sr Gandolfi




Lettere di S. Paolo

a sr Gandolfi (1-52)


1

Sr Colomba Gertrude Gandolfi (01) (Rs) L II, 439

Peschiera 10 07 1743

(DCCXLI)

Toscanella

I. M. I.

Viva la S. Croce.
Mia figliuola in Gesù Crocifisso,
Risposi puntualmente alla vostra lettera in cui mi davate notizia delle altissime misericordie compartitevi dalla Divina Pietà, tanto nell'orazione ecc. e massime nella gran Solennità dell'Infinito Amore Sacramentato ; ma non so se l'abbiate ricevuta. So bene che io non ho più avuto altre lettere fuor di quella ; tanto che, dopo la mia partenza di costì, non ho ricevuto che una vostra lettera che è quella che dico di sopra, con una acclusa di Suor Angela Rosa ; fate le diligenze per vedere cosa ne è stato. Io l'ho acclusa al Sig. Matteo Ceturini. Or bene sia come si voglia : facciamo la volontà di Dio.
E bene mia figliuola, come state ? il vostro cuore se ne vorrebbe volare in alto, non è così ? Ma bisogna aver pazienza ed aspettare che lo Sposo Divino le dia libertà. Sento da Suor Angela Rosa che state inferma con febbre ; io voglio credere che vorrete essere ubbidiente sino alla morte ed anche dopo morte. Voi ben sapete, che ancora non avete licenza d'uscir dal carcere per andare alla Patria, perché il povero Padre che S. D. M. vi ha dato per dirigere 1' anima vostra, vorrebbe (se così piace al grand'Iddio ritrovarsi costì per darvi il buon viaggio per il Paradiso. E poi mi volete lasciar così presto, ora che il bisogno è maggiore ?
Lasciate perfezionare l'Opera della nostra Congregazione e poi andate in pace, che vi do licenza. Ma ridetevi un poco della mia pazzia ? Spero che S. D. M. compatirà questo mio sciocco parlare. Credo che la Croce del nostro dolce Gesù avrà poste più profonde radici nel vostro cuore e che canterete : Pati et non mori o pure : aut pati aut mori, o pure ancor meglio : nec pati, nec mori, ma solamente la totale trasformazione nel Divin Beneplacito ecc. L'amore è virtù unitiva e fa proprie le pene dell'Amato Bene. Se vi sentite tutta penetrata di dentro e di fuori dalle pene dello Sposo, fate festa ; ma vi posso dire che questa festa si fa nella fornace del Divino Amore, perché il fuoco che penetra sin nelle midolla delle ossa trasforma l'amator nell'amato, e mischiandosi con alto modo l'amor col dolore, il dolore coll'amore, si fa un misto amoroso e doloroso, ma tanto unito che non si distingue né l'amore dal dolore né il dolore dall'amore, tanto che l'anima amante gioisce nel suo dolore e fa festa nel suo doloroso amore. Credo che capirete le mie pazzie. State nella cognizione del vostro nulla e siate fedele nell'esercizio delle ss. virtù e massime in imitare il dolce Gesù paziente, perché questo è il gran colpo del puro amore. Vi dissi nella mia lettera che il Ritiro era pieno di Servi di Dio, ma sempre temo. Oh, quanta rabbia ha il diavolo di quest'opera ! Vi dissi altresì che pregaste, se era volontà di Dio che si facesse il Ritiro costì, ma voi non m'avete risposto, perché credo non abbiate avuta la mia lettera. Ora però si è risoluto di farlo, e mando la supplica alla Città che la desidera. Pregate S. D. M. che se non le piace tale opera, l'impedisca ; io spero di far la volontà di Dio, ma sempre temo : pregate forte.
Desidero che in questa vostra infermità pigliate il ristoro del brodo ben consumato o come vi sarà dato, con pane grattato, semolino o altro che vi darà 1' Abbadessa ; se non potete pigliar carne, pazienza ; almeno pigliate qualche ovo fresco : provatevi, se poi vedete che non potete, tirate avanti come vuole Dio, ma voi fate le vostre parti, con provare una o due volte, e se lo stomaco riceve il cibo suddetto, seguite così, se no ecc.
Scrivo dalla Peschiera, dove sono venuto per benedirla. Pregate per i nostri buoni novizi, e per me più novizio di tutti, che sto in gran bisogno al solito.
Animo grande : le mura si assottigliano ; presto usciremo dal carcere, ma aspetterò, acciò usciate con il merito della s. ubbidienza, perché spero che Dio mi suggerirà motivi tali per farvi morir in festa, e se vi manterrete umile, come spero, la vostra morte non sarà morte, ma vita. Seguite ad amare l'Increato Amore, che quest'Amore Infinito colpirà con uno dei suoi dardi infuocati il vostro cuore, e l'anima per la forza dell'amore uscirà dal carcere del corpo e volerà a riposarsi in eterno nell'Infinito Amore. Oh, morte più dolce dell'istessa vita ! Oh, morte che rompendo i lacci e catene di questo corpo, fai volare 1' anima amante nella libertà dei cari fili di Dio ! Resto in fretta e vi prego la pienezza delle Divine Benedizioni e sono

Peschiera ai 10 luglio 1743.

