Diario 17

Sabato 4 Agosto

17 Mirabile apparizione di Maria SS.ma Addolorata.

Eccomi a Sabato: è il giorno a me destinato per vedere la Mamma mia, ma che dovrò sperare?
Infine son giunta anche a stasera. Mi metto per recitate la corona dei Dolori; sul primo mi ero abbandonata, vale a dire ero rimessa al volere di Dio, di passare anche quel Sabato senza vedere la Madonna dei Dolori; ma [a] Gesù gli bastò l'offerta del sacrifizio e mi contentò. Non so a che punto della corona, mi sentii raccogliere internamente; al raccoglimento, come sempre, successe ben presto che mi andò via il.capo, e senza avvedermene mi trovai dinanzi (a me mi parve).alla Madonna dei Dolori.
Al primo vederla, mi fece un po' di paura; feci di tutto per assicurarmi se veramente era la Mamma di Gesù: mi dette ogni segno per accertarmi. Dopo qualche momento, mi sentii tutta contenta; ma fu tanta la commozione che mi prese nel vedermi così piccola davanti a Lei, e tanta la contentezza, che non potei pronunziare parola, altro che ripetutamente il nome di mamma.
Lei mi guardava fissa fissa, rideva, si avvicinò per accarezzarmi, e mi diceva che mi calmassi. Ma sì, la contentezza e la commozione mi crescevano, e Lei forse temendo che mi facesse male (come altre volte mi è accaduto; anzi una volta, e non l'ho anche notato, per la gran consolazione che provai nel rivedere Gesù, il cuore mi cominciò a battere con tanta forza, che fui costretta, per ordine del proprio Confessore, a mettermi in quel punto una fascia strinta strinta) , mi lasciò, dicendomi che mi andassi a riposare. Obbedii prontamente: in un secondo fui a letto e non tardò a venire; allora mi quietai.
+ Bisogna ancora che dica, che al primo veder queste cose, queste figure (che certamente potrei essere ingannata), mi sento presa subito da paura; alla paura succede ben presto la gioia. In ogni modo che sia questo, è ciò che provo io. Gli parlai di alcune mie cose, la principale però fu quella che mi conducesse con Lei in Paradiso; questa più volte gliela dissi. Mi rispose: «Figlia, devi ancora soffrire». «Soffrirò lassù - volevo dire -, in Paradiso». «E no, - soggiungeva - in Paradiso non si soffre più; ma ti condurrò ben presto», mi diceva.
Era presso al letto, era tanto bella, non potevo saziarmi di contemplarla. Le raccomandai il mio peccatore; allora sorrise: fu buon segno... Le raccomandai ancora parecchie persone a me tanto care, in particolare quelle con le quali ho un grosso dovere di riconoscenza. E questo dovevo farlo ancora per ordine del Confessore, che l'ultima volta mi pregò di raccomandarle caldamente a M. SS. dei Dolori, dicendomi che io non posso far niente per esse, ma la Madonna supplisca per me, conceda loro ogni grazia.
Temevo che da un momento all'altro mi lasciasse, e per questo la chiamavo più volte, e dicevo che mi conducesse con Lei. La sua presenza mi fece dimenticare il mio protettore Confratel Gabriele. Gli chiesi di Lui, come mai non l'aveva portato; mi disse: «Perché Confratel Gabriele esige da te obbedienza più esatta». Aveva da dirmi una cosa per P. Germano; a quest'ultime parole non mi rispose.
Mentre parlavamo insieme, che mi teneva sempre per la mano, me la lasciò; io non volevo che andasse, ero quasi per piangere, e allora mi disse: «Figlia mia, ora basta; Gesù vuole questo sacrifizio da te, per ora conviene che ti lasci». Le sue parole mi misero in quiete; risposi tranquillamente: «Ebbene, il sacrifizio è fatto». Mi lasciò. Chi potrebbe descrivere al minuto quanto sia bella, quanto cara la Madre Celeste? No, non vi è paragone al certo. Quando avrò la fortuna di rivederla di nuovo?


