Brentano - Emmerick: Misteri AT


1Collana: Testi mistici per la contemplazione di Dio - n. 1

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2 ISBN 978-88-7282-546-4

Finito di stampare nel mese di luglio 2007 da Global Print • Gorgonzola (MI)

VINCENZO NOJA

(a cura)

MISTERI DELL’ANTICA ALLEANZA

secondo le visioni di suor Anna Caterina Emmerick

‘‘Fin dalla mia prima gioventù, nelle molteplici contemplazioni dell'Antico Testamento, ho visto nell'Arca dell'Alleanza la base per la fondazione di una Chiesa perfettissima ma molto austera. Non vidi le Tavole della Legge, ma tantissime altre cose".

(Anna Caterina Emmerick)

Edizioni Segno

Da una lettura attenta di questi misteri si può raggiungere la comprensione che la luce di Dio illuminerà le tenebre della nostra morte, a condizione che la nostra preghiera sia stata sincera nella vita.

Dedico questo libro di visioni sull'Antico Testamento all'anima di mio padre, con la speranza che possa vivere la letizia di Luce della Gerusalemme celeste.

Il curatore

"Molti hanno paura di conoscere la verità dell'esistenza di un mondo migliore e più alto, hanno timore di elevarsi sul mondo della carne e non vogliono credere. Non è possibile insistere.

Voglio pregare in pace e nascosta dal mondo per i miei peccati e per il bene dell'umanità".

(Anna Caterina Emmerick)

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I MISTERI DELL’ANTICA ALLEANZA

secondo le visioni di suor Anna Caterina Emmerick

Dai Diari di Clemente Brentano a cura di padre C. E. Schmòger, Die Geheimnisse des Alteri Bundes, III ediz. Regensburg, 1890.

Rifacimento, versione italiana, commento e note a cura di Vincenzo Noja

Nota del curatore:

Ho corredato questo lavoro con numerose note esplicative, passi biblici e notizie dei personaggi e dei libri della Sacra Scrittura al fine di facilitare il confronto immediato tra le visioni della veggente e il contenuto dell’Antico Testamento.

Il testo originale è stato contrassegnato dalla dicitura “le visioni” per distinguerlo dal commento.

Nella compilazione della versione italiana sono stati necessari alcuni rifacimenti dall'originale, aderenti però fedelmente al pensiero della veggente.

.. Vi prego dunque, o fratelli, e vi scongiuro, di rileggere con molta frequenza la Sacra Scrittura; e voi, che non sapete leggere, quando gli altri leggono ascoltate con orecchio attento. Poiché luce dell'anima e suo nutrimento eterno è la parola di Dio, senza la quale l'anima non può vivere; infatti, come la nostra carne muore se non prende cibo, così pure la nostra anima si estingue se non riceve la parola di Dio"[1].

I racconti della Creazione[2] contengono numerosi elementi simbolici: paradiso terrestre, coppia umana, albero, serpente, frutto proibito, nudità, peccato dei sensi. Una serie di personaggi mitici inoltre si rivela specchio fedele della nostra coscienza interiore: Adamo ed Èva, Caino ed Abele, Enoc e Noè.

Per l’uomo di scienza e per i cosiddetti “razionalisti" il Giardino dell’Eden non figura sulle carte e l’origine dell’uomo deriverebbe quasi certamente dalle scimmie.

Per l’uomo spirituale invece, e per i fedeli del Corpo di Cristo, il Giardino dell’Eden esiste nella profondità di ogni cuore puro ed è fecondato dal sangue redentore di Cristo. L’uomo carnale ha origine dal peccato dell’uomo spirituale: Adamo, che fu creato da Dio, offuscò il suo spirito proprio mentre era sul cammino della santità perenne.

Grazie alla confessione e al vero rimorso i nostri progenitori ottennero il perdono di Dio, che così finì per condannare solo il serpente tentatore ed il peccato. Perché il Signore ha sempre misericordia della natura debole dell’uomo a condizione che quest’ultimo si penta.

Nell'Antico Testamento leggiamo pagine di stupenda ed intensa spiritualità capaci di rivelarci l’amore misericordioso di Dio per l’uomo; esse narrano il mistero dell’alleanza e del patto eterno tra Dio e l’uomo.

Quest’ultimo inteso come Sua vera immagine, esattamente come fu “pensato” all’origine della Creazione[3].

Ma purtroppo l'uomo resta un essere piccolo, con un cuore duro, incapace di leggere nella luce dello Spirito universale. Nell’Esodo e nei Salmi apprendiamo che “Il cuore di Dio è lento all’ira e grande nell’amore”, e nel Salmo 136 leggiamo: "... perché grande è il suo amore per noi”.