Vostro Servo PAOLO D. + .
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).



2

Sr C G Gandolfi (02) (Rs) L II, 441 -

Presentazione 18 09 1743.

(DCCXLII.)

Passio D. N. I. C. sit semper in cordibus nostris. Amen.

Mia figliuola in Gesù Crocefisso,
Ricevo in questo ordinario una vostra lettera, con l'acclusa di Suor Angela Rosa ; e perché ho poco tempo, per le molte occupazioni sopraggiuntemi, vi dirò brevemente ciò che S. D. M. vorrà che dica. Sappiate dunque che sebbene non ho potuto dubitare d'inganni nella vostra condotta, non ostante qualche volta m'è venuto qualche timore, ma è sparito subito. Ora però la Misericordia di Dio m'assicura più, perché nello stato presente del vostro nudo patire vi scuopro un gran segreto e vedo che il Sovrano Monarca fa un nobilissimo lavoro nell'anima vostra, e quanto più è segreto e con alto spogliamento, è più nobile e perfetto. Ma che dico ? parlo io ora da pazzo : perché l'opere di Dio sono tutte perfettissime. Or basta. Non vi dico altro, solamente che godo in Dio (anch'io però senza sensibile contento) che la Sovrana Infinita Bontà vi abbia tirato allo stato in cui siete, cioè d'un nudo patire e d'un contento spogliato di godimento, e d'un amore nudo d ; gaudio, acciò l'anima vostra spogliata affatto di contento ponga il suo contento in unirsi al beneplacito del gran Padre Celeste, che è il contento de' nostri contenti. Notate che intendo con la parte superiore dello spirito. Orsù, figlia mia, tenete in freno con la grazia ssma di Gesù, il vostro naturale vivace e subitaneo e fate che non solamente nell'interno, ma anche nell'esterno si veda da tutto il Paradiso, che portate 1' immagine di Gesù Crocefisso, tutto dolce, mansueto, paziente ecc. Dico l'immagine di Gesù, perché chi di dentro sta unito con il Figliuolo di Dio vivo, ne porta l'immagine anche al di fuori, con un continuo esercizio d'eroica virtù e massime d'un patire virtuoso, che non si lamenta né di dentro né di fuori.
Or via statevene così tutta nascosta in Gesù Crocefisso, senza desiderare altro che d'essere tutta trasformata per amore nel Divin suo Beneplacito in tutto in tutto. Voi vedrete che a suo tempo s'aprirà una gran scena, apparirà una grande stella che sarà foriera d'un giorno chiarissimo, in cui risplenderà un sole che non farà ombra, ed il suo vitale calore farà dileguare montagne di neve. Io scrivo questenigma, lo capirete a suo tempo.
Le cose del Ritiro di costì sono in ottimo incamminamento, e si puol dire che siano spianate tutte le difficoltà , almeno così pare a me, sebbene ancora non è uscito l'assenso della Sacra Congregazione, il quale s'aspetta ; così voglio sperare di quello di Vetralla, sebbene ancora vi sono delle difficoltà non poche, e pure è più necessario quello che questo di Toscanella per molti capi ; ma che vi credete, che il mio cuore si rallegri per questo ? Non già, perché S. D, M. mi fa camminare fra tuoni, tempeste, nebbie ecc. Non ho altro desiderio che di far con perfezione la SS. Volontà di Dio in vita, in morte, nel tempo e nell'eternità ecc. Ma ditemi un poco, come faremo a dar buon sesto a questi Ritiri ? E vero che questi Servi di Dio sono assai buoni e fervorosi, ma sono ancora Novizi ; ho solamente quattro Sacerdoti da poter mandare, perché bisogna lasciar questo provvisto ; vi ho detto in breve ciò che mi dà qualche pensiero ecc. Ma voi ricordatevi che le nostre cose sono comuni in Dio ; mostrate al gran Padre Celeste le nostre necessità, ditegli che per amor del suo caro Figlio provveda ecc. Gesù vi benedica.
Vi raccomando di continuare i vostri esercizi con fedeltà come prima, e vi prego a far conoscere meno che potete il vostro tesoro ; voi m'intendete di che tesoro parlo, che è il prezioso patire. Oh, quanto adesso mi si presenta da dirvi ! ma non ho tempo. Patite e tacete.
La perla si forma nella conchiglia, ma la conchiglia quando ha ricevuto la rugiada del cielo si chiude bene e se ne va a fondo del mare ed ivi lavora la nobil perla. Intendetemi bene : la perla della vera virtù si lavora nel fondo del mare dei patimenti e nel mare della cognizione del proprio nulla, e da questi mari si passa poi a nuotare o dirò meglio, a sommergersi nell'Immenso Mare dell'Increato Immenso Amore.
La penna sdrucciola e non ho tempo, e vuol far a modo suo, ma pazienza. Viva la S. Croce. Amen.

Ritiro della Presentazione li 18 settembre 1743.
Non vi scordate di chiedere a Dio soccorso per il povero Paolo che sta in estreme necessità, e per la grazia che sapete. Vostro Indegrno Servo PAOLO DELLA CROCE M. C. R. Scalzo.
(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




3

Sr C G Gandolfi (03) (Rs) L II, 444 -

.. 15 09 1744

(DCCXLIII.)

