Gemma a Mons Volpi 74

lettera 75

A Mons. Volpi, L 69: febbraio 1901

75
Febbraio 1901

Monsignore,

Mi perdoni se vengo ad importunarlo anche in tempo dei S. Esercizi; ma non sono io che lo voglio: è Gesù che lo desidera che lo importuni. A tutte le preghiere che ogni giorno innalza a Gesù in questo tempo, lo prego aggiungerne una, ed è quella di chiedere lume a Gesù sopra la Fondazione del nuovo Monastero delle Passioniste. Gesù ha promesso a me stamattina di darglielo, e Lei stia attento. Gesù vuole che avanti il mese di Settembre sia fatta questa Fondazione, e «Guai - mi ha detto tante volte - a chi ci si opporrà!». In questi S. Esercizi spero che Gesù farà a Lei conoscere le cose come le desidera.
Non avrei voluto scrivergli, ma Gesù stamattina due cose mi ha ordinate: Prima, di scrivere a Lei che avanti il mese di Settembre deve essere fatto il monastero di Passioniste, che Lei si adoperi e faccia tutto. Seconda, che [io] cominci a scrivere la mia Confessione, come la desidera P. Germano. Monsignore, (lo prego) faccia quello che Gesù gli dirà, senza dar retta alla mia testa.
Mi benedica, e lo prego non dimenticarmi in questi santi giorni.
Sono la povera

Gemma.





lettera 76

A Mons. Volpi, L 73: aprile 1901

76
Aprile 1901
Monsignore,

Stia a sentire: io le cose gliele dico ora, perché quando vengo a confessarmi, a dirle in confessionario mi vergogno, e non saprei spiegarmi. Non mi gridi; se poi Lei non vorrà, allora gliele dirò a voce.
Le solite cose prima e dopo la Comunione mi accadono sempre, anzi ora più forti e più frequenti; faccio di tutto per distrarmi, ma proprio non mi riesce. Ieri notte e stanotte, pensando a prepararmi alla Comunione, mi sono sentita venir meno e muoversi il cuore. Ieri sera poi, avanti di andare a cena, feci alcune preghiere, tra le quali questa giaculatoria: «Fate, o Signore, che da questa parca mensa passi a godere la vostra cena immensa». Mi fermai pochi minuti a considerarla, e lì pure mi sentii spinta a Gesù, e il cuore mi si mosse. E così mi accade ogni volta che penso a Gesù, in particolare quando mi sembra o che Gesù m'inviti a riceverlo, o quando, come mi pare che mi dica spesso, che Esso viene per riposarsi nel mio cuore.
Queste cose, che crede? mi sembrano impossibili anche a me, come sembrano a Lei; perché, che Gesù voglia venire nel mio cuore, dove Lei lo sa che cosa ci sta, e di più che cosa ci è stato per il passato, è proprio cosa impossibile. Io non so che fare: faccio di tutto per distrarmi, e recare meno noia che posso alla Sig.ra Cecilia; fino a che posso, non la cerco; quando sento il cuore però che mi pare che voglia scoppiarmi, allora la cerco.
Mi raccomando a Lei, Monsignore: non mi contenda su queste cose. Io non so che fare: vorrei esser buona e altro; ma mi prendono, anzi delle volte sono costretta ad inquietarmi con Gesù e dire: «Vedete, Gesù mio, se Voi vi foste dimostrato meno amabile con me, e se non mi aveste fatto conoscere che mi volete tanto bene, io vi avrei amato meno; avete fatto così, io ora non posso stare senza di Voi»; e tante altre cose, che mi vengono dette a Gesù.
Mi scusi se l'ho disturbato, ma mi aiuti; io vo' essere buona.
Mi benedica: la povera

Gemma.

Oggi disse che venissi a confessarmi, è vero?








lettera 77

A Mons. Volpi, L 75: maggio 1901

77
Maggio 1901
Monsignore,

Pregai Gesù che mi levasse certe cose dalla testa, e Gesù infatti ieri sera mi fece addormentare, e mi promise di levarmi tutto; fino Lui si ritirò, e quando mi fui svegliata, ero sola sola. Ma Gesù, prima di andar via, mi consolò e mi disse: «Non ti affliggere: se io fingo di abbandonarti, non credere che sia un castigo, ma è una mia invenzione per staccarti affatto dalle creature ed unirti a Me. Se ti parrà che io ti discacci, allora invece ti stringerò più forte; quando ti parrò lontano, sarò più vicino. Fatti coraggio, ché dopo la battaglia viene la pace. Figlia mia, fedeltà e amore ti bisognano. Abbi ora dunque pazienza, se ti lascio sola; soffri, rassegnati, consolati. Non fare come certe anime, che affezionate alle consolazioni ed ai gusti spirituali, poco vogliono bene alla croce; trovandosi nell'aridità di spirito, vanno a poco a poco diminuendo le preghiere, perché non trovano più in quelle le consolazioni che un tempo provarono. Tu invece fai così: unisci le tue pene alle mie, ricevi come un benefizio grande quello che ti ho tolto, abbraccia allegramente questa croce, se mi vuoi compiacere. Ecco il tempo, figlia mia, di praticare grandi virtù».
Quando ebbe detto così, Gesù mi disse che dicessi a Lei che si ricordasse queste parole: «Gesù, quando vuole innalzare un'anima, prima l'umilia tanto. Ora tocca a te ad essere umiliata (me lo diceva a me); dopo poi, quando sarà tempo, saranno umiliati gli altri». Andò via subito Gesù, e ora eccomi sola; che farò? Mi metta in convento.
Gli chiedo la sua Benedizione e preghi per la povera Gemma