Nella Bibbia, il mistero che riassume tutti gli altri è proprio quello dell’amore che rende necessaria la venuta del Cristo salvatore sulla Terra. Questo significa anche che la sua incarnazione nel cuore degli uomini purificherà lo spirito corrotto dal peccato. Gesù è venuto sulla Terra perché il Padre non poteva tollerare la nostra corruzione e quindi la nostra incapacità di percepire la Sua luce.

Per annunciare la venuta del Figlio mandato a togliere i peccati del mondo, Dio si serve di volta in volta dei suoi strumenti sulla terra-, prima, per mezzo dei profeti maggiori e minori dell’antica Alleanza, per annunciare la venuta del Messia, poi, per mezzo dei Santi e delle mistiche cristiane, per annunciare l'Evangelo.

Origene è convinto che lo Spirito di Dio si posò su Mosé e tutti i profeti dell’Antico Testamento, mentre però "dimorò soltanto in Gesù”. Così lo Spirito di Dio ha continuato a posarsi su tutti i Santi della Gerusalemme celeste.

Quando si posò sui profeti ed i patriarchi dell’antichità li elesse veri teologi della nascente Chiesa; così come poi ispirò gli Apostoli ed i padri alla scienza celeste.

Purtroppo il pensiero scientifico considera i padri alla stregua dei filosofi e dei grandi pensatori, conducendo nella scolastica, per mezzo di uno sviluppo anomalo, il pensiero patristico. In modo più conforme al pensiero mistico della Chiesa antica, quella dell'Oriente Ortodosso non ritiene i padri simili a pensatori e filosofi in quanto essi stessi non si considerarono tali, ma li contempla come profeti di Dio. Così pure li contempla la vera Teologia che non è il frutto di un pensiero filosofico (metafisico) e pietistico sulla Bibbia, perché “i padri, che manifestano agli uomini cosa vedono, sono profeti"[4]. E nell’Antico Testamento inoltre il nome “Profeta” significa “Santo che guarda Dio”, “uno che può parlare con Dio” (Nabu -roe, nabi-). La bocca per mezzo della quale Dio parla. Per capire l’insegnamento dei veri Teologi di Dio, cioè i profeti e i padri, è necessaria innanzitutto la comprensione della Scrittura con “lo stesso spirito con cui fu composta”.

“La verità, non l'eloquenza, va ricercata nelle Sacre Scritture. Ogni Sacra Scrittura deve leggersi con quello stesso spirito con cui fu composta. Nelle Scritture dobbiamo ricercare piuttosto quel che è utile, non tanto la finezza del discorso.

Così pure dobbiamo leggere volentieri i libri devoti e semplici, come i sublimi e i profondi. Non dare importanza all’autorità dello scrittore, se fu o meno un grande letterato; ma ti spinga a leggere l’amore della pura verità. Non ricercare chi ti abbia detto questa cosa, ma presta attenzione a cosa vien detto... Senza preferenza di persone, Dio ci parla in vari modi. La nostra curiosità ci è spesso di ostacolo nella lettura delle divine Scritture poiché vogliamo capire e discutere dove bisognerebbe semplicemente passar oltre. Se vuoi cavarne profitto, leggi umilmente, semplicemente e fedelmente, né mai t'importi d’aver fama di uomo di scienza”[5].

Con questa stessa semplicità, la pura scuola spirituale dell’antichità cristiana, secondo i Vangeli, ci insegna “a pregare senza posa", ad essere in ogni tempo e in tutte le ore del giorno e della notte, incarnati con lo spirito di Gesù.

“Pregate senza intermissione. In ogni cosa rendete grazie, perché questo è ciò che Dio vuole da tutti voi in Cristo Gesù. Non estinguete lo Spirito; non disprezzate le profezie...” (1Th 5,17-20).

Solo così si potrà preservare il cuore dai pensieri malvagi e uscire fuori dai peccati quotidiani di pensiero, di lingua e di azione. Un pratica molto diffusa per “pregare senza posa" è quella delle giaculatorie sul genere della famosa “Preghiera del cuore"[6].

Con le visioni contenute nel presente libro la veggente di Dulmen ci guida alla scoperta del mondo spirituale dell’Antico Testamento. Suor Emmerick ci descrive i misteri che ruotano intorno agli antichi libri della Parola di Dio, tenendo presente la loro natura di rivelazioni private.