La Passione Ssma di Gesù Cristo sia nel suo cuore.

Mia figlia in Gesù Cristo : rispondo alla vostra lettera con brevità e vi dico che le tempeste e tentazioni che Dio vi permette, sono per farvi ben conoscere chi siete da voi stessa e per ben fondarvi nell'umiltà ed odio sommo di voi medesima ; né queste tentazioni e sollevamenti di passioni vi devono far allontanare da Dio, cioè dai vostri primieri esercizi, anzi dovete stare in atto di adorazione più lungamente, godendo di stare su la nuda croce in mezzo a turbini, tenebre e tempeste. Avvertite di non lasciare la S. Comunione, fatela al solito coll'ubbidienza del P. Confessore : la maggior sollecitudine del diavolo è d'allontanarvi dalla Mensa degli Angeli, da ricevere questo cibo di eterna vita, dove l'anima diventa terribile ai demoni. Fate dunque quel che vi dico, non temete, che Dio non vi ha lasciato, si è solamente nascosto per provare la vostra fedeltà ; credete a me che verrà la serenità di prima, confidate in Dio, accostatevi a Dio con umiltà e confidenza da figlia, state di buon animo, che queste tentazioni per orribili che siano, non vi avvelenano, perché Dio vi tiene nel seno amoroso della sua carità Io vado in Missione, non occorre che mi scriviate sino ai 7 o 8 d'ottobre, perché poi vado a Roma, seguitate la vita comune, non pensate a penitenze afflittive, che non è tempo, prendete quelle che Dio vi manda, pregate per me e per i bisogni della nostra Congregazione. Confidate assai in Dio e state certa che verrà una gran serenità. Gesù vi benedica. Amen. Non scrivo adesso a Suor Angela Rosa, salutatemela e ditele che segua la sua via.
Quando potrete, tutte e due fateci la carità di far qualche segno.

15 settembre 1744. Vostro Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE Min. Chier. Reg. Scalzo.
(Conforme a copia antichissima) .



4

Sr C G Gandolfi (04) (Rs) L II, 445 -

Presentazione 29 03 1747.

(DCCXLIV.)

La Passione di Gesù sia sempre nei nostri cuori.

In questa posta ricevo la sua lettera, ma poco l'intendo e mi fa applicare più che a leggerne dieci altre ; dico così perché vi mancano sillabe e non s'intende il significato, onde la prego ad usare diligenza di scrivere chiaro, acciò possa bene intendere, sebbene questa tanto l'ho intesa per discrezione.
Le dico dunque che sia molto grata a Dio, che così presto l'abbia introdotta nella s. orazione come prima ; la gratitudine consiste in osservare quella lettera dell'alfabeto di perfezione, che le scrissi. Osservi bene questa regola, che i lumi e le elevazioni per alte che siano, se non producono umiltà profonda con alta cognizione del proprio nulla, odio sommo di se stessa, disprezzo proprio, amore al patire, all'obbedienza ed alla mortificazione interna ed esterna, se non producono, dico, questi effetti o in tutto o in parte, ma l'umiltà sempre, sono illusioni. Stia dunque in guardia e cammini con semplicità da bambina ; per parte sua lei deve star sepolta nel proprio nulla, in vera nudità di spirito ed innalzarsi solamente quando e quanto Dio vuole. In questo nostro niente si deve attendere i tocchi dell'amor di Dio, e quando l'anima si sente tirata, deve correre dietro ai divini profumi e subito che può, ritornare a seppellirsi nel vero suo nulla, in vera nudità di spirito. Già intenderà cosa dico, e per più spiegarmi, si deve colla grazia di Dio allontanare lo spirito da tutti gli oggetti creati, con tenere una volontà morta nelle braccia amorose di Dio, acciò viva solamente in noi la Ss. Volontà del Sommo Bene.
In quanto alle penitenze le assegno queste : il lunedì andrà in cucina a lavare i piatti, ma prima chieda la benedizione in ginocchio alla cuciniera. Il martedì si porrà in ginocchio su la porta del refettorio quando le monache entrano e gli dica quando passano ad una ad una: pregate per questa povera peccatrice superba ; e ciò lo farà con il cordone o fune al collo ; il mercoledì dica la colpa in refettorio e baci i piedi alle monache ; così farà il venerdì, e il sabato tornerà in cucina a lavare i piatti, come ho detto sopra.
In quanto alle penitenze di cilici, discipline e digiuni, le chiederà alla M. Abbadessa e non farà né di più né di meno di quello che le darà. Se gliele nega, avverta a non replicare, ma in silenzio si offerisca a Dio. Custodisca i sentimenti, gli occhi, la lingua e il cuore, parli poco e bene e con mansuetudine, sia segreta a tutti, di se stessa non parli senza necessità, sia caritatevole con tutti. Se vuol conferire qualche cosa col sig. Vicario sta in sua libertà, ma sia più facile a dire col medesimo i suoi difetti che le altre cose ; e scoprendo qualche cosa di spirito, lo dica con vergogna e disprezzo di sé, come chi parla di una gioia posta in una cloaca puzzolentissima. Osservi questo piccolo regolamento.. Io partirò dopo Pasqua, se avrò tempo passerò di costà, ma non lo so. Lei fino a giugno non potrà scrivermi, perché sono impiegato in missione ; se mi vuole scrivere dopo Pasqua, lo può fare.- La prego di pregar molto per me, che sono in grandi bisogni e preghi assai per la nostra Congregazione.
Si faccia animo grande : tiri avanti la sua orazione come Dio la tira : sia fedele e s'inabissi spesso nel gran mare della Passione Ssma di Gesù e dei Dolori di Maria SS. che se sarà bene umile, farà buona pesca : si riposi in Dio con umiltà e semplicità bambinesca e si ricordi di non fare orazione a modo suo, ma a modo dello Spirito Santo.
Lei credo sia sagrestana ; le raccomando tanto il dolce Gesù Sacramentato. Oh ! innamoratevi di questo Bene Infinito, adoratelo spesso, abbracciatelo spesso in spirito e verità, fategli carezze assai.
Ho fretta che è il Mercoledì Santo. Gesù la benedica. Amen. Vorrei che lei non dicesse cosa veruna della mia direzione, ma il tutto cammini segreto avanti a Dio solamente.
Ritiro della Presentazione ai 29 marzo 1747. Indegnissimo Servo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme a copia antichissima).


