Brentano - Emmerick: Misteri AT 300

3 Adamo ed Èva

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Riferimenti biblici

“Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra...’.

Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (
Gn 1,26-27).

“Il Signore Dio plasmò l’uomo (adAam) con la polvere del suolo (adAamAa) e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.

Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.

Allora l’uomo disse: ‘Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa’ ” (Gn 2,7-23).

Notano i padri che, nei primi tempi che fu creato, quand’era ancora nel Paradiso, Adamo “conversava con il Signore” che Lo sentiva nell’alito del vento (cfr. Gen Gn 3,8).

Quando il nostro progenitore si fece corrompere e si macchiò del peccato originale, non potè più sentire la voce di Dio come tutti i suoi discendenti, almeno fino all’incarnazione del Signore.

Adamo, non superando la prova che gli aveva dato il Signore, procura per sé e per i suoi discendenti una serie di conseguenze negative in seguito al peccato che ha procurato lo smarrimento dell’armonia e della pace con Dio, con gli altri uomini e con le altre creature.



Le visioni

Vidi Adamo che non fu creato nel paradiso terrestre ma sul luogo dove più tardi sarebbe sorta Gerusalemme.

Lo vidi luminoso e bianco uscire da una prominenza di terreno giallastro collinoso.

Lo splendore del sole lo rendeva ancor più attraente e luminoso.

Ebbi l’impressione che Adamo avesse avuto origine dalla terra la quale, come una vergine benedetta da Dio, divenne sua madre.

Il suo corpo non uscì subito dalla terra, ma a poco a poco.

Vi stava come coricato sul fianco sinistro e con un braccio si sosteneva la testa, ma mi pareva velato come da una blanda nebbia. Scorgevo pure una figura appena delineata sul costato di Adamo. Ero convinta che fosse Èva; essa poi sarebbe stata tratta di là per essergli compagna nel paradiso terrestre. Dio chiamò Adamo, che subito si volse verso questa voce possente. Il sorriso gli spuntava sulle labbra porporine nel vedere tanti animali usciti dal folto dei cespugli in fiore correre intorno a lui; quelle bestiole erano ancora tutte senza nome.

Improvvisamente vidi Adamo non più in quel luogo, ma in un incantevole giardino ricco di corolle e di alberi, animato da ruscelli che scorrevano tra sponde fiorite. Il primo uomo era stato misteriosamente trasportato nel paradiso terrestre. Lo vidi disteso sull’erba rugiadosa da dove emergeva come re del Creato; il suo corpo, diafano e leggerissimo, era di un candore luminoso, simile a quello di una creatura-spirito.

Vidi che il Creatore faceva sfilare davanti ad Adamo tutti gli animali, mentre quest’ultimo dava loro il nome con voce festosa.

La felicità di Adamo nel trovarsi al centro di quello stupendo giardino era immensa.

Egli si alzò dall’erba e cominciò ad avanzare tra gli alberi, mentre gli animali più piccoli e graziosi gli saltellavano intorno per fargli festa.

Seppi che questi primi animali del paradiso terrestre, a cui egli aveva dato il nome, lo avrebbero seguito più tardi anche sulla Terra.

Tutto era senza peccato. Èva non era stata ancora creata.

Egli però non pareva completamente felice, perché gli mancava una compagna con la quale poter godere di tutte quelle meraviglie profuse dalla benefica mano di Dio.

Lo vidi riposare su di un rialzo di terra costellato di bellissimi fiori e irrorato da fresche acque, mentre gli uccelli gorgheggiavano tra i rami delle piante cariche di frutta. Era ancor più bianco e lucente dell’altra visione, adesso sembrava fatto di solo spirito. Allora Dio gli mandò un dolce torpore ed egli rimase assorto in vaghe visioni. Mentre dormiva, il Creatore trasse Èva dal costato di lui e precisamente dal lato dove la lancia avrebbe trapassato il petto di Gesù. In un primo momento Èva mi parve piccola e delicata, ma presto crebbe, finché la vidi di costituzione perfetta, alta di statura e bella. Senza il peccato originale tutti gli uomini sarebbero nati così, per mezzo di un dolce sonno.

Poi vidi la collina dividersi in due parti: dal lato di Adamo vidi formarsi una roccia di cristallo cosparsa da molte pietre preziose, dal lato di Èva vidi invece formarsi una graziosa valletta coperta di fine e bianca polvere fruttifera.

Dopo la creazione di lei notai che Iddio diede ad Adamo un boccone, subito dopo egli divenne luminoso come il sole. Quel torrente di luce era il germe della divina benedizione.

