Direttorio generale catechesi IT 141

La pedagogia della Chiesa


141 Fin dagli inizi la Chiesa, che è « in Cristo come un sacramento », (492) ha vissuto la sua missione come proseguimento visibile e attuale della pedagogia del Padre e del Figlio. Essa, « essendo nostra Madre, è anche l'educatrice della nostra fede ». (493)

Sono queste le ragioni profonde, per cui la comunità cristiana è in se stessa catechesi vivente. Per ciò che è, annuncia, celebra, opera e rimane sempre il luogo vitale, indispensabile e primario della catechesi.

La Chiesa ha prodotto lungo i secoli un incomparabile tesoro di pedagogia della fede: anzitutto la testimonianza di catechistie santie. Una varietà di vie e forme originali di comunicazione religiosa come il catecumenato, i catechismi, gli itinerari di vita cristiana; un prezioso patrimonio di insegnamenti catechistici, di cultura della fede, di istituzioni e di servizi della catechesi. Tutti questi aspetti fanno la storia della catechesi ed entrano di diritto nella memoria della comunità e nella prassi del catechista.

La pedagogia divina, azione dello Spirito Santo in ogni cristiano


142 « Beato l'uomo che tu istruisci, Signore, e che ammaestri nella tua legge » (Ps 94,12). Alla scuola della parola di Dio accolta nella Chiesa, grazie al dono dello Spirito Santo inviato da Cristo, il discepolo cresce come il suo Maestro in « sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini » (Lc 2,52) ed è aiutato a sviluppare in sé l'« educazione divina » ricevuta, mediante la catechesi e le risorse della scienza e dell'esperienza. (494) In questo modo, conoscendo sempre più il mistero della salvezza, imparando ad adorare Dio Padre e « vivendo nella verità secondo la carità », cerca di « crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo » (Ep 4,15).

La pedagogia di Dio si può dire compiuta quando il discepolo perviene « allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo » (Ep 4,13). Per questo non si può essere maestri e pedagoghi della fede altrui se non si è discepoli convinti e fedeli di Cristo nella sua Chiesa.

Pedagogia divina e catechesi


143 La catechesi, in quanto comunicazione della divina rivelazione, si ispira radicalmente alla pedagogia di Dio come si dispiega in Cristo e nella Chiesa, ne accoglie i tratti costitutivi e, sotto la guida dello Spirito Santo, ne cura una sintesi sapiente, favorendo, così, una vera esperienza di fede, un incontro filiale con Dio. In questo modo la catechesi:

– è una pedagogia che si inserisce e serve il « dialogo della salvezza » tra Dio e la persona, mettendo in dovuto risalto la destinazione universale di tale salvezza; in ciò che riguarda Dio, sottolinea l'iniziativa divina, la motivazione amorosa, la gratuità, il rispetto della libertà; in ciò che riguarda l'uomo, evidenzia la dignità del dono ricevuto e l'esigenza di crescere continuamente in esso; (495)

– accetta il principio della progressività della Rivelazione, la trascendenza e misteriosità della parola di Dio, come pure il suo adattamento alle diverse persone e culture;

– riconosce la centralità di Gesù Cristo, parola di Dio fatta uomo che determina la catechesi come « pedagogia dell'incarnazione », per cui il Vangelo è da proporre sempre per la vita e nella vita delle persone;

– valorizza l'esperienza comunitaria della fede, come è propria del popolo di Dio, della Chiesa;

– si radica nella relazione interpersonale e fa proprio il processo del dialogo;

– si fa pedagogia di segni, dove si intrecciano fatti e parole, insegnamento ed esperienza; (496)

– essendo l'amore di Dio la ragione ultima della sua rivelazione, dall'inesauribile amore divino, che è lo Spirito Santo, la catechesi trae la sua forza di verità e il costante impegno di darne testimonianza. (497)

La catechesi si configura così come processo, o itinerario, o cammino al seguito del Cristo del Vangelo nello Spirito verso il Padre, intrapreso per giungere alla maturità della fede « secondo la misura del dono di Cristo » (
Ep 4,7) e le possibilità e i bisogni di ciascuno.