lettera 78

A Mons. Volpi, L 76: 26 luglio 1901

78
26 Luglio 1901.
Monsignore,

È contento che, già che c'è il P. Provinciale, mi confessi da Lui, e faccia anche la Confessione generale per prendere il Giubileo? Se Lei è contento, contenta lo farò; se poi non vuole, io sono contenta in ogni modo. Mi fa la carità di darmi una risposta?
Mi benedica ogni momento e sono la povera

Gemma.








lettera 79

A Mons. Volpi, L 77: ultimi luglio 1901

79
Ultimi di luglio 1901
Monsignore,

Ieri sera dimandai a Gesù se fosse stato contento che Lei parlasse con Monsignor Arcivescovo. Gesù mi rispose che vuole che non ne parli con Lui; mi promise che oggi mi avrebbe detto le cose per bene, e come Lei deve fare; perché ieri a Gesù gli parlai sempre del P. Provinciale, perché erano cose che gli ci volevano subito.
Oggi Gesù mi dice tutto, ed allora glielo scrivo subito.
Gli domando la sua benedizione, e preghi Gesù per la povera

Gemma.






lettera 80

A Mons. Volpi, L 78: ultimi luglio 1901

80
Ultimi di luglio 1901
Monsignore,

Oggi nell'ora di guardia, mi è parso di aver veduto Gesù in forma di Bambino; mi è venuto sulle ginocchia, mi stringeva forte, e mi dimandava che cosa desiderassi più di tutto nel mondo. Gli ho risposto: Amare tanto tanto Lui, e andare in convento. Gli ho domandato le cose che mi aveva detto Lei; mi ha risposto che all'Arcivescovo può accennargli qualche cosa, ma poco; mi ha detto anche che dicessi a Lei, che si occupi subito di mettermi Passionista, perché Lei a questa cosa non ci pensa neppure: «Digli che ci pensi subito, se no lo castigo; io ti voglio Passionista (diceva Gesù), non ho più nessun segno da darti per farglielo conoscere chiaro». Io ho detto a Gesù che glielo avrei detto, ma Lei mi pare che non ci creda. Gesù mi ha risposto, che Lei invece ci crede che è proprio Gesù; mi ha ripetuto tante volte che pensi subito, perché impedisce a Gesù di fare ciò che vuole, trattiene la sua grazia (qui non ho capito bene). Gesù è contento che vada in un altro convento nel tempo che devo star fuori, ma come sarebbe contento se subito andassi Passionista! Me lo ha ripetuto tante volte che dica a Lei che ci pensi, che se farà questo Gesù lo consolerà; se poi non fa questo, Gesù lo castiga.
Io ho detto questo a Lei, perché me lo ha comandato Gesù, ma non ci creda, perché è la mia testa matta.
Le chiedo la sua Benedizione e preghi tanto per la povera

Gemma.








lettera 81

A Mons. Volpi, L 81: fine marzo 1902

81
Verso la fine di marzo 1902
Monsignore,

Mi perdoni tanto se gli dico una cosa. Io so bene che è fantasia e non vorrei confondermici, ma Gesù mi sembra che mi comandi di dirgliela, e non trovo pace né notte né giorno. Intendo di dirgliela in confessione. Quando fui uscita di convento, avevo pregato Gesù che non mi facesse più succedere quelle cose, e io avevo promesso a Gesù di farmi tanta violenza e vincere. Faticai... tanto. Dopo la SS. Comunione dimandai a Gesù, come mai la violenza che mi facevo in convento (benché ci soffrissi) mi riusciva dolce, e quella di fuori mi riusciva difficile e amara? Gesù mi sembrò che mi rispondesse! «Perché quella di convento era sorretta dall'ubbidienza di P. G. [= Germano]». Allora soggiunsi io: «e di Monsignore». E Gesù di nuovo: «No, - mi disse - Monsignore non ha fatto nessun precetto di Obbedienza».
Mi perdoni, non mi gridi; io non ci credo, perché so che la mia fantasia è capace di tutto. Mi benedica e sono la povera
Gemma







