sr Gandolfi 36

36

Sr C G Gandolfi (36) (Rs) L II, 499 -

S.Angelo 21 08 1756

(DCCLXXVI.)

Passio D. N. 1. C. sit semper in cordibus nostris.

Sebbene la flussione mi continua dalla cintura fino ai piedi, specialmente nelle ginocchia ed altri articoli, pure posso celebrare e sto aspettando che si sciolga un poco più per poter partire per le missioni di Sabina verso i 4 del settembre prossimo. Voglio sperare che Suor Colomba stia un po' meglio dell'incomodo che le sopraggiunse, onde ne desidero qualche notizia ; come pure se l'orazione vada al solito e se cresca la cognizione del proprio orribil nulla, unita all'alta fiducia in Dio, acciò questo nichilo sparisca nell'infinito Tutto, che è Iddio Ottimo Massimo, come sparirebbe o si perderebbe una piccola goccia d'acqua nell'oceano del mare.
Bramerei ancora sapere se l'anima faccia il suo alto volo in Dio, con ali di fede e di fuoco d'amare e se questo volo si faccia passando per la porta che è Cristo S. N. abissandosi nel mare della ` SSma sua Passione, che è la più grande e stupenda opera del divino amore Non tralasci altresì di dirmi se continua a pregare per me, tanto bisognoso e miserabile e per le altre cose di già accennate Siccome verso il fine di agosto spero di potermi portare in Viterbo dal noto infermo, che molto lo desidera, così vorrei che su ciò lei vi facesse particolare, umile e fervida orazione, pregando con fede, se sia Volontà di Dio che io faccia ciò che lei mi scrisse l'altra volta ; e tutto passi con alto segreto. Non dico altro e attenderò i suoi riscontri ; e racchiudendola nel Costato SSmo del dolce Salvatore, le prego dal medesimo le sue più copiose benedizioni e sono
D. V R.

S. Angelo ai 21 agosto 1756.

Indmo Servo nel Signore PAOLO D. + .

(Conforme a copia antichissima)


37

Sr C G Gandolfi (37) (Rs) L II, 500 -

S.Angelo 25 08 1756

(DCCLXXVII.)

I.C.P.

La Passione SSma di Gesù Cristo sia nel suo cuore.

Ho ricevuto in quest'ordinario la sua lettera che poco ho saputo leggere e pesco o nulla intendere ; ma non è meraviglia che io non intenda, mentre le talpe che non hanno occhi non vedono la luce del sole. Lei ha' bisogno di un dotto e santo direttore, onde lo domandi a Dio nell'orazione. Tutta la sua lettera è piena di paradossi, ma per intenderli conviene essere nella stessa condotta o almeno vi vuole luce discendente dal gran Padre dei lumi. A mio parere parmi che l'orazione che V. R. accenna sia più di povertà di spirito che altro. Lei continui a star nel suo nichilo ed a vivere abbandonata nel Divin Beneplacito. Io partirò, a Dio piacendo, verso i 4 di settembre prossimo, Non occorre che lei scriva più e poi mi creda che le parlo in Domino, a scrivere a me è perdimento di tempo. Io non posso dirle altro, solamente la prego a far memoria di me presso Dio nelle sue orazioni, acciò S. D. M. mi usi misericordia e mi salvi l'anima, mentre sempre più sento i colpi dei più tremendi castighi ed abbandoni e sempre più crescono. Sia sempre fatta la Volontà di Dio. Lei non mi scriva più, perché sino a giugno non sarò qui fermo in Ritiro ; e poi è tempo buttato, perché io non ho lume per direzione. Se Dio lo volesse, farebbe come agli altri ; dunque lei mi ha inteso. Gesù la benedica. Amen.

S.Angelo ai 25 agosto 1756

Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE,

(Conforme a copia antichissima)



38

Sr C G Gandolfi (38) (Rs) L II, 501 -

S.Angelo 4 09 1756

(DCCLXXVIII.)

I.C.P.