Pedagogia originale della fede\b (498)


144 La catechesi, che è dunque pedagogia in atto della fede, nel realizzare i suoi compiti non può lasciarsi ispirare da considerazioni ideologiche o da interessi puramente umani, (499) non confonde l'agire salvifico di Dio, che è pura grazia, con l'agire pedagogico dell'uomo, ma nemmeno li contrappone e separa. È il dialogo che Dio va facendo amorevolmente con ogni persona che diventa sua ispirazione e norma; di esso la catechesi diventa « eco » instancabile, ricercando continuamente il dialogo con le persone, secondo le grandi indicazioni offerte dal Magistero della Chiesa. (500)

Obiettivi precisi che ispirano le sue scelte metodologiche sono:

– muovere una progressiva e coerente sintesi tra l'adesione piena dell'uomo a Dio (fides qua) e i contenuti del messaggio cristiano (fides quae);

– sviluppare tutte le dimensioni della fede, per cui questa si traduce in fede conosciuta, celebrata, vissuta, pregata; (501)

– spingere la persona ad abbandonarsi « tutta intera, liberamente a Dio »: (502) intelligenza, volontà, cuore, memoria;

– aiutare la persona a discernere la vocazione, cui il Signore la chiama.

La catechesi svolge così un'opera insieme di iniziazione, di educazione e di insegnamento.

Fedeltà a Dio e fedeltà alla persona\b (503)


145 Gesù Cristo è la vivente, perfetta relazione di Dio con l'uomo e dell'uomo con Dio. Da Lui la pedagogia della fede riceve una « legge che è fondamentale per tutta la vita della Chiesa », e dunque della catechesi: « quella della fedeltà a Dio e della fedeltà all'uomo, in uno stesso atteggiamento di amore ». (504)

Sarà perciò genuina quella catechesi che aiuta a percepire l'azione di Dio lungo tutto il cammino formativo, favorendo un clima di ascolto, di rendimento di grazie e di preghiera, (505) e insieme mira alla risposta libera delle persone, promuovendo la partecipazione attiva dei catechizzandi.

La « condiscendenza »\b (506): di Dio, scuola per la persona


146 Volendo parlare agli uomini come ad amici, (507) Dio manifesta in modo particolare la sua pedagogia adattando con sollecita provvidenza il suo dire alla nostra condizione terrena. (508)

Ciò comporta per la catechesi il compito mai concluso di trovare un linguaggio capace di comunicare la parola di Dio e il Credo della Chiesa, che ne è lo sviluppo, nelle svariate condizioni degli uditori, (509) mantenendo insieme la certezza che, per grazia di Dio, ciò si può fare e che lo Spirito Santo dona la gioia di farlo.

Perciò indicazioni pedagogiche adeguate alla catechesi sono quelle che permettono di comunicare la totalità della parola di Dio nel cuore dell'esistenza delle persone. (510)

Evangelizzare educando ed educare evangelizzando\b (511)


147 Ispirandosi in continuità alla pedagogia della fede, il catechista configura il suo servizio come qualificato cammino educativo, ossia da una parte aiuta la persona ad aprirsi alla dimensione religiosa della vita e dall'altra propone a essa il Vangelo, in maniera tale che penetri e trasformi i processi di intelligenza, di coscienza, di libertà, di azione, così da fare dell'esistenza un dono di sé sull'esempio di Gesù Cristo.

A questo scopo, il catechista conosce e si avvale del contributo delle scienze dell'educazione cristianamente intese.