Anna Caterina stessa, infatti, non ebbe mai la pretesa di attribuire alle sue visioni un carattere di verità storica, ma esse, per esempio, hanno aiutato molte anime a vivere le scene della passione del Signore con intensità e amore.

La narrazione delle visioni che stiamo per presentare (come la storia dei personaggi e la loro collocazione cronologica), si presenta diversa dai racconti biblici veri e propri, mentre invece è simile nell’interpretazione del linguaggio dei simboli. Come l’estatica dice:

“Queste visioni che io ebbi devono essere simili ai racconti biblici, nella sostanza e specialmente nel loro significato”[7].

Noi ci auguriamo che il presente libro ci faccia "gustare” meglio la dimensione spirituale dei personaggi e degli avvenimenti biblici, e quindi possa servire da stimolo allo studio del loro indicibile significato mistico.

Scrive Pseudo Macario: "Da una luce si accendono numerose lampade e tutte splendono, con fuoco unico, con la luce del Figlio di Dio, ardente in coloro che portano le lampade accese nei loro cuori e brillano davanti al suo volto, anche se dimorano ancora sulla terra”.

Il vero fuoco si accende e divampa quando lo Spirito Santo entra e vive dentro di noi, solo allora diventiamo suoi docili strumenti e, veramente “creature”, siamo chiamati a prendere parte alle decisioni solenni della vita e della morte, del corpo e dello spirito, del mondo finito ed infinito, della stanchezza e della tristezza, dell’oppressione e della libertà, del dubbio e della sicurezza, della saggezza e dell’ignoranza, della continuazione e della fine. Perché solo allora tutto sarà vissuto con la coscienza dello spirito dell’ascolto.

Se lo Spirito però si pone dinanzi ad un occhio malato, questo di fronte a tanta luce, si ammala ulteriormente. L’occhio malato è quello tenebroso e afflitto dalle illusioni del mondo di cui spesso è schiavo. Il movimento diventa luminoso solo se viene accolto da un occhio vigile, cioè pieno della volontà del cuore e che non si presta più alle molteplici vanaglorie del mondo.

Perciò abbandoniamoci al vento dello spirito di Dio ed Egli ci condurrà nelle altitudini celesti, tra le stelle, i Cherubini, le anime dei Santi e di quelli che morirono sulla terra; giungeremo nel mondo dell’Eterna giustizia ed unica Verità.

“Se cercherai colui che è ineffabile attraverso le argomentazioni, egli fuggirà da te più lontano di quanto non fosse prima. Se invece lo cercherai con la fede, troverai la sapienza presso le porte della città dov’era la tua dimora. Lì, almeno in parte, lo potrai vedere; anche allora però potrai raggiungerlo solo parzialmente, proprio perché è invisibile e tale dobbiamo crederlo, anche se è possibile averne qualche conoscenza da parte di chi ha il cuore puro"[8].

Preparatevi perciò ad accoglierlo in silenzio.



Il trono eterno di Giobbe

“Fate silenzio! lo vi mostrerò il mio trono e la gloria del suo splendore.

Se il mio trono è nel mondo la sua gloria appassirà, e quelli che si attaccheranno ad esso parteciperanno alla sua caduta: ma il mio trono è in terra santa e la sua gloria è nel mondo dell’immutabile.

I fiumi del mondo si prosciugheranno e l’orgoglio delle loro acque discenderà nell’abisso;

i fiumi della mia terra, dove si trova il mio trono, non si prosciugheranno e non inaridiranno ma esisteranno sempre.

I re passeranno ed i capi passano, la loro gloria sarà come l’immagine di uno specchio;

ma la mia regalità rimarrà sempre perché la sua gloria ed il suo splendore sono nei carri del Padre".

(Semitica, XVIII)

Amburgo, 1° novembre 1998 Il curatore

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ANNA CATERINA EMMERICK£[9]

- notizie biografiche -

La veggente tedesca, suor Emmerick, nasce a Flamske (Coesfeld) l'8 settembre 1774 (nella ricorrenza della nascita della Madonna) in seno ad una famiglia di poveri contadini profondamente religiosi.

