Crisostomo - PRIMA TIMOTEO 703

703 3. Poiché quindi Cristo, afferma l'Apostolo, hapatito per i pagani e io sono stato costituito maestro dei pagani, perché tu non preghi per essi? Qui Paolo, dopo aver detto di sé una cosa degna di fede, a ragione si esprime dicendo: di essa io sono stato fatto banditore; gli apostoli infatti non si facevano affatto carico di questa missione (di conversione) 19. Poi ha aggiunto: maestro dei pagani nella fede e nella verità. Ritorna ancora l'espressione: nella fede, sì, ma non credere che riascoltando nella fede, questa sia un qualcosa di ingannevole, in quanto egli dice anche: nella verità. E se dice: verità, la fede non è menzogna. Vedi come la grazia si diffonde? Mentre per i Giudei questa non era la ragione delle loro preghiere, ora invece la grazia ha esteso il suo potere. Il motivo, dunque, per cui Paolo dichiara di se stesso di essere stato costituito maestro dei pagani, è perché ha voluto indicare che la grazia si era oramai diffusa nel mondo intero.

Dalla bontà del Padre e dalla croce di Cristo la salvezza universale

(L'uomo Cristo Gesù) - dice - che ha dato se stesso in riscatto per tutti 20. Ma come è stato donato dal Padre? Ciò è stato possibile a causa della sua bontà. Che significa: in riscatto per tutti? Egli aveva intenzione di punirli, ma non lo fece; essi stavano per perire, ma per essi donò il suo Figlio e inviò noi come araldi per predicare la croce 21. Ciò era sufficiente ad attirare tutti gli uomini 22 e a manifestare pienamente l'amore di Cristo. Veramente grandi e inenarrabili sono le opere che Dio ha compiuto per noi! Ha immolato se stesso per i nemici, che lo odiavano e lo avversavano. Ciò che nessuno farebbe né per gli amici, né per i figli e né per i fratelli, il Signore l'ha fatto per dei servi; un signore, lui, non come lo sono i servi, ma un Dio per gli uomini, e in più per degli uomini senza alcun merito 23. Infatti, l'evento della salvezza non avrebbe suscitato tanto stupore, se gli uomini ne fossero stati meritevoli e grati; ora, invece, ciò che letteralmente sconvolge la mente, è il fatto che Cristo è morto per degli esseri ingrati e insensati: ciò che gli uomini non fanno per quelli della loro stessa razza, Dio invece lo ha fatto per noi.

Ebbene noi, pur fruendo di un così grande amore, restiamo ancora nel torpore e non amiamo Cristo. Egli ha immolato se stesso per noi, e noi non gli prestiamo alcuna attenzione quando lo vediamo bisognoso del cibo necessario, e non lo visitiamo quando è ammalato e nudo 24. Questo nostro comportamento di quanta ira, di quanto castigo, di quanta geenna è degno! Infatti, se egli non si fosse degnato di assumere nient'altro se non le sole sofferenze umane, e dicesse: ho fame, ho sete, questo non costituirebbe un merito sufficiente per poter attrarre tutti a sé?

Il reale potere della ricchezza... ottusità e insensibilità degli uomini

E invece no: oh, tirannide della ricchezza! O meglio: oh, malvagità di quanti spontaneamente si asservono ad essa! In verità non è la ricchezza ad avere su di noi un grande potere; al contrario, siamo noi ad essere molto deboli e suoi schiavi; siamo noi i miseri, gli attaccati ai beni della terra, i carnali, gli stolti. Sì, il suo potere non è affatto grande! Dimmi: cosa veramente può la ricchezza? (Nulla), solo ottusità e insensibilità! Se il diavolo stesso, demone maledetto, così malvagio e così abile a confondere tutto, non ha nessun potere, quale ne potrà mai avere la ricchezza? Quando vedi l'argento, immagina che sia stagno. Non ci riesci? Ebbene, pensa ciò che esso veramente è: terra, nient'altro che terra!