La benedizione che poi l’Angelo diede ad Abramo sarebbe stata simile a questa, anche se non così luminosa.

Èva stava intanto ritta davanti ad Adamo, che le diede la destra per attraversare con lei il giardino.

A quel tempo i progenitori erano ancora innocenti e meravigliosamente belli. La luce li rivestiva di un radioso manto colorato quasi intessuto di fiori splendenti. Dalle labbra di Adamo vedevo irradiare un fascio di luce, e sulla sua fronte dignitosa splendeva un volto aureolato, fulgido e serio. Intorno alla sua bocca scorsi anche il luccicare di un raggio di sole. Intorno alla bocca di Èva invece non c’era splendore.

I suoi capelli biondi e inanellati ricadevano sulle sue flessuose spalle come una cascatella di riccioli d’oro.

Il petto di Adamo ed Èva era aureolato di raggi e in mezzo ai loro cuori vidi lo splendore di una gloria lucente contenente una piccola immagine. Ebbi l’impressione che fosse l'immagine della terza persona della Divinità. Anche dalle mani e dai piedi di Adamo ed Èva vidi fuoriuscire raggi luminosi.

I loro capelli scendevano lunghi dal capo in cinque fasci luminosi: uno dietro il capo, due lungo le tempie e due dietro le orecchie.

Fin da bambina ho sempre percepito che attraverso le sante piaghe di Gesù si sarebbero riaperte le porte del corpo umano, chiuse in seguito al peccato originale. Colpendo il fianco di Gesù, Longino avrebbe aperto le porte della resurrezione dell’umanità. Improvvisamente compresi il significato del raggio di sole intorno alla bocca di Adamo: esso era in relazione con la sua santa discendenza che avrebbe dovuto procrearsi attraverso la benedizione di Dio[21].

Adamo ed Èva attraversarono felici il paradiso terrestre per ammirare il Creato, finché giunsero ad un promontorio dell’Eden inondato di luce.



4 L'albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male

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Riferimenti biblici

L'uomo nel paradiso terrestre

“Poi il Signore Iddio piantò un giardino in Eden, a Oriente, e quivi pose l’uomo che aveva formato[22]. Il Signore Iddio fece germogliare dal suolo ogni specie di alberi piacevoli d’aspetto e buoni a mangiare e l’albero della vita in mezzo al giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male[23].

In Eden nasceva un fiume che irrigava tutto il giardino e quindi si divideva in quattro bracci. Il nome del primo è Fison: esso circonda tutta la regione di Evilla, dove si trova l’oro, l’oro di quel paese è puro; là si trova pure la resina profumata e la pietra onice. Il nome del secondo fiume è Gihon; esso circonda tutto il paese di Cus. Il terzo si chiama Tigri e scorre ad Oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate. Il Signore Iddio prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden affinché lo coltivasse e custodisse, e dette all’uomo quest’ordine: ‘Tu puoi mangiare liberamente di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non mangiare poiché il giorno in cui ne mangiassi, di certo morresti’ ” (
Gn 2,8-17).



Le visioni

Al centro del giardino luminoso, cosparso di fiori e pieno di uccelli, vidi un grande lago ed in mezzo ad esso una penisola che era collegata con la terra mediante un canale. La penisola era piena di alberi bellissimi e di piante di tutte le varietà, al centro vi stava un albero magnifico che superava tutti gli altri con la sua folta e ampia chioma e allo stesso tempo li proteggeva. I suoi rami si distendevano diritti e da essi si divaricavano altri rametti coperti di foglie smeraldine. Dai primi pendevano frutti gialli e di aspetto piacevole. Mentre ero assorta in questa visione, udivo gorgheggiare dai rami più alti dell’enorme albero bellissimi uccelli dal bianco piumaggio e dall’ugola d’oro.

Si trattava dell'albero della vita. Di fronte ad esso, sull’istmo che congiungeva l’Eden alla penisola, svettava il cosiddetto albero della conoscenza del bene e del male il cui tronco appariva a squame come quello delle palme e aveva delle foglie larghissime. Nascosta tra le larghe foglie v’era la frutta che assomigliava più alle pere che alle mele. Qualcuno di quei frutti era semiaperto e mostrava la polpa molle e striata da nervature sanguigne.

Scorsi anche una collinetta tondeggiante, coperta di rubini di un rosso luminoso e di altre pietre preziose di vari colori. Tra la collina e l’albero della conoscenza vegetavano arbusti, pianticelle magnifiche e alberi che avevano fiori e frutti saporosi, colorati e di ogni dimensione.

