Direttorio generale catechesi IT 256

Il Catecumenato battesimale degli adulti (250)


256 Il Catecumenato battesimale è un luogo tipico di catechizzazione, istituzionalizzato dalla Chiesa per preparare gli adulti, che desiderano diventare cristiani, a ricevere i sacramenti dell'iniziazione. (251) Nel catecumenato si realizza, in effetti, quella « formazione specifica mediante la quale l'adulto, convertito alla fede, è portato fino alla confessione della fede battesimale durante la veglia pasquale ». (252)

La catechesi che si compie nel catecumenato battesimale è strettamente vincolata alla comunità cristiana. (253) Dal momento stesso del loro ingresso nel catecumenato, la Chiesa circonda i catecumeni « del suo affetto e delle sue cure, come suoi figli e a essa congiunti: infatti appartengono già alla famiglia di Cristo... ».(254) Perciò, la comunità cristiana aiuta « i candidati e i catecumeni durante tutto il corso dell'iniziazione, dal precatecumenato al catecumenato, e al tempo della mistagogia ». (255)

Questa continua presenza della comunità cristiana si esprime in diversi modi appropriatamente descritti nel Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti. (256)

La parrocchia come ambito di catechesi


257 La parrocchia è, senza dubbio, il luogo più significativo, in cui si forma e si manifesta la comunità cristiana. Essa è chiamata a essere una casa di famiglia, fraterna e accogliente, dove i cristiani diventano consapevoli di essere popolo di Dio. (257) Nella parrocchia, infatti, si fondono insieme tutte le differenze umane che vi si trovano e si innestano nell'universalità della Chiesa. (258) Essa è, d'altra parte, l'ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede. Costituisce, perciò, uno spazio comunitario molto adeguato affinché il ministero della Parola realizzato in essa sia — contemporaneamente — insegnamento, educazione ed esperienza vitale.

La parrocchia sta subendo, oggi, in molti Paesi, profonde trasformazioni. I cambiamenti sociali hanno forti ripercussioni su di essa. Nelle grandi città, « è stata come scossa dal fenomeno dell'urbanizzazione ». (259) Nonostante ciò, « la parrocchia resta un punto capitale di riferimento per il popolo cristiano, e anche per i non praticanti ». (260) Essa, tuttavia, deve continuare a restare l'animatrice della catechesi e il suo « luogo privilegiato », (261) pur riconoscendo che, in certe occasioni, non può essere il centro di gravitazione di tutta la funzione ecclesiale di catechizzare e che ha la necessità di integrarsi con altre istituzioni.


258 Affinché la catechesi riesca a dispiegare tutta l'efficacia nella missione evangelizzatrice della parrocchia, sono richieste alcune condizioni:

a) La catechesi degli adulti (262) deve assumere sempre più una prioritaria importanza. Si tratta di promuovere « una catechesi post-battesimale, a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni elementi del Rituale dell'Iniziazione Cristiana degli adulti, destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto ». (263)

b) Occorre progettare, con rinnovato coraggio, l'annuncio ai lontani e a coloro che vivono in situazioni di indifferenza religiosa. (264) In questo impegno, gli incontri pre-sacramentali(preparazione al Matrimonio, al Battesimo e alla prima Comunione dei figli...) possono risultare fondamentali. (265)

c) Come solido punto di riferimento per la catechesi parrocchiale si richiede la presenza di un nucleo comunitario costituito da cristiani maturi, già iniziati alla fede, ai quali riservare una sollecitudine pastorale adeguata e differenziata. Si potrà raggiungere più facilmente questo obiettivo, se si promuoverà nelle parrocchie la formazione di piccole comunità ecclesiali. (266)

d) Se queste precedenti condizioni, riferite principalmente agli adulti, vengono realizzate, la catechesi destinata ai bambini, agli adolescenti e ai giovani — che rimane pur sempre imprescindibile — ne beneficerà grandemente.