Questa riflessione neppure ti convince? Pensa allora che noi moriamo; che molti di quelli che possedevano, non hanno tratto dalla ricchezza quasi nessun guadagno; che moltissimi che si crogiolavano in essa, sono divenuti cenere e polvere, e ora soffrono le pene più terribili. Sono, infatti, molto più miseri di quelli che posseggono solo cose di terracotta e di vetro: coloro che dormono in letti d'avorio, spesso sono più infelici di quelli che dormono su di un letamaio! Ma la ricchezza, dirai, gratifica l'occhio. Ci sono molte altre cose di gran lunga più gratificanti: i fiori, la purezza dell'aria, il cielo e il sole dilettano lo sguardo molto di più! Del resto, spesso l'argento diventa così coperto di ruggine, che molti l'hanno detto di colore nero. Ciò infatti consta dalle immagini che sono divenute nere. Invece nel sole, così come nel cielo e negli astri, non vi è nulla di nero. Il particolare piacere poi provato alla vista di fiori così variopinti, dà molta più gioia dello splendore dell'argento.

Dunque, a procurarti piacere non è lo spettacolo offerto da un fiore, ma l'avarizia e l'ingiustizia. Ebbene, è il fiore che diletta l'animo, non l'argento. Getta questo piacere fuori del tuo animo e vedrai che ciò che ti sembrava prezioso è più vile del fango. Getta lontano da te questo vizio! Le persone che hanno la febbre, anche se vedono acqua melmosa, cercano di bere come se si trattasse di acqua pura di fonte; invece quelle che godono di buona salute, spesso l'acqua non la desiderano neppure. Getta via questa malattia, e vedrai le cose così come sono!

La ricerca dei veri valori

Affinché tu comprenda che io non mentisco, ti posso fare l'esempio di molti che hanno agito in questo modo. Spegni il fuoco, e vedrai che l'argento è meno splendido dei fiori. L'oro è bello? Sì; ma è bello per fare l'elemosina; è bello per assistere i poveri e non quando lo impieghi stoltamente; quando è tenuto ben custodito in casa; quando lo si sotterra, o quando serve d'ornamento attorno alle mani, ai piedi e alla testa. Esso è stato trovato non perché noi con esso imprigionassimo l'immagine di Dio, ma perché liberassimo i prigionieri. Da' all'oro questa destinazione: libera chi è prigioniero e non porre catene allo spirito che è libero. Dimmi: perché una cosa di nessun valore tu l'anteponi a tutto? Forse perché, essendo oro, non incatena? Forse perché una più vile materia non incatena? No, è la stessa cosa, indipendentemente dal fatto che si tratti di oro o di ferro! Anzi, l'oro è un carico più molesto del ferro. Ma cosa lo può rendere sopportabile? (L'esatta rappresentazione della)



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OMELIA 8

VOGLIO DUNQUE CHE GLI UOMINI PREGHINO, DOVUNQUE SI TROVINO, ALZANDO AL CIELO MANI SANTE SENZA IRA E SENZA CONTESE. ALLA STESSA MANIERA FACCIANO LE DONNE, CON ABITI DECENTI, ADORNANDOSI DI PUDORE E DI RISERVATEZZA, NON DI TRECCE E DI ORNAMENTI D'ORO, DI PERLE O DI VESTI SONTUOSE, MA DI OPERE BUONE, COME CONVIENE A DONNE CHE FANNO PROFESSIONE DI PIETÀ

(1Tm 2,8-10)

Prima Timoteo 2,8-10

Esortazione su come devono pregare gli uomini
801 1. Cristo dice: Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà apertamente 1. Cosa dice Paolo? Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani sante senza ira e senza contese. Queste sue parole non sono contrarie a quelle di Cristo, lungi da noi questo pensiero, anzi s'accordano benissimo. Perché? In che modo?