Una via, a sinistra dell’albero della conoscenza, conduceva in basso verso una piccola valle. La via era stretta, coperta di terra bianca e delicata, cosparsa di fiorellini bianchi.

Anche in questa valle c’era un po’ di vegetazione, le piante però erano incolori ed erano ricoperte più dalla polvere che dalla frutta.

Mi sembrò che entrambi i luoghi fossero tra loro strettamente collegati, come se la collina fosse il completamento della valle. Rappresentavano rispettivamente i simboli della semina e del campo.

I due luoghi mi apparvero come santificati e pieni di luce, in modo particolare la collina; l’albero della conoscenza li separava.

Tutta la regione, infusa di luce, era dimora dei nostri progenitori. lo penso che Dio, dopo la creazione di Èva, avesse dedicato loro questi luoghi meravigliosi.

I nostri progenitori camminavano molto poco, non avevano passioni e ognuno si ritirava al proprio posto.

Spesso erano circondati da animali dall’aspetto indescrivibilmente nobile e luminoso.

Questi avevano le loro tane e i nidi in diversi luoghi, a seconda delia specie; la locazione delle loro dimore resta un segreto della legge divina.



CAP. II - IL PECCATO ORIGINALE E LE SUE CONSEGUENZE

5 II peccato originale.

6 II piano salvifico di Dio. La storia di Eliseo.

7 La promessa della Redenzione.

8 Adamo ed Èva dopo la cacciata dall’Eden. La loro famiglia.

5 II peccato originale

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Riferimenti biblici

"... Il Signore Iddio domandò alla donna: ‘Che hai fatto?'. E la donna rispose: ‘Il serpente mi ha ingannata ed io ho mangiato’ " (
Gn 3,13).



Le visioni

Adamo ed Èva passeggiavano per il paradiso terrestre accompagnati dagli animali. Notai che Èva aveva un contatto, più stretto con gli animali, la natura e la terra, mentre Adamo era più contemplativo e guardava sognante il cielo.

Nell’erba fiorita vidi un serpente che strisciava molto vicino ad Èva. Aveva la testa triangolare e delicata, dalla sua bocca usciva una linguetta finissima e molto mobile.

Èva traeva grande divertimento e sorrideva al serpente che la fissava con i suoi occhietti acuti e la pelle variegata. Quest’animale mi faceva molta impressione, io lo vedevo sempre più chiaramente davanti agli occhi. Il serpente seguiva di continuo i nostri progenitori ma senza toccarli e strisciava vicinissimo ad Èva.

Tutti gli altri animali, invece, sebbene avessero grande confidenza con loro, si mantenevano ad una rispettosa distanza.

Mentre Adamo ed Èva facevano ritorno al loro luogo luminoso incontrarono una Figura maestosa, dall’aspetto nobile e imponente; il volto severo era avvolto da una barba bianca e la sua solenne persona era circondata da un’aureola luminosa. Appena lo videro, i nostri progenitori gli si inchinarono dinanzi rispettosamente. La Figura imponente, per metterli alla prova, affidò alla loro custodia il vasto giardino, ponendo però un divieto che essi avrebbero dovuto osservare rigorosamente. Così Adamo ed Èva rimasero soli ad ammirare quello splendido giardino, provando nel cuore un profondo sentimento di gioia suscitato da quell’incontro sublime. Adamo sentiva un’immensa gratitudine verso l’Onnipotente Creatore mentre Èva continuava a restare più attratta verso gli animali e la natura.

Vidi Èva avvicinarsi all’albero della conoscenza del bene e del male, in particolare la vidi ammirare un ramo dal quale pendeva il serpente. Il perfido animale aveva la testa vicino ad una stupenda mela giallorosata, incantevole per forma e grossezza. Da essa emanava un suggestivo profumo. Il serpente disse alla donna che se avesse gustato quel frutto avrebbe conosciuto il bene e il male.

Èva gli rispose che Dio aveva espressamente vietato di mangiare quella frutta, ma rimase però ad ascoltare le parole ingannatrici del tentatore, lo temevo per lei perché non respingeva l’insidia. Il serpente le disse che ella non aveva nulla da temere anzi, mangiando quel frutto e conoscendo il bene e il male, la coppia avrebbe aperto gli occhi e sarebbe diventata come Dio. In questo modo essi avrebbero ottenuto una propria volontà di giudizio e di discernimento e non sarebbero stati “più schiavi in quel giardino"[24]. Purtroppo vidi come il serpente, che era il diavolo, riuscì a persuaderla: ella infatti si avvicinò ancor più all’albero, staccò la mela e, dopo qualche istante di forte titubanza, l’assaggiò. Era la quinta mela, la più bella di un grappolo di frutti grossi e splendenti.