La scuola cattolica


259 La scuola cattolica (267) è un luogo molto rilevante per la formazione umana e cristiana. La dichiarazione Gravissimum Educationis del Concilio Vaticano II « segna un cambiamento decisivo nella storia della scuola cattolica: il passaggio dalla scuola-istituzione alla scuola-comunità ». (268)

La scuola cattolica, al pari delle altre scuole, persegue le finalità culturali e la formazione umana dei giovani. Ma suo elemento caratteristico è:

– « di dare vita a un ambiente comunitario scolastico permeato dallo spirito evangelico di libertà e carità,

– di aiutare gli adolescenti perché nello sviluppo della propria personalità crescano insieme secondo quella nuova creatura, che in essi ha realizzato il battesimo,

– e di coordinare infine l'insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza ». (269)

Il progetto educativo della Scuola cattolica è tenuto a svilupparsi in base a questa concezione proposta dal Concilio Vaticano II.

Questo progetto educativo si compie nella comunità scolastica, della quale fanno parte tutti coloro che ne sono direttamente coinvolti: « gli insegnanti, il personale direttivo, amministrativo e ausiliario, i genitori, figura centrale in quanto naturali e insostituibili educatori dei propri figli, e gli alunni, compartecipi e responsabili quali veri protagonisti e soggetti attivi del processo educativo ». (270)


260 Quando gli alunni della Scuola cattolica appartengono in maggioranza a famiglie che si vincolano a questa Scuola in ragione del carattere cattolico della medesima, il ministero della Parola può ivi esercitarsi in molteplici forme: primo annuncio, insegnamento religioso scolastico, catechesi, omelia. Due di queste modalità hanno, tuttavia, nella Scuola cattolica un particolare rilievo: l'insegnamento religioso scolastico e la catechesi, il cui rispettivo carattere proprio è già stato indicato. (271)

Quando gli alunni e le loro famiglie frequentano la Scuola cattolica a motivo della qualità educativa della medesima, o per altre eventuali circostanze, l'attività catechistica resta necessariamente limitata e l'insegnamento religioso proprio — quando è possibile — accentua il carattere culturale. Il contributo di questa Scuola sussiste sempre come un « un servizio di somma importanza per gli uomini », (272) e come elemento interno all'evangelizzazione della Chiesa.

Data la pluralità di circostanze socio-culturali e religiose, nelle quali si esercita l'opera della Scuola cattolica attraverso le nazioni, sarà opportuno che i Vescovi e le Conferenze Episcopali precisino la modalità dell'attività catechistica che alla Scuola cattolica medesima spetta realizzare.

Associazioni, movimenti e gruppi di fedeli


261 Le diverse « associazioni, movimenti e gruppi di fedeli », (273) che si sviluppano nella Chiesa particolare, hanno come finalità quella di aiutare i discepoli di Gesù Cristo a compiere la loro missione laicale nel mondo e nella stessa Chiesa. In tali aggregazioni i cristiani si dedicano « alla pratica della pietà, all'apostolato diretto, alla carità e all'assistenza, alla presenza nelle realtà temporali ». (274)

In tutte queste associazioni e movimenti, al fine di coltivare con profondità tali dimensioni fondamentali della vita cristiana, si imparte, in un modo o nell'altro, una necessaria formazione: « Hanno, infatti, la possibilità, ciascuno con i propri metodi, di offrire una formazione profondamente inserita nella stessa esperienza di vita apostolica, come pure hanno l'opportunità di integrare, concretizzare e specificare la formazione che i loro aderenti ricevono da altre persone o Comunità ». (275)

La catechesi è sempre una dimensione fondamentale nella formazione di ogni laico. Perciò, queste associazioni e movimenti riservano, ordinariamente, « speciali tempi alla catechesi ». (276) Di fatti, questa non è un'alternativa alla formazione cristiana da essi impartita, ma ne è una dimensione essenziale.