CAPITOLO II

Elementi di metodologia

La diversità di metodi in catechesi\b (1)


148 Nella trasmissione della fede, la Chiesa non ha per sé un metodo proprio né un metodo unico, bensì, alla luce della pedagogia di Dio, discerne i metodi del tempo, assume con libertà di spirito « tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato e merita lode » (Ph 4,8). In sintesi tutti gli elementi che non sono in contrasto con il Vangelo e li pone al servizio di esso. Ciò trova mirabile conferma nella storia della Chiesa, dove i tanti carismi di servizio della Parola hanno generato svariati percorsi metodologici. In questo modo « la varietà dei metodi è un segno di vita ed una ricchezza », e insieme dimostrazione di rispetto verso i destinatari. Tale varietà è richiesta da « l'età e lo sviluppo intellettuale dei cristiani, il loro grado di maturità ecclesiale e spirituale e molte altre circostanze personali ».(2)

La metodologia catechistica ha per obiettivo unitario l'educazione alla fede; si avvale delle scienze pedagogiche e della comunicazione applicate alla catechesi; tiene conto delle numerose e notevoli acquisizioni della catechetica contemporanea.

La relazione contenuto-metodo in catechesi\b(3)


149 Il principio della « fedeltà a Dio e fedeltà all'uomo » porta a evitare ogni contrapposizione o artificiale separazione o presunta neutralità tra metodo e contenuto, affermando piuttosto la loro necessaria correlazione e interazione. Il catechista riconosce che il metodo è al servizio della rivelazione e conversione(4) e perciò è necessario avvalersene. D'altra parte, il catechista sa che il contenuto della catechesi non è indifferente a qualsiasi metodo, bensì esige un processo di trasmissione adeguato alla natura del messaggio, alle sue fonti e linguaggi, alle circostanze concrete della comunità ecclesiale, alla condizione dei singoli fedeli cui la catechesi si rivolge.

Per l'intrinseca importanza sia nella tradizione che nell'attualità catechistica, meritano di essere ricordati il metodo di accostamento alla Bibbia,(5) il metodo o « pedagogia del documento », del Simbolo in particolare, in quanto « la catechesi è trasmissione dei documenti della fede »,(6) il metodo dei segni liturgici ed ecclesiali, il metodo proprio della comunicazione mass-mediale.

Un buon metodo catechistico è garanzia di fedeltà al contenuto.

Metodo induttivo e deduttivo\b(7)


150 La comunicazione della fede nella catechesi è un evento di grazia, realizzato dall'incontro della Parola di Dio con l'esperienza della persona, si esprime attraverso segni sensibili ed ultimamente apre al mistero. Può accadere per vie diverse a noi non sempre completamente conosciute.

Attendendo alla storia della catechesi, oggi si parla comunemente di via induttiva e deduttiva. Il metodo induttivo consiste nella presentazione di fatti (avvenimenti biblici, atti liturgici, eventi di vita della Chiesa e della vita quotidiana...) allo scopo di discernere il significato che essi possono avere nella divina rivelazione. È una via che offre grandi vantaggi, perché è conforme all'economia della rivelazione; corrisponde ad una istanza profonda dello spirito umano di pervenire alla conoscenza delle cose intelligibili attraverso le cose visibili; ed è conforme pure alle caratteristiche della conoscenza di fede, che è conoscenza attraverso i segni.

Il metodo induttivo non esclude, anzi esige il metodo deduttivo, che spiega e descrive i fatti procedendo dalle loro cause. Ma la sintesi deduttiva avrà pieno valore solo quando è stato compiuto il processo induttivo.(8)


151 Altro è il senso da dare quando ci si riferisce ai percorsi operativi: uno è chiamato anche « kerigmatico » (o discendente), quando prende avvio dall'annuncio del messaggio, espresso nei principali documenti della fede (Bibbia, liturgia, dottrina...), e ne fa applicazione alla vita; l'altro è detto « esistenziale » (o ascendente), quando muove da problemi e situazioni umane e li illumina con la luce della Parola di Dio. Di per sé sono approcci legittimi, se sono rispettati tutti i fattori in gioco, il mistero di grazia e il dato umano, la comprensione di fede e il processo di razionalità.