M.to R.da in Cristo,

Ho ricevuto iersera la sua lettera e ringrazio il Signore che lei conosca la verità di cui spero si approfitterà e starà più in guardia. La verità si è che ho sempre conosciuto che nelle sue locuzioni vi' è del misto di immaginativa e sottigliezza d'intelletto. La strada corta si è di umiliarsi sempre e stare in un santo timore filiale senza mai fidarsi di sé. Le locuzioni, come dissi nell'altra mia, sono sempre pericolose e i Maestri di spirito insegnano a discacciarle sempre qualunque si siano, perché se sono buone e vere l'effetto suo lo fanno sempre ; allorché si scacciano, fanno come i carboni accesi che toccando la pelle, benché si scuotano, pure lasciano la scottatura. Adunque impari questa regola di star ben guardinga. Oh ! se lei sapesse gli effetti mirabili che fanno le vere locuzioni e che impressione fanno nell'anima d'infallibil certezza ! Si possono scacciare quanto si vuole che l'impressione ed effetto è infallibile con altri stupendi effetti ecc. Continui nei suoi esercizi, massime a star nel suo nulla, segreta alle creature, pura d'intenzione con alta confidenza in Dio, raccolta dentro di se in Dio, vestita di Gesù Cristo e della SSma sua Passione. Oh qui sì che non vi è inganno ! 11 fondo della sua condotta è buono, non ci * che dubitare ; dunque stia contenta in Dio, non dia luogo a turbazioni, si fidi del Signore, diffidi sempre di se stessa in pace. Preghi assai per me che parto per le Missioni, e non sarò più fermo qui se non di passaggio fino a mezzo luglio venturo circa, se sarò vivo. Gesù la benedica. Amen.

S. Angelo ai 4 settembre 1756.

Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


39

Sr C G Gandolfi (39) (Rs) L II, 502 -

S.Angelo 13 08 1757

(DCCLXXlX.)

I.C.P.

Iesus

Rispondo alla lettera di V. R. in data dei 9 del corrente e ricevuta ier sera. Ringrazio la Divina Bontà, che sempre più versa nell'anima sua non a fiumi, ma a mari, le infinite sue misericordie ; a lui solo ne sia onore e gloria. V. R. avrebbe gran torto se dubitasse d'essere ingannata, come le dissi nelle nostre sacre conferenze. Le battaglie che prova dai diavoli, fanno più risplendere la grazia trionfatrice che Dio ha posta nella di lei anima, ne deve affliggersi se non è intesa da chi ha cura spirituale del suo spirito, ma lasci al Signore la cura di tutto e non s'impicci, ne s'infastidisca lo spirito, se non è intesa ; lo replico per maggior sua quiete : s'accusi dei suoi difetti nel modo che li conosce e con brevità di parole. Se lei vi riflette, si ricorderà che anche questo gliel'ho detto, cioè il modo che deve tenere, e poi lasci sparir tutto nel fuoco del santo amore. Continui la sua orazione nel modo che lo Spirito Santo la guida. La sua orazione deve essere continua ; lei m'intende. Il luogo dell'orazione (dice un gran servo di Dio, che ha scritto meravigliosamente in Mistica ecc.) è in Spiritu Dei. In Dio si deve salmeggiare, in Dio si deve far tutto. Questo è linguaggio nascosto e non inteso da chi non cammina per questa regia strada. In sostanza, secondo la di lei condotta interiore lei deve starsene tutta abissata in Dio, e lasciare perdere codesta goccia del povero suo spirito in quel mare immenso di carità, ed ivi riposarsi e ricevere ciò che Dio le comunica, senza perdere di vista il suo niente in quella divina solitudine interiore s'impara tutto.
Una delle grandi grazie che le fa Dio si è quella frequente impressione che fa nell'anima sua della SSma sua Passione in nuda fede. Sia dunque obbediente al Sovrano Divin Maestro, s'approfitti dei santissimi suoi insegnamenti.
In questa divina scuola interiore s'impara più con tacere che col parlare. S. Maria Maddalena cadeva d'amore ai piedi di Gesù ; ivi taceva, ascoltava, amava, anzi si liquefaceva nell'amore. Questa orazione e raccoglimento interiore lo porti sempre seco alla ruota del suo ufficio, ed in ogni luogo esca da se stessa e si perda in Dio ; esca dal tempo e si perda nell'eternità : in Dio non v'è temporale, ma tutto è eterno.
Dio le insegnerà tutto, se sarà ben umile, segreta alle creature, buttata nel niente ecc. Ho fretta e la ringrazio in G. C. dell'orazione che fa per me al sommo bisognoso ; sappia che sempre più le acque amare penetrano il mio spirito, et tempestas magna demersit me Sia sempre fatta la volontà di Dio ; a questa solamente m'attacco e solo questa desidero sia il mio cibo ! Mi continui la carità che n'avrà merito da Dio. Io partirò ai 3 di settembre per le Missioni, ne so quando sarò qui. Preghi per la conversione delle anime. Gesù la benedica. Amen.
Di V. R.