262 Quando la catechesi si compie all'interno di queste associazioni e movimenti, devono essere considerati alcuni aspetti. In particolare:

a) Occorre rispettare la « natura propria » (277) della catechesi, sviluppando tutta la ricchezza del suo concetto, mediante la triplice dimensione della parola, della memoria e della testimonianza (la dottrina, la celebrazione e l'impegno nella vita). (278) La catechesi, qualunque sia il « luogo » dove si compie, è prima di tutto una formazione organica e basilare della fede. Deve includere, pertanto, « uno studio serio della dottrina cristiana » (279) e deve costituire una seria formazione religiosa « aperta a tutte le componenti della vita cristiana ». (280)

b) Questo non è un impedimento affinché la finalità propria delle associazioni e dei movimenti — con i loro propri carismi — possano esprimere, con determinati accenti, una catechesi che, comunque, dovrà sempre restare fedele al suo carattere proprio. L'educazione attraverso la proposta della spiritualità propria di un'associazione o movimento — che è pur sempre di una grande ricchezza per la Chiesa — sarà tipica di un tempo successivo a quello della formazione basica cristiana, che è comune a ogni cristiano. Prima bisogna educare a ciò che è comune a tutti i membri della Chiesa, piuttosto che a ciò che è peculiare o diversificante.

c) Parimenti, bisogna affermare che i movimenti e le associazioni, in ordine alla catechesi, non sono una alternativa ordinaria alla Parrocchia, in quanto questa è comunità educativa di riferimento propriamente tale. (281)

Le comunità ecclesiali di base


263 Le comunità ecclesiali di base hanno conosciuto una grande diffusione negli ultimi decenni. (282) Si tratta di gruppi di cristiani che « nascono dal bisogno di vivere ancora più intensamente la vita della Chiesa; oppure dal desiderio e dalla ricerca di una dimensione più umana, che comunità ecclesiali più vaste possono difficilmente offrire... ». (283)

Le comunità ecclesiali di base sono un « segno di vitalità della Chiesa ». (284) I discepoli di Cristo vi si riuniscono per un attento ascolto della parola di Dio, per la ricerca di rapporti più fraterni, per celebrare i misteri cristiani nella loro vita e per assumere l'impegno di trasformazione della società. Insieme a queste dimensioni propriamente cristiane emergono anche importanti valori umani: l'amicizia e il riconoscimento personale, lo spirito di corresponsabilità, la creatività, la risposta vocazionale, l'interesse per i problemi del mondo e della Chiesa. Ne può risultare una arricchente esperienza comunitaria, « vera espressione di comunione e mezzo per costruire una comunione più profonda ». (285)

Per essere autentica, « ogni comunità... deve vivere in unità con la Chiesa particolare e universale, nella sincera comunione con i pastori e il magistero, impegnandosi nell'irradiazione missionaria ed evitando ogni chiusura e strumentalizzazione ideologica ». (286)


264 Nelle comunità ecclesiali di base può svilupparsi una catechesi molto feconda:

– Il clima fraterno, nel quale si vive, è un ambiente adeguato per un'azione catechistica integrale, sempre che si sappia rispettare la natura e il carattere proprio della catechesi.

– D'altra parte, la catechesi serve ad approfondire la vita comunitaria, giacché assicura le fondamenta della vita cristiana dei fedeli. Senza di essa le comunità ecclesiali di base difficilmente saranno solide.

– La piccola comunità è, infine, una meta adeguata per accogliere coloro che hanno concluso un itinerario di catechesi.


CAPITOLO IV

L'organizzazione della pastorale catechistica nella Chiesa particolare


Organizzazione ed esercizio delle responsabilità


Il servizio diocesano della catechesi


265 L'organizzazione della pastorale catechistica ha come punto di riferimento il Vescovo e la Diocesi. Il Segretariato diocesano di catechesi (Officium Catechisticum) è « l'organo con cui il Vescovo, capo della Comunità e maestro della dottrina, dirige e presiede tutte le attività catechistiche della diocesi ». (287)


266 I principali compiti del Segretariato diocesano di catechesi sono i seguenti:

a) Fare un'analisi della situazione (288) diocesana circa l'educazione della fede. In questa analisi si dovrebbero precisare, tra le altre cose, le reali necessità della diocesi in ordine alla prassi catechistica.

b) Elaborare un programma di azione, (289) che indichi obiettivi chiari, proponga orientamenti e mostri azioni concrete.