lettera 82

A Mons. Volpi, L 80: 1901

82 1901

Monsignore,

E bene, ecco di nuovo tornata bene come prima la povera Gemma; ma senta: a me mi pare che Gesù in questo momento mi dica che questo sia l'ultimo comando. Non sa forse che Gesù è un anno e più che aspetta di sfogarsi con me? Glielo dissi l'altra sera. Io sono la vittima, Gesù è e deve essere il mio sacrificatore. Gesù non gli pare forse che non possa più aspettare? A me par di no. Avesse sentito quanto ho goduto e sofferto insieme da Venerdì a ora! Mi prendevano certe strette (dico così perché non so come dire), ma assai forte; mi pareva che l'anima mi uscisse dal corpo, e mi par cosa proprio curiosa, se veramente in 3 o 4 volte che le ho avute, il cuore non mi sia sortito dal posto, o staccato. Dopo che era accaduto tutto questo, mi sentivo come consumare adagio adagio: in quelle strette era il dolore, e quando sentivo consumarmi, era il contento. Avesse sentito che dolcezza che sentivo in quel momento! Non mi so spiegare.
Senta, Gesù mi pare che per l'ultima volta mi dia questo avviso, ma per Lei: faccia presto a nascondermi, perché mi pare che Gesù non ne possa proprio più.
Quanto poi mi sono mostrata sciocca e debole! Mi aspetto parecchi rimproveri da Gesù per questo.
Mi benedica, e preghi tanto per la povera

Gemma.

Io in ogni modo sono contenta. Mi permette, è vero, che quando la Sig.ra Cecilia lo dice, vada da Suor Maria?
Io sono contenta in ogni modo, e se Gesù davvero volesse il sacrifizio della vita, io glielo faccio subito; se ne volesse altri, son pronta: mi basta solo di essere sua vittima e presto, per scontare i miei innumerevoli peccati e quelli di tutto il mondo (se mi riuscisse).
Quanti lamenti, neanche in tre giorni! Avesse veduto che lavori! avevo paura fino a rimaner sola.
Se crede, ci mando a dire a P. G. [= Germano] che mi mandi a prendere?







lettera 83

A Mons. Volpi, L 64: dicembre 1900

83 Dicembre 1900

Monsignore,
Non posso stare contenta perché ho paura di morire e di andare all'inferno per quel peccato. Ho fatto subito la penitenza, ma anch'ora pare che Gesù non mi voglia più bene.
Ho detto quella cosa alla Sig.ra Cecilia; lo prego anche Lei a dirgli che sospenda, perché prima di tutto per quello che ho già detto e poi per una cosa anche più grossa che dimattina gliela dico, ma è grossa.
Ma però Gesù vuole che quel giorno o quella sera ci sia anche Lei, che è più che necessario che Lei ci sia. Le cose le dirò meglio di mattina, però oggi non faccia nulla,
Mi benedica

Gemma

E poi non sarei in istato di farmi vedere perché... lo dirò domattina.






lettera 84

A Mons. Volpi, L 83: primi mesi 1903

84
Primi mesi 1903

Monsignore,
Venga presto: il demonio me ne fa di tutte le specie; sono inquieta. Venga presto: ho paura, ho da parlargli a lungo.
Mi benedica: sono la povera

Gemma.

Mi aiuti a salvarmi l'anima, ché ho paura di essere nelle mani del diavolo.
Sarà fantasia, ma è già due volte che sento in me un impulso che presto dovrò morire, e vorrei riformare la mia vita.










lettera 85

A Mons. Volpi, L 79: settembre 1901

85 lettera 67Aspetta la visita del P. Germano, e poi andrà da Gesù.

Monsignore Settembre 1901

Settembre 1901
Senta, lesto facciamo così se crede, verrà P, Germano, e poi anderò con Gesù, è contento? Se potessi esprimermi, non posso, non mi so spiegare. Mi benedica sono la povera

Gemma
Ancora così? Sono in ogni modo contenta.





lettera 86

A Mons. Volpi, L 84: ultime

86 Monsignore,
Oggi dovrei andarmi a confessare. È contento che vada dall'Antoni?
Mi benedica e sono la povera

Gemma





lettera 87

A Mons. Volpi, L 84: ultime

87 Monsignore,
Monsignore, verrà la Sig.ra Cecilia. Mi raccomando di dirle: «Di non farla mangiare» perché non mi crede, la povera Gemma.
Mi benedica. La povera

Gemma

Mi raccomando: non lo faccia. Ci pensi Gesù, io le forze ce le metto tutte, ma .... Dunque ce le metto tutte, allora Gesù...








lettera 88

A Mons. Volpi, L 84: ultime

88 Monsignore,
Dovevo scrivergli prima, ma prima non ho potuto. Non temo il suo invito, farò la sua obbedienza, con gran, sì, fatica la farò! E che farò se dopo piangerò? Ma Gesù riderà e io non lo farò più piangere.
La Comunione certo è tutta la mia felicità sulla terra; la mia felicità: vivere Gesù, starmene con Gesù, ripetere con Gesù.
Ma una cosa, Monsignore, le devo dire: tre giorni di latte al giorno, allora come mi sento, sempre a piangere. O piangere, o piangere di..., di miseria, e di speme o di noia, di pena.
Mi pensi e sono la sua, la povera

Gemma
Quando ne prendevo, mi scioglieva il corpo, l'altra, l'ultima volta...
È contento che la zia mandi alla tipografia a prendere dei libri da leggere?
























































Gemma a Mons Volpi 74