Dopo averne mangiato una parte, avendola trovata deliziosa, ne serbò il resto per Adamo.

Andò quindi in cerca di lui e lo trovò in contemplazione estatica, gli offrì quindi la mela affinché ne gustasse il sapore. Mentre Adamo mostrava perplessità prima di assaggiare il frutto, vidi il serpente strisciar via tra le piante; esso emetteva sibili con la stessa lingua che aveva ingannato Èva.

Per non indispettire la donna, Adamo mangiò la mela con poca convinzione. Subito dopo, entrambi, furono afferrati da un terribile sgomento. Il loro volto si oscurò e il loro corpo, perdendo tutta la lucentezza, divenne freddo.

Anche il sole si oscurò, come coperto da una fitta nebbia oscura; frattanto una tremenda bufera si preannunciava con un vento impetuoso che squassava le piante. Vidi gli animali fuggire come impazziti.

Siccome la coscienza dell’uomo è l’eco della voce di Dio, essi sentirono profondamente di aver peccato e di perdere la loro grazia celeste.

Adesso erano rimasti privi della luce, inebetiti e proclivi al peccato, mentre prima erano lucenti, intelligentissimi e attenti alla purezza.

Se fossero vissuti senza colpa ancora per un determinato tempo, il Signore li avrebbe confermati nella grazia e non sarebbero caduti mai più in alcun peccato.

Quando tutto si oscurò, una voce potente si alzò al di sopra dell'uragano; era il Signore che dalla collinetta dell’Eden chiedeva conto alla coppia della sua disobbedienza. Dopo essersi nascosti, Adamo rispose con voce tremante che era stato indotto dalla donna a peccare.

Quando Dio chiese ad Adamo perché mai si fosse nascosto, questi gli rispose che si era vergognato della propria nudità; era la prima volta che considerava la sua nudità come peccaminosa. A sua volta Èva rispose al Signore che il serpente l’aveva indotta a peccare.

Allora il tentatore fu scacciato per sempre dall’Eden, condannato a strisciare sulla terra e a nutrirsi di essa.

Vidi numerosi Angeli ribelli, pieni di cattiveria, furore e aggressività, compiacersi di questi avvenimenti funesti.

Essi erano discesi sul paradiso terrestre per tentare i nostri progenitori che erano finiti in loro balìa, sedotti astutamente dal serpente.

Dopo la grave disobbedienza i nostri progenitori, che erano stati l’immagine di Dio, divennero l’immagine di se stessi. Perduta l’innocenza dell’origine, ad Adamo venne ritirata la santa benedizione di Dio ed entrambi furono proscritti dal paradiso terrestre[25]. Essi furono condannati a coltivare la terra e così a guadagnarsi il nutrimento con il sudore della loro fronte. Vidi Adamo ed Èva lasciare la collina dell’Eden per andare a vivere sulla Terra.

Il  mio divino Sposo, Gesù, dopo avermi mostrato tutto questo mi disse: "Dio non avrebbe avuto bisogno di farsi uomo e morire sulla croce per la salvezza dei discendenti di Adamo; Egli, in virtù della sua Onnipotenza, avrebbe potuto redimere l’umanità peccatrice in altro modo”.

Interiormente compresi che non è mai possibile all’uomo di giudicare il perfetto operato di Dio, perché Egli agisce secondo la sua infinita bontà e carità, che sono incomprensibili al povero intelletto umano.



Appendice esplicativa: La tragedia dell’umanità

L’albero della conoscenza del bene e del male continuerà a riprodurre i frutti della tentazione e della disobbedienza con i suoi lunghi rami ricurvi fin nella terra. Essere Dio attraverso se stesso senza Dio è la vocazione dell’orgoglio umano, caratteristica degli Angeli ribelli e della loro disobbedienza. La rottura con Dio provocherà la tragedia dell'umanità, il Diluvio, la vendetta, la violenza, l’uccisione del fratello, l’aggressività e la sessualità.

“Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la resurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Co 15,21).

La Chiesa latina non ha mai festeggiato come "Santi" Adamo ed Èva; ma da secoli canta nell’Exultet pasquale: “Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte di Cristo. Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore".

Nella Chiesa orientale, invece, nella prima domenica dell’Avvento (orientale) nel canone di questa Messa Adamo apre la lista di tutti gli antenati di Cristo e i giusti dell'Antico Testamento.