L'esperienza umana nella catechesi\b(9)


152 L'esperienza svolge diverse funzioni nella catechesi, per cui deve essere continuamente e debitamente valorizzata.

a) Fa nascere nell'uomo interessi, interrogativi, speranze e ansietà, riflessioni e giudizi che confluiscono in un certo desiderio di trasformare l'esistenza. Compito della catechesi è di rendere le persone attente alle loro più importanti esperienze, di aiutarle a giudicare alla luce del Vangelo le domande e i bisogni che ne scaturiscono, di educarle a una nuova impostazione della vita. In questo modo la persona sarà capace di comportarsi in modo attivamente e responsabilmente di fronte al dono di Dio.

b) L'esperienza favorisce l'intelligibilità del messaggio cristiano. Ciò corrisponde bene all'agire di Gesù, che si servì di esperienze e situazioni umane per segnalare realtà escatologiche e trascendenti e insieme indicare l'atteggiamento da assumere di fronte a tali realtà. Sotto questo aspetto, l'esperienza è mediazione necessaria per esplorare e assimilare le verità che costituiscono il contenuto oggettivo della rivelazione.

c) Le funzioni ora dette indicano che l'esperienza assunta dalla fede diventa in certo modo ambito di manifestazione e realizzazione della salvezza, dove Dio, coerentemente alla pedagogia dell'incarnazione, raggiunge l'uomo con la sua grazia e lo salva. Il catechista deve aiutare la persona a leggere in quest'ottica il proprio vissuto, per cogliere l'invito dello Spirito Santo alla conversione, all'impegno, alla speranza, e così scoprire sempre di più il progetto di Dio nella propria vita.


153 Illuminare e interpretare l'esperienza con il dato della fede diventa un compito stabile della pedagogia catechistica, non privo di difficoltà, ma che non può essere trascurato, pena la caduta in giustapposizioni artificiose o comprensioni integriste della verità.

Ciò è reso possibile da una corretta applicazione della correlazione o interazione tra esperienze umane profonde(10) e messaggio rivelato. È quanto ampiamente ci testimoniano l'annuncio dei profeti, la predicazione di Cristo e l'insegnamento degli apostoli, che perciò costituiscono il criterio fondante e normativo per ogni incontro tra fede ed esperienza umana nel tempo della Chiesa.

La memorizzazione nella catechesi\b(11)


154 La catechesi fa parte di quella « Memoria » della Chiesa che mantiene viva tra noi la presenza del Signore.(12) L'esercizio della memoria costituisce, quindi, un aspetto costitutivo della pedagogia della fede, fin dagli inizi del cristianesimo. Per superare i rischi di una memorizzazione meccanica, l'apprendimento mnemonico deve inserirsi armonicamente tra le diverse funzioni di apprendimento, quali la reazione spontanea e la riflessione, il momento del dialogo e del silenzio, la relazione orale e il lavoro scritto.(13)

In particolare, come oggetto di memoria vanno opportunamente considerate le principali formule della fede, perché assicurano una più precisa esposizione di essa e garantiscono un prezioso patrimonio comune dottrinale, culturale e linguistico. Il possesso sicuro dei linguaggi della fede è condizione indispensabile per vivere la fede stessa.

Occorre però che tali formule siano proposte come sintesi dopo un cammino previo di spiegazione e siano fedeli al messaggio cristiano. Vi rientrano alcune maggiori formule e testi della Bibbia, del dogma, della liturgia, le ben note preghiere della tradizione cristiana (Simbolo Apostolico, Padre Nostro, Ave Maria...).(14)

« I fiori della fede e della pietà — se così si può dire — non spuntano nelle zone desertiche di una catechesi senza memoria. La cosa essenziale è che questi testi memorizzati siano al tempo stesso interiorizzati, compresi a poco a poco nella loro profondità, per diventare sorgente di vita cristiana personale e comunitaria ».(15)


155 Ancora più profondamente, l'apprendimento delle formule della fede e la loro professione credente vanno compresi nell'alveo del tradizionale e proficuo esercizio della « traditio » e « redditio», per cui alla consegna della fede nella catechesi (traditio)corrisponde la risposta del soggetto lungo il cammino catechistico e poi nella vita (redditio).(16)

Questo processo favorisce una partecipazione migliore alla verità ricevuta. È corretta e matura quella risposta personale che rispetta in pieno il senso genuino del dato di fede e mostra di comprendere il linguaggio usato per dirlo (biblico, liturgico, dottrinale...).