c) Promuovere e formare i catechisti. A questo proposito saranno istituiti i Centri che si giudichino più opportuni. (290)

d) Elaborare o, almeno, segnalare alle parrocchie e ai catechisti gli strumenti necessari per il lavoro catechistico: catechismi, direttorii, programmi per le differenti età, guide per i catechisti, materiale per i catechizzandi, mezzi audiovisivi... (291)

e) Incentivare e promuovere le istituzioni propriamente catechistiche della diocesi (catecumenato battesimale, catechesi parrocchiale, gruppo di responsabili di catechesi), che sono come le « cellule di base » (292) dell'attività catechistica.

f) Curare soprattutto il miglioramento delle risorse personali e materiali sia a livello diocesano, che a livello parrocchiale, o di vicariati foranei. (293)

g) Collaborare con l'Ufficio per la Liturgia, considerata l'essenziale rilevanza di questa per la catechesi, in particolare per quella iniziatico-catecumenale.


267 Per adempiere questi compiti il Segretariato della catechesi deve contare su « un gruppo di persone veramente esperte in materia. L'ampiezza e la diversità delle questioni di cui si deve trattare, esigono che le responsabilità siano ripartite tra più persone davvero competenti ». (294) Conviene che questo servizio diocesano sia costituito, ordinariamente, da sacerdoti, religiosi e laici.

La catechesi è un'attività così fondamentale nella vita di una Chiesa particolare che « nessuna diocesi può essere priva di un proprio Ufficio Catechistico ». (295)

Servizi di collaborazione inter-diocesana


268 Questa collaborazione è, nel nostro tempo, straordinariamente feconda. Ragioni non solo di prossimità geografica, ma anche di omogeneità culturale rendono consigliabile un lavoro catechistico comune. Infatti, « è utile che diverse diocesi congiungano la loro azione, mettendo in comune esperimenti e iniziative, competenze e risorse, così che le diocesi più provviste vengano in aiuto delle altre e si possa elaborare un programma comune di azione a carattere regionale ». (296)

Il servizio della Conferenza Episcopale


269 « Presso la Conferenza Episcopale può essere costituito l'ufficio catechistico, con la precipua funzione di offrire aiuto alle singole diocesi in materia catechistica ». (297)

Questa possibilità che stabilisce il Codice di Diritto Canonico è realtà nella maggior parte delle Conferenze Episcopali. L'ufficio catechistico o centro nazionale di catechesi della Conferenza Episcopale si propone una duplice funzione: (298)

– Essere al servizio dei bisogni catechistici che riguardano tutte le diocesi del territorio. Si occupa delle pubblicazioni che abbiano portata nazionale, dei congressi nazionali, dei rapporti con i « mass media » e, in genere, di tutti quei lavori e compiti che eccedano le possibilità di ogni diocesi o regione.

– Essere al servizio delle diocesi e delle regioni per diffondere le informazioni e i progetti catechistici, per coordinare l'azione ed aiutare le diocesi meno provviste in materia di catechesi.

Se l'Episcopato corrispondente lo considera opportuno, è anche competenza dell'ufficio catechistico o centro nazionale il coordinamento della sua stessa attività con quelle di altri uffici nazionali dell'Episcopato e di altre istituzioni di catechesi; parimenti, la collaborazione con le attività catechistiche a livello internazionale. Tutto questo va sempre visto come organismo di aiuto ai vescovi della Conferenza Episcopale.

Il servizio della Santa Sede


270 « Il comando di Cristo di predicare il Vangelo ad ogni creatura riguarda innanzi tutto e immediatamente loro (i Vescovi), con Pietro e sotto Pietro ». (299) Il ministero del Successore di Pietro — in questo mandato collegiale di Gesù, in ordine all'annuncio e alla trasmissione del Vangelo — assume un compito fondamentale. Questo ministero, infatti, si deve considerare « non solo come un servizio globale, che raggiunge ogni Chiesa dall'esterno, ma come già appartenente all'essenza di ogni Chiesa particolare dall'interno ». (300)