Per prima cosa bisogna spiegare che cosa significa: entra nella tua camera e perché mai dà questo comando, se cioè bisogna pregare in ogni luogo, e quindi non in chiesa; e se bisogna pregare in nessun'altra parte della casa, se non solamente nella propria camera. Cosa veramente vuol dire quest'espressione? Con essa Cristo intende insegnarci a fuggire la vanagloria; non dice semplicemente: prega di nascosto, ma segretamente. Allo stesso modo che dicendo: non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra 2, non intende semplicemente parlare delle mani, ma dichiara quanto sia da fuggire la vanagloria 3; così anche qui vuole insegnare la stessa cosa. Cristo, quindi, non ha assegnato alla preghiera un luogo ben preciso, ma ha ordinato soltanto di fuggire in essa la vanagloria. A sua volta Paolo si esprime in questo modo per mettere in risalto la differenza tra la preghiera dei cristiani e quella dei Giudei. Osserva cosa dice: ...dovunque si trovino, alzando al cielo mani sante; ciò che appunto non era consentito ai Giudei. Infatti, non potevano né presentarsi a Dio in un altro luogo, né offrire dei sacrifici e né compiere le loro cerimonie; ma, accorrendo in un solo luogo da ogni parte del mondo, erano obbligati a compiere nel tempio tutte le loro purificazioni.

L'Apostolo invece fa un'esortazione da contrappeso; sicché liberando (noi cristiani) da un siffatto obbligo, afferma che le nostre istituzioni (in materia di preghiera) sono diverse da quelle dei Giudei. Infatti, come ordina di pregare per tutti (per tutti, dice, Cristo è morto; e ancora: per tutti predico questa dottrina); allo stesso modo insegna che è cosa buona pregare dovunque uno si trovi: il problema, dunque, non deve riguardare il luogo, quanto piuttosto il modo di pregare. Insomma egli dice: prega dovunque; dovunque alza mani sante al cielo: ecco ciò che si richiede!

Che significa: mani sante? Significa: pure. E che significa: pure? Non significa: lavate con acqua, ma pure da peccati di avarizia, di uccisioni, di rapine e di percosse. (Gli uomini siano) senza ira e senza contese. Cosa vuol dire? Chi è colui che, pregando, si adira? L'espressione significa: dimenticare le ingiurie ricevute. La mente di chi prega deve essere pura, sgombra da ogni turbamento. Nessuno si accosti a Dio nutrendo verso gli altri sentimenti di inimicizia, di avversione e di contesa.

Ma che significa: senza contesa? Ascolta bene. Non bisogna affatto dubitare di non essere esauditi. Cristo infatti dice: Tutto quello che chiederete con fede, lo otterrete 4; e ancora: Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate 5. Questo è il senso di: senza ira e senza contese. Tu allora obietterai: Ma come farò a credere che otterrò ciò che chiedo? (L'otterrai) a condizione che tu non chieda nulla che sia contrario a ciò che egli è disposto a donarti; nulla che sia indegno di lui, tuo Re; a condizione che tu non chieda nulla di temporale, ma tutto di spirituale; se ti accosti a lui senz'ira; se hai mani pure e sante, e sono sante quelle che elargiscono elemosine.

Se ti accosti a lui in questo modo, allora sarai pienamente esaudito nella tua richiesta. Cristo dice: Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli (darà cose buone a quelli che gliele domandano)6! Per contesa qui Paolo intende il dubbio.

Esortazione su come deve vestire la donna nell'assemblea liturgica

Similmente voglio che anche le donne si accostino a Dio senz'ira, senza contese; abbiano mani sante; non seguano le loro brame, non compiano rapine e non siano avare. Che importanza ha se non è lei in persona a compiere rapine, e intanto le porta a termine per mano di suo marito? In verità Paolo chiede dalle donne qualcosa in più. Quale? L'Apostolo dice: Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e di riservatezza, non di trecce e di ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà.

Di quale abito parla? Di una veste che ricopre tutto il corpo in modo onesto e completo, sì, ma non ricercato: un abito infatti adorna, l'altro è indecente. Cosa dice? (Dice) che essa si reca a pregare Dio e intanto si cinge di ornamenti d'oro. Pensi, o donna, di recarti a un incontro di danza, di venire a una festa nuziale, di partecipare a un fastoso invito? È in questi posti che si è soliti mettere gioielli d'oro, farsi i capelli arricciati, indossare vesti stupende: in chiesa, invece, non c'è affatto bisogno di tutto questo. Sei venuta qui a pregare, a chiedere perdono dei tuoi peccati, a supplicare il Signore di esserti propizio: perché allora ti sei così accuratamente acconciata? In verità non è questo l'abbigliamento di uno che viene per supplicare!