Fin dai primi passi della sua esistenza terrena Anna Caterina riceve da Dio doni e carismi particolari e vivrà una vita angelica[10] tutta infusa di luce spirituale. Lo Spirito Santo la plasma quale docile strumento di Dio ed illumina gli occhi della sua anima con cui ella vede numerose vicende bibliche e del mondo celeste: gli Angeli, le anime del Purgatorio, la Madonna, Gesù, i Santi, re e non pochi personaggi e avvenimenti dell’antica Alleanza. Come dice il suo patrono Sant’Agostino: "In Veteri Testamento Novum latet et in Novo Vetus patet" (nell'Antico Testamento si nasconde il Nuovo e nel Nuovo si manifesta l'Antico), ella infatti riceve visioni miste dell’Antico e del Nuovo Patto, come unica e inscindibile narrazione della santa tradizione.

La mistica di Dulmen non è solo una veggente degli avvenimenti biblici, bensì “vive” nei medesimi.

Nel tempo dell’Avvento Anna Caterina si vedeva assieme alla Madre di Dio e san Giuseppe in cammino verso Betlemme e, mentre pregava, nella stalla dinanzi al Bambino Gesù.

Questo dono della contemplazione biblica, pronunciato per mezzo di innumerevoli visioni, accompagnerà la devota fanciulla per tutta la sua vita.

Nonostante il suo esile fisico, ella lavora in campagna con i suoi genitori e poi come apprendista presso una sarta di mestiere a Coesfeld. Nel 1798, grazie alle sue continue pratiche espiatorie e devozionali, riceve la corona di spine dal Crocifisso della chiesa di sant’lgnazio a Coesfeld; la sua fronte è irrorata dal sangue.

Anna Caterina aveva manifestato fin da fanciulla la vocazione claustrale. Questa profonda aspirazione alla vita conventuale si realizza all’età di 28 anni, quando, nel 1802, ella viene accettata nel monastero agostiniano di Agnetenberg a Dùlmen[11]. Fino ad allora tutti i tentativi di farsi accettare da un ordine religioso erano stati vani a causa di tre impedimenti: l’opposizione materna, la sua estrema povertà ed il suo stato di salute molto precario.

Fin dall’inizio della vita conventuale, la luce evidente dei suoi carismi, il suo temperamento mistico, le estasi improvvise, attirano presto la gelosia delle consorelle. Ma ella eroicamente, confortata dal santo patrono del suo ordine religioso, Agostino, da sant’lgnazio di Loyola, da santa Chiara da Montefalco e da altre sante anime, resiste all’ambiente non favorevole ed agli attacchi del demonio. Nonostante le difficoltà, o forse grazie ad esse, la veggente riesce a sviluppare nell’ascesi ed a servire la volontà di Dio per mezzo delle opere di carità verso i bisognosi. Particolarmente intense sono le ferventi preghiere e le pratiche espiatorie in favore delle povere anime del Purgatorio, che spesso chiedono il suo aiuto e la sua intercessione. Durante la notte, le anime purganti la svegliano affinché ella si rechi in chiesa in tempo a pregare per loro. Suor Emmerick si alza quindi pazientemente per raggiungere la chiesa guidata da numerose piccole fiammelle[12]. La seconda parte della sua vita è incentrata sul dolore e sulla completa ascesi.

La missione di perpetua espiazione per le povere anime del Purgatorio, per tutti i sofferenti della Terra e anche per il rinnovamento della Chiesa, è ricompensata dal nostro Signore Gesù Cristo con l’indicibile dono delle sante stigmate.

La veggente viene sottoposta quindi a rigorosi controlli da parte di alcune commissioni ecclesiastiche e temporali. A volte adoperano sistemi d’indagine molto crudeli: i membri di una commissione laica, formata da protestanti e guidata da un massone, giungono perfino a introdurre con forza le dita nelle piaghe della pia stigmatizzata.

Dal 1819, fino al giorno della sua morte, il 9 febbraio 1824, le estasi e le molteplici visioni della veggente sono scrupolosamente annotate in sedicimila grandi fogli dal poeta del Romanticismo tedesco Clemente Brentano (che poi, per opera della Serva di Dio, si dedicherà alla vita devota).

Per sei anni, quasi ininterrottamente, il poeta è presente al capezzale della pia suora.

La prima raccolta di visioni, pubblicate dallo stesso Brentano, s’intitola: "Le amare Sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo".

Le altre visioni conosceranno tempo dopo molte edizioni e saranno tradotte nelle principali lingue.

Una parte di esse resta tutt’ora inedita.

Nel libro La Vita della Vergine Maria e in La povera Vita di nostro Signore Gesù Cristo sono documentate numerose visioni mariane che permettono di approfondire la nostra conoscenza sulla vita terrena della Madonna. La raccolta di visioni sulla vita di Maria Santissima, in special modo, può essere considerata un vero trattato di mistica mariana (paragonabile alle visioni di Maria di Agreda e Teresa di Konnersreut e, parzialmente, anche a quelle di santa Brigida di Svezia e di Jakob Lorber)"[13].