Il ministero di Pietro nella catechesi viene esercitato in modo eminente attraverso i suoi insegnamenti. Il Papa, in ciò che concerne la catechesi, agisce in modo immediato e particolare per mezzo della Congregazione per il Clero, che coadiuva « il Romano Pontefice nell'esercizio del suo supremo ufficio pastorale ». (301)


271 « In base al suo compito, essa:

– cura la promozione della formazione religiosa dei fedeli di ogni età e condizione;

– emana le norme opportune perché l'insegnamento della catechesi sia impartito in modo conveniente;

– vigila perché la formazione catechetica sia condotta correttamente;

– concede la prescritta approvazione della Santa Sede per i Catechismi e gli altri scritti relativi all'istruzione catechetica, col consenso della Congregazione per la Dottrina della Fede; (302)

– assiste gli uffici catechistici e segue le iniziative riguardanti la formazione religiosa ed aventi carattere internazionale, ne coordina l'attività ed offre loro aiuto, se occorra ». (303)


La coordinazione della Catechesi


Importanza di un'effettiva coordinazione della catechesi


272 La coordinazione della catechesi è un compito importante all'interno di una Chiesa particolare. Essa può essere considerata:

– all'interno della stessa catechesi, tra le sue diverse forme, rivolte alle differenti età e ambienti sociali;

– in riferimento ai legami che la catechesi ha con altre forme del ministero della Parola e con altre azioni evangelizzatrici.

La coordinazione della catechesi non è fatto meramente strategico, ordinato a una più incisiva efficacia dell'azione evangelizzatrice, ma possiede una dimensione teologica di fondo. L'azione evangelizzatrice dev'essere ben coordinata perché essa mira all'unità della fede, la quale sostiene tutte le azioni della Chiesa.


273 In questa sezione si considera:

– il coordinamento interno della catechesi, affinché la Chiesa particolare offra un servizio di catechesi unitario e coerente;

– il legame tra l'attività missionaria e l'azione catecumenale — che si implicano a vicenda — nel contesto della missione ad gentes (304) o di una « nuova evangelizzazione »; (305)

– la necessità di una pastorale dell'educazione ben coordinata, a fronte della molteplicità di educatori che si rivolgono agli stessi destinatari, soprattutto bambini, fanciulli e adolescenti.

Lo stesso Concilio Vaticano II raccomandò vivamente il coordinamento di tutta l'attività pastorale, perché risplenda sempre meglio l'unità della Chiesa particolare. (306)

Un articolato e coerente progetto diocesano di catechesi


274 Il Progetto diocesano di catechesi è l'offerta catechistica globale di una Chiesa particolare, che integra, in modo articolato, coerente e coordinato, i diversi processi catechistici proposti dalla diocesi ai destinatari delle differenti età della vita. (307)

In questo senso, ogni Chiesa particolare, in ordine anzitutto all'iniziazione cristiana, deve offrire almeno un duplice servizio:

a) Un processo di iniziazione cristiana, unitario e coerente, per bambini, fanciulli, adolescenti e giovani, in intima connessione con i sacramenti dell'iniziazione già ricevuti o da ricevere e correlato con la pastorale dell'educazione.

b) Un processo di catechesi per adulti, offerto ai cristiani che hanno bisogno di dare fondamento alla loro fede, realizzando o completando l'iniziazione cristiana inaugurata o da inaugurare con il Battesimo.

In non poche nazioni, si presenta oggi la necessità di un processo di catechesi per anziani, offerto a quei cristiani che, giunti a una terza e definitiva fase della vita umana, desiderano, forse per la prima volta, porre solide fondamenta alla loro fede.


