lettera di risposta, ma responsiva a me.
Torno a dirle che io devo essere il primo ad obbedire al decreto del nostro Capitolo Generale, che proibisce a tutti di prendere positiva direzione di monache ed altre, ma bensì aiutarle in tempo di esercizi, missioni ecc., quando si sentono al confessionale e non più. Se qualche volta di raro è richiesto qualche consiglio di spirito, non si nega di darlo, se si può. V. R. grazie a Dio ha avuto delle grandi Istruzioni ed ha costì un buon confessore. Io parto per le sante Missioni il 24 dell'entrante settembre, dopo le quali ho delle altre incombenze per affari del mio officio, tanto che non sarò più fermo in questo Ritiro se non a mezzo giugno venturo. Al mio solito se ripasso di qui, è solamente di puro passaggio per una o due notti. Lei mi raccomandi molto al Signore e creda che i miei bisogni non sono pochi ; la grazia che dice lei aver io ricevuta, devo accertarla che V R. su di ciò non ha lume veruno : io devo abbandonarmi alle divine disposizioni ed unirmi alla ss. volontà di Dio, e se mi vedo come un reo gettato da un carcere pieno di serpi ad un altro ripieno di dragoni e basilischi, devo tacere ed approvare come ottimo ciò che S. D. M. dispone di me, essendo poco l'inferno stesso per quello che merito. Gesù la faccia santa e la benedica.
D. V. R.

S. Angelo 31 agosto, di partenza ai 14 settembre l755.

Indegrno Servo nel Signore PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


25

Sr C G Gandolfi (25) (Rs) L II, 482 -

S.Angelo 7 10 1755

(DCCLXV.)

I.C.P.


Gesù Crocifisso sia sempre nel suo cuore per farla santa della santità segreta della Croce : Amen.

Ho terminato, grazie a Dio, le due Missioni di Ronciglione e Capranica molto benedette da Dio e giunsi qui ier l'altro la sera ; ora mi si presentano nuove fatiche e nuove croci. Aspettavo la nuova dal P. Confessore della vostra morte e sepoltura, per celebrare la s. messa in suffragio dell'anima vostra, ma siccome non ho avuto altra notizia, stante la mia assenza, così suppongo che siate ancora viva e ristabilita in mediocre salute, sebbene vorrei sentirvi morta e morta misticamente nel puro amore. Loderò la divina misericordia in sentire qualche notizia del vostri spirito e godrò che mi diate nuova della vostra preziosa morte mistica e se l'amore purissimo dello Sposo Celeste vi abbia ancor crocifissa e sepolta nell'abisso della sua divina carità.
Io poi ho estremo bisogno d'orazioni ; esclamate al Signore, ma fatelo di cuore. Ho gran premura per gloria di Dio che un gran personaggio riacquisti la sanità, perché pare che Dio lo abbia destinato ed eletto per promuovere i vantaggi della nostra Congregazione e per altri beni. Ah ! vi prego di cuore, esclamate al Signore giorno e notte, affinché Sua Divina Maestà faccia questa grande grazia ed afferite all'Eterno Padre il suo dolcissimo Figlio Sacramentato ed esclamate forte
Ho fretta ; Gesù vi faccia santa : Amen.
Di V. R.

Ritiro di S. Angelo ai 7 ottobre 1755.

Inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


26

Sr C G Gandolfi (26) (Rs) L II, 483 -

S.Angelo 14 10 1755

(DCCLXVI .)

La Passione di Gesù sia sempre nel nostro cuore.