Nelle icone bizantine che rappresentano la discesa di Gesù agli inferi dopo la sua morte, lo si vede uscire dal Limbo e salire verso il Cielo, mentre tiene per mano Adamo ed Èva. Secondo la tradizione leggendaria dell'antichità cristiana la croce di Cristo, affondando nella roccia del “Calvario", ha purificato con il sangue del Redentore il cranio disseccato di Adamo, che era stato sepolto proprio in questo luogo16.



6 II piano salvifico di Dio. La storia di Eliseo

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Il mio Sposo divino presentò alla mia anima numerosi misteri della fede, il piano di Dio per la Redenzione dell'uomo.

Parte di essi li ho subito dimenticati e l’altra parte cercherò di raccontarla come meglio posso.

Vidi che il popolo Ebreo, per volontà di Dio, introdusse l’uso della circoncisione allo scopo di espiare il peccato originario. Con questa pratica s’intendeva favorire la spiritualizzazione dell’uomo, così come viene tagliato dalla vite il primo ramo per evitare che il vino divenga aspro[26].

Subito dopo la visione di Èva, che colse il frutto dall’albero, ebbi quella del Bambino Gesù nato dall’immacolata Santissima Vergine. Vidi quindi il Messia salvare, per mezzo dei suoi patimenti sulla croce, i discendenti di Èva oscurati dal peccato della progenitrice.

Il primo uomo fu fatto ad immagine di Dio, "era uno con Lui ed in Lui”; era creatura umana e allo stesso tempo celeste, creata per sostituire le schiere degli Angeli caduti. Se Adamo ed Èva avessero vissuto per tutta la vita senza peccato, il genere umano sarebbe stato “lo specchio di Dio”.

Nel piano generale della creazione e della Redenzione mi apparve Melchisedek, Angelo buono, inviato sulla Terra quale prototipo di Gesù.

Costui fu guida spirituale di antiche e nuove stirpi, fondatore di città sante e iniziatore del sacerdozio celeste sulla Terra. Ho visto anche Enoc e Noè, la loro missione, il significato e l’opera santificatrice in favore dell’umanità.

Alla fine mi è apparso l’inferno in tutta la sua orribile dimensione, pieno di idoli diabolici dai molteplici aspetti.

Mi fu così mostrata tutta l’opera carnale e demoniaca da cui si diffonde la distruzione e la dannazione del mondo. Mi apparvero così tutti i peccati purificati dall’opera salvifica di Dio per mezzo dei profeti, soprattutto di Abramo e di Mosé. Sempre in immagini, mi venne mostrato anche il loro rapporto con il mondo contemporaneo.

Compresi quindi il motivo per cui i preti dei nostri tempi non sono più capaci di salvare gli uomini come facevano una volta; solo raramente è ancora loro possibile, ma in modo così diverso rispetto a prima. Mi venne mostrata inoltre la grazia del sacerdozio e la sua origine.

Vidi poi la storia di Eliseo: quando costui diede a Giezi il suo bastone per deporlo sul fanciullo morto della donna Sunamita[27]. “Cingiti i fianchi, prendi il mio bastone nella tua mano e parti. Se incontri qualcuno non lo salutare, se uno ti saluta, non rispondergli, e metti il mio bastone sulla faccia del fanciullo”.

Nel bastone si trovava la forza di Eliseo e il suo messaggio salvifico, in quanto il bastone era il prolungamento del suo stesso braccio. Con tale simbolismo appresi pienamente il significato del bastone dei vescovi e della potenza ivi contenuta. In effetti è la fede che unisce l’energia del possessore del bastone con quest’ultimo, poiché è la fede l’elemento più necessario per l’ottenimento della guarigione. Ma Giezi, il servo di Eliseo, non aveva abbastanza fede e la madre del fanciullo credeva solo nell’uomo di Dio come persona fisica dalla quale poteva ricevere aiuto.

Così l’energia di Eliseo finì separata dal suo bastone per la mancanza di fede ed il bastone stesso non ebbe il potere di guarire.

Poi vidi Eliseo, che aveva subito seguito Giezi, stendersi sul fanciullo morto e pregare, mano nella mano, bocca sulla bocca, corpo sul corpo, richiamando l’anima del fanciullo in vita. Ricevetti quindi la spiegazione di questa guarigione e del suo stretto collegamento con la morte di Gesù.