Alla fine del 1823 Anna Caterina termina, tra i mistici dolori, il racconto della passione di Gesù ed altre visioni. Giunta ormai al limite delle sue forze, la pia suora si spegne nell'abbraccio del Signore la sera del 9 febbraio 1824.

L’essenza del suo insegnamento si riassume in queste sue poche parole: "Tutti portiamo i dolori degli altri".

Il dott. F. W. Wesener, divenuto da incredulo Tommaso suo devoto fedele, cura un Diario in cui prova le eroiche virtù e i particolari doni mistici della Serva di Dio: stigmatizzazioni, assenza di alimentazione, conoscenza dei cuori umani, riconoscimento delle reliquie dei Santi, conoscenza delle erbe medicinali e di tutti i misteri biblici della fede, partecipazione con lo spirito alla vita dell’aldilà per scienza infusa dallo Spirito Santo.

Da circa centocinquant’anni le visioni di suor Anna Caterina Emmerick, risvegliando la fede e la carità cristiana, operano numerose conversioni. Senza voler precorrere le decisioni della santa Madre Chiesa, non si può ignorare che le visioni della pia suora stigmatizzata arricchiscono e aiutano la nostra comprensione della Bibbia. La Chiesa Cattolica, infatti, concede da oltre un secolo l’imprimatur ecclesiastico a tutti gli scritti che riportano le visioni della Emmerick, non riscontrando nel loro carattere generale alcuna contraddizione con la Dottrina cristiana.

La veggente tedesca ci riporta con la sua vita e le sue visioni bibliche alla tradizione di origine in merito alla ricerca di Dio:

"Dio non abita in un luogo, né sulla terra, ma nel cuore; e se cerchi il luogo di Dio, il suo luogo è il cuore puro. Egli dice che abiterà in questo luogo, quando afferma per mezzo del profeta: ‘Abiterò con loro e fra loro camminerò; essi saranno per me popolo ed io sarò Dio per loro, dice il Signore’. Considera dunque che, forse anche nell’anima di ciascuno di noi, c’è un pozzo d’acqua viva, esiste, quasi nascosto, un certo senso celeste e l’immagine di Dio.

Scaviamo i nostri pozzi, svuotiamoli della terra, purifichiamoli da ogni bruttura e da tutti i pensieri fangosi e terrestri e troveremmo in essi l’acqua viva, quella di cui il Signore dice: 'Chi crede in me, dal suo ventre scaturiranno fiumi d’acqua viva’ ” (Origene, Omelie sulla Genesi, XIII, 3, Roma 1978).

Dalla biografia di suor Emmerick: La Vita e la Passione di suor Anna Caterina Emmerick, Veggente e Stigmatizzata (Edizioni Segno).

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BIBLIOGRAFIA COMPLETA DELLE OPERE RECENTI IN ITALIANO SULLA SUORA AGOSTINIANA ANNA CATERINA EMMERICK

A cura di V. Noja:

1) Visioni (sugli Angeli custodi, la Chiesa trionfante, la Chiesa purgante e militante, la comunità dei Santi e le povere Anime del Purgatorio), secondo le contemplazioni della pia suora Anna Caterina Emmerick.

Versione dal tedesco dai Diari di Clemente Brentano e padre K. E. Schmòger, con note aggiunte e profilo biografico della veggente.

Edizioni Cantagalli, Siena 1995.

2) La Vita della Madonna, secondo le contemplazioni della pia suora Anna Caterina Emmerick.

Versione dal tedesco con note aggiunte e parte introduttiva. Edizioni Ancilla, Conegliano 1997.

3) Visioni e Profezie di Caterina Emmerick, il Fiore Azzurro della Fede.

Introduzione alla vita e le visioni di suor Emmerick.

Edizioni Segno, Udine 1997.

4) La Vita e la Passione di suor Anna Caterina Emmerick, Veggente Stigmatizzata.

La Biografia completa della Veggente.

Edizioni Segno, Udine 1998.

5) Anna Caterina Emmerick, "Una Croce sulla via",

Ne “Il Segno del soprannaturale”, (Udine 93/94, gennaio e febbraio 1996).

Edizioni Segno, Udine.

6) Alla voce Anna Caterina Emmerick, nel Dizionario Italiano della Mistica, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1998.

7) I Misteri dell'antica Alleanza, secondo le visioni di suor Anna Caterina Emmerick.