Vetralla, S. Angelo li 13 agosto 1757.

Indegrno Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


40

Sr C G Gandolfi (40) (Rs) L II, 504 -

Cerro 3 04 1759

(DCCLXXX.)

Passio Domini nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Ho ricevuto poco fa la sua lettera in cui sento le orribili e pericolose battaglie che prova. Io l'ho intesa bene, come se l'avessi sentita costi : onde invocato l'aiuto e lume dello Spirito Santo le rispondo così. Primo le dico che sebbene la tentazione è orribilissima e pericolosissima, pure vi scorgo segni ben chiari che la sua volontà non vi consente : queste sono violenze che fa lo spirito immondo nella parte inferiore, commossa da quei laidi fantasmi, e sebbene quelle commozioni portano seco per opera del nemico qualche sordido piacere come V. R. mi accenna, pure la volontà sostenuta con modo alto e segreto dalla Divina Grazia non consente a tali immondezze. Non deve però V. R. tralasciare di far le sue parti, facendo proteste costanti a Dio di voler prima la morte e l'inferno stesso piuttosto che acconsentire a1 peccato ed anche nel tempo della tempesta si sforzi di esclamare a Dio anche con la voce chiedendo soccorso, invochi Maria Ssma, s'aiuti più che può e faccia anche precetti al nemico che in nome di Gesù Cristo s'allontani da lei e vada al luogo che gli è stato destinato ; conservi gran modestia giorno e notte e si ponga in positura la meno pericolosa, tenga presso di sè il Crocefisso, lo baci spesso e si nasconda nelle SSme sue Piaghe. Terminata poi questa sporca tempesta, la quale porta seco questa grande oscurità e desolazione di spirito che lei mi accenna nella sua lettera, mi creda Suor.., che Dio le tien preparati doni e grazie altissime. Ora il Signore pretende che lei impari bene sperimentalmente a conoscere il suo vero niente, ad umiliarsi in tutto con l'esercizio delle altre sante virtù. Sopra tutto non perda mai la confidenza in Dio né lasci mai l'orazione ; e perché scotta molto al diavolo l'orazione e la S. Comunione, per questo in tal tempo più la molesta. Non dubiti di niente : Dio l'ama e perché l'ama la prova ; ma sappia che in mezzo a tali tempeste il nostro buon Dio tiene l'anima sua ben stretta nelle braccia della divina sua Misericordia e perciò il diavolo resta confuso e perdente, e questa è la cagione della diabolica sua rabbia contro di lei. Ed acciò resti più persuasa non vede lei che tali sordidezze sono tutte del nemico sozzo ? mentre il suo corpo è indebolito dalle infermità e non v'è la minima causa a tali tentazioni ? Dico ciò perché voglio credere che lei non tratti con persona di diverso sesso se non per qualche necessità e allora lo farà con gran cautela, modestia e brevità. Stia dunque contenta in Dio che io ho viva fiducia che presto sarà libera da tali vessazioni ed il suo spirito esulterà in Dio nostro Salvatore, Preghi assai per me e per la nostra Congregazione ; io sarei venuto costi, ma mi trovo non poco abbattuto di forze e dopo Pasqua parto per le Missioni, S'accerti però che non le avrei saputo dire di più in persona costi, Gesù la benedica e la faccia santa come spero,

Ai 3 aprile 1759 - Cerro,

Indio Serv. nel Signore PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia) .


41

Sr C G Gandolfi (41) (Rs) L II, 506 -

S.Angelo 24 06 1760

(DCCLXXXI.)