In Eliseo erano aperte, attraverso la fede ed il dono di Dio, tutte le porte della grazia e dell’espiazione, quelle stesse porte che erano state chiuse dal peccato di Adamo e cioè quella del capo, quella del petto, quella delle mani, e quella dei piedi. Quando l’uomo di Dio si era disteso come una croce vivente sul morto gli aveva trasmesso con la sua preghiera la vita, espiando così le colpe dei genitori del fanciullo, i quali avevano peccato col capo, col cuore, con la mano e con il piede. Avevo visto in tutto ciò l’immagine della morte, delle Piaghe di Gesù e della sua Resurrezione come un meraviglioso equilibrio esistente in ogni uomo che vive in Dio.

Ma anche quando non viviamo in Dio, seppur inconsciamente, siamo sempre con Lui crocifissi, e le porte della grazia delle sue sante Piaghe sono sempre aperte per noi, se lo vogliamo. Dopo la visione del bastone di Eliseo mi fu più chiaro l’effetto dell’imposizione delle mani e della benedizione in lontananza. Il motivo per cui i preti di oggi raramente possono salvare con la loro benedizione mi fu spiegato con la seguente visione. Vidi tre pittori che imprimevano figure sulla cera. Uno aveva una cera bella e bianca ed era molto intelligente e abile, ma era pieno di se stesso e non aveva l’immagine di Cristo in sé, perciò il suo quadro non valeva proprio niente. Il secondo lavorava con cera sbiadita ed essendo tiepido e caparbio non era capace di nulla. Il terzo era inabile e lavorava con grande imperizia, con la comune cera gialla, ma con diligenza e semplicità, e il suo lavoro diede un’immagine retta sebbene mostrasse dei tratti grezzi. Allo stesso modo vidi brillanti sacerdoti pieni di scienza predicare con grande saggezza ma senza alcun effetto spirituale per la salvezza dell’uomo, mentre, dall’altra parte, vidi preti semplici mostrare la potenza del sacerdozio grazie al loro carisma.

Il mio Sposo mi mostrò come dal suo concepimento fino alla morte avesse espiato per il prossimo. Vidi poi chiaramente come sarebbe possibile salvare e convertire le persone in punto di morte: con le preghiere, gli atti di dolore e l’espiazione. Vidi anche gli Apostoli recare la benedizione al mondo con la loro missione contro il potere di Satana. Le regioni dove essi operarono erano state corrotte dai più acerrimi nemici della vita. Vidi i preti e gli Apostoli che vinsero grazie alla discesa dello Spirito Santo in loro. Il dono di sottrarre la terra alla potenza di Satana è simbolizzato nell’espressione: “Voi siete il sale della terra”, e questo sale è proprio un ingrediente dell’acqua santa. Appresi che quei paesi in cui il Cristianesimo non ha potuto diffondersi sono rimasti sterili. Essi dovrebbero essere benedetti dal Cattolicesimo per diventare fertili e offrire frutta magnifica al mondo.

Vidi che David capiva la necessità della salvezza mentre Salomone era fortemente legato alla sua saggezza.

Molti profeti, in modo particolare Malachia, conoscevano già in anticipo i misteri del Cristianesimo ed il piano salvifico di Dio secondo il suo corso naturale.

Compresi che le forme di superstizione del regno di Satana, quali la magia, il magnetismo, la scienza e l’arte mondana, sono tutti mezzi per addormentare la coscienza degli uomini, per adornare e addolcire la loro morte e i loro peccati. Queste arti vengono praticate da coloro che vogliono allontanare dai cuori dei fedeli la venuta del regno di Dio. Così essi cercano anche d’infangare la celebrazione dei misteri divini della Chiesa cattolica.



7 La Promessa della Redenzione

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Dopo la caduta dell’uomo, Dio mostrò ai nove cori degli Angeli come avrebbe redento l’umanità caduta in così grave peccato. Vidi allora gli Angeli esultare con indescrivibile giubilo a questa sublime rivelazione.

Quando Dio annunciò il pentimento di Adamo ed Èva ci fu un movimento di luce delle divine persone della Santissima Trinità.

Vidi allora apparire vicino al trono luminoso dell’Onnipotente la col li netta abitata da Adamo ed Èva nel paradiso terrestre; era fatta di cristallo ed era cosparsa di lucenti pietre preziose. Divenne anch’essa un trono ed infine una torre gigantesca intorno alla quale si strinsero in cerchio i nove cori degli Angeli. Improvvisamente dall’alto della torre vidi la stupenda figura dell’immacolata. Era la Vergine non nel tempo, ma in Dio e nell’eternità, la quale avrebbe cooperato alla Redenzione dell'umanità.