Ruolo del catechista\b(17)


156 Nessuna metodologia, per quanto sperimentata, dispensa dalla persona stessa del catechista in ogni fase del processo di catechesi.

Il carisma datogli dallo Spirito, una solida spiritualità, una trasparente testimonianza di vita costituiscono l'anima di ogni metodo e soltanto le proprie qualità umane e cristiane garantiscono il buon uso dei testi e di altri strumenti di lavoro.

Il catechista è intrinsecamente un mediatore che facilita la comunicazione tra le persone e il mistero di Dio e dei soggetti tra di loro e con la comunità. Per questo deve adoperarsi perché la sua visione culturale, condizione sociale e stile di vita non facciano ostacolo al cammino della fede, creando piuttosto le condizioni più adatte perché il messaggio cristiano sia ricercato, accolto e approfondito.

Non dimentica che l'adesione credente delle persone è frutto della grazia e della libertà, e quindi fa sì che la sua attività sia sempre sostenuta dalla fede nello Spirito Santo e dalla preghiera.

Infine, di sostanziale importanza è la relazione personale del catechista con il soggetto. Essa si nutre di passione educativa, di creatività ingegnosa, di adattamento e insieme di massimo rispetto per la libertà e maturazione della persona.

In forza del suo sapiente accompagnamento, il catechista assolve un servizio tra i più preziosi dell'azione catechistica: aiuta i soggetti a discernere la vocazione cui Dio li chiama.

L'attività e creatività dei soggetti catechizzati\b(18)


157 La partecipazione attiva di quanti sono catechizzati al loro processo formativo è pienamente conforme, non soltanto alla genuina comunicazione umana, ma specificamente all'economia della rivelazione e della salvezza. Infatti nello stato ordinario della vita cristiana, i credenti sono chiamati a rispondere attivamente, singolarmente e in gruppo, al dono di Dio attraverso la preghiera, la partecipazione ai sacramenti e alle altre azioni liturgiche, l'impegno ecclesiale e sociale, l'esercizio della carità, la promozione dei grandi valori umani, come la libertà, la giustizia, la pace, la salvaguardia del creato.

Nella catechesi, dunque, i soggetti assumono l'impegno di esercitarsi nelle attività della fede, della speranza e della carità, di acquisire la capacità e rettitudine di giudizio, di rafforzare la personale decisione di conversione e di pratica cristiana della vita.

Gli stessi soggetti, soprattutto quando si tratta di adulti, possono contribuire efficacemente allo sviluppo della catechesi, indicando le vie più efficaci di comprensione ed espressione del messaggio, come: « l'apprendere facendo », l'impiego della ricerca e del dialogo, lo scambio e il confronto dei punti di vista.

Comunità, persona e catechesi\b(19)


158 La pedagogia catechistica riesce efficace nella misura in cui la comunità cristiana diventa riferimento concreto ed esemplare per il cammino di fede dei singoli. Ciò avviene se la comunità si propone come fonte, luogo e meta della catechesi. Concretamente, allora, la comunità diventa luogo visibile di testimonianza credente, provvede alla formazione dei suoi membri, li accoglie quale famiglia di Dio, costituendosi ambiente vitale e permanente di crescita della fede.(20)

Accanto all'annuncio del Vangelo in forma pubblica e collettiva, rimane sempre indispensabile il contatto da persona a persona, sull'esempio di Gesù e degli Apostoli. In tale modo la coscienza personale è più facilmente coinvolta, il dono della fede, come è proprio dell'azione dello Spirito Santo, perviene al soggetto da vivente a vivente, e la forza di persuasione si fa più incisiva.(21)

L'importanza del gruppo\b(22)


159 Il gruppo ha una funzione importante nei processi di sviluppo delle persone. Ciò vale anche per la catechesi, sia dei piccoli di cui favorisce una buona socializzazione, sia dei giovani per i quali il gruppo costituisce quasi una necessità vitale nella formazione della personalità, sia per gli adulti tra i quali promuove uno stile di dialogo, di condivisione e di corresponsabilità cristiana.