M.to Rev. Madre,

Ho ricevuto la sua lettera ieri sera e creda che io non ho abbandonato l'anima sua, come mi dice ; ma siccome V. R, non mi dà più notizia della sua condotta che posso far io ? Io non manco né mancherò di farle parte delle mie povere orazioni. Sento che lei si trova in grandi battaglie e tempeste, ma non mi spiega altro ed io non so che mi dire, se non che questo non è cattivo segno, ma buono assai, perché suppongo che la sua volontà sia sempre ferma nella volontà verso Dio, sebbene alle volte per la gran violenza delle tempeste le parrà di patir naufragio. Non dubiti dunque, Suor..., non dubiti, Dio sta in mezzo al suo cuore e l'ama e se permette tali tempeste, lo fa per suo maggior bene, acciò arrivi alla vera umiltà di cuore ed annichilamento di se stessa. La strada certa che si deve tenere in tali battaglie, sebbene non so quali siano, si è di star sottomessa alla volontà di Dio e lasciarsi flagellare da quella mano amorosa che permette tali tribolazioni, Ho osservato qualche volta che il cane fedele quando è percosso dal suo padrone, si getta disteso in terra, abbassa il capo e le orecchie e si lascia battere, mostrando mansuetudine, così faccia lei, tenga forte la parte superiore nella fedeltà a Dio e soffra le percosse con mansuetudine e non esacerbi mai lo spirito. Non dica mai : Per me è finita, Dia mi ha abbandonata ; no, figlia, non dica mai così, ma umile, soggetta, ubbidiente al gran Padrone, lasci che la percuota, perché è verità di fede, che chi Dio ama più, è percosso, Adunque per orribili che siano le tempeste, non stacchi mai le braccia dall'àncora della speranza in Dio, che mai farà naufragio e sebbene alle volte la tempesta è tanto grande ed il mare tanto adirato che pare che la nave faccia naufragio, non è però così ; tutto è al di fuori, cioè nella parte inferiore, ma dentro noti vi entra nulla d'acqua salsa di mare, anzi il pilota che governa la navicella, che è Gesù Cristo, tiene nelle sue braccia onnipotenti, anzi in mezzo al suo divin Cuore la piccola barchetta, che è la povera anima. Stia adunque di buon animo e continui i suoi esercizi con fedeltà e raccoglimento interno meglio che può, poco si trattenga al Confessionale fuori che il suo puro bisogno e con brevità, che le gioverà assai e lei me lo confesserà, poiché le circostanze presenti richiedono così. Ho scritto più di quel che credevo tanto più che lei non mi notifica niente, spero però che le gioverà quanto le dico. Preghi assai per me che sono in Gesù Cristo D. R. V. Aggiungo con viva speranza in Dio benedetto che dopo la fiera tempesta che prova, verrà una grande e sopragrande pace e serenità, Alleluia,

Ai 24 giugno 1760 - Vetralla - S. Angelo.

Indegmo Servo nel Signore PAOLO DELLA CROCE. (Conforme a copia).


42

Sr C G Gandolfi (42) (Rs) L II, 507 -

S.Angelo 25 05 1762

(DCCLXXXII.)

I. C. P.

Ricevo in questa posta la sua lettera essendo qui tornato dalla Missione di Sutri molto abbattuto di forze. In ordine agli effetti che produce l'orazione parmi che cammini bene secondo tutte le buone regole dei Direttori di Spirito, e siccome lei brama sapere da me qual sia lo spirito della Chiesa, a cui lei si sente portata, le dico che tale spirito è lo spirito di Gesù Cristo, Sposo SSmo della Chiesa nostra madre ; mi trema la mano e stento a scrivere. Continui nel solito raccoglimento e solitudine interiore con i soliti affetti di virtù che mi accenna, e preghi molto più per me che sto sempre più bisognoso e penetrato da acque profonde e tempestose che non trovo né porto né lido da veruna parte, Gesù la benedica : Amen.

Ai 25 maggio 1762 - S. Angelo.

Suo inutil Servo PAOLO D, +.

(Conforme a copia).


43

Sr C G Gandolfi (43) (Rs) L II, 508 -

S.Angelo 26 06 1762

(DCCLXXXIII,)

Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris,

Ho gradito la sua lettera in Gesù Cristo ricevuta nella posta di iersera, e lei mi scriva pure con libertà sinché Dio vuole, perché in tal forma starà più quieta e camminerà più sicura nella via dello spirito, Or veniamo al particolare : 1. Le dico che le grazie che prova in orazione, secondo le regole dei sacri Maestri, non sono miste di veruna illusione, ma vengono dalla Misericordia di Dio e lei deve ricevere con vero annichilamento di se stessa e gratitudine amorosa. 2. Dico che l'elevazione di spirito in Dio allora è più pura, quando è più segreta e nascosta alla parte inferiore e quando la parte inferiore resta con maggiore nudità e povertà, lo spirito riceve più puramente le divine impressioni. . 3. È cosa pericolosissima il rivolgersi al proprio contento per spirituale che sia, perché l'anima attaccandosi al gusto e pace sensibile, ruba sempre qualche parte dell'amore che deve a Dio. Pertanto stia nella sua nudità e povertà, anzi nel suo vero niente, con modo passivo, e solamente attenta colla parte più sublime dello spirito al Sommo Bene con quell'occhiata amorosa di fede all'infinito amore Iddio, come una sposa fedele amante che non guarda alle ricchezze né ai contenti che le provengono dal re suo sposo, ma l'amore la fa scordar di tutto per non rimirare ed amare altro che il re suo sposo : applichi la parabola. 4. Nell'orazione faccia sempre le sue parti con viva fede dell'immensa Maestà di Dio, con citi tratta e colla cognizione dell'orribile suo niente ; e sentendo l'aura amorosa ed attrattiva dello Spirito Santo che assorbisce l'anima nel suo gaudio, lei allora lasci sparire il suo nichilo orribilissimo nel gaudio del suo Signore, senza però rimirare al gaudio, ma puramente all'oggetto divino che le infonde per più amarlo. 5. Lo stato di orazione che presentemente le dà Iddio mi obbliga a dirle che lei riceva la divina operazione con modo passivo e suppongo che non potrà a meno di farlo ; riceva adunque quell'acqua salutare e rugiada celeste e lasci che la terra sterile del suo spirito se ne inzuppi bene, acciò possa produrre frutti ben stagionati e maturi per la mensa del Re della gloria. Ma attenda bene che quando dico che riceva con modo passivo, non intendo di dire che la parte intellettuale e porzione suprema dello spirito non debba stare attenta con attenzione amorosa alla divina operazione del Sommo Bene in sacro silenzio di fede e di s. amore. Or basta : in queste cose più se ne dice, meno se ne sa dire ; rallegramoci, figliuola benedetta, che il nostro Dio sia quell'Infinito Bene che egli è e che le opere di S. D. M. siano così eccelse che non li possano capire né spiegare, perché questa è essere operazione dell'Altissimo. 6. Le raccomando la fedeltà verso Dio e starsene più die può solitaria anale di corpo, affinché le creature non le rubino niente di raccoglimento ; e subito che si trova alquanto fuori e distratta, lei fugga subito ; e dove dovete fuggire ? Vel dirò io : dovete fuggirvene in Dio, nascondervi nell'abisso della sua Divinità, ivi riposare in solitudine, fuori del tempo, in eternità ; in Dio non vi è tempo, tutto è eternità : uscite dal tempo e state in eternità, che è in Dio, non abbiate confidenza con veruno affatto ; affatto uno e una. Un'anima e un Dio : sola, sola, sola. Io poi me la passo nella mia decrepita età come un tronco secco, rimasto nella macchia in abbandono perché fracido e neppur buono per far fuoco e di più sbarbato dai turbini e gettato alla tempesta del mare ; ma non dico bene perché neppur io so dirlo. Preghi per questo poverissimo naufragante che aspetta a momenti di bere la. morte. Mi ponga avanti al Divin Verbo Gesù Cristo, acciò mi faccia una grazia che bramo per sola sua gloria e servizio ; ciò lo dico solo per me ; per la Congregazione poi prosegua a pregare che ne avrà gran merito da Dio, perché non è poco bersagliata e perseguitata. Termino con racchiuderla nel Costato Ssmo di Gesù, in oli le prego copiose benedizioni. Di V. R. Ai 26 giugno 1762 - S. Angelo. Indmo Servo nel Signore PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme a copia).



44

Sr C G Gandolfi (44) (Rs) L II, 510 -

Cerro 12 03 1763.

(DCCLXXXIV.)

I. C. P.

Ho ricevuto la sua lettera e sebbene ho capito benissimo ciò che voleva dire, ciò non ostante è sempre gran temerità, presunzione e superbia di servirsi per spiegarsi di tali termini da dirsi da lei ; se ne servono solo i teologi nelle scuole ecc. , Or basta : si ricordi che solamente le anime umili, occulte e nude di se stesse sono quelle che piacciono a Dio. Procuri di umiliarsi sempre più a Dio e pressò le creature conte la minima e la più imperfetta, e non si scordi di dar qualche occhiata spesso alle sue miserie passate ecc. e preghi molto per me che ne ho gran bisogno, e per la nostra povera Congregazione ; e racchiudendola nel Costato Ssmo di Gesù, mi dico in fretta
D. V. R. Ai 12 marzo 1763, Ritiro del Cerro. ............
(Conforme a copia).