Con quale disposizione interiore potrai gemere, piangere, pregare con fervore, se ti adorni in questa maniera? Anche se piangerai, le tue lacrime susciteranno il riso di quanti ti vedono, in quanto colei che veramente piange non porta con sé gioielli: questa è rappresentazione degna di una scena! Come infatti non può definirsi uno spettacolo teatrale, quando tanta ambiziosa ricercatezza è partita dal profondo stesso dell'animo e giunge fino a versare lacrime? Elimina tutta questa scenografia: non si può irridere Dio! Questi atteggiamenti lasciali ai mimi e ai danzatori che si esibiscono sulle scene, perché a una donna onesta essi non si addicono affatto: (adornati) di pudore e di riservatezza, dice l'Apostolo.

Il comportamento morale che si addice a una donna cristiana

802 2. Non imitare le meretrici: è con questi artifici cheadescano molti amanti. Ma (è altrettanto vero) che spesso in questo modo molte donne hanno destato cattivi sospetti, e da questo loro ricercato abbellimento non hanno ricavato proprio nulla, anzi per la stessa supposta cattiva reputazione hanno danneggiato molte altre. Infatti come un'impudica, sebbene goda fama di persona casta, a causa di questa supposizione, non trarrà alcun profitto quando colui che giudica i reconditi meandri del cuore, un giorno porterà tutto alla luce del sole; così anche una donna casta, se a motivo del suo ricercato abbellirsi offre il destro a farsi ritenere impudica, non ricaverà alcun vantaggio dalla sua pur casta condotta di vita; e molte persone sono state danneggiate a motivo di questa diffusa opinione.

Tu dirai: Che colpa ho io, se uno sospetta di me? Ma sei proprio tu a offrirgli l'occasione con il tuo ricercato abbigliamento, con il tuo sguardo e con le movenze del tuo incedere. Questa è la ragione per cui Paolo ha molto insistito sull'abito e sulla riservatezza femminile. Ora, se egli ha prescritto di eliminare ciò che in fondo costituisce soltanto il segno di una vita opulenta, come l'oro, le perle e i vestiti sontuosi; quanto più porrà al bando ciò che è indice d'affettazione, come l'uso del fard, l'imbellettamento degli occhi, l'incedere provocante, un artefatto tono di voce, uno sguardo lascivo e decisamente impudico, il taglio sofisticato della tunica e della mantellina, una cintura molto eccentrica e dei sandaletti calzanti alla perfezione. Ecco, dunque, a cosa si riferisce l'Apostolo, quando dice: adornandosi di pudore e di riservatezza, giacché tanta ricercatezza è il contrassegno dell'impudenza e della sfacciataggine.

La riservatezza si addice particolarmente alle vergini

Sopportatemi, vi prego, se le mie parole risuonano come rimprovero senza mezzi termini: mi esprimo così non con l'intenzione di colpire (la vostra sensibilità) e neppure di affliggervi, ma solo per allontanare la pecora che non ha proprio nulla a che fare con il gregge. Se Paolo proibisce questa condotta alle donne sposate, a quelle che vivono sfarzosamente e a quelle che abbondano di ricchezze, molto di più ne fa divieto a quelle che hanno abbracciato la verginità. E tu mi dirai: Ma quale vergine si adorna di gioielli d'oro? Chi mai si acconcia i capelli con le trecce? Ebbene, (è risaputo) che l'attrazione suscitata da un abito semplice è così maliosa, che a confronto uno riccamente intessuto è ben poca cosa! Ora, a una donna è possibile rendersi bella più indossando una veste semplice che non un'altra splendida e dorata.

Ad esempio, una tunica color azzurro mare, una cintura che, simile a quella delle danzatrici che si esibiscono sulla scena, circondi la vita con molto garbo, e, senza essere né troppo larga né troppo ristretta ai fianchi, si mantenga in un'equilibrata via di mezzo, creando numerose increspature all'altezza del seno, quest'abbigliamento forse non adesca più di tanti altri confezionati con la seta? Che dire di una calzatura dal fondo nero, ma particolarmente splendente, lavorata sul modello del miglior procedimento tecnico di pittura riscontrabile nei dipinti, e terminante con una punta leggermente alzata? Che dire del fatto che se pure non ti abbellisci il viso con il fard, tuttavia lo pulisci con estrema cura e studiata lentezza, e che dalla fronte fai scendere un velo molto più bianco della faccia e nella parte superiore poni una mantellina, sì che il nero acquisti più lucentezza sul fondo bianco?