275 Questi diversi processi di catechesi, ciascuno con possibili varianti socio-culturali, non devono essere organizzati separatamente come se fossero « compartimenti-stagno, senza comunicazione tra loro ». (308) È necessario che l'offerta catechistica della Chiesa particolare sia ben coordinata. Tra queste diverse forme di catechesi « bisogna favorire la loro perfetta complementarità ». (309)

Com'è stato anteriormente indicato, il principio organizzatore, che dà coerenza ai diversi processi di catechesi offerti da una Chiesa particolare, è l'attenzione alla catechesi degli adulti. Essa è l'asse portante attorno a cui ruota e si ispira la catechesi delle prime età e della terza età. (310)

Il fatto di offrire diversi processi di catechesi in un unico progetto diocesano di catechesi non vuol dire che lo stesso destinatario debba percorrerli uno dopo l'altro. Se un giovane giunge alla soglia dell'età adulta con una fede ben fondata, non ha bisogno di una catechesi di ispirazione catecumenale per adulti, ma di altri alimenti più solidi, che lo aiutino nella sua permanente maturazione della fede. Nella stessa situazione si trovano coloro che arrivano alla terza età con una fede ben radicata.

Insieme con quest'offerta, assolutamente imprescindibile, di processi di iniziazione, la Chiesa particolare deve offrire anche differenziati processi di catechesi permanente per cristiani adulti.

L'attività catechistica nel contesto della nuova evangelizzazione


276 Definendo la catechesi come momento del processo totale dell'evangelizzazione, si pone necessariamente il problema del coordinamento dell'attività catechistica con l'azione missionaria che la precede, e con l'azione pastorale che la prosegue. Vi sono, infatti, elementi « che preparano la catechesi o ne derivano ». (311)

In questo senso, il legame tra l'annuncio missionario, che procura di suscitare la fede, e la catechesi di iniziazione, che cerca di porre le fondamenta, è decisivo nell'evangelizzazione.

In certo modo questa connessione risulta più evidente nella situazione della missione ad gentes. (312) Gli adulti convertiti dal primo annuncio entrano nel catecumenato, dove sono catechizzati.

Nella situazione che richiede una « nuova evangelizzazione », (313) il coordinamento diventa più complesso, posto che, a volte, si pretende impartire una catechesi ordinaria a giovani e adulti che necessitano, prima, di un tempo di annuncio e di risveglio della loro adesione a Cristo. Problemi simili si presentano in relazione alla catechesi dei bambini e alla formazione dei loro genitori. (314) Altre volte si offrono forme di catechesi permanente ad adulti che necessitano piuttosto di una vera catechesi di iniziazione.


277 La situazione attuale dell'evangelizzazione postula che le due azioni, l'annuncio missionario e la catechesi di iniziazione, vengano concepite in forma coordinata e offerte, nella Chiesa particolare, mediante un progetto evangelizzatore missionario e catecumenale unitario. La catechesi, oggi, deve essere vista, anzitutto, come la conseguenza di un annuncio missionario efficace. L'indicazione del decreto Ad Gentes — che colloca il Catecumenato nel contesto dell'azione missionaria della Chiesa — è un criterio di riferimento molto valido per la catechesi. (315)

La catechesi nella Pastorale dell'educazione


278 La Pastorale dell'educazione nella Chiesa particolare deve stabilire il necessario coordinamento tra i differenti « luoghi » in cui si svolge l'educazione alla fede. È sommamente importante che tutti questi mezzi catechistici « convergano veramente verso la stessa confessione di fede, verso una stessa appartenenza alla Chiesa, verso impegni nella società che siano vissuti nello stesso spirito evangelico ». (316)

Il coordinamento educativo si pone fondamentalmente in relazione ai bambini, ai fanciulli, agli adolescenti e ai giovani. Conviene che la Chiesa particolare integri in un unico progetto di Pastorale educativa i diversi settori e ambienti che sono al servizio dell'educazione cristiana della gioventù. Tutti questi luoghi si completano reciprocamente, mentre nessuno di essi, assunto separatamente, può realizzare la totalità dell'educazione cristiana.

Poiché è la medesima e unica persona del bambino o del giovane che riceve queste diverse azioni educative, è importante che i differenti influssi abbiano la stessa ispirazione di fondo. Qualsiasi contraddizione tra queste azioni è nociva, in quanto ciascuna di esse ha la sua propria specificità e rilevanza.

In questo senso, è di somma importanza per una Chiesa particolare provvedere a un progetto d'iniziazione cristiana che integri i diversi compiti educativi e tenga conto delle esigenze della nuova evangelizzazione.