Edizioni Segno, Udine 1999.

8) La Vita e gli insegnamenti di Gesù, secondo le contemplazioni di suor Anna Caterina Emmerick.

In preparazione per le Edizioni Segno, Udine.

A cura di P. Eugenio Pilla:

Anna Caterina Emmerick, le Rivelazioni. Edizioni Cantagalli, Siena 1992.

“All’età di cinque o sei anni iniziai la contemplazione del Credo: ‘lo credo in Dio Padre onnipotente Creatore del Cielo e della Terra...'. Allora apparvero dinanzi agli occhi della mia anima le immagini della Creazione del Cielo e della Terra: vidi la caduta degli Angeli, la creazione della Terra e del Paradiso, Adamo ed Èva ed il peccato originale. Continuai a vedere queste immagini durante la mia vita quotidiana e perfino nella notte, in sogno. Esse si manifestavano durante il giorno, sul pascolo, in casa, mentre camminavo o parlavo con qualcuno. Quando ne parlai ai miei familiari, credendo che anche loro avessero queste visioni, mi presero in giro e non fecero altro che ridere di me.

Compresi così che il volere di Dio era che conservassi nella mia anima questi magnifici misteri celesti[14].

A scuola, nella lezione di religione, intervenni per correggere il maestro, perché le cose non stavano proprio come diceva lui. Questa non era una mia opinione personale, ma ciò che avevo visto sulla Resurrezione di Cristo. Il maestro mi riprese bruscamente e gli scolari risero di me.

Le numerose visioni che passavano dinanzi alla mia anima erano tutte benvenute, le contemplavo come facevo con i diversi presepi senza fare troppe analisi e speculazioni sulle diversità che presentavano tra loro e con quanto dice la Bibbia.

Le visioni però non hanno mai deformato quello che sapevo sulla mia fede cattolica, che restava comunque immutabile; non ho mai creduto subito a quello che vedevo con i miei occhi interiori, ma ho sempre atteso una conferma dal mio Angelo custode. Nonostante non avessi mai desiderato le visioni, esse continuavano sempre di più a svelare alla conoscenza dell’anima mia i misteri biblici della Creazione, lo, frattanto, continuavo a pregare il Signore del Cielo e della Terra, implorando la misericordia per noi tutti, poveri peccatori".

Estrarre il miele dalla cera

Il fondamento e il principio della Sacra Scrittura è la storia, dalla quale si estrae la verità dell’allegoria come il miele dalla cera. Se dunque vuoi costruire, poni dapprima il fondamento della storia; poi, attraverso il significato spirituale, innalza l’edificio spirituale fino alla cittadella della fede; finalmente, tramite la grazia di una vita santa, dipingi l’edificio come del più bel colore. Nella storia hai modo di ammirare le opere di Dio; nell’allegoria puoi credere ai suoi misteri; nella condotta esemplare puoi imitare la sua perfezione[15].

6

CAP. I LA CREAZIONE

1 La caduta degli Angeli.

2 La Creazione della Terra.

3 Adamo ed Èva.

4 L’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male.


1 La caduta degli Angeli

100 Riferimenti biblici

“Come sei caduto dal cielo, o astro del mattino, figlio dell’aurora? Come sei stato gettato a terra, tu il vincitore dei popoli? Tu che dicevi nel tuo cuore: Salirò fino al cielo, innalzerò il mio trono sopra le stelle di Dio; mi assiderò sul mondo dell’adunanza nelle estremità settentrionali. Salirò sulle alture delle nuvole, sarò simile all’Altissimo! Invece sei precipitato nel regno dei morti, nelle profondità dell’abisso. Quelli che ti vedono, ti guardano attentamente, ti considerano esclamando: è costui l’uomo che sconvolgeva la terra e faceva tremare i regni, che riduceva il mondo ad un deserto, distruggeva le città e mai apriva le carceri ai suoi prigionieri? Tutti i re delle nazioni riposano con onore, ciascuno nella sua tomba: tu invece sei stato gettato lontano dal tuo sepolcro come un ramo disprezzabile, ricoperto di morti trafitti dalla spada, gettati sulle pietre della fossa come una carogna che si calpesta. Tu non sarai unito ad essi nella tomba perché hai desolato la tua terra ed hai fatto perire il tuo popolo. Non sarà mai più nominata la razza degli empi" (
Is 14,12-20).

“Quando sarà tolto di mezzo, gli Angeli temeranno e saranno purificati dallo spavento” (Jb 41,16).