5

Sr C G Gandolfi (05) (Rs) L II, 447 -

S.Angelo 2 07 1748

(DCCXLV.)

I.M.I.

M.to R.da Madre in Cristo,
Ho inteso da cotesto Rmo Provicario Generale avermi lei scritto p. dopo la Missione di Viterbo, ma io non ho ricevuto tal lettera, che se l'avessi ricevuta, avrei risposto. Ora mi muove a scriverle la s. carità, giacché sento esser lei afflitta in tal modo, che pare sia sull'orlo di una sporchissima disperazione : e perché tutto ciò ? perché diffidare dei divini aiuti come lei fa ? Forse non ha esperienza di quanto il nostro buon Dio l'ami ? Forse perché lei si trova in fieri assalti di tentazioni deve credere tutto perduto ? Mi meraviglio di lei. Ora è tempo di più confidare in Dio ed accostarsi più a lui coll'orazione e SS. Sacramenti, e benché le paia che in tutto trovi pena, tedio e alle volte maggiori assalti. Bisogna sapere che per giungere ad una grande unione con Dio per mezzo della s. carità bisogna passare per gran prove. L'anime più care a Dio sono le più provate, afflitte e tentate. Lei non deve far caso di qualunque assalto di tentazione per sozza e schifosa che sia. Combatta fedelmente, si protesti di prima voler morire che acconsentire e poi non tema. Ma, Padre, sento che lei mi dice, Padre, io mi trovo così immersa nella tentazione, che mi pare sia tutta impastata di abbominazioni e parmi di far naufragio. Così che vuol dire ? Le piace a lei tal tentazione ? Oh Padre ! mi sarebbe più caro esser gettata in una fornace di fuoco ! E che segno è questo ? Forse non è segno che la grazia di Dio è nell'anima sua ? Che Dio sta con lei, che si nasconde si, ma che la tiene forte, acciò non cada con dare consenso al male ? Or si faccia dunque animo grande, si lasci pur stritolare e macinare dai denti delle fiere bestie delle tentazioni e di altri travagli, purché lei non consenta al male e non tema di nulla.
La prego di starsene ben rassegnata alla volontà di Dio e rinserrarsi nel fondo più intimo del suo interno ed ivi abissata tutta nella divina carità, soffrire in silenzio profondo e salda speranza la prova che Dio vuol fare di lei. Se farà così, verrà fra poco la luce, e sarà tanto grande che farà sparire tutte queste nebbie.
Preghi Gesù per me e sia fedele a Dio, confidi fortemente in lui e stia quieta, che sebbene a lei pare che tutto sia perso, non è così, ma ora si prepara l'anima per arricchirsi di più alti tesori, purché, come dissi, lei combatta virilmente e speri in Dio. Gesù la benedica. Amen.
Di V. R.

Vetralla, Ritiro di S. Angelo 2 luglio 1748.

Inutil Servo Indegmo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme a copia antichissima).


6

Sr C G Gandolfi (06) (Rs) L II, 449 -

Cerro 26 03 1753.

(DCCXLVI.)

Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Ricevo questa mattina la sua lettera che mi dà sempre più motivo di magnificare le divine misericordie. Oh ! quanto lei è obbligata a Dio ! Oh ! quanto dev'essere fedele ! e tal fedeltà la deve esercitare nello stare nel suo orribile nulla, perdendo questo nichilo nell'infinito Tutto che è Dio medesimo, ponendo ogni studio nella divina grazia di continuare in quella solitudine interiore, in quel sacro deserto in cui l'anima abissata tutta in puro e nudo spirito nell'Infinito Bene, diviene una vera adoratrice dell'Altissimo in spirito e verità ; e siccome in questa divina scuola in cui il Sovrano Maestro è lo Spirito Santo coi lumi di fede, l'anima intende in Dio, senza intendere coi sensi cose altissime, stupende, incapibili, inenarrabili ; così non è meraviglia che resti in una sacra ignoranza, che la renda incapace di esprimere tali arcani e da questo ne nasce altresì un amore di compiacenza, poiché l'anima compiacendosi che Dio sia quel Bene infinito ch'egli è ed un mare immenso di perfezione, gusta e si compiace di essere ignorante, di essere quel nulla che è da sé stessa e di non poter capire quelle divine meraviglie, ma si abissa tutta con alto stupore amoroso in quel gran mare, ivi adora, tace, ama, stupisce, ecc. e per espansione d'amore fa tutto in un tratto, in un momento. Continuate a star solitaria, a vivere di fede, continuate in quella felice perdita d'amore in Dio, che così con alta astrazione da tutto il creato, ve ne starete fuor del temporale nell'Eterno Dio. Godo in Gesù Cristo che continuino i dolori ed altri patimenti. Or sentite : in cielo si vede col lume della gloria il Sommo Bene come è (S. Giov.), si gode e si ama. In terra le anime amanti vedono il Sommo Bene col lume della fede e se ne stanno nel tempio interiore adorando ed amando. Sicché lassù si gode e si ama, quaggiù si ama e si pena : dunque emulate i Santi e siccome loro in cielo amano e godono, così voi quaggiù amate e patite. Oh sorte felice ! Oh grazia stupenda ! Fatene conto ed umiliatevi sempre più.
Io voglio che quei timori che dite, li lasciate sparire nel mare dell'amore, e se toccano la parte inferiore, ciò non ostante perdeteli di vista col fuggirvene in solitudine in sinu Dei, nel seno dell'adorato amore. Ho. fretta : volesse Dio che fosse vero ciò che mi dite di quella persona ; ma essa non vi crede niente, perché l'esperienza è contraria . Proseguite a pregare e celebrare i funerali allo Sposo Celeste in questi santi giorni con sentimenti di un amor doloroso e d'un dolore amoroso. La SSma Passione è opera di amore, non dico altro ; non vi scordate di Maria SSma Addolorata, celebrate i funerali al Divin Figliuolo con lei né io tralascierò di porre il vostro cuore nella celebrazione dei sacrosanti misteri nel mare della SSma Passione. Ho fretta che il latore vuol partire. Gesù vi benedica. Amen. Non occorre che quando mi scrivete mi diate il titolo di Preposito ecc. ; dite il mio nome e basta.

Ritiro del Cerro ai 26 marzo 1753.

Inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme a copia antichissima).



7

Sr C G Gandolfi (07) (Rs) L II, 451 -

S.Angelo 19 08 1753..

(DCCXLVII.)

I. C. P.

Christo confixus sum Cruci (S P.).
Non ho termini per rispondere alla sua lettera ricevuta ier sera non parlo in ordine alla Comunione, m in ordine al divin lavoro che la Misericordia di Dio fa nel suo spirito ; risponderò però nel miglior modo che la Divina Bontà si compiacerà comunicarmi.
Vi dissi nell'altra mia che lo stato presente era un principio di martirio di amore purissimo e lo replico, l'effetto che produce : è di propria cognizione del nichilo, dell'amore al disprezzo, allo star segreta alle creature, al buttarsi nel nulla ed al continuo esercizio di virtù e di patire ecc., sono i più certi segni di un tal sacro martirio di carità ; onde veniamo alle corte. i 11 vostro esercizio dev'essere di un continuo nascondimento in Dio e Gesù Cristo S. N. coll'impressione amara e dolorosa delle sue pene nello spirito in pura fede. Con tale impressione dovete immergervi sempre più nel puro amore, ed in questo incendio divino dovete essere una vera vittima sacrificata in olocausto al Sommo Bene. Amate, figliuola mia, amate, patite e tacete. L'amore lascia parlar poco, e se è molto acceso, non lascia dir nulla, perché attende al puro amore ed a lasciarsi incenerire in quel divin fuoco i in cui con un'occhiata di carità abbraccia i bisogni di tutte le creature e senza espressioni esclama per tutti.
Sono questi paradossi, ma per parlare del Santo Amore purissimo, non saprei come esprimermi che con qualche paradosso secondo la mia ignoranza.
Fedeltà, Suor Colomba, fedeltà ; state nel vostro nichilo, lasciate che il puro more faccia il divin lavoro.
Non, ho tempo di dirvi altro, né so come abbia potuto dire ciò che ho detto nello stato in cui sono. Del resto poi i bisogni sono sempre maggiori, le tempeste crescono a dismisura. Oh, se sapeste come ho passata la nottata scorsa ! per non dir altro, del resto voi vi spaventereste al sommo ; e questo è l'ordinario. O Dio, che sarà di questo misero peccatore ? Ah, pregate perché non perda il mio Dio ! questo è il mio grande spavento. Continuate l'orazione per la Congregazione ; e credetemi che vi avrete una gran parte ; già l'avete.
Ho fretta ; potrete scrivermi un'altra volta, che poi parto per le Missioni, e vi risponderò ecc. Gesù vi faccia santa della segreta santità della Croce e vi benedica.
D. R. V.