Vidi gli Angeli intenti a costruire una specie di mostranza che diveniva sempre più magnifica, era simile ad una torre con immagini misteriose. Ai lati stavano due figure che si stringevano la mano. Vidi uscire dalla luce di Dio un fascio luminoso fino a penetrare i nove cori degli Angeli e fino alla mostranza. Quest’ultima assunse progressivamente i lineamenti di un santuario lucente in cui Dio depose un seme.

Si trattava del seme della purificazione che Dio concesse ad Adamo pentito, però esso avrebbe fruttificato solo nelle generazioni future. La nuova benedizione di Dio sarebbe stata accolta prima di tutti da Noè con il suo sacrificio, poi, durante i secoli, sarebbe passata ad Abramo, e da Isaia la vidi passare da primogenito a primogenito. Sempre attraverso un atto sacramentale fu accolta da Giacobbe[28]. In seguito Mosé[29] affidò la benedizione stabilmente nell’Arca dell’alleanza, dandola in custodia ai supremi sacerdoti.

Mi apparve Mosé nella notte prima dell’esodo dall’Egitto; lo vidi prendere conoscenza del mistero divino nella reliquia di Giuseppe. Mosé ne informò solo Aronne.

Infine la benedizione di Dio fu ricevuta da Gioacchino che diede vita, per virtù dello Spirito Santo, alla nascita pura e immacolata di Maria Santissima[30]: “L’Arca del nuovo patto”[31]. La mostranza fu quindi portata dagli Angeli nella torre. Subito dopo, essi prepararono un calice simile a quello dell’UItima Cena e lo portarono nella torre.

Vidi poi un albero genealogico dai cui rami spuntavano piccole figure, uomini e donne che si davano la mano. Sull'ultimo ramo fiorito c’era il presepe con il Bambino Gesù. Si snodò quindi dinanzi ai miei occhi spirituali una processione di immagini che mi mostrò il mistero della salvezza ed il suo compimento alla fine dei tempi. Poi vidi sullo scoglio luccicante una grande e magnifica Chiesa che reggeva la vivente salvezza del mondo. Le immagini che passavano dinanzi alla mia anima erano collegate all’armonia meravigliosa di un unico e grandioso disegno celeste in cui perfino le figure del male servivano il piano salvifico di Dio.

Vidi l’antico tempio sollevato dagli Angeli che stavano ai lati; era molto grande e simile alla santa Chiesa di Dio, ma era privo del campanile. Vidi Abramo ed i figli d’Israele attraversare le numerose porte di una larga e strana torre[32]. La visione mi mostrava la schiavitù in Egitto. Un’altra strana torre, dove si praticavano la magia, la profezia e l’oracolo, fu portata via come l’altra dagli Angeli. Allo stesso modo, anche un tempio egiziano venne portato via obliquamente.

In una magnifica visione Adamo ebbe la visita di una Vergine che gli confermò la promessa di Dio circa la perduta salvezza, ma solo nel corso del tempo. Egli non avrebbe mai saputo quando e come questa sarebbe avvenuta,

lo  ebbi la grazia di vedere i Santi mentre ricevevano da Dio la diretta rivelazione dei misteri.


8 Adamo ed Èva dopo la cacciata dall'Eden. La loro famiglia

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Riferimenti biblici

"Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì. Il Signore Dio disse allora: ‘Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora egli non stenda più la mano e non prenda anche l’albero della vita, ne mangi e viva sempre!’. Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose ad Oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita” (
Gn 3,21-24).

“Adamo si unì a Èva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: ‘Ho acquistato un uomo al Signore’. Poi partorì ancora suo fratello Abele. Abele era il pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.

Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.

Caino disse al fratello Abele: ‘Andiamo in campagna!’. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise" (Gn 4,1-8).