Qui, dal beato Giobbe, vengono descritte, con il tempo al futuro, le cose passate. Quando Lucifero e i suoi compagni precipitarono dalla rocca della beatitudine in così grande rovina, gli Angeli buoni restarono atterriti. La loro caduta li spaventò e li purificò. Li spaventò perché non disprezzassero il loro Creatore e li purificò in modo tale che i soli eletti restassero e venissero espulsi i reprobi.

E dividendo il Signore la luce dalle tenebre, quelli sono stati tenacemente induriti nella loro superbia, questi invece divinamente confermati in grazia per la loro umiltà.

Infatti, Tu, o Signore, “disprezzi i superbi nel tuo furore e umilii gli arroganti. Guarda tutti i superbi e confondili e schiacciali nella loro stessa sede (la sede della superbia)” (Jb 40,6-7)[16].



Le visioni

Vidi improvvisamente uno spazio illimitato immerso in una luce stupenda. Una palla luminosa splendeva simile ad un sole e diffondeva la luce nell’universo; l’Angelo mi disse che era il chiarore della Trinità. Mi preparai quindi a contemplare la visione e vidi che sopra il sole della Trinità c’era un sole più grande che non si poteva guardare, mentre, sotto di esso, si formavano uno dopo l’altro cori di spiriti infinitamente luminosi, forti e belli.

In quest’universo celeste infuso di gloria divina le milizie angeliche manifestavano profonda riverenza verso il sole più sublime. Vidi poi alcuni Angeli uscire fuori dai cori e contemplare la propria bellezza; avevano preso coscienza di possedere una volontà propria e iniziavano a distaccarsi da quella divina. Gli altri Angeli erano rimasti silenziosamente uniti nei cori coprendo gli spazi vuoti lasciati dai primi. Appena i cori luminosi furono ricomposti, vidi quegli Angeli, che si erano ribellati alla volontà divina, cadere dalle altitudini celesti e finire in un disco oscuro molto più sotto delle altezze celesti.

Caddero così in una zona profonda e oscura dell’universo dove furono costretti a rimanervi; avevano perduto tutta la loro luminosità e la loro bellezza. Il mio Angelo custode mi disse che essi erano stati condannati da Dio a vivere nelle tenebre in uno stato di perenne impazienza.

Il disco oscuro mi apparve infinitamente piccolo e lontano. Dal momento in cui ho visto cadere gli Angeli cattivi ho sempre pensato che essi hanno portato molto male sulla Terra. Erano così numerosi che se avessero avuto forma materiale avrebbero oscurato il sole con le loro ombre.

Una parte degli Angeli cattivi finì su un’altura della Terra, la quale poi fu sommersa dalle acque del diluvio e la regione fu chiamata più tardi “Mar Nero". Quando quest’altura venne sommersa, gli Angeli si stabilirono nell’aria, da dove agivano negativamente suM’uomo in quanto si erano allontanati da Dio.

Nel giorno del Giudizio essi saranno condannati a vivere per sempre nell’inferno.

Dopo la caduta degli Angeli cattivi vidi gli spiriti dei cori luminosi farsi umili e sottomessi dinanzi al trono di Dio, intercedendo il perdono per questi primi affinché venissero richiamati nelle altezze celesti.

Quando vidi i cori lucenti degli Angeli buoni struggersi dinanzi all’Onnipotente, mi sentii intimamente unita alla loro misericordiosa richiesta, nella speranza che gli spiriti caduti sarebbero rimasti per sempre fedeli a Dio se avessero ottenuto il suo perdono.

Venni a conoscenza che sarebbe stato necessario un tempo lunghissimo alla loro conversione e al ripristino della grazia. Vidi questo tempo indicibilmente lungo, impensabile per un mortale. Accogliendo la supplica dei suoi Angeli, Dio aveva deciso che il Cielo sarebbe stato luogo di pace assoluta, mentre la Terra sarebbe servita alla Redenzione dell’umanità e degli spiriti infedeli e quindi teatro della necessaria lotta tra perdizione e resurrezione.

In fondo non sentivo nessuna misericordia per gli Angeli cattivi, perché essi erano precipitati così in basso a causa della loro ambizione, mentre avevo sempre commiserato la debole volontà di Adamo[17].



2 La Creazione della Terra

200
Riferimenti biblici

"... al tempo in cui Iddio fece la terra e il cielo, non vi era ancora alcun arbusto del campo sopra la terra, e non aveva ancor germinato nessuna erba del prato, perché il Signore Iddio non aveva ancora fatto piovere sulla terra, né vi era l’uomo per coltivare il suolo, per far salire dalla terra l’acqua dei canali e irrigare tutta la superficie. Allora il Signore Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra e alitò nelle sue narici un soffio vitale e l’uomo divenne un essere vivente” (
Gn 2,4-7).