45

Sr C G Gandolfi (45) (Rs) L II, 511 -

Cerro 26 03 1763.

(DCCLXXXV.)

I. C. P.

Molto Rev.da Madre, Ho ricevuto la sua lettera, né io vorrei che si fosse tanto intimorita perciò che le ho detto pel suo bene. Conferire bisogna, perché non ci dobbiamo fidar di noi, e per non cadere in inganno, ma non bisogna servirsi di termini avanzati, bensì fare e dire con ogni semplicità di spirito, così si sono portate le anime sante, Del resto lei prosegua la sua condotta, mentre anch'io ho viva fiducia nel Signore che lei non sia ingannata ; procuri sempre più di stare nella sua profonda cognizione del suo niente e poi sia ubbidiente alle attrattive dello Spirito Santo, non si scordi però di passare per la porta per entrare in orazione : la porta è Gesù Cristo, ego sum ostium ecc. Passi adunque per questa divina porta per mezzo dei misteri sacrosanti della Ssma Passione ; e se in tal forma S. D. M. abissa il suo spirito nell'immensa sua infinita Divinità, lo lasci pur abissare e riceva quelle impressioni che le saranno date e non si scordi di pregare per me, che crescono i miei bisogni, e preghi per la nostra Congregazione, acciò S. D. M. la provveda di uomini santi che predichino le sue pene ssme nel mondo tanto bisognoso e lo faccia assai in questi santi giorni, che in spirito li celebreremo insieme, e mi scriva pure quando Iddio la ispira. Gesù la benedica e sono sempre
D. V. R.

Ai 26 marzo 1763. Ritiro del Cerro,

Indegmo Servitore Obblmo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia).


46

Sr C G Gandolfi (46) (Rs) L II, 512 -

S.Angelo 7 05 1763.

(DCCLXXXVI)

Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris. Amen.

Rispondo alla sua lettera ricevuta ier sera. I. Le dico che ben volentieri la terrò unita in spirito coi nostri buoni religiosi nella prossima sacra novena dello Spirito Santo. 2. In ordine alla sua orazione presente non ho che dire in contrario ; dico bensì che vi vuole gran fedeltà a Dio e non rubargli niente, giacché tutto è dono suo, essendo orazione più passiva che attiva, onde lei dalla parte sua deve starsene nel suo orribile niente, nel niente sapere, niente intendere, nulla godere, ma puramente deve lasciar sparire il suo nulla nell'infinito tutto Iddio e ricevere di mano in mano le sue divine misericordie, senza rimirare se stessa se non per più aborrirsi e disprezzarsi, incensando l'Altissimo con l'incenso degli stessi suoi doni e lei restarsene nuda bene, astratta da tutto il creato, e patire e tacere. 3. Esamini con diligenza quali effetti produce in lei l'orazione, se cresce l'amore al patire, se si esercita nella vera umiltà di cuore anche nell'esterno con eroica pazienza silente e con vera carità e ' mansuetudine col prossimo, se le piace la continua annegazione della propria volontà e se tutta è portata a far sempre la volontà di Dio ecc. Questi sono i principali frutti, che deve produrre l'orazione e quanto più è elevata, deve produrli in modo più eroico. Questo è quanto per ora posso dirle ecc. Intanto la prego per pura carità ad esclamare a Dio per me che sono sempre più in estremo bisogno, Preghi in questi santi giorni della novena e preghi molto per la nostra Congregazione che il Signore ce la provveda d'uomini santi apostolici, acciò vadano alla conversione delle anime ed a predicare le Pene SSme di G. C. Lei ben vede quanta sia la necessità d'operai veri, mentre ormai se ne trovano pochissimi pei monasteri ; e perciò esclami al Signore. Io temo e tremo sempre più di me medesimo. O Dio buono, che sarà mai di questo povero peccatore ? La racchiudo nel Cuore amoroso di Gesù e mi riprotesto
D. V. R.

7 maggio 1763. Ritiro di S. Angelo.

Indio Servitore Obblmo PAOLO DELLA CROCE,
(Conforme a copia).



47

Sr C G Gandolfi (47) (Rs) L II, 514 -

S.Angelo 28 02 1764.

(DCCLXXXVII)

I. C. P.

Iesus.