Scrivo con poca carta perché ho poco tempo e sono carico di occupazioni che mi hanno levato il sonno.
Già ho fatto dal Sacro Altare ciò che mi avete insinuato in ordine al noto personaggio : Gesù benedica l'operato a maggior gloria sua. Non si può dubitare, anzi sempre più si conosce che la vostra condotta è secondo Iddio e le vostre infermità quasi continue col resto, sono un prezioso lavoro che dispongono il vostro spirito a far sempre più alto volo al santo purissimo amore. È sempre più necessario il profondarsi nella viva cognizione del proprio orribile nostro nulla, affinché l'aura dolcissima dello Spirito Santo lo innalzi e lo faccia sparire nell'abisso del s. amore purissimo. Lasciatevi sempre più guidare per quella via nascosta, recondita e sottilissima, per cui vi conduce il santo e puro amore Spogliatevi vieppiù del proprio intendere, del proprio sentire, del proprio godere e camminate in nuda povertà di spirito, in vasta e profondissima solitudine colla sola guida della S. Fede e senz'altro appoggio che il puro semplice e confidente abbandono nella divina bontà, cibandosi di essa nel nudo patire e nella segreta crocifissione interiore che è lavorata dal purissimo amore del dolce Gesù.
Non ho altro tempo se non di pregarvi a continuarmi le vostre orazioni al solito e vi avverto che sto in uno stato al sommo lagrimevole ed in un abbandono che pavento dentro e fuori ; ed in tale stato così tremendo sono carico di molti affari di servizio di Dio e per i prossimi e per la Congregazione Domani partirò per S. Eutizio di Soriano, poi andrò a Ronciglione a servire quel numeroso Monastero e subito partirò per la Missione di Nepi, onde se mi scrivete fatelo a prima posta, perché sino a dicembre non sarò qui, ma lunedì prossimo potrò qui ricevere vostra lettera. Gesù vi benedica e sono ecc.

S. Angelo ai 14 ottobre 1755.

La lettera dirigetela qui.

Indegmo Servo PAOLO DELLA + .

(Conforme a copia antichissima


27

Sr C G Gandolfi (27) (Rs) L II, 485 -

S.Angelo 20 12 1755

(DCCLXVII)

I. C. P.

Molto Rnda Madre in Cristo,

Ricevo la sua lettera a cui rispondo in fretta per essere molto occupato e presto di partenza per ripigliare le sante Missioni che ho interrotte per il Sacro Avvento e ciò seguirà la terza festa. Io la ringrazio in Gesù Cristo del caritatevole augurio delle prossime sante feste ne io tralascierò dal profondo mare delle mie miserie di supplicare il Divino Infante Cristo Gesù a farla rinascere a nuova vita d'amore e vita santa.
Io non so che dirle circa la nuova elezione, lo Spirito Santo le darà i santi suoi lumi, se sarà ben umile di cuore. Se la divina bontà disporrà che io venga al Cerro, procurerò, se avrò un po' di tempo, di venirla a sentire in sacra conferenza, ma chi sa ; se si potrà riuscire, tanto più che sempre più mi allontano dai raggi t del divin sole di giustizia, e come dunque posso capire le cose dello spirito ? Preghi molto per me, una molto, che sarà una sonda carità, mentre non dirò di essere nelle acque fino alla gola, che questo è nulla ; ma dirò ciò che non potrei mai dire, benché dicessi di essere nel pila profondo abisso di un mare tempestoso. Anche questo è poco, perché chi merita di stare nell'abisso dell'inferno, deve provarne delle anticipate prove e caparre ; sempre però spero in Dio e nella sua misericordia, se pur posso dire che sia vera speranza, mentre spero senza sentire e conoscere di sperare. Ciò dico in confidenza segreta al suo cuore, acciò si muova a carità di molto pregare per me, come il più bisognoso fra tutte le creature. Non mi scriva, perché non sarò più qui che parto la terza festa. Gesù la benedica. Amen.
Le mie lettere non le faccia leggere a veruno, altrimenti non le avrà più.

S. Angelo ai 20 dicembre 1755.

Inutil Servo PAOLO DELLA CROCE

(Conforme a copia antichissima).


28

Sr C G Gandolfi (28) (Rs) L II, 486 -

S.Angelo 31 .. 1756

(DCCLXVIII.)

La Passione di G. C. sia sempre nei nostri cuori.