Alcuni compiti propri del servizio catechistico


Analisi della situazione e delle necessità


279 La Chiesa particolare, nell'organizzare l'attività catechistica, deve avere come punto di partenza l'analisi della situazione. « L'oggetto di questa indagine è complesso. Esso abbraccia l'esame dell'azione pastorale e la diagnosi della situazione religiosa e delle condizioni socio-culturali ed economiche in quanto processi collettivi che possono avere profonde ripercussioni sulla diffusione del Vangelo ». (317) Si tratta di una presa di coscienza della realtà, considerata in relazione alla catechesi e alle sue necessità.

Più concretamente:

– Occorre avere una chiara consapevolezza, nell'« esame dell'azione pastorale », dello stato della catechesi: come è collocata, di fatto, nel processo evangelizzatore; l'equilibrio e l'articolazione tra i distinti settori catechistici (bambini, fanciulli, adolescenti, giovani, adulti...); il coordinamento della catechesi con l'educazione cristiana nella famiglia, con l'educazione scolastica, con l'insegnamento scolastico della Religione, e con le altre forme di educazione alla fede; la sua qualità interna; i contenuti che s'impartono e la metodologia che si utilizza; le caratteristiche dei catechisti e la loro formazione.

– L'« analisi della situazione religiosa » indaga, soprattutto, tre livelli strettamente connessi tra loro: il senso del sacro, cioè di quelle esperienze umane che, per la loro profondità, tendono ad aprire al mistero; il senso religioso, ossia i modi concreti di concepire e di comunicare con Dio, di un popolo determinato; e le situazioni di fede, con la diversa tipologia di credenti. E, in connessione con questi livelli, la situazione morale che si vive, con i valori che emergono e le ombre o controvalori più diffusi.

– « L'analisi socio-culturale », di cui si è parlato a proposito delle scienze umane nella formazione dei catechisti, (318) è altrettanto necessaria. Bisogna preparare i catecumeni e i catechizzandi a una presenza cristiana nella società.


280 L'analisi della situazione, a tutti questi livelli, « deve anche convincere quanti operano nel ministero della Parola che le situazioni umane sono ambivalenti per quanto riguarda l'azione pastorale. Bisogna quindi che gli operai del Vangelo imparino a scoprire le possibilità che si aprono alla loro azione in una situazione sempre nuova e diversa... È sempre possibile un processo di trasformazione che apra la strada alla fede ». (319)

Quest'analisi della situazione è un primo strumento di lavoro, di carattere informativo, che il servizio catechistico offre a pastori e catechisti.

Programma di azione e orientamenti catechistici


281 Dopo avere preso attenta visione della situazione, occorre procedere alla formulazione di unprogramma di azione. Esso determina gli obiettivi, i mezzi della pastorale catechistica e le norme che la regolano, con profonda aderenza alle necessità locali e, insieme, in piena armonia con le finalità e le norme della Chiesa universale.

Il programma o piano di azione deve essere operativo, giacché si propone di orientare l'azione catechistica diocesana o inter-diocesana. Per la sua stessa natura viene solitamente concepito per un determinato periodo di tempo, alla fine del quale si rinnova con nuovi accenti, nuovi obiettivi e nuovi mezzi.

L'esperienza indica che il programma di azione è di grande utilità per la catechesi, poiché, nel definire alcuni obiettivi comuni, spinge a unificare gli sforzi e a lavorare in una prospettiva d'insieme. Perciò, la sua prima condizione deve essere il realismo, unito a semplicità, concisione e chiarezza.


282 Insieme con il programma di azione — centrato soprattutto nelle opzioni operative —, diversi Episcopati elaborano, a livello nazionale, strumenti di carattere più riflessivo e orientativo che forniscono i criteri per una idonea e adeguata catechesi. Sono chiamati in vari modi: Direttorio catechistico, Orientamenti catechistici, Documento di base, Testo di riferimento, ecc. Destinati prevalentemente ai responsabili e ai catechisti, chiariscono il concetto di catechesi: la sua natura, finalità, compiti, contenuti, destinatari, metodo. Questi direttorii, o testi di orientamenti generali stabiliti dalle Conferenze Episcopali o emanati sotto la loro autorità, devono seguire lo stesso processo di elaborazione e di approvazione previsto per i catechismi. Essi, cioè, prima della loro promulgazione, devono essere sottoposti all'approvazione della Sede Apostolica. (320)