Il catechista, che partecipa alla vita del gruppo e ne avverte e valorizza le dinamiche, riconosce e svolge come suo compito primario e specifico quello di essere, in nome della Chiesa, testimone attivo del Vangelo, capace di partecipare agli altri i frutti della sua fede matura e di stimolare con intelligenza la ricerca comune.

Oltre che fattore didattico, il gruppo cristiano è chiamato a essere esperienza di comunità e forma di partecipazione alla vita ecclesiale, trovando nella più ampia comunità eucaristica la sua meta e la sua piena manifestazione. Dice Gesù: « Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro » (
Mt 18,20).

La comunicazione sociale\b(23)


160 « Il primo areopago del tempo moderno è il mondo della comunicazione che sta unificando l'umanità... I mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento informativo e formativo, di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali ».(24) Per questo, oltre ai numerosi mezzi tradizionali in vigore, « l'utilizzazione dei media è diventata essenziale all'evangelizzazione e alla catechesi ».(25) Infatti, « la Chiesa si sentirebbe colpevole davanti al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che l'intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati;... in loro essa trova una versione moderna ed efficace del pulpito. Grazie a essi riesce a parlare alle moltitudini ».(26)

Vi possono rientrare, sia pure a titolo differente: televisione, radio, stampa, dischi, nastri registrati, video e audio-cassette, compact-disc, tutto il settore degli audiovisivi.(27) Ciascun mezzo svolge un proprio servizio e ognuno richiede un uso specifico; di ognuno occorre rispettare le esigenze e valutare l'importanza.(28) In una catechesi ben programmata tali sussidi non possono, dunque, essere assenti. Favorire un aiuto reciproco tra le Chiese, per sopperire ai costi di acquisto e di gestione, talora assai alti, è un vero servizio alla causa del Vangelo.


161 Il buon uso dei media richiede agli operatori della catechesi un serio impegno di conoscenza, di competenza e di qualificato e aggiornato impiego. Ma soprattutto, per la forte incidenza sulla cultura che i media contribuiscono a elaborare, non va mai dimenticato che « non basta usarli per diffondere il messaggio cristiano e il magistero della Chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa "nuova cultura" creata dalla comunicazione moderna... con nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psicologici ».(29) Soltanto così, con la grazia di Dio, il messaggio evangelico ha la capacità di penetrare nella coscienza di ciascuno « e di ottenere a proprio favore un'adesione e un impegno del tutto personale ».(30)


162 Gli operatori e i fruitori della comunicazione devono poter ricevere la grazia del Vangelo. Ciò spinge i catechisti a considerare particolari categorie di persone: gli stessi professionisti dei media, cui additare il Vangelo come grande orizzonte di verità, di responsabilità, di ispirazione; le famiglie — così esposte all'influsso dei mezzi di comunicazione — per una loro difesa, ma soprattutto in vista di una accresciuta capacità critica ed educativa;(31) le giovani generazioni, che della comunicazione mass mediale sono fruitori e soggetti creativi. Si ricordi a tutti che « nell'impiego e nella ricezione degli strumenti di comunicazione urgono sia un'opera educativa al senso critico, animato dalla passione per la verità, sia un'opera di difesa della libertà, del rispetto alla dignità personale, dell'elevazione dell'autentica cultura dei popoli ».(32)


PARTE QUARTA

I DESTINATARI

DELLA CATECHESI


I destinatari della catechesi


« Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra » (Is 49,6).
« Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato, nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi » (Lc 4,16-21).