Le visioni

Dopo la cacciata dall’Eden vidi Adamo ed Èva tristi ed erranti sulla terra; pensavano con nostalgia al luogo di delizie dal quale li aveva proscritti la spada fiammeggiante dell’Arcangelo. Erano vestiti di tuniche di pelli e cercavano un rifugio tra i cespugli della tetra valle, mentre gli animali fuggivano dinanzi a loro. Le piante, i cespugli, gli alberi e la natura avevano assunto un colore grigio, avevano perduto lo stupendo colore verde, e si erano prodotte spine in abbondanza. Adamo ed Èva erano cinti da un ombra scura e non facevano altro che implorare la misericordia di Dio; si gettavano in ginocchio e, sollevate le mani al cielo, piangevano e gridavano. Frattanto l’Eden, il giardino di Dio, era stato avvolto in una grande nube e si allontanava verso le altezze celesti. Vidi delinearsi in cielo la figura di un anello di fuoco. Penitenti e soli, accompagnati dall’aureola oscura del peccato, i nostri progenitori si aggiravano in un paesaggio pietoso e senza vita. Vidi Adamo stringere un virgulto d’ulivo che aveva potuto portare con sé dall'Eden; lo piantò su un luogo roccioso dove sarebbe germogliato l’Orto degli ulivi e Gesù avrebbe sudato sangue. Adamo ed Èva posero la loro dimora in una zona del monte e decisero di offrire la loro vita a Dio con continue espiazioni. Lavoravano ogni giorno la terra arida e avara di germogli finché divenne un campo generoso. Li vidi pregare insieme con i figli sul verde e prosperoso campo.

Quando finalmente Èva partorì la prima femmina, Adamo ne fu molto contento. Dio donò alla loro unione alcune figlie in modo che il seme della donna schiacciasse il capo al serpente.

I primi figli furono Abele e Caino, che erano cresciuti tra molte difficoltà, poi venne Set[33].

Abele fu soppresso ferocemente da Caino che era geloso di lui. Uccise il fratello con una clava rudimentale ma preso poi dall’orribile rimorso del fratricidio, andò errando per il mondo. Dopo sette anni di espiazioni dal triste episodio, Èva generò Set, "il bambino della promessa”. Lo vidi nascere in una grotta vicino a Betlemme e l’Angelo rivelò ad Èva che Dio le aveva dato questo figlio in sostituzione di Abele.

Set rimase per lungo tempo nascosto in una grotta poiché era perseguitato dai suoi fratelli[34].

Adamo era il sacerdote della sua famiglia e offriva spesso sacrifici a Dio. Vidi i figli e le figlie intorno a lui e ad Èva; tutti indossavano tuniche di pelli bianche.

I nostri progenitori con i loro figli dormivano in capanne fissate nella terra, il tetto ed i laterali erano coperti con grosse foglie. Vidi Adamo circondato da undici persone, tutte portavano un rudimentale scapolare appeso al collo. Nel gruppo distinsi anche Èva, Caino, Abele e due figlie, molto belle e lucenti. Tutti i membri della famiglia avevano i capelli rossi. Adamo li portava lunghi. All’inizio del suo pellegrinaggio sulla terra egli aveva una barba bianca corta, Èva aveva capelli lunghissimi che le scendevano sulle spalle; in seguito, li raccolse legandoli sulla testa.

Nella loro capanna vidi un carbone rovente che i nostri progenitori avevano avuto dal cielo per procurarsi il fuoco; era un tizzone verde che non si consumava mai. Tuttavia Dio aveva raccomandato loro di usarlo con parsimonia.

In un'altra visione non mi apparve più la terra desolata e squallida di prima, ma vidi tutt’intorno alla dimora di Adamo campi di grano e di cereali, piante fruttifere e diversi animali dai quali la famiglia ricavava latte e cacio. Vidi bassi alberi di frutta piuttosto robusti. Seppi poi che i nostri progenitori, quando furono cacciati dall’Eden, avevano ricevuto dalla misericordia di Dio i semi da piantare nella terra.

Non ho mai veduto in Paradiso grano e vigneti perché la necessità di seminare, raccogliere e coltivare i prodotti della terra è una conseguenza del peccato, così come la sofferenza del lavoro per sopravvivere. Nel paradiso terrestre c’era solo frutta stupenda che cresceva con il soffio dello Spirito Santo. Dio diede ad Adamo le istruzioni necessarie e l’occorrente per seminare e piantare i cereali, il grano, la segala e l’orzo. Fino alla morte di Abele, non c’era ancora l’uso di uccidere gli animali per mangiarne la carne. Vidi anche delle figure angeliche porgere a Noè, prima che egli s’imbarcasse sull’arca, un chicco di grano e un arboscello di vite.

Quando morì, Adamo fu sepolto sul monte che poi sarebbe stato chiamato Golgota (luogo del teschio). In una delle numerose grotte disseminate su questo monte viveva un profeta, credo fosse un compagno di Elia, che io vidi prendere le reliquie e il teschio di Adamo da una tomba di pietra; al teschio erano rimasti ancora attaccati alcuni capelli gialli. Allora gli apparve un Angelo che gli disse: “Questo è il teschio di Adamo, ed io, Angelo di Dio, ti ordino di rimetterlo al suo posto!".


Brentano - Emmerick: Misteri AT 300