Cosa uno dovrebbe dire del continuo e irrefrenabile movimento degli occhi, della legatura che ora è tenuta ben nascosta e ora è visibilmente scoperta all'altezza della fascia pettorale? Sì, spesso lasciano scoperta questa parte in modo da mostrarne l'accurata bellezza, quando con la mantellina si avvolgono completamente la testa. Poi, sul modello degli attori tragici, esse inguantano le mani con tanta cura, da indurre a credere che queste siano a stento spuntate. Cosa diresti del loro incedere? Cosa di tutti gli altri espedienti MALIZIOSAMENTI ESCOGITATI, CHE, SU su coloro che guardano ammirati, esercitano un potere più seducente di tutto l'oro messo assieme?

Carissimi, temiamo di non udire anche noi le parole che il profeta rivolgeva alle donne dei Giudei, così attente nella cura dell'abbigliamento esteriore, quando appunto diceva loro: Per cintura tu porterai una corda e per ornamento del tuo capo avrai la calvizie 7. Sì, questi artifici attraggono più di ogni ornamento d'oro, così come mille altri espedienti sapientemente escogitati per attirare su di sé con l'atteggiamento esteriore gli occhi di quanti guardano. Questo non è affatto un peccato leggero, anzi è gravissimo: è tale da provocare l'ira di Dio e mandare in completa rovina tutti i sacrifici che lo stato verginale impone.

Lo sposo delle vergini è Cristo. La condotta di vita degna di una vergine

803 3. Tu hai Cristo come sposo. Perché allora vuoi attirare l'amore degli uomini? Cristo un giorno ti condannerà come adultera. Perché non ti adorni di quella bellezza che a lui piace? A lui stanno a cuore la riservatezza, la castità, la costumatezza e la decenza dell'abbigliamento. Quest'ultimo, poi, è contaminato da impurità e da turpitudine. Ormai non distinguiamo più le meretrici dalle vergini! Vedi in quale stato di indecenzaqueste sono cadute! È necessario quindi che la vergine non ponga nessuna cura nell'ornamento; che si vesta così, semplicemente e senza alcuna recondita intenzione. Le altre donne, invece, non sanno più che altro escogitare pur di apparire ben acconciate esteriormente.

Smettila, o donna, con questa follia. Tutta quest'attenzione trasferiscila alla tua anima, all'ornamento del tuo mondo interiore, perché la bellezza che si ferma all'esterno impedisce all'interno di divenire bello. Chi infatti si preoccupa di abbellire l'aspetto esteriore, trascura quello interiore; e viceversa: chi non tiene in alcun conto l'esteriore, trasferisce ogni attenzione all'interiore. Perciò, o donna, non dire: Ahimè, indosso una veste logora, calzo dei comuni sandali e porto un velo da quattro soldi! Che ornamento è mai questo? Non disprezzare te stessa!

A renderti bella, come ho già detto, sarà proprio que-st'abbigliamento e non l'altro; (presenterai un aspetto più adorno) con delle vesti sdrucite che non con quelle finemente lavorate, aderenti al corpo, artatamente modellate per presentare un aspetto impudico e luminosamente splendide. Ora, se tu a me puoi dire di vestire miseramente, cosa invece dirai a Dio che conosce perfettamente la vera intenzione per la quale agisci in questo modo? Lo fai forse per prostituirti? (No). E allora a quale scopo? Forse per attirare su di te l'ammirazione degli altri? Ma non ti vergogni, non arrossisci se con questi espedienti ti proponi di suscitare l'ammirazione? Tu di rincalzo mi dirai: Ma io mi vesto così solo per amore di semplicità e non per altro motivo. Se tu dici la verità, Dio lo sa bene! Vuoi forse spiegare a me le ragioni di questo tuo comportamento? No, le porgerai a colui che è presente a tutte le nostre azioni e un giorno le esaminerà; a colui al quale ogni nostro atto è sempre manifesto e privo di qualsiasi infingimento. Ecco, io ora vi dico queste cose, affinché un giorno non siate sottoposte a un terribile rendimento di conto! Temo che egli vi possa rivolgere lo stesso rimprovero già fatto alle donne dei Giudei per bocca del profeta: Incedevano per mostrarsi lascive ai miei occhi, eseguendo nel contempo scherzosi passi di danza 8.