Nella posta di ieri sera ho ricevuto una sua lettera che se non conoscessi il suo carattere, non crederei mai che l'avesse scritta Suor Colomba ; è una lettera molto pesante, perché carica di grar passione. Io sono qui di puro passaggio e sono solamente otto giorni che sto qui non poco indisposto e debole, e fra tre o quattro giorni partirò Ma Dio buono ! V. R. sa pure che io le ho più volte detto e scritto che non posso ricevere direzione di monache e che ciò viene proibito a tutti, ma che dove possa darle consiglio, che lo farò volentieri quando però sto fermo in Ritiro, il che non succede che a giugno fino a mezzo settembre. Or perché dice che sono volubile ? Perché dice che or lascio lei per prender l'altra or lascio l'altra per prender lei ? Che parlare da serva di Die è questo ? E quando mai ho fatto io tali cose ? E chi dirigo io ? E qual'è quest'altra che ho preso lasciando lei ? Me lo dica per carità, perché questo sarebbe un grande assurdo ; la coscienza però non mi rimorde. Forse V. R. dice così perché ho risposto ad un'umile e pia lettera scrittami dalla buona Suor Giacinta Celeste ? Ma sappia che questa pia religiosa mi scrisse l'estate scorsa e poi mai più ; io le risposi un biglietto mortificandola con dirle che non mi scrivesse più e poi con ogni vera umiltà di cuore, mi scrisse questi giorni e le ho risposto due righe, il che dovevo fare, perché veramente mi ha edificato nel chiedermi consiglio spirituale. O Suor Colomba ! Lei mi fa sospirare nel suo scrivere e vedo che domina gran passione. Oh ! Guardi con umiltà di cuore di purificarsi ai piedi del Crocifisso e proseguire la sua carriera con rassegnazione e vera mortificazione interna. Lei mi dice che le parli in verità e semplicità il mio sentimento ; ed io rispondo che grazie alla misericordia di Dio non ho mai detta bugia ne parlato con doppiezza, ma in verità e semplicità. Vedo che lei ha scritto con gran passione interiore ; sia sopra di se, si umilii a Dio e continui i suoi esercizi, pianga i suoi difetti e li bruci nel fuoco della divina carità e avverta a non lasciarsi perturbare ed inquietare ; perché il demonio fa la sua pesca nell'acqua turbata. Qualunque travaglio ed anche qualunque difetto mai deve inquietare, ma bensì umiliare e poi continuare avanti con più fervore di prima. Sino a giugno non sarò fermo in Ritiro ed anche a luglio ; allora se mi scriverà non mancherò di dirle, ciò che ho imparato dai Santi e Maestri di spirito.
Preghi per me e Gesù la benedica.
Di V. R.

S. Angelo ai 31 del 1756 di partenza.

Inutil Servo P. d. + .

(Conforme a copia antichissima).


29

Sr C G Gandolfi (29) (Rs) L II, 488 -

S.Angelo 1 04 1756

(DCCLXIX.)

Passio D. N. I. C. sit setter in cordibus nostris.


Ricevo la sua lettera in cui sento i suoi desideri di volermi scrivere per sua direzione. Io l'accerto nel Signore che vorrei poter cooperare al vantaggio spirituale di tutti, ma mancano i lumi, mancano le forze, crescono le indisposizioni, i travagli, le occupazione che appena posso resistere per compire alle incombenze del mio officio. Ieri giunsi di fuori non poco abbattuto e scriva questa per non defraudarla di risposta. Le operazioni interiori che V. R. mi notifica meritano di essere esaminate da chi ha lume grande e profonda dottrina, il che mi manca, anzi non ho altro che ignoranza e tenebre. Gli effetti che le cagionano ! secondo la narrativa che me ne fa, sono buoni, basta che tali siano in pratica e non solamente in speculativa, come voglio che V. R. si appigli ai frutti e non alle foglie come spero che faccia. Dopo la S. Pasqua esco subito per le Missioni, né sarò di ritorno fino a mezzo giugno circa ed allora dovrò pormi in cura per prendere qualche medicamento per le mie continue infermità. Io la prego quanto so e posso a tenermi raccomandato a Dio nelle sue più segrete orazioni, Perché le acque penetrano sempre più sino all'anima mia e sa Dio i miei bisogni, onde esclami al Signore che mi salvi quest'anima, giacche posso dire Salvum me fac, Deus, quoniam intraverunt aquae usque ad animam meam. Gesù la faccia tanto santa quanto desidero. Amen.

S. Angelo 1 aprile 1756.

Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


30

Sr Colomba Gertrude Gandolfi (30)

S. Angelo 13 luglio 1756

Vetralla


La Passione SS. di Gesù sia sempre nei nostri cuori.