« Il Regno riguarda tutti »(33)


163 All'inizio del suo ministero, Gesù proclama di essere stato mandato ad annunziare ai poveri il lieto messaggio,(34) facendo trasparire, e confermandolo poi con la sua vita, che il Regno di Dio è destinato a tutti gli uomini, a partire da quelli che sono più svantaggiati. Di fatto egli si fa catechistadel Regno di Dio verso tutte le categorie di persone, grandi e piccoli, ricchi e poveri, sani e malati, vicini e lontani, giudei e pagani, uomini e donne, giusti e peccatori, popolo e autorità, singoli e gruppo... È disponibile a ogni persona e si interessa di tutti i bisogni di essa: nell'anima e nel corpo, guarendo e perdonando, correggendo e incoraggiando, con la parola e con i fatti.

Gesù conclude la sua vita terrena invitando i discepoli a fare lo stesso, a predicare il Vangelo a ogni creatura del mondo,(35) a « tutte le nazioni » (
Mt 28,19 Lc 24,47) « fino agli estremi confini della terra » (Ac 1,8) e per tutti i tempi, « fino alla fine del mondo » (Mt 28,20).


164 È il compito che la Chiesa realizza da duemila anni, con una immensa varietà di esperienze di annuncio e catechesi, continuamente sollecitata dallo Spirito di Pentecoste ad assolvere il debito della evangelizzazione « verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti » (Rm 1,14).

Si configurano così i tratti di una pedagogia della fede, in cui si coniugano strettamente l'apertura universalista della catechesi e la sua esemplare incarnazione nel mondo dei destinatari.

Significato e finalità di questa parte


165 La necessaria attenzione alle differenti e varie situazioni di vita delle persone(36) muove la catechesi a percorrere molteplici vie per incontrarle e rendere il messaggio cristiano e la pedagogia della fede adatti alle diverse esigenze.(37)

Così, se si considera la condizione di fede iniziale, si apre la via dei catecumeni e neofiti; l'attenzione allo sviluppo della fede dei battezzati induce a parlare di catechesi di approfondimento o di ricupero per quanti abbisognano ancora di orientamenti essenziali. Se si considera lo sviluppo fisico e psichico dei catechizzandi, la catechesi si articola secondo le età. Attendere, invece, ai contesti socio-culturali, significa impostare una catechesi per categorie.


166 Non potendo trattare in modo particolareggiato i diversi tipi possibili di catechesi, in questa parte si considerano solo taluni aspetti che sono di rilievo in qualsiasi situazione:

– aspetti generali dell'adattamento catechistico (capitolo 1);

– catechesi secondo le età (capitolo 2);

– catechesi per chi vive situazioni speciali (capitolo 3);

– catechesi secondo contesti (capitoli 4 e 5).

Viene così affrontato in termini operativi il problema dell'inculturazione, in riferimento ai contenuti della fede, alle persone e al contesto culturale.

Spetterà alle Chiese particolari, nei loro direttorii catechistici nazionali e regionali, dare orientamenti più specifici e determinati in base alle concrete condizioni e necessità locali.


CAPITOLO I

L'adattamento al destinatario

Aspetti generali

Bisogno e diritto di ogni credente di ricevere una valida catechesi\b (38)


167 Ogni battezzato, perché è chiamato da Dio alla maturità della fede, ha bisogno e quindi ha il diritto di una catechesi adeguata. È perciò compito primario della Chiesa rispondervi in maniera del tutto congrua e soddisfacente.