Giacché il P. Giovanni Maria è assente, rispondo io a Suor Colomba, e le dico che Paolo d. + è dal principio di febbraio in qua che sta inchiodato sul pagliaccio per i soliti suoi dolori, e sono alcuni giorni che appena puol strascinarsi a celebrare, con non poca pena, oltre le continue angustie e tribolazioni che va soffrendo anche per la Congregazione che si trova angustiata e perseguitata dagli uomini e dai diavoli che ne minacciano l'esterminio, e massime del povero vecchio che scrive, il quale prova sempre più i colpi dell'ira ed indignazione di Dio sopra di sé. Da quel poco che lei dice in detta lettera, vedo che Dio moltiplica in lei le divine sue misericordie ; ne sia molto grata e fedele e continui a star nel suo nulla, lasciando sparire il nulla nell'infinito tutto che è Dio, ed ivi resterà arricchita d'ogni bene ; per carità esclami al Signore per me al sommo, sommo bisognoso, e per la Congregazione, acciò S. D. M. faccia risplendere la gloria sua e la provveda di santi e fedeli operai, e le prego copiose benedizioni dal Signore.
Di V. R.

S. Angelo li 28 febbraio 1764. - Mi scordavo dirle che non so se avrò salute e forze per venire al Cerro, e ne dubito forte, ma se verrò, un giorno che mi sento alquanto in forze e colle dovute licenze, verrò a sentirla. Quando ha lette le mie lettere le bruci, che non meritano d'essere conservate.

.................
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



48

Sr C G Gandolfi (48) (Rs) L II, 515 -

Cerro 13 12 1764.

(DCCLXXXVIII)

I. C. P.

Iesus.

Ho letto con difficoltà la sua lettera che ho ricevuto ier sera e le rispondo alla meglio che posso. Dico adunque in primo luogo che quei timori ed apprensioni che prova, o sono effetti della natura abbattuta o operazione del nemico, così permettendo Iddio acciò si fondi bene nella vera umiltà di cuore e nella perfetta cognizione del suo niente e si fondi bene altresì in una perfetta confidenza filiale in Dio. 1. Questi timori ed apprensioni non possono mai offuscare talmente la ragione, che non si possa sempre frenar la lingua e tacere conservando fedelmente un sacro silenzio che è il coltello d'oro che uccide la passione, Stia adunque attenta e preghi il Signore a concederle tal grazia. Iesus autem tacebat. O silenzio tanto ricco di virtù e massime di carità, pazienza e mansuetudine 2. Conviene far morire questi timori nel fuoco dell'amor di Dio, perché la perfetta carità caccia fuori il timore, onde la prego a far frequenti introversioni del suo spirito in Dio. Queste introversioni altro non sono che dolci ravvivamenti di fede, che fanno slanciar l'anima nell'abisso della divinità ; e quando l'anima amante s'accorge di timori o di qualunque tentazione o turbazione, fa come l'ortolano che quando vede la tempesta, fugge alla capanna. Così deve far l'anima ; quando s'accorge che si suscita qualche tempesta di timori o di qualunque altra cosa deve fuggirsene in Dio e nascondersi sotto le sue ali. Così diceva e faceva il S. Re Davidde : Sub umbra alarum tuarum sperabo, donec transeat iniquitas. Sicché si nasconda come una bambina nel seno del celeste Padre, vestita però di G. C. e delle sue pene, che il divin Padre l'accoglierà, l'accarezzerà come sua figlia diletta. Abbia pazienza, Suor, .. . ., abbia pazienza e taccia e non si lamenti della sua spirituale malattia né con Dio né con le creature né con se medesima, ma stia in Dio dentro di se medesima con silente pazienza, cuore tranquillo e mansueto ed aspetti con fede che passi il temporale ; e la spirituale malattia guarirà e spero che guarirà presto, perché il Sommo Bene che sana tutte le nostre infermità, guarirà anche lei ; e che vi pone forse qualche fatica ? Non può essere, è onnipotente. Una goccia di balsamo che lasci cadere nel suo spirito, del suo santo amore, subito la rende sana e vigorosa ; e tutto il resto. Non mancherò di supplicare Maria Ssma per la salute della medesima Vicaria e le dica da mia parte che intanto che sta sulla Croce col dolce Gesù, gli sia fedele compagna con silente pazienza e faccia spesso slanci d'amore in Dio. Se non posso venire costi che sono indisposto e sabato principio cogli altri i santi esercizi per il S. Natale, non mancherò di far memoria di Suor...., ma preghi anche lei secondo la mia intenzione, che i miei bisogni sono più grandi di quanto si possa credere. Se Dio vorrà, prima che io parta da questo Ritiro, procurerò di venirla a sentire. Gesù la benedica e la faccia tanto fedele e santa, quanto io desidero. Amen. D. R. V.