Con molta fatica ho letto la sua lettera, perché tanto mancante di caratteri di sillabe, che appena ho potuto intendere qualche cosa per discrezione ; sicché bisogna che V. R., se si sente ispirata a scrivermi, che scriva più chiaro e meglio che puo, se le ho da leggere. È certo che Io stato presente dell'anima sua merita di esser conferito con chi ha gran luce, il che non è in me. Gli effetti che produce la sua orazione pare che non diano luogo a dubitare d'inganno ; questo stato pero merita una gran fedeltà verso Dio con un continuo sacrificio d'amore a S. D. M. ed un totale abbandonamento al suo divin beneplacito ; sopra tutto non bisogna perder di vista il proprio nulla ed avvertire di non rubare niente al Signore. Lei deve essere obbedientissima alle attrattive amorose dello Spirito Santo, avvertendo bene di non riguardare con compiacimento ai doni del Signore, ma con alto spogliamento, povertà e nudità di spirito, riporli dove sono venuti, cioè lasciarli sparire nel fuoco del s. amore, senz' altra riflessione che di sempre più perdersi ed abissarsi in Dio e compiacersi di lui solo, attendendo al purissimo amore. Quella pena che prova non è inganno; lei ne sia grata a chi glie la manda, ma anche questa la perda di vista e procuri di starsene in quell'alto raccoglimento in cui l'anima esce, diro cosi, fuori del tempo e si perde nell'eterno, mentre in Dio non vi è tempo, ma tutto è eterno. Si ricordi che questo divin lavoro per esser sicuro conviene che passi per la porta che è Gesù Cristo Signor Nostro e la SSma sua Passione che è tutta opera d'amore, la quale mai devesi perdere di vista, secondo pero la divina operazione, a cui l'anima dev'essere fedelissima in ubbidire interiormente ecc. Dio le farà intendere cio che dico. Io staro qui fino a settembre; poi a Dio piacendo vado di nuovo in missione. Se V. R. mi vuole scrivere una volta la settimana, nonostante le mie occupazioni, le rispondero volentieri ; ma se V. R, non se ne sente un grande impulso da Dio, non Io faccia. Io poi mi ritrovo in uno stato che non posso spiegarlo, temo i divini giudizi. Io la prego quanto so e posso per pura carità ad esclamare al Signore per me, che Dio mi abbia misericordia e mi salvi l'anima. Raccomandi molto a Dio altre cose secondo la mia intenzione e specialmente un certo affare di servizio di Dio, che se non è per esser proficuo, S. D. M. gli ponga impedimento ; mentre io non bramo altro che di fare la volontà di Dio e qui tendono tutte le mie orazioni.

Mi creda, Suor Colomba, che se Dio le rivelasse il povero mio stato, V. R. tremerebbe. Per carità preghi assai e sappia che cotesto suo Confessore apri due lettere del P. Giovanni Battista ; me Io sappia dire e Io faccia per ubbidienza, accio possa io regolarmi,

Gesù la faccia tanto Santa quanto desidero. Amen.

Di V. R.

Vetralla S. Angelo 13 luglio 1756.

Inutil Servo nel Signore
PAOLO DELLA CROCE.


(Conforme a copia antichissima).



31

Sr C G Gandolfi (31) (Rs) L II, 489 -

S.Angelo 20 07 1756

(DCCLXXI.)

Passio D. N. I. C. sit semper in cordibus nostris.


