Evangelii gaudium IT 286

La Stella della nuova evangelizzazione

287 Alla Madre del Vangelo vivente chiediamo che interceda affinché questo invito a una nuova tappa dell’evangelizzazione venga accolta da tutta la comunità ecclesiale. Ella è la donna di fede, che cammina nella fede,[214] e « la sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa ».[215] Ella si è lasciata condurre dallo Spirito, attraverso un itinerario di fede, verso un destino di servizio e fecondità. Noi oggi fissiamo lo sguardo su di lei, perché ci aiuti ad annunciare a tutti il messaggio di salvezza, e perché i nuovi discepoli diventino operosi evangelizzatori.[216] In questo pellegrinaggio di evangelizzazione non mancano le fasi di aridità, di nascondimento e persino di una certa fatica, come quella che visse Maria negli anni di Nazaret, mentre Gesù cresceva: « È questo l’inizio del Vangelo, ossia della buona, lieta novella. Non è difficile, però, notare in questo inizio una particolare fatica del cuore, unita a una sorta di « notte della fede » – per usare le parole di san Giovanni della Croce – , quasi un « velo » attraverso il quale bisogna accostarsi all’Invisibile e vivere nell’intimità col mistero. È infatti in questo modo che Maria, per molti anni, rimase nell’intimità col mistero del suo Figlio, e avanzava nel suo itinerario di fede ».[217]

[214] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, cap. VIII,
LG 52-69.
[215] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), RMA 6: AAS 79 (1987), 366.
[216] Cfr Propositio 58.
[217] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), RMA 17: AAS 79 (1987), 381.


288 Vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché « ha rovesciato i potenti dai troni » e « ha rimandato i ricchi a mani vuote » (Lc 1,52 Lc 1,53) è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. È anche colei che conserva premurosamente « tutte queste cose, meditandole nel suo cuore » (Lc 2,19). Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. È la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri « senza indugio » (Lc 1,39). Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione. Le chiediamo che con la sua preghiera materna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo. È il Risorto che ci dice, con una potenza che ci riempie di immensa fiducia e di fermissima speranza: « Io faccio nuove tutte le cose » (Ap 21,5). Con Maria avanziamo fiduciosi verso questa promessa, e diciamole:

Vergine e Madre Maria,
tu che, mossa dallo Spirito,
hai accolto il Verbo della vita
nella profondità della tua umile fede,
totalmente donata all’Eterno,
aiutaci a dire il nostro “sì”
nell’urgenza, più imperiosa che mai,
di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

Tu, ricolma della presenza di Cristo,
hai portato la gioia a Giovanni il Battista,
facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo,
hai cantato le meraviglie del Signore.
Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce
con una fede incrollabile,
e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,
hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito
perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita
che vince la morte.
Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
perché giunga a tutti
il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,
madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,
intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,
perché mai si rinchiuda e mai si fermi
nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione,
aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,
del servizio, della fede ardente e generosa,
della giustizia e dell’amore verso i poveri,
perché la gioia del Vangelo
giunga sino ai confini della terra
e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,
sorgente di gioia per i piccoli,
prega per noi.
Amen. Alleluia.



Dato a Roma, presso San Pietro, alla chiusura dell’Anno della fede, il 24 novembre, Solennità di N. S. Gesù Cristo Re dell’Universo, dell’anno 2013, primo del mio Pontificato.



FRANCISCUS




Evangelii gaudium IT 286