Domenica 5 Agosto

18 Gesù le fa intendere esser sua volontà che ella mediti sempre sulla Passione.

Oggi Domenica ho pregato l'Angelo Custode, se mi faceva la grazia di andare [a] dire a Gesù che allora la meditazione non l'avrei potuta fare, perché non mi sentivo bene; l'avrei fatta la sera. Alla sera poi, non ne avevo nessuna voglia; andai a letto, feci la preparazione alla meditazione e rimasi raccolta soltanto internamente. Il capo non mi andò via; mi trattenni un'ora. Anzi devo dire ancora che la meditazione della Domenica è sempre sopra la Risurrezione ovvero il Paradiso; ma Gesù mi fa chiaramente conoscere che quella meditazione da me non la vuole ancora, perché la mente mi corre subito a qualche punto principale della sua passione. Sia fatta la sua volontà.


Lunedì 6 Agosto

19 L'Angelo Custode si trattiene con lei tutta la notte e l'esorta ad offrire ogni patimento al Signore per le anime del purgatorio.

Eccomi giunta al 6 Agosto. I giorni passano, e io eccomi sempre nell'abisso del mondo.
Stasera, l'Angelo Custode, mentre facevo le preghiere della sera, mi si è avvicinato, e battendomi sopra una spalla mi ha detto: «Gemma, come mai tanta svogliatezza per la preghiera? A Gesù gli dispiace». «No - ho risposto - , non è svogliatezza: sono due giorni che non mi sento bene». Ha soggiunto: «Fai il tuo dovere con applicazione, e vedrai che Gesù ti amerà ancora di più». È stato un momento zitto, poi mi ha dimandato: «E Confratel Gabriele?». «E non lo so». «Quanto tempo è che non l'hai veduto?». «È tanto tanto tanto». «Ma stanotte Gesù te lo manda». «Come? Stanotte no, disubbidirei: di notte non vuole il Confessore». O con quanto desiderio l'avrei voluto! ma volevo obbedire. Lo pregai che me lo mandasse di giorno e presto, affinché potessi scrivere quella lettera a P. G. [= Padre Germano]. Mi raccomandai all'Angelo Custode che andasse da Gesù a dirgli se gli permetteva di passare la notte insieme con me. Sparì subito.
Avevo terminato le preghiere: andai a letto. Quando ebbe avuto da Gesù il permesso di venire, ritornò; mi dimandò: «Quanto tempo è che non hai pregato per l'anime del Purgatorio? O figlia mia, ci pensi così poco! M. M. Teresa soffre sempre, sai?». Era dalla mattina che non avevo pregato per loro. Mi disse che avrebbe piacere che ogni cosetta piccola che soffro, la regalassi alle anime del Purgatorio. «Ogni piccola pena, loro le solleva; anche ieri e oggi, se tu avevi offerto per loro quel poco». Ma risposi un po' meravigliata: «Mi sentiva il corpo; e che i dolori di corpo sollevano le anime del Purgatorio?». «Sì - mi disse - ; sì, figlia: ogni più piccolo patimento le solleva». Gli promisi allora che da quel momento ogni cosa avrei offerto per esse. Soggiungeva: «Quanto soffrono quelle anime! Vuoi fare qualche cosa stanotte per esse? vuoi soffrire?». «E che cosa? - gli dissi. - È lo stesso soffrire di Gesù nel giorno di Venerdì?». «No - rispose. - Di Gesù non sono; saranno dolori corporali». Io dissi di no, perché fuori di Giovedì e di Venerdì Gesù non vuole; le altre notti vuole che dorma. Ma siccome le anime del Purgatorio, e in particolare M. M. Teresa, mi sta molto a cuore, gli dissi che un'ora volentieri avrei patito.
Gli bastarono queste parole, ma vedeva bene che facendo questo avrei disobbedito; mi ha lasciata dormire.
Stamattina, quando mi sono svegliata, era sempre presso di me; mi ha benedetto ed è andato via.


Martedì 7 Agosto

20 Le appare S. Gabriele, che con volto sfavillante le parla della fondazione del monastero di Lucca ed invoca a tal fine l'intercessione di Maria SS.ma.

Ieri il giorno l'Angelo Custode mi promise che alla sera avrei potuto parlare con Confratel Gabriele. Venne la tanto sospirata sera; prima di tutto il sonno voleva vincermi, poi un'agitazione tale mi prese, che fui presa da spavento. Ma siccome Gesù era vicino a darmi quella consolazione, e allora, o prima o dopo la consolazione, mi dà qualche dolore. Sia sempre benedetto .+
Però nel provare questa agitazione non vedevo nessuno, voglio dire il diavolo; solo stavo assai male, ma durò poco. Mi calmai ben presto, sentii ad un tratto che mi veniva il raccoglimento, e quasi subito mi successe al solito: il capo se ne partì, ed io mi trovai con Confratel Gabriele. Che consolazione fu quella! Ma l'obbedienza voleva che non mi avvicinassi per baciargli la veste, e ristetti. La prima cosa fu quella di domandargli perché stava tanto senza venire. Mi rispose che è per colpa mia. Di questo ne sono persuasa, perché sono assai cattiva.
Quante belle cose mi disse del convento, e le diceva con tanta forza, che mi sembrò che gli occhi gli sfavillassero. Da se stesso, senza che io l'interrogassi: «Figlia, tra pochi mesi, tra l'esultanza di quasi tutti i cattolici si farà la fondazione del nuovo convento». «Come, tra pochi mesi? - gli dissi. - Ne mancano ancora 13». «E son pochi», soggiungeva. E poi sorridendo si voltò da una parte e s'inginocchiò, giunse le mani e diceva così: «Vergine benedetta, vedi: qui in terra si gareggia per la propagazione del nuovo istituto; via, te ne prego, fa' che sovrabbondi sopra tutti quelli che ne faranno parte, la copia dei doni e favori celesti. Accresci a loro la forza, accresci altresì lo zelo. Sarà tutto vostro dono, o Vergine Benedetta».
Parlava come se avesse presso di sé la M. [= Madonna] dei Dolori; io non vedevo nulla, ma con quanta forza, con quanta espressione diceva queste parole, che io ne rimasi meravigliata; sembrava anche Lui fuori di se stesso.
Ora poi dovrei parlare di P. Germano, ma il Confessore ha detto che qui sopra no, perché...
Parlai anche del povero mio peccatore; sorrise anche Lui: tutto buon segno. Infine mi lasciò piena di consolazione.


Mercoledì 8 Agosto

21 Nel timore che il Confessore diminuisca troppo i suoi peccati, l'Angelo la tranquillizza dicendole di rimettersi al giudizio di lui.

Ora veniamo a stamani. Poco dopo che sono uscita dal confessionario, mi è venuto qualche pensiero, dicendo dentro di me che il Confessore diminuisce troppo i miei peccati, ed ero inquieta. Per calmarmi mi si è avvicinato l'Angelo Custode; ero in Chiesa, e pronunziava forte queste parole: «Ma dimmi, a chi vuoi credere: al Confessore o alla tua testa? Al Confessore che ha continui lumi e assistenza, che ha molta capacità, oppure a te che non hai nulla, nulla, nulla di tutto ciò? O la superba! - mi diceva - vuol farsi maestra, guida e direttrice del Confessore!» - Non ho pensato ad altro; ho fatto un atto di contrizione, ed ho fatto la SS. Comunione.


Giovedì 9 Agosto

22 L'Angelo Custode le inculca l'obbedienza al Confessore. In questo giovedì la Santa deve soffrire più del solito, per suffragare l'anima della Madre Maria Teresa.

Anche oggi, dopo aver sostenuto con l'aiuto di Dio una battaglia del nemico, assai forte, è venuto l'Angelo Custode, che rimproverandomi e assai severo mi ha detto: «Figlia, ricordati che mancando a qualsiasi obbedienza, commetti sempre peccato. Perché così restìa a obbedire al Confessore? Ricordati ancora che non vi è strada più corta e più vera, quanto quella dell'obbedienza».
Ma perché oggi tutto questo? Per colpa mia. Meriterei forse anche peggio, ma Gesù mi usa sempre misericordia.
Oimè, che ripugnanza che provo stasera! Fin da stamani mi sento così stanca; ma è tutta svogliatezza, cattiva volontà; ma pure mi voglio vincere coll'aiuto di Dio.
È Giovedì e per questo che mi sento sì curiosa; al sopraggiungere di questa sera, mi accade sempre lo stesso. Sì, patire, patire per i peccatori, e in modo particolare per le povere anime del Purgatorio, e in particolare per... . E ben lo so perché questa svogliatezza così presto. Le altre sere mi veniva poche ore prima. Perché oggi l'Angelo Custode mi ha detto che Gesù stasera voleva farmi soffrire qualche ora di più, cioè due ore: alle 9 incomincerebbe, e questo per un'anima del Purgatorio, e questo senza il permesso del Confessore; ma è solito però che non mi grida, anzi vuole, e lo posso fare benissimo.
Ieri sera, verso le 9 circa, cominciai a sentirmi un po' male; feci presto a andare a letto, ma soffrivo già tanto anche avanti: il capo mi sentiva fuor di modo, ogni movimento che facevo, mi cagionava pene terribili. Soffrii due ore, come Gesù voleva, per M. M. Teresa; poi con gran dolore mi spogliai ed entrai nel letto, e cominciò l'ora. Fu assai dolorosa, ma in compagnia di Gesù che cosa non si farebbe!


Venerdì 10 Agosto

23 Gesù la ricolma di consolazioni. In presenza della Sig.ra Cecilia l'Angelo Custode le si fa sempre vedere e la dirige in ogni cosa; le dice che nessuno, all'infuori della Sig.ra Cecilia, sa far con lei le sue veci.

Mi disse la sera avanti l'Angelo Custode che mi avrebbe fatto tenere le spine nel capo fino alle 5 del Venerdì: fu vero, poiché verso quell'ora cominciai un po' a raccogliermi; mi nascosi in Chiesa dei Francescani e lì Gesù me la venne di nuovo a togliere; fui sempre sola. Quanto mi mostrò di volermi bene! Mi animò di nuovo a soffrire e mi lasciò in un mare di consolazione.
Bisogna però che dica che tante volte, ma in particolare il Giovedì sera, mi prende tanta una tristezza tale, al pensiero di aver commessi tanti peccati, tutti mi ritornano alla mente, che mi vergogno di me stessa, e mi affligge tanto tanto. Ieri sera pure, poche ore prima, mi venne questa vergogna, questo dispiacere, e trovo solo un po' di quiete in quel po' di patire che Gesù mi manda, offrendolo prima per i peccatori, e in particolare per me, e poi per le anime del Purgatorio.
Quante consolazioni che mi dà Gesù! In quanti modi mi mostra di volermi bene! Son già tutte cose della mia testa; ma se obbedisco, Gesù non permetterà che mi abbia ad ingannare. Giovedì sera mi promise che in questi giorni che la Sig.ra Cecilia non c'era, non mi avrebbe mai fatta lasciare dall'Angelo Custode. Me lo dette ieri sera, e non mi ha più lasciato un momento.
Questa cosa l'ho osservata parecchie volte, e non ne ho parlato neppure col Confessore, ma oggi glielo dico subito. Se sono con altre persone, l'Angelo Custode non mi lascia mai; quando sono con Lei invece, subito mi lascia (voglio dire che non mi si fa più vedere, se non
che per darmi qualche avvertimento); così pure è accaduto oggi: non mai un minuto si è partito d'accanto a me; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l'accenna Lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare.
Questa cosa mi meraviglia assai, e mi ha costrinta a dimandargli: «In che maniera, quando c'è con me la Sig.ra Cecilia, non ci stai mai?». Mi ha risposto così: «Nissuna persona, al di fuori di Lei, sa fare le mie veci. Povera bambina, - soggiungeva - sei così piccina, che ti abbisogna sempre la guida! Ora te la farò io, non temere; ma obbedisci, ve', perché faccio presto...».
Sono andata a confessarmi; ho detto la cosa al Confessore (glielo avevo [anche] scritto); mi ha spiegato ogni cosa, ciò che io non capivo, ma ora ho capito tutto.


Sabato 11 Agosto

24 Desidera ardentemente una visitina della Mamma celeste; l'esserne priva è per lei il maggior castigo.

È Sabato; vado a fare la SS. Comunione. Che farò? In ogni modo obbedisco. Se potessi ottenere una visitina dalla Mamma mia! Ma no, mi ricordo del peccato commesso ieri sera: uno sguardo fatto sopra me stessa. È vero che stamani me ne sono subito confessata, ma che, la Madonna in particolare a me non mi perdona sì facilmente. Mi vuole perfetta.
È Sabato sera; Dio mio! Che castigo! È il maggior castigo che tu possa darmi, di privarmi della visita di Maria SS., e appunto vicina il Sabato che sempre cado in tante mancanze...


Domenica 12 agosto

25 Aridità di spirito.

Sono giunta a Domenica. Che svogliatezza, che aridità! Ma pure non voglio lasciare le mie solite preghiere.


Mercoledì 15 agosto,

26 Alle aridità succedono le consolazioni. Le appare M. Maria Teresa domandandole ancora preghiere. Maria SS.ma prende il cuore di Gemma per conservarlo in cielo.

Sono arrivata in questo stato di aridità e di mancanza di Gesù fino a oggi Mercoldì. Da Venerdì più non l'ho sentito. Il Confessore mi accerta che sarà per castigo dei miei peccati o per vedere se posso stare senza Gesù, e per stimolarmi ad amarlo di più. Sono stata sempre sola, voglio dire senza Gesù. L'Angelo Custode non mi ha lasciata neppure un secondo; eppure quante mancanze, quanti difetti, anche in presenza sua! Dio mio, tu abbi misericordia di me! Ho fatto sempre la Comunione, ma Gesù come se più non ci fosse. Ma Gesù voglia lasciarmi sola anche oggi in una solennità sì grande? La Comunione l'ho fatta con assai più consolazione, ma senza sentir Gesù. Ho pregato parecchio in questi giorni, perché voglio una grazia da Gesù.
Oggi M. M. T. [= Madre Maria Teresa] deve andare in Paradiso: io lo spero. Ma come fare a saperlo? Raccogliermi non posso, se non sono in un luogo sicuro. Il mio Angelo Custode oggi farà anche da guardia alla mia porta.
Eccomi alle 9¼ di questo gran giorno. Mi sento al solito un interno raccoglimento; ho pregato l'Angelo Custode di sorvegliarmi e che nessuno veda; mi sono nascosta nella stanza delle monache.
O non è passato gran tempo, che al raccoglimento è giunto il rapimento. (Non creda chi legge queste cose a nulla, perché posso benissimo ingannarmi; che Gesù mai non lo permetta! Lo faccio per obbedienza, e mi sottometto a scrivere con gran ripugnanza).
Erano circa le 9½, leggevo: tutto ad un tratto sono scossa da una mano che leggermente mi posava sulla spalla sinistra. Mi volto impaurita; ebbi paura, feci per chiamare, ma mi trattenne. Mi voltai e vidi una persona vestita di bianco: conobbi una donna; la guardai, il suo sguardo mi assicurò che non temessi di nulla: «Gemma, - mi disse dopo qualche minuto - mi conosci?». Dissi di no, perché ben potevo dirlo; soggiunse: «Io sono Madre Maria Teresa del B. Gesù; ti ringrazio tanto tanto che tu ti dia tanta premura, perché presto possa raggiungere la mia eterna felicità».
Tutto questo accadeva, mentre io ero propriamente svegliata e in pieno conoscimento di me stessa.
Soggiunse: «Seguita ancora, ché ho ancora qualche giorno da soffrire». E nel dirmi così mi fece una carezza, e andò via.
Quei suoi sguardi, devo dirlo, m'ispirarono molta fiducia. Da quell'ora raddoppiai le mie preghiere per quell'anima, affinché presto possa raggiungere il suo fine; ma le mie preghiere son troppo deboli; o vorrei che presso le anime del Purgatorio dovessero aver la forza delle preghiere dei Santi!
Da quel momento soffrii sempre, fino alle 11 circa che non potei esser sola. Sentivo dentro di me un certo raccoglimento, una voglia di andare a pregare, ma come fare? Non potevo. Quante volte mi toccò a insistere! Finalmente l'ebbi il sospirato permesso, e me ne andai con la Mamma mia, ma ben pochi momenti; ma furono momenti preziosi!
Per i miei cattivi portamenti, Gesù non permise che la Madonna venisse come sempre sorridente, ma invece assai mesta (ed io ne ero la cagione). Mi rimproverò un po', ma si rallegrò anche di una cosa (che qui credo bene di non notare), e quella cosa fece tanta consolazione anche a Gesù! e per premiarmi di quella fu appunto che venne [la Madonna], ma, come ho detto, seria; mi disse alcune parole, tra le quali disse: «Figlia, quando io andrò in Cielo, stamattina porterò con me il tuo cuore».
In quel momento allora mi sembrò che mi si avvicinasse... me lo tolse, lo prese con sé, nelle sue mani, e mi disse: «Non temere di nulla, sii buona; io terrò il tuo cuore sempre lassù con me, sempre in queste mie mani». Mi benedì in fretta, e nell'andar via pronunziò ancora queste parole: «A me mi hai dato il cuore, ma Gesù vuole ancora un'altra cosa». «Che cosa?» gli dissi. «La volontà», mi rispose, e sparì.
Mi trovai per terra, ma quello so benissimo quando accadde: quando fece cenno di avvicinarsi e di levarmi il cuore.
Benché queste cose al primo apparire mi impauriscono, pure alla fine finisco coll'essere sempre in infinite consolazioni.


Giovedì 16 agosto

27 Presa da grave timore di dannarsi alla vista dei suoi peccati, è animata dall'Angelo a confidare nella misericordia di Dio. Soffre con Gesù, che le annunzia la prossima liberazione di Maria Teresa dalle pene del purgatorio e le promette nuove dolcezze nella santa Comunione.

Eccomi a Giovedì. La solita ripugnanza mi giunge; il timore di perdere l'anima mi viene; il numero dei peccati e l'enormità di essi, tutto mi si spalanca davanti. Che agitazione! In quei momenti l'Angelo Custode mi suggerì all'orecchio: «Ma la misericordia di un Dio è infinita». Mi quietai.
Cominciai presto assai a patire nel capo: saranno state circa le 10. Quando fui sola, mi buttai sul letto; soffrii un po', ma Gesù non tardò a comparire, mostrandosi anch'esso che soffriva tanto. Gli ricordai i peccatori, pei quali Lui pure mi animò a offrir tutti i miei piccoli patimenti all'Eterno Padre, per essi.
Nel mentre che ero con Gesù e soffrivo, e soffriva Lui pure, mi venne un forte desiderio, quasi da non poter resistere. Gesù se ne avvide, e mi dimandò: «Che vuoi che faccia?». Ed io subito: «Gesù, per pietà alleggerisci i tormenti a M. M. Teresa». E Gesù. «Già l'ho fatto. Vuoi altro?», mi diceva. Allora mi feci animo e gli dissi: «Gesù, salvala, salvala». E Gesù così mi rispose: «Il terzo giorno dopo l'Assunzione della mia SS. Madre, verrà anch'essa sprigionata dal Purgatorio, e la condurrò con me nel Cielo».
+ Quelle parole mi ricolmarono di una gioia tale, che non saprei esprimere. Parecchie altre cose mi disse Gesù; io gli chiesi ancora perché dopo la SS. Comunione non mi faceva più gustare quelle dolcezze di Paradiso. Mi rispose prontamente: «Non ne sei degna, o figliuola»; ma mi promise però che la mattina dopo l'avrebbe fatto.
Come fare a arrivare alla mattina? È vero, rimanevano poche ore ma per me erano anni; non ho chiuso mai gli occhi al sonno; mi consumavo, avrei voluto che fosse subito venuta la mattina: in una parola, stanotte mi è sembrata lunghissima, ma è giunta finalmente [la mattina].


Venerdì 17 agosto

28 Che istanti felici si passano con Gesù! Nel toglierle la corona di spine, Gesù la benedice con mano raggiante, versando sopra di lei un'abbondanza di grazie. L'Angelo le raccomanda l'obbedienza e le dà alcuni avvisi per il Confessore. Ripugnanza che prova nello scrivere.

Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me Gesù, mi è sceso nel seno. (Dico nel seno, perché il cuore non l'ho più: lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù! Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo amore, con questa povera creatura? Ma pure si e degnato venire. È proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me lo dimanda se lo amo e lo amo davvero. E ne dubiti ancora, Gesù mio? Allora Lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole perfetta, che mi ama assai anche Lui e che lo contraccambi.
Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo io, supplirà per me il mio caro Angelo Custode. Dio voglia che mai mi abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.
Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po', ma nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.
Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito. Quanto si è mostrato affettuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre! Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso. Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona della mia testa, e poi non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come sempre, erano belle.
È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una luce più assai più forte che del lume. Esso teneva quella mano alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è bello il mio Gesù! Mi ha benedetta con quella stessa mano, che aveva alzata, e mi ha lasciata.
Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volentieri che cosa volesse dire quella luce che usciva dalle piaghe, in particolare dalla mano destra, con la quale mi ha benedetta. L'Angelo Custode mi ha dette queste parole: «Figliuola, in questo giorno la Benedizione di Gesù ha versato sopra di te un'abbondanza di grazie [che] quella luce significava».
Ora mentre scrivevo, si è avvicinato e mi ha detto: «Mi raccomando, figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al Confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha soggiunto: «Digli che Gesù vuole, che abbia assai più premura verso di te, se ne dia più pensiero; se no tu sei troppo inesperta».
Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha dette più volte, sono svegliata, e mi è sembrato proprio di vederlo e di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua SS. Volontà.
Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere, ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti]! E poi? Tu forse, o Dio mio, vorresti che scrivessi anche quelle cose occulte, che mi fai conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa' conoscere la tua volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai voluto che faccia così, io l'ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo S. Costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.


Sabato - Domenica 18- 19 agosto

29 Maria Teresa, accompagnata da Gesù e dal suo Angelo Custode, viene a ringraziare la Santa e se ne vola al cielo.

Nella S. Comunione stamattina Gesù mi ha fatto conoscere che stanotte a mezzanotte M. M. Teresa, volerà in Paradiso. Nient'altro per ora.
Gesù mi aveva promesso di darmi un segno. Son giunta a mezzanotte: nulla ancora; eccomi al tocco: neppure; verso il tocco e mezzo mi sembrò che la Madonna venisse a darmi avviso, che l'ora si avvicinava.
Dopo un po' di tempo infatti mi è parso vedermi venire innanzi M. Teresa vestita da Passionista, accompagnata dal suo Angelo Custode e da Gesù. Quanto era cambiata dal giorno che la vidi per la prima volta. Ridendo si avvicinò a me, e disse che era veramente felice, e andava a godere il suo Gesù eternamente; di nuovo mi ringraziò, e soggiunse: «Avvisa M. Giuseppa, che io sono felice e si metta in quiete». Mi fece più volte cenno con la mano di dirmi addio, e insieme con Gesù e il suo Angelo Custode volò al Cielo circa le 2½.
In quella notte soffrii assai, perché io pure volevo andare in Paradiso, ma nessuno fece atto di portarmici.
Il desiderio che da tanto tempo Gesù aveva fatto nascere in me, alfine mi è stato soddisfatto: M. Teresa è in Paradiso; ma anche dal Paradiso mi promise di tornarmi a vedere.


Lunedì 20 agosto

30 I rimproveri dell'Angelo. Terribile assalto diabolico, che la Santa supera felicemente invocando la virtù del sangue preziosissimo di Gesù Cristo. Dolore dei peccati; benevola assistenza ed ammaestramenti dell'Angelo.

Ieri il giorno ebbi di nuovo da parlare coll'Angelo Custode; mi rimproverò anzitutto la mia svogliatezza nella preghiera; parecchie altre cose mi ricordò: tutto sempre riguardo agli occhi, minacciandomi severamente. Ieri sera in chiesa di nuovo mi ricordò ciò che mi aveva detto il giorno, dicendomi che dovevo poi renderne conto a Gesù. Infine, prima di andare a letto, nell'atto di chiedergli la benedizione, mi avvisò che Gesù oggi, 20 Agosto, voleva farmi dare un assalto dal demonio, e questo perché ero stata per qualche giorno trascurata nella preghiera. Mi avvisò che il demonio avrebbe fatto ogni sforzo per impedirmi di pregare, massime con la mente per tutt'oggi, e mi avrebbe privata anche delle sue visite (voglio dire dell'Angelo Custode), ma solo per oggi.
Ho fatto la SS. Comunione, ma chi sa in quale stato! Tanto distratta, e la mente l'avevo a stanotte, cioè a un brutto sogno, anzi, sudicio, che ho riconosciuto preparato dal diavolo.
O Dio, il momento dell'assalto è venuto; ma è stato forte, anzi direi quasi terribile. Nessuna benedizione, nessuno scapolare bastava a frenare la tentazione più brutta, più sudicia che si possa immaginare; era così orrendo [il demonio]! che ho chiuso gli occhi, e non l'ho mai aperti, se non quando ero assolutamente libera. Mi faceva venire in mente le cose più sudicie che ci sono, e perfino con le mani è arrivato...
Dio mio, se sono senza nessun peccato, lo devo a te solo. Tu sia ringraziato. Che dire in quei momenti? Cercar Gesù e non trovarlo, è una pena più grossa che la tentazione stessa. Quello che provo, lo sa solo Gesù, che di nascosto mi guarda e se ne compiace. Ad un certo punto che la tentazione pareva che prendesse più forza, mi è venuto in mente di invocare il S. P. [= Santo Papà] di Gesù, ho gridato: «Eterno Padre, per il Sangue di Gesù liberami».
Non so quello che è accaduta: quel cosaccio di diavolo mi ha dato una spinta sì forte, mi ha tirato giù dal letto, mi ha fatto battere il capo con tanto impeto in terra, che ho sentito gran dolore; ho perduto i sensi e son rimasta per terra, fino a tanto che non mi sono riavuta, dopo assai tempo.
Sia ringraziato Gesù, che oggi pure è passato nel miglior modo che a Lui è piaciuto.
Il resto del giorno l'ho passato benissimo. Stasera, come è solito accadermi spesse volte, mi sono venuti alla mente tutti i miei gran peccati, ma con tanta enormità, che ho dovuto farmi forza per non pianger forte: ne sentivo un dolore sì vivo, che mai avevo provato. Il numero di essi, oltrepassa mille volte la mia età e la mia capacità: però, ciò che mi consola, ne ho provato grandissimo dolore, che vorrei, che questo dolore mai si cancellasse dalla mia mente, e mai mi diminuisse. Dio mio! fino a che è giunta la mia malizia!
Stasera, per dire la verità, aspettavo Gesù, ma che! non è comparito nessuno; solo l'Angelo Custode non cessa di vigilarmi, di istruirmi e darmi dei savi consigli. Più volte al giorno mi si fa vedere e mi parla. Ieri mi tenne compagnia mentre mangiavo, però non mi forzava, come fanno gli altri. Dopo che ebbi mangiato, non mi sentivo niente bene; allora lui mi porse una tazzina di caffè sì buono, che guarii subito, e poi mi fece anche un po' riposare. Tante volte gli faccio chiedere a Gesù se lo lascia tutta la notte con me; va a dirglielo, poi torna e non mi lascia fino alla mattina, se Gesù glielo permette.


Martedì 21 agosto

31 Aspetta una visita di S. Gabriele.

Forse m'ingannerò, ma oggi aspetto una visitina di C. G. [= Confratel Gabriele], e se fosse vero, devo parlargli di tante cose. Gesù, lume, lume non a me, ma a P. G. [= Padre Germano] e al Confessore.



Mercoledì 22 agosto

32 Rimproveri dell'Angelo e dolce visita di Gesù, che le parla dell'anima santa della Sig.ra Giuseppina Imperiali. Il suo Angelo Custode mai l'abbandona; altri Angeli le si fanno vedere.

Ieri l'Angelo Custode mi avvisò che nel corso della giornata doveva venire Gesù; mi gridò, mi chiamò superba, ma poi ci rimettemmo ben presto. Non ci pensai più alla visita di Gesù, perché non ci credevo; ma nel mettermi a fare le preghiere della sera mi sentii raccogliere con Gesù, che mi fece subito un dolce rimprovero, dicendomi: «Gemma, non mi vuoi più?» «O Dio mio, Dio mio, - gli risposi - come non ti cerco? Ti desidero da per tutto, ti voglio, ti cerco sempre, bramo te solo».
Ma mi venne in mente subito di dimandargli: «Ma, Gesù, sei venuto stasera, e allora non verrai dimani sera». Mi promise di sì. Ma il Confessore mi ha detto che ne sarà responsabile la mia coscienza, se soffrissi e non mi sentissi bene; se mi sento bene, la stessa ora posso soffrire con Gesù; se no Gesù venga pure, ma senza farmi soffrire; mi trattenga con Lui e lo compatisca, e faccia parte con Lui a quella mortale tristezza che patì nell'orto degli olivi. In ogni modo obbedirò.
Mi parlò pure Gesù, senza che io ne parlassi, dell'anima santa della Sig.ra Giuseppina Imperiali. «O quanto mi è cara! - ripeteva Gesù. - Vedi, - soggiungeva - essa soffre tanto, non ha un minuto di tregua. Felice lei!». Mi lasciò, come è solito, in una consolazione inesprimibile.
Per grazia di Gesù e per sua infinita misericordia l'Angelo Custode non un minuto secondo mi abbandona. Ieri ne vidi più degli Angeli: il mio mi assisté continuamente, e ne vidi un altro pure di un'altra persona, e qui non occorre certo che descriva i più minuti particolari: se l'obbedienza lo volesse, sarei pronta, ma per ora... basta... A un caso me ne ricorderò.



Diario 17