Viva esortazione alle vergini consacrate

Voi (o vergini) avete ingaggiato una dura battaglia, dove c'è bisogno di lotta e non di abbellimento, di pugni e non di pose rammollite. Non vedete i lottatori e i pugili? Forse che essi si preoccupano del modo di camminare e di vestire? Niente affatto; anzi, trascurando completamente tutte queste cose e indossando un mantello imbevuto d'olio, hanno di mira quest'unico e solo obiettivo: colpire e non essere colpiti. E mentre il diavolo sta sempre con i denti digrignati, cercando di abbattervi con ogni mezzo, possibile che voi persistiate a mostrarvi preoccupate della vostra diabolica acconciatura? Ma a questo punto non intendo più parlare né del sofisticato tono di voce assunto, né di come molte si studiano di acquisirlo e neppure degli altri mille espedienti di mollizia escogitati.

Ecco perché siete oggetto di derisione da parte delle donne del mondo. Il sacro rispetto dovuto alle vergini è svanito! Anzi, dal momento che esse stesse hanno agito in modo da non essere più onorate, nessuno più le tiene in alta considerazione, cosa che invece non si sarebbe dovuta verificare. Al contrario, forse non bisognava che esse fossero venerate nella Chiesa di Dio quasi come donne cadute dal cielo? E intanto oggi, mentre le vergini sono oggetto di disprezzo, le donne del mondo invece riscuotono successo grazie ad esse, e non mi riferisco a quelle che vivono rettamente. Infatti (o vergine) quando una donna che ha marito, dei figli e una casa da dirigere, ti vedrà intenta a inseguire più di lei le futili bellezze del mondo, mentre tu dovresti essere crocifissa al mondo, come potrà non irriderti, come non disprezzarti? Vedi quanta cura, quanta sollecitudine? Ebbene, proprio con la semplicità del tuo vestito e con l'esasperata preoccupazione di farti bella, finisci per superare colei che indossa abiti stupendi e si cinge di gioielli preziosi! Tu non cerchi ciò che ti si addice, ma insegui ciò che per te è sconveniente; e intanto sarebbe necessario che tu cominciassi a compiere opere buone. Il motivo per cui le vergini sono meno rispettate delle donne che



900

OMELIA 9

LA DONNA IMPARI IN SILENZIO, CON TUTTA SOTTOMISSIONE. NON CONCEDO A NESSUNA DONNA DI INSEGNARE, NÉ DI DETTARE LEGGE ALL'UOMO; PIUTTOSTO SE NE STIA IN ATTEGGIAMENTO TRANQUILLO. PERCHÉ PRIMA È STATO FORMATO ADAMO E POI EVA; E NON FU ADAMO A ESSERE INGANNATO, MA FU LA DONNA CHE, INGANNATA, SI RESE COLPEVOLE DI TRASGRESSIONE. ELLA POTRÀ ESSERE SALVATA PARTORENDO FIGLI, A CONDIZIONE DI PERSEVERARE NELLA FEDE, NELLA CARITÀ E NELLA SANTIFICAZIONE , CON MODESTIA

(1Tm 2,11-15)

Prima Timoteo 2,11-15

Il comportamento delle donne nell'assemblea liturgica. La donna deve stare zitta in chiesa