IL COSMO E LA TERRA

(nelle descrizioni che ci dà la Bibbia)

La Terra è una grande isola in mezzo all'Oceano terrestre, sostenuta da colonne, sotto le quali vi sono gli Inferi o sheol, soggiorno dei morti.

Ai lati dell’Oceano, le cosiddette Montagne eterne sostengono il Firmamento, grande calotta sferica cui sono fissate le stelle; in esse hanno la loro sede il Sole e la Luna. Al di sopra del Firmamento, l’Oceano celeste, con in mezzo il Monte di Dio, o i Cieli dei cieli[18].



Le visioni

Subito dopo la supplica degli Angeli dinanzi al trono della Luce Divina, vidi crescere nello spazio infinito una palla nera; essa si trovava molto più sotto alle altezze celesti, a destra del disco oscuro dove erano caduti gli Angeli.

Quando diressi lo sguardo su quella massa scura vidi dentro alcune chiazze chiare muoversi e allargarsi. Compresi che Dio stava formando il paradiso terrestre e i continenti, separandoli con le acque[19].

Poi vidi nei punti chiari un movimento, come se qualcosa avesse preso a vivere nelle acque. Sulla superficie terrestre che intanto si era formata vidi crescere le piante e tra queste anche qualcosa di vivente. Quand’ero bambina e avevo tali visioni ero convinta che fossero le piante a muoversi[20].

Improvvisamente una splendida luce illuminò quella massa grigia e vidi sorgere il sole che al primo mattino tutto risveglia. Il cielo era chiarissimo e il sole sorgeva illuminando una parte della Terra che si animava in magnifica armonia; allora sentii una voce: Questo è il paradiso terrestre.

Quando il sole apparve maestoso, vidi le piante e gli alberi diventare sempre più grandi. Vidi ogni specie di vegetazione, alberi grandissimi con foglie enormi e palme, tutto era verde e fresco. L’acqua era limpida e pura, tutto era indicibilmente chiaro, piacevole e santo. Le piante, i fiori e gli alberi avevano forme molto vivide, prosperose e lucenti. Nei nostri tempi, invece, tutto questo appare inaridito e fiacco, indurito e ingiallito.

Vidi anche delle magnifiche rose, bianche e rosse, che mi ricordarono la sofferenza di Cristo e la salvezza per suo merito,

io pensai spontaneamente che con la venuta dell’uomo sulla Terra, e i suoi peccati, era iniziato il lento processo di corruzione e di inquinamento di quella magnifica natura.

Quando non esisteva ancora il peccato dell’uomo, con le conseguenti forme di distruzione e di violenza, tutto appariva luminoso e puro, nulla era corrotto; le piante crescevano senza bisogno di essere curate e potate.

La terra che io vidi era pianeggiante e, più all’interno, collinosa, dappertutto era cosparsa di piante. Al centro vidi un monte su cui c’era una grossa fonte d’acqua cristallina dalla quale si diramavano molti fiumi. Alcuni di essi confluivano con altri e poi continuavano a scorrere a valle, uniti in un sol grande corso d’acqua limpida.

In questi fiumi notai la vita degli animali acquatici; poi vidi tra i cespugli e gli alberi altri animali graziosi che si guardavano intorno stupiti come se si fossero appena svegliati da un lungo sonno. Essi erano molto diversi dagli animali dei nostri tempi: non erano timorosi e aggressivi, ma schietti, agili, rapidi e gioiosi, come fossero trasfusi di vera grazia.

Non posso descriverli bene perché la maggior parte di essi mi è sconosciuta però vidi anche elefanti, alci e cammelli; in particolare vidi l’unicorno, una specie di rinoceronte che poi entrò nell’arca; era grosso e simpatico, più basso di un cavallo e aveva il capo rotondo.

Non vidi scimmie, insetti o altri animali miserabili e odiosi. Ebbi l’intima comprensione che questi animali fastidiosi fossero cresciuti solo dopo il peccato originale per punire i peccati dell’umanità.

Mi apparvero anche molti uccelli di numerose specie, variopinti e bellissimi, e udii perfino il loro cinguettio mattutino; non vidi rapaci.

Il paradiso terrestre esiste ancora e in tutto il suo splendore, ma non è accessibile all’uomo carico di peccati.



Brentano - Emmerick: Misteri AT