A questo scopo si ricorderà, prima di ogni altra cosa, che il destinatario del Vangelo è « l'uomoconcreto, storico »,(39) sempre radicato in una data situazione e sempre influenzato da condizionamenti psicologici, sociali, culturali e religiosi; ne sia esso consapevole oppure no.(40)

Nel processo di catechesi, il destinatario deve poter manifestarsi soggetto attivo, consapevole e corresponsabile e non puro ricettore silenzioso e passivo.(41)

Bisogno e diritto della comunità\b(42)


168 L'attenzione al singolo non deve far dimenticare che la catechesi ha per destinatario la comunità cristiana come tale e ciascuna persona in essa. Se, infatti, è da tutta la vita della Chiesa che la catechesi trae legittimità ed energia, è vero anche che « la crescita interiore della Chiesa, la sua corrispondenza con il disegno di Dio, dipende essenzialmente dalla catechesi ».(43)

Pertanto il necessario adattamento del Vangelo riguarda e coinvolge anche la comunità come tale.

L'adattamento vuole che il contenuto della catechesi sia come un cibo sano e adeguato\b(44)


169 L'« adattamento della predicazione della Parola rivelata deve rimanere legge di ogni evangelizzazione ».(45) Ciò ha una intrinseca motivazione teologica nel mistero dell'incarnazione, corrisponde a una elementare esigenza pedagogica della sana comunicazione umana, riflette la prassi della Chiesa lungo i secoli.

Tale adattamento va inteso come azione squisitamente materna della Chiesa, che riconosce le persone come « il campo di Dio » (
1Co 3,9), non da condannare, ma da coltivare nella speranza. A ciascuna di esse va incontro, tiene conto seriamente della varietà di situazioni e culture e mantiene la comunione di tanti nell'unica Parola che salva. In questo modo il Vangelo viene trasmesso genuino e saporoso, cibo sano e insieme adeguato. A questo criterio deve ispirarsi ogni iniziativa singola e devono servire le risorse di creatività e genialità del catechista.

L'adattamento tiene conto delle diverse circostanze


170 L'adattamento si realizza secondo le diverse circostanze in cui si trasmette la Parola di Dio.(46) Esse sono determinate dalle « differenze di cultura, di età, di vita spirituale e di situazione sociale ed ecclesiale di coloro cui la catechesi è rivolta ».(47) Ad esse si dovrà prestare una considerazione molto attenta.

Si ricorderà pure che, nel pluralismo delle situazioni, l'adattamento ha sempre presente la totalità della persona e la sua unità essenziale, secondo la visione che ne ha la Chiesa. Per questo la catechesi non si ferma solo alla considerazione degli elementi esteriori di una data situazione, ma tiene sempre presente il mondo intimo della persona, la verità sull'essere umano, « prima e fondamentale via della Chiesa ».(48) Ciò determina un processo di adattamento che è tanto più confacente quanto più vengono considerati gli interrogativi, le aspirazioni, i bisogni della persona nel suo mondo interiore.


CAPITOLO II

La catechesi per età


Indicazioni generali


171 La catechesi secondo le differenti età è una esigenza essenziale per la comunità cristiana. Da una parte, infatti, la fede partecipa allo sviluppo della persona; dall'altra, ogni fase della vita è esposta alla sfida della scristianizzazione e deve soprattutto cimentarsi con i compiti sempre nuovi della vocazione cristiana.

Si danno dunque di diritto catechesi per età diversificate e complementari, provocate dai bisogni e capacità dei destinatari.(49)

Per questo è indispensabile prestare attenzione a tutte le componenti in gioco, sia antropologico-evolutive che teologico-pastorali, avvalendosi anche dei dati aggiornati delle scienze umane e pedagogiche attinenti a ogni età.

Si farà pure in modo di integrare saggiamente le diverse tappe del cammino di fede, badando in particolare che la catechesi dell'infanzia trovi armonico compimento nelle fasi posteriori.

Anche per questa ragione è pedagogicamente efficace fare riferimento alla catechesi degli adulti e, alla sua luce, orientare la catechesi degli altri momenti della vita.

Qui si indicheranno soltanto alcuni elementi generali e a modo di esempio, lasciando specificazioni ulteriori ai Direttorii catechistici delle Chiese particolari e delle Conferenze Episcopali.


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