901 1. Il beato Paolo esige dalla donna un comportamento riservato e una grande modestia 1. Per questa ragione egli spinge la sua esortazione non solo sull'abito da indossare e sul decente comportamento da tenere, ma anche a riguardo del parlare. E cosa dice? La donna impari in silenzio, la donna cioè stia zitta in chiesa 2. Un precetto, questo, che egli già aveva rivolto ad esse nella lettera inviata ai Corinti: È sconveniente per una donna parlare in assemblea 3. Per quale motivo? Perché - dice - lo ha prescritto la legge 4. E aggiunge: Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti 5. Ma, mentre allora le donne certamente obbedivano a quest'ordine e tacevano, oggi invece esse fanno un grande schiamazzo, vociando e parlando ininterrottamente, e in chiesa più che altrove. Infatti sono così tante a parlare, che tutte insieme non le vedresti né in piazza e neppure nei bagni pubblici. E come sembra che esse vengano in chiesa unicamente per potersi permettere di parlare liberamente, così tutte non fanno che discutere di questioni inutili, e qui la confusione regna dovunque. Non si rendono per niente conto che non possono apprendere alcunché di utile se non stanno calme e tranquille. Del resto, quale utilità si può trarre, se tutti siamo ansiosi di discutere e non prestiamo attenzione a ciò che si dice? Paolo quindi prescrive che la donna stia in silenzio, senza parlare in chiesa non solo di cose temporali ma neanche di quelle spirituali. Questo silenzio e questa modestia l'abbelliranno più di qualsiasi altro ornamento: se manterrà se stessa così riservata, riuscirà anche a pregare nella maniera più bella possibile.

La donna non deve insegnare in chiesa. La colpa originale

Dice l'Apostolo: Non concedo a nessuna donna di insegnare.

Quali conseguenze comporta questo precetto? Molte. Paolo ha parlato del silenzio, della riservatezza e della decenza femminile; e ora dice: Non voglio che esse parlino. Più chiaramente: Se voglio togliere ad esse ogni occasione buona per poter interloquire, ne consegue che esse non devono neanche insegnare, ma occupare il posto di discenti. Così, osservando il silenzio, esse dimostreranno la loro sottomissione. Poiché il sesso femminile è loquace, per questo Paolo ricorre a un mezzo per tenerlo a freno.

Perché - dice - prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo a essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Che significa ciò per le donne d'oggi? Significa molto, e cioè che il sesso maschile gode di maggior onore, giacché l'uomo è stato creato per primo. L'Apostolo ha indicato questo primato anche altrove, dicendo: ...né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo 6. Perché si esprime così? Perché vuole assegnare all'uomo la superiorità. Un primato, dice, che spetta all'uomo per due motivi: primo, perché esso è fondato sull'ordine della creazione; secondo, a motivo dei fatti accaduti.

Una sola volta la donna ha voluto fare da maestra all'uomo e ha sovvertito tutto l'ordine prestabilito, in quanto ha posto l'uomo nella condizione di disobbedire. Dio, quindi, ha voluto che fosse sottomessa proprio perché ella ha fatto un cattivo uso del suo potere, o meglio della sua parità con l'uomo: Verso il tuo uomo sarà il tuo istinto (ma egli ti dominerà) 7. All'atto della sua creazione Dio non si era espresso così. Tu obietterai: Ma Paolo come può dire: non fu Adamo a essere ingannato? Se veramente non fosse stato ingannato, egli non avrebbe commesso nessuna colpa di disobbedienza a Dio. Segui allora con molta attenzione (il ragionamento). La donna dice: Il serpente mi ha ingannata 8; Adamo invece non dice: La donna mi ha ingannato, ma: (La donna che tu mi hai posto accanto) mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato 9. Ora, poiché lasciarsi ingannare da un essere simile a te e della tua natura non è la stessa cosa che (permetterlo) a un animale, che è schiavo e sottoposto a te, quello della donna è stato un vero e proprio inganno. Ecco quindi la ragione per cui l'Apostolo dice che, a confronto con la donna, non è stato l'uomo a essere ingannato, giacché mentre lei si è lasciata ingannare da un essere schiavo e soggetto, l'uomo invece da uno pienamente libero (la donna). E ancora, le parole: vide che l'albero era buono da mangiare 10 non sono state rivolte all'uomo, ma alla donna, in quanto è stata lei a mangiare il frutto e a darlo all'uomo. Costui, dunque, ha violato l'ordine di Dio non perché schiavo del desiderio del frutto, ma semplicemente perché si è lasciato convincere dalla donna.