Queste linee direttive o orientamenti catechistici sono abitualmente un elemento di grande ispirazione per la catechesi delle Chiese locali e la loro elaborazione è raccomandata e conveniente, poiché, fra l'altro, costituiscono un importante punto di riferimento per la formazione dei catechisti. Questa tipologia di strumento è intimamente e direttamente collegata con la responsabilità episcopale.

Elaborazione di strumenti e mezzi didattici per l'atto catechistico


283 Con gli strumenti dedicati a orientare e programmare l'insieme dell'azione catechistica (analisi della situazione, programma di azione e Direttorio Catechistico), vi sono gli strumenti di lavoro di uso immediato, che vengono utilizzati nello svolgimento dello stesso atto catechistico. Sono da annoverare, in primo luogo i testi didattici, (321) che vengono posti direttamente nelle mani dei catecumeni e catechizzandi. Utili sussidi sono, inoltre, le Guide per i catechisti e, nel caso della catechesi dei bambini, per i genitori. (322) Sono parimenti importanti i mezzi audiovisivi che si utilizzano nella catechesi e nei confronti dei quali si deve esercitare l'opportuno discernimento. (323)

Il criterio ispiratore di questi strumenti di lavoro deve essere quello della duplice fedeltà a Dio e alla persona umana, che è una legge fondamentale per tutta la vita della Chiesa. Si tratta, infatti, di saper coniugare una perfetta fedeltà dottrinale con un profondo adattamento all'uomo, prendendo in considerazione la psicologia dell'età e il contesto socio-culturale in cui egli vive.

In breve, occorre dire che questi strumenti catechistici devono:

– essere « realmente collegati alla vita concreta della generazione alla quale si rivolgono, tenendo ben presenti le sue inquietudini e i suoi interrogativi, le sue lotte e le sue speranze »; (324)

– sforzarsi di « trovare il linguaggio comprensibile a questa generazione »; (325)

– mirare « veramente a provocare in coloro che devono servirsene una maggiore conoscenza dei misteri di Cristo, in vista di una vera conversione e di una vita sempre più conforme al volere di Dio ». (326)

L'elaborazione dei Catechismi locali: responsabilità immediata del ministero episcopale


284 Nell'insieme degli strumenti per la catechesi eccellono i Catechismi. (327) La loro importanza deriva dal fatto che il messaggio che essi trasmettono è riconosciuto come autentico e proprio dai Pastori della Chiesa.

Se l'insieme dell'azione catechistica deve sempre far capo al Vescovo, la pubblicazione dei Catechismi è una responsabilità che concerne in maniera molto diretta il ministero episcopale. I Catechismi nazionali, regionali o diocesani, elaborati con la partecipazione degli operatori della catechesi, sono responsabilità ultima dei Vescovi, catechisti per eccellenza nelle Chiese particolari.

Nella redazione di un Catechismo, occorre tenere ben presenti soprattutto questi due criteri:

a) la perfetta sintonia con il Catechismo della Chiesa Cattolica, « testo di riferimento sicuro e autentico... per l'elaborazione dei catechismi locali ». (328)

b) l'attenta considerazione delle norme e dei criteri per la presentazione del messaggio evangelico offerti dal Direttorio Generale per la Catechesi, anch'esso « norma di riferimento » (329) per la catechesi.


285 La « previa approvazione della Sede Apostolica » (330) — che si richiede per i Catechismi emanati dalle Conferenze Episcopali — va intesa nel senso che essi sono documenti, mediante i quali la Chiesa universale, nei differenti spazi socio-culturali ai quali è inviata, annuncia e trasmette il Vangelo e genera le Chiese particolari manifestandosi in esse. (331) L'approvazione di un Catechismo è il riconoscimento del fatto che è un testo della Chiesa universale per una determinata situazione e cultura.


Direttorio generale catechesi IT 256