È del tempo che sto al tavolino, mentre ho molte lettere da rispondere e sto con poca salute ; nonostante rispondo ben volentieri alla sua lettera. Avrei bisogno della dettatura del Sovrano Maestro ; dirò balbettando da quel misero peccatore che sono. Il primo punto della sua lettera che riguarda la mia spaventosa condotta, non sta a martello, perché quei sentimenti grandi con cui
V. R. si esprime, a mio parere, sono nella di lei immaginativa che le fa aver tal concetto ed in verità non è così ; onde sempre più la prego di esclamare al Signore. Veniamo a noi. Io non intendo di contraddire al P. Confessore, bensì le parlo colla dottrina dei Maestri di spirito, V. R. ha fatto benissimo ad ubbidire, ma ora I ubbidienza è fatta ne deve in conto veruno forzare lo spirito per trattenergli quei voli che gli fa fare il Santo Amore. Lei deve fare la sua parte con starsene nel suo nihilo in pura fede ; ma quando il Sommo Datore di ogni bene vuol far sparire questo nostro niente nell'Infinito. Tutto che è lo stesso Dio, perché si ha da trattenere ? E chi può resistere a questa divina operazione, che è tutta di Dio ne l'anima fa altro che ubbidire a quest'attrattiva amorosa ? Se scrivessi a qualche altra persona che non fosse guidata per questa via, non parlerei così, ma torno a dire a lei che ubbidisca prontamente a questo volo d'amore puro. Voglio che il suo apparecchio e per tutti gli esercizi sia lo starsene nel suo orribile niente, conoscendo il suo nulla avere, nulla potere e nulla sapere ; di quelli che vogliono essere qualche cosa, Iddio non ne vuol far niente, ma chi conosce il suo nulla in verità, questa fa che si dispone ecc. Si quis putat se aliquid esse cum nihil sit, ipse se seducit, dice l'Apostolo di cui io porto tanto indegnamente il nome. Adunque quando l'amore assorbisce quest'orribil nulla per condurlo al suo ovile, che è il seno dell'Eterno Divin Padre, perché non si ha ad ubbidire ? il dolce Gesù parlando dei suoi diletti dice : Padre, dove son io, voglio che ivi sia il mio ministro, cioè il suo servo e serva. Egli sta nel seno del Padre e l'anima unita a lui per puro e santo amore sta dove sta lui, in sino Patris ed ivi si ciba d'amore ecc. e l'amore lo divinizza ecc. È verissimo che queste sono cose altissime, perché sono cose di Dio, ma chi potrà mai insuperbirsi ? Chi potrà mai attribuire a sé cose tanto eccelse ? Non sarebbe forse un tale, peggio di Lucifero ? il nostro è il niente ; noi da noi ne abbiamo cavato un altro orribil nulla che è il peccato. Oh, vatti a insuperbire ! Ho poco tempo, ma intendo quella vigilanza che lei mi accenna e questa è la maggior grazia ; tal vigilanza fa che non si riguardi ne a doni ne a contenti ne a patimenti ne a se stessa, ma puramente l'anima vuole l'amore purissimo, schietto, nudo e vigila che non si mischi in tal divina fiamma niente di fumo di cosa creata ; tal vigilanza porta seco altissima povertà di spirito, astrazione da tutto ciò che non è amore, ed ama coll'amore dell'Increato Amore e per farsi sue le Pene Santissime dell'amato ; lascia che 1' amore faccia da carnefice e lo crocifigga di dentro e di fuori con un patire amoroso ed un amore doloroso, ma puro, netto e purgato Non ho più tempo, state nel vostro nihilo, state in solitudine interiore dello Sposo Divino, lasciatevi Crocifiggere anche dal santo e pacifico timore, poiché sono caduti i cedri del Libano e le grazie per grandi che siano, anzi quanto sono più grandi, tanto più si deve temere e mai fidarsi di se, ma conservare quella santa vigilanza suddetta.
Oh ! quanto ho bisogno di orazione ! Lei preghi molto, ma molto, e specialmente per la fondazione di un Ritiro e per un altro affare di gloria del Signore, acciò accerti a fare la SSma sua Volontà, ma sopra tutto per me che sto in estremo bisogno. Gesù l'abbruni tutta di santo amore, la crocifigga e la benedica. Amen.
S. Angelo 20 luglio 1756. Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE,
(Conforme a copia antichissima).


32

Sr C G Gandolfi (32) (Rs) L II, 493 -

S.Angelo 27 07 1756

(DCCLXXII.)