Una sola volta, ripeto, la donna ha voluto fare da maestra all'uomo e ha sovvertito tutto l'ordine prestabilito; perciò Paolo dice: Non concedo a nessuna donna di insegnare. (Tu osserverai): Ma se a fare questo è stata la prima donna, perché coinvolgere tutte le altre donne? E invece, ti rispondo, è una cosa che riguarda loro molto da vicino, giacché ad essere debole e incline alla leggerezza è il sesso femminile (non questa o quella donna). In altri termini, oggetto del discorso di Paolo è il sesso femminile inteso nella sua globalità. Egli infatti non ha detto: ma fu Eva che, ingannata..., bensì: fu la donna...; ora, questo termine indica più l'appartenenza a un medesimo sesso che non l'esatta specificazione di una donna. Cosa? Ciò significa che tutto il sesso femminile è colpevole di trasgressione a causa della sola Eva? Ebbene l'Apostolo, come di Adamo ha detto: (...con una trasgressione) simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire 11, così qui afferma che la colpa della trasgressione è del sesso femminile e non di quello maschile. Cosa intende dire? Forse che la donna non ha nessuna possibilità di salvezza? No, dice, ce l'ha. Ma come? Grazie ai suoi figli. Infatti, a differenza di Eva, ha detto che (ella potrà essere salvata) a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia. Ma in quale fede, in quale carità, in quale santificazione, conmodestia? È come se l'Apostolo avesse detto: O donne, non siate afflitte per l'incriminazione a cui è sottoposto il vostro sesso, dal momento che Dio vi ha donato un'altra occasione di salvezza: l'educazione dei vostri figli. Ciò significa che voi potete ottenere la salvezza non solo per mezzo di voi stesse, ma anche per mezzo di altri.

Vedi allora quante questioni emergono da uno stesso argomento? Paolo dice: ...ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Chi? Eva. Dunque, a salvarsi sarà costei mediante la procreazione dei figli? L'Apostolo non intende questo, ma afferma che a salvarsi sarà l'intero sesso femminile. Quindi, è l'intera natura femminile che si è resa colpevole di trasgressione? Sì, anch'essa; ma se la colpa della trasgressione è della sola Eva, tutte le donne invece potranno salvarsi partorendo figli. Bene; ma perché non lo possono direttamente esse stesse di virtù propria? Forse che Eva ha precluso loro questa possibilità? In questo caso che dire delle vergini, delle sterili, delle vedove che hanno perduto i propri mariti prima di partorire? Sono perciò rovinate? Non hanno alcuna speranza? E intanto le donne vergini sono quelle che, tra tutte, riscuotono una stima tutta particolare! Insomma, che cosa vuole dire Paolo?

La procreazione e l'educazione dei figli: un onere gravoso per una paternità e una maternità veramente responsabili

902 2. Alcuni ritengono che, come tutto il sessofemminile a partire dalla sua creazione è stato subordinato a causa di ciò che è accaduto alla prima donna, così, poiché questa ha trasgredito, anche tutto il sesso femminile è stato coinvolto nella medesima trasgressione. Più precisamente, costoro sostengono la tesi secondo la quale, poiché Eva è stata formata da Dio in un secondo momento e quindi è stata subordinata, anche tutte le altre donne hanno commesso la trasgressione. In verità, la questione non è in questi termini. Infatti, mentre là tutto è avvenuto per dono di Dio, qui invece tutto dipende dalla colpa della donna 12.

In altre parole, ciò che l'Apostolo dice è questo: come tutti gli uomini morirono a causa di uno solo, di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire (Rom. 5, 12-14).

poiché uno solo commise il peccato, così tutto il sesso femminile è caduto nella trasgressione, perché a trasgredire è stata una donna 13. Il sesso femminile, comunque, non ne faccia un oggetto di afflizione, dal momento che Dio gli ha donato un conforto ben più grande: quello di generare dei figli 14. A questo punto osserverai: Ma il partorire è proprio della natura femminile. Sì, è vero; ma non concerne solamente la natura, bensì chiama in causa anche l'onere dell'educazione dei figli. (Paolo infatti dice): a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia. E ciò significa: a condizione che le donne, dopo aver generato i figli, sappiano custodirli in purezza di vita. Ciò costituirà per esse una ricompensa tutt'altro che piccola; anzi, sarà grandissima, dal momento che alleveranno degli atleti per Cristo 15. La santificazione di cui l'Apostolo parla consiste, quindi, nel tenere una condotta di vita retta, sobria e onesta.


Crisostomo - PRIMA TIMOTEO 703