S. Angelo ai 19 agosto 1753.

Mi sono scordato di dirvi che di quei dolori che ridondano nelle mani e piedi, testa e cuore, e massime il venerdì, voi non ne facciate il minimo conto, anzi voglio che li lasciate sparire nel santo puro amore e li perdiate di vista affatto, come se fossero sogni ; altrimenti se voi ne faceste caso, vi rifletteste e molto più se li abbracciaste con proprietà, vi farebbero un danno sommo, e di grande impedimento sarebbero al santo purissimo amore ecc. Tenete conto di questo avviso che è dettato dai Maestri di spirito ; e quel che dico dei dolori suddetti, deve servirvi per tutte le altre cose di doni, grazie, ecc. ; non dovendo mai godere né riposarsi nei doni, ma solo purissimamente nel Donatore sommo, astraendo da ogni riflessione per perdervi tutta nell'abisso del S. Amore : Amen.

Indegnissimo Servo PAOLO DELLA CROCE
(Conforme a copia antichissima).



8

Sr C G Gandolfi (08) (Rs) L II, 453 -

Cerro 19 03 1754

(DCCLVIII.)

La Passione SSma di Gesù Cristo sia nel suo cuore.

Ho letto la sua lettera che mi ha dato motivo di benedire il Signore. E un pezzo ch'io conosco il di lei naturale né v'era necessità che me lo spiegasse. So altresì che nella sofferta battaglia v'era uno scatenamento non solamente della passione dell'irascibile, ma anche della concupiscibile, ma Dio benedetto che teneva l'anima sua tra le braccia della sua misericordia non le ha permesso verun naufragio, anzi liberata da ogni tempesta. Ciò le sia detto affinché sia sempre più umile e grata a Dio e conosca altresì ciò che avrebbe fatto di male, se Iddio non l'avesse liberata, e non perda di vista mai tal grazia.
Ha fatto bene a confessarsi di quei difetti d'irascibile, vero è che nulla vi era di volontario, ma scatenamento del demonio, acciò impari a diffidare sempre più di se stessa e a starsene nel suo orribile nulla. Lei mi dice che conosce che S. D. M. l'ha liberata da un luogo tenebroso ; ma io dico di più Dio l'ha cavata dall'inferno più cupo e lei può cantare in ringraziamento all'Altissimo : Eruisit animam meam ex inferno inferiori ; ma stia umile, segreta ecc. Scrivo cor. gran fretta. V. R. sa che cosa le dissi che lo stato presente è più sicuro del primo : ora vedo il gran lavoro che fa l'Altissimo nell'anima sua e vorrei potermi incenerire per ringraziare un sì buon Dio.
Tutto lo studio lo ponga nello stare nel suo niente orribilissimo, ma ubbidisca agli inviti dello Spirito Santo, col correre dietro all'odore dei divini suoi profumi, stando sempre più in alta solitudine, fuggendo sempre più con alta astrazione da tutto il creato nel più profondo del sacro deserto lasciando di fuori tutte le creature e se stessa per perdersi ed abissarsi tutta in Dio secondo l'attrattiva amorosa del Sommo Bene, non mirando ai suoi doni, ma al Sovrano Donatore, cibandosi e nutrendosi del santo amore, ricevendo le divine impressioni e i tocchi interiori coi quali sveglia S. D. M., acciò preghi in silenzio d'amore per i prossimi nel modo ineffabile che esso insegna, senza partire dal sacro deserto e riposo amoroso. Oh ! che dico io poverello ! (e se consumassi tutto l'inchiostro del mondo, potrei mai scrivere una delle minime - se è lecito dir così - delle divine operazioni che fa Dio nell'anima). Ah Colomba ! sempre sia grata al Signore ; state nel vostro nichilo, state in povertà e nudità di spirito ; incensate S. D. M. coi doni suoi, ma ricordatevi che voi glieli imbrattate col fango dei vostri vizi, e esso se li purifica ecc. Non ho altro tempo se non per dirvi che vi ringrazio in Gesù Cristo delle orazioni che fate per me che sono sempre più bisognoso e per la Congregazione. Ah ! continuatele vi prego e se volete scrivermi, scrivetemi in Orbetello dove vado e partirò giovedì. Esclamate per me e per la povera Congregazione. Gesù la benedica e la faccia santa, ma della santità segreta della Croce. Amen.
Cerro, ai 19 marzo 1754. Indegmo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


9

Sr C G Gandolfi (09) (Rs) L II, 454 -

S.Angelo 4 06 1754

(DCCXLXIX.)