M.to R.da Madre,


Rispondo in fretta alla sua lettera ricevuta ieri sera mentre mi trovo in molte occupazioni e con molte lettere da rispondere ed abbondanza di croci sopraggiunte di fresco : Deo gratias. È vero che a S. Caterina da Siena fu proibita l'orazione e l'andare in Chiesa, ma perché l'orazione non consiste totalmente nelle ginocchia, la santa ubbidì e burlò tutti, poiché tutta racchiusa nell'oratorio interiore trattava alla grande cori Dio e si cibava tutta d'amore santo. Lei tocca dei punti buoni e giusti, ma dice ancora un grande sproposito, sebbene io l'ho preso in buona parte e forse in quel senso che lo dice lei, ma se la sua lettera fosse letta da chi non conosce nulla il suo spirito, la condannerebbe di errore in fede. Adunque in quei assorbimenti in Dio che prova lei, dice che Dio beatifica 1' anima e lei vuol dire che le dà un saggio, come una goccia in faccia al mare, della Beatitudine ; fin qui può passare, ma lo sproposito grande si è che lei dice : Dio beatifica l'anima e l'anima beatifica Dio ecc. Oh, questo è grande sproposito ! ma se avessi tempo spiegherei ciò che vuol dire ; ma giacché non posso io, lo faccia lei e scriva chiaro e sempre più s'umilii e stia nel suo niente ecc. Le cose che dice di me e della Congregazione sono cose generiche ne io posso farne un minimo caso : non sono lumi infusi Continui a pregare assai, perché le tempeste continuano sempre più orribili e i travagli crescono da ogni parte ed in più maniere : resterò pero sotto la soma, perché la natura non regge più senza gran miracolo, ma mi contento. Fiat voluntas Dei in me, intra me, extra me, circa me, in vita, in morte, in tempore et in aeternitate. Amen. Sono in fretta. Segue Crescono i miei avari e le mie indisposizioni, al più al più potrò ancora rispondere a due lettere, poi ho affari importanti ; dopo vado in missione ed a rivederci a giugno ad esser fermo in Ritiro se io fossi il suo Direttore (il che non sarà mai né può essere mai per le nostre regole) le ordinerei che il primo punto della sua orazione posse sempre il porsi nella considerazione dei suoi peccati e delle sue grandi e sopragrandi miserie, che ben lei sa che me le ha conferite ; ed ivi vorrei che si sprofondasse bene ; e dopo quando Dio la tira a sé con modo speciale, lasciarsi guidare ecc. Così andrebbe più sicura : questo glielo consiglio, giacché non posso comandarle non essendo Direttore. Gesù la benedica.

S. Angelo ai 27 luglio 1756.

Inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


33

Sr C G Gandolfi (33) (Rs) L II, 494 -

S.Angelo 1 08 1756

(DCCLXXIII.)

La Passione SSrna di Gesù sia sempre nei nostri cuori.

Ho di già fatte due visite all'Emo Valenti Segretario di Stato, che sta in Viterbo a passare l'acque, e l'ultima visita fu ieri, che ritornai molto sbalordito dal sole.
Io raccomando alla sua carità il detto infermo. Vi vuole una grazia miracolosa, ma veramente miracolosa Dio è onnipotente e puol tutto. È certo che tal grazia ridonderebbe, a mio parere, in gran gloria di Dio, ed io la desidero per questo unico fine, che il nostro buon Dio sia glorificato e sia magnificata la sua misericordia ecc. Or basta ; lei pensi ad esclamare al Signore, a Maria SSrna, ma lo faccia con perseveranza, con fede ecc. Il capo non mi regge e la posta parte ; e la racchiudo nel Costato SSmo di Gesù e sono
D. V. R.

Ritiro di S. Angelo li 1 agosto i756.

Sono in trattato di due fondazioni, ed a mio parere, le cose sono così bene incamminate, che pare non se ne possa più dubitare. Ma in verità mi danno del gran pensiero. Le ponga lei nelle Piaghe SSme di Gesù, supplicando il Signore, che se non sono di suo beneplacito, vi ponga impedimento. Suor Colomba, le sia a cuore di esclamare al Signore per la grazia suddetta del Cardinale, e del resto ecc.

Indegrno Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arco Gen. dei Passionisti).


34

Sr C G Gandolfi (34) (Rs) L II, 495 -

S.Angelo 3 08 1756

(DCCLXXIV.)

Gesù che è la vera luce del mondo illumini le nostre menti ed infiammi i nostri cuori col fuoco del s. amore.