Ai 13 dicembre 1764. Sacro Ritiro di S. Al, del Cerro.

Suo inutil Servo nel Signore PAOLO DELLA CROCE, (Conforme a copia).



49

Sr C G Gandolfi (49) (Rs) L II, 517 -

S.Angelo 20 10 1766

(DCCLXXXIX.)

I. C. P.

M.to Rev.da Madre, In assenza del P.., che è partito di qui per essere di servizio di Dio dopo il nostro Capitolo Provinciale, rispondo io alla sua lettera per non defraudarla di risposta. Veramente lei ha torto a lamentarsi, perché il lamento che non procede da natura troppo oppressa da gravissimi mali e dolori, non è mai stato virtù ; la virtù di Gesù Cristo è patire e tacere : Iesus autem tacebat. Questo è ciò che si legge nella sacra storia della SS. Passione. In mezzo a tutti i dolori più atroci, in mezzo agli obbrobri, bestemmie, ingiurie, schiaffi, flagelli, spine, croce e morte il dolce Gesù taceva : Iesus autem tacebat ; né so cosa dirle di più in risposta, se non che ho tutto il dispiacere che un'anima che è stata tanto da Dio beneficata, siasi poi così intiepidita e forse rilassata. Io ho sempre pregato e pregherò per lei ; così faccia V. R. per me. Io ho perso quasi affatto l'udito e le forze ; e non fo più missioni né altro. Preghi Iddio che mi conceda una santa morte e sono sempre
D. V. R.

Ai 20 ottobre 1766. Ritiro di S. Angelo.

Indmo Servo Obblmo PAOLO DELLA CROCE. (Conforme a copia).




50

Sr C G Gandolfi (50) (Rs) L II, 518 -

S.Angelo 4 11 1766

(DCCXC)

I. C. P.

Acciocché V. R. se mai mi scrivesse non resti defraudata di risposta, le dico che io parto di qui ai 12 del corrente e starò fuori circa sei mesi ; da ciò può rilevare che non occorre che scriva per tale assenza. Io poi sono restato edificato della sua lettera e prego il Signore a ricondurre il suo spirito nel suo divino ovile, che è il seno del Padre celeste, in cui non si entra se non per G. C. Signor nostro e vero nostro Dio e Salvatore ; e le pecorelle che entrano in tal ovile devono assomigliarsi al divino Pastore coll'imitazione e massime coll'umiltà di cuore e mansuetudine. Imploro le sue orazioni, acciò S. D. M. mi conceda forza e salute per fare il disegnato viaggio molto lungo, che intraprendo per pura gloria di Dio e mi conceda il suo Ssmo Spirito per fare in tutte le cose la Ssma Volontà di Dio. Mi saluti nel Signore la Madre... che godo si faccia ricca di meriti nella sua lunga infermità chela farà volare dal letto al cielo ; intanto imiti G. C. col patire e tacere e dorma quieta sulla sua croce. Gesù la benedica: men.
Di V. S. i
Ai 4 novembre 1766. Ritiro di S. Angelo. Suo inutil Servo nel Signore PAOLO DELLA +.
(Conforme a copia).



51

Sr C G Gandolfi (51) (Rs) L II, 519 -

... .. .. 0000

(DCCXCI.)

Suor N. benedetta, aggiungo queste poche righe, perché non mi sono ancora scordato di esserle stato padre spirituale ; ed a tale effetto la prego e supplico quanto so e posso, a ripigliare il primo fervore ed abbandonarsi con filiale confidenza nel seno ssmo della divina misericordia con ferma speranza che sarà ricevuta da figlia umile e pentita e S. D. M. si scorderà delle sue mancanze ed ingratitudini e le consumerà nel fuoco della divina sua carità, e spero che perfezionerà la grand'opera di perfezione che in lei S. D. M. aveva incominciata. Su dunque, coraggio, figlia benedetta, torni al nostro buon Dio, si nasconda nel seno divino della sua infinita carità con vera e pacifica umiltà di cuore. Si faccia sorda a tutte le creature e lasci dir chi vuole, operi e taccia e sia il buon odore di Gesù Cristo in ogni luogo e lo preghi per me che sono .....

Inutil Servo nel Signore PAOLO DELLA +.

(Conforme a copia).




sr Gandolfi 36