I. C. P.

Ricevei ier sera la sua lettera, ma confesso che non ho lume ; a tale effetto le scrissi da Orbetello che non mi scrivesse più ed ora conosco che scrissi secondo la volontà di Dio e nel leggere questa sua ultima lettera più mi confermo in tal sentimento. Ho avuta certa esperienza dopo aver letta la sua lettera che mi ha fatto toccare con mano che io non devo più intromettermi in materia di direzioni di spirito, a riserva dei nostri Fratelli di Congregazione, verso dei quali sono obbligato di giustizia per la carica che ho sulle spalle. Dio sa quanto volentieri vorrei cooperare - alla perfezione di tutte le anime, ma vedo che Iddio Benedetto non mi dà lume né vuole questo da me, specialmente in materia di direzione di donne ; se Iddio lo vorrà si farà intendere, ora è tempo per me di stare attendendo a momenti l'ultimo mio passaggio alla clemente eternità, vedo che ho perso la salute e ne godo, e vedo altresì che i lumi che qualche anima (parlo anche di lei) ha di me, sono lumi falsi che vengono non dall'alto, ma dalla natura e dalla immaginativa propria. Mi creda che dopo averle scritta l'ultima lettera mi pentii, e se... alla posta, non la mandavo più ; è vero che era piena di s. documenti, ma non importa ; parmi che il Signore non voglia più questo da me e parmi di toccarlo con mano.
Ma per non lasciarla così in secco le dirò per ultimo come Ministro indegnissimo di Gesù Cristo che V. R. esamini bene, se la sua orazione tanto elevata tiene molto domate le passioni dominanti, cioè l'irascibile e la concupiscibile ; esamini se negl'incontri imprevisti lei esercita gran pazienza, gran mansuetudine e vero silenzio dentro e fuori di sé con chi la molesta ; esamini come sta di cognizione del proprio niente e come ama il proprio disprezzo, veda se sta nascosta quanto sia possibile alle creature, senza mai parlar di sé fuori che in accusare le sue imperfezioni e mancamenti, come sta di carità con tutte le sorelle, egualissima verso tutte, soggetta a tutte, pacifica con tutte ; esamini bene tutto ciò ed altro secondo il lume che le darà il Signore. Se l'orazione che dice nella sua produce questi effetti, va benissimo ; se non partorisce questi frutti, sarebbe illusione ed inganno. Conferisca col confessore e si spieghi con brevità di parole, ma sia schietta e candida in mostrare le sue piaghe interiori secondo le occorrenze. Il giusto, dice la S. Scrittura, nel principio accusa se stesso : questo dev'essere il primo punto delle conferenze. Non tralasci mai di pregare per me bisognoso e per la nostra Congregazione e si accerti che io lo farò per lei ; e questo sarà il nostro scrivere. Gesù la benedica e la faccia tanto santa quanto desidera. Amen,
S. Angelo ai 4 giugno 1754. Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.
(Conforme a copia antichissima).


10

Sr C G Gandolfi (l0) (Rs) L II, 456 -

S.Angelo 13 06 1754

(DCCL.)

Iesus

Gli effetti che produce la S. Orazione che la Divina Misericordia le ha compartiti dai S. Esercizi in qua, fanno conoscere chiaro che il suo spirito non cammina per via d'inganno, ma è guidato dal Sovrano Divino Maestro. Io però non ho verun lume e sempre più tocco con mano che non devo intromettermi in tali direzioni. Ho sommo bisogno di orazione, tanto per me che per le necessità della Congregazione. In quanto poi a ciò V. R. mi dice esser la volontà di Dio che io le presti assistenza spirituale colle mie lettere, perché le sono di giovamento ; ed io rispondo che conoscerò essere volontà di Dio che io dia assistenza a lei e ad altre anime, se Sua Divina Maestà mi farà una grazia per cui è molto tempo che prego e fo pregare, altrimenti conosco, come Ministro di Gesù Cristo, che devo starmene sepolto ed attendere a prepararmi alla mia vicina morte ; questo è l'ultimo sentimento che le dico, e gli ultimi miei caratteri che vede, senza tal conoscimento. Mi raccomandi a Dio : e sono in fretta
D. R. V.

S. Angelo ai 13 giugno 175. Suo inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).


11

Sr C G Gandolfi (11) (Rs) L II, 457 -

S.Angelo 16 07 1754

(DCCLI)

I.C.P.