Ho letto ieri sera la sua lettera che mi ha illuminato e V R. si è spiegata tanto bene, che meglio non poteva fare ; ma se lei avesse fatta più profonda riflessione su di ciò che dissi nell'altra mia, non sarebbe rimasta afflitta, perché avrebbe osservato che io prendevo in buon senso l'errore che lei aveva fatto in scritto, men tre conoscevo che veramente non vi era errore, tra mancamento d. spiegazione ; Dio però lo ha permesso, acciò io colla di lei spiegazione sincera della presente lettera conoscessi più chiaro Che il lavoro interiore è tutto di Dio ; ne a mio parere mai ho conosciuta sì bene la condotta spirituale di Suor Colomba, sebbene sono tane anni che di quando in quando mi dà notizia.
Sia sempre dunque lodato, benedetto e ringraziato quel Sovrano Signore che solo opera le sue meraviglie nei più poverelli ed abietti in domo Dei. Adunque lei continui la sua orazione nel modo che Iddio la guida e sia ubbidientissima alle attrattive amorose dello Spirito Santo : non perda di vista l'orribile suo nulla per non rubare niente a Dio benedetto. Si presenti nell'orazione abissata nel suo nihilo, ma vestita di Gesù Cristo e delle sue pene in pura fede e nudità di spirito, spogliata di immagini e lasci che lo spirito faccia quel volo d'amore che le farà fare lo Sposo Celeste, mentre egli che fa fare il volo, ne dà anche le ali per farlo che sono ali di fede, ali di fiducia, ali di fuoco di carità. Fatto i gran volo lasci che l'anima si perda nell'abisso dell'amore che " Dio ; ritornata però da questi voli, non si deve l'anima divertire dalla divina solitudine interiore e dalla cognizione perfetta del nichilo proprio. In ordine di ciò che accenna di me, io non posso appoggiarci, perché provo e tocco con mano e vedo più chiaro che la luce, tutto l'opposto. Oh se lei conoscesse in Dio il povero miserabilissimo mio stato ! mi vedrebbe in inferno inferiori, e se la Divina Bontà facesse questo prodigio di misericordia con sollevarmene, sarei costretto di cantare magnificando la misericordia del Signore : Eruisti animam meato ex inferno inferiori. Or basta : se lei mi farà la carità di pregare S. D. M. che mi salvi questa povera anima e mi dia perfetta contrizione, lei ne avrà gran merito. È certo che V. R. ha bisogno di un Direttore di spirito, ma mi creda che non tra mille, ma tra diecimila, come dice S. Francesco di Sales, appena se ne troverà uno, poiché oltre 1' essere molto dotto, dovrebbe anche essere uomo di altissima contemplazione, mentre senza esperienza non s'intendono le altissime e stupendissime meraviglie che Dio opera nell'anima. Ma che dico ? Dico dei paradossi, perché le anime più elevate, sebbene intendono, non possono esprimere ciò che intendono, mentre non sarebbero opere di Dio, se si potessero intendere ; e questo è il gran compiacimento che prova l'anima, la quale gode tanto che Dio sia quell'immenso bene che egli è, che niuno ne angeli ne uomini Possono capire le sue meraviglie ; onde s'intende senza intendere e si resta in una sacra ignoranza adombrata dalla Divina Sapienza. Oh, quanto si perde la mia mente in scrivere ciò che scrivo ! Pertanto le dico che V. R. gli chieda in grazia al Signore che le provveda un S. Direttore, acciò lei possa camminare con più libertà di spirito, senza timori. Io l'assicuro che quando sarò fermo in Ritiro, sempre riceverò volentieri le sue lettere e le risponderò ; e vorrei aver le doti e doni necessari che ben volentieri la servirei di P. Spirituale, ma sono in inferno inferiori ecc. Quando il Signore elesse per direttore di S. Teresa il P. Alvarez, una sera passeggiando per la camera gli comunicò il dono di altissima orazione, acciò potesse intendere la Santa. Continui a pregare per le cose della Congregazione e per l'Eminentissimo Valenti e per la Marchesa Sacchetti per l'acquisto della sanità ecc. Tutto agosto sto qui e potrà scrivermi. Gesù la benedica. Amen.

S. Angelo 3 agosto 1756. Suo indegmo Servo ossmo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).



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Sr C G Gandolfi (35) (Rs) L II, 498 -

S.Angelo 10 08 1756

(DCCLXXV.)

I.C.P.


Sono cinque giorni che sono inchiodato sul pagliericcio con tormenti e spasimi negli articoli e nervi delle ginocchia e dei piedi, che superano le umane mie forze, con altri orrendi flagelli e spaventosissimi abbandoni che sono saggi di un incoato inferno, siccome le alte unioni e gaudi che provano le anime giuste, sono saggi di un'incoata beatitudine. Ciò che V. R. dice di me sono tante immaginative che per effetto di sua carità la fanno aver buon concetto Del resto ciò che lei dice è falso ; onde mi raccomandi molto che il bisogno è estremo, acciò S. D. M. mi usi misericordia e non mi castighi cogli effetti della sua tremenda giustizia, corse vado provando e giustamente mi merito Ho letto la sua lettera e mi pare che le cose vadano bene ; continui a praticare ciò che le ho insinuato. Scrivo da su il pagliericcio e questa nome è stata notte veramente d'inferno. Gesù la benedica.

S. Angelo ai lo agosto 1756 .

Indegrno Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).



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