Catechismo Maggiore di S. Pio X 671

CAPO VI. Della Penitenza.

1. - Della Penitenza in generale.





672
672 D. Che cosa è il sacramento della Penitenza?

R. La Penitenza detta anche Confessione, è il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimet­tere i peccati commessi dopo il Battesimo.



673
673 D. Perché a questo sacramento si dà il nome di Penitenza?

R. A questo sacramento si dà il nome di Penitenza, perché ad ottenere il perdono dei peccati è necessario detestarli con pentimento, e perché chi ha commesso una colpa, deve sottoporsi alla pena che il sacerdote impone.



674
674 D. Perché questo sacramento si chiama anche Confessione?

R. Questo sacramento si chiama anche Confessione, perché ad ottenere il perdono dei peccati non basta detestarli, ma è necessario accusarli al sacerdote, cioè farne la confessione.



675
675 D. Quando Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza?

R. Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza il giorno della sua risurrezione, quando entrato nel cenacolo solennemente diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati.



676
676 D. Come Gesù Cristo diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati?

R. Gesù Cristo diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati, soffiando sopra di loro, e dicendo: Ricevete lo Spirito Santo: i peccati di coloro ai quali voi li rimetterete, saranno rimessi; ed i peccati di coloro ai quali voi li riter­rete, saranno ritenuti.



677
677 D. Qual'è la materia del sacramento della Penitenza?

R. La materia del sacramento della Penitenza si distingue in remota e prossima. La materia remota è costituita dai peccati commessi dal penitente dopo il Battesimo, e la materia prossima sono gli atti del penitente stesso, cioè la contrizione, l'accusa e la soddisfazione.



678
678 D. Qual'è la forma del sacramento della Penitenza?

(*) R. La forma del sacramento della Penitenza è questa: Io ti assolvo dai tuoi peccati.



679
679 D. Chi è il ministro del sacramento della Penitenza?

R. Il ministro del sacramento della Penitenza è il sacerdote approvato dal Vescovo per ascoltare le confessioni.



680
680 D. Perché avete detto che il sacerdote deve essere approvato dal Vescovo?

R. Il sacerdote deve essere approvato dal Vescovo ad ascoltare le confessioni, perché ad amministrare validamente questo sacramento non basta la potestà dell'ordine, ma è necessaria anche la potestà di giurisdizione, cioè la facoltà di giudicare, che deve essere data dal

Vescovo.



681
681 D. Quante sono le parli del sacramento della Penitenza?

R. Le parti del sacramento della Penitenza sono: la contrizione, la confessione e la soddisfazione del penitente, e l'assoluzione del sacerdote.



682
682 D. Che cosa é la contrizione, ossia il dolore dei peccati?

R. La contrizione ossia il dolore dei peccati, é un dispiacere dell'animo, pel quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire.



683
683 D. Che cosa vuoi dire questa parola contrizione?

R. La parola contrizione, vuol dire rottura o spezzamento, come quando una pietra è pestata e ridotta in polvere.



684
684 D. Perché si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati?

R. Si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati, per significare che il cuor duro del peccatore in certo modo si spezza per dolore di avere offeso Dio.



685
685 D. In che consiste la confessione dei peccati?

R. La confessione consiste in un' accusa distinta dei nostri peccati fatta al confessore per averne l'assoluzione e la penitenza.



686
686 D. Perché la confessione si chiama accusa?

R. La confessione si chiama accusa, perché non dev'essere un indifferente racconto, ma una vera e dolorosa manifestazione de' propri peccati.



687
687 D. Che cosa è la soddisfazione o penitenza?

R. La soddisfazione o penitenza è quella preghiera o altra opera buona, che il confessore ingiunge al penitente in espiazione de' suoi peccati.



688
688 D. Che cosa è l'assoluzione?

R. L'assoluzione è la sentenza, che il sacerdote pronunzia in nome di Gesù Cristo, per rimettere i peccati al penitente.



689
689 D. Delle parli del sacramento della Penitenza qual'è la più necessaria?

R. Delle parti del sacramento della Penitenza la più necessaria è la contrizione, perché senza di essa non si puo mai ottenere il perdono dei peccati, e con essa sola, quando sia perfetta, si puo ottenere il perdono, purché sia congiunta col desiderio, almeno implicito, di confessarsi.
2. Degli effetti e della necessità del sacramento della Penitenza e delle disposizioni per ben riceverlo.





690
690 D. Quanti sono gli effetti del sacramento della Penitenza?

R. Il sacramento della Penitenza conferisce la grazia santificante con la quale sono rimessi i peccati mortali e anche i veniali che si sono confessati e dei quali si ha dolore; commuta la pena eterna nella temporale, della quale pure vien rimesso più o meno secondo le disposizioni; restituisce i meriti delle buone opere fatte prima di commettere il peccato mortale; dà all'anima aiuti opportuni per non ricadere nella colpa, e ridona la pace alla coscienza.



691
691 D. Il sacramento della Penitenza è necessario a tutti per salvarsi?

R. Il sacramento della Penitenza è necessario per salvarsi a tutti quelli che dopo il Battesimo hanno commesso qualche peccato mortale.



692
692 D. E cosa buona confessarsi spesso?

R. Il confessarsi spesso è cosa ottima, perché il sacramento della Penitenza, oltre al cancellare i peccati dà le grazie opportune per evitarli in avvenire.



693
693 D. Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano?

R. Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano, purché si riceva con le dovute disposizioni.



694
694 D. Quante cose si richiedono per fare una buona confessione?

R. Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose: 1.° esame di coscienza; 2.° do­lore di avere offeso Iddio; 3.° proponimento di non più peccare; 4.° accusa dei propri peccati; 5.° soddisfazione o penitenza.



695
695 D. Che cosa dobbiamo noi fare prima di tutto per confessarci bene?

R. Per confessarci bene dobbiamo prima di tutto pregare di cuore il Signore a darci lume per conoscere tutti i nostri peccati e forza per detestarli.
3. - Dell'esame.





696
696 D. Che cos'è l' esame di coscienza?

R. L'esame di coscienza è una diligente ricerca dei peccati che si sono commessi, dopo l'ultima confessione ben fatta.



697
697 D. Come si fa l'esame di coscienza?

R. L'esame di coscienza si fa coi richiamare diligentemente alla memoria, innanzi a Dio, tutti i peccati commessi, non mai confessati, in pensieri, parole, opere ed omissioni, contro i Comandamenti di Dio e della Chiesa, e gli obblighi del proprio stato.



698
698 D. Sopra quali altre cose dobbiamo esaminarci?

R. Dobbiamo esaminarci ancora sopra le abitudini cattive e sopra le occasioni del peccato.



699
699 D. Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati?

R. Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati mortali.



700
700 D. Che cosa si richiede perché un peccato sia mortale?

R. Perché un peccato sia mortale si richiedono tre cose: materia grave, piena avvertenza, e perfetto consenso della volontà.



701
701 D. Quand'è che vi ha materia grave?

R. Vi ha materia grave quando si tratta di una cosa notabilmente contraria alla legge di Dio e della Chiesa.



702
702 D. Quand'è che vi ha piena conoscenza nel peccare?

R. Vi ha piena conoscenza nei peccare, quando si conosca perfettamente di fare un grave male.



703
703 D. Quand'è che, nel peccato, si ha il perfetto consenso della volontà?

R. Si ha, nel peccato, il perfetto consenso della volontà, quando si vuol fare deliberatamente una cosa, sebbene si conosca peccaminosa.



704
704. D. Qual diligenza si deve usare nell'esame di coscienza?

R. Nell'esame di coscienza si deve usare quella diligenza che si userebbe in un affare di grande importanza.



705
705 D. Quanto tempo si deve impiegare nell'esame?

R. Si deve impiegare nell'esame di coscienza più o meno tempo, secondo il bisogno, cioè secondo il numero e la qualità dei peccati che aggravano la coscienza e secondo il tempo scorso dalla ultima confessione ben fatta.



706
706 D. Come si puo facilitare l'esame per la confessione?

R. Si facilita l'esame per la confessione con fare ogni sera l'esame di coscienza sulle azioni della giornata.
4. - Del dolore.





707
707 D. Che cosa il dolore dei peccati?

R. Il dolore dei peccati consiste in un dispiacere ed in una sincera detestazione dell' offesa fatta a Dio.



708
708 D. Di quante sorta è il dolore?

R. Il dolore è di due sorta: perfetto, ossia di contrizione; imperfetto, ossia di attrizione.



709
709 D. Qual è il dolore perfetto, o di contrizione?

R. Il dolore perfetto è il dispiacere di avere offeso Dio, perché infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato.



710
710 D. Perché chiamate voi perfetto il dolore di contrizione?

R. Chiamo perfetto il dolore di contrizione per due ragioni: 1.° perché riguarda esclusivamente la bontà di Dio, e non il nostro vantaggio o danno; 2.° perché ci fa subito ottenere il perdono dei peccati, restandoci pero l'obbligo di confessarci.



711
711 D. Dunque il dolore perfetto ci ottiene il perdono dei peccati indipendentemente dalla confessione?

R. Il dolore perfetto non ci ottiene il perdono dei peccati indipendentemente dalla confessione, perché sempre include la volontà di confessarsi.



712
712 D. Perché il dolore perfetto, o contrizione, produce questo effetto di rimetterci in grazia di Dio?

R. Il dolore perfetto, o contrizione produce questo effetto, perché nasce dalla carità la quale non puo trovarsi nell' anima insieme coi peccato mortale.



713
713 D. Qual'è il dolore imperfetto o di attrizione?

R. Il dolore imperfetto o di attrizione è quello per cui ci pentiamo di avere offeso Dio, come sommo Giudice, cioè per timore dei castighi meritati in questa o nell'altra vita o per la stessa bruttezza del peccato.



714
714 D. Quali condizioni deve avere il dolore per essere buono?

R. Il dolore per essere buono, deve avere quattro condizioni: deve essere interno, soprannaturale, sommo e universale.



715
715 D. Che cosa vuoi dire che il dolore deve essere interno?

R. Vuoi dire che deve essere nei cuore e nella volontà e non nelle sole parole.



716
716 D. Perché il dolore dev'essere interno?

R. Il dolore deve essere interno, perché la volontà che si è allontanata da Dio col peccato, deve ritornare a Dio detestando il peccato commesso.



717
717 D. Che cosa vuol dire che il dolore deve essere soprannaturale?

R. Vuol dire che deve essere eccitato in noi dalla grazia del Signore e concepito per motivi di fede.



718
718 D. Perché il dolore dev'essere soprannaturale?

R. Il dolore deve essere soprannaturale, perché è soprannaturale il fine a cui si dirige, cioè il perdono di Dio, l'acquisto della grazia santificante ed il diritto alla gloria eterna.



719
719 D. Spiegate meglio la differenza tra il dolore soprannaturale e il naturale?

R. Chi si pente per avere offeso Dio infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato, per aver perduto il paradiso e meritato l'inferno, ovvero per la malizia intrinseca del peccato, ha un dolore soprannaturale perché questi sono motivi di fede: chi invece si pentisse solo pel disonore, o castigo che gli viene dagli uomini, o per qualche danno puramente temporale, avrebbe un dolore naturale, perché si pentirebbe solo per motivi umani.



720
720 D. Perché il dolore deve essere sommo?

R. Il dolore deve essere sommo, perché dobbiamo riguardare e odiare il peccato come sommo di tutti i mali, essendo offesa di Dio sommo Bene.



721
721 D. Pel dolore dei peccati é forse necessario piangere, come alle volte si piange per le disgrazie di questa vita?

R. Non è necessario che materialmente si pianga pel dolore dei peccati; ma basta che nel cuore si faccia più gran caso di avere offeso Dio, che di qualunque altra disgrazia.



722
722 D. Che vuol dire che il dolore deve essere universale?

R. Vuol dire che deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi.



723
723 D. Perché il dolore deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi?

R. Perché chi non si pente anche di un solo peccato mortale, rimane nemico di Dio.



724
724 D. Che cosa dobbiamo fare per avere il dolore dei nostri peccati?

R. Per avere il dolore dei nostri peccati dobbiamo dimandarlo di cuore a Dio, ed eccitarlo in noi con la considerazione del gran male che abbiamo fatto peccando.



725
725 D. Come farete per eccitarvi a detestare i peccati?

R. Per eccitarmi a detestare i peccati: 1.° considerero il rigore della infinita giustizia di Dio e la deformità del peccato che ha deturpato l'anima mia e mi ha reso meritevole delle pene eterne dell' inferno; 2.° considerero che ho perduta la grazia, l'amicizia, la figliuolanza di Dio e l'eredità del paradiso; 3.° che ho offeso il mio Redentore che è morto per me, e che i miei peccati sono stati la cagione della sua morte; 4.° che ho disprezzato il mio Creatore, il mio Dio; che ho voltato le spalle a lui, mio sommo bene degno di essere amato sopra ogni cosa e servito fedelmente.



726
726 D. Dobbiamo noi essere grandemente solleciti, quando andiamo a confessarci, d'avere un vero dolore de' nostri peccati?

R. Quando noi andiamo a confessarci, dobbiamo essere certamente molto solleciti di avere un vero dolore de' nostri peccati, perché questa è la cosa più importante di tutte: e se manca il dolore, la confessione non vale.



727
727 D. Chi si confessa di soli peccati veniali deve avere il dolore di tutti?

R. Chi si confessa di soli peccati veniali, per confessarsi validamente basta che sia pentito di alcuno di essi; ma per ottenere il perdono di tutti è necessario che si penta di tutti quelli che riconosce di aver commesso.



728
728 D. Chi si confessa di soli peccati veniali, e non è pentito neppure di un solo, fa una buona confessione?

R. Chi si confessa di soli peccati veniali e non è pentito neppure di un solo, fa una confessione di nessun valore; la quale è inoltre sacrilega, se la mancanza del dolore è avvertita.



729
729 D. Che cosa convien fare per rendere più sicura la confessione di soli peccati veniali?

R. Per rendere più sicura la confessione di soli peccati veniali, è cosa prudente accusare, con vero dolore, anche qualche peccato più grave della vita passata, benché già confessato altre volte.



730
730 D. E cosa buona fare spesso l'atto di contrizione?

R. E cosa buona ed utilissima il fare spesso l'atto di contrizione, massime prima di andare a dormire, e quando uno si accorge o dubita di essere caduto in peccato mortale, per rimettersi più presto in grazia di Dio; e giova sopratutto per ottenere più facilmente da Dio la grazia di fare simile atto nel maggior bisogno, cioè nel pericolo di morte.
5. - Del proponimento.





731
731 D. In che consiste il proponimento?

R. Il proponimento consiste in una volontà risoluta di non commettere mai più il peccato

e di usare tutti i mezzi necessari per fuggirlo.



732
732 D. Quali condizioni deve avere il proponimento per essere buono?

R. Il proponimento, affinché sia buono, deve avere principalmente tre condizioni: deve essere assoluto, universale ed efficace.



733
733 D. Che cosa vuoi dire: proponimento assoluto?

R. Vuol dire che il proponimento deve essere senza alcuna condizione di tempo, di luogo, o di persona.



734
734 D. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere universale?

R. Il proponimento deve essere universale, vuoi dire che dobbiamo voler fuggire tutti i peccati mortali, tanto quelli già altre volte commessi, quanto altri che potremmo commettere.



735
735 D. Che cosa vuoi dire: il proponimento deve essere efficace?

R. Il proponimento deve essere efficace, vuol dire che bisogna avere una volontà risoluta di perdere prima ogni cosa che commettere Un nuovo peccato, di fuggire le occasioni pericolose di peccare, di distruggere gli abiti cattivi, e di adempiere gli obblighi contratti in conseguenza dei nostri peccati.



736
736 D. Che s'intende per abito cattivo?

R. Per abito cattivo s' intende la disposizione acquistata a cadere con facilità in quei peccati ai quali ci siamo assuefatti.



737
737 D. Che cosa si deve fare per correggere gli abiti cattivi?

R. Per correggere gli abiti cattivi dobbiamo stare vigilanti sopra di noi, fare molta orazione, frequentare la confessione, avere un buon direttore stabile, e mettere in pratica i consigli e i rimedi che egli ci propone.



738
738 D. Che cosa s'intende per occasioni pericolose di peccare?

R. Per occasioni pericolose di peccare s' intendono tutte quelle circostanze di tempo, di luogo, di persone, o di cose che per propria natura, o per la nostra fragilità ci inducono a commettere il peccato.



739
739 D. Siamo noi gravemente obbligati a schivare tutte le occasioni pericolose?

R. Noi siamo gravemente obbligati a schivare quelle occasioni pericolose che d'ordinario ci inducono a commettere peccato mortale, le quali si chiamano le occasioni prossime del peccato.



740
740 D. Che cosa deve fare chi non puo fuggire qualche occasione di peccato?

R. Chi non pu6 fuggire qualche occasione di peccato, lo dica al confessore e stia ai consigli di lui.



741
741 D. Quali considerazioni servono per fare il proponimento?

R. Per fare il proponimento servono le stesse considerazioni, che valgono ad eccitare il dolore; cioè la considerazione dei motivi che abbiamo di temere la giustizia di Do e di amare la sua infinità bontà.
:§ 6. - Dell'accusa dei peccati al confessore.





742
742 D. Dopo di esservi ben disposto alla confessione con l'esame, col dolore e col proponimento, che cosa farete?

R. Dopo di essermi ben disposto coll'esame, col dolore e col proponimento, andro a fare al confessore l'accusa de' miei peccati per averne l'assoluzione.



743
743 D. Di quali peccati siamo obbligati a confessarci?

R. Siamo obbligati a confessarci di tutti i peccati mortali; è bene pero confessare anche i veniali.



744
744 D. Quali sono le condizioni che deve avere l'accusa dei peccati o confessione?

R. Le condizioni principali che deve avere l'accusa dei peccati sono cinque: deve essere umile, intiera, sincera, prudente e breve.



745
745 D. che vuol dire: l'accusa deve esser umile?

R. L'accusa deve esser umile, vuol dire che il penitente deve accusarsi dinanzi al suo confessore, senza alterigia di animo o di parole, ma coi sentimenti di un reo, che riconosce la sua colpa e comparisce davanti al giudice.




#746D

746D. Che vuol dire: l'accusa dev'essere intiera?

R. L'accusa dev'essere intiera, vuoi dire che si debbono manifestare con le loro circostanze e nel loro numero tutti i peccati mortali commessi dopo l'ultima confessione ben fatta e dei quali si ha coscienza.



747
747 D. Quali circostanze si devono manifestare, perché l'accusa sia intiera?

R. Perché l'accusa sia intiera, si devono manifestare le circostanze che mutano la specie del peccato.



748
748 D. Quali sono le circostanze che mutano la specie del peccato?

R. Le circostanze che mutano la specie del peccato, sono: 1.° quelle per le quali un'azione peccaminosa da veniale diventa mortale; 2.° quelle per le quali un' azione peccaminosa contiene la malizia di due o più peccati mortali.



749
749 D. Datemi l'esempio di una circostanza che faccia diventar mortale un peccato veniate?

R. Chi per iscusarsi dicesse una bugia dalla quale venisse grave danno al prossimo, dovrebbe manifestare questa circostanza che cambia la bugia da officiosa in gravemente dannosa.



750
750 D. Datemi ora l'esempio di una circostanza per la quale una stessa azione peccaminosa con­tiene la malizia di due o più peccati.

R. Chi avesse rubato una cosa sacra dovrebbe accusare questa circostanza che aggiunge al furto la malizia del sacrilegio.



751
751 D. Se taluno non fosse certo di aver commesso un peccato, deve confessarsene?

R. Se taluno non fosse certo di aver commesso un peccato, non è obbligato a confessarsene; se pero volesse accusarlo, dovrà aggiun­gere che non è certo di averlo commesso.



752
752 D. Chi non ricorda precisamente il numero de' suoi peccati, che cosa deve fare?

R. Chi non ricorda precisamente il numero dei suoi peccati, deve accusarne il numero approssimativo.



753
753 D. Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona confessione?

R. Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona confessione purché abbia usata la debita diligenza per ricordarsene.



754
754 D. Se un peccato mortale dimenticato nella confessione torna poi in mente, siamo obbligati ad accusarcene in un'altra confessione?

R. Se un peccato mortale dimenticato nella confessione torna poi in mente, siamo obbligati senza dubbio ad accusarlo la prima volta che di nuovo ci confessiamo.



755
755 D. Chi per vergogna, o per qualche altro motivo tace colpevolmente nella confessione qualche peccato mortale, che cosa commette?

R. Colui che per vergogna o per qualche altro motivo tace colpevolmente qualche peccato mortale in confessione, profana il sacramento e percio si fa reo di un gravissimo sacrilegio.



756
756 D. Chi ha taciuto colpevolmente qualche peccato mortale nella confessione, come deve provvedere alla propria coscienza?

R. Chi ha taciuto colpevolmente qualche peccato mortale nella confessione, deve esporre al confessore il peccato taciuto, dire in quante confessioni l'abbia taciuto e rifare tutte le confessioni dall'ultima ben fatta.



757
757 D. Che cosa deve considerare chi fosse tentato a tacere qualche peccato in confessione?

R. Chi fosse tentato a tacere un peccato grave in confessione deve considerare:



1.° che non ha avuto rossore di peccare alla presenza di Dio, che tutto vede;



2.° che è meglio manifestare i propri peccati al confessore in segreto, che vivere inquieto nel peccato, fare una morte infelice ed essere percio svergognato nel di del giudizio universale in faccia a tutto il mondo;



3.° che il confessore è obbligato al sigillo sacramentale sotto gravissimo peccato e con la minaccia di severissime pene temporali ed eterne.



758
758 D. Che cosa vuoi dire: l'accusa deve essere sincera?

R. L' accusa deve essere sincera, vuoi dire che bisogna dichiarare i propri peccati quali sono, senza scusarli, diminuirli o accrescerli.



759
759 D. Che vuol dire: la confessione deve essere prudente?

R. La confessione deve essere prudente, vuol dire che nel confessare i peccati dobbiamo servirci dei termini più modesti, e che dobbiamo guardarci dallo scoprire i peccati degli altri.



760
760 D. Che cosa significa: la confessione deve essere breve?

R. La confessione deve essere breve, significa che non dobbiamo dire niente d'inutile al confessore.



761
761 D. Non è egli gravoso il dover confessare ad un altro i propri peccati, massimamente se sono assai vergognosi?

R. Sebbene il confessare ad un altro i propri peccati possa essere gravoso, bisogna farlo, perché é di precetto divino e altrimenti non si puo ottenere il perdono dei peccati commessi, e inoltre perché la difficoltà di confessarsi è compensata da molti vantaggi e da grandi consolazioni.
7. - Del modo di confessarsi.





762
762 D. Come vi presenterete al confessore?

R. Mi inginocchiero ai piedi del confessore e diro: beneditemi, padre, perché ho peccato.



763
763 D. Che cosa farete mentre il confessore vi darà la benedizione?

R. Mi inchinero umilmente a ricevere la benedizione, e faro il segno della Croce.



764
764 D. Fatto il segno della Croce, che cosa deve dirsi?

R. Fatto il segno della Croce, si deve dire: mi confesso a Dio onnipotente, alla beata Vergine Maria, a tutti i Santi, ed a voi, padre mio spirituale, perché ho peccato.



765
765 D. E poi che cosa bisogna dire?

R. Poi bisogna dire: mi sono confessato nel tal tempo; per grazia di Dio ho ricevuto l'assoluzione, ho fatto la penitenza, e sono andato alla Comunione. Quindi si fa l'accusa dei peccati.



766
766 D. Finita l'accusa dei peccati che cosa fa­rete?

R. Finita l'accusa dei peccati dirà: mi accuso ancora di tutti i peccati della vita passata, specialmente contro la tale, o tale virtù - p. es. contro la purità, contro il quarto comandamento, ecc.



767
767 D. Dopo questa accusa che cosa si deve dire?

R. Si deve dire: di tutti questi peccati e di quelli che non ricordo, domando perdono a Dio con tutto il cuore; ed a voi, mio padre spirituale, domando la penitenza e l'assoluzione.



768
768 D. Compila cosa l'accusa dei peccati che cosa resta a farsi?

R. Compita l'accusa dei peccati, bisogna ascoltare con rispetto quello che dirà il confessore; accettare la penitenza con sincera volontà di farla; e mentre egli darà l'assoluzione, rinnovare di cuore l'atto di contrizione.



769
769 D. Ricevuta l'assoluzione, che resta a fare?

R. Ricevuta l'assoluzione, bisogna ringraziare il Signore; fare al più presto la penitenza; e mettere in pratica gli avvisi del confessore.
8. - Dell' assoluzione.





770
770 D. Debbono i confessori dar sempre l'assoluzione a quelli che si confessano?

R. I confessori debbono dare l'assoluzione solamente a quelli che essi giudicano ben disposti a riceverla.



771
771 D. Possono i confessori differire o negare qualche volta l'assoluzione?

R. I confessori non solamente possono, ma debbono differire o negare l'assoluzione in certi casi, per non profanare il sacramento.



772
772 D. Quali sono i penitenti che debbono ritenersi mal disposti, e ai quali si deve d'ordinario negare o differire l'assoluzione?

R. I penitenti che debbono ritenersi mal disposti sono questi principalmente:



1.° coloro che non sanno i misteri principali della fede o trascurano d'imparare le altre cose della Dottrina cristiana, che sono obbligati a sapere secondo il loro stato;



2.° coloro che sono gravemente negligenti nel fare l'esame di coscienza o non dànno segni di dolore e di pentimento



3.° coloro che non vogliono restituire, potendo, la roba altrui, o la riputazione tolta;



4.° coloro che non perdonano di cuore ai loro nemici;



5.° coloro che non vogliono praticare i mezzi necessari per emendarsi dei loro abiti cattivi;



6.° coloro che non vogliono lasciare le occasioni prossime del peccato.



773
773 D. Non è egli troppo rigoroso il confessore che differisce l'assoluzione al penitente, perché non lo crede ancora ben disposto?

R. Il confessore che differisce l'assoluzione al penitente, perché non lo crede ancora ben disposto, non è troppo rigoroso, ma anzi molto caritatevole, regolandosi come un buon medico, che tenta tutti i rimedi, anche disgustosi e dolorosi, per salvare la vita all'ammalato.



774
774 D. Il peccatore al quale si differisce o si nega l'assoluzione, dovrà disperarsi, o affatto ritirarsi dalla confessione?

R. Il peccatore, al quale si differisce, o si nega l'assoluzione, non deve disperarsi, o ritirarsi affatto dalla confessione; ma deve umiliarsi, riconoscere il suo deplorabile stato, profittare dei buoni consigli che il confessore gli dà, e cosi mettersi al più presto possibile in istato di meritare l'assoluzione.



775
775 D. Che cosa deve fare il penitente, quanto alla scelta del confessore?

R. Il vero penitente deve raccomandarsi molto a Dio per la scelta di un confessore pio, dotto e prudente, poi mettersi nelle sue mani, e sottomettersi a lui, come a suo giudice e medico.
9. - Della soddisfazione ossia penitenza.





776
776 D. Che cosa è la soddisfazione?

R. La soddisfazione, che chiamasi anche penitenza sacramentale, è uno degli atti del penitente, col quale egli dà un qualche risarcimento alla giustizia di Dio per i peccati commessi, eseguendo quelle opere che il confessore gli impone.



777
777 D. Il penitente è obbligato ad accettare la penitenza ingiuntagli dal confessore?

R. Il penitente è obbligato ad accettare la penitenza ingiuntagli dal confessore, se puo farla; e se non puo farla, deve dirlo umilmente al confessore stesso, e domandarne un'altra.



778
778 D. Quando si deve fare la penitenza?

R. Se il confessore non ha prescritto verun tempo, la penitenza si deve fare al più presto, e procurare di farla in istato di grazia.



779
779 D. Come si deve fare la penitenza?

R. La penitenza si deve fare intiera e con divozione.



780
780 D. Perché nella confessione s'ingiunge la pe­nitenza?

R. La penitenza s'ingiunge perché d'ordinario, dopo l'assoluzione sacramentale che rimette la colpa e la pena eterna, resta una pena temporale da scontarsi in questo mondo o nel purgatorio.



781
781 D. Per qual ragione ha voluto il Signore nel sacramento del Battesimo rimettere tutta la pena dovuta ai peccati e non nel sacramento della Penitenza?

R. Il Signore ha voluto nel sacramento del Battesimo rimettere tutta la pena dovuta ai peccati, e non nel sacramento della Penitenza, perché i peccati dopo il Battesimo sono assai più gravi, essendo commessi con maggior cognizione e ingratitudine ai benefici di Dio, e anche perché l'obbligo di soddisfarli sia freno a non ricadere nel peccato.



782
782 D. Possiamo noi soddisfare da noi stessi a Dio?

R. Noi, da noi stessi, non possiamo soddisfare a Dio; ma ben lo possiamo con l'unirci a Gesti Cristo, che col merito della sua passione e morte dà valore alle nostre azioni.



783
783 D. La penitenza che dà il confessore basta essa sempre a cancellare la pena che rimane dovuta ai peccati?

R. La penitenza che dà il confessore d'ordinario non basta per scontare la pena che rimane dovuta ai peccati; percio bisogna procurare di supplire con altre penitenze volontarie.



784
784 D. Quali sono le opere di penitenza?

R. Le opere di penitenza si possono ridurre a tre specie: alla preghiera, al digiuno, alla limosina.



785
785 D. Che cosa intendete per preghiera?

R. Per la preghiera s'intende ogni sorta di esercizi di pietà.



786
786 D. Che cosa s'intende per digiuno?

R. Per digiuno s'intende ogni sorta di mor­tificazione.



787
787 D. Che s' intende per limosina?

R. Per limosina s'intende qualunque opera di misericordia spirituale e corporale.



788
788 D. Quale penitenza è più meritoria, quella che dà il confessare, o quella che facciamo di nostra elezione?

R. La penitenza che ci dà il confessore è la più meritoria, perché, essendo parte del sacramento, riceve maggior virtù dai meriti della passione di Gesù Cristo.



789
789 D. Quelli che muoiono dopo d'avere ricevuta l'assoluzione, ma prima d'avere pienamente sod­disfatto alla giustizia di Dio, vanno subito in paradiso?

R. No; vanno in purgatorio per ivi soddisfare alla giustizia di Dio, e purificarsi interamente.



790
790 D. Le anime che sono nel purgatorio possono essere da noi sollevate nelle loro pene?

R. Si, le anime, che sono nel purgatorio, possono essere sollevate con le preghiere, con le limosine, con tutte le altre buone opere e con le indulgenze, ma sopratutto coi santo sacrificio della Messa.



791
791 D. Oltre la penitenza, che altro deve fare il peni/ente dopo la confessione?

R. Il penitente, dopo la confessione, oltre la penitenza, se ha danneggiato ingiustamente il prossimo nella roba o nell'onore, o se gli ha dato scandalo, deve per quanto gli è possibile al più presto restituirgli la roba, ripararne l'onore e rimediare allo scandalo.



792
792 D. Come si puo rimediare allo scandalo che si è cagionato?

R. Si più rimediare allo scandalo che si è cagionato, facendone cessare l'occasione, ed edi­ficando con le parole e col buon esempio quelli che abbiamo scandalizzati.



793
793 D. In qual maniera si dovrà soddisfare al prossimo, quando èstato da noi offeso?

R. Si dovrà soddisfare al prossimo, quando è stato da noi offeso, con domandargli perdono o con dargli qualche altra conveniente riparazione.



794
794 D. Quali frutti produce in noi una buona confessione?

R. Una buona confessione: 1.° ci rimette i peccati commessi, e ci dà la grazia di Dio; 2.° ci restituisce la pace e la quiete della coscienza; 3.° ci riapre le porte del paradiso, e cambia la pena eterna dell'inferno in pena temporale; 4.° ci preserva dalle ricadute e ci rende capaci del tesoro delle indulgenze.
10. - Delle indulgenze.





795
795 D. Che cosa è l'indulgenza?

R. L'indulgenza è la remissione della pena temporale dovuta per i nostri peccati, già rimessi quanto alla colpa; remissione che la Chiesa accorda fuori del sacramento della Penitenza.



796
796 D. Da chi ha ricevuto la Chiesa la facoltà di dare le indulgenze?

R. La Chiesa ha ricevuto la facoltà di dare le indulgenze da Gesù Cristo.



797
797 D. In qual modo la Chiesa ci rimette la pena temporale per mezzo delle indulgenze?

R. La Chiesa ci rimette la pena temporale per mezzo delle indulgenze, applicandoci le sod­disfazioni sovrabbondanti di Gesti Cristo, di Maria SSma, e dei Santi, le quali formano cio che dicesi il tesoro della Chiesa.



798
798 D. Chi ha il potere di concedere le indulgenze?

R. Il potere di concedere le indulgenze lo ha solo il Papa in tutta la Chiesa, e il Vescovo nella sua diocesi, secondo la facoltà concessagli dal Papa.



799
799 D. Di quante specie sono le indulgenze?

R. Le indulgenze sono di due specie: l'indulgenza plenaria e l'indulgenza parziale.



800
800 D. Qual'è l'indulgenza plenaria?

R. L' indulgenza plenaria è quella con cui ci viene rimessa tutta la pena temporale dovuta per i nostri peccati. Percio se taluno morisse dopo aver ricevuto tale Indulgenza, andrebbe subito in Paradiso, esente affatto dalle pene del purgatorio.



801
801 D. Qual'è l'indulgenza parziale?

R. L'indulgenza parziale è quella con la quale ci viene rimessa soltanto una parte della pena temporale dovuta per i nostri peccati.



802
802 D. Che cosa intende di fare la Chiesa nel concedere le indulgenze?

R. Nel concedere le indulgenze la Chiesa intende venire in aiuto alla nostra incapacità di espiare in questo mondo tutta la pena temporale, facendoci conseguire per mezzo di opere di pietà e di carità cristiana quello che nei primi secoli procurava che si ottenesse col rigore dei canoni penitenziali.



803
803 D. Che cosa s'intende per indulgenza di quaranta o cento giorni, ovvero di sette anni, e simili?

(*) R. Per indulgenza di quaranta o cento giorni ovvero di sette anni e simili, s'intende la remissione di tanta pena temporale, quanta se ne sconterebbe con quaranta o cento giorni ovvero sette anni della penitenza anticamente stabilita dalla Chiesa.



804
804 D. Che conto dobbiamo fare delle indulgenze?

R. Delle indulgenze dobbiamo fare grandis­simo conto, perché con esse si soddisfa alla giustizia di Dio e più presto e più facilmente si ottiene il possesso del cielo.



805
805 D. Che cosa si ricerca per acquistare le indul­genze?

R. Per acquistare le indulgenze si ricerca: 1.° lo stato di grazia (almeno nell'ultima opera che si compie) e la mondezza anche da quelle colpe veniali, di cui vuolsi cancellare la pena; 2.° l'adempimento delle opere che la Chiesa pre­scrive per acquistare l'indulgenza; 3.° l'intenzione di acquistarla.



806
806 D. Le indulgenze possono applicarsi anche alle anime del purgatorio?

(*) R. Si, le indulgenze possono applicarsi anche alle anime del purgatorio, quando chi le accorda dichiari che si possono ad esse applicare.



807
807 D. Che cosa è il Giubileo?

R. Il Giubileo, che ordinariamente si concede ogni venticinque anni, è un' indulgenza plenaria a cui sono annessi molti privilegi e particolari concessioni, come di poter ottenere l'assoluzione di alcuni peccati riservati e delle censure, e la commutazione di alcuni voti.

CAPO VII. Dell'Estrema Unzione.


Catechismo Maggiore di S. Pio X 671