La vostra lettera in data dei 12 del corrente ricevuta ier sera mi dà motivo di ringraziare il nostro buon Dio delle misericordie che continua all'anima vostra. Io non voglio resistere alla SSma Volontà dell'Altissimo e vi posso dire che io non ho altra fame né posso desiderare altro né posso per me chiedere altra grazia se non questa di fare, di essere tutto unito e trasformato per amore nella sempre adorabile Volontà del Padre Celeste e viva mente bramo che il mio cibo sia il far sempre la sua SSma Volontà in mezzo a qualunque pena e travaglio ecc.
Ora veniamo a noi. In questa vostra ultima lettera il povero mio spirito si assicura molto in Dio della vostra condotta e nella riflessione da me fatta delle vostre conferenze seguite gli anni scorsi, nelle quali mi avete scoperto sinceramente tutti i vostri difetti e tentazioni per quanto le misericordie che Dio vi ha compartite, S. D. M. mi ha fatto conoscere che l'opera è tutta sua, onde non vi resta da fare altro che magnificare la Divina Bontà ed essere grati al nostro buon Dio con vivere sacrificati in olocausto, vittime arse, consumate, incenerite nel fuoco della Divina Carità.. Bramo adesso che voi riceviate con spirito di umiltà di cuore e vero annichilamento in Dio questa s. direzione che vi manda il Signore per mezzo di me vilissimo peccatore, e lo fo per ubbidire a Dio che v'ispira dolcemente e fortemente a servirvi di questo vile ed inutile istrumento.
Le comunicazioni che ricevete dall'ineffabile Divina Bontà nell'orazione non sarebbero di Dio se voi poteste spiegarle o capirle. Io dirò dei paradossi, perché li dite anche voi e non se ne può a meno. Si capisce senza capire, s'intende senza intendere e l'anima nelle stupende meraviglie d'amore che Dio opera, se ne sta in una sacra ignoranza, perché tutta assorbita in quella divina caligine di fede purissima e santo amore ecc.
Il timore che avete di perdere Iddio, che nasce dalla cognizione che Dio vi dà della vostra indegnità, è ottimo, purché non vi levi e turbi anche la pace. Or sentitemi, fate così, ricevete con rendimento di grazie la cognizione che il Signore vi da del vostro nulla, della vostra malignità, ma subito come una bambina che teme, fuggite e nascondetevi nell'abisso della Divinità ed ivi riposate senza timore turbativo ; il timor di Dio che è dono dello Spirito Santo, non turba, anzi genera maggior pace e fa che l'anima vedendo la propria miseria e la proclività che ha a fare ogni possibil male, si nasconde sempre più in Dio, fugge con maggior velocità nel seno del Padre Celeste ed ivi riposa. Fatevi sempre più vostre colla fede e col santo amore le pene di Gesù, standovene sempre unita con lui e seco crocifissa, che esso v'insegnerà il modo di fuggire e di nascondervi in Dio in pura fede, nuda e con altissima povertà di spirito. Oh ! quanto ringrazio S. D. M. che vi tenga crocifissa con quel santo timore che mi dite nella vostra lettera, purché sia nel modo detto di sopra. Continuate dunque l'orazione come Dio ve la dà, abbandonandovi sempre più nel divino suo beneplacito, lasciate a lui la cura di tutto, siate fedelissima nello starvene sempre più raccolta in Dio in vera solitudine interiore, astratta da ogni cosa creata, morta a voi stessa e a tutto ciò che non è Dio. Sia sempre la vostra intenzione pura, deifica in tutte le operazioni, unite la vita attiva nei vostri impieghi colla s. contemplazione interna, standovene sempre abissata e persa nell'immenso vostro Dio. Oh perdita felicissima ! oh perdita ricca di ogni bene ! Dio v'insegnerà tutto se lascierete il pensiero di voi stessa e di ogni cosa al Sommo Bene. Voi attendete all'amore santissimo, a vivere vita di amore in Dio senza saperlo e senza gustarlo colla parte inferiore, vivendo secondo la parte superiore dello spirito, che è il santuario in cui si adora il Signore in spirito e verità. Oh quanto vorrei dire ! Ma mi mancano i concetti e ne godo ; anzi il mio maggior compiacimento si è di non poter intendere né spiegare le meraviglie che S. D. M. opera nell'anima fedele, che se le sapessi spiegare io vilissimo, non sarebbero opere dell'Altissimo. O grande Iddio ! O gran Padre ! Ciò basta a tenerci in orazione un'eternità ; che ne dite voi ?
Sento che la vostra salute sempre più se ne va, ma credetemi che io non ho mai conosciuto anima che di proposito attenda alla perfezione ed all'orazione in perfetta salute ; nonostante procurate di mantenere quella poca salute col prendere il cibo e sonno necessario secondo che il Signore permetterà. Catenelle, cilizi e discipline a sangue per ora non sono più per voi, ed avrete lo stesso merito, come se le faceste, anzi più, perché vi è il merito della s. obbedienza che è un gran sacrificio.
Io vi prego e vi prego molto a non lasciare la SS. Comunione. Oh ! figliuola, non lasciate mai questo cibo di vita eterna, e trattenetevi in lunghi ringraziamenti nel modo e forme che vi guiderà lui e v'insegnerà ; offrite questo dolce Salvatore all'Eterno Padre per mezzo di Maria SSma per ottenere grazie per me poverello, specialmente per la nostra Congregazione per ottenere la grazia tanto necessaria dello stabilimento della medesima con i voti solenni, ma esclamate bene secondo Sua Divina Maestà vi farà esclamare ecc. Vorrei che ciò lo faceste nella corrente quaresima di Maria SS. e massime il giorno della SSma Assunta or basta, fatelo ogni giorno, massime nella SS. Comunione. Ora vi do licenza di scrivermi quando volete, cioè quando il Signore v'ispirerà, e se mi scriverete una volta la settimana, se pero conoscete che vi sia il beneplacito di Dio, fatelo pure che lo gradirò in Dio e vi risponderò. Ditemi se vi ha giovato questa lettera e se mi sono spiegato secondo le circostanze del vostro spirito. Gesù vi faccia santa e vi benedica : Amen.

Ritiro di S. Angelo 16 luglio 1754.

Vostro inutil Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme a copia antichissima